venerdì 4 maggio 2007

"Ho battezzato mio figlio con il rito degli antichi cristiani"


Questo il titolo che ha attirato la mia attenzione stamattina dal giornalaio... Un attore di Mediaset rilascia ad un settimanale un'intervista corredata di foto, del battesimo di suo figlio "nella chiesa romana di S. Giovanna Antida, dove (il bimbo) è stato battezzato con un rito praticato oggi dai Neocatecumenali, un movimento interno alla Chiesa cattolica che si ispira al cristianesimo delle origini ed è diffuso in molte parrocchie d'Italia". Vi risparmio il resto dell'intervista, il succo della quale è la scoperta e l'esaltazione del cammino, presentatogli dalla scuocera, con tutti i tipici slogan che lo differenziano e che lo fanno apparire unico rispetto alla Chiesa, anche se si dichiara all'interno di essa... Atteggiamento oltretutto schizofrenico.

Il battage mediatico si intensifica - avete presenti anche le esequie di domani in San Giovanni in Laterano, la mobilitazione per il Family Day e connesso volantinaggio davanti alle Parrocchie - nell'imminenza della scadenza degli statuti approvati ad experimentum...

Ci addolora e ci sconcerta il silenzio assordante e l'arrendevolezza della Chiesa cattolica, di fronte a tante strumentali amplificazioni di una realtà che cattolica non è. Perché se davvero si continua a lasciar intendere che i neocatecumenali - con le loro prassi e riti e insegnamenti giudeo-luterano-gnostici - rappresentano "la Chiesa di 2000 anni fa", com'è scritto nell'articolo di cui vi parlo e come loro sostengono, la nostra Chiesa Cattolica Apostolica Romana, che Chiesa é? E noi chi siamo?

203 commenti:

  1. Mic ha scritto

    Hai presente la 'serenità' di Ireneo di Lione?

    Ho scoperto solo qualche anno fa
    la sua opera principale. E' stato
    un autore sconosciuto per molti fedeli eppure è incredibile quanto sia chiaro ed attuale. Benedetto XVI lo ha citato di recente. Ho pensato anche ma perchè tra i tanti libri che si regalano con la stampa cattolica non si mette "Contro le eresie"? Forse non piace agli gnostici che la fanno da padrone
    sui media perchè parla troppo chiaramente. Ho visto che si cerca di alzare un po' di fumo , buon segno ;-)

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  2. Se Mic è d'accordo,nella prossima pagina sarebbe il caso di approfondire il tema della Famiglia.E' doveroso in vista dell'appuntamento del 12 maggio.

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  3. Alle comunità neocatecumenali

    Alle comunità neocatecumenali:

    Quando sento questo canto, “Maria hai creduto alla Parola del Signore”, so che sono in presenza di un gruppo neocatecumenale. L’ho sentito in diversi Paesi e in diversi continenti, recentemente anche in India; lo stesso tono, la stessa melodia, le stesse parole di questo canto: questa invocazione di Maria che ha creduto e che è così diventata la prima credente, possiamo dire, la corifea di tutti i credenti. Ella ha creduto nel senso più pieno e più fruttuoso. “Maria hai creduto alla parola del Signore”: con queste parole l’ha benedetta Elisabetta e con le stesse parole la benediciamo noi, la benedice tutta la Chiesa e la benedite specialmente voi neocatecumenali.

    Per voi il cammino della fede è la cosa essenziale, quel cammino che ha il suo inizio sacramentale nel Battesimo e che ha la sua dimensione lungo la vita dell’uomo, di ciascuno di noi. Questo cammino ha anche, come avete detto bene, il suo ritmo: un ritmo che si esprime in queste due parole “traditio” e “redditio”. La fede deve essere trasmessa e ricevuta: questo si fa col Battesimo e poi attraverso l’educazione cristiana. Questo si compie attraverso i vari messaggeri di Dio, come fu per Maria il messaggero angelico, Gabriele. E questo è stato fatto tramite Gesù Cristo primo e assoluto messaggero di Dio per l’umanità intera. Questo si faceva tramite gli apostoli e si fa tramite la Chiesa.

    Questo primo ritmo, questa prima tappa che è il ricevere, la “traditio”, deve essere seguita dall’altra tappa, quella della “redditio”: la fede ricevuta deve essere trasmessa perché è un tesoro gratuito offertoci da Dio non solo per nasconderlo dentro di noi, per viverlo in modo intimistico, privato, ma ci è tramandato per essere trasmesso agli altri. Occorre avere un grande entusiasmo, una grande convinzione della fede, per portarla agli altri. E così i neocatecumenali si fanno catechisti itineranti, portano il Vangelo di Cristo, portano la testimonianza della fede: non solamente parole sante in senso astratto ma parole testimoniate, parola di Dio testimoniata dalla fede di ciascuno. Questo è una forza.

    Io vi auguro, carissimi, che questo doppio ritmo della fede, “traditio” e “redditio”, sia sempre quello della vostra vita, sia quando siete in cammino, sia quando, dopo averlo terminato, ritornate come cristiani particolarmente maturi nella comunità della parrocchia. Vi vedo sempre volentieri. Gli incontri con voi sono molto gioiosi per due elementi: uno è il canto, un canto molto energico, l’altro sono i bambini, i piccoli che fanno, diciamo, il loro cammino neocatecumenale e portano a tutti, e a me, una grande gioia. Voglio abbracciarvi tutti con una benedizione e augurarvi una buona Pasqua nel vostro cammino neocatecumenale.

    Ai gruppi giovanili del dopo-cresima

    All’inizio di questo incontro, mi viene spontaneamente alla memoria la parola della sacra liturgia, della liturgia di Pentecoste: “Spiritus Domini replevit orbem terrarum et hoc quod habet omnia scientia habet vocis”. Questo è latino, la lingua madre dell’italiano, e credo che gli italiani debbano conoscere il latino, almeno dovrebbero. Ma per essere sicuro cercherò di fare una traduzione, una traduzione libera. Allora, lo Spirito di Dio ha riempito tutta la terra. La seconda parte la tradurrò del tutto liberamente: tutti i visitati dallo Spirito Santo sanno cantare.

    Ecco perché mi torna nella memoria questa citazione della sacra liturgia e naturalmente della Bibbia: perché voi sapete veramente cantare. E questo l’ho constatato prima in Chiesa dove si cantava con tanta forza, la forza della bellezza, la forza dell’arte e poi la forza della comunione. Sappiamo bene che il canto crea la comunione. Sant’Agostino ha detto. “Qui cantat bis orat”. Il significato di queste parole può essere anche così inteso: chi canta, canta due volte perché trova la comunione. Cantando si costituisce una comunità di voci; una comunione di voci e così il canto diventa forte, il canto diventa testimonianza. Nel canto che avete eseguito prima in chiesa e ora qui durante questo incontro, ho trovato una testimonianza e così capisco bene che voi siete veramente una comunità post–Cresima, una comunità che vive e che continua a vivere la grazia sacramentale della Cresima. Questa grazia ci dà la voce. La Cresima ci dà la voce, fa di noi i cristiani che hanno voce, che non sono solamente capaci di ascoltare, di ricevere, ma sono capaci anche di parlare, di trasmettere la fede, di testimoniare la fede. Qui c’è un parallelismo tra il canto e l’apostolato, tra il canto e la testimonianza. Tutto questo esprime bene l’opera dello Spirito Santo, l’opera che egli esercita in noi tramite il grande sacramento della Cresima.

    Voi cercate di essere fedeli a questo sacramento ricevuto. Voi cercate di acquistare la voce, la voce autentica, la voce dei credenti, la voce dei testimoni di Cristo. Cercate di approfondire questa voce per trasmetterla agli altri, ai vostri coetanei, per illuminarli con questa fede ricevuta, la prima volta nel Battesimo e poi la seconda volta, in senso più maturo, nella Cresima. Cercate di illuminare con questa luce il vostro lavoro, i vostri studi, anche le vostre tristezze, le vostre gioie, la vostra gioventù, il vostro futuro. Avete raggiunto questa luce, la luce portata nel mondo da Dio stesso, dal Figlio di Dio. Dobbiamo camminare in questa luce, la luce portata nel mondo da Cristo ma dobbiamo anche far camminare gli altri, introdurre gli altri in questo cammino della fede.

    Questo io credo sia il vero significato della vostra comunità giovanile e anche il significato di questo incontro di oggi. Vi auguro di continuare. La fede è una ricchezza, una ricchezza oggettiva perché è la parola di Dio e questa parola rispecchia la realtà di Dio che è tutto. Tutto è in Dio, tutto il bene, tutto il vero, tutto il bello è in Dio. Allora, bisogna approfondire questa fede, approfondire questa parola di Dio, rendere sempre più profondo, più autentico, più vissuto il contatto con questa realtà che è Dio, che è Dio rivelato in Gesù Cristo, che ha detto “Io sono la via, la verità e la vita”.

    Vi auguro di seguire Cristo. Vi auguro anche una buona Pasqua e tutto quanto è bello, è buono, è vero. Grazie per questo incontro.



    © Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana



    http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1986/march/documents/hf_jp-ii_spe_19860309_parrocchia-s-ireneo_it.html

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