mercoledì 6 maggio 2015

Kiko ha qualche problema con la Trinità

Nostra traduzione di un articolo di Chuck White pubblicato su Thoughtful Catholic.




KIKO HA PROBLEMI CON LA TRINITÀ

Il 15 marzo 2014 don Angelo Veraldi, italiano e professore di seminario neocatecumenale, insegnava ai candidati al diaconato permanente a Guam che «Gesù divenne un peccatore» e che «fece esperienza del perdono del Padre». Questo singolare insegnamento mi ha lanciato nella ricerca dei fondamenti di tale parodia negli insegnamenti del fondatore del Cammino Neocatecumenale Kiko Argüello.

Ho raccolto otto "dimostrazioni", prese dagli insegnamenti di Kiko, dai suoi scritti e dalla sua arte, che mi hanno portato a concludere che Kiko ha davvero qualche problema con la Trinità.

La dimostrazione I l'ho appena menzionata: è una lezione di un professore di seminario neocatecumenale inviato qui a Guam a insegnare ai seminaristi del Seminario Redemptoris Mater e ai candidati al diaconato della nostra Arcidiocesi. Furono le sorprendenti parole di questo professore che mi portarono ad investigare il credo di Kiko (o meglio, il suo non credere) nella Santa Trinità. Le dimostrazioni da II a IV sono icone dipinte da Kiko, e le dimostrazioni da V a VIII sono riferimenti alla Divina Trinità (riferimenti presenti o mancanti) tratti da insegnamenti di Kiko rintracciabili nei primi quattro volumi del Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale, cioè i testi catechetici che stabiliscono i primi quattro o cinque anni di percorso nel Cammino Neocatecumenale.

Queste dimostrazioni mi hanno convinto che Kiko preferisce ignorare la Santissima Trinità generalmente evitando qualsiasi menzione esplicita di questo aspetto fondamentale della nostra fede, sia nella sua arte che nel suo insegnamento. Per di più, perfino quando nei suoi insegnamenti tocca argomenti relativi alla Trinità ne mostra una comprensione deformata o addirittura eretica di questo dogma. Insomma, Kiko Argüello ha davvero qualche problema con la Trinità.



Dimostrazione I

Il 15 marzo 2014 don Angelo Veraldi, un professore di seminario italiano, neocatecumenale, ha fatto una lezione ai candidati al diaconato permanente a Guam dicendo che “Gesù divenne un peccatore.” Più esattamente ha detto:
“Gesù ha fatto esperienza del segno. Ha fatto esperienza dell'amore di Dio, il Padre. Ha fatto esperienza del perdono del Padre, poiché era un peccatore. È diventato un peccatore. Volontariamente, non per imposizione, perché era un peccatore, volontariamente peccatore.
Non c'è molto spazio interpretativo in tali affermazioni, né c'è alcun modo di negare che don Veraldi abbia inteso dire ciò che ha detto. Se Gesù Cristo era un peccatore, allora certamente non era la Seconda Persona della Santissima Trinità.
(nota: l'argomento è trattato più estesamente in questo articolo, che contiene la registrazione audio della viva voce di don Veraldi; le affermazioni citate avvengono verso la fine del primo minuto).



Dimostrazione II

Si consideri l'icona di Kiko “L'Annunciazione”, riprodotta qui sotto, sulla sinistra. Si può notare che Kiko copia molte caratteristiche dalle icone delle Chiese Orientali.

Kiko (a sinistra) e icona della scuola di Novgorod (a destra, XV-XVI sec.)
Riuscite a notare le differenze? Che ne pensate del fatto che nelle antiche icone orientali cristiane, la Santissima Trinità era spesso simboleggiata da tre raggi. Ma Kiko ha deliberatamente eliminato questo potente simbolo della Trinità dalla propria "icona", rimpiazzandolo con un singolo raggio, come potete vedere dall'ingrandimento dei rispettivi dettagli qui sotto:

Dettaglio: Kiko: singolo "raggio" --- scuola di Novgorod: tre "raggi"
Rimpiazzare tre raggi con uno solo potrebbe sembrare una cosa innocua, ma Kiko ha fatto lo stesso quando ha dipinto la sua "icona" del Battesimo di Gesù (che nelle Chiese Orientali viene chiamata “Teofania”). Confrontiamo la versione di Kiko con quella di due antiche icone orientali:

Kiko Argüello: Battesimo di Gesù

E per confronto, icone russe della Teofania:


"Dio è comunità, liturgia, parola"
Chi conosce il Cammino Neocatecumenale sa che “Comunità, Liturgia e Parola” sono il “tripode” (nella terminologia di Kiko) sul quale il Cammino è fondato. Ma il "tripode" di Kiko non è la Trinità: Dio è forse “liturgia”?
La parola “Trinità” compare una sola volta nelle 427 pagine del Volume I del Direttorio Catechetico Neocatecumenale (Orientamenti per la fase di conversione). A pagina 202 del Mamotreto "Decimo giorno - celebrazione penitenziale" dice infatti:
«Tutto questo l'ha compiuto in Gesù, dato che Lui, fratelli, è entrato veramente con la natura umana nella divinità, nella Trinità. Ha raggiunto la trascendenza, è stato risuscitato da Dio ed è entrato nella Terra Promessa».
Dunque Gesù sarebbe «entrato veramente con la natura umana nella divinità» ed avrebbe «raggiunto la trascendenza»... ma Gesù non era la seconda Persona della Santissima Trinità e trascendente prima della Sua Incarnazione? Kiko non lo specifica, poiché non menzionerà più la Trinità nella sua esposizione.

Alla pagina 12 dello stesso volume Kiko dice:
«...Era un uomo come noi e Dio stava agendo in lui, facendo segni perchè fosse manifesto che egli era l'Inviato di Dio, l'Eletto di Dio. Perchè ogni profeta in Israele deve dimostrare che viene da parte di Dio; se no, è un falso profeta. E lo dimostra con fatti, facendo miracoli e proferendo parole che si compiono. Il padre doveva compiere opere in lui per confermare che era suo inviato, unto da Dio con lo Spirito Santo per realizzare la sua missione.»
Per Kiko, dunque, i miracoli di Cristo erano opera del Padre che agiva in Lui, e non venivano dalla natura divina di Cristo.
Passando ad un'altra sezione del primo volume del suo Direttorio Catechetico, vediamo Kiko spazzar via la Trinità in un modo completamente diverso. A pagina 333 dice:
«Forse che Dio ha bisogno del Sangue del Suo Figlio, del suo sacrificio per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio di Suo Figlio alla maniera degli dèi pagani. Per questo gli atei dicevano: Che tipo di Dio sarà quello che riversa la sua ira contro Suo Figlio nella croce?... E chi poteva rispondere?... Le razionalizzazioni sull'Eucarestia ci avevano condotto a queste deformazioni. Ma le cose non stanno così».
Qui Kiko tenta di negare l'elemento sacrificale della morte di Gesù, utilizzando un argomento "fantoccio", cioè un argomento che ignori la dinamica della Trinità.
(nota: nelle edizioni successive, i Mamotreti Segreti hanno aggiunto qualche sfumatura del tipo: «Certe razionalizzazioni giuridiche grossolane della teologia...» ma la Trinità è spazzata via ugualmente).
Questa presentazione ignora completamente la dinamica della Trinità escludendo la possibilità che Gesù sia contemporaneamente il sacerdote (colui che offre il sacrificio) e la vittima del sacrificio stesso, e che il Suo sacrificio sulla croce era un'offerta di sé, offerta fatta nella fornace ardente d'amore che è la Santissima Trinità. Questo punto è meglio spiegato in un altro articolo.


Dimostrazione VII

Kiko non utilizza mai la parola “Trinità” nel secondo volume di 160 pagine del Direttorio Catechetico, che è dedicato alla Convivenza per il Primo Scrutinio, "scrutinio" che marca la seconda fase del Cammino Neocatecumenale. Ed ugualmente non cita mai la Trinità nel quarto volume di 226 pagine, dedicato alla Convivenza per il Secondo Scrutinio.

Posso immaginare che qualcuno voglia rispondere: «oh, ma la parola "trinità" non è menzionata nemmeno una volta in tutta la Bibbia!» Rispondo che la Chiesa ha celebrato ventuno Concili Ecumenici dopo che è stato scritto l'ultimo libro del Nuovo Testamento, e molti di quei Concili hanno discusso e chiarito la verità rivelata sulla Santissima Trinità. Non siamo più una Chiesa bambina, una Chiesa coi pannolini. La verità sulla Trinità è effettivamente parte della Buona Novella, il Kerygma.


Dimostrazione VIII

Il termine “Trinità” è menzionato una sola volta nelle 110 pagine del terzo volume del Direttorio Catechetico di Kiko, il testo degli Orientamenti alle Equipes dei Catechisti per lo Shemà. Lo Shemà è un'altra fase del Cammino Neocatecumenale. Il termine Shemà, che in ebraico significa "ascolta", indica la preghiera che si trova nella Bibbia (Deuteronomio 6, 4-9): «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze...»

Kiko menziona la Trinità soltanto quando sta introducendo una canzone. A pagina 69, "Ammonizione al Cantico delle creature" Kiko dice:
Questi tre giovani, che cantano e lodano il Signore insieme a tutta la creazione, vengono rappresentati molte volte in dipinti delle catacombe, perché nella Chiesa primitiva questi tre giovani erano un'immagine, che esprimeva quello che è la Chiesa. Il numero tre è simbolo della Trinità di Dio, è simbolo della comunità, è simbolo della Chiesa. Questi tre giovani, che lodano Dio con le mani alzate in mezzo al fuoco sono l'immagine della Chiesa in mezzo al mondo.
Tutto qui. "Il numero tre è simbolo della Trinità di Dio". Non ci sta dicendo nulla che non sappiamo già sulla Trinità. Infatti Kiko sta evidenziando in questo passaggio la comunità, non Dio.

210 commenti:

  1. Caro Tripudio,

    la vostra encomiabile causa, non trova adito tra i pastori della Chiesa o i membri del collegio episcopale per via di un eccesso di misericordia da parte dei pontefici (gli ultimi 4 direi, 5 se si considera il brevissimo pontificato di Giovanni Paolo I) e per via di una mastodontica e luciferina operazione di "oliatura" (io ho inteso "corruzione", ma se intendevi questo, avresti dovuto scrivere proprio "corruzione") o di minaccia?

    La Chiesa ha esercitato sul Cammino la sua potestà di custode del deposito della fede nei testi da te riportati, questo è certo.
    Ma gli stessi Statuti da te riportati permettono tutte le variazioni che, grossolanamente, voi definite "erronee" citando l'espressione "senza aggiunte né omissioni" (Cf. la prima frase dell’art. 13 § 3, globalmente rielaborata rispetto allo Statuto del 2002: «Nella celebrazione dell’eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede»)

    Si vedano tuttavia gli articoli § 11, 12, 13, nella fattispecie dei comma 2, 3, 4 dell'articolo § 13.
    Essi esprimono a chiare lettere un'autorizzazione specifica per le celebrazioni eseguite da Cammino neocatecumenale circa il celebrare l'eucarestia della domenica al sabato sera nella piccola comunità neocatecumenale (art. 13 § 2), il mantenere prima dell'omelia il cosiddetto «eco (alla Parola)», cioè una breve comunicazione su «ciò che la Parola proclamata ha detto alla propria vita» (art. 11 § 2), il presentare da parte dei membri del gruppo incaricato della preparazione brevi monizioni prima delle letture (art. 13 § 4), e il ricevere la comunione (sotto le due specie) i neocatecumenali possono restare al loro posto, ma devono alzarsi in piedi (art. 13 § 3).

    Ora, fate buon gioco voi, nell'affermare che le uniche concessioni fatte al Cammino neocatecumenale riguardano la comunione sotto le due specie e lo spostamento del rito della pace immediatamente prima dell'offertorio. Esse sono infatti le uniche due concessioni che non riguardano lo Statuto, il quale, tuttavia, avendo ricevuto un imprimatur pontificio, ha la stessa validità delle concessioni di cui qui sopra.

    Marco ...CONTINUA...

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  2. ...SEGUE...

    Ma voltiamo pagina...

    Potremmo parlare della presunta e da voi sempre più citata eterodossia reiterata, manifesta e distruttiva del sig. Kiko Arguello, il quale, diabolico e pernicioso, avrebbe non solo predicato il falso (posto che lui, da iniziatore del Cammino neocatecumenale, parla a nome di tutto il Cammino, il quale, essendo a seguito dell'approvazione nel 2008 degli Statuti, fa parte della Chiesa cattolica) ma indotto altri a farlo, per mezzo di "oliature", minaccie e affermazioni che rasentano il lavaggio del cervello.

    Egli stesso avrebbe scritto di suo pugno delle catechesi piene di errori dottrinali, dipinge quandi che esplicitamente negano l'esistenza o la validità del dogma trinitario, esprime esegesi bibliche del tutto inconformi al magistero della Chiesa ed esegue rituali del tutto al di fuori dalla comunione con la Chiesa, nei cosiddetti "passaggi".

    Ma viene dimenticato, da voi signori, che la versione dello Statuto neocatecumenale approvato in modo definitivo nel 2008 parla di Orientamenti per le équipe dei catechisti: 13 volumi con trascrizioni di catechesi orali di Kiko Argüello e Carmen Hernández, che sono considerate «catechesi modello» e devono servire agli altri catechisti come «linee guida» nelle loro catechesi. A partire dal 2002, questi testi sono stati esaminati da vari dicasteri romani. Il 24 novembre 2010, il card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici, comunicò al Cammino la conclusione del processo: la Congregazione per la dottrina della fede ha approvato sul piano dottrinale le catechesi del «Cammino» dopo un «attento studio del relativo insegnamento». Esse sono state «migliorate e ampliate nelle note a piè di pagina con varie parti del Catechismo della Chiesa cattolica».
    Perciò ormai non si tratta più solo di Orientamenti per i catechisti, bensì di un Direttorio catechetico del Cammino neocatecumenale. La sua approvazione formale da parte del Pontificio consiglio per i laici sancisce la conclusione del riconoscimento istituzionale del Cammino, offre sicurezza alla sua attività e garantisce a tutti i pastori della Chiesa la sua concordanza con l'insegnamento della Chiesa.
    Comunque la pubblicazione del Direttorio catechetico non è in agenda. Il 17 gennaio 2011, in una conferenza stampa, Kiko Argüello ha affermato che si tratta di un processo di iniziazione, che bisogna rispettare. Non è bene che la persona conosca l'intero percorso prima di cominciarlo. Tuttavia se la Chiesa lo richiedesse si procederebbe alla pubblicazione. Ma finora non sembra sia stata avanzata una tale richiesta.

    Ora, tali e tanti errori, così come voi li vedete, per quale ragione dai signori membri della Congregazione per la Dottrina della fede sono stati dimenticati, ignorati o nascosti?

    Marco (stesso katecumeno di prima)

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  3. Perché i miei due commenti, inviati verso le 19.30 circa, non sono stati pubblicati?
    Marco

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  4. La nostra "encomiabile causa" consiste solo nel dare testimonianza sul Cammino Neocatecumenale.

    Se clicchi sui "link" come questo, scopri che sono state ampiamente e ripetutamente trattate le questioni che tu fingi di non conoscere.

    Nel caso dell'impostore Macial Maciel - a capo, nonostante tutto, di una congregazione religiosa solida al livello dottrinale, liturgico e disciplinare - Giovanni Paolo II si fece abbindolare per tutta la vita. Quando un leader ha qualche cattivo consigliere, sono cose che succedono. Tanto più se è il Pontefice ad essersi ingenuamente fidato di cattivi consiglieri.

    La stessa dinamica riguarda il Cammino Neocatecumenale, solo cento volte peggio. Le «oliature» e le velate minacce di «rappresaglie» sono una realtà che solo i fratelli ingenui dello strato più basso non conoscono. C'è un confine molto sottile fra il legittimo e sacrosanto donar soldi ai pastori, e la vera e propria "paghetta".

    E troppo spesso succede che di fronte a certi imprevisti o necessità della vita (come ad esempio il pagare le rate della macchina), parroci, vescovi e cardinali cominciano a dipendere da quelle buste.

    Senonché il Cammino non le dà gratis. Le adopera per acquistarsi il consenso. Così come adopera le sottili minacce: sappiamo tutti quanto può essere ricattabile un vescovo desideroso di far carriera, sappiamo tutti che una piccola "macchia" può rovinare un importante curriculum. Sappiamo tutti quanto poca fatica serve per ingarbugliare una diocesi e scatenare una guerra tra il clero.

    Ed infine, in certi casi, il metodo del bastone e della carota (cioè della rappresaglia e dell'«oliatura»), assume i contorni di vera e propria corruzione, di trattamento mafioso. Ricordo in particolare, prima dell'avvento dell'euro, un vescovo ostile al Cammino fu letteralmente comprato con alcune decine di milioni in contanti, portati a lui stesso personalmente in Curia (potrei farne il nome, ma lascio che se ne occupi Nostro Signore). Oppure di qualche seminarista i cui guai sono cominciati nel momento in cui ha fatto notare le magagne del seminarista neocatecumenale (il rettore del seminario, non del Cammino, aveva ragione di temere che la sua sola conferma del problema poteva creargli problemi).

    Insomma, sui limiti umani non c'è niente di speciale da dire. Ma sul fatto che il Cammino persevera nell'errore e anziché correggersi compra il consenso e addirittura fa sentir odore di guai a chi osa far notare la verità, su questo sì che c'è da ridire.

    La nostra forza è quella degli argomenti, è quella delle verità di fede, è quella del Magistero e della Tradizione, è quella della liturgia cattolica. Nessuno può cancellare dai nostri occhi e dalle nostre orecchie ciò che abbiamo visto e udito dal Cammino.

    A fronte di questo, il metodo onesto di un neocatecumenale onesto, dovrebbe essere il confronto onesto. Ma siccome il Cammino è fondato sugli errori, chi comincia anche solo a ipotizzare che noialtri qui si abbia ragione, finisce per scoprire che non abbiamo ragione "noi" ma ha ragione il Magistero della Chiesa, e sono i due autonominati "iniziatori" spagnoli a sbagliare. Sono stati Kiko e Carmen a inventare il Cammino e a spacciarlo per ispirato da Dio, dalla Beatissima Vergine, da chissà chi. Ma il Cammino è opera di mani d'uomo, e anche se guadagna consensi perfino dal Papa, non può alterare la verità.

    Come detto sopra, Giovanni Paolo II - che la Chiesa ha dichiarato santo - si era fidato per tutta la vita dell'impostore Marcial Maciel. Sappiamo come è andata a finire.

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  5. Inoltre ti invito a non adoperare il classico trucchetto neocatecumenale del confondere la verità con le sentenze giudiziarie.

    Per essere eretici basta professare ostinatamente errori sui dogmi di fede. Non c'è bisogno di una sentenza della Santa Sede per dire che uno è eretico. Se al mattino non trovi la tua auto nel box, tu parli di "ladro", non parli di qualcuno che a tua insaputa e in buona fede ha scassinato il tuo box per prendere temporaneamente in prestito l'auto. Parli invece di "ladro", e denunci un "furto". E continui a parlare di "ladro" anche se le autorità se ne infischiassero, perché tu sai solo che fino al giorno prima tu l'auto ce l'avevi e la tenevi ben custodita.

    Lo Statuto del Cammino Neocatecumenale, come già ripetuto mille volte, vieta gli strafalcioni liturgici del Cammino.

    All'articolo 13 § 3 lo Statuto del Cammino dice: Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede [49]. Per quanto concerne la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto.

    Dunque:

    - "piccole comunità" è un'indicazione puramente numerica, non dà diritto a speciali concessioni, infatti «si seguono i libri liturgici»: chi non li segue, va contro lo Statuto e contro la Chiesa;

    - le "concessioni esplicite" sono indicate nella nota 49 dello Statuto;

    - la ricezione della Comunione è "in piedi", ma i neocatecumenali si siedono senza consumarla. Oltre che un atto antiliturgico (la Comunione va infatti consumata quando si riceve, non "da seduti, tutti insieme, quando scatta il segnale") è anche un atto che offende Nostro Signore nel Santissimo Sacramento (viene trattato come uno "snack sacro", viene trattato come un "simbolo utile a qualcos'altro"). Anche in questo i fratelli del Cammino vanno contro lo Statuto, contro la Chiesa, e contro Nostro Signore stesso.

    La nota 49 elenca una serie di documenti, vediamoli in dettaglio:

    1) il discorso di Benedetto XVI del 12 gennaio 2006, in cui conferma al Cammino le sue «decisioni» contro gli strafalcioni liturgici, messe nero su bianco nella lettera della Congregazione per il Culto Divino del 1° dicembre 2005 a firma del Cardinale Arinze;

    2) la lettera del 1° dicembre 2005, che inizia e finisce dicendo che il Cammino seguirà i libri liturgici approvati, senza aggiunte né omissioni; inoltre vieta la "comunione seduti", vieta il fiume di parole dei laici (l'omelia spetta al ministro ordinato, non ai laici); conferma che le eventuali monizioni devono essere brevi (invece sappiamo tutti che nel Cammino sono onnipresenti e lunghissime), permette solo l'anticipo del segno della pace.

    3) la Notificazione del 24 dicembre 1988 che consente che la Comunione sotto le due specie possa avvenire sempre (anziché solo nelle occasioni e festività particolari, come raccomandano altri documenti liturgici), e l'anticipo del segno della pace;

    Da notare che Comunione "sotto le due specie" significa solo Comunione sotto le due specie come fa tutta la Chiesa, e non significa "con le pagnottone kikiane della ricetta del masterchef Kiko".

    Gli articoli 11 e 12 dello Statuto e gli altri commi dell'articolo 13 non aggiungono nessun'altra concessione.

    Da notare che il "ricevere la Comunione al proprio posto" è qualcosa che già si fa in tutta la Chiesa qualora sia necessario (per esempio quando il sacerdote amministra la Comunione a persone con disabilità).

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  6. Insomma, il Cammino interpreta male e a modo suo le direttive della Chiesa, e celebra la pagliacciata kikiana con quei calici ottagonali a forma di insalatiera, il beveraggio esagerato, le focacce-pagnottone con una pazzesca dispersione di briciole, i simboli veterotestamentari al posto del classico IHS, la Comunione "tutti insieme contemporanemante quando scatta il segnale..."

    Il Cammino interpreta maliziosamente e a comodo suo anche le direttive valide per tutta la Chiesa quanto alle monizioni (che dovrebbero essere eventuali e brevi) e alle risonanze/testimonianze (che non dorebbero avvenire in un contesto liturgico: meglio rinviarle almeno a dopo la Comunione, o meglio dopo la liturgia)...

    Ora, il Cammino disubbidisce al Papa, alla liturgia, al proprio stesso Statuto, e per giunta persevera nell'errore. Può mai lo Spirito ispirare errori, menzogne, inganni? Può mai la Beatissima Vergine ispirare simili pagliacciate?

    Kiko e Carmen, autonominati "iniziatori" del Cammino, non hanno mai rinnegato gli errori di cui sono accusati. Eppure sarebbe facilissimo. Non c'è niente di più facile che il rinnegare un errore che sei convinto di non aver commesso. Kiko e Carmen non rinnegano, perché sono pienamente convinti dei loro errori... e anche perché se rinnegassero, perderebbero tutto il loro potere e il loro seguito.

    Per questo hanno usato la tattica astuta di non lasciare testi scritti. I "mamotreti" sono le sbobinature dei loro "ispirati" discorsetti del 1968-1972 e dintorni. E i loro cosiddetti "catechisti" venivano esaminati - finché possibile - da Kiko in persona: i "catechisti", nell'Annuncio, dovevano recitare la parte della "catechesi" ispirata, in modo che sembrasse venuta da Dio anziché da Kiko. Dovevano recitare bene perfino gli aneddoti e le battute di spirito!

    Quanto al Direttorio, anzitutto è segreto: nessuno può verificare che i cosiddetti "catechisti" stiano recitando il suo contenuto «approvato per la pubblicazione» piuttosto che la pappardella imparata a memoria e ripetuta a memoria per interi decenni.

    Inoltre il Direttorio è stato «approvato per la pubblicazione» (cosa che non impegna l'autorità dei dicasteri coinvolti: hanno solo dato l'OK alla pubblicazione, pubblicazione che ancor oggi non è avvenuta, anche se Kiko stesso andava in giro dicendo che Benedetto XVI voleva che venisse pubblicato...).

    Il testo del Direttorio è stato esaminato già molto tempo prima del 2002 (anche qui dici il falso - lo fai per per ignoranza o per malizia?): infatti già nel 1999 Kiko a Porto San Giorgio era costretto ad ammettere l'ennesima bocciatura, poiché il Direttorio dei Mamotreti conteneva «espressioni imprecise o non proprio ortodosse», cioè ambiguità ed eresie!

    Quando parli del vostro amicone Rylko, dimentichi di dire che una versione del Direttorio fu bocciata perché invece di cambiare il testo erano stati aggiunti dei "rimandi al Catechismo" a pié di pagina, rimandi che non giustificavano le emerite corbellerie dette da Kiko e Carmen. Fu infatti necessaria una nuova tornata di correzioni oltre alle note a pié di pagina, che produsse il "risultato" a novembre 2010.

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  7. Quando Kiko dice che il "processo di iniziazione" va rispettato, sta dicendo una fandonia colossale. Il Catechismo della Chiesa è pubblico. I documenti liturgici sono pubblici. Il Codice di Diritto Canonico è pubblico. Si possono trovare nelle librerie cattoliche e anche gratis sul sito web del Vaticano. Nella Chiesa Cattolica non esistono segreti.

    Il Cammino invece ha bisogno di segretezza. Ne ha bisogno per ingannare i suoi membri. Come nelle strutture massoniche, è vietatissimo cercare di sapere cosa avverrà nelle tappe successive. Da quando in qua le cose della fede (che nostro Signore ci invita a «gridare dai tetti» stando solo attenti a non dare «le perle ai porci») andrebbero mantenute segrete?

    È ovvio che se i normali parrocchiani sapessero in anticipo cosa li aspetta, si guarderebbero bene dal fare tale "processo di iniziazione". Specialmente quando verrebbero a sapere degli obblighi (convivenze, sfornafigli, decime, confessioni pubbliche...) che la Chiesa Cattolica non richiede, e il Cammino esige.

    Ti consiglio di informarti onestamente sugli interventi dei Papi contro gli strafalcioni liturgici del Cammino.

    E ti consiglio anche di riflettere onestamente sulle emerite corbellerie dette da Kiko - hai solo l'imbarazzo della scelta. Per esempio:

    - «Il Santo Padre dice che i vescovi devono ubbidire ad un laico e ad una donna, seguendo le indicazioni degli iniziatori»

    - «È quello che abbiamo detto noi tante volte, che Dio attraverso i Testimoni di Geova ci sta dicendo qualche cosa.»

    - «La mattina sono andato lì per fare un esorcismo e il demonio si è arrabbiato a morte con noi»... «Ho detto al Papa: “Spero che si convertano molti musulmani e così vengano a uccidermi”... Allora quando si battezzino 100 musulmani – ho profetizzato – mi uccideranno.

    - «mañana si quierés lo sigileras», cioè, a riguardo dei peccati mortali, "domani, SE VUOI lo sigillerai" (Kiko nega la necessità e l'urgenza del sacramento della confessione!)

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  8. I bambini non siano costretti a subbiare indottrinamenti. Mi trovo in netto contrasto non sono NC ma una normale Catechista delle comunioni e posso affermare che i figli del cammino ( cosi li chiamano) sono molto più. Avanti degli altri bambini riguardo il catechismo
    Inoltre nel tempo ho potuto osservare una cosa ho 30 anni di esperienza da Catechista e devo ammettere che di tutti i bimbi che mi sono stati affidati la maggior parte che è rimasto nella chiesa sono proprio loro i figli del cammino, vuoi perché educati fin da piccoli , vuoi perche fanno in esperienza costante della fede non so
    Non so se il cnc sia o no blasfemo com dite molto di voi ma sicuramente produce molti più convertiti di altre realtà o del semplice cristiano della domenica. E ribadisco io non sono una di loro

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  9. La presenza fisica dei bambini in parrocchia non è automaticamente sinonimo di fede.

    Il problema della "fede" neocatecumenale è che crede in Kiko molto più che in Dio.

    Se Kiko dicesse "Dio non esiste", i neocatecumenali immediatamente griderebbero "Dio non esiste", perché loro credono in Kiko, non in Dio.

    Sta qui tutto il problema.

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  10. Siete passibili di denuncia, ve ne rendete conto? State commettendo un crimine, manipolando spudoratamente e malevolmente la realtà dei fatti. Non vi denunciamo solo per obbedienza al Vangelo, ne siete consapevoli? Sono solo falsità quelle che scrivete, meschine e sudicie menzogne!

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