domenica 1 novembre 2020

L'unica malattia che il Cammino non può curare: la porno-dipendenza

Abbiamo altre anticipazioni sul mamotreto di Inizio Corso 2020-21: riguardano un argomento delicato, molto imbarazzante  per il Cammino Neocatecumenale, ma evidentemente così grave da dover essere affrontato, anche se solo nelle comunicazioni finali.


Già nella  convivenza di Inizio Corso 2019-20, don Pezzi aveva fatto un intervento, a cui abbiamo accennato in un precedente articolo, assolutamente in controtendenza rispetto a ciò che siamo abituati a sentire in queste occasioni esclusivamente auto celebrative.

Don Pezzi cioè aveva ammesso che esiste un problema grave e diffuso tra i membri delle comunità: la dipendenza da pornografia. Ne aveva trattato addirittura gli aspetti medici ed aveva dichiarato che per guarire da questa dipendenza, il Cammino, la fede forte, l'obbedienza ai catechisti, la vendita dei beni, la preghiera notturna sotto le indicazioni di Kiko NON BASTANO.
 
Ecco le sue precise parole:

"Per i fratelli del cammino neocatecumenale che sono caduti in questo precipizio è indispensabile continuare il cammino e allo stesso tempo frequentare un GRUPPO DI RECUPERO che normalmente si svolge una volta la settimana."

E, prevedendo le facili obiezioni di chi da sempre è stato abituato a credere che il Cammino ti SALVA da ogni cosa, dal divorzio, dalla morte, dall'egoismo, dalla noia, dal fallimento, da TUTTO, continuava:

"Alcuni dicono: ma non ti basta il cammino? Non ti basta la Parola di Dio? Obbedisci a noi e non vedere più pornografia! E non sanno che sono ammalati, che hanno bisogno come tutti gli ammalati di un aiuto ulteriore, complementare. Il fatto di frequentare il cammino fedelmente e una volta alla settimana, si trovano per aiutarsi vicendevolmente per uscire dall’inferno, questo va molto bene e non dobbiamo scandalizzarci. "

"Il ciarlatano" di Bernardino Mei
"Il ciarlatano" di Bernardino Mei
 
Già l'anno scorso, leggendo queste sorprendenti esternazioni, abbiamo pensato che era un peccato che queste raccomandazioni non le avesse formulate il grande Kiko, che ha dichiarato di aver redento alcolisti, violenti, ladri, e addirittura di aver guarito pure UN PEDOFILO semplicemente dimostrandogli di poter essere come lui.
Peccato che in passato, con l'assenso di don Pezzi, avesse addirittura dichiarato di essere in grado di curare i PROBLEMI SESSUALI delle coppie.
Tali proprietà taumaturgiche naturalmente si estendevano ai catechisti, dai più grandi ai più piccini; oltre alle decine, centinaia, migliaia di dichiarazioni di guarigione completa da alcolismo, ludopatia, tossicodipendenza e altre dipendenze con il solo kerigma neocatecumenale e l'obbedienza ai catechisti.

Non pensiate però che nel discorso di don Pezzi si prendesse atto del fatto, a noi ben noto, che il Cammino neocatecumenale non risolve i problemi, ma li maschera, li appanna temporaneamente, ma essi ritornano, spesso più forti di prima.
Assolutamente NO.

Per esempio, poco prima, don Pezzi aveva citato proprio Kiko per ribadire l'onnipotenza dei catechisti neocatecumenali e la necessità di obbedire loro supinamente per uscire dalle situazioni più gravi.

Queste le sue parole:

Kiko nelle sue catechesi ha citato spesso un episodio tratto dei Padri del deserto: quando una persona cade in un pozzo si trova in una situazione dalla quale non può uscire da solo. L’unico modo di uscire dal pozzo è che qualcuno da fuori del pozzo faccia scendere una corda e se veramente il malcapitato vuole uscire deve legarsi fortemente la corda attorno al corpo così che possa essere tirato fuori dal pozzo. E Kiko commentava: colui che ti può tirar fuori dal pozzo è il tuo catechista che Dio ti ha dato - NON IL CONFESSORE e dopo dirò perché -, la corda che ti butta per salvarti si chiama “obbedienza ”. Se ubbidisci uscirai dal pozzo."

Tanto che :

"Abbiamo visto in questi anni alcuni fratelli – grazie a Dio - che hanno terminato il percorso neocatecumenale e alcuni che avevano celebrato il matrimonio spirituale con la propria comunità, sono CADUTI magari lasciando moglie e figli o il marito e figli, oppure IL LORO ZELO SI È ANDATO SPEGNENDO E HANNO LASCIATO LA COMUNITÀ. "

E continuava:

"Sono pochi casi, ma se non si è fatta – come ripete tante volte Kiko – la rinuncia ai beni, se non si è preso con serietà il cammino, prima o poi si crolla"

Anche qui comunque una piccola ammissione c'era:  alcuni fratelli che, pur 'adulti nella fede' hanno abbandonato la famiglia o 'il loro ZELO si è andato spegnendo e hanno lasciato la comunità' (attenzione: lasciare la comunità è paragonato all'abbandono della famiglia naturale, perdere lo zelo per il Cammino è considerato un venir meno al proprio solenne dovere ed impegno, quello di morire per e nel Cammino neocatecumenale! ).

Ad ogni modo un motivo veniva dato , e non che il Cammino sia insoddisfacente, opprimente, alienante, coartante, eretizzante, ma: non si è preso con serietà il Cammino, non si è obbedito ai catechisti e non si è fatta BENE la RINUNCIA ai beni.

Quindi da un lato ammetteva che il Cammino NON BASTA, dall'altro ribadiva che ogni problema potrebbe essere evitato, basterebbe fare BENE il Cammino, RINUNCIARE AI BENI, obbedire ai catechisti.

Perché obbedire ai catechisti?
Ma perché essi, per ispirazione dello Spirito Santo, sanno tutto di te, sanno tirarti su dal pozzo più profondo (LORO SÌ, IL CONFESSORE NO).
I catechisti, lo abbiamo dimenticato?, sono addirittura dei terapeuti del sesso, in grado di insegnare alle coppie a fare l'amore, capaci di risolvere problemi e disfunzioni sessuali, frigidità, impotenza...

"Noi abbiamo visto che moltissime coppie che avevano frustrazioni tremende, nelle quali l’uomo era arrivato all’impotenza e la moglie alla frigidità.., che cosa è successo?
E’ bastato che entrassero nel cammino e cominciassero a parlare con i loro catechisti, e che questi gli dicessero come devono fare l’atto sessuale (quanto tempo era che non vivevano il sacramento, ossia che non facevano di questo atto un atto sacro?  Benedire il Signore prima e offrirsi l’uno all’altra come Cristo si offre alla sua Chiesa) perché immediatamente cominciassero a recuperare piacere sessuale, perché l'atto sessuale cominci a non essere fonte di frustrazione né fonte di vizio o di perversione."

Che cosa è successo da pochi anni a questa parte per convincere don Pezzi e Kiko che i catechisti neocatecumenali, capaci di far risorgere i morti dai loro letti (è proprio il caso di dirlo) non sono in grado di risolvere il "problemino" della dipendenza da pornografia?


Dal 'Giudizio Universale' alla Domus:
l'uomo legato alla colonna è
il catecumeno fornicatore impenitente.


Anche nella recente convivenza di inizio corso 2020/21, come scrivevamo all'inizio dell'articolo, don Mario Pezzi è ritornato sull'argomento della dipendenza dalla pornografia, dicendo ai catechisti presenti:

"Vi lasciamo una nota scritta su come potersi iscrivere a questi corsi che non sono del Cammino neocatecumenale, ma sono un’associazione del Vicariato di Roma. Ciascuno si può iscrivere nell’anonimato, senza dire chi è, neanche se è prete, se è sposato: basta iscriversi e viene affidato a un gruppo che già sta funzionando. Quest’anno abbiamo visto molti miracoli e molti fratelli hanno cominciato ad essere liberati da queste schiavitù." 

Prendiamo atto nuovamente con stupore che, anche quest'anno, i massimi leader del Cammino neocatecumenale ammettono la propria sconfitta di fronte alla invincibile dipendenza dalla pornografia dei propri adepti, dei catechisti, persino dei presbiteri: sono letteralmente impestati da questo vizio, e non è più il Cammino a fare miracoli, ma devono ricorrere ai corsi degli psicologi e ai gruppi di auto-aiuto,  a cui indirizzano i catecumeni che prima delle Lodi alla mattina si dedicano a YouPorn.

Kiko subito dopo inveisce: 

 "Non possiamo essere apostoli schiavi della pornografia, di donne nude, di porcherie, non è possibile! Una cosa o l’altra: vai al mondo, vai con tutte le donne nude che vuoi, ma non puoi stare qui. Bisogna chiarire questo! Dobbiamo aiutare i nostri fratelli, salvarli dal demonio, dall’inferno, dalle porcherie schifose, dalla pornografia, da cose che sono completamente demoniache e contrarie all’annunzio del Vangelo. Non è possibile stare con un piede nell’inferno e con l’altro nel cielo, non è possibile, nel cielo non accettano questo e ti cacciano via.

Ma come, Kiko? Ora cacci via i peccatori? I poveri e ciechi e zoppi? I malati? Perché questa è una malattia, ha appena spiegato don Pezzi... 

E il tuo Cammino? Non fa più miracoli.?

Il santone Kiko è stato messo alle strette: c'è un peccato di fronte al quale gli Apostoli catechisti del Cammino non possono fare nulla: anzi, sono proprio loro i primi ad esserne schiavi. Altroché  terapeuti del sesso! Schiavi di un peccato che, per Kiko Argüello, merita solo la condanna, la cacciata e l'inferno. 

Un peccato vergognoso di fronte al mondo, che non può più essere nascosto.  

Un peccato che ora viene dichiarato inammissibile, mentre i peccati sessuali in Cammino fino a ieri erano addirittura "voluti da Dio" per rivelare la propria insufficienza umana, al punto tale da far dichiarare in uno scrutinio ritenuto esemplare tanto da essere inserito nel mamotreto: "Il Signore ha fatto sì che attraverso la sua Parola, attraverso la comunità, io cominciassi a vedere che ero un maiale".

Che dire? 

Possiamo solo fare un' ipotesi per spiegare questa enorme contraddizione negli insegnamenti dei leader 'spirituali' del Cammino neocatecumenale, questa ammissione di sconfitta e addirittura questa isteria dell'Argüello, solitamente così tollerante e quasi compiaciuto dei peccati "contra sextum" dei propri adepti.
 

L'ipotesi è la seguente.
 
Ormai gli scandali sessuali (pedofilia, violenze sessuali, incesti, perversioni di ogni tipo) che hanno come protagonisti e vittime membri del Cammino non possono più essere completamente coperti e tacitati: sono diventati di pubblico dominio. Sono un'emergenza, un bubbone così grande da non poter più essere celato.

E allora che si fa? Si ammette di aver sbagliato completamente indirizzo? Di non aver saputo educare i propri giovani alla continenza, al dominio di sé, alla castità? Di aver nutrito invece le loro fantasie fattesi morbose con il miraggio di poter soddisfare tutte le proprie voglie vantandosi di raccomandare o addirittura comandare rapporti continui, senza limite di periodi mensili, di necessità di recupero, di problemi economici, di età, di salute fisica e psicologica?
Di aver promesso l'Eldorado del sesso, addirittura benedetto da Dio?

Naturalmente no. Di fronte ai problemi che montano e non possono più essere nascosti, si invoca la 'malattia' causata dal mondo, dai social cattivi, dalle brutte compagnie. Una malattia che stranamente il taumaturgico Cammino non può curare, e sul cui insorgere declina ogni minima responsabilità.


41 commenti:

  1. Non capisco tanto allarmismo neocat. Da decenni martellano sul fatto che sono figli del demonio e non possono non peccare. Perciò perché si agitano così?
    Consiglierei a San Chicchirikiko di non scaldarsi tanto: keep quiet and calm, my dear! Suona il campanello, chiama il maggiordomo, fatti portare un bel sigaro di lusso e fatti una fumatina, tanto è tutto gratis, e non pensarci più. Finché c'è decima c'è speranza...

    A parte gli scherzi, credo sia corretta l'interpretazione data. Di fronte al montare degli scandali e degli abusi tra i camminanti non c'era altra soluzione che chiamarsi fuori. "Loro" fanno miracoli in tutti i campi, tranne quello. Perciò non sono responsabili di alcunché.

    Solita storia insomma, il cosiddetto Cammino non è mai responsabile di nulla.

    Con buona pace di chi ha sofferto, come sempre è stato.

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  2. E' cosa risaputa che la maggior parte di coloro che abbandonano la fede, o diventano eretici cercando una "fede" più tollerante come il modernismo o altre deviazioni filo luterane, è a causa del peccato o, meglio, a causa del peccato che vogliono continuare a commettere senza più nessun senso di colpa, in modo da vivere tranquilli.
    Ma in caso di caduta il senso di colpa è necessario per tornare a Dio: non può esistere misericordia se non c'è questo senso di colpa.
    Il senso di colpa che, invece, tiene lontani da Dio perché fa sentire indegni, è demoniaco.

    Il Cammino potrebbe appellarsi al fatto che le cadute, per quanto scandalose, ci sono sempre state nella Chiesa, e questo è vero.
    Ma qui si sta parlando di un VIZIO che, se pure può essere anche una dipendenza e perciò una malattia (ma anche un legame spirituale dovuto a influenze del demonio), in se stesso rimane un vizio e un peccato.
    In qualunque movimento se si venisse a sapere che una persona è dedita alla pornografia, verrebbe destituita da incarichi, almeno quelli più importanti.
    Nel Cammino invece, a quanto pare, i "catechisti" continuano a fare i "catechisti". Qualcosa non quadra.

    Il fatto è che nel Cammino ci sono problemi sia col concetto di peccato e con quello di grazia.
    Ma ci sono anche problemi col concetto di comunità e quello di famiglia, che è vista solo in funzione del Cammino, la vera famiglia di tutti i camminanti.
    Lo stesso fare figli senza alcun discernimento, per quanto le famiglie numerose e i figli siano una benedizione, manifesta un modo di concepire la famiglia e la procreazione che non è conforme a quello insegnato dagli ultimi Papi.
    Ricordo che anni fa un mio amico del Cammino vedeva nella genitorialità responsabile proposta dalla Chiesa una forma di egoismo.

    Il risultato è che ci sono sposi del Cammino che, per limitare il numero dei figli, o si astengono totalmente dai rapporti conuigali, senza però che questa sia una decisione naturale, presa di comune accordo e per consacrarsi a Dio, o, se non si astengono, li compiono in modo da commettere peccato, che in tal caso è sempre grave.
    Poi, magari, il sabato fanno una Comunione sacrilega (per abitudine o per rispetto umano: questa si che è religiosità naturale!).

    Non c'è da meravigliarsi che in un contesto del genere dilaghi la pornografia.
    Pur scrivendo in un blog contrario al Cammino, dico questo con dolore. Non ho nessuna soddisfazione a smascherare le magagne del Cammino per vedere i camminanti sconfitti, ma solo per vedere vincere la verità. A vantaggio anche dei camminanti.

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  3. Un'altra cosa da evidenziare che manifesta la distanza tra il Cammino e la Chiesa, è la bestialità detta da Kiko in persona:

    -colui che ti può tirar fuori dal pozzo è il tuo catechista che Dio ti ha dato - NON IL CONFESSORE e dopo dirò perché -, la corda che ti butta per salvarti si chiama “obbedienza ”-.

    Parole false e ispirate dal demonio.
    Tutti i santi, tutta la dottrina della Chiesa, sempre e dovunque, hanno detto che si deve ubbidire al confessore (che deve essere cattolico e non modernista).
    Riguardo poi alle anime scrupolose la dottrina e la pastoralità della Chiesa vede l'obbedienza assoluta al confessore (NON AL CATECHISTA eletto da Kiko) quasi come un dovere morale e comunque come l'unico modo per aiutare queste anime.

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  4. Pultroppo torniamo sullo stesso punto di sempre:

    La direzione spirituale dei fedeli.

    Kiko ed il suo CN, hanno fatto da anni, una separazione netta tra il direttore spirituale della comunità, cioè il TUO catechista laico neocatecumenale ed il confessore, presbitero ( e non sacerdote) per la semplice confessione dei peccati.

    Il catechista laico neocatecumenale te lo ha dato DIO ed è l'unico che può aiutarti e portarti alla fede , il confessore della Chiesa è un comune presbitero, (oggi uno, domani un'altro), semplici dispensatori di assoluzioni.

    Se non accetti questa logica non sei in linea con il cammino neocatecumenale.

    Personalmente ho provato diverse volte a confessarmi privatamente con presbiteri neocatecumenali, chiedendo una direzione spirituale.
    Mi hanno sempre dato, solo, l'assoluzione dai peccati, rimandandomi dai catechisti neocatecumenali per la direzione spirituale.

    I presbiteri usciti dai seminari neocatecumenali RM sono "programmati" ad agire in questo modo, fà parte della loro preparazione.

    Sono dei semplici dispensatori di sacramenti e basta, questo sono chiamati a fare, per il resto ci sono i catechisti laici neocatecumenali di Kiko con mandato DIVINO.

    Volete mettere a confronto un mandato ricevuto direttamente da DIO, con un mandato ricevuto dalla (minuscolo intenzionale) chiesa?

    LUCA


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  5. Da quando sono uscito dal cammino ho subito smesso di vedere pornografia, semplicemente affidandomi a Dio invece di aspettare l illuminazione dei catechisti alla "prossima tappa"... Illuminazione che non viene mai, tanto Dio ti ama anche con i tuoi peccati...

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  6. Per me il messaggio del Cammino ha sempre avuto una forte connotazione sessuale, a cominciare dagli annunci dati in chiesa da donne incinte, vestite in modo inadeguato che ammettono di essersi lasciate andare ad ogni tipo di pratica sessuale (mi sono sempre chiesta che genere di immagini e di fantasie suscitano queste testimonianze) o da uomini che ammettono che, quando il loro dio toglie la mano dalla loro testa, si precipitano dalle prostitute. Per non parlare di analoghe confessioni pubbliche fatte da sacerdoti.
    A ciò si aggiunge un comportamento da veri e propri wedding manager con i giovani, come se fossero sempre perdenti di fronte al combattimento per la castità, le domande insistenti di argomento intimo durante gli scrutini, le lavate di testa da parte dei catechisti al coniuge che non si concede, anche quando sono stati ampiamente superati i limiti d'età.
    Il Kiko ora tanto indignato dalla dipendenza da donne nude o altre porcherie, aveva pubblicamente detto che per gli annunci in Cina erano necessarie delle ragazzine, che definì cefale, che attizzassero il maschio orientale.
    Quindi ha rivelato, per chi non lo avesse capito, la spregiudicatezza con cui il Cammino ha sempre usato il richiamo sessuale per attirare adepti.
    Ora raccolgono ciò che hanno seminato: nè i giovani ne gli anziani hanno sufficienti risorse interiori per resistere alla pornografia, ora così facilmente a disposizione. E perché dovrebbero farlo, quando gli è stato insegnato che di queste cose si occupano i bigotti della Messa delle 12, non i virili neocatecumenali?
    Tragico poi il teatrino fra Pezzi e Kiko, uno che si dà tanta pena a sostenere che è una malattia da curare frequentando gruppi di auto-aiuto (senza mai abbandonare il Cammino, nonostante si sia rivelato totalmente inutile a sconfiggere il vizietto) e l'altro che perde le staffe ed inveisce 'in cielo ti cacciano'.
    Devono essere successi scandali inenarrabili, nonostante il lockdown.

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  7. La lettura di questo post centrato su un singolo aspetto in prospettiva neocatecumenale “le dipendenze sessuali” solleva la coltre di omertà che come un velo pietoso si distende sull’intero Cammino, tenendolo al riparo da occhi indiscreti.
    Molto più e molto peggio del proverbiale “i panni sporchi si lavano in casa”.
    Primo perché questi i panni sporchi non sono soliti lavarli per niente, tanto li indossano sotto la “veste bianca”.
    Secondo perché a vivere nella pulizia non sono stati proprio abituati.
    Se sei solito ripulirti e hai a cuore mantenerti lindo, la vita nella tua comunità non fa per te. Diventa impossibile. Perchè non si vive sentendosi accusare ogni giorno di essere un moralista entrato in cammino per diventare santo e sentirsi migliore degli altri, uno che giudica il fratello peccatore perché pensa che lui mai sarebbe capace di fare “simili porcherie”.
    Il cammino infatti è un vero e proprio addestramento a non scandalizzarti mai di niente.
    E che, sei proprio un pivellino?
    Perchè se tu ti scandalizzi poi succede che ti metti dalla parte delle vittime delle violenze degli incontrollati e incontrollabili violentatori che “devono” fare la benedetta esperienza “che loro non possono non peccare”. Costoro si agirano indisturbati e protetti dalle tenebre nelle oscure salette. Accorti kikatekisti stabilmente presidiano il territorio, come cani mastini, a TUTELA DEL BUON NOME DEL CAMMINO...

    Oggi cosa vanno trovando? Il padre Mario patetico con i suoi soavi giri di parole non fa che coprirsi di ridicolo. Lo stesso Kiko non lo sopporta così dialogante e bisognoso di offrire improbabili pezze di appoggio e irrompe tracotante “Fate schifo! Meritate l’inferno! Via! Lungi da me”.
    E’ proprio un demonio.

    Ma, calmando gli animi, serenamente e senza tanti giri di parole è sufficiente trarre una elementare conclusione, la famosa morale della favola: SI RACCOGLIE QUELLO CHE SI E’ SEMINATO.

    Inoltre, come spesso avviene nella vita quello che si è predicato prima o poi ti si ritorce contro, se è mancata la coerenza, se non hai messo in pratica tu per primo il tuo insegnamento, se sei uno che predica bene e razzola male, che dice e non fa; un fariseo, insomma..
    E così, dopo aver stigmatizzato che Dio “la nascosta superbia la punisce con la lussuria”, ti ritrovi con la tua creatura tra le mani, il TUO “potente cammino” infestato di peccati sessuali, ricovero di pedofili impenitenti e un cospicuo numero di violentatori seriali e schiavi della pornografia.
    Buona regola sempre è tenere frenata la lingua, riflettere bene su se stessi prima di parlare al prossimo sparando sentenze a raffica e vestendo i panni dei maestrini , Perchè poi come minimo si rischiano queste figuracce.
    Purtroppo nel cammino si nasce imparati. Perchè basta che Kiko ti invia e la scienza ti piove dall’alto copiosa.
    Dimenticando che il nostro vero Maestro ci aveva avvisati: Voi non fatevi chiamare maestri. Perchè uno solo è il vostro Maestro e Signore e voi siete tutti fratelli!
    Per i fratelli si dà la propria vita, non si infierisce su di loro con prepotenza, autorità e arroganza.
    Tutto questo non viene da Dio, e semina solo morte e dolore.

    Pax

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    1. Scusate non ho ben riportato:
      Dio “la nascosta superbia la punisce con la lussuria”

      la citazione è questa

      Dio “la NASCOSTA superbia la punisce con la MANIFESTA lussuria”

      Poi, per dircela tutta, purtroppo per loro la superbia non è poi neaanche tanto NASCOSTA, in verità!

      Continuo fra poco con altri commenti.

      Pax

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  8. Pietro (NON del Cammino)1 novembre 2020 09:24

    In qualunque movimento se si venisse a sapere che una persona è dedita alla pornografia, verrebbe destituita da incarichi, almeno quelli più importanti.
    Nel Cammino invece, a quanto pare, i "catechisti" continuano a fare i "catechisti". Qualcosa non quadra.
    ___________________________

    Infatti non quadra proprio niente, ma è perfettamente in linea con la loro logica perversa.

    Come fanno i responsabili del cammino della Kenosi per eccellenza a destituire i responsabili di infamità ?
    Tante volte abbiamo dato testimonianza di quanto avviene nel cammino a proposito di queste dinamiche. Stupisce come si ripetano dappertutto. Significa una cosa sola: che sono funzionali al sistema. I fratelli se ne facciano una ragione.
    A noi preme solo illustrare questa prassi perversa perchè chi per avventura ci legga mentre fa parte ancora del cammino possa trovare risposte ai disagi irrisolti che vive nella comunità e ai quali ancora non sa dare un nome.
    E' da chiedersi perchè nel cammino tante volte "emergono i peggiori tra gli uomini"? Ossia riescano ad imporsi ai livelli più alti personaggi discutibili, con caratteri impossibili e eccessivamente indulgenti con se stessi? Puoi anche assistere a volte a destituzioni simboliche, nei casi più gravi. Cambio di zona e cambio di equipe "per un tempo", magari ti mandano a svernare in Africa per un intero corso... ma poi prodigiosamente, andate a vedere, certi personaggi te li ritrovi sempre lì, di nuovo insediati al loro posto; magari appena le acque si sono calmate.
    E le acque, statene certi, prima o poi si calmano sempre.
    Altra arte in cui sono maestri è "l'arte dello stancheggio".
    Quando NON vogliono risolvere una cosa o, meglio, la vogliono risolvere a modo loro che poi è sempre lo stesso, iniziano a dirti "già verremo... già faremo... già diremo" e a giugno rimandano a settembre... a settembre al giugno successivo... il tempo passa e il tempo è la migliore medicina, si dice, giusto?
    Conclusione: o ti pieghi stremato o ti riducono all’esasperazione.
    Ma in questo caso c’è anche una terza ipotesi, questa è la vera buona notizia, quella auspicabile e vincente. Compresa l’antifona lasci il cammino, te ne vai via lontano da loro per sempre, senza più voltarti indietro. Davvero dal male il bene!

    Restare dentro significa invece una serie infinita e dolorosa di cose da subire, soffrire e sopportare.
    Perchè per restare devi rinunciare a lottare: è impossibile, inutile tentare di cambiare il cammino dall’interno. Non te lo consentiranno mai. Dentro si resta solo alle loro regole. E sono regole ferree: riabilitazione dei delinquenti, regime di omertà per tutti gli altri.
    ..........

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  9. ..........

    Certo che i fratelli camminanti si piegheranno senza troppa resistenza a non giudicare mai, nessuno vuole mettersi a rischio, nei guai con le sue stesse mani.
    Questo per comprendere come mai sia possibile che in intere comunità di fratelli, cosa che accade dappertutto, non si trovi neanche uno che abbia il coraggio di denunciare, di alzare la voce quando succede uno scandalo. Stanno tutti zitti. Tutti adulti che stanno morti di paura. Mentre senti serpeggiare nella comunità una raccomandazione vicendevole "bisogna obbedire ai catechisti che ci hanno detto che di quanto accaduto non ne dobbiamo parlare neanche tra di noi". Così è tipico nel cammino che la vittima resti isolata a macerarsi dietro l'obbligo che gli è stato imposto e che non riesce ad adempiere di DOVER PERDONARE, mentre l'operatore di iniquità continua, indisturbato, il suo cammino di morte.
    Ma non dice la scrittura "togliete il malvagio di mezzo a voi" e "correggete gli indisciplinati"?
    Di queste parole nel Cammino non c'è traccia. Di dover compiere, vivere queste parole.
    Ma questi che comprano a fare Bibbie e Bibbie? A che fine scrutano e scrutano la loro nuova di zecca Bibbia Unica al mondo? Sono solo cembali che tintinnano, cembali scordati.
    Alla fine resta solo il dato di fatto che nessuno viene rimosso dal suo incarico per simili vicende.
    Questo sarebbe per loro un inaccettabile segnale di kikiana dabolezza, è evidente. La prova che il cammino non ha funzionato. Il cammino è fatto di esperti di Kenosi per cui chi più si “conosce” peccatore e ha esperienze eclatanti da raccontare nel prosieguo delle tappe del cammino, egli è la riprova della bontà stessa del percorso.
    Diciamo che in definitiva nel cammino la prova è all'incontrario.
    Non devi dimostrare una vita di grazia, una qualche maturità di fede. Deve sempre mancarti qualcosa, altrimenti il cammino è bell'e finito. Non ha più senso alcuno.
    Ma il cammino deve continuare tutta la vita.
    Tu devi stare umiliato e sottomesso tutta la vita. Obbediente sempre ad altri.

    Pax

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  10. Si esce da tunnel della pornografia prima di tutto archiviando il Cammino, un contesto deviato dove si vaga per sfociare nel tormento di un' unica convinzione: si è figli del demonio.
    Anche i sacerdoti dalla "vocazione" kikiana affermano d' essere figli di quel diavolo che non ti permette d'esimerti dal peccato, provocando una dinamica avversa e nefasta ove i peccatori son giustificati e gli innocenti penalizzati. Per tale motivo si pretende che la persona danneggiata, quindi vittima, si prostri ai piedi a satana per chiedere perdono dinanzi a tutta l' assemblea che lo acclama.
    Fistolo la spunta sempre, ma non stupisce essendo il movimento argüelliano un inferno.

    Mario propone una soluzione alla pornografia innovativa per il Cammino, non ne conosco la motivazione, ma certamente la magagna c' è. Ma il quesito più impellente è il seguente: un soggetto frustrato e impregnato di negatività come può compiere un itinerario di rigenerazione e di crescita interiore se permane legato ad un contesto artefice di devianze?

    L'equilibrio, il dominio di sé, il buon gusto, il rispetto per la dignità propria ed altrui sono esulati da questa setta dove la bontà viene annientata, la Parola di Dio mistificata, il peccato inneggiato.
    Evitare di cadere nel pornografico, nel volgare, nel licenzioso, nello sfruttamento egoistico dell'altro non lo si può adempiere finché si segue la parola di un guru che si definisce peggiore di un pedofilo, cui la degenerazione quindi schizza alle stelle!

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  11.  "Non possiamo essere apostoli schiavi della pornografia, di donne nude, di porcherie, non è possibile! Una cosa o l’altra: vai al mondo, vai con tutte le donne nude che vuoi, ma non puoi stare qui etc." Kiko

    - Il coccodrillo piglia l’omo e subito l’uccide. Poi che l’ha morto, con lamentevole voce e molte lacrime lo piange, e finito il lamento, crudelmente lo divora. -

    Ipocrisia!

    Kiko pratica una finzione teatrale, una simulazione. Inventa con estro visionario un cielo che si identifica con il Cammino ed un inferno che abbraccia tutte le realtà esulanti le setta, inclusa la Chiesa Cattolica. Un ghiribizzo che pratica ponendosi la maschera del buon maestro sul volto.

    Ci domandiamo: perché proferisce un simile discorso mentre sospinge i fedeli alla trasgressione?
    È un atteggiamento meschino i cui risultati appagano l' animo di Kiko, che come sempre si espone con doppiezza per ottenere un tornaconto personale o per sottrarsi alle proprie responsabilità.

    Sussiste una differenza sostanziale tra ieri e oggi, perché come abbiamo constatato nel video di qualche giorno addietro dedicato a G.P. II, gli assistenti assetati di potere del guru gli rifilano dei concetti di già pensati e stilati affinché leggendo non dichiari la verità odiosa che caratterizza lui e il cammino. È vecchio, non pienamente lucido ed un guizzo di orrida verità potrebbe sfuggirgli come accadde quando accomunò la Vergine Santissima agli uomini comuni. Così egli apparentemente esorta all'onestá e nel segreto forma delle personalità traviate.

    Al Cammino coincidono molteplici casi di violenza e pedofilia, storie di perversioni e nascondimenti talmente crudeli da far inquietare. Una tra le tante la questione di quel catechista abusatore inviato alle Seychelles affinché non subisse l' attuarsi della giustizia, beneficiando in tal modo il Cammino. Passato un certo tempo il maniaco fu reintegrato al suo ruolo di catechista kikiano. Questo procedimento non combacia minimamente con le falsità dichiarate da Kiko che ho rimarcato al principio del mio commento. Chi possiede una qualche perversione sessuale è ben accetto nel movimento, chiamato addirittura a ricoprire dei ruoli di vantaggio e di guida con il rischio concreto che contamini e leda altre anime, anche molto giovani.
    Ipocrita e menzognero lui e tutta la sua corte perversa!

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  12. erodeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeendoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

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  13. È una forma perfetta di controllo delle persone e garanzia di fedeltà al guru Kiko.
    Controllo perché, conoscendo le perversioni dei suoi catechisti,li tiene sempre in pugno.
    Fedeltà perché senza il CN questa gente è finita, quindi obbedire a Kiko è il male minore invece che essere smascherati e pagare il prezzo delle loro perversioni.

    LUCA

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  14. Il ricorso patologico alla pornografia è una vera e propria dipendenza, proprio come la dipendenza dalla droga, porn addiction, si chiama. Incide e danneggia la capacità di autocontrollo, che in psicologia viene denominata willpower. E' soprattutto un prodotto del nostro tempo, in cui l'accesso internetico gratuito a servizi porno è dilagante. Tu parli di una serie di virtù che chi è affetto da porn addiction non può assolutamente esercitare, almeno nella sfera attinente al suo disagio, dato che sono anche implicate modificazioni fisiche in certe aree del cervello. E' una patologia, una malattia, una dipendenza che certamente può nascere all'interno del Cammino, come nel resto della chiesa, vedi le lobby gay e le numerose scoperte di materiale pornografico in possesso anche di ecclesiastici. Purtroppo è una dipendenza ignominiosa, perché attiene alla sfera sessuale, ha connotati considerati più sporchi della dipendenza, per esempio, da sostanze stupefacenti, verso cui normalmente si tende ad essere più comprensivi. Chi ne soffre in maniera conclamata e diagnosticata ha vita difficile, con incidenza anche sulle relazioni affettive, che ne rimangono deteriorate per ovvi e meno ovvi motivi. Può essere vero che il Cammino non aiuti alla preservazione dalla caduta in tale stato patologico, ma parlare di demonio e suo asservimento mi sembra un po' medievale. Le cause per cui si può cadere in questa patologia sono molteplici e non dipendono dall'asservimento demoniaco del soggetto, il quale è solamente vittima di certi meccanismi e soffre anche molto. Sempre in riferimento a casi clinicamente diagnosticati e pervasivi. Definire l'affetto da sex addiction come frustrato e impregnato di negatività mi sembra un'ulteriore bastonata su hi ha già una vita difficile, un giudizio moralista che di certo non è la giusta qualificazione per un paziente che, a parte sé stesso e le persone affettivamente a lui legate, non fa del male a nessuno, come nei casi di pedofilia o abusi. Queste persone hanno bisogno di un lungo (lunghissimo a volte) tempo di terapia per uscire dalla loro dipendenza, la formula non è così semplicistica come il solo uscire dal tunnel del Cammino. I risultati non sono sempre garantiti e gli affetti dal disturbo sono persone che soffrono molto, stigmatizzarle non mi sembra proprio il caso.

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    1. Condivido il tuo punto di vista scientifico.
      La scienza non può contemplare ciò che la supera, come l'azione spirituale del demonio, che se esiste agisce e agisce soprattutto attraverso il peccato, il paranormale (quello vero, non i trucchi da circo), ecc.
      Se ammettiamo che possa tentare, ammettiamo già una sua azione che interferisce col nostro vivere quotidiano, anche se, nel caso della tentazione, puramente esterna.
      Ma se vogliamo parlare di pornografia non solo come dipendenza, ma anche come vizio e come peccato, non possiamo non considerare anche l'azione diretta del demoni.
      Non dico sempre, ma non si può escludere.

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    2. Ho scritto SE esiste, ma è ovvio che, per chi crede nel Vangelo, il demonio esiste.

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    3. Nel caso del Cammino neocatecumenale la dipendenza da pornografia viene evocata sicuramente come scusante ridicola di comportamenti illeciti, malvagi o violenti. La frequenza dei corsi di auto-aiuto fa pensare, in piccolo, ai ricoveri nelle cliniche del sesso del vip americani dopo che una storiaccia delle peggiori che li riguarda è divenuta di dominio pubblico. Penose foglie di fico ('poverino, era malato!' si dirà) per nascondere e giustificare l'ingiustificabile. Se non fosse così, perché farne tanta pubblicità?

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    4. Vorrei solo aggiungere che nel Cammino ti danno "l'autorizzazione a peccare".

      Non te lo dicono con quei termini, ma te lo fanno capire insegnandoti continuamente che:

      1) l'uomo "non può non peccare" - sottinteso: sarebbe inutile resistere alle tentazioni;

      2) il Signore "ti manda le disgrazie per convertirti" - sottinteso: se hai debolezze, è perché te le ha "mandate" il Signore, dunque non avrebbe senso cercare di domarle;

      3) i peccati mortali relativi alla sfera sessuale "se vuoi, domani lo sigillerai" (è parola di Kiko, rendiamo grazie a Kiko!) - sottinteso: la confessione sacramentale sarebbe facoltativa e rinviabile a piacere;

      4) il Signore "salva a grappoli" - sottinteso: se la tua comunità "fa bene il Cammino" allora ti salveresti automaticamente.

      Cioè sono quattro eresie, rispettivamente:

      La 1 è un'eresia contro la libertà umana e la grazia divina; in realtà l'uomo può anche resistere al peccato; non ci riuscirà sempre, però l'atto virtuoso del fuggire le tentazioni lo porta ad accettare molto di più la divina grazia.

      La 2 è un'eresia contro la giustizia di Dio, la misericordia di Dio, la bontà di Dio; in realtà le disgrazie sono frutto della natura ferita dal peccato (nel paradiso terrestre non avvenivano terremoti, i virus non aggredivano l'organismo umano, il parto non era doloroso, ecc.).

      La 3 è un'eresia contro la santità dei sacramenti; Nostro Signore non li ha istituiti come hobby o sport: li ha istituiti perché sono necessari alla salvezza. Insinuare (come fa Kiko) che la confessione dei peccati mortali sarebbe facoltativa e rinviabile a piacere significa considerarla uno spettacolino religioso autogestito (magari "autogestito dalla comunità neocat").

      La 4 è un'altra eresia contro la libertà umana e la grazia divina: in realtà ognuno è responsabile delle proprie azioni e ne risponderà davanti a Dio, personalmente. Il Signore non ti chiederà se hai dato la "decima" o se hai "fatto bene il Cammino" (e nemmeno se eri "aperto alla vita" in senso kikista-carmenista).

      Le eresie neocatecumenali sono espresse in modo sottile e viscido e quindi ancora più pericoloso, perché i fratelli delle comunità non si accorgono di venir turlupinati dai fedelissimi pappagalli di Kiko.

      E quindi a questo punto si capisce perché nella Chiesa Cattolica un buon confessore aiuterebbe a capire e a combattere certe dipendenze mentre nel Cammino si è di fatto "autorizzati a peccare" (gli unici peccati condannati nel Cammino sono il venir meno al "mollare il malloppo", il venir meno alle cosiddette "convivenze", e il non subire passivamente le menzogne dei capicosca della setta).

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  15. Anonimo 11:16, qui non mi pare che si stigmatizzino i tossico-dipendenti ma gli spacciatori, cioè i catechisti a salire fino all'iniziatore, che si arricchiscono proprio rinchiudendo la gente nella dipendenza.

    ----

    L'abitudine neocatecumenale all'incontinenza e alla morbosità si esprime anche in altre forme, come la continua violazione del foro interno individuale e dell'intimità familiare, della libertà di coscienza e dell'autonomia economica.

    Alcuni di loro hanno una modalità tutta neocatecumenale, assolutamente prevedibile perché sempre identica a se stessa, di mettere in imbarazzo l'interlocutore esterno con domande indiscrete ed osservazioni improprie. Segno, questo, di prolungato addestramento. Talmente convinti sono della giustezza dei loro atteggiamenti da stigmatizzare sistematicamente chi glieli fa notare come sgradevoli.

    Si direbbe che abbiano vissuto immersi in un telereality trash invece che in una comunità religiosa.

    A.Non

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  16. Ma infatti. La superficialità non è nostra, ma del Cammino neocatecumenale che per 50 anni si è proposto come unica soluzione a tutti i mali, addirittura considerando inetto e privo di fede chi si rivolgesse a specialisti soprattutto per superare problemi psichiatrici, psicologici e dipendenze di ogni tipo.
    Ancor oggi il vecchio guru pensa che basti urlare e spaventare le persone con la minaccia dell'inferno per risolvere ogni cosa...quando per decenni non ha insegnato a prendere sul serio certe patologie, le depressioni: pensiamo a Carmen, della cui situazione ha asserito di non essersi mai accorto e della quale neppure oggi si ammette il declino neurologico.
    Che genere di esempio si dà a centinaia di migliaia di persone nel nascondere e negare una patologia neuro degenerativa ormai cosi diffusa e che non è certo un peccato o una colpa?
    Invece, a mio parere, si cerca di nascondere dietro questo alibi della dipendenza il comportamento condannabile di animatori seriali, mai corretti, mai individuati, magari catechisti e didascali.
    Dovrebbero preoccuparsi di applicare le linee guida contro l'abuso richieste loro dal Papa e invece fanno melina.
    Sono questi comportamenti che attirano la nostra riprovazione e condanna.

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  17. E' curioso che dei porno-dipendenti conclamati abbiano la pretesa di indicare la via della salvezza ad altre anime che dovrebbero stare, almeno teoricamente, peggio di loro


    Invece l'arcaica sapienza dei "Padri" in luogo di questi tortuosi percorsi psichici, che conducono inevitabilmente nel baratro della necrosi e quindi alla "terapia psicoanalitica", conseguenza  del perenne conflitto carne - spirito, limpidamente ci dice"...una volta ottenuta l'incorrutibilità attraverso la CASTITAS è possibile ascendere alla conoscenza del divino, questo dimostra che prima di applicarsi alla contemplazione è necessario realizzare lo stato centrale del VIR (pienezza dello stato umano), il quale si libera dal vincolo dell'humus-humanus e consegue il primo dominio sul sacer" 


    In una religione "normale" lo stato di "vir" va conseguito, non è dato gratuitamente ed è solo il primo gradino di un'ascesa...il resto lo lascio all'immaginazione di chi legge


    Per riprendere una frase "storica": Pensa a che punto siamo arrivati

    Ps per diventare dipendenti dalla pornografia digitale bisogna comunque andarla a cercare e chi cerca "sceglie" in libertà la corda con cui impiccarsi

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  18. @Anonimo 11:16

    È il Cammino Neocatecumenale da stigmatizzare, come una tra le peggiori dipendenze psicologiche.

    Mi pare che sia stato fatto questo nei commenti a cui ti riferisci, non che sia stata data "colpa" ai pazienti (questo lo fa Kiko, se leggi bene le sue parole).

    Non sono esperta delle dipendenze di cui parli, ma poiché so per certo che nel CN si parla solo di ciò che è utile e fa comodo al CN stesso (utile al sistema intendo, ai suoi leader, non certo alle persone comuni del "popolo" NC), nel prendere atto della tua spiegazione scientifica su questa patologia, tengo contemporaneamente presente che i capi NC hanno sempre dimostrato di NON avere a cuore per niente la SALUTE delle singole persone, né spirituale, né fisica, né psicologica.
    Poiché tu mi assicuri che una terapia, per quanto lunghissima, esiste (come per curare gli altri tipi di dipendenze) vorrei capire come possa essere efficace sottoporsi alla terapia se, contemporaneamente si subisce una contro-terapia che consiste nel frequentare il CN.
    Il CN infatti è esso stesso l'aggravante e a volte la causa di questo genere di dipendenza, o direttamente, inserendo in ogni occasione, anche fuori contesto, riferimenti a perversioni, fissazioni, problematiche sessuali che magari tra gli uditori, la maggioranza neanche ci aveva mai pensato, ma comincia a farsele instillare dentro, goccia a goccia, dalle parole ipnotiche dei "catechisti" e coloro che hanno veramente già di loro queste problematiche non possono che vederle ESASPERATE, o indirettamente per il suo essere SETTA.
    Infatti anche quando non insiste sul sesso, il CN (la sua frequentazione) ha la capacità di rendere INEFFICACE qualsiasi terapia psicologica.
    Tieni conto che la vita dentro il CN si svolge secondo dinamiche settarie: struttura gerarchica, culto della personalità, obbedienza a figure leader, interrogatori pubblici, intromissione e invadenza dei leader nella vita intima dei singoli e delle coppie (vita spirituale, famigliare, sessuale, di relazione), lavaggio del cervello effettuato con varie tecniche e a vari gradi.
    Come professionista, un paziente affetto da porn addiction, che fosse anche immerso nel tipo di vita NC, lo cureresti per la porn addiction o per l'appartenenza alla setta?
    Mi auguro gli diresti che prima (o contemporaneamente) occorre liberarsi da questa seconda dipendenza assai più grave della pornografia.

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  19. Dipendenza nata all'interno di una dipendenza o comunque favorita e mai negata nei fatti, ma solo con le parole e solo quando non è più possibile fare finta di niente.

    LUCA

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  20. Concordo con Rebel: anche se c'è una terapia per la dipendenza dalla pornografia, il Cammino rappresenta, con le sue morbosità, una contro terapia ben più potente. Come far vivere un diabetico in una pasticceria.

    La psicologia può essere, e spesso è, un aiuto umano, ma poiché la pornografia non è solo una dipendenza, ma è anche un peccato (non sta a noi definirne il limite) e poiché la grazia perfeziona la natura, la prima delle medicine è quella della conversione, soprattutto della confessione frequente, della Comunione e, anche, con l'aiuto della grazia, della lotta.

    Con queste premesse la psicologia, se usata correttamente, certamente è un mezzo per uscire dalla dipendenza, così come può essere un mezzo per pregare meglio un ambiente silenzioso, anche se la preghiera non ipende direttamente dall'ambiente.
    Del resto la grazia presuppone la natura per cui presuppone anche che l'uomo risponda anche a leggi psicologiche.
    Ma l'uomo, soprattutto, si configura come un essere libero di accettare o meno la grazia e la verità che riesce a percepire.

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  21. Il problema del Cammino è che ha una visione distorta della fede su TUTTO.
    Per il Cammino i peccati dei fratelli non devono scandalizzare.
    Giusto: se lo scandalo è un ostacolo nel nostro cammino spirituale, non bisogna permettere che i peccati, anche i più odiosi come la pedofilia e l'omosessualità nella Chiesa e, forse, sotto certi aspetti, più ancora, il nasconderla e il tollerarla, interrompano o rallentino la nostra conversione.

    Ma anche sul problema dello scandalo il Cammino ha una visione distorta.
    Perché un conto è non scandalizzarsi e un conto è pretendere che i piccoli non rimangano scandalizzati.
    Un conto è non scandalizzarsi, ma ben altra cosa è considerare i peccati, e certi peccati, con naturalezza, come fossero una conseguenza naturale e spontanea del vivere, anche se si è cristiani. Questo equivale a una bestemmia.

    Il Cammino scandalizza i piccoli così come il modernismo.
    Gesù ha detto che non è venuto a spezzare una canna incrinata o a spegnere un lucignolo fumigante e per i modernisti, come per i camminanti, questo consiste nel tollerare il male.
    Invece il tollerare il male spezza la canna incrinata, spezza cioè la speranza di chi, anche subendo il peccato e anche vivendo nel vizio, aspira a una redenzione.

    Ancora una volta si tende a identificare il peccato, da condannare, col peccatore, da amare.
    Una volta si tendeva forse troppo a condannare, con il peccato, anche il peccatore, oggi invece si vuole non tanto distinguere il peccato dal peccatore, ma separarli del tutto, come tutto fosse solo una dipendenza e l'uomo non fosse libero, per cui tutto è "naturale" (non mi riferisco all'anonimo che è intervenuto sulle dipendenze, intervento decisamente interessante).
    Questa è una concezione atea e laicista.

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  22. Mi rivolgo a te Anonimo delle 11:16.

    Questo il concetto che mi contesti: "Ma il quesito più impellente è il seguente: un soggetto frustrato e impregnato di negatività come può compiere un itinerario di rigenerazione e di crescita interiore se permane legato ad un contesto artefice di devianze?"

    Il peccato è frustrante, per tale il soggetto è avvilito e impregnato di quella negatività che deriva dalla perversione (poiché tale è) in oggetto. Mica sussiste allegria, leggerezza e positività in chi è immerso nello schifo. Il peccato influisce negativamente sull' intera persona. Allontana da tutto ciò che è bello buono e giusto e fa vivere come morti. Questa la verità, faccia comodo oppure no!

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  23. Io sono stato nel CNC x molti anni , e ne sono uscito e ne ho visto e sentito davvero di tutti i colori .Per come è fatto per come si realizza il CNC è per sua natura una realtà morbosa,cèc la curiosità di sentire cose morbose e di condividerle , cose molto personali spesso legate alla sessualità che creano quel alone di appartenenza ma anche di chiusura . I catechisti di questo ne vanno fieri , anzi sono gli stessi c catechisti che vogliono entrare in certe dinamiche sessuali e sviscerarle,facendo pressioni perché si svelino certi misteri . Questo clima crea curiosità malsane , giudizi ma sicuramente fa aumentare il grado di appartenenza al gruppo perché c è la condivisione di aspetti molto personali .A me è stato chiesto solo dopo un anno di cammino e davanti a tutti , informazioni riguardanti la mia sfera sessuale . Forse era proprio un segno che dovevo darmela a gambe levate , ma in quel momento ero molto fragile e non ho capito la gravità della domanda .Poi però negli anni l ho pagata cara quella scelta di non andarmen.Penso che se nel cammino anziché creare quella cortina di morbosità ,aiutassero davvero le persone a cercare e a crescere come persone anche dal punto di vista umano e sociale con aperture e sguardi che non siano sempre e solo rivolti alla propria realtà a crogiolarsi nei propri i limiti è peccati , farebbero del bene alle persone , Io ora ne sono uscito , ma sono stati dolori ...

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  24. Credo che dobbiamo guardare la luna e non, come gli stolti, il dito che la indica. L'articolo è esplicito e tutti i commenti tendono ad esprimere lo stesso concetto.
    Le dipendenze non sono come la sindrome di Tourette, che provoca tutta una sintomatologia fatta di tic, movimenti inconsapevoli e persino di espressioni verbali ripetute.
    C'è sempre un motivo sotto ad una dipendenza, una causa scatenante ed anche una componente volontaria, che vanno investigate e che non escludo siano direttamente causate dal Cammino.
    Per questo è preoccupante l'insistenza di Pezzi a continuare a frequentare la comunità quando essa potrebbe essere una causa o concausa di questa dipendenza; per questo fa pensare anche che indirizzi i dipendenti dalla pornografia verso determinati gruppi, controllati da psicologi del Cammino o amici del Cammino che non hanno assolutamente l'interesse a far emergere le sue responsabilità oggettive.
    Contesto al CNC di non essersi mai interessato alla salute spirituale delle persone, anzi, di averle convinte di dover peccare per poter essere veramente perdonate e amate da Dio, di averle allontanate dal sacramento della confessione, di aver fatto credere di potersi comunicare anche in peccato e soprattutto di aver deriso apertamente le buone pratiche che i 'bigotti' cattolici ritengono essenziali per la salute spirituale.
    Esiziale superficialità, che ora presenta il conto.

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  25. Vorrei aggiungere qualche considerazione a proposito di Anonimo delle 11:16 mettendo in evidenza ancora una volta quanto in proposito espresso da Kiko
    :
    "Non possiamo essere apostoli schiavi della pornografia, di donne nude, di porcherie, non è possibile! Una cosa o l’altra: vai al mondo, vai con tutte le donne nude che vuoi, ma non puoi stare qui. Bisogna chiarire questo! Dobbiamo aiutare i nostri fratelli, salvarli dal demonio, dall’inferno, dalle porcherie schifose, dalla pornografia, da cose che sono completamente demoniache e contrarie all’annunzio del Vangelo. Non è possibile stare con un piede nell’inferno e con l’altro nel cielo, non è possibile, nel cielo non accettano questo e ti cacciano via."

    Dopo la lunga digressione con cui affronti in termini scientifici tutti i risvolti medici e psicologici della dipendenza dalla pornografia, ti cali nella realtà concreta e concludi che è inappropriato parlare qui del demonio e di negatività e che è inopportuno esprimere giudizi, che neocatecumenalmente parlando, definisci “moralisti” nei confronti di chi, infondo, non fa male a nessuno se non a se stesso.
    Insomma metti in campo una difesa inutile per una cosa che non è stata affermata da nessuno nei precedenti commenti. Li ho riletti più volte proprio perché non comprendevo il nesso.
    Al contrario, è stato evidenziato che del demonio a tal proposito (o a sproposito, secondo quanto tu dimostri) si parla nel cammino. E’ Kiko stesso a parlarne in questi termini. E’ lui, il vostro maestro, che si avventa con violenza inaudita contro queste povere creature cadute nella schiavitù del sesso, lanciando anatemi e minacciando le fiamme dell’inferno.
    Quello che si faceva notare era il fatto strano che Kiko, che pure è tanto indulgente nella gestione concreta di questi affari (tanto che non rimuove mai nessuno dal suo ruolo preminente nel cammino per il solo fatto di essersi macchiato a danno di altri di peccati sessuali) incomprensibilmente faccia poi una simile filippica e pubblica reprimenda che non lascia loro alcuno scampo. E uno restando interdetto si chiede giustamente: PERCHE’??.
    Ma per noi la risposta è chiara.
    Kiko urla in pubblico perché la situazione gli è infine sfuggita di mano. Troppe le situazioni che non hanno potuto evitare che venissero alla luce.
    Perchè Kiko parla così? Cosa gli è preso? Dove è finita la flemma con cui nel privato ha gestito sempre queste faccende? Salvando gli abusatori e imponendo il perdono alle vittime senza battere ciglio? Senza il minimo moto dell’anima inerte? Cosa mai gli ha fatto perdere il lume della ragione tanto da urlare come un novello Savonarola?
    La risposta è semplice ed è una sola: qui non va di mezzo la vita umana, persone concrete, fratelli delle comunità e quasi sempre i più piccoli e indifesi, no. Qui la posta in gioco è molto più alta!
    Qui ne va di mezzo IL BUON NOME DEL CAMMINO.
    Tralasciamo di ripetere sempre le stesse cose, anche se mai ci stancheremo di farlo.

    Caro Anonimo volevo solo dirti che hai fatto una fatica inutile. Qui si questionava di altro. Poi, volendo i tuoi arguti argomenti possiamo sempre riprenderli. Ma è tutt’altro discorso.

    Pax

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  27. Ha ragione Pax: le parole di Kiko sui suoi catechisti schiavi della pornografia sono come una confessione che il vizio è generalizzato e pare che riguardi molti responsabili.
    Praticamente è una ammissione di fallimento.

    Senza giudizio, ma pensare che quelli che parlano della Croce di Cristo con zelo e intransigenza la sera navigano nel porno web o guardano film porno, fa impressione.
    Penso ad esempio alle Cento Piazze: urlano che nel Cammino ci si realizza e che si è liberi dalle schiavitù... E invece spesso sono schiavi più degli altri.
    "Testomoniano" Cristo, anzi, testimoniano il Cammino, come Lucignolo "testimoniava" la bellezza del Paese dei balocchi.

    Oggi si parla tanto della misericordia divina, ma una delle massime espressioni della misericordia si è manifestata attraverso la devozione del Sacro Cuore di Gesù e i Primi nove venerdì del mese, cioè la devozione e la pia pratica più approvate dalla Chiesa e fatte oggetto anche di documenti papali, cioè del Magistero della Chiesa al livello più alto.

    Come tutte le rivelazioni private neanche quella del Sacro Cuore obbliga a credere, ma il senso dell'amore di Dio e della sua misericordia che tale devozione ci rivela è conforme a quanto insegna la Chiesa, per questo c'è l'approvazione.

    Personalmente stento a credere alla misericordia di chi si guarda bene dall'accennare al Sacro Cuore e ai Primi nove venerdì del mese allo stesso modo in cui stento a credere nel pacifismo e all'accoglienza di chi è favorevole all'aborto.
    Anche Hitler infatti prima della guerra mondiale diceva: "La Germania ha bisogno di pace e vuole la pace".

    Andare avanti non significa cancellare quello che c'è stato e ha portato grandi frutti, ma, anzi, significa valorizzarlo e realizzarlo.
    Per questo penso che il Cammino ha finalità diverse da quelle che Cristo ha dato alla Chiesa.

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  28. Quando il cammino non trova il bandolo della matassa tira in ballo il demonio. Panacea di tutti i mali. Ogni cosa è il demonio e tu hai per padre il diavolo. Questo lo dice Kiko in una catechesi fondante del cammino e anche molto avanti nel percorso, quasi alla fine, quando si vive la tappa del P.N.
    Bel sistema per lavarsene le mani: invece di registrare il fallimento del suo percorso di fede mette in faccia ai suoi seguaci questa sorprendente realtà che per rivelargliela li ha fatti aspettare qualcosa come 20 o più anni, letteralmente sprecati nelle salette, “Voi avete per padre il diavolo”.
    Quello che si mette in evidenza, al di là della valutazione morale, è il fatto che come sia sia la cosa il cammino non aiuta di certo, per la sua stessa struttura, alla risoluzione di questo problema, anzi lo aggrava, lo incancrenisce. Perchè è vero piuttosto che possiamo mettere in campo tutte le possibili giustificazioni ma se le cose non vengono chiamate col loro nome non si può combatterle. E nel cammino vige grandissima ambiguità in questo come in tanti altri campi. Perchè quando riduci il violentatore ad uno al quale Dio stesso ha permesso di peccare perchè potesse conoscere se stesso e lo schifo che è, e l’abusato ad uno per il quale sempre Dio ha permesso quella storia terribile “perché era buona per lui”, di cosa vogliamo ancora parlare? Su questo si fonda l’assurda pretesa che il violentato chieda perdono al suo violentatore perché lo ha giudicato pensando di non essere capace lui di simili abomini. Ci rendiamo conto? Nel cammino si pretende di chiedere perdono, neanche solo di perdonare per il male ricevuto. Tutto viene convertito in moralismo. Ed è per questo che il cammino non solo non aiuta, ma tende a far degenerare le situazioni. Prova ne è che si entra a far parte per diventare uomini nuovi e ci si ritrova alla fine del cammino molto peggiori di prima, senza neanche più la speranza che qualcosa possa cambiare. A ben pensarci questo esito finale era inevitabile.
    Non entro nel merito delle tue delucidazioni perché ritengo, come già ho detto, che siano state inutili e fuori contesto. Qui si diceva che per come nel cammino è trattata la sfera della sessualità piuttosto che curarne le patologie piuttosto ne decreta il progressivo, graduale, irreversibile peggioramento.
    Tu intendi preservare dal giudizio le persone affette da sex addiction, escludendo pedofili e abusatori. Se rileggi i commenti a cui volevi dare risposta ti accorgerai che lì di abusatori e pedofili si parla chiarissimamente. Mi par di aver ben compreso il tuo pensiero. In questi casi invece tu ci concedi di esprimere, senza dover subire le tue accuse di moralismo, un giudizio obiettivo, umano prima e poi anche morale. Bontà tua, che devo dirti.

    Pax

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  29. L'immagine dell'uomo caduto nel pozzo e della corda alla quale dovrebbe attaccarsi è piuttosto fuorviante, come minimo. In primo luogo, chi dice che i camminanti sono come disperati in fondo al pozzo? È certamente una similitudine che fa comodo ai catechisti, ma in molti casi distante dalla realtà. Sia prima che durante e dopo il Cammino non mi sono mai sentito in questo modo, e come me penso molte altre persone. Credo che la gran parte dei camminanti sia semplicemente alla ricerca di un percorso spirituale e di un gruppo sociale. E invece ad un certo punto si ritrova in un posto dove si viene incoraggiati a lanciarsi accuse reciproche per ogni quisquillia e a litigare e se si subisce un torto e se ne chiede spiegazione si viene accusati di giudicare... In tutto questo i catechisti, invece di favorire il chiarimento fra i fratelli, di fatto favoriscono l'approfondirsi delle divisioni: nessuna traccia di correzione fraterna, di ricerca della verità. Solo una serie di formule fatte che vengono propinate come la panacea a tutti i mali, ma in realtà non risolvono nulla. Più che corda per uscire dal pozzo, quella lanciata dai catechisti mi è sembrata spesso una corda da stringersi al collo...

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    1. Ma Kiko è maestro nel coniare immagini simboliche che assurgono a modello a cui rifarsi per tutti i catechisti ai vari livelli. Se ci pensi bene, l'immagine dell'uomo infondo al pozzo è molto efficace per stigmatizzare lo stato di impotenza a cui ti riduce il cammino. Ma, coraggio, non c'è da disperarsi. Perchè hai il tuo catechista che ti tira fuori. Da un lato è chiaro che da solo, per quanta buone volontà tu ci metta, non hai nessuna speranza di farcela da solo. Dall'altro è chiaro che solo una corda calata dall'alto può salvarti. Quando poi dici che quella corda non si chiama misericordia o semplicemente amore, per intenderci, da buon samaritano ma OBBEDIENZA scopri da solo che l'obbedienza ai catechisti è tutto, questione di vita o di morte.

      Pax

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    2. Io però me la farei 1 domanda su questo "pozzo" e cioè che non sia peggio la "corda" del pozzo, poiché ricordiamoci che , nel pozzo, sono loro che ti SPINGONO, proprio per avere la SCUSA di gettarti una corda, la stessa con la quale ti vogliono tenere legata a loro, oppure impiccarti, quando per loro diventerai un problema ..
      Io infatti l'ho rifiutata la loro CORDA della menzogna .. mi tirerà fuori dal pozzo (dove loro mi hanno spinto) Chi davvero ci tiene a me.

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    3. Certamente l'immagine è vivida (fra l'altro, come spesso avviene, attribuita a non meglio precisati "padri del deserto": quale o quali? Boh! Mistero! E anche estrapolata dal contesto originario, se ce n'è uno). Però noi sappiamo per averlo sperimentsto che è il Cammino a spingerti nel pozzo, loro invece ti fanno credere che nel pozzo ci sei finito in seguito alla vita nel "mondo", e a chissà quali peccati. E che solo il Cammino saprà trarti fuori di lì. Per me non è stato affatto così. Negli uktimi anni di Cammino stavo sprofondando sempre di più. Ed è solo la grazia di Dio che mi ha tratto fuori da lì.

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    4. Dici bene Porto, anche a me questa storia dei "padri del deserto" che appoggiano tutte le stupidate di Kiko, mi ha sempre infastidito, mai che citi qualcuno come San Agostino , San Tommaso D'Aquino, oppure che prenda per riferimento qualche articolo del CCC.
      Non sia mai che faccia una qualche citazione verificabile.
      Tutta FUFFA, made in Kiko.
      E 600.000 adepti che pendono dalle sue labbra!!!
      Poveracci !!!

      LUCA


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  30. La dipendenza da pornografia me l’hanno creata loro e devo pure sorbirmi un altro ‘centro di recupero’? Ma sto cazzo. Spero che Dio mi guarisca e se così non sarà quella pietra finirà sulla loro bilancia (nel
    giudizio finale), non nella mia!
    Non è forse corretto?

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    1. È nel tuo interesse guarirne, con o senza "centri di recupero". Certamente senza il Cammino, che spiritualmente non è una medicina ma un veleno, non è una cura ma è un tumore.

      Purtroppo la sbagliatissima pseudoteologia neocatecumenale, quella del "l'uomo non può non peccare", unita alle morbose fissazioni sul sesso kikiane e carmeniane (per tutta una vita i due spagnoli non hanno fatto altro che crogiolarsi in quello schifo di discorsi, specialmente quando era il momento di tacere - e questo, da solo, già significa che nessuno dei due viveva davvero castamente, nessuno dei due aveva mai veramente avuto a cuore la castità per il regno dei Cieli), hanno indirettamente ma solidamente indotto i kikos ad "autoassolversi", a darsi da soli un'autorizzazione a peccare delegando al cosiddetto "far bene il Cammino" il compito di procurare loro la salvezza. Ecco come sono nati gli alibi del "quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni". L'autorizzazione a peccare, con la clausola del "ma tanto farò bene il Cammino". Complimenti.

      Possiamo star certi che i due perfidi spagnoli pagheranno in eterno per le loro porcherie (teologiche e non): hanno inquinato la vita spirituale e materiale di un vero e proprio popolo di cristiani che aderendo al Cammino chiedevano solo di crescere nella fede. Nostro Signore terrà severamente conto della gravissima responsabilità dei due spagnoli e dei loro cosiddetti "catechisti".

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