martedì 24 dicembre 2013

Un'immagine val più di mille parole

Natale nel Cammino neocatecumenale


Natale nella Chiesa cattolica

18 commenti:

  1. La "devozione" neocatecumenale è cupa, funerea, e con delle fosse nere al posto degli occhi (uno stile proprio diabolico).

    La propaganda neocatecumenale però adopera più spesso quell'altra "icona" neocatecumenale, quella con su scritto "Maria / Kiko" (c'è scritto proprio così: in alto a sinistra c'è scritto "Maria" e in alto a destra c'è scritto "Kiko", per evitare che i kikos pensino che il mini-clone di Kiko sia il Bambinello).

    Il Natale cattolico riguarda il Mistero dell'Incarnazione, cioè di Dio che si è fatto uomo, con tutto (ma proprio tutto) ciò che questo comporta. A cominciare dalla dolcezza di un bambino tra le braccia di sua madre. Dolcezza odiata dal demonio, che infatti invita o a esagerarla (le sdolcinature dei cristiani troppo sentimentalisti) oppure a disprezzarla (come fanno i kikos "adulti").

    Ma questo discorso è incomprensibile per i neocatecumenali, che riservano ogni dolcezza al loro idolo Kiko (si veda ad esempio il video dei fan di Kiko all'aeroporto), e poi sminuiscono il Santissimo Sacramento disperdendo briciole e gocce e ballandoci sopra.

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  2. "...non sa che gli occhi del Signore sono miriadi di volte più luminosi del sole..." (Siracide 23,19)

    "La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso..."
    (Cfr Mt 6, 22-23).

    Il pittore Kiko non è diverso dall'esegeta Kiko. Anziché riferirsi alla tradizione, invece di esprimersi con un linguaggio oggettivo che non si discosti dall'annuncio di verità dei Vangeli, che non ne stravolga i simbolismi, è ambiguamente autoreferenziale. Qualsiasi cosa voglia comunicare con gli occhi tenebrosi dei suoi dipinti, fosse anche un messaggio positivo, Kiko Arguello è in errore perché rovescia un topos dei Vangeli. E sconvolge anche l'intentio lectoris perché l'osservatore, non avendo più il riferimento testuale nei Vangeli, è autorizzato ad assegnare al segno (figurativo o simbolico/letterario che sia) un significato secondo la propria personale intenzione, secondo le proprie pulsioni. A chi trova dei riferimenti satanici nei dipinti di Kiko, quindi, non si può dare torto, anche se ciò non fosse nell'intenzione dell'autore come credo, perché questo fa parte del processo ermeneutico.

    Immaginiamo - solo per un attimo, non accadrà mai - che la nuova estetica del Cammino diventi egemone nella futura Chiesa: si perderà il senso del fango sul cieco nato, del sicomoro, del fico sterile, dell'olio delle vergini, delle vergini stesse, degli occhi, della croce rovesciata e di tantissimi altri simboli.

    Spero che qualcuno, prima o poi, pubblichi un libro sul tema.

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  3. Non conosco i motivi per i quali Francisco Arguello usi questo suo stile di pittura modernista . A me personalmente non piacciono, non mi sono mai piaciuti. Ma questa immagine mi sembra appartenere al primo periodo del Cammino quando lui si ispirava ancora a Picasso.. Non mi sembra storia recente. Che poi parli della Natività lo si può dedurre solamente dal Bimbo Gesu' in fasce. Questo può significare un'altro simbolismo, cioè che la mestizia che il dipinto trasmette sia il preludio alla Passione di Cristo: le fasce possono simboleggiare la sua morte in Croce. A volte pittori anche antichi hanno simboleggiato la mangiatoia con la evidente immagine di un sarcofago aperto pronto ad accogliere il Gesu' Bambino, ravvisando in esso già alla nascita la Sua missione di Salvezza universale prefigurata appunto già al momento della Nascita da simbologia mortuaria: le fasce raffiguranti sia la Nascita sia la ricopertura del cadavere (quando Cristo resuscita Lazzaro egli esce dal sepolcro avvolto in fasce, modalità di esequie tipico dell'epoca.)
    Si, comunque personalmente è uno stile che non mi piace personalmente, avendo un po' di occhio sui dipinti, essendo mio Nonno pittore di professione, di scuola post macchiaiola. Non lo appenderei come "icona" a casa mia: non è detto che tutto quello che Kiko dipinge sia accettabile. Lui stesso in una vecchia catechesi che ricordo a memoria dice che il giorno in cui dovesse perdere la buona ispirazione, di dirglielo apertamente.

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  4. Eh, già: quando si parla di Kiko, una delle espressioni più necessarie e ricorrenti è "può anche significare che".

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  5. @ Maurizio
    La fasce simboleggiano la missione, Maurizio. Su questo non c'è dubbio: tà othónia collegano la Nascita con il Sepolcro e con la Resurrezione. E' un collegamento simbolico, però, nell'Alfa e Omega che è anche un codice per la lettura dei Vangeli. E la mangiatoia prefigura l'Ultima Cena. Questo, più o meno, lo hai intuitivamente inteso, vero? Sai perché? Perché, come ha scritto il professor Filippetti a proposito di un'errata lettura (lanciata da Sandro Magister) della vocazione di san Matteo di Caravaggio, "il contenuto di un quadro commissionato per una chiesa è un valore non disponibile all'interpretazione del critico. In quanto 'Bibbia dei poveri' il messaggio artistico deve essere chiaro per tutti".
    Affinché sia così, in primo luogo, quel valore non deve essere disponibile nemmeno all'artista cristiano - pittore, scultore o poeta che sia - il quale non deve raffigurare ambiguità.
    "Può anche significare che" è lo stimolo alla lettura eretica, è il simbolo invertito, stravolto o sincretico della Nuova estetica di cui spesso ho scritto.

    A te sono state chiare le fasce e (più o meno) la mangiatoia perché ne hai attinto il senso dai Vangeli. Ma gli occhi tenebrosi? E la mestizia, dove sta la mestizia nell'Annuncio ai pastori di Lc 2 ("l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo...")?

    Il problema non è lo stile o la forma, Maurizio: il problema è il contenuto, il messaggio. Il problema è quell'oscurità e la tristezza che sono nell'opera di Kiko, sin dalle prime icone, sin dalla genesi del direttorio catechetico.

    Buon Natale a tutti voi, che sia un "Natale di gioia"

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  6. Entrambe le immagini proposte sono prive di valore artistico: la prima e' rozza con abbondante uso di nero anche per gli occhi ma non solo. Penso che kiko voglia solo accentuare I contrasti luci ombre. La seconda e' sdolcinata, banale, tipica della religiosita' di tripudio. Onestamente se uno volesse opporre una Madonna con bambino tradizionale alle immagini di kiko ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta: Raffaello, federico barocci...
    Solo a tripudio poteva venire in mente un' immagine del genere.
    Il titolo del thread e' fuorviante: tutti sanno che non esiste un natale neocat perche' I neocat non celebrano nulla di separato in occasione della solennita' del natale o se cosi' la vogliamo mettere e' l' unica volta all'anno in cui I neocat vanno a messa in parrocchia.
    Mi risparmio gli auguri

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  7. Come sempre, si applica il proverbio del «quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito».

    Nel nostro caso "il saggio indica" è l'accostamento delle due immagini, e "lo stolto guarda" è la mentalità neocatecumenale da "cattolico adulto" che giudica severamente tutto ciò che non elogia Kiko.

    Ecco dunque tornare con tutta la sua ira il fratello jp che - da qual pulpito vien la predica! - lamenta lo scarso valore "artistico" della seconda immagine. Ma perché? Qui stavamo parlando di arte, oppure del messaggio veicolato dall'immagine?

    Infatti il fratello jp ha capito benissimo cosa significava quel confronto: da un lato la funerea spiritualità di Kiko e dall'altro la verità cattolica che sola può riempire il cuore dell'uomo e rasserenare i peccatori.

    Per cui, a costo di far notare la bruttura del dipinto kikiano, il fratello jp ha cercato di spostare il discorso su una faccenda di confronti artistici, di presunte sdolcinature, e perfino un attacco personale al sottoscritto (una volta facevano trolling, stalking, doxing a Mic, oggi è di moda aggredire il sottoscritto anche se la maggioranza delle ultime pagine del blog è dovuta ad altre firme).

    Il bello è che anche se si prendessero sul serio gli argomenti di jp, l'evidenza dei fatti non cambia.

    Esempio: ammettiamo pure l'ipotesi che la seconda immagine sia una "sdolcinatura". Le sdolcinature andrebbero dunque combattute con delle orrende brutture come quella di Kiko? Il contrario della sdolcinatura non è la funerea cupezza kikiana, ma la realtà dei fatti. Accusare la seconda immagine di "sdolcinatura" è come dire che siccome le sigarette fanno male, allora è meglio drogarsi.

    Vediamo invece la questione del "valore artistico". La seconda immagine potrebbe sembrare di scarso valore artistico ad un critico d'arte. Ma lo stesso critico d'arte potrà mai giudicare buono lo sgorbio di Kiko? Con quei colori cupi, quelle fosse nere al posto degli occhi, quelle sproporzioni da imbrattamuri della metropolitana... con la scusa di imitare lo stile di Picasso. Qualsiasi sgorbio bambinesco "imita Picasso", e comunque Picasso lo capiscono solo gli esperti di Picasso: per la gente comune (cioè per tutti coloro che non appartengono all'eletta e piccola schiera dei "critici d'arte"), quello che conta è ciò che il messaggio veicola.

    E nel primo caso veicola una bruttura, nel secondo caso veicola certezze sulla fede.

    Quanto al «non esiste un Natale neocat», è un'affermazione che riguarda al massimo la celebrazione della mezzanotte nella parrocchia. I neocat infatti amano suonare la tromba davanti a sé stessi e davanti alla gente, per cui nelle grandi occasioni riescono perfino ad uscire dalle loro salette e ad andare in parrocchia allo scopo di suonare i canti di Kiko, gridare le letture alla maniera di Kiko, esibire i propri numeroni e le proprie famiglie numerose, eccetera.

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  8. Poi magari scopri pure che l'immaginetta da te definita "sdolcinata", se ci togli nuvolette e raggi e cornice, è in realtà un dipinto. Se ritrovo il dipinto originale, lo aggiungo sulla pagina.

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  9. @ Jp ha detto
    "Penso che kiko voglia solo accentuare I contrasti luci ombre... Mi risparmio gli auguri"

    Io, invece, gli auguri te li faccio. Distinguo tra l'errore e l'errante.

    Accentuazione dei contrasti luci/ombre? Io direi luce/tenebre, con le tenebre giusto negli occhi. Come in altre icone.
    E poi vi lamentate che qualcuno nei dipinti di Kiko nel suo "Gesù" vede l'anticristo.

    Rileggiti la mia citazione del professor Roberto Filippetti, docente di “Iconologia e iconografia cristiana”. Non ti riferisco i giudizi di un paio di importanti iconografi, perché presenti in corrispondenze private.

    Di nuovo auguri, di cuore.

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  10. Quindi se I neocat stanno nelle salette, dividono, se invece vanno in parrocchia, stanno mettendo in mostra I numeroni e cantando le loro canzonette ( mi risulta che alla veglia di natale si cantino canti tradizionali piu' o meno ovunque). Tripudio, non avrai mica la coda di paglia?

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  11. Coda di paglia? Da qual pulpito vien la predica.

    Vediamo l'astuzia retorica del caro fratello jp come funziona.

    Fatto numero 1: i neocat si isolano dalla parrocchia. Ne è convinto perfino Benedetto XVI, che ha ripetutamente raccomandato ai kikos di essere più uniti con la diocesi e con la parrocchia, e addirittura, nelle sue «decisioni» del 2005, comandò che i kikos andassero "almeno una volta al mese" in parrocchia. Quindi, figuratevi...

    Fatto numero 2: i neocat amano sfoggiare i loro numeroni (anche se falsi e propagandistici) in tutte le occasioni possibili. Come quando per esempio si accodano ai grandi eventi ecclesiali (tipo la GMG o il Family Day) e poi se ne prendono tutto il merito (esempio: Kiko si vanta: «premono perché io faccia un altro Family Day o qualcosa del genere...»).

    E invece il caro fratello jp che trucchetto adopera?

    Trasforma qualcosa di "inclusivo" in qualcosa di "esclusivo". Per cui il primo fatto escluderebbe il secondo.

    Tenta di negare un fatto concreto e cioè il fatto che la mentalità isolazionista dei neocatecumenali non dipende esclusivamente dal rifugiarsi nelle salette.

    Tenta di negarlo in modo da far apparire come già negato anche il secondo, per poi prendere quest'ultima negazione e adoperarla per "certificare" la prima.

    Quando uno distorce la realtà e con varie astuzie tenta di far capire una cosa al posto di un'altra, voi cosa ne pensate?

    Quando uno cerca di far sembrare vera una falsità, voi come lo etichettereste?

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  12. Da chiesa e postconcilio:
    La Cappella dell'Immacolata in via S.Maria a Lanzati è minuscola ma ben frequentata, non c'è molto spazio e mi rattrista aver constatato che a pochi passi, nella centralissima via Foria aperta sulla strada c'è una Chiesa cattolica moderatamente capiente, dove si celebra il rito ortodosso, qualsiasi passante cattolico può soffermarsi , incuriosirsi e magari affascinarsi, mentre la fraternità celebra relegata in una stradina chiusa, in una Chiesa più piccola dell'arte "Porziuncola" e dove nessun passante cattolico può scoprire anche per caso, la bellezza della Santa Messa nel rito.
    I NC hanno celebrato con la parrocchia

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  13. Bisogna dare atto che i NC hanno sempre celebrato il Natale con la parrocchia. Sì, da sempre, da prima dello Statuto, da prima dei richiami dei Papi.
    Possibile che Kiko abbia comandato da sempre di partecipare alla celebrazione di Natale con la parrocchia per spirito di unità e comunione? Io ne dubito. Infatti perché a Natale sì, e in tutte le altre ricorrenze dell'anno celebrano separatamente? Secondo me è per far passare il messaggio ai propri adepti che il Natale è una festa di poco conto. D'altra parte Kiko non crede che Gesù sia Dio incarnato (così come non crede nella Transustanziazione). Allora è tutto logico.

    Infatti bisogna notare l'enorme contrasto tra la vigilia di Natale e la veglia di Pasqua per i NC.

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  14. Sicuramente nel "calcolo" di Kiko c'è anche il fatto di trattare i vescovi come se fossero muli da soma (qua la carota e qua il bastone).

    Infatti ricordo che i kikos si erano isolati anche in occasione del Natale, ma poi ci dev'essere stato il solito contrordine compagni, e siamo giunti alla situazione attuale dove i neocatecumenali si autoelogiano per aver... fatto il Natale in parrocchia come tutti gli altri.

    Non si sa se ridere o piangere: soprattutto alla luce del fatto che tentano sempre di imporre il kikismo-carmenismo, come se avessero il terrore che nessuno si accorga della loro esistenza.

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  15. @ Sebastian
    Accipicchia, Sebastian. Stimolante il tuo commento, mi era sfuggito un dato eclatante nella lettura del direttorio catechetico kikiano: negli Orientamenti (fase di conv., shema e II scrut. battesimale) il vocabolo Natale compare complessivamente soltanto... 3 volte! Una volta in un periodo che concerne una visita di Kiko ai propri genitori nel giorno di Natale, altre 2 in termini molto riduttivi. Come di seguito:
    "La prima cosa che troviamo è l'ASSEMBLEA. Il giorno del sole è la domenica. Nella Chiesa primitiva non esistevano altra feste oltre la Pasqua; non c'erano né il Natale né altro. Vedremo poi quando nascono queste feste. I cristiani non avevano altra festa oltre alla vigilia pasquale, e come prolungamento e emanazione di questa, la domenica. Proprio come gli Ebrei che celebrano la notte pasquale e, come prolungamento, il sabbath, che è la stessa cosa anche se con meno solennità. Per i cristiani il sacramento autentico istituito ed inaugurato da Gesù Cristo come suo memoriale è la notte pasquale e come prolungamento e partecipazione di questa notte : la domenica." (Or. Con. p. 317)
    I vocaboli "Pasqua" e "mistero pasquale", invece, nei tre mamotreti che ho citato, compaiono circa 200 volte!

    Meditate, piccoli NC , meditate i motivi di cotanta catechesi riduttiva del Natale!

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  16. Dice Tripudio: " Eh, già: quando si parla di Kiko, una delle espressioni più necessarie e ricorrenti è "può anche significare che"." Sai, una cosa che davvero mi irrita è la tua continua censura di qualsiasi parere che non corrisponda alla tua visione della vita e del mondo, naturalmente riscontrabile nella Teologia o nella Tradizione della Chiesa per cui con una battuta di una riga sola sput.tani tutti quelli che non ti vanno a genio. Finirà che annegherai, solo, nelle tue opinioni e spera che in quel giorno un Samaritano che da sempre hai disprezzato, si fermi e ti unga d'olio. Mah, fai come credi,se sei tanto cinico nella vita reale quanto appari dai giudizi che dai, non credo che la tua vita passi attraverso molti momenti di Gioia.Buon Natale, comunque.
    Per Lino: Ti ringrazio moltissimo delle tue parole ! Devi sapere che mia moglie è Storico dell'Arte e lavora in soprintendenza ai Beni Culturali. Per cui ho una fonte di informazioni artistiche accanto a me! L'argomento iniziale era il quadro di Kiko. Per la gioia di Tripudio, detto da un neocatecumenale obiettore di coscienza, e avallata da altri che sono ancora di ruolo, è DECISAMENTE, SENZA MEZZE MISURE, SENZA ALCUN DUBBIO, la più brutta e inquietante icona che Kiko abbia mai fatto. Contenti? Se fosse per me, la metterei in cantina per non distruggerla se non nel fuoco, essendo una immagine comunque sacra per la Presenza di una irriconoscibile Maria ed un meno irriconoscibile Bimbo Gesù.
    Una storiella per Tripudio: un padre e un figlio andarono in viaggio dal villaggio alla città. Con loro portavano un mulo per le cose pesanti da portare. Incontrarono un gruppo di persone che dissero subito ad alta voce: CHE SCIOCCHI QUEI DUE CHE NON SFRUTTANO LA PRESENZA DELL'ASINO PER RIPOSARSI. ALLORA IL BIMBO SALI' SULL'ASINO TUTTO CONTENTO. Incontrarono altre persone che vedendo il bimbo sull'asino e il padre a piedi, dissero chiaramente: GUARDA CHE BIMBO SENZA CUORE CHE FA ANDARE A PIEDI, LUI CHE è GIOVANE,SUO PADRE CHE HA L'ETA'! Allora sull'asino salì il padre e il bimbo a piedi: la gente che passava commentava: che padre crudele, che fa camminare il suo piccolo figlio e si approfitta solo lui dell'asino. Allora il padre prese in sella anche il bambino. La gente prese a dire: che crudeli costoro che sfruttano l'asino con un peso così grande...

    Ebbene, caro Tripudio, tu, perdonami,sembri quelle persone che danno giudizi qualunque cosa tu faccia,e non ti va bene niente. Ti Auguro una Vita Felice. Maurizio

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  17. Maurizio,

    anzitutto ti faccio notare tre cose:

    a) due più due fa quattro

    b) due più due fa quattro indipendentemente da chi lo dice

    c) anche se a volte sarebbe molto comodo dire "due più due fa tre", è una menzogna indipendentemente da chi la dice e indipendentemente dal numero di volte in cui viene ripetuta.


    Vediamo invece il tuo atteggiamento:

    a) ti adiri contro chi non elogia l'idolo Kiko

    b) disprezzi la verità chiamandola "una visione della vita" (cioè un'opinione)

    c) profetizzi l'annegamento di chiunque faccia notare le storture del Cammino Neocatecumenale.


    Ma la cosa più divertente è quando ti autoproclami «un Samaritano che da sempre hai disprezzato».

    Maurizio, stai confondendo il disprezzo per la menzogna con il disprezzo per i neocatecumenali.

    Dunque o sei in malafede, oppure vuoi incarnare la menzogna.

    O sei in malafede, attribuendomi un disprezzo che io non ho espresso contro di te... oppure ti senti talmente identico alla menzogna, che ti adiri quando uno critica la menzogna.

    Comunque ti ringrazio per lo spunto di riflessione. Prima o poi nelle prossime pagine del blog si potrebbe riflettere su come mai i neocatecumenali si identificano con il fondatore e col Cammino.

    Che è la stessa cosa di quelle persone che se gli insulti la madre fanno finta di niente, ma se gli insulti il telefonino si adirano a morte.


    Il problema della bruttura dell'icona di Kiko non sta tanto nella bruttura, ma in ciò che vuole significare.

    Vedi, le icone di Kiko sono usate per le preghiere e per la liturgia.

    Ci sono stati artisti peccatori, che però hanno composto musiche sacre veramente sublimi, e ci sono stati invece artisti molto pii e fervorosi, che invece hanno prodotto delle robe orrende e inadatte alla preghiera e alla liturgia.

    Kiko è nella categoria di quelli che hanno distorto le verità della fede, e contemporaneamente hanno rappresentato una religiosità cupa e funerea.

    Ebbene, il problema è di chi segue Kiko.

    Chi in buona fede segue Kiko, potrà avere tutte le migliori intenzioni del mondo, ma sta seguendo un falso maestro.

    Quando sarà troppo tardi, non si lamentino di non essere mai stati avvisati del pericolo.

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  18. Mi permetto di scrivere che il Natale di nostro Signore è da onorare per Dio, la santa pasqua è veramente una festa per noi, poiché siamo stati redenti e glorificati.
    Se il verbo "non fosse umano" ci sarebbe una discontinuità nell'Infinitezza di Dio, è veramente una cosa meravigliosa, il cui fine oltretutto è puro Amore, per noi.
    Ma effettivamente la Chiesa deve gioire della santa Pasqua, unico periodo duraturo e veramente festoso nell'anno liturgico.

    As usual, i NC dicono di rifarsi alla solennità orientale.Io credo che l'interpretazione di Sebastian sia più che convincente.

    un ortodosso

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