mercoledì 22 aprile 2020

L' Eucarestia è finita: andate in pace


Figlia unica e padre cantore
eseguono un canto ebraico
Ecco le istruzioni che Letizia, la variante neocatecumenale di Alexa, entrando in tutte le case, a nome della “equipe internazionale del Cammino”, équipe misteriosamente assente dal momento in cui Kiko Argüello si è rintanato a Madrid causa coronavirus, dà a tutti fratelli del Cammino d'Italia e del mondo:

Cari Fratelli --- Roma 17/04/2020
GESÙ CRISTO È RISORTO!

Sono pervenute ai Centri Neocatecumenali di Roma e di Madrid alcune richieste di
chiarimento ed anche alcuni suggerimenti riguardo alle Celebrazioni della Cinquantina
Pasquale per le Comunità che hanno terminato il Neocatecumenato.
Kiko ci ha incaricato di trasmettere alle Comunità, i seguenti chiarimenti:
Riguardo alla Celebrazione dell’Eucarestia, lasciamo al discernimento di ciascuna
famiglia di seguirla via streaming (internet) con la propria comunità, oppure di celebrare la
“messa dei Catecumeni” in famiglia. Per chi ne ha la possibilità, trattandosi di 50 giorni,
può alternare: alcuni giorni via streaming e altri in famiglia.
Ci hanno informato che la Celebrazione dell’Eucarestia, alla quale è possibile
connettersi via streaming. deve essere celebrata nel luogo in cui si trova il Presbitero.
Al Presbitero, se possibile con l’aiuto di due accoliti che vivono nella sua casa
(possibilmente un lettore e un cantore), spetta:
Il Saluto iniziale della Celebrazione, l’atto penitenziale, il Gloria a Dio (il sabato sera),
la preghiera di colletta, le letture (se non è presente un lettore), il salmo responsoriale, il
Vangelo, l’omelia, aprire e concludere la preghiera dei fedeli, l’offertorio, la preghiera
eucaristica con il Santo, il Padre nostro, la comunione, la “postcommunio”, e la benedizione
finale.
Memes neocat
I fratelli della Comunità che seguono la Celebrazione via internet, possono:
cantare il canto d’entrata tradizionale, fare alcune risonanze alla Parola prima
dell’omelia, e preghiere spontanee dopo le quattro ufficiali fatte dal Presbitero, se possibile
un canto all’offertorio, un canto alla comunione, e un canto finale.
- I fratelli delle Comunità che non hanno terminato il Neocatecumenato, e possono
connettersi via internet, fanno la celebrazione della Parola o la Scrutatio, secondo
la tappa di Cammino della propria comunità, preparata precedentemente da un
gruppo via internet, una volta alla settimana.
- Il sabato sera celebrano la Parola della Domenica, che un gruppo prepara, facendo le
risonanze, la preghiera dei fedeli e la concludono con il Padre nostro, la pace, una
preghiera e il Segno della croce.
- Ogni famiglia deve vedere davanti al Signore cosa è meglio per loro: se fare
queste celebrazioni via internet per comunità, o fare delle liturgie domestiche.
- Per tutti è importante mantenere la celebrazione domestica delle Lodi la domenica
mattina, come siamo soliti fare.
Buon tempo Pasquale.
Pregate per Kiko, Mario e Ascensión
Letizia
(Segreteria del Centro Neocatecumenale di Roma)

Il Tripode in ritiro sull'Aventino
Qualche giorno fa avevamo già fatto notare che in questi “bollettini di guerra neocatecumenali” non si sta proponendo al popolo del Cammino di seguire le celebrazioni in unione con la Chiesa, alla TV o in streaming, ma esclusivamente di partecipare alla preghiera "con la propria comunità", tramite ciò che un po' abusivamente chiamano «Messa del Catecumeno», cioè la condivisione delle letture liturgiche festive, rigorosamente il sabato sera, oppure all'interno della propria famiglia.

Queste istruzioni sono però molto interessanti.
Altarino virtuale kikiano
Infatti i big del Cammino sono stati "informati" della struttura della Messa Cattolica, che evidentemente ignoravano, e soprattutto del fatto che una Messa non può essere composta su Zoom come se fosse un puzzle, facendo fare le letture da Pinco Pallino collegato da casa propria, i Salmi responsoriali da Sempronio sempre da casa propria, il Credo cantato da Tizio e Padre Nostro da Caio, mentre al presbitero spetterebbe di fare il "regista" dei neocatecumeni che "celebrano", come certi concertini e aperi-Zoom che abbiano visto fare su piattaforme social in questi tempi di pandemia.

In queste disposizioni leggiamo che Kiko, Asunción, ma soprattutto Mario Pezzi, che ci risultava essere un sacerdote ordinato di Santa romana Chiesa e non un pastore protestante qualsiasi, "sono stati informati" che la Messa si compone di una serie di elementi che non possono essere "appaltati on line" in videoconferenza a questo o a quello, e che solo al presbitero e a due accoliti che stanno "a casa sua", spetta:
il Saluto iniziale della Celebrazione, l’atto penitenziale, il Gloria a Dio (il sabato sera), la preghiera di colletta, le letture (se non è presente un lettore), il salmo responsoriale, il Vangelo, l’omelia, aprire e concludere la preghiera dei fedeli, l’offertorio, la preghiera eucaristica con il Santo, il Padre nostro, la comunione, la “postcommunio”, e la benedizione finale. Cioè TUTTA LA SANTA MESSA.
Zum zum: celebrazione virtuale
I fratellini invece collegati on line, convinti di fare come al solito della Santa Messa uno spettacolino corale, possono solo fare ciò che liturgico non è, cioè le loro omelie (cosiddette “risonanze”), le loro prediche (cosiddette “preghiere spontanee”), i loro sermoni (cosiddette “monizioni”) e qualche canzonetta kikiana di accompagnamento. Proprio come in uno stanco variety televisivo della domenica pomeriggio.

Fine delle lotte fra cantori per chi gorgheggia il Santo o accompagna il canto del presbitero. Fine delle laboriose preparazioni delle monizioni su Skype.

La Messa deve tornare ad essere ciò che è, e gli eletti del Cammino imparino ad "assistere" alla Messa o al massimo a celebrarla con il cuore e non con le loro prestazioni canore o attoriali.

Resta da capire perché un presbitero kikiano non può celebrare in Chiesa ma è previsto che stia "a casa sua", e a casa sua dovrebbero trasferirsi, in barba alle disposizioni di legge, un lettore e un cantore.
Chiediamo ai fratelli del Cammino: perché un presbikikos, che in fin dei conti è pur sempre un Sacerdote, non dovrebbe celebrare in Chiesa?
Anzi, visto che “in casa” non può conservare le Sacre Specie, un presbitero DEVE celebrare in Chiesa!
È forse offensivo per la sensibilità neocatecumenale il ritrovarsi ad assistere ad una Messa celebrata in Chiesa come un qualsiasi parrocchioso della Messa delle 12 in tempi di coronavirus?

Forse diventerebbe se possibile ancor più chiaro che il loro abituale teatrino non poteva e non può definirsi Messa ma solo una accozzaglia di elementi extra liturgici quando non di veri e propri abusi?

Rimane anche la curiosità di sapere chi li abbia "informati " del fatto che gli happening neocatecumenali probabilmente rendevano invalida la Messa: così tanto invalida che era ormai diventato necessario che Letizia-Alexa desse qualche disposizione "cattolica".

Come esordisce un simpatico video neocatecumenale sui balletti e le schitarrate delle celebrazioni casalinghe dei neocatecumenali di cui ci informa un nostro lettore neocatecumenale:

"Kiko non avrebbe mai immaginato che l'opera che Dio ha fatto con Lui e Carmen avrebbe un giorno portato questo frutto…"

" …che migliaia di famiglie in questo momento buio hanno saputo…"

"COSA BISOGNAVA FARE"

(Eh sì, hanno saputo cosa fare: peccato che fosse DEL TUTTO SBAGLIATO!)

"E sono state una luce nella notte mentre le Chiese erano chiuse…"

Le Chiese non sono chiuse, fratelli neocatecumenali: fate tornare i vostri presbiteri nelle Chiese e assistete finalmente alla Santa Messa come Dio comanda, ringraziandoLo sempre di avercela donata.

27 commenti:

  1. Risposte
    1. Dipende se abitano in un condominio...

      Figuratevi se l'amministratore condominiale proibisce le Palme Alte sui balconi e le grattugiate casalinghe di chitarrelle e bonghetti.

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  2. Per gli spagnoli, la letterina di istruzioni, qui firmata "Letizia Segreteria del Centro Neocatecumenale di Roma". è identica, dall'inizio alla fine, solo è firmata "Pilar Secretaría del Centro Neocatecumenal de Madrid".
    Visto che si tratta della stessa lettera, evidentemente una circolare, perché non è firmata Kiko, Pezzi e Ascensión?
    Chi è in realtà l'autore di queste disposizioni? Cosa sta facendo il Tripode?
    Chi li ha "informati" di come deve essere fatta una Messa e del fatto che la liturgia deve svolgersi nello stesso luogo e non on line, non poteva avvisarli che la Santa Messa va fatta in Chiesa e non "in casa"?
    O forse dobbiamo aspettare una prossima rettifica di Alexa-Letizia-Pilar?

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  3. I miei informatori mi confermano la perdurante tempesta di calunnie neocatecumenali contro don Alessandro, morto poco più di un mese fa a causa del focolaio neocatecumenale di infezione del coronavirus. È utile chiarire qui qualche punto.

    Anzitutto, è un dato di fatto che se il sacerdote non avesse dato la sua disponibilità per una liturgia neocatecumenale, probabilmente sarebbe ancora vivo. E quindi capace di ribattere alle frottole che molto comodamente i kikos stanno sparando contro di lui.

    Inoltre, al di là delle convinzioni personali di ogni singolo sacerdote, non bisogna mai sottovalutare le indebite pressioni lato clero/diocesi/parrocchia: "e che fai? non curi anche i kikos? ma allora sei zoffoliano tradiprotestante lefebvriano disubbidiente al Papa?" (per il ricatto morale non è nemmeno necessario pronunciare esplicitamente tali formule, come ben sa chi lo ha già dovuto subire almeno qualche volta nella vita).

    I giornalisti che hanno riportato le notizie, raramente hanno approfondito le questioni relative alla mentalità del Cammino. E pertanto può capitare che abbiano indicato come "organizzatore" di liturkikie uno che invece nelle liturkikie è considerato un elemento ornamentale di cui per adesso non si può ancora fare a meno (il kikismo-carmenismo ha sempre avuto un sottile e malcelato disprezzo verso il sacerdozio cattolico, ed infatti i pretini d'allevamento kikiano dei seminari Redemkikos Mater vengono qualificati come "presbìteri": non sia mai che a chiamarli "sacerdoti" si capisca che il sacerdote è colui che compie il sacrificio dell'altare, e che non è sostituibile da un laico autoimpegnato).

    Qui, se da un lato critichiamo quei sacerdoti che si rendono disponibili alle pagliacciate del Cammino - assai spesso sono motivati esclusivamente dalle "ricche offerte" di trenta denari neocatecumenali -, dall'altro versante riconosciamo pure che non in tutti i casi il sacerdote è complice dello sfascio liturgico e dottrinale. Per questo, nel caso di don Alessandro, lo consideriamo vittima del neocatecumenalismo, non complice. Tanto più che i kikos, proverbialmente nemici della verità, ancor oggi hanno disperato bisogno di scaricargli addosso calunnie perché pensano così di difendere il prestigio della setta neocatecumenale. Sputare sui propri benefattori quando non sono più sfruttabili, è un tipico atteggiamento dei kikos, che lo hanno appreso direttamente dai «nuovi falsi profeti» Kiko Argüello e Carmen Hernández.

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    1. A monte di questo caso, purtroppo, c'è la responsabilità di tanti uomini di Chiesa che hanno dato il loro contributo per evitare, o almeno rinviare il più possibile, la meritata condanna del Cammino. È una storia lunga, costellata di furbate neocat e di pontefici messi ogni volta di fronte al fatto compiuto, fin dalla lettera Ogniqualvolta (trent'anni fa, nel 1990) che l'Osservatore Romano si rifiutò di pubblicare (ritenendola giustamente estorta al Papa furbescamente) e che gli Acta Sanctae Sedis pubblicarono solo con la precisazione che la mens di Giovanni Paolo II era solo quella di «incoraggiare i vescovi», non quella di "riconoscere il Cammino". E che la regolazione statutaria (che fin dall'inizio del suo pontificato il Papa aveva peraltro chiesto per tutti i movimenti ecclesiali) era intesa a riconoscere valide solo le parti buone del Cammino, non di approvarne gli errori e le eresie, né di concedere al Cammino un certificato automagico di santità passata, presente e futura.

      Ricordiamoci che Giovanni Paolo II nel 2002 a sorpresa si ritrovò quello Statuto approvato "ad experimentum" per cinque anni, e che tacque per mesi interi, salvo infine nominarlo per la prima volta a fine settembre 2002 solo per dire che c'era ancora un lungo percorso da fare e maggiori responsabilità per i kikos. Restò ovviamente inascoltato.

      Ricordiamoci pure che Benedetto XVI, dopo la scadenza (2007) di tale Statuto, non aveva intenzione di confermarlo. E fu così che Kiko e i suoi "potenti appoggi" fecero un'altra autoapprovazione a sorpresa, ponendo (maggio 2008) Benedetto XVI di fronte al fatto compiuto. Benedetto XVI tacque per un anno intero sullo Statuto. Anche stavolta i kikos blaterarono "il Papa ci approva", e nel frattempo prepararono la mega-truffa successiva, quella che fallì grazie all'intervento di Burke, cioè l'autoapprovazione della liturkikia.

      Quei "potenti appoggi" nei sacri corridoi che hanno giocato insieme al Cammino contro il Papa, sono la vera origine del ricatto morale del "ma non puoi rifiutarti di celebrare anche per i kikos! altrimenti sei disubbidiente al Papa!" nei confronti di tanti sacerdoti.

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    2. Non ho capito.
      Don Alessandro partecipa ad un incontro NC, viene infettato, muore E LO CALUNNIANO?
      Qualquadra non cosa

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  4. Se la "messa dei catecumeni" non è una Messa, perché chiamarla "Messa"? Occorre chiarezza perché la confusione e l'equivoco è il terreno adatto per la mala pianta dell'eresia.
    Sembra una sciocchezza, ma non lo è. E se anche per i camminanti fosse tutto chiaro, non lo è per gli altri che potrebbero rimanerne scandalizzati.

    Ma a quanto pare non è chiaro nemmeno per i camminanti, visto che molti di loro, anche prima dell'emergenza coronavirus, non andavano alla Messa festiva perché pensavano che la "messa dei catecumeni", che NON è affatto una Messa, fosse valida per soddisfare il precetto della Chiesa.

    Inoltre, le monizioni e le risonanze dei laici sono esplicitamente PROIBITE nella liturgia eucaristica. Al massimo può essere ammessa una BREVE preghiera da parte dei fedeli, durante quella che si chiama preghiera dei fedeli, ma che sia PREGHIERA e non una predica. Deve essere perciò una RICHIESTA e non spiegazione del Vangelo, che deve durare pochi secondi. Tutto il resto è noia.

    Il fatto poi di condizionare la Messa in streaming con interventi da casa, oltre a rappresentare un grave abuso, ha qualcosa di grottesco

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    1. Dipende...se è uscito da un RM non sa cosa deve fare un prete cattolico

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    2. Se un sacerdote considera che sia la stessa cosa, in termini di rispetto della liturgia, consumare la comunione insieme al popolo o consumarla da solo per primo all'altare, come previsto, far spezzare da laici il Corpo di Cristo o spezzarlo con le sue mani, come previsto, far fare le omelie ai laici o riservarla a sé, come previsto, distribuire subito dopo la comunione latte e miele senza rispetto dell'Eucaristia appena assunta, come previsto, é nella confusione di spirito ideale per ammettere che venga violata l'unità di tempo e di luogo che deve caratterizzare la Santa Messa.
      Così come una Messa infatti non può essere fermata a metà e continuata il giorno dopo (unità di tempo), allo stesso modo non può essere celebrata un pezzo qui e un pezzo là (unità di luogo), ma deve essere celebrata laddove si trova il celebrante, il sacerdote appunto, nella "sua casa", spiegano ora i leader del Cammino dopo essere stati rampognati: gli pesa troppo ammettere che la Messa cattolica deve essere celebrata in Chiesa.

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  8. Scusate ma il sabato sera fanno solo liturgia della parola? E l'Eucaristia?

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    1. Il sabato fanno una specie di eucarestia con pizzette e balletto finale.

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  9. Ebbene sì, doveva succedere!
    Secondo i kikos la Messa cattolica non è assolutamente necessario guardarla, mentre "se non ti connetti in streaming con i fratelli della tua comunità, vuol dire che sei in discomunione"

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  10. I beni esteriori all’uomo (le ricchezze) sono ordinati al suo benessere corporale e il benessere corporale dell’uomo è subordinato al suo benessere spirituale naturale, cioè al bene naturale della sua anima, e questo stesso bene naturale dell’anima è in qualche modo ordinato al fine ultimo soprannaturale, all’unione soprannaturale dell’uomo con Dio, che è affidata alla Chiesa; lo è nella misura precisa in cui il bene naturale dell’anima è la condizione necessaria, benché non sufficiente, del bene soprannaturale, poiché la grazia presuppone la natura. Questa gerarchia dei beni ha per conseguenza la gerarchia dei poteri ai quali spetta di procurare questi beni.

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  11. Fatevi due risate: ennesima dimostrazione che
    il presbikiko Vito Luigi Valente scopiazza da questo nostro blog!

    Stamattina alle 7:24 veniva pubblicata questa pagina che state leggendo.
    Tre ore dopo, alle 10:27, il presbikiko ha inserito nel suo blog "Kikos terzo millennio" una pomposa pagina con le indicazioni di don Kikolone comparse qui.

    Che furbetto! Che volpino! Che destrezza da vero pasqualone neocatekiko!

    Ebbene, dato che lo avevamo previsto, avevamo alterato leggermente la prima riga.
    Anziché essere "Roma, 17/04/2020 Cari fratelli... avevamo invertito l'ordine dell'intestazione, separando le due diciture con tre trattini "---".

    Indovinate un po'? Nel blog del presbikiko, proprio come qui, c'è la versione trascritta con la nostra modifica: Cari fratelli --- Roma 17/04/2020".

    E poi si lamentano che ci facciamo beffe di loro e ridiamo per giornate intere. Ma come si fa a non prenderli in giro quando - come nel caso sopracitato - credono di rendere gloria a Kiko scopiazzando dal blog che svela le eresie di Kiko?

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    1. Qualcuno dovrebbe avvisare don Vito Luigi Valente che il libro del Risuscitò, raccolta di canti per il Cammino Neocatecumenale, non è la Sacra Bibbia.
      Ascoltando distrattamente infatti i suoi video sul blog Kairós Terzo Millennio (perché in questi tempi di pandemia, molti, anche i più inadatti, si sono scoperti una vocazione da youtuber), gli ho sentito citare Efesini 6,12 ("La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti") assai disinvoltamente con la storpiatura di Kiko nel canto "Rivestitevi sull'armatura di Dio" in cui gli spiriti del male "abitano in questo mondo di tenebra".
      Al di là del fatto che da un sacerdote che si mette a fare i video catechetici ci si aspetterebbe se non altro una citazione corretta della Sacra Scrittura, proprio Lino Lista ci ha spiegato come il far abitare gli spiriti del male in questo mondo invece che nelle regioni celesti, è un grave errore non casuale, ma derivante da un pessimismo nella capacità di riscatto della natura umana tipico della visione luterana di Kiko.
      Sempre nello stesso video, altra citazione dal Resuscitò "La croce gloriosa del Signore Risorto", attribuita all'inno, contenuto nel trattato sulla Santa Pasqua dello Pseudo-Ippolito, da cui Kiko ha tratto il canto.
      Ebbene, nell'inno, questa espressione "croce gloriosa" non c'è. Altra topica del presbitero che dimostra di credere a Kiko a tal punto da non aver mai letto i testi originali.
      Perché, se li avesse letti, avrebbe trovato scritta non la furbesca traduzione kikiana, riferita alla croce, "nel timore la difesa" ma, esattamente, "quest'albero é la mia protezione quando temo Dio".
      Anche questa alterazione non è casuale per un personaggio, Kiko, che ritiene di dover essere protetto anche se peccatore e che il santo timor di Dio l'ha abolito da bel principio.
      Visto che don Vito Luigi è nostro attento lettore, spero che per il futuro si corregga: più Sacra Scrittura, meno Risuscitò. Più Gesù, meno Kiko. Più fede in Dio, meno idolatria al Cammino.
      Altrimenti saremo costretti a dedicare alle sue kikate ben più di un semplice commento.

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    2. E come si combina con questo?
      [19]La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; [20]essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza [21]di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. [22]Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; [23]essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. [24]Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno gia vede, come potrebbe ancora sperarlo? [25]Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.

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    3. Si combina solo con questi elementi:

      1) senza "letteralismo biblico", poiché il letteralismo è un vizietto protestante

      2) senza insinuare "ma i nostri sono canti biblici, tu dunque critichi la Bibbia!", poiché i canti di Kiko non sono "biblici" ma sono storpiature della Bibbia, come già ampiamente e ripetutamente dimostrato

      3) senza censurare il Magistero e la Tradizione, poiché hanno ampiamente spiegato in venti secoli il rapporto tra divina grazia e libertà umana, il concetto di peccato "attuale" e peccato "in generale", il concetto di salvezza "eterna" e quello di azione "salvifica", eccetera (ma i kikos sono profondamente ignoranti di tutto ciò: non sia mai che leggano e meditino il Catechismo della Chiesa Cattolica)

      4) senza presumere che un qualsiasi valente neocatekiko, in qualità di seguace di Kiko, ne sappia più della Chiesa (specialmente se medita non la Bibbia ma la versione distorta che ne offre qualche canto kikiano)..

      Povero Valente, che figuracce da vero idolatra!

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    4. Il problema che Anonimo sembra non aver colto, lo spiega molto bene byTripudio: è sconsolante sentire un sacerdote che, non nella saletta, ma su Internet, diffonde le mistificazioni scritturali di Kiko.
      Già è pessimo che diffonda la sua concezione della fede.
      Ma ciò che è inammissibile è che citi le parole di Kiko al posto di quelle di San Paolo.
      Mala fede o ignoranza? Io propendo per superficialità e idolatria. Nel dubbio però che sia semplice ignoranza, ho preferito avvisarlo in proposito.
      Se Anonimo vuole usare la Sacra Scrittura per dimostrare che Kiko è più congruente con San Paolo di quanto lo sia San Paolo stesso, temo che sia su una strada abbastanza pericolosa, oltre che assurda e risibile.

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  12. La cosa assurda è che i miei ex fratelli, hanno ricevuto l'ordine dai loro catechisti che il Sabato si celebra nelle case, la liturgia della parola, canti e risonanze, ma non devono seguire le messe con il Papa o con altro prete, solo se si vive da soli si è autorizzati a seguire una "vera" messa. per tutti gli altri basta la comunità.
    Ormai sono convinti che la finta messa neocat fatta da laici, vale come e di più della messa celebrata da un vero sacerdote.
    Hanno fatto questo la notte di Pasqua, ma adesso utilizzano questo metodo per tutte le domeniche.
    Possibile che in entrambi i casi c'è la direttiva del cammino fatta per iscritto e la Chiesa non può intervenire?

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  13. Hanno fatto questo la notte di Pasqua, che vuol dire che hanno celebrato solo la prima parte della veglia con le letture? E allora tutte le altre comunità che invece hanno fatto anche la comunione distribuita dal capofamiglia?

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  14. Chi l'avrebbe mai detto: a leggere il post del fratello separato delle 9,29 che altro non è che un copia incolla di un testo biblico, mi è venuta nostalgia dei testi chilometrici del nostro I.P.G.(il ché, per me, è contro natura :) )
    Chissà se sta bene, se ci legge ancora... Mi piacerebbe averne notizie.
    M.i.B.

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    1. Condivido la tua preoccupazione, purtroppo la sua assenza nel nostro spazio commenti viene a cadere in un periodo particolare.
      Purtroppo non abbiamo modo di rintracciarlo. Abbiamo già gettato un messaggio in bottiglia sui social, vediamo se ci risponderà.
      Personalmente sono fiduciosa e gli rivolgo un appello di farsi sentire il prima possibile sulle nostre pagine.

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  16. Il Tripode in ritiro sull'Aventino
    direi
    Quattro mummie tirate fuori dalla necropoli

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