martedì 1 giugno 2021

Trasmissione della fede ai figli? Qualcosa non torna nella formula del Cammino

Prendiamo ad esempio una delle innumerevoli esperienze dei "salvati dal Cammino":
24 anni fa, prima di incontrare la Chiesa Cattolica attraverso le catechesi del Cammino Neocatecumenale, ero finito in una specie di vicolo cieco.
Era il 1988 e avevo 17 anni.
Da un po’ di tempo ero come disorientato e depresso, perché non avevo strumenti per reagire alla crisi dei miei genitori, della società che mi circondava e di quella mia personale, tanto che spesso non vedevo più alcun senso nella mia vita.
Ero diventato come una specie di Zombie, un “dead man walking”, perché mi sentivo morto dentro e mi lasciavo vivere andando alla deriva: se non fosse intervenuto Cristo, avrei fatto prima o poi una brutta fine, sarei stato forse un barbone o un suicida
Mi portavo dietro le conseguenze di ferite che nessuno aveva mai medicato e che neppure io vedevo né capivo bene, come il rifiuto e il bullismo che avevo subìto dapprima dai nuovi compagni della scuola elementare e poi qualche anno dopo da mio fratello maggiore con la cerchia dei nostri amici sotto casa, il senso di abbandono e di incomprensione da parte dei miei genitori e la tremenda vergogna e l'oscuro senso di colpa per la schiavitù compulsiva della masturbazione e della pornografia.



Altarino, tamburello e libretto rigorosamente kikiano
Questa è solo un'esperienza, una delle tante, tutte simili l'una all'altra, nelle quali persone che dichiarano di aver toccato il fondo della propria esperienza umana, sono risalite solo grazie al Cammino e alla Chiesa conosciuta attraverso la spiegazione 'illuminante' dei catechisti del Cammino.
Tali cristiani 'adulti' e rinnovati nonostante la Chiesa e grazie al Cammino Neocatecumenale, a parere di Kiko Argüello, iniziatore di questo itinerario, sono in grado, seguendo una certa procedura che si sviluppa sempre esternamente alla Chiesa, cioè esclusivamente all'interno della Comunità o in ambiente familiare neocatecumenale, ed in particolare la domenica mattina al posto della Santa Messa in parrocchia, di "trasmettere" ciò che hanno ricevuto (amore, sicurezza, incontro con Dio, riscoperta dei valori della vita e dei valori morali).
Pare proprio che questo segreto sia un copyright del Cammino!

Infatti ecco alcuni punti nodali del discorso di Kiko Argüello fatto a Manila nel gennaio 2003:

(...)"Io sono venuto a contatto con molte famiglie cattoliche, famiglie appartenenti all’azione cattolica che erano molto impegnate in altri movimenti ecclesiali che hanno delegato alla parrocchia la trasmissione della fede ai figli. E poi quando i figli sono andati all’Università’ hanno scoperto che i figli avevano perso la Fede. Non hanno obbedito al comandamento secondo il quale loro sono i primi che principalmente devono trasmettere la fede ai figli secondo il comandamento divino.
Il Cammino Neocatecumenale, quale iniziazione cristiana nelle diocesi e nelle parrocchie, insegna oggi alle coppie anche a trasmettere la fede ai loro figli, in particolare attraverso una celebrazione , in una liturgia domestica. Dopo più di trent’anni dall’inizio del Cammino Neocatecumenale, uno dei frutti che più ci consola è vedere la famiglia ricostituita. E la famiglia diventa un vero “ santuario domestico della Chiesa.”
Il risultato di questa preziosa attenzione dei genitori per i loro figli è che quasi il 100% dei figli del Cammino Neocatecumenale rimane nella Chiesa.
Siamo grati al Pontificio Consiglio per la Famiglia che ha cominciato a interessarsi a questo fenomeno. Sono rimasti sorpresi da tutti questi giovani e ci hanno invitati a proporre all’intera Chiesa lo stesso tipo di celebrazione (domestica) che noi facciamo. Mi piacerebbe proporre tutto ciò a tutti gli altri, per aiutare altra gente, altre ottime famiglie di tutte le altre realtà Cristiane che hanno difficoltà con i loro figli durante la loro crescita, nella scuola.
E vorrei far capire a tutta la Chiesa che quello che sto dicendo non è un problema secondario, una devozione; è questione di vita o di morte per la Chiesa. Una questione di vita o di morte! Se la Chiesa non è capace di trasmettere la fede alla prossima generazione, morirà (applausi).(...) La comunità aiuta la famiglia, e la famiglia salva la Chiesa! (applausi)
Molti adulti non dimenticheranno mai il modo in cui hanno celebrato nelle proprie famiglie, dove hanno visto l’amore dei loro genitori per Dio e come pregavano con vero convincimento...

Tutto bello vero?

Ciò premesso, leggiamo ora una delle tante esperienze di grave insuccesso della educazione neocatecumenale (che commenteremo in alcuni punti in rosso).
In parallelo, consigliamo la lettura di un altro articolo, intitolato "L'altro" Francesco d'Assisi: dall'alcol e dalla droga alla preparazione per diventare sacerdote.
Teniamo presente che, in ambedue i casi, i protagonisti di queste vicende, che hanno suscitato grande interesse e commozione da quando sono state diffuse sui media, sono figli di neocatecumenali, educati con il metodo infallibile della trasmissione della fede di (e in) Kiko Argüello.
Di seguito, la storia di Pachús.

Fino alla sua conversione, "Pachús" ha vissuto un "ballo in maschera", con le sue stesse parole. Per anni non ha osato toglierlo.
"Quando ero piccolo ero timido. Sono arrivato a pensare che, sebbene all'inizio Dio fosse mio amico, aveva fatto male con me ... Mi sentivo molto solo. I miei fratelli hanno portato i loro amici a casa, non avevo nessuno con cui condividerlo. Credevo che, tranne la mia famiglia, nessuno mi amasse ... c'era un rimpianto nel mio cuore ... Credevo che i miei fratelli fratelli fossero più intelligenti, belli, divertenti, socievoli, sportivi e non ne avevo nulla ... " (Ma come ha potuto sentirsi non amato visto che era circondato da amorosi fratelli neocatecumenali?)

A scuola non aveva amici fino all'entrata di un ragazzo. Era un compagno con molti problemi, ma con il quale si identificava Pachús. Quindi sono diventati amici. Si rese conto che questo ragazzo si stava approfittando di lui: "Mi sono abbassato fin dove necessario perché qualcuno mi amava". Lo ha persino difeso quando ha distrutto un lavoro che aveva fatto per l'insegnante.
L'insegnante lo rimproverò. I compagni si sono presi gioco di lui.
"Pachús" ha smesso di credere in Dio credendo di averlo tradito: "La mamma mi ha insegnato che seguirTi è amare l'altro senza condizioni e ci ho provato. Ma ottengo che le persone non mi parlano, le persone non mi piacciono, le persone mi picchiano, mi insultano, e per di più il ragazzo a cui ho dato il mio cuore mi fa questo ”. Decise di allontanarsi da Dio. (La madre neocatecumenale gli aveva insegnato che avrebbe dovuto amare tutti senza condizioni, persino i nemici; gli ha posto un obbiettivo impossibile da raggiungere, ha fatto cadere la già compromessa fiducia di un adolescente in se stesso, lo ha fatto dubitare di sè e di Dio provocando la sua caduta nel gorgo delle cattive compagnie e delle pessime abitudini.)
I suoi studi andarono male, quindi andò in quattro scuole. Inoltre, era sempre più aggressivo nei confronti dei suoi compagni. Combatteva costantemente con loro: "ogni giorno combattevo con alcuni, combattevo con altri."
Alla fine i suoi genitori lo mandarono in una scuola a Sigüenza. Ma lì ha anche avuto un brutto momento: "il collegio mi ha fatto peggiorare, hanno finito per cacciarmi fuori di lì".
In quel collegio si sentì più solo che mai. I suoi compagni lo hanno picchiato, hanno riso di lui. Per questo motivo, "Pachús" ha deciso: "o una delle due: lascio che mi distruggano completamente, o mi faccio peggio di loro. E ho scelto la seconda opzione ... attraverso la droga ... mi ha dato un sacco di soldi e molto prestigio ... ma ho perso tutta la mia innocenza, mi hanno fatto molto male. Ha cambiato scuola. È tornato a studiare a Madrid. Ma lo hanno preso per problemi di droga. A soli 16 anni, non volevo più continuare a vivere: "Sono diventato così triste per quello che ero che non volevo continuare a vivere ... così tanto fallimento scolastico, quattro scuole ...
Mia madre, vedendomi così, inginocchiandosi davanti a me mi ha chiesto di andare da un prete".
(Ci chiediamo, a questo punto, da quale super-presbitero neocatecumenale la madre disperata avesse deciso di portare il figlio).

Lo presentò a Javier Siegrist, pastore di Santo Cristo de la Misericordia, a Boadilla del Monte.
(Si tratta di un sacerdote molto noto NON neocatecumenale. La madre, presa dalla disperazione e dall'impossibilità di recuperare il figlio, non si è rivolta più al Cammino, ma alla Chiesa)


Appena lo vide, lo abbracciò forte e Pachús scoppiò a piangere: “Stavo vedendo un sacerdote felice. Solo questo fatto mi ha già cambiato, era una delle cose che Dio ha usato per far innamorare il mio cuore". (Capiamo l'emozione e lo stupore del ragazzo. Sicuramente, nella propria esperienza neocatecumenale, non gli era mai capitato di vedere un sacerdote neocatecumenale felice. L'essere lugubri ed infelici -e soprattutto rendere infelici gli altri- è la loro specialità)

"Sono rimasto scioccato dal fatto che mi abbia abbracciato. A parte i miei genitori, nessun altro mi aveva abbracciato .
(Quante volte invece sarà stato abbracciato e baciato in comunità dai fratelli? Infinite... ma evidentemente non ha voluto dire nulla per lui, non erano abbracci santi)



Alegrìa hermanos!
...ma soprattutto, dopo aver confessato, mi disse che i miei peccati erano stati perdonati. Sono rimasto scioccato dal fatto che gli abbia detto molte cose che avevo fatto e mi ha perdonato ... ha detto "e allora? Maggiore è la misericordia di Dio ..."
(Scioccato da un prete che perdona i peccati? Quando i presbiteri neocatecumenali perdonano tutto? Tranne forse i peccati contro il Cammino...sicuramente erano questi che non gli venivano perdonati. Si pretendeva da lui che ritornasse in Cammino e ridiventasse un bravo soldatino neocatecumenale!).

Fu anche colpito dal fatto che Dio lo amasse "non capivo che c'era ancora posto per me in paradiso". Era commosso dal fatto che, nonostante i suoi difetti e peccati, Dio non avesse cambiato la sua concezione di lui.
(Sappiamo che il concetto fondamentale del Cammino neocatecumenale, un vero ed infinito tormentone è quello che Dio ti ama e ti perdona proprio perché peccatore! E non ti chiede assolutamente di cambiare, gli vai bene così come sei. Questo giovane non aveva mai capito né in Comunità né nella liturgia domestica che Dio perdona "davvero", non solo a parole. Non conosceva Dio! C'è voluto un sacerdote non neocatecumenale per farglielo capire. Perché Dio è cattolico, non neocatecumenale!).

La sua relazione con Dio iniziò ad essere diversa. Passava dall'odiarlo all'amarlo, a vivere tutto il giorno con lui, prendeva la comunione ogni giorno, si confessava molto regolarmente. In parrocchia trascorreva molte ore ogni giorno.
(Si trattava di una parrocchia non neocatecumenale, dove la fede si vive nella Messa quotidiana e nella confessione frequente, cioè alla maniera cattolica)

Si rese conto che Dio lo stava chiamando come un pescatore di uomini: “Dio voleva che fossi un prete. Quello che succede è che mi ci è voluto molto tempo per ascoltarlo". Entrò nel seminario di Getafe.
(entrò in un seminario diocesano NON neocatecumenale).

Nel Seminario si sentiva molto amato e accompagnato: "ognuno dei miei compagni, i miei formatori, erano veri genitori, era prezioso ricevere il Signore nell'Eucaristia, poter pregare davanti al tabernacolo, vivere accanto al tabernacolo mi sembrava sorprendente"
(Infatti il tabernacolo non era il lugubre armadio a due piazze dei Seminari neocatecumenali, senza neppure un inginocchiatoio ove poter pregare e adorare)
È stato ordinato sacerdote nell'ottobre 2011. Attualmente è vicario parrocchiale di Santa María de la Inmaculada, ad Alcorcón.

In conclusione: abbiamo letto due storie molto simili di due adolescenti che, in due epoche diverse, hanno vissuto un'esperienza di non senso e che sono caduti nel gorgo della droga e della dissolutezza.
Ma mentre della prima Kiko dà la colpa alla Chiesa o ad altri movimenti cattolici, come abbiamo letto prima nella sua allocuzione davanti al Pontificio dicastero per la Famiglia, della seconda può dare la colpa solo a se stesso e ai principi errati ed educativamente pericolosi trasmessi ai propri adepti.
Infatti la seconda  esperienza è quella di un "figlio del cammino" cui è stata trasmessa la fede "del cammino" e "nel cammino"!


Il concetto del Kairos, dell'occasione favorevole
e irripetibile da afferrare al volo
in un manifesto vocazionale
*Purtroppo la storia non finisce bene: la parrocchia a cui è stato assegnato è fortemente neocatecumenalizzata e padre Pachùs addirittura si presta a celebrare riti ebraici nel corso della Settimana Santa. Come dire: la Comunità e la famiglia non hanno saputo trasmettergli nulla di ciò che voleva dire essere cristiani la madre disperata lo ha portato da un prete cattolico, il ragazzo ha scoperto la fede per la prima volta nella sua vita, si è formato in un seminario cattolico. Ma poi purtroppo è ricaduto nell'abbraccio del Cammino. Se è così come appare, auguriamo a don Pachùs di liberarsene ben presto e, questa volta, definitivamente.





62 commenti:

  1. Come viene affermato nel post, con "trasmettere la fede ai figli" i neocatecumenali intendono "far entrare i figli nel Cammino neocatecumenale" e quindi trasmettere la "fede" in quello. E quando dicono "mio figlio", "mia figlia", "i miei figli" sono o non sono nella Chiesa intendono che sono o non sono nel Cammino. Non conosco le statistiche, se ce ne sono, ma dei catechisti che ho avuto e che ho conosciuto, i figli, tutti oviamente obbligati a seguire le catechesi a 13 anni, spesso poi sono usciti dal Cammino, chi prima, chi dopo. Uno, com quattro figli, aveva soo un figlio in Cammino, che dopo alcuni anni di matrimonio si è lasciato con la moglie e ha lasciato il Cammino. Un altro, con sette figli, ne aveva due in cammino. Uno, addirittura, con dieci figli, non ne aveva nessuno in Cammino. Poi però ci sono anche i casi opposti, cioè tutti i figli in Cammino o la maggior parte: credo però che siano una minoranza. In ogni caso, al di là dei numeri, quello che è importante, secondo me, è cosa tu trasmetti ai tuoi figli, se una fede autentica oppure una adulterata, che confina con il fanatismo. Perché una fede autentica è spesso accompagnata da una condotta di vita coerentemente cristiana e non solo "pro-neocatecumenale".

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    1. Nota tecnica per capire meglio le circostanze: li costringono a entrare esattamente a 13-14 anni perché così arriveranno a compiere i 18 proprio nel momento in cui saranno sottoposti al fatidico "Secondo Scrutinio" del Cammino, quello delle confessioni pubbliche (eh, dopotutto siete maggiorenni e responsabili delle vostre azioni, cioè dell'aver fatto le confessioni pubbliche) e dell'imposizione della Decima (eh, mica ci mettiamo a chiedere soldi ai minorenni! tanto lo sappiamo che i diciottenni comunque bussano a denari a mammina e papino... Orsù, siete maggiorenni, trovatevi un lavoro, anche un part-time, l'importante è che raggranelliate i soldi da dare al Cammino!).

      In quest'ottica va vista la fissazione dei kikos riguardo ai cosiddetti "corsi di post-cresima", da adoperare come furbesca furbata per cooptare altri membri nella setta (anziché insegnare la dottrina cattolica).

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  2. Qualcosa non va nella formula educativa del Cammino. Non è solo un problema di percentuale (aumentando il numero dei figli, aumenta la possibilità di avere, tra loro, delle pecore nere).
    Il clima in famiglia, che dovrebbe essere il non plus ultra per la crescita di un bambino, viene descritto da questi figli del Cammino come opprimente, e Dio stesso è vissuto come un tiranno, uno che pretende troppo da loro e che va rifiutato.
    Evidentemente i bambini e i ragazzi, che sanno vedere oltre alle finzioni degli adulti, recepiscono il messaggio di non amore e di costrizione puramente formalistica veicolato da Kiko e Carmen, due persone che di corretta educazione non hanno capito nulla e non sanno nulla: basta vedere che, davanti ad ogni problema, credono che basti la minaccia o il ricatto per ottenere obbedienza o supina acquiescenza. E naturalmente ciò vale per tutti i catechisti e gli adulti del CN formati come loro cloni e succubi della loro personalità.
    In particolare il giovane della vicenda narrata mai aveva visto un prete 'felice': non ci stupisce, visto che in Cammino l'aspetto lugubre e quello ridanciano e dissacratore si alternano, come novelli Giano bifronte, anche per i sacerdoti, senza formare personalità serene o liete.
    Viene anzi valutato come il massimo della spiritualità il tormento continuo, la depressione, sul modello di Carmen, l'autoritarismo e la logorrea, sul modello di Kiko.

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  3. O.T. In merito alla Riforma del Papa, delle norme penali del Codice di Diritto Canonico, riporto parte del comunicato ANSA odierno, che potrebbe riguardare, in parte, i membri del cammino presbiteri compresi.

    "Tra le novità della riforma della disciplina penale vaticana, il reato di abuso di minori è ora inquadrato non all'interno dei reati contro gli obblighi speciali dei chierici, bensì come reato commesso contro la dignità della persona. Sono comprese le azioni compiute non solo da parte dei chierici ma anche i reati di questo tipo commessi da religiosi non chierici e da laici che occupano alcuni ruoli nella Chiesa, così come eventuali comportamenti del genere, con persone adulte, ma commessi con violenza o abuso di autorità.
    Vengono poi incorporati nel Codice "reati tipizzati in questi ultimi anni in leggi speciali, come la tentata ordinazione di donne; la registrazione delle confessioni; la consacrazione con fine sacrilego delle specie eucaristiche", ha spiegato mons.
    Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, segretario del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi. (ANSA)."

    Ruben.
    Fine O.T.

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  4. Per mia esperienza di sacerdote, i figli di chi fa il cammino hanno un forte respingimento a proseguire il cammino, lo iniziano forse, perché costretti ma appena possono scappano con un senso di rabbia e disprezzo, quei pochi che entrano si portano profonde ferite, io ho visto figli di catechisti piangere come bambini per la forte anaffettività dei genitori sempre impegnati con il cammino e lasciati crescere da soli o con sorelle di comunità, privandoli di ciò che più conta ad un bambino la dimensione di famiglia, anche in questo è un grosso fallimento tutte teorie che non sanno frutti, anche la liturgia domestica privando i figli di una dimensione comunitaria in parrocchia. Fermiamolo!!!! Quanto male deve fare ancora per capirlo, vi prego fermiamo questa mostruosità di cammino, che brucia i cervelli della gente che non li fa più ragionare e li manipola gravemente rendendole spenti. Solo cammino. Forse solo la pandemia ha dato la possibilità ad alcuni di aprire gli occhi e vedere, si sono dimenzzate le comunità. Vescovi aprite gli occhi, non guardate solo la colletta che vi portano dopo il secondo scrutinio, finirà presto anche quella perché non ci saranno più chi farà passaggi, ne siete responsabili perché non avete vigilato attentamente il vostro gregge, noi parroci possiamo fare poco o niente.Don

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    1. I parroci possono aprire un blog come questo, dal quale tuonare anche se in anonimo, molto meglio di noi laici. Inoltre i parroci attirano altri parroci, visto che con noi laici non si aprono, e possono fare rete.
      Se solo finalmente intervenissero, gliene saremmo infinitamente grati.
      E magari qualcuno di noi tornerebbe a messa e qualcun altro persino a dare l'8 permille alla Chiesa Cattolica, chissà.

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    2. @Don fossi in lei obbedirei a San Giovanni Paolo II...

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    3. @Arpas. Cosa direbbe san Giovanni Paolo II mi illumini

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    4. Giovanni Paolo II direbbe ai neocatecumenali la stessa cosa che disse loro il 10 febbraio 1983: «Celebrate l’Eucaristia e, soprattutto, la Pasqua, con vera pietà, con grande dignità, con amore per i riti liturgici della Chiesa, con esatta osservanza delle norme stabilite dalla competente autorità, con volontà di comunione con tutti i fratelli.
      (...)
      Le leggi sono munifico dono di Dio e la loro osservanza è vera sapienza. Il diritto della Chiesa è un mezzo, un ausilio e anche un presidio per mantenersi in comunione col Signore. Pertanto le norme giuridiche, come anche quelle liturgiche, vanno osservate senza negligenze e senza omissioni».


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    5. Giovanni Paolo II nel 2004, vicino alla morte e in condizioni fisiche ormai gravemente compromesse, volle partecipare alla processione del Corpus Domini e a tutti i costi volle inginocchiarsi di fronte al Santissimo! Da vescovo, i suoi documenti e lettere pastorali li scriveva in ginocchio davanti al Tabernacolo e spesso le suore lo trovavano prostrato davanti a Gesù, bocconi sul pavimento con le braccia allargate come in croce! Dopo lunghissimi viaggi defatiganti all'estero si ritirava a pregare inginocchiato davanti a Gesù nelle cappelle delle nunziature in cui era ospitato rinunciando alle poche ore di riposo che aveva dai pressanti impegni pastorali!
      Dovete vergognarvi solo a pronunciare il suo nome.

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    6. @don
      Innanzitutto si ricordi che è un consacrato e che ha un munus sovrannaturale. Senza di esso tutto diventa "opportunità", "convenienza" e altro ancora.
      LEi dice che sono i vescovi che devono metterci mano. Io dico che è lei che ha la responsabilità della salute spirituale dei suoi parrocchiani. L'unica cosa che le posso dire è che non deve essere "ricattabile". Quindi nutra la sua vita spirituale cosicchè, quando la attaccheranno (perchè lo faranno...perchè questo sanno fare) le loro parole cadano dove devono andare ovvero nel vuoto spinto.
      Si affidi alla Madonna ed al Santo Curato d'Ars il quale, ne sono sicura, se avesse avuto a che fare con questi mentecatti li avrebbe sicuramente presi a calci nel sedere.

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  5. @Anonimo 1 giugno 2021 16:29

    Scusa, ma non ho capito nulla.

    Ruben.

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    1. Per Ruben,

      vorrei che i parroci facessero finalmente sentire la loro voce sul Cammino, dal momento che, come sappiamo bene, tra di loro ne parlano lamentandosene anche molto pesantemente. Solo tra di loro però, perché quando noi laici ci andiamo a lamentare è difficilissimo farsi ascoltare: sfumano le situazioni, generalizzano, la mettono sul personale difendendo le persone e, con esse, tutte le eresie che portano.

      Se i parroci non possono esporsi in prima linea, e possiamo capire i motivi, nulla vieta loro di aprire qualche blog sul cammino, con un'efficienza che sarebbe maggiore della nostra, dovuta anche ai loro studi. Potrebbero per esempio preoccuparsi del recupero delle anime dal punto di vista dottrinale.

      C'è gente che non va più a messa o non devolve più l'otto per mille alla Chiesa, perché delusa dal lassismo del clero che ha permesso l'imperversare di questa setta. Se i parroci stufi marci si organizzassero in una resistenza comune, ciò ridarebbe speranza a molte delle alle ormai 99 pecorelle smarrite.

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    2. Anonimo 1 giugno 2021 21:47
      ---
      Ora sei stato molto chiaro; soprattutto nei riguardi dei Parroci: se ti vai a lamentare con loro sul cammino, fanno "i vaghi", non estrinsecando mai la loro posizione a riguardo.

      Ruben.

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  6. Se si legge in parallelo la storia dell'altra vocazione neocatecumenale, quella dell'"altro Francesco d'Assisi", si scopre che anche per questo giovane, allevato a pane e Cammino, la vita si era trasformata in un vero e proprio 'porcile'.
    Arrivare al livello dei maiali, pare che sia l'ambita meta della kenosi neocatecumenale, vedi l'esperienza riportata nel mamotreto dal Traditio, di quel capofamiglia che Dio ha permesso di diventare un 'porco' per non sentirsi migliore degli altri e quindi essere il modello di cristiano che Dio vuole secondo Kiko.
    Gli ingenui che si commuovono davanti a questi racconti non sanno che condizione per essere veri presbiteri del Cammino è non elevarsi mai da quel livello da suino.
    Lo diciamo noi perché siamo cattivi? No, lo dice Kiko: per non montare in superbia come minimo devi essere un iroso, un lussurioso, un avaro.
    Quindi, anche i figli delle super cattoliche famiglie del Cammino devono fare il percorso dei 'lontani', pur essendo stati immersi fino ai capelli nell'infallibile trasmissione della fede neocatecumenale. Persino don Pezzi, nel suo discorso di inizio corso 2020, ammette che sempre più spesso i giovani del Cammino perdono totalmente la bussola, al punto da dover essere inviati al centro di rieducazione della Domus.
    Ma naturalmente nè lui nè altri si chiedono: abbiamo sbagliato qualcosa?

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  7. Il cammino disgrega i nuclei deprimedone i componenti.

    Kiko si appropria di meriti che non possiede e che non esistono, ma che lo agevolano nell'ottenimento dei luridi fini che si è prefissato.
    Neppure le piccole comunità nc - costituite da persone che non vivono nella medesima casa né condividono il quotidiano - riescono a creare e a mantenere un'unione serena e armoniosa distinta dal rispetto, figuriamoci le famiglie che sono in contatto costante e debbono prendere assieme delle decisioni urgenti. Certo che il Cammino influenza queste famiglie, ma negativamente!

    - Le famiglie in cui uno solo dei coniugi è in cammino sono devastate dal feroce assalto della scontentezza: sabato sera divisi; soldi sottratti con aggressività o di nascosto per poter coprire le innumerevoli e rigorose spese che il contesto esige; fine settimana trascorsi in posti differenti, uno qui, l'altro lì, mai assieme.

    - I nuclei familiari in cui tutti i componenti sono kikiani - inclusi i figli - si disperdono. Ognuno vive il suo cammino nella solitudine più nera accusando l'altro dinanzi ad un'assemblea 'assassina'. Che disgrazia!

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  8. Nel cammino avviene un processo (indottrinamento) di persuasione coercitiva o riforma del pensiero (comunemente chiamato “lavaggio del cervello”) che annienta la serenità. L'autodeterminazione viene annullata e l'animo disfatto.

    Vengono a mancare tutte le sicurezze, da quelle più 'antiche', vale a dire il rapporto con i genitori - il testimone dell'autorità genitoriale viene passato al catechista - a quella spirituale - il cammino devia e trasporta ad una mondanità spirituale che uccide -.

    Come vivere serenamente in un luogo dove sussiste la soperchieria assoluta senza alcuna assunzione di responsabilità da parte dei catechisti d'ogni grado? Gente infame che predica la bontá del male (un ossimoro intollerabile) ed evita accuratamente la giustizia nascondendo sotto il tappeto anche quella divina, credendo così di poterla scansare.
    Il cammino è un posto privo di tolleranza e disponibilità nei riguardi di domande o indagini critiche, perciò è una setta dove ci si sente imprigionati. Al suo interno non esiste nessuna informativa finanziaria in materia di bilancio o spese (i soldi volan via per sempre per mete sconosciute) e comanda un timore irrazionale del mondo esterno (cospirazione e persecuzione).

    In questo clima soffocante è logico riscontrare l'infelicità, la depressione, il dissenso, la dissonanza cognitiva...la morte!

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  9. Un dato frangente dell'esperienza di Pachús mi ha commosso.
    Il passo è il seguente: "Appena lo vide, lo abbracciò forte e Pachús scoppiò a piangere".

    Che emozione ricevere un abbraccio sincero, dato per amore e null'altro di equivoco o ingannevole.
    L'abbraccio è un gesto umile, antico come il mondo, in cui è racchiuso un bene onesto che ti travolge e rassicura. Un gesto divino esonerato dal movimento e soppiantato da strette euforiche durante gli scambi della 'pace' ed i balletti infelici compiuti ovunque. Per non parlare degli abbracci fasulli di convenienza dati, ad esempio, ai figli dei catechisti per ottenere un poco di misera notorietà. Penosi all'inverosimile!

    L'abbraccio del neocatecumeno attore è crudele. Ti illude facendoti credere di provare un reale bene fraterno, salvo poi deluderti spietatamente. È uno strazio.
    Comprendo l'allegria di Pachús nel ricevere quella vera e santa stretta.

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    1. Non siamo tutti uguali...cè chi reagisce e chi si abatte. Io non ce l ho fatta a uscire tranquilla da quell'affetto finto. Pultroppo nemmeno fuori ho trovato un affetto sincero. Ho perso troppo tempo dietro al cammino e la vita mi è scivolata via.

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    2. Non ti abbattere, non è mai troppo tardi.
      Sant'Agostino, dopo un cammino molto difficile, ha incontrato Cristo e si è lasciato conquistare da Lui:

      "Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato! Ed ecco, Tu eri dentro di me ed io ero fuori, e ti cercavo fuori… Tu hai chiamato e gridato e hai infranto la mia sordità. Ti hai lampeggiato come un baleno e col tuo splendore hai messo in fuga la mia cecità: Tu hai sparso il tuo profumo e io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato, e ora ho fame e sete di Te. Mi hai toccato, e io mi sono infiammato dal desiderio della tua pace" 

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    3. Grazie ma non riesco a avere questa speranza. In comunità mi sono sentita troppo sola...questa solitudine me la porto ancora. Non riesco a andare in chiesa, mi sono sentita tradita anche da lei. Tanti anni di cammino mi hanno dato solo insicurezza. Dove è la salvezza che mi predicavano? Tra le mani e dentro di me mi rimane solo la sfiducia.

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    4. Non so esattamente quale sia la tua situazione attuale, ma è molto utile accettare il fatto che il Cammino prometteva appunto ciò che non poteva mantenere, e cioè la sensazione o la convinzione di essersi realizzati con il matrimonio, i figli, la vocazione, la famiglia della comunità, il ruolo al suo interno.
      Esattamente ciò che prometteva il serpente tentatore a Gesù: la realizzazione su questa terra.
      Il diavolo era bugiardo, perché non poteva mantenere i suoi impegni, così come il Cammino non può mantenere i propri.
      Se ti senti sola, pensa che anche Gesù fu terribilmente solo, tradito anche dai suoi; e ancora oggi è solo se noi ci allontaniamo da lui.
      Ti hanno insegnato a credere a un Dio pretenzioso ed anaffettivo, un Dio che ti amava facendoti del male.
      Ma questo non è il Dio cristiano!
      Se non te la senti di andare a Messa, avvicinati a Gesù nel Tabernacolo, oppure nelle cappelle dove fanno adorazione perpetua. Quando ci si sente profondamente traditi dagli uomini di Chiesa, dobbiamo pensare che Gesù è il primo ad essere tradito da loro, reietto e calpestato, e avvicinarci a Lui nel silenzio della Chiesa vuota.
      Perché gli altri non ci possono salvare, solo Dio salva.

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    5. @anonimo
      Mi dispiace davvero tanto, non so se può esserti di aiuto, ma purtroppo anche io ho sperimentato la solitudine, l'esclusione e la sofferenza psicologica in comunità, per cui ti sono vicina 🙏 Valentina ti ha dato un ottimo consiglio, quello di entrare in Chiesa e semplicemente stare nel silenzio davanti al Tabernacolo, e affidare a Lui tutto il dolore del passato, fidati ti sentirai meglio dopo 🙏 con il tempo potrai anche dare un senso alla tua esperienza 😉

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  10. Per quanto nel Cammino si parli spesso di Chiesa e di comunità, in realtà il paradigma di riferimento sembra essere una comune in stile anni sessanta-settanta.

    Credo che Kiko e Carmen non abbiano avuto neanche il senso del mistero della Chiesa, della comunione dei santi, dell'unità operata dallo Spirito Santo che si manifesta nell'unità della fede e della carità.
    Il Cammino non capisce il mistero dell'unità con tutta la Chiesa, ma propone specie di comunitarismo.
    La conseguenza è che per i camminanti la famiglia vera è il Cammino stesso e i genitori sono dei delegati all'indottrinamento.

    Personalmente ho deciso che coi camminanti, proprio perché si millantano cattolici, limiterò molto la discussione citando la Parola di Dio, come se a una loro tesi io ne oppongo una mia personale: prediligerò far parlare il Catechismo.

    Ebbene, il Catechismo è chiaro: per quanto i laici possano impegnarsi per la Chiesa e, anzi, chi può è invitato a farlo con generosità, per loro la prima chiamata la famiglia e i doveri di stato.
    Il Catechismo è chiaro: per quanto riconosca ai laici la possibilità di avere compiti straordinari nella Chiesa (ma se sono straordinari allora non sono la norma), la fedeltà ai doveri di stato viene prima.

    E' inutile fare tante catechesi e non passare un adeguato tempo coi figli.
    Anzi è dannoso ed è un vero peccato, aggravato dal fatto che si abbandonano i figli in nome di Dio, che non vuole!
    Le opere numerosissime di cui si vantano i camminanti sono proprio quelle che li inchiodano.

    Certi modi di fare dei camminanti mi fanno venire in mente il rimprovero di Gesù a quei farisei che dichiaravano i beni con cui avrebbero dovuto aiutare i genitori, ormai anziani, come offerta sacra a Dio, e con questa scusa non si sentivano obbligati all'aiuto.
    Così i camminanti: con la scusa degli impegni sacri, abbandonano i figli.

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    1. Ci volevano Kiko e Carmen per porre in contrapposizione gli "impegni sacri" (sacri al sacro Kiko, s'intende) con gli impegni "coi figli" (alla faccia del sacramento del matrimonio).

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  11. Dopo parecchie settimane, il blog Jungle Watch è di nuovo accessibile, e le ultime notizie riportate ieri e oggi riguardano l'intricato intreccio tra gli scandali di abusi sessuali (nel caso specifico all'istituto scolastico Father Duenas) e alle manovrine per accaparrarsi le ultime briciole mentre la diocesi di Guam è ancora sotto chapter 11 (cioè in procedura di bancarotta controllata, bancarotta dovuta ai risarcimenti alle vittime dei pedofili protetti dal vescovo pedofilo neocatecumenale).

    Qualcosa mi dice che le prossime notizie sul Cammino a Guam saranno piuttosto sgradevoli per i kikos.


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    1. Il problema si risolve alla radice : camminanti, non leggete il blog Jungle Watch, anzi non leggete neanche questo blog, e soprattutto non scrivete. E' meglio!!!

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    2. Giustissimo.

      Se leggono questo blog, rischiano di perdere la fede nell'idolo Kiko e di ritrovare quella in Nostro Signore Gesù Cristo.

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    3. Quindi, non leggete il blog, e la fede in Kiko è salva.

      APPUNTO!!!!!

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  12. A titolo di curiosità: il neocatecumenalizzatissimo cardinal Filoni, che tanti danni ha fatto alla Chiesa pur di salvaguardare il Cammino, era stato estromesso e relegato ad una carica apparentemente insignificante, quella di Gran Maestro dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro. Ebbene, è riuscito a far danni anche lì promulgando alla chetichella, lo scorso 19 marzo 2021, un nuovo Rituale per le celebrazioni dell'Ordine Equestre del S. Sepolcro (notoriamente i kikos non sono mai contenti di alcuna liturgia) abolendo il segno della "spada" perché sarebbe discriminante nei confronti del ramo femminile e - senza spiegazioni - perché non sarebbe necessaria al rituale.

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  13. Come non partire dalle parole stesse di Kiko che, come sempre, lo condannano più di ogni altra cosa, anche più delle testimonianze. Perchè dimostrano di che pasta è fatto il santo/iniziatore/ispirato Kiko Arguello:

    Kiko parla della validità del modello di trasmissione della fede ai figli che si attua nel Cammino. In particolare attraverso una liturgia domestica.

    "Dopo più di trent’anni dall’inizio del Cammino Neocatecumenale, uno dei frutti che più ci consola è vedere la famiglia ricostituita. E la famiglia diventa un vero “santuario domestico della Chiesa.” Ecco la prima mega-palla.

    Parla Kiko di "liturgia domestica": modello discutibile in quanto, come tutte le celebrazioni neocatecumenali è un teatrino con copione fisso infarcito di kiko/simboli, kiko/canti, kiko/predicazione e quindi la solita pagliacciata autocelebrativa del guru indiscusso.
    Poi non dobbiamo mai omettere di ricordare che, rigorosamente, questa cosa DEVE ESSERE FATTA la domenica mattina, impedendo ai figli di recarsi in Chiesa, nella propria Parrocchia, negli Oratori cattolici, ecc. ecc..

    Quindi Kiko NON può parlare di
    “ santuario domestico della Chiesa.”

    Ma solo di
    “ santuario domestico della sua insaziabile megalomania.”

    Ma di cosa si vanta? Quali frutti ecclesiali millanta?

    Questo modello "perfetto" si riduce a se stesso e va affiancato da tutte le altre consegne a proposito dei figli che da sempre sono operative nel cammino.
    ........

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ........

      Queste consegne sono:
      Mettere "dio" prima,
      l'evangelizzazione prima,
      i passaggi della propria comunità prima....
      le celebrazioni della comunità prima,
      gli annunci prima,
      la Traditio prima,
      le cento piazze prima....

      In tutti questi casi (e molti altri che non elenco) i fgli, pur tanto importanti, si trasformano in lacci, in idoli, in affettività malata e quindi NONOSTANTE I DOVERI EDUCATIVI CHE UNO HA NEI LORO CONFRONTI - dalla trasmissione della fede a tutto il resto degli obblighi genitoriali importantissimi - ecco che i preziosissimi figli passano nella casistica neocatecumenale degli affetti/idoli da odiare.

      Adesso sì che li puoi accantonare, mettere in mano a baby-sitters per giorni e giorni, giorno e notte, li puoi relegare in qualche saletta mentre tu ti intrattieni ad ascoltare i fiumi di predicazione sempre uguale:
      Kerigma di qua e Kerigma di là, sempre uguale.

      Come se si fosse asini con le orecchie, degli idioti insensati che devono ascoltare ininterrottamente ogni giorno e per tutta la vita sempre le stesse identiche cose, oramai imparate a memoria.
      Ma inutile, non ci si può sottrarre.

      E si perdono gli anni migliori che avresti potuto e DOVUTO vivere con i tuoi figli. Finchè non si scopre che con loro non si riesce neanche più a parlare e per ogni problema ci si esime e si indirizzano al LORO catechista Che "grazie a Dio" hanno.

      Che dono per i genitori che i figli abbiano ANCHE LORO i LORO catechisti e didascali!

      Oh come è previdente il Cammino, ma pensa proprio a tutto!
      ........

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    2. ........

      Poi per i casi estremi c'è sempre la Domus pronta ad accoglierli e don Rino Rossi e il Voltaggio junior. Poi se sei fortunato incontri magari Kiko che ti benedice e "ti dà una parola" quella che si andrà a compiere per te.

      Finirai direttamente da disadattato, nel 90% dei casi, in un R.M. e diventerai un presbikiko. Tu farai ancora più danni - è quasi matematico - di quelli dei tuoi genitori con te, di quelli che i tuoi kikatekisti complici e un Cammino farlocco hanno fatto nella tua vita!

      Questa è esperienza emblematica e ricorrente, altro che storie! Molto più realistica di tutte le favole che vanno raccontando mettendo sempre la polvere sotto il tappeto... e i malcapitati protagonisti con essa....

      Verità questi non ne raccontano mai e certe esperienze si trovano solo in rete, autonomamente postate. Poi loro altro non faranno che urlare che sono menzogne, cose inventate per distruggere l'opera di "dio" che è il C.N., Salvezza della Chiesa.

      ........

      Elimina
    3. ........

      Ed ecco un'altra mega-palla. A completamento della prima e come chiosa di tutto.

      Mega-palla che indispone per l'ardire proditorio di Kiko.

      Egli facendola franca sempre ne ha sparate proprio tante e, negli anni ogni volta più grosse:

      " Siamo grati al Pontificio Consiglio per la Famiglia che ha cominciato a interessarsi a questo fenomeno. Sono rimasti sorpresi da tutti questi giovani e ci hanno invitati a proporre all’intera Chiesa lo stesso tipo di celebrazione (domestica) che noi facciamo. "

      E vai! Che bravo e che buono Kiko. Egli vuole aiutare...
      (Poi la vorrei proprio leggere questa richiesta di elemosina fatta a Kiko da parte del Pontificio Consiglio per la Famiglia!!)

      ... "altra gente"

      ... "altre ottime famiglie di tutte le altre realtà Cristiane che hanno difficoltà con i loro figli durante la loro crescita, nella scuola"

      Certo, perche nel Cammino non sanno cosa sia avere difficoltà coi giovani: tutti sani, tutti belli, tutti santi, tutti.....

      E poi, ragazzi!

      Udite, udite Kiko afferma che fuori del Cammino c'è qualcosa di buono!?
      Questa davvero una notizia degna di nota: ha battuto la testa? sta perdendo colpi? Bah!

      Ma che cialtrone bugiardo venditore di pentole porta a porta.
      Ipocrita e adulatore, quando gli conviene, imbonitore e magnanimo a seconda.

      Pax

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    4. In questi ultimo post c'è un condensato di tutti gli epiteti sul Cammino. Da stampare e incorniciare....

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    5. Mega palla è l'acronimo di :

      Mamotreto Eretico Grandemente Allucinante Potentemente Amorale Largamente Lesivo Alligna

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  14. i vostri figli dove sono???
    HA HA HAAAAAAA

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    1. Sei la perfetta dimostrazione che fare il cammino distrugge le cellule cerebrali. Che risposta è? UNa risposta idiota! Spero tu non ne abbia figli, gli faresti solo del male.

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    2. io so dove sono i vs...
      ...e se li perdi basta seguire la scia dei danni che fanno passando

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    3. Sicuramente non in Chiesa, perché oltre che nel Cammino e negli scout di giovani in chiesa non se ne vedono.
      Fallacio Asino Vinicio

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    4. @Anonimo 2 giugno 2021 16:48
      i vostri figli dove sono???
      HA HA HAAAAAAA
      ---
      Ne ho due; non sono "un coniglio". L'attuale Pontefice è stato in merito, abbastanza chiaro.

      Ruben.

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    5. @anonimo
      Chi tra di noi ha dei figli credo che siano felici e sani in parrocchia!

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    6. @Fallacio
      Continua a ragionare per luoghi comuni..oramai ti è rimasto solo quello.

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    7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    8. I nostri figli non fanno testo. Non li esibiamo a stendardo, non li ostentiamo, non dobbiamo dimostrare niente a nessuno.
      Siete voi il problema, voi vi riempite la bocca, ripetete che "tutto bene", per voi tutto a gonfie vele.
      Che razza di paragoni fai?
      Noi siamo persone normali e riteniamo di essere tali.
      Voi vi siete assisi in alto e vi indicate da soli come modello al mondo e anche nella Chiesa: i migliori, quelli che hanno da insegnare agli altri, a voi il Signore dice "medico! Cura te stesso"
      Siete saccenti, presuntuosi, so tutto mì e son tutto mì.
      Siete patetici e ridicoli.

      E tu Fallacio, ci mancavi.
      Ma che ne sai tu? ... non se ne vedono... ma chi sei tu? Nelle Chiese oltre i scaut solo voi, ma davvero? Nella Chiesa? Fallacio mi fai piangere.

      Pax

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    9. @Fallacio
      Dovresti entrare più spesso in una chiesa parrocchiale, di giovani ne vedresti davvero

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  15. Quando ci si gonfia di orgoglio e di presunzione, poi si finisce per sgonfiarsi come Anonimo che, più che ridere, sembra esalare il suo ultimo respiro.
    Lo stesso prete di scorta del sommo guru Kiko ha ammesso che il Cammino ha qualche problema con i suoi 'giovani'. Secondo me, ne ha moltissimi, di problemi: perché se la didattica neocatecumenale è fallimentare, oppressiva e liberticida con l'adulto, lo è mille volte di più con i ragazzi.

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  16. Questa storia non mi stupisce per nulla. Kiko è anaffettivo quindi per lui TUTTI devono essere anaffettivi...anche i genitori nei confronti dei figli. Non mi stupisce dunque il fatto che il povero Pachus sia rimasto sconvolto nel vedere "un prete felice". I preti del cammino sono mere suppellettili, gente frustrata nella propria vocazione da presuntuosi che si arrogano diritti che non hanno.
    Nel cammino è tutta una recita: allegria, abbracci, tutto. Ed il brutto è crescere pensando che CI SIA SOLO QUELLO. Quando poi esci e vedi che il "mondo" è diverso puoi solo piangere dalla consolazione

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  17. Tra Il CN ed i giovani non c'è mai stato feeling.

    Ed è giusto così, il CN è un percorso nato per gli adulti.

    Per 30-40 anni il CN si è presentato nelle parrocchie sotto le mentite spoglie di "catechesi per adulti".

    A Kiko Arguello non è mai importato granché dei giovani.
    In comunità i giovani sono i figli dei camminanti, costretti dai genitori, a partecipare agli incontri del CN.

    I catechisti sono stati chiarissimi in più di una occasione durante la mia esperienza nel CN :
    ai bambini prima ed i ragazzi dopo và "inculcata" la fede, chiaramente la fede nel CN.

    Devono partecipare alle Eucarestie neocatecumenali appena sono in grado di stare appena un po' calmini ed appena un po' in silenzio e devono entrare in una loro comunità a 12-13 anni.
    Queste sono le consegne precise.

    La figura del didascalo nasce proprio per questa esigenza, tenere buoni i bimbi e prepararli all'entrata in comunità.

    È una figura a metà tra un baby-sitter ed un catechista ma "senza portafoglio" nel senso che non conta nulla.

    È un ruolo, o carisma come lo chiamano loro, secondario, spessissimo riservato alle donne o alle ragazze neocatecumenali e molto snobbato in comunità.

    I genitori e di conseguenza i bambini non hanno alcun rispetto della figura del didascalo.
    Anche perché è costretto ad essere, come tutti i ruoli in comunità, una figura pallosissima che si muove in schemi angusti e senza soluzioni alternative.

    I compiti del didascalo sono sempre gli stessi,fatti esattamente allo stesso modo.
    Durante i tempi forti della Chiesa i didascali delle comunità più avanti di cammino, prendono la gestione di tutti i bambini e fanno delle "lezioni di ebraismo", lezioncine, sempre uguali che si trasmettono dai didascali delle comunità più "anziane" ai didascali delle comunità più "giovani".

    Faccio alcuni esempi dei tempo di Pasqua e di Natale:

    A Pasqua si parla e si spiega la Pasqua ebraica, con le solite domandine dei bambino ai genitori durante la veglia e le solite canzoncine trite e ritrite, sempre le stesse da decenni, "che cosa c'è di diverso in questa notte.....".

    A Natale, l'importanza data ai Magi che portano doni, con altre canzoncine trite e ritrite, sempre le stesse "i bambini di Betlemme....", con i Magi che regalano caramelle e cioccolatini ai bambini.

    Un copione sempre uguale che è diventato una tradizione neocatecumenale che non si può assolutamente cambiare.

    Forse qualcuno ricorda quello che è successo a Daniel Lifschitz, per aver tentato di introdurre un qualcosa di diverso dalla solita preghiera di ringraziamento prima delle agapi e dei pasti in comune dei neocatecumenali?

    Continua…….

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    1. Was für ein anderes Dankgebet? Bitte zitieren!
      Und überhaupt: was macht Daniel LIfschitz jetzt?

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    2. Caro Luca, credo che Herbert voglia sapere qualcosa di più su ciò che successe a Daniel Lifschitz quando propose una diversa preghiera di ringraziamento.

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    3. Non tutti conoscono il tedesco, potete tradurre?

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    4. Didascalo è l'acronimo di :

      Demenziale Ideologia Decisamente Allucinante Seguono Catecumeni Acefali Lungamente Obnubilati

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  18. Continua…….

    Altra catechesi sempre uguale dei didascali neocatecumenali è quella dei tre giovani nella fornace che viene ripetuta da sempre nelle convivenze neocatecumenali.

    Ed è strano che un intero movimento laico non cambi di uno iota le proprie tradizioni interne, mentre pretende dalla Chiesa la massima elasticità sulle norme liturgiche del Ordinamento del Messale Romano.

    Tornando ai giovani, da quando è cominciata la crisi delle nuove entrate nel CN, Kiko Arguello ha deciso di correre ai ripari e si è "inventato" il post-cresima neocatecumenale.

    Questo post_cresima è funzionale al CN, ma è anche un comodo cuscinetto per ammorbidire l'obbligo della entrata dei figli dei camminanti in comunità.

    In pratica è un pre CN, in cui, oltre ai figli dei camminanti che da consegna tassativa devono entrare in comunità, consente anche di "acchiappare" qualche ragazzo dalle Cresime o qualche amico dei figli dei camminanti.

    Con la crisi nera del CN, il post-cresima neocatecumenale è diventato una boccata di ossigeno per la spompatissima e disastrosa propaganda neocatecumenale.

    Ora sui manifesti per "acchiappare" nuovi adepti viene scritto " catechesi per giovani ed adulti " e viene riportato con la massima naturalezza, come se quel "giovani" ci fosse sempre stato.
    Ovviamente non è così, noi lo sappiamo ed anche i neocatecumenali più "anziani".

    Vabbe le cose cambiano, il CN cambia solo quando gli conviene, od è costretto.

    Eppure il CN ha avuto la possibilità per fare qualcosa di buono per e con i giovani.

    Ha avuto la fortuna o l'illuminazione dello Spirito Santo ( maiuscolo giusto e assolutamente intenzionale) di ritrovarsi tra i suoi presbiteri un grandissimo sacerdote che sapeva parlare ai giovani.

    Sappiamo come è finita.
    Sono stati dedicati ampi spazi, anche su questa blog, a Don Fabio Rosini ed ai suoi 10 Comandamenti.

    Kiko Arguello ha indirizzato Don Fabio Rosini verso i giovani e Kiko Arguello ha processato e costretto all'uscita dal CN Don Fabio Rosini per invidia e gelosia.

    Perché Rosini attirava troppi giovani nel suo percorso formativo di 1 anno e poi non li indirizzava solo al CN, ma, gli consigliava di fare un qualsiasi percorso di approfondimento della fede nella loro parrocchia.

    In pratica Rosini è stato reo del fatto di lasciare liberi i giovani di decidere.

    Questo è stato il suo crimine:
    non obbligarli ad entrare nel CN.

    Ora Kiko ha Don Gianvito Sanfilippo, responsabile unico del suo post_cresima neocatecumenale, suo fedelissimo servitore, obbediente yes-man neocatecumenale, che gestisce un percorso formativo per i giovani, che dura sei anni e che è solo una mera preparazione all'ingresso nel CN.

    Per fortuna I giovani non sono stupidi, sfruttano il post-cresima neocatecumenale come possibilità di incontrarsi e stare insieme e lo snobbano alla grande con la pesantezza delle sue impostazioni neocatecumenali, tipo le penitenziali di gruppo ( confessioni) decise a tavolino una a mese o la scrutazio neocatecumenale inventata da Kiko Arguello, sempre decisa a tavolino una al mese, per far dire alla Bibbia, quello che fà comodo al CN, sulla vita e le decisioni future dei ragazzi.

    Non è un caso che già dal 2-3 anno di post_cresima neocatecumenale i ragazzi si dimezzano.
    Rimangono i fedelissimi figli dei camminanti, costretti da "contratto" a partecipare.
    Alcuni di questi "figli del cammino" iniziano, anche da subito, una doppia partecipazione, post_cresima e comunità neocatecumenali.

    Poi è chiaro che qualcosa devono mollare, tra la scuola, li CN ed il post-cresima, finisce che mollano il post-cresima.

    Poveri giovani!!!!
    Ingabbiati a 12-13 anni in un pesantissimo ed inutile percorso per adulti.
    Tra incudine (genitori neocatecumenali) e martello ( catechisti e padrini neocatecumenali).
    I più sfigati sono sicuramente i figli dei catechisti neocatecumenali.

    E ne conosco tanti che davvero avrebbero bisogno di essere liberati.

    LUCA

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    1. Luca, sei riuscito a fare una sintesi molto efficace. A parte che confermo ogni cosa. Su molti particolari non mi soffermavo da tempo, ma tu mi hai fatto riflettere. Hai delineato molto bene la figura del didascalo e la sua funzione. Il perchè Kiko ha avuto quest'altra trovata. Tutto calcolato nel Cammino, tutto finalizzato al perseguimento dei loro obiettivi. Lungimiranti, non c'è che dire. E il trascinarsi stancamente che li frega, la ripetitività ossessiva, pedissequa e monotona. Penso che questi tuoi commenti meritino un post, se non ti dispiace provvedo.
      Grazie.

      Pax

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    2. E' il trascinarsi stancamente...
      ho mancato un accento.

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    3. Ben volentieri Pax, spero che la mia testimonianza possa essere utile a qualcuno.

      LUCA

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  19. Per Herbert
    Leggiti questo suo libro :
    "
    L'immondizia ama Dio. Storia di un cattolico ebreo."

    È spiegata molto bene la sua storia e la sua esperienza di catechista neocatecumenale itinerante.

    LUCA


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    Risposte
    1. Das gibt es leider nur auf Italienisch! Bitte viele gute Bücher ins Deutsche, Englische und (oder) Polnische übersetzen!

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    2. Purtroppo quello delle traduzioni è un problema che non possiamo risolvere. Credo comunque che nel nostro blog si trovino molti articoli che riprendono molte tematiche trattate in quei libri.

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