Beh, certo, si credeva “speciale”, e così pensava che in qualche modo la gloria
gli fosse dovuta.
Alla ricerca della gloria |
Per rincorrere il successo quindi, per prima cosa provò con
la pittura, alla quale si era da sempre dedicato, ma si accorse ben presto che
non ce l’avrebbe potuta fare: sapeva soltanto ricopiare, e nemmeno tanto bene.
Allora si demoralizzò e, come molti giovani della sua epoca,
si prese un anno sabbatico per andare a vedere come vivevano i poveri, visto
che lui era nato ricco borghese e quella vita l’annoiava: si sentiva attratto
dalla rivoluzione sociale che a quell’epoca imperversava, dall’essere
alternativo. Cercava qualcosa di nuovo.
"Icona" del presunto arcangelo Raffaele |
Intanto, mentre cercava se stesso, si andava lentamente sviluppando in lui una forma sottile di delirio mistico e si fece strada nella sua testa l’idea di poter essere un “prescelto”.
D’altronde, nella vita aveva avuto solo due esperienze di
fondo: la pittura e l’istituto religioso. Se non sfondava nell’arte, l’unico altro
modo possibile per lui era la religione.
Si mise così in testa di avere delle visioni, di essere
“toccato” dallo Spirito di Dio ed il delirio religioso ad un certo punto ebbe
il sopravvento, come in una sorta di presunta, immaginaria predestinazione.
Credeva di avere qualcosa in sé, lo sentiva, e lo chiamava Dio.
Credeva di avere qualcosa in sé, lo sentiva, e lo chiamava Dio.
Ma durante tutto quel tempo, c’era anche un angelo decaduto
che andava alla ricerca di un’anima da conquistare: adocchiò il giovanotto e,
reputandolo la giusta preda per la sua missione, iniziò a parlargli, mascherandosi
in ciò che l’ingenua anima in pena desiderava, era lui quella presenza che il
giovanotto sentiva.
Così lo confuse, si spacciò per angelo di luce ed il povero ingenuo ragazzo visionario, ascoltando ed accogliendo questa voce, poté iniziare un’opera che nel giro di pochi anni lo avrebbe condotto ad ottenere la fama che desiderava.
Così lo confuse, si spacciò per angelo di luce ed il povero ingenuo ragazzo visionario, ascoltando ed accogliendo questa voce, poté iniziare un’opera che nel giro di pochi anni lo avrebbe condotto ad ottenere la fama che desiderava.
Si legge nel Vangelo: “Tutte queste cose io ti darò, se,
prostrandoti, mi adorerai” e così quell’essere gli mostrò tutti i regni del
mondo e la loro gloria ed il ragazzo accettò.
La promessa fu mantenuta ed avvenne che il giovanotto
conquistò il mondo ed ebbe gloria, fama, potere e soldi.
Gloria, fama, potere, soldi |
Intanto questa voce, questa presenza che il giovanotto
sentiva dentro di sé continuava a parlargli suadente, convincendolo sempre di
più che era un grande, un prescelto, uno che aveva una missione da compiere e
che in questa missione lui lo avrebbe aiutato.
E l’aiutò: si aprirono molte strade che avrebbero dovuto
rimanere chiuse, affinché dallo spiraglio potesse entrare quel fumo che riuscì
ad odorare anche il successore di Pietro.
In molti furono attratti, perché non si guardava tanto alla sostanza,
ma all’apparenza. E l’apparenza di quest’opera era sfavillante, entusiasmante,
accattivante… come tutte le tentazioni.
Il povero giovanotto, totalmente offuscato dall’ottenimento
di siffatto successo quasi improvviso, mai si chiese chi era davvero colui che
gli elargiva tanta gloria e si calò così bene nella parte che iniziò a vantarsi
a destra e a manca della sua bravura, continuando a pensare che quella presenza fosse Dio.
Intanto il suo dominatore seguitava a mandargli ispirazioni
e a fornirlo di una forza instancabile, tanto che poté dedicarsi ad ogni forma
di arte, dalla pittura, alla musica, all’architettura, concentrando in sé
stesso ogni potere ed ogni relativa gloria. Divenne un idolo per le genti ed
ogni cosa portava il suo nome.
I musicanti di Brema. Ricordano qualcuno... |
Ma l’angelo decaduto era molto più furbo del giovanotto
dabbene e senza che lui se ne accorgesse, lo indusse al desiderio di invadere e
conquistare le nazioni, il mondo intero, affinché la sua opera giungesse in
tutto il suo dominio, come era scritto.
Così il giovanotto, ormai divenuto uomo, viaggiava,
viaggiava instancabilmente in tutto il mondo per portare il verbo del suo
dominatore, coinvolgendo in questa missione anche molti di quelli che lo
avevano seguito.
Quando il giovanotto si trovò ad invecchiare, la missione era
ormai quasi compiuta: le nazioni erano “invase”, i riti stravolti, la dottrina
mistificata, molte genti distrutte e il fiume di soldi scorreva in piena, i
suoi seguaci lo adoravano.
Una vita intensa, piena di soddisfazioni e di vittorie, le
folle idolatranti al seguito, un impero costruito, ma…
Nell’avvicinarsi dell’ora dell’incontro con quel dio che
sentiva dentro di sé, quando gli anziani vengono annoverati tra i saggi e viene
loro reputato il rispetto dei capi, l’ormai anziano giovanotto decadde nel
nonsenso, gli pesò la vita, non ebbe più parola, quella parola che incantava le
folle. Non ebbe saggezza.
L'Anziano pensieroso depone le spade |
L’anziano dominatore ha ora lo sguardo sperso, il volto
grave, un peso che lo schiaccia, il salario del suo vissuto.
Forse non crede più molto a quella voce che sempre lo ha istruito e a cui sempre ha dato ascolto. È stupito. Non comprende, non sa.
Forse non crede più molto a quella voce che sempre lo ha istruito e a cui sempre ha dato ascolto. È stupito. Non comprende, non sa.
Non sa che nel cammino della sua vita, mentre era intento a
costruire, fare, progettare, invadere, conquistare e distruggere, agiva anche
un angelo che lui non poteva vedere, che si nascondeva ai potenti, che senza
sosta dipanava quel fumo che essi producevano.
Era un angelo di luce, inviato dall’alto, che silenzioso lo
seguiva e demoliva la sua opera, illuminava le menti, svelava i segreti, liberava…
Angelo di Luce |
Quello che succederà all’anziano signore non è nel potere
della conoscenza umana, ma per tutti c’è sempre una speranza, fino all’ultimo
alito di vita, perché Colui che inviò l’angelo di luce è bontà infinita.
Grazie, Libera, mi ha commosso questo tuo racconto, soprattutto nel momento in cui hai svelato che, accanto a quest'uomo, che fu giovane, pieno di vigore, carismatico, capace di convincere e di entusiasmare come di legare, oscurare, distruggere, c'è sempre stato un angelo di luce per riparare alle sue peggiori malefatte, ispirare il bene, proteggere tante persone di buon cuore che hanno creduto in ciò che di buono potevano fare per gli altri e davvero lo hanno compiuto, nonostante tutto.
RispondiEliminaLà dove viene invocato Gesù, anche se i motivi di fondo non sono così nobili e trasparenti, quall'angelo non può mancare.
Io vedo in questa dolce presenza la Vergine Maria, che protegge la Chiesa dalle eresie e le anime dall'errore più grave, l'invocare il nome del Signore per ingannare e non per salvare, la appropriazione indebita dei Suoi doni, la bestemmia contro lo Spirito, peccato che non può essere perdonato.
Vi linko l'articolo di Cruxsancta che ha ripreso il nostro thread sul triste incontro di Genova.
RispondiEliminaGrazie Libera! Interessante e vero l articolo di oggi. Che il Signore liberi i suoi figli, da tutto quello che non é secondo verità di Cristo.
RispondiEliminaTra qualche anno qualcuno dirà :"ma chi erano questi neocatecumenali?, cosa facevano, come hanno fatto a convincere delle persone, più o meno normali, a fare tutto quello che hanno fatto?".
RispondiEliminaSono sicuro che nessuno crederà all'obbedienza ai catechisti, alle decime obbligatorie, agli scrutini come confessioni pubbliche dove si raccontano cose delicate e personali, al denaro in nero, agli investimenti milionari, ai paradisi fiscali, alle vocazioni indotte per comando, ai matrimoni endogami, ai servizi sempre più gravosi e sempre più inutili, all'impossibilita di fare critiche sul cammino neocatecumenale, al segreto sulle pratiche del cammino, al catechismo parallelo del direttorio catechetico segregato e mai pubblicato.
Tutto questo un giorno sarà dimenticato e qualcuno dirà che non è mai esistito.
Succederà come con il massacro degli ebrei nella Germania di Hitler,si neghera' ogni cosa perché sarà ritenuto impossibile che 1 milione di persone possa essere stato preso in giro in questo modo.
Eppure noi ex sappiamo che è tutto vero, sappiamo che non è una favoletta e sappiamo pure che se è successo una volta può succedere ancora.
Noi abbiamo il dovere, anzi l'obbligo morale e materiale di vigilare sulla verità.
L'angelo di Luce ci aiuta e noi sappiamo quanto è stato buono con noi, ora tocca a noi aiutare l'angelo a illuminare le tenebre del cnc e portare fuori la verità per restituire la vita è la fede alla gente ingannata dal cammino neocatecumenale.
LUCA
Ben detto Luca! Sfortunatamente tante persone seguaci del cnc sono in buona fede, non riescano a concepure l'inganno morale sottile a cui sono sottoposti. Che Dio li aiuti!
EliminaNella storia, molto realistica, manca, penso volutamente, la Carmen.
RispondiEliminaSenza Carmen Kiko oggi avrebbe sposato una svedese, si sarebbe divorziato e farebbe una normale vita da borghese con idee oscillanti tra estrema destra e destra liberale.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaIn effetti Kiko e Carmen volevano solo fama, gloria e soldi ma - come osservava amaramente Cesare Pavese - l'unica cosa peggiore del non raggiungere i propri ideali è... il raggiungerli pienamente. (Poiché ci si accorge che non valevano l'impegno della propria vita).
EliminaQuando nel Vangelo ci sentiamo promettere che occorre cercare solo la gloria di Dio perché tutto il resto verrà in sovrappiù, possiamo verificarlo già nella vita dei santi. La ricchezza è solo uno strumento. A don Bosco pervenivano fiumi di denaro, e lui stesso non si stancava mai di chiedere offerte: solo che quel denaro era uno strumento (oratori, vocazioni, carità, chiese, gloria di Dio...): don Bosco potrebbe essere considerato "ricco" in termini economici, ma non si trattava di quella "ricchezza" che rende così improbabile l'ingresso nel regno dei cieli.
Persino un impostore come Maciel, che al pari di Kiko ha dedicato tutta la sua vita ad arricchirsi e a compiere peccati turpi, ha usato buona parte di quella ricchezza per promuovere una congregazione seriamente dedita al triplice munus sacerdotale, di retta dottrina, di buona vita di preghiera, e di impeccabile liturgia. Sarà anche stato il suo intelligente "paravento", ma intanto - volente o nolente - ha spiritualmente beneficiato tantissime anime. Tant'è che si parla di distinguere tra il carisma di fondatore (che non aveva) e il carisma di fondazione (scollegato dall'opera). E magari qualcuna delle sue turpitudini gli verrà scontata a causa del bene che (volontariamente o involontariamente) ha fatto alla Chiesa.
Kiko e Carmen per tutta la vita sono stati determinatissimi ad arricchirsi, a essere capi glorificati, temuti e ubbiditi, e hanno fabbricato una falsa spiritualità spacciandola per "ispirazione dallo Spirito". Pertanto la loro brama di ricchezza e potere costituisce un'aggravante del fatto che hanno promosso una liturgia pagliaccesca e una dottrina completamente sballata.