Nell'Avvento del 2001 l'allora Arcivescovo metropolita della diocesi di Catania Mons. Luigi Bommarito (http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Bommarito) scrisse una lettera con diverse critiche al movimento neocatecumenale. Nonostante questa lettera fosse stata indirizzata Ai fratelli e alle sorelle delle Comunità neocatecumenali della Chiesa che è in Catania. Per conoscenza ai presbiteri dell'arcidiocesi"non ne fu data mai divulgazione, mai nessun catechista la commento' nelle proprie comunita' (e all'epoca dei fatti io stesso ero catechista) anzi si cerco' di non divulgarla a nessuno, di tenerla il piu' possibile nascosta. Quello che vogliamo far notare adesso è che, nonostante questa lettera fosse stata scritta nel 2001, nonostante uno statuto ad experimentum approvato e oggi scaduto, nonostante i vari richiami da parte di Vescovi, conferenze episcopali e del Santo Padre, nulla e' cambiato nell'atteggiamento dei neocatecumeni e dei loro dirigenti, Kiko e Carmen in testa (e vorremmo sapere realmente cosa hanno in testa)!
Ecco la lettera per intero:Ai fratelli e alle sorelle delle Comunità neocatecumenali della Chiesa che è in Catania. Per conoscenza ai presbiteri dell'arcidiocesi.
Carissimi nel Signore Gesù,
lungo il mio servizio episcopale svolto per circa quattordici anni nella santa Chiesa di Dio che è in Catania, non ho mai cessato di ringraziare il Signore per la ricchezza, la varietà e la vivacità pastorale incontrate non solo nelle comunità parrocchiali e nella vita religiosa, ma anche nelle associazioni, nei movimenti e nelle varie aggregazioni ecclesiali di cui è ricca la nostra diocesi catanese. In sintonia con il santo padre Giovanni Paolo II e con l'episcopato italiano, reputo un grande "dono di Dio", una vera e propria "ondata di grazia" le varie forme di aggregazione di fedeli, da quelle più antiche a quelle più recenti, che nella loro molteplicità sono segni "della ricchezza e della versatilità delle risorse che lo Spirito del Signore Gesù alimenta nel tessuto ecclesiale" ("Christifideles laici", n. 29; Ev 11/1720), tanto da essere accolte con gratitudine e responsabilmente valorizzate, come sottolinea nell'Introduzione la nota pastorale della Cei "Le aggregazioni laicali nella Chiesa" (29.4.1993; Ecei 5/1547).
In verità in questo prezioso contesto di grazia, come pastore di tutto il gregge affidatomi da Dio, quando mi è stato possibile, sono stato gioiosamente presente per incoraggiare, benedire, stimolare e promuovere, ma contemporaneamente - come era ed è mio preciso dovere - anche per correggere quegli aspetti che, a volte, nelle loro espressioni si sono manifestati in maniera piuttosto "problematica", ora per difetto ora per eccesso. È stato ed è anche il caso delle comunità neocatecumenali che ho seguito con stima, affetto e - come tutti sapete - con alcune perplessità. Ho avuto modo di discuterne con responsabili del Cammino dentro e fuori la nostra diocesi. Posso confermare che le mie perplessità di tipo teologico-pastorale che sto per comunicarvi hanno incontrato dappertutto - a partire da molti miei confratelli vescovi - una perfetta consonanza, sia sul piano delle idee come su quello delle esperienze concrete vissute con una certa sofferenza nell'ambito di molte Chiese locali italiane e non solo italiane. Mi sono chiesto tante volte, e nel contempo sento di chiedere anche a voi, se non sia opportuno far luce e dare precise risposte a delle richieste di chiarimento che fino a oggi purtroppo sono rimaste inevase, col rischio che si possano continuare a fomentare ancora di più perplessità e insofferenze varie in mezzo al popolo di Dio. Credo opportuno, pertanto, elencare alcuni aspetti del vostro Cammino che mi sembrano bisognosi di necessarie, pertinenti e urgenti chiarificazioni. Se non l'ho fatto prima - mai però ho nascosto le mie perplessità anche se unite a sentimenti di ammirazione - è perché ho atteso l'approvazione del Cammino da parte del santo padre. Ritardando ancora tale approvazione, vi confido le ragioni che, da sempre, cioè da quando, a Monreale, da sacerdote ho frequentato la catechesi del Cammino, mi hanno lasciato perplesso.
1. Si nota che in molte comunità neocatecumenali al presbitero viene di solito riconosciuta o quasi "concessa" solo la dimensione cultuale e funzionale dell'ordine sacro, mortificandolo se non addirittura privandolo della sua connaturale dimensione giurisdizionale che - come ben sappiamo - è parte integrante e costitutiva dell'ordine stesso. Spesso, infatti, è il catechista che si appropria indebitamente della potestà giurisdizionale propria del sacerdozio ministeriale.
Ci si chiede: quale consonanza c'è con la "Lumen Gentium", la quale precisa che i sacerdoti "nelle singole comunità locali di fedeli rendono, per così dire, presente il vescovo, (...) santificano e governano la porzione di gregge del Signore loro affidata" (n. 28; Ev 1/355)?
Un presbitero, a me carissimo, mi ha confidato che dopo oltre 20 anni non ha chiaro ancora il suo ruolo di presbitero nell'équipe dei catechisti.
2. Lungo l'iter catechetico del Cammino viene rigidamente e pesantemente sviluppata la situazione della nullità dell'uomo anche se battezzato e quindi l'incapacità dello stesso cristiano di aprirsi - senza l'apporto della comunità neocatecumenale - alla grazia redentiva di Cristo, come se l'evento storico della risurrezione non avesse risolto e provocato i benefici dell'alleanza di tutti e di ciascuno con Dio. In altre parole: come se la virtù teologale della speranza - virtù infusa dallo Spirito in ciascun battezzato col battesimo - rimasta impoverita e defenestrata, non avesse più nessuna voce in capitolo. Ma la fede cristiana corredata dalla preghiera e dai sacramenti non è già in se stessa portatrice di luce, di pace, di forza, di gioia, di vittoria sul male? A cosa si riduce il cristianesimo se viene a mancare la teologia della speranza?
3. Con molti vescovi di mia conoscenza - di cui accludo interventi e testimonianze che fanno molto pensare - faccio osservare che va provocando confusione, malumori e disagi pastorali il fatto che ancora da parte delle comunità neocatecumenali si continua a celebrare in forma riservata e privata l'eucaristia del sabato sera e addirittura la veglia della Pasqua del Signore, evento strepitoso dell'amore di Dio teso per natura sua a radunare insieme tutto il popolo di Dio in un'unica grande famiglia. Si divide il popolo di Dio in due, come blocchi composti in classi e categorie diverse, l'uno di serie A e 1'altro di serie B, come fossero cioè schieramenti separati e contrapposti, incapaci di riconoscersi tutti fratelli. Hanno proprio torto coloro che pensano che le comunità neocatecumenali costituiscono una Chiesa parallela? Non dobbiamo accogliere in un'unica comunità anche i più poveri e i più deboli, i meno catechisticamente preparati che spesso, senza volerlo né saperlo, sono ritenuti fuori del recinto o forse sono rimasti "fuori" per colpa di noi stessi che ci riteniamo i più vicini, più praticanti e osservanti? Qualcuno può pensare: ma il sacramento non agisce proficuamente già ex opere operato? Perché allora dare tanta importanza solamente alla partecipazione del gruppo dei più qualificati? Forse che l'ex opere operantis (inteso anche come azione di comunità di prescelti) per merito della sua modalità di "cammino", e solo perché diversa da altri "cammini", riesca a rendere più meritevole ed efficace il sacramento?
4. Sappiamo da san Paolo che lo Spirito affida i suoi carismi ai singoli battezzati - e di conseguenza anche ai singoli gruppi ecclesiali - per il bene comune (cf. 1 Cor 12, 7), per esempio per il bene comune dell'intero popolo di Dio presente in ogni parrocchia.La comunità neocatecumenale come pure qualche altro movimento ecclesiale, impongono invece esattamente il percorso inverso, comportandosi in modo tale da strumentalizzare il bene comune per garantire il loro proprio carisma, assolutizzando le loro scelte e imponendo il loro metodo come fosse insuperabile, unico rispetto a tutti gli altri e, per qualcuno addirittura, l'unico salvifico.
5. Di conseguenza, non di rado capita di constatare che nelle parrocchie ove sono presenti in maniera consistente le comunità neocatecumenali, non sempre è facile la convivenza né tanto meno la collaborazione con le altre realtà ecclesiali operanti in loco.
Con coloro che mi hanno accompagnato, durante la visita pastorale, in una parrocchia, ne abbiamo fatto amara constatazione.
Penso che una maggiore sintonizzazione con il piano e gli indirizzi pastorali del pastore della diocesi potrebbe ridimensionare la presunta convinzione che il proprio metodo sia il più perfetto fino ad avere la precedenza su tutti gli altri, come se avesse l 'imprimatur dello Spirito.
6. Sappiamo dal Vangelo che il messaggio di Gesù procede dolcemente sul versante libero e liberante del "Si vis..." (se vuoi...) e si evidenzia fino a svilupparsi chiaramente e amichevolmente su di un piano di amore la cui espressione emblematica è la parabola del figliol prodigo: un padre che attende il figlio perduto, gli va incontro, lo abbraccia, lo perdona per lo sbaglio commesso, lo riveste, gli mette l'anello al dito, fa festa, lo scusa persino di fronte al fratello maggiore che non la pensa come lui!...
Il Cammino neocatecumenale a volte sembra invece camminare sul versante intransigente del "tu devi", sul filo di un imperativo categorico di kantiana memoria, col rischio molto facile di cadere in una sorta di fondamentalismo integralista destinato, come purtroppo accade, a fomentare divisioni e separatismi vari, creando inevitabilmente piccoli ghetti o pericolose chiesuole nell'ambito della stessa Chiesa di Dio nata invece per essere un'unica grande famiglia del Padre.
7. Non vorrei parlare degli scrutini che, spesso, scarnificano le coscienze con domande che nessun confessore farebbe. Ma come ciò può essere permesso a un laico, sia pure catechista?
Non vorrei parlare neppure delle confessioni pubbliche... Ma chi può autorizzare uno stile che la Chiesa, nella sua saggezza e materna prudenza, ha abolito da secoli?
8. Ho letto con attenzione e interesse la lettera che recentemente (Roma, 5 aprile 2001) il santo padre ha rivolto al cardinale Francis Stafford, presidente del Pontificio consiglio per i laici: una lettera molto significativa e oltremodo importante. Il sommo pontefice chiede un giudizio definitivo sul Cammino neocatecumenale proponendo un attento e accurato discernimento da parte dello stesso Consiglio pontificio alla luce degli indirizzi teologico-pastorali del magistero.
In realtà, non essendoci stata fino ad ora - dopo decenni di presenza delle vostre comunità in vari paesi del mondo - una vera e ufficiale approvazione dello statuto alla luce delle norme emanate dalla Santa Sede e dalla Cei, i giudizi sulla bontà del vostro Cammino non sono sempre concordi perché di fatto variano da diocesi a diocesi e da parrocchia a parrocchia, in base a comportamenti ed esperienze locali. Vi si chiede pertanto molta riflessione prima di continuare il cammino in maniera sicura e definitiva. La sottomissione al giudizio della Chiesa è il biglietto di presentazione più credibile, valido e decisivo.
Carissimi, come vedete - lo dicevo già all'inizio - le parole che vi scrivo. invocano semplicemente chiarezza su alcuni punti rimasti ancora in zona d'ombra e di conseguenza attendono adeguati cambiamenti di prassi pastorale, per i1 bene delle nostre comunità parrocchiali.
Sono certo che l'amore che vi lega all'ascolto della Parola, all'eucaristia, al servizio della carità e al giudizio della Chiesa, riuscirà a modificare ciò che è modificabile e a correggere ciò che è opportuno e urgente correggere, allo scopo di vivere serenamente, insieme con tutti i fedeli delle nostre parrocchie, quell'unità e quella comunione che fu e che è il grande anelito di Gesù: "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola" (Gv 17,21).
Posso attestare comunque di vedere, senza ombra di dubbio - nel vostro "Cammino", nelle vostre comunità, come in ciascuno di voi - la presenza vivificante dello Spirito di Gesù che vi ha portati e vi porta a compiere opere pastorali degne di ammirazione, perché realizzate con sacrifici di tempo, di affetti, di denaro e di gesti di zelo missionario anche fuori il nostro paese. Adesso occorre però riesaminare i passi compiuti e rivedere e verificare - alla luce della ecclesiologia conciliare, del Catechismo della Chiesa cattolica, degli orientamenti del piano pastorale dell'Episcopato italiano e del piano pastorale del proprio pastore - quanto le nostre comunità parrocchiali attendono dal carisma che vi è stato affidato dal Signore e che speriamo venga riconosciuto quanto prima dallo Spirito attraverso l'approvazione dello statuto da anni presentato alla Santa Sede.
Il Signore Gesù e la Vergine santa benedicano e assistano il vostro Cammino perché sia illuminato dalla Scrittura santa da voi meditata e perché viva in stretta comunione col vescovo, con i parroci e con tutte le realtà ecclesiali che lo Spirito suscita per il cammino di santità di tutto il popolo di Dio.
Con larga cordiale benedizione anche per l'Avvento e per il Natale del Signore nostro Gesù, vostro
+ Luigi Bommarito arcivescovo
Avvento 2001
Anzi incomincio a credere che tu
RispondiEliminasia un esempio di come il Cammino
possa allontanare dalla Chiesa
proprio
perche' usciti dal Cammino
e avendo fatto l'esperienza di una struttura settaria.
L'inganno subito determina una sfiducia
che viene estesa a tutta la Chiesa
mah, io non sono mai uscito dal CN. perché non vi ho mai fatto veramente parte. benché da quell'ambiente abbia ricevuto tante cose buone che in onestà riconosco (e non butto affatto!).
RispondiEliminaCaro Pozzi
RispondiEliminaquella e' una domanda che almeno io
ma credo molti che escono dal cammino
si pongono e va al cuore del problema della "fede".
Sicuramente la Chiesa come e' strutturata
ora non e' una setta, anche se ha i suoi difetti essendo sempre fatta da uomini
non hai capito.
RispondiEliminaanche la società - seguendo il tuo ragionamento - è una setta.
anche quella cosa strana che tu chiami "chiesa" lo è.
e se non lo è allora non lo è neanche il CN
e neanche scientology.
RispondiEliminamentre le Bestie di Satana sono senz'altro una setta
perché vi sia una setta ci deve essere una malvagità e una distruttività nelle finalità stesse dell'organizzazione
RispondiElimina"SIETE PREGATI DI NON CONTINUARE A DISCUTERE CON QUESTE PERSONE, ALIMENTERESTE SOLO IL LORO ODIO FACENDO DEL MALE AL CAMMINO STESSO.
RispondiEliminaOLTRETUTTO NON E' IL LUOGO DOVE IL CAMMINO INTENDE DISCUTERE DETERMINATI ARGOMENTI, TANTOMENO CON PERSONE INQUALIFICATE, POCO ESPERTE E PREVENUTE COME QUESTE."
Anonimo insinuante, urlante, denigrante, intimidente, spero che i tuoi confratelli ti obbediscano a bacchetta, ma ci sarà sempre il fico di turno...
se invece queste condizioni non ci sono e si creano tensioni tra chi rimane dentro e chi va fuori ... decisamente ciò non è sufficiente per connotare una setta
RispondiEliminaA volte come le sette manca di trasparenza
RispondiEliminae puo' essere omertosa (vedi storia dei preti pedofili)
ma ha anche portato nel mondo un messaggio
quello di Cristo che ha cambiato la storia.
Che poi il tentativo di "appropriarsi"
(nel senso negativo del termine)
di quel messaggio abbia portato a dei comportamenti settari e abusi
nella storia della Chiesa
questo e' vero.
Ma se vuoi deterioramenti "settari"
si possono trovare in tante strutture umane, fanno parte delle deviazioni
dovute ai lati oscuri dell'umanita',
ma proprio per questo bisogna imparare
a individuarli, denunciarli e purificarsene...
Non capisco il senso della domanda,
RispondiEliminasi parlava di decisioni maturate da solo. Da solo e con gli strumenti a
disposizione. Paradossalmente si
può essere buoni cristiani anche
senza l'agenda piena
Non avete capito che l'anonimo, forse Pozzi, sta qui per sviare i discorsi e non fa altro che rifilare cavolata su cavolata?
RispondiEliminaSe Scientology non è una setta, neanche il cammino lo è, no?
"perché vi sia una setta ci deve essere una malvagità e una distruttività nelle finalità stesse dell'organizzazione"
RispondiEliminaLa distruttività si deduce dai fatti non dalle finalità dichiarate
"se invece queste condizioni non ci sono e si creano tensioni tra chi rimane dentro e chi va fuori ... decisamente ciò non è sufficiente per connotare una setta"
RispondiEliminail problema, quanto al cammino, non nasce tra le tensioni tra chi rimane dentro e chi va fuori, ma dalla divisione che si crea nella Chiesa e dalle devianze che il cammino produce!!!!
Setta o non setta, non è cattolico e pretende di esserlo e usa metodi settari ampiamente dimostrati
Quando si parla delle "caste" in Italia
RispondiEliminasi possono individuare elementi "settari"
anche se si sta in questo modo
estendendo forse eccessivamente il concetto.
Se uno si limita alla manipolazione mentale ce ne sono di varie gradazioni
da quella leggera (come quella mediatico-pubblicitaria)
a quella piu' pesante che avviene in gruppi chiusi settari appunto.
Quest'ultima e' quella che crea piu'danni diretti alle persone
ed e' per questo che andrebbe piu' energicamente combattuta.
Caro Mic
RispondiEliminalo abbiamo capito benissimo
(hai letto prima?)
Ma incomincio anche a pensare
che il Pozzi sia spinto da dei quesiti
sinceri e anche interessanti per alcuni aspetti che pero' hai ragione ci portano
troppo lontano e ci sviano dal discorso
principale.
Cioe' in un modo a volte scomposto
RispondiEliminami sembra spinto da un desiderio sincero
di affrontare dei quesiti che ritiene importanti che pero' non combaciano
perfettamente con l'indirizzo di questo blog e quindi si scontrano con
il nostro interesse principale
"anche la società - seguendo il tuo ragionamento - è una setta.
RispondiEliminaanche quella cosa strana che tu chiami "chiesa" lo è. e se non lo è allora non lo è neanche il CN"
la società può contenere aspetti distruttivi e anche condizionanti, ma è talmente composita che non puoi definirla una setta.
La Chiesa non può essere definita una sette perché non "costringe" nessuno a fare nulla; tutt'al più indirizza, segnala, insegna, condanna moralmente (il peccato non il peccatore) ha in sé gli strumenti per la liberazione, la guarigione, la trasformazione della persona, se accolti...
Nessun pretestuoso paragone tra Chiesa e cammino nc, please!!!
STOp ai discorsi del cavolo di Pozzi o del suo emulo!
RispondiEliminamic «La Chiesa non può essere definita una sette perché non "costringe" nessuno a fare nulla»
RispondiEliminamiii!!! e i roghi? e i battesimi forzati (con la spada sotto il mento)?
la cosa che tu chiami "chiesa" ha un diritto che essa ritiene vincolante: cioè vincola.
non so se la parola ti è chiara.
mic: «STOp ai discorsi del cavolo di Pozzi o del suo emulo!»
RispondiEliminacioè non si può mettere in discussione che il CN sia una setta ... mi sembrava di aver capito che si stesse parlando esattamente di questo
Parliamo della comunicazione nel cammino, tema di questa pagina.
RispondiEliminaParlo ai NC che dovessero eventualmente ancora leggerci:
- c'è qualcuno che al vostro interno pretende tenervi all'oscuro di molttidocumenti e di informarvi solo di quello che dovete sapere e di come lo dovete sapere, sempre ad uso del cammino; il resto o non esiste o è sbagliato o non è attendibile, o non è autorevole, nemmeno un vescovo come Bommarito, i vescovi di Terrasanta, i Papi quando vi danno le direttive; anche perché l'autorità somma la detengono i catechisti per ORDINE del vostro iniziatore
- C'è qualcuno che pochi post fa vi ha invitato a non ascoltarci senza lasciare a voi la libertà di decidere cosa fare e pretendendo di giudicarci senza riconoscere a voi la maturità per farlo...
Se questo vi sta bene, tenetevi il cammino!
Caro Pozzi
RispondiEliminase estendi troppo il concetto
di setta diventa ingestibile.
Non sara' mica un tentativo di annacquarlo
per annullarlo?
Della serie tutti colpevoli nessun colpevole?
Tutte sette nessuna setta?
Questi ragionamenti sono
molto popolari oggi specie in Italia
e io li rinnego totalmente, sono messaggi alla fine nichilisti (anche se molti che li adottano ne traggono un grosso utile individuale)
Su questa strada mi dispiace
RispondiEliminama non posso seguirti
e interrompo qui.
Caro Gherardo delle 17:44, era esattamente quel che si voleva
RispondiElimina"mic «La Chiesa non può essere definita una sette perché non "costringe" nessuno a fare nulla»
RispondiEliminamiii!!! e i roghi? e i battesimi forzati (con la spada sotto il mento)?
la cosa che tu chiami "chiesa" ha un diritto che essa ritiene vincolante: cioè vincola.
non so se la parola ti è chiara."
quello di cui parli è storia di secoli passati. La Chiesa ha un diritto che come tutte le norme regola e stabilisce dei vincoli all'interno... ma al di là delle regole giuridiche che servono in ogni organizzazione la Chiesa non vincola nessuno... tutt'al più può dire: non credi in quello che ti propogno e non lo professi, quindi sei fuori... e sarebbe anche ora!!!
cioè cancelli i messaggi in cui si argomenta che il CN non sia una setta. perché invece non rispondi nel merito? sempre che tu abbia argomenti.
RispondiEliminasi diceva che state usando contro dei cristiani degli argomenti che i non cristiani usano (da millenni) contro i cristiani.
RispondiEliminaper esempio, recentemente, contro l'opus dei, i focolarini, i carismatici.
per cui se scientology è una setta allora lo è anche l'opus dei.
ti sta bene?
E' l'ultima volta che ti rispondo.
RispondiEliminaDi argomenti sul settarismo nc sia sul blog che sul sito ne ho/abbiamo sviluppati parecchi.
Tu non hai portato nessun argomento 'portante'... del resto scorri i post e vedrai se non si è risposto nel merito: è un pomeriggio intero, anche prima che mi collegassi io.
Quoto quanto ti ha detto Gherado nel post delle 17:44 e chiudo
e a quel messaggio avevo risposto che in realtà il concetto di setta lo annacquate voi applicandolo strumentalmente ai nc o a scientology o ai tdg.
RispondiEliminai quali possono essere giudicati strani. ma perché li vorresti considerare distruttivi? le finalità di queste organizzazioni sono intrinsecamente buone. e i metodi sono tutto fuorché violenti, distruttivi o malvagi.
====
mi risponderai altre mille volte, tuo malgrado: ogni volta che desidererò celarmi.
"si diceva che state usando contro dei cristiani degli argomenti che i non cristiani usano (da millenni) contro i cristiani."
RispondiEliminaC'è una differenza: noi li stiamo documentando; gli argomenti, anche attuali, contro i cristiani sono ideologici o per partito preso operché il cristinesimo non è conosciuto se non come cultura e non dall'interno... questo non si può dire per noi, che conosciamo sia il cammino che la Chiesa e abbiamo fatto molto confronto e discernimento e preghiera, come si doveva...
"per esempio, recentemente, contro l'opus dei, i focolarini, i carismatici."
possono presentare, come tutti i movimenti caratteristiche di inglobamento, totalizzazione dell'esperienza, ma definirli sette non vedo elementi, perché nessuno viene bombardato con concetti martellanti, obbligato a passaggi, scrutini, che non rispettano l'intimità della persona, maledetto o minacciato che sarà fuori dalla Chiesa o dalla salvezza o che sta lasciando Cristo se pensa di uscirne...
"per cui se scientology è una setta allora lo è anche l'opus dei."
scentology è una setta perché coarta le coscienze, come il cammino, l'Opus Dei no
"ti sta bene?"
no
"e a quel messaggio avevo risposto che in realtà il concetto di setta lo annacquate voi applicandolo strumentalmente ai nc o a scientology o ai tdg.
RispondiEliminai quali possono essere giudicati strani. ma perché li vorresti considerare distruttivi? le finalità di queste organizzazioni sono intrinsecamente buone. e i metodi sono tutto fuorché violenti, distruttivi o malvagi."
i metodi possono non essere violenti o intrinsecamente e consapevolmente malvagi, ma essere comunque distruttivi.
Se le finalità dichiarate sono buone (lo avevo già detto e poi come fai a saperlo tanta certezza?)
non è detto che il contesto sia poi positivo
====
"mi risponderai altre mille volte, tuo malgrado: ogni volta che desidererò celarmi."
vedremo
Basta Pozzi hai cominciato bene poi
RispondiEliminahai deragliato su affermazioni
davvero logicamente mal fondate
se parti dall'affermazione
"scientology, tdg:
le finalità di queste organizzazioni sono intrinsecamente buone. e i metodi sono tutto fuorché violenti, distruttivi o malvagi."
Capisci che non ti si puo' piu' seguire
(secondo te spillare soldi alla gente
per cure nonscientifiche e' un metodo
buono e non distruttivo, o negare le trasfusioni di sangue?)
A tutto c'e' un limite.
Preferisco allora la "setta di quelo"
c'e' grossa crisi c'e'
mic: «C'è una differenza: noi li stiamo documentando; gli argomenti, anche attuali, contro i cristiani sono ideologici o per partito preso operché il cristinesimo non è conosciuto se non come cultura e non dall'interno»
RispondiEliminagherardo! secondo te questo si chiama denial??
(sai, sono un principiante, devo chiedere consiglio)
mic, leggi questa: www.disinformazione.it/opusdei.htm
non ti farà piacere, ma magari non darle della puttana pure tu.
Senti Pozzi l'opus dei non e' oggetto
RispondiEliminadi discussione qui.
A questo punto stai allargando il discorso
come al solito e' incomincio a pensare che tu non sia piu' sincero ma voglia solo
sviarlo il discorlo.
Se sei sincero apri un blog sul problema
delle sette in genere o delle sette cattoliche presunte tali o dell'opus dei.
Intereverremo volienteri li'.
gherardo said...
RispondiEliminaSenti Pozzi l'opus dei non e' oggetto
di discussione qui.
A questo punto stai allargando il discorso
come al solito e' incomincio a pensare che tu non sia piu' sincero ma voglia solo
sviarlo il discorlo.
Se sei sincero apri un blog sul problema
delle sette in genere o delle sette cattoliche presunte tali o dell'opus dei.
Intereverremo volienteri li'.
24 novembre, 2007 18:46
++++++++++++++++++
si era detto: se scientology è una setta, perché non l'Opus Dei?
Poi mic è andato in fase denial e mi ha detto che i cattivi non cristiani non sanno quello che dicono ...
a quel punto gli ho dato qualche indicazione un po' più precisa ...
Sassi e serpenti
RispondiEliminaToni antiquati
Rétori spenti
Ossari imbiancati
Nullafacenti persi per strada
Zeloti orientati
Immarcescibili neo-Torquemada.
S assi e serpenti
RispondiEliminaT oni antiquati
R étori spenti
O ssari imbiancati
N ullafacenti persi per strada
Z eloti orientati
I mmarcescibili neo-Torquemada.
Vi riporto questo passaggio del documento dell'arcivescovo Ranjith pubblicato dall'Agenzia Fides giorni fa:
RispondiElimina"Parlo qui per esempio d’un cambiamento effettuato nella riforma, il quale non fu proposto né dai Padri Conciliari né dalla Sacrosanctum Concilium, cioè la comunione ricevuta sulla mano.
Ciò ha contribuito in qualche modo ad un certo calo di fede nella Presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Questa prassi, e l’abolizione delle balaustre dal presbiterio, degli inginocchiatoi dalle chiese e l’introduzione di pratiche che obbligano i fedeli a stare seduti o in piedi durante l’elevazione del Santissimo Sacramento riducono il genuino significato dell’Eucaristia e, il senso della profonda adorazione che la Chiesa deve rivolgere verso il Signore, l’Unigenito Figlio di Dio... In qualche chiesa il Santissimo Sacramento viene quasi nascosto e abbandonato in una Cappellina invisibile e poco decorata. Tutto questo oscura la fede così centrale della Chiesa, nella presenza reale di Cristo. Per noi cattolici la Chiesa è essenzialmente la dimora dell’eterno."
Carissimi, a quanto pare il Segretario per il Culto Divino ha espresso cose da noi incompetenti e senza nessuna autorevolezza sostenute da sempre (anche se non avvamo mai parlato della comunione sulla mano).
A questo punto dovremo armarci di pazienza e carità nell'insistere a far emergere gli errori come possiamo.
Anche a lui, dobbiamo considerare quindi indirizzati i complimenti del Puffo!
Puffo, alias ADS, PdR, ecc. ecc.
RispondiEliminaSibila e morde
Trincia giudizi
Rompe e scompone
Ogni discorso
Non lo compiaccia, con
Zelo immane
Onnipresente
Se avete notato, spesso i NC usano la parola 'preti' in senso dispregiativo, in contraddizione con le loro continue dichiarazioni di fedeltà alla Chiesa.
RispondiEliminaIl Cammino è dunque anti-clericale?
In effetti lo è, considerato questo tono generale di disprezzo verso i sacerdoti.
Ed è una probabile conseguenza di questa avversione il fatto che anche i presbiteri aderenti al Cammino sono figure sostanzialmente emarginate e svuotate di funzioni, accettate per così dire "con riserva" e relegate in un angolo, con un ruolo limitato nel mondo chiuso del Cammino.
Ora, è un paradosso di come facciano i neocatecumenali a sentirsi razionalmente dentro la Chiesa se di essa rinnegano praticamente tutto: i dogmi, la dottrina, la funzione storica, la tradizione, i riti, i luoghi di culto, gli spazi sacri, la musica, i simboli e perfino i suoi servitori ufficiali, cioè i 'preti'.
Praticamente, non vi è aspetto della vita cattolica che non sia messo in discussione e reinterpretato dai neocatecumenali secondo la dottrina di Kiko e Carmen.
Alla fine, si capisce che l'anticlericalismo dei neocatecumenali è un aspetto del ben più grave anti-cattolicesimo che sorregge l'intera concezione neocatecumenale.
E tutto ciò avviene nello stesso momento in cui ognuno di loro continua a professarsi cattolico, a dichiararsi fedele alla Chiesa, a propagandare che il Papa è con loro.
Ciò testimonia il livello di confusione e di fanatismo che vige nella mens del Cammmino, al punto da non riuscire a vedere se stessi nella reale, concreta, solida fisionomia anticattolica.
Almeno nella base del Cammino, poichè i capi ai vari livelli sono perfettamente consci della loro anticattolicità, nel senso di alternatività alla Chiesa apostolica romana.
In definitiva, nel Cammino c'è di tutto (ebraismo, esoterismo, simbolismo, protestantesimo) tranne ciò che dovrebbe esserci primariamente: i contenuti cattolici.
Ho aperto una nuova pagina con il post di Leonardo, che ringrazio, che mi sembra puntualizzi perfettamente la situazione
RispondiEliminaChe bel polpettone:
RispondiEliminaDonMitch,Baradiglum,Napoleone,Matteo Spic,Don Mas,Unavox,veritatis amor,gr@lapulce.it,grattatio,Serenasart,Stefano,onlus,
Michael La, la cuoca,la bibliotecaria !
mandami anonimamente i veri nomi a neocatecumeni.blogspot.com/
RispondiEliminapubblico io i nomi
Quando avrai pubblicato i nostri nomi non cambierà una virgola,perché quel che è detto è detto e è vero.Nella Chiesa sanno chi lo ha detto
RispondiEliminacambierà la percezione della vostra credibilità e della vostra autorevolezza, cara gert.
RispondiEliminasempre che le cose che ho sentito dire siano vere (preti spretati, padri tristi, mariti omosessuali, ...).
miii!!! e i roghi? e i battesimi forzati (con la spada sotto il mento)?
RispondiEliminala cosa che tu chiami "chiesa" ha un diritto che essa ritiene vincolante: cioè vincola.
non so se la parola ti è chiara.
Non capisco perchè ci si ostini a dare spazio alla più trita propaganda anticlericale di questo
tizio. Che vada nel sito dell'UAAR
a specare banda
montmirail, io non sono anticlericale. e quelli dell'uaar pensano che io sia cattolico.
RispondiEliminaovviamente non sono neanche cattolico.
diciamo che siete maniaci della stessa pasta su fronti opposti.