lunedì 15 novembre 2010

L'Arcano: esiste un "arcano della dottrina" nel Cristianesimo?

Ecco che vorremmo concludere idealmente questo Excursus sulla prassi del CnC, raffrontata con quella ecclesiale, chiarendo definitivamente un discorso su cui siamo tornati spesso: l'Arcano. Che cos'è? Esiste un "Arcano della dottrina Cristiana"? Se esiste come si attua? Il CnC fonda sul concetto di "Arcano" la segretezza delle sue tappe e delle sue catechesi. Che sono ancora "private" (nonostante il Papa abbia chiesto la loro pubblicazione). Il fondamento di questo metodo, viene fatto risalire al solito "Catecumenato Antico", a cui il Cnc dice di riferirsi in senso esclusivo. Abbiamo già visto cosa fosse e come si svolgesse il Catecumenato Antico, ovvero in antitesi con la prassi Cnc. Ma adesso analizziamo questo elemento, l'Arcano, su cui basilarmente si instaura tutta la prassi del Cammino. Allora, cos'è "L'Arcano". Anzitutto occorre dire che se di Arcano si può parlare, nel Cristianesimo non può essere la Dottrina. Infatti l'Annuncio del Vangelo di Cristo Signore, è un fatto che è PUBBLICO dal momento in cui si è verificato! Dal momento stesso in cui Gesù lo ha predicato (pubblicamente, come Lui stesso più volte afferma e sollecita!), il Vangelo è per sua stessa natura pubblico, per l'intenzione che ha di SALVARE l'Uomo. L'Annuncio del Vangelo, infatti, sebbene abbia una specificità diversa a secondo se è primo Annuncio o meno, NON HA ELEMENTI SEGRETI E INDICIBILI che debbano essere nascosti all' "uditore"! Chiunque esso sia. Anzi! Diremmo che è l'esatto contrario! Addirittura più si esplicita del Santo Vangelo, meglio è per chi ascolta! Ora, l'Arcano però è effettivamente presente in un ambito specifico del Cristianesimo: l'ambito LITURGICO. Infatti i Cristiani sono chiamati a partecipare dei SANTI MISTERI, ovvero dei sacri Riti nei quali il Vangelo (Cristo) REALIZZA ciò che promette (la SALVEZZA!). Ebbene nei Sacri Riti esiste una componente Arcana, e riguarda specificatamente il loro significato intrinseco. Infatti il Cristianesimo conosce un termine, MISTAGOGIA, per indicare il valore "istruttivo" del Rito stesso, nel momento in cui si dischiudono i suoi tesori. Ebbene questo Arcano NEI RITI, non è un elemento ESCLUSIVISTA riguardo a chi vi accede sia come convertito che come "ravveduto". Ovviamente il convertito e il ravveduto sono in due condizioni differenti, e questo non può non essere considerato. Ma la Mistagogia dei Riti è un Tesoro per entrambi, Tesoro a cui si PUO' e si deve accedere, e non in modo ESCLUSIVISTA. Ovvero: non secondo lo schema di una élite, ma secondo l'abbondanza del Dono di Cristo che è rivolto a TUTTI. Dunque, in questo senso torniamo a parlare dello Scrutinio Nc, che è considerato PARTE INTEGRANTE di questo "Arcano" che il Cammino attua. Un "Arcano" che si sposta dai RITI alla dottrina stessa. Deviando dalla sua autenticità. Ebbene c'è uno studio molto interessante che vado a Linkarvi e che vi consiglio di leggere : "Il modello catechistico del Catecumenato antico". Scritto da Mons. G. Cavallotto, Docente di Catechetica nella Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana. In questo interessante documento sul Catecumenato Antico, citando i padri della Chiesa, viene analizzato propriamente il metodo Catecumenale e le modalità del suo svolgimento. Si chiarisce che il tempo Catecumenale era un tempo Penitenziale per il suo stesso essere (come potrebbe essere altrimenti?) e che detto tempo era scandito da pratiche di Penitenza e di Carità che venivano disposte per i Catecumeni come sostegno alla loro conversione. Ovviamente il "giudice" del Catecumeno, come ci perviene in modo convergente DA TUTTE LE FONTI PATRISTICHE, che anche il documento che ho linkato riporta, era il Vescovo il quale era solo COADIUVATO dai Padrini e dai garanti che riferivano A LUI dei progressi spirituali o dei problemi del Catecumeno in modo da poterlo AIUTARE. Leggiamo uno stralcio del documento: "Gli esercizi ascetico-penitenziali erano numerosi, severi, sempre più frequenti con l’avvicinarsi del battesimo. Abituale era la richiesta del digiuno, a cui si aggiungeva sovente l’invito all’astinenza dalle carni e dal vino, alla moderazione nel cibo e nelle bevande, in alcune testimonianze anche alla rinunzia temporanea per gli sposati ai rapporti matrimoniali. Erano proposte elemosine, opere di carità e solidarietà fraterna, distacco dai beni materiali. Grande risalto veniva dato alla preghiera. Erano previsti diversi esercizi di mortificazione corporale: oltre al digiuno e all’astinenza,si raccomandava la frugalità, talvolta la rinunzia all’acqua, il cilicio, prostrazioni, lacrime, veglie notturne, dormire per terra, in alcune Chiese anche la privazione del bagno. Ancora più insistente era la richiesta di un’ascesi spirituale: confessione dei peccati [A CHI POTEVA RIMETTERLI, ndr. Cfr Misericordia Dei, Giovanni Paolo II], perdono delle offese, freno della lingua e degli occhi, lotta contro le passioni, correzione di vizi e difetti. La severità di queste forme penitenziali è paragonata da Agostino alla macinazione del grano218. Questi diversi esercizi, proposti dalla Chiesa e testimoniati dai fedeli, erano un efficace sostegno al cammino spirituale dei catecumeni. Avevano un valore ascetico: si mortifica la carne per liberare lo spirito, ci si esercita in un combattimento spirituale per rompere con le cattive abitudini e per acquisire un comportamento evangelico219. Favorivano un’apertura e disponibilità a Dio e agli altri220. Erano, poi, un via di purificazione. “Imponendo sofferenze e afflizioni al nostro corpo e al nostro spirito, scrive Tertulliano, noi rendiamo soddisfazione dei peccati commessi”221. E Agostino ricorda che i competenti “si purificano con l’astinenza, i digiuni e gli esorcismi”222." Quindi il Catecumeno era assimilato al PENITENTE e gli si raccomandava, mediante una attenta e premurosa CURA da parte dei Vescovi, di esercitare la penitenza e la Carità, come mezzo principale per il distacco dal peccato. Ovviamente, gli esempi di "vita peccaminosa", nell'antichità erano molto più drammatici rispetto a quelli attuali. Quindi bisogna vedere le pratiche ascetiche e penitenziali proposte non sotto il profilo dell'immutabilità ma come espressione contingente per coloro che si macchiavano costantemente di peccati come l'omicidio, il pubblico adulterio, la poligamia, la violenza bruta, ecc, ecc. Ora, soffermiamoci sull'ultima frase, ripresa dal Santo Vescovo d'Ippona, e approfondiamo. Il brano continua così: "Il cammino catecumenale, inoltre, era sostenuto da riti e celebrazioni, sempre più numerosi nella tappa che precedeva il battesimo. In Occidente si incontra il rito dell’accoglienza dei nuovi credenti tra i catecumeni: segno di croce, sale e imposizione delle mani. Universale era la prassi dell’esorcismo ripetuto con frequenza: si invocava l’aiuto del Signore per liberare il catecumeno dalle catene del male. Rivestiva particolare rilievo, all’inizio della Quaresima, il rito di ammissione dei catecumeni tra gli eletti o illuminandi, seguito dalla nomendatio in Occidente o dalla onomatographia in Oriente. Si avevano, quindi, gli scrutini, una sorta di celebrazioni penitenziali comunitarie con l’inserimento dell’esorcismo, che a Roma e a Milano venivano celebrati tre volte nelle domeniche quaresimali. Anche gli esorcismi, che prevedevano la partecipazione dei fedeli, avevano lo scopo di purificare i candidati al battesimo e di sostenerli nel loro combattimento spirituale223. Verso la fine della Quaresima erano comunemente previste la traditio del Simbolo e, dopo alcuni giorni, la sua redditio. In alcune Chiese si incontrava anche un’analoga traditio e redditio del Padre Nostro. A tutto ciò si deve aggiungere la pubblica preghiera per i nuovi credenti durante l’eucaristia domenicale per i catecumeni. Tutti questi riti e celebrazioni, mentre esprimevano la presenza materna della Chiesa e introducevano progressivamente alla vita liturgica della comunità cristiana, nello stesso tempo sostenevano e alimentavano la risposta di fede ricordando che la crescita spirituale è primariamente un dono dall’Alto." In questo brano si parla degli Scrutini come "Celebrazioni Penitenziali Liturgiche (comunitarie)". Esattamente come riportato dal Rica attuale. Ma vediamo cosa specifica il Docente in nota, perchè è molto importante e FUGA OGNI POSSIBILE FRAINTENDIMENTO O ESTENSIONE della definizione di "Scrutinio". Eccola: Solo eccezionalmente allo scrutinio viene attribuito anche il significato di verifica della crescita spirituale: NICETA DI REMESIANA, Catechesi preparatorie al battesimo, p. 29; GIOVANNI DIACONO, Lettera a Senario, ed. WILMART, 175. Anche se Victor Saxer afferma che lo scopo degli scrutini “era di verificare se l’insegnamento della fede e dei costumi cristiani fosse stato ben compreso, ritenuto a memoria e recepito come regola di vita” ( Cf. “Introduzione”, in CIRILLO E GIOVANNI DI GERUSALEMME,Catechesi prebattesimali e mistagogiche, EP, Milano 1994, 107-108), gli storici della liturgia vedono negli scrutini una celebrazione più solenne degli esorcismi. Si può menzionare la netta opposizione di Adrien Nocent verso la visione degli scrutini espressa da Giovanni Diacono: “Qui Giovanni si sbaglia e considera gli scrutini come una sorta d’esame del catecumeno sulla fede e sulla sua conoscenza degli elementi del cristianesimo; mentre la tradizione mostra che si tratta di esorcismi” (in PONTIFICIO ISTITUTO LITURGICO S. ANSELMO, Anàmnesis. 3/1, La liturgia e i sacramenti. Teologia e storia della celebrazione, Marietti, Genova 1986, 42). Tra le testimonianze antiche di Roma si può ricordare quella di Leone Magno, del Sacramentario gelasiano, dell’Ordo Romano XI. Anche l’OICA colloca gli scrutini tra le celebrazioni. Essi “tendono a purificare la mente e il cuore, a fortificare contro le tentazioni e a stimolare la volontà verso una più intima adesione a Cristo e verso un sempre più fermo impegno nell’amore di Dio da parte dei catecumeni” (n. 154). A voi le considerazioni

12 commenti:

  1. Grazie,Mic, per la trattazione veramente esaustiva.
    Non più a caso dunque possiamo continuare a parlare del Cammino Neocatecumenale come di un itinerario peculiarmente gnostico, appena appena patinato da una solo formale "ripresa" di presunte consuetudini veterocristiane.

    Tale prassi di fondo, che costituisce un po' l'impalcatura del Cammino, è stranamente, ma chiaramente esplicitata nello statuto neocatecumenale pur facendo a pugni, come ha dimostrato Mic, con il verso percorso di conversione-evangelizzazione che la Chiesa da sempre ha offerto e propone.

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  2. Grande Stefano... anche se credo verrai immediatamente smentito dalle 3 Leggi della fisicaneocatecumeniana..

    ma diciamo che kiko(in buona fede) ha solo un pò "aggiustato" gli scrutini a suo uso e consumo...

    MAI E POI MAI UN LAICO DOVREBBE AVERE IL POTERE DI SCRUTARE UN ALTRO LAICO.. ma solo al Vescovo o al Parroco spetterebbe tale discernimento...
    nella realtà sappiamo tutti che "l'equipe riunita" ha mandato diretto dallo Spirito Santo..

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  3. Scusami, Stefano,per svista, per questo thread ho ringraziato Mic ( che merita comunque i nostri ringraziamenti)e non te.

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  5. Caro Alino, purtroppo non hai compreso una cosa fondementale.. che nessun Laico dovrebbe avere il "potere di discernere" un altro laico.. il quetionario è strumentale, Stefano Te lo ha ripetuto più volte (Vescovo/Parroco) non c è bisogno che Mic Ti risponda.. ma Tu sei soggetto al "potere/discernimento dei Tuoi catechisti".. non so se sei sposato (io sì) ebbene Ti dico che nel "Sacramento del Matrimonio" c'è il discernimento sulla propria famiglia - non lo delegare ai catechisti -infatti il matrimonio è un "sacramento" il cn no...scusa se è poco

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  6. Dice Alino

    Condivido a pieno il fatto che lo scrutinio sia un rito, una celebrazione. Infatti nel CNC avviene al termine di una serie di convivenze. Su questo concordo.


    Alino. Nel CnC il "Rito", peraltro in alcune parti ILLECITO perchè RIPETE alcuni riti propri del Battesimo, e quindi non ripetibili nemmeno per presumibilmente "rinnovarlo", è solo un elemento A MARGINE di ciò che è realmente lo Scrutinio.

    Lo Scrutinio è una VERIFICA del Cammino compiuto. Il che potrebbe anche starci, ma nei modi e negli elementi che la Tradizione della Chiesa ha scelto. Ovvero con la cura che si deve ad ogni uomo, preservando il suo foro intimo e favorendo il suo ravvedimento.

    La Verifica nel CnC è fatta in modo pubblico. Il Foro Intimo non è più distinguibile e quello che dovrebbe essere un "aiuto" per la crescita del neocatecumeno diventa una gigliottina! A peccato si aggiunge peccato! E invece di combattere i peccati commessi, si creano OCCASIONI per commetterne di peggiori!
    La verifica di coscienza PUBBLICA è un vero abominio, che la Chiesa (come insegna Giovanni Paolo II) ha immediatamente evitato conoscendone le drammatiche conseguenze!

    Il Signore Gesù, l'Unico che può ridare la Grazia a chi l'ha persa, ha Istituito il Sacramento del Perdono, consacrando i suoi Sacerdoti a questo ministero così delicato. Perchè solo Dio, sull'altare della Coscienza dell'Uomo, a tu per tu, può SANARE e dare la Grazia per la riparazione.

    Nessun Uomo, per quanto possa essere Santo, può entrare nella Coscienza intima di un altro denudandola pubblicamente.

    Lo Scrutinio Nc dovrebbe essere come la Chiesa vuole, un momento LITURGICO (E BASTA!), dove si prega per il neocatecumeno e si supplica Dio affinchè lo fortifichi e lo allontani dal Peccato. Per questo il fondamento di questo Rito PUBBLICO dovrebbe essere il Sacramento della Penitenza, e dovrebbe essere seguito dalla Santa Messa CATTOLICA a conclusione.

    il questionario invece è semplicemente uno strumento per poter discernere se un neocatecumeno può accedervi, di tappa in tappa, come stabilito dall'art. 28 comma 3 delo statuto. Non ho avuto risposta se non da Mic e da Jonathan su con quale altro metodo un laico potrebbe discernere.

    Il questionario è uno strumento non solo insufficiente per il discernimento (ci si può scrivere tutto e il suo contrario), ma anche dannoso per come poi viene "esaminato". Esso non può e non deve entrare nell' "intimo" della coscienza, secondo la fissazione del "fatto concreto" che poi alla fine è definito "concreto" solo se i catechisti lo accettano come tale!
    Uno strumento buono per "discernere", ricordando sempre che il "discernimento sulle Coscienza E' AFFIDATO AI CONSACRATI ALL'ORDINE, può essere il "colloquio spirituale", PERSONALE, (così comme avviene per i catecumeni e per chiunque si affidi ad una guida QUALIFICATA), alla luce del Magistero e della Tradizione! E un altro strumento può essere la CURA, visto che i catechisti si autodefiniscono "padrini della Comunità" (confermando così l'annullamento dell' "Io" personale in mezzo al gruppo!), che si dovrebbe avere nel seguire il neocatecumeno GIORNALMENTE.

    Il Catechista, poi, dovrebbe riferire al SACERDOTE i progressi e i problemi del neocatecumeno, SENZA FARE VIOLENZA pubblicamente. E questa violenza non è data dal MODO in cui viene fatta, ma dal fatto stesso che si esamini una coscienza in pubblico!
    (continua)

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  7. (segue)

    per quanto riguarda l'arcano, credo che ben presto cesserà su questo punto. Il questionario e le modalità dello scrutinio sono inserite nel direttorio catechetico per il 2° scrutinio. Quando vedrò il timbro sulle pagine approvate, non solo cesserà l'arcano, ma mi vedrete in prima fila fra i diffusori universali.


    Quando vedrai il "timbro" sulle pagine approvate, ci sarà uno strumento in più per confrontare ciò che dovrebbe essere e ciò che è! Ecco perchè il Papa vuole che si pubblichino! Perchè la pubblicazione sarà di pagine Cattoliche, e non sarà facile continuare con la stessa catechesi fatta finora...

    Infatti Stefano, puoi indicarmi dove hai trovato scritto che il Papa vuole la pubblicazione delle catechesi? Sarebbe fantastico, dopotutto la Congregazione per la Dottrina della Fede ce le ha da tempo, e se vuole pubblicarle può farlo tranquillamente. Anzi non vedo l'ora.

    Già, sarebbe fantastico. Infatti tu mi dovresti spiegare il perchè le catechesi non vengono pubblicate. A maggior ragione se la CDF le ha. E' volontà del Papa che vengano pubblicate e ho citato anche l'articolo dove Kiko stesso lo afferma, rispondendo sull'altro post a Urlodeldrago.
    Qundi? Che problema c'è a pubblicarle? Che problema c'è a pubblicare una raccolta di catechesi CATTOLICHE?
    A parte la ventura (speriamo!) pubblicazione, il problema è che da 40 anni il CnC attua il PROPRIO percorso, cercando solo "lasciapassare pubblici" dalla Chiesa, con propri riti e propria teologia..

    Come fare per saperlo

    ti ho dato sopra alcune possibilità, ma la storia della CHiesa è PIENA di esempi e metodi per aiutare un Uomo alla pratica della penitenza! Solo che il CnC si ferma a Gerusalemme, non volendo entrare nella NUova Gerusalemme!

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  8. Carissimo Aldo, non frastornare così tanto il nostro Alino, del resto lui si riferisce ad una prassi ormai consolidata nel CN.
    Se però desse ascolto alla retta coscienza che è insita in ogni battezzato, scoprirebbe che nel CNC si dice tutto ed il contrario di tutto.
    Adesso lui perora la causa pro-laici ma qualche tempo fa lui stesso ha sentito (e forse riportato) il Kiko-pensiero di pag.11, dell’I.C.’05-’06:
    « ... perché la situazione dell’Australia è catastrofica. Hanno un’idea di chiesa distinta. Vorrebbero la chiesa portata dai laici e il presbitero come una specie di “mago sacramentale”. Solamente consacra con il potere che ha e sono i laici che fanno tutto il resto. E’ una mostruosità! In tante parti si fa così: danno a un parroco moltissimi centri e lui passa la vita facendo questi sacramenti. Si chiama “Sacramental Director”. Una suora organizza tutto e poi dice al prete “tu vieni e dì la messa qui, poi dì la messa lì”, però il contatto con la gente è tutto fatto dai laici.»

    Col sistema double-face si accontata tutti mio caro!


    Con vero affetto Alino, ma chi vuol giustificare le proprie scelte siete voi.

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  9. C'è da aggiungere che il problema non è solo il mancato rispetto del 'foro interno' che è quello più grave e che genera dipendenza e spersonalizzazione, ma anche il contenuto vetero-testamentario delle catechesi che precedono la consegna del questionario e che si propongono ad ogni scutinio; un contenuto che snatura la Persona e l'Opera del Signore Gesù, perché non è letto in chiave cristiana, ma si ferma all'ebraismo...

    Un esempio: quando fanno la domanda "qual è il tuo Egitto? Chi è il tuo Faraone?"
    a me è capitato di rispondere: l'Egitto sono i miei peccati e le mie mancanze, il Faraone è la mancanza di fede che mi può impedire di uscirne. Ma io non sono in Egitto, perché già il mio battesimo mi ha portato nella vera Terra Promessa, che è Cristo e io, in Cristo, non sono più in Egitto e non seguo Mosè (Kiko) che mi fa viaggiare in un deserto sterile (per consolarmi con l'allegria che devo cercare ogni volta nella comunità)... mentre il Signore Gesù che è già venuto a portare Grazia e Verità, fa fiorire il deserto della mia anima e anche quello della mia vita e, nella Chiesa, soprattutto nell'Eucaristia (quella vera) siamo già nella Gerusalemme Celeste....

    La metafora di Abramo e quella dell'Egitto e dell'Esodo, su cui si sta giorni e su cui si torna sempre, vanno bene come metafore, perché rappresentano anche l'evoluzione della maturazione di ogni anima, ma vanno lette in chiave Cristologica e così superate... non si può rimanere nell'orizzonte vetero-testamentario!
    Per questo parlo di cripto-ebraismo, ormai nemmeno più tanto cripto...

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  10. Omelia di Benedetto XVI, Corpus Domini 2008

    "L’Eucaristia non può mai essere un fatto privato, riservato a persone che si sono scelte per affinità o amicizia. L’Eucaristia è un culto pubblico, che non ha nulla di esoterico, di esclusivo.
    ...
    Questa fin dagli inizi è stata una caratteristica del cristianesimo realizzata visibilmente intorno all’Eucaristia, e occorre sempre vigilare perché le ricorrenti tentazioni di particolarismo, seppure in buona fede, non vadano di fatto in senso opposto. "

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  11. mentre il Signore Gesù che è già venuto a portare Grazia e Verità,

    ma soprattutto il Signore Gesù è venuto a portare il perdono e la Redenzione=riscatto dal peccato e non ci lascia inesorabilmente peccatori come luteranamente e anche giudaicamente restano i camminanti assoggettati al perdono nella loro comunità, ma ci libera, ci purifica e ci trasforma -secondo il Progetto del Padre per ognuno di noi che è personale, prima ancora che comunitario- nella misura in cui viviamo la nostra fedeltà...

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  12. Grazie Steph anche per l'ultima segnalazione; ma troppe cose ha detto il Papa che, secondo loro, "non riguardano" i camminanti... ma è giusto continuare a dirle, perché non si potrà dire che non li abbia messi in guardia nessuno

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