sabato 21 novembre 2020

Preti di ultima generazione neocatecumenale

Lo scorso 24 giugno, Solennità della Natività di San Giovanni Battista, nella chiesa della Domus Galilaeae, don Mateo, ventisette anni, colombiano, formato nel seminario Redemptoris Mater di Galilea, è stato ordinato sacerdote per l’imposizione delle mani di Mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme.
 

L’ordinazione presbiterale, per il novello sacerdote , è avvenuta lontano dalla famiglia, che non ha potuto essere presente a causa dell’epidemia di Coronavirus in corso, ma circondato comunque da fratelli del Cammino: dalla sua comunità neocatecumenale dai fratelli e sorelle che prestano servizio nella Domus e nel Seminario, e da alcune religiose.

 

Anche don Mateo viene dal vivaio dei giovani problematici mandati dalle famiglie neocatecumenali nel "correzionale" della Domus.
Di lui infatti si dice nell'articolo che è il secondo di nove figli e che già nell’adolescenza "ha attraversato un periodo di crisi che lo ha allontanato da Dio e dalla fede (n.d.r.: neocatecumenale) ricevuta dai genitori".

 
Un pattern che ormai conosciamo fin troppo bene. 

 
I ragazzi ribelli e difficili vengono inviati alla Domus da dove escono come sacerdoti per Kiko. Per essi si parla di conversione, ma a cosa? Se provengono da una famiglia neocatecumenale e poi vengono rinchiusi alla Domus Galileaae, a fare i camerieri e gli intrattenitori di comitive neocatecumenali, ricevendo un'istruzione seminariale carente e orientata, uscendone per andare in missione neocatecumenale e a fare il servizio diaconale presso le comunità neocatecumenali, che esperienza di Chiesa mai possono aver fatto?

 

I prossimi sacerdoti fanno gli intrattenitori alla Domus
 

Diceva Kiko Argüello, iniziatore e guru del Cammino Neocatecumenale:

"La Domus è provvidenziale perché arrivano e sono nel deserto, non se ne possono andare, non c'è nulla intorno alla Domus."

Come comunità di recupero o carcere di massima sicurezza sicuramente va benissimo, ma non certo come luogo in cui poter riconoscere la validità della propria vocazione e soprattutto  provarla nella libertà e nell'autonomia della propria coscienza!

 

Per questo riteniamo significativa l'omelia tenuta per l'occasione da Mons.Pizzaballa, della quale riportiamo alcuni brani.

 

“Sei qui perché sei stato consacrato, e perché hai deciso nella tua libertà di accogliere questa proposta del Signore”.

Essere sacerdote “è certamente anche un privilegio, un dono”, ma significa appartenere a Dio: “Il Signore ti ha scelto per uno scopo preciso, quindi non potrai fare tutto quello che vorrai, la tua vita non è più tua. Tutta la tua esistenza deve riflettere questa appartenenza. Non devi piacere troppo a uomini: devi piacere innanzitutto a Dio, perché a lui appartieni, e per questo sei un po’ separato rispetto agli altri”.

"Tu andrai da coloro a cui ti manderò”, dice il Signore a Geremia. Per questo: “Non vai dove vuoi. Appartenere a qualcun altro significa rendere conto a Lui, e Lui darà le indicazioni a te. Anche la tua missione non ti appartiene. Sei uno strumento nelle mani di Dio, niente più”.

“Dirai quello che io ti ordinerò”, è il mandato di Dio al profeta. “Nelle omelie, dovrai innanzitutto dire ciò che la Parola di Dio dice a te. Se sarai fedele alla consacrazione, e dirai ciò che Dio ti ha ordinato di dire - ci sono cose che il mondo non vuole sentire, ma che si devono dire, perché appartengono a Dio -, se sarai fedele a questo, soffrirai, avrai solitudine, forse sarai perseguitato, incompreso, ma appartieni a Lui."

“Nel tuo modo di parlare deve risuonare la Parola di Dio, non la tua, altrimenti farai ruotare le persone intorno a te: devi portarle a Gesù, non legarle a te. Questo richiede una grande solitudine. Per essere pastore devi imparare ad essere solo”.

“Potrai comprendere tutto quello che ho detto, se pregherai” e, ricordando ciò che gli disse un anziano sacerdote, quando era giovane Custode di Terra Santa: «Ricorda che se vuoi fare tante cose, la prima è piegare le ginocchia».

“Sii come Giovanni Battista, un annunciatore instancabile, fedele e senza compromessi, della appartenenza al Signore. Possa tu risplendere della luce pasquale, del Crocifisso e del Risorto. Sarai dono, offerta, vita, gioia, lode”

 

All'ingresso della Domus, le lapidi con i nomi degli eletti (ma il Salmo non diceva "Come una CervA anela"?)

Bella omelia...peccato che siano troppi i punti che stridono gravemente con il contesto in cui avviene l'ordinazione di questo sacerdote.


  • "Hai deciso nella tua libertà": abbiamo spiegato che, purtroppo, il novello sacerdote, dall'epoca della sua adolescenza turbolenta, quindi per almeno dieci anni, non ha avuto vera libertà di decisione, né, all'interno di una vocazione che comunque ci auguriamo sia autentica, ha potuto scegliere una specificità che non fosse quella neocatecumenale.
  • "Non potrai fare tutto quello che vorrai, la tua vita non è più tua". Qui Mons. Pizzaballa si sbaglia. Il novello sacerdote sicuramente non poteva fare ciò che voleva al punto tale che la sua vita non era più sua, ma in mano ai suoi formatori-secondini. Ora che è stato ordinato sacerdote invece avrà la possibilità di scegliere e di allontanarsi dalle pressioni neocatecumenali, cosa che in molti fanno, purtroppo spesso abbandonando anche l'abito.
  • "Tutta la tua esistenza deve riflettere questa appartenenza. Non devi piacere troppo a uomini: devi piacere innanzitutto a Dio" e "sei uno strumento nelle mani di Dio" Parole sante. L'appartenenza a Dio esclude l'appartenenza e l'obbedienza ai catechisti neocatecumenali.
  • "Dirai quello che Dio ti ordinerà": non Kiko!
  • "Nel tuo modo di parlare deve risuonare la Parola di Dio" non le catechesi di Kiko!
     
  • "...non la tua, altrimenti farai ruotare le persone intorno a te": non c'è pericolo, i personalismi non sono ammessi in Cammino. Tutto ruota intorno alla preservazione e alla lode del Cammino stesso.
  • "Per essere pastore devi imparare ad essere solo": quindi separato, non soggetto alla tua Comunità di origine né tantomeno a catechisti laici.
     
  • "Se vuoi fare tante cose, la prima è piegare le ginocchia": frase che contravviene a tutta la preparazione ricevuta in Cammino, quando mai ha potuto piegare le ginocchia di fronte a Gesù Eucaristia.
     
  • "Sii come Giovanni Battista, un annunciatore instancabile, fedele e senza compromessi, della appartenenza al Signore". Purtroppo per questo novello sacerdote si aprirà una strada di eterno compromesso fra la propria appartenenza a Cristo e alla Chiesa ricevuta con l'ordinazione e l'appartenenza al Cammino Neocatecumenale, così forte, continua e cogente da essere addirittura asfissiante.


Ma Mons.Pizzaballa questo non lo sa...o preferisce ignorarlo. 

Alla fine, ringraziando gli intervenuti e i "formatori" se ne esce con una frase abbastanza sibillina: "la prossima generazione, a cui appartieni, dipenderà molto da come avete vissuto questi anni".
 

Noi sappiamo come hanno vissuto questi anni, principalmente nella disobbedienza alla Chiesa, nella mistificazione e nell'autoreferenzialismo.
 

Con queste premesse, una prossima generazione non ci sarà.

21 commenti:

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  2. Persone problematiche non dovrebbero entrare in un seminario.
    Non pretendo la perfezione, ma i problemi esistenziali e comportamentali devono essere già risolti e non si deve entrare in seminario per risolverli, allo stesso modo in cui non ci si deve sposare con problemi esistenziali e comportamentali che minano poi il matrimonio.

    Anni fa ho sentito una persona incoraggiare due fidanzati a sposarsi anche se la ragazza aveva seri problemi psicologici al limite della schizofrenia, perché tanto c'era la grazia di stato del matrimonio che guarisce.
    Disse una bestialità: non perché la grazia di stato del matrimonio non possa guarire anche una schizofrenia, ma perché la cosa non è un atto dovuto che Dio è costretto a fare.
    Non si può obbligare Dio a compiere un miracolo o una guarigione. La grazia di stato è un aiuto soprannaturale, ma non necessariamente opera in modo straordinario, anzi per lo più opera nell'ordinarietà.

    Quella frase non era frutto di una profezia, come alcune fatte da Padre Pio che poi si sono realizzate, ma fu detta come un "dogma": se c'è fede avverrà certamente la guarigione.
    Come i catechisti del Cammino: se c'è fede certamente sei immune dal covid... e invece... non c'era fede.
    Non la fede: non solo quella che opera i miracoli, evidentemente, ma non c'era una fede corretta, una fede secondo l'insegnamento della Chiesa.
    Ma c'era fideismo, quello sì. Almeno in quell'occasione, come in tutte le occasioni simili e di esaltazione collettiva.

    Il rischio di questi poveri giovani seminaristi problematici è quello di fare come quei ragazzi delle campagne che venivano mandati in seminario per avere pane e futuro.
    Ma allora c'era una notevole selezione e la maggior parte di chi non aveva vocazione usciva prima di diventare sacerdote.

    Problema ben più grande è quando si fa di tutto per tenere i giovani in seminario, passando sopra a ogni cosa perché c'è penuria di vocazioni, come oggi.
    E soprattutto il problema è grave quando i giovani vengono addirittura forzati psicologicamente a entrare in seminario.
    Ovvio che entrano soprattutto i più deboli e i più suggestinabili e problematici.

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  3. I LAGER GALILEAE SFORNANO PSICOLABILI IN TONACA

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  4. https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2977226862379812&id=365192590249932

    E bravo il nostro gran predicatore Mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme! Ma sta sempre là? Alla Domus? E’ proprio considerato un gran Centro e non solo del Cammino, non c’è che dire! Ma questo Monsignore non ha proprio niente di meglio da fare?

    Blandito e accompagnato dal giovane Voltaggio Francesco, che mette la sua bella faccia pulita al servizio totale del cammino e di Kiko? Don Francesco, esempio di figlio del cammino e di mega catechisti romani e mega catecumeni di Kiko. Il padre, anche lui di nome Franco, non c’è più. E non era tra i peggiori capoccia, a dire il vero sinceramente.

    Leggere la parola del Patriarca fa davvero cadere le braccia. Dalla prima all’ultima esortazione scandita con convinzione si potrebbero desumere altrettanti richiami, correzioni di rotta, precise disposizioni indicanti la giusta direzione. Come ben si evidenzia nel post.
    Tutto quanto egli dice essere carattere del sacerdote, tratto distintivo e sua vocazione e impegno è disatteso dai presbiteri neocatecumenali, cresciuti a pane e cammino. A questi giovani è stato consentito di frequentare solo la Domus e i R.M.. Sempre ancorati alle loro comunità e ai loro catechisti, altro che solitudine, altro che libertà di essere esclusivamente di Dio!!!

    Non interessa al cammino formare preti veri, che prima siano uomini degni di questo nome.

    Mi sale il disgusto e non voglio soffermarmi oltre perché veramente è solo sprecare il fiato.

    Ma mi domando. Questi che non solo ascoltano ma scrutano, questi campioni della fede adulta, cosa sono? Soltanto degli incalliti farisei che si riempiono la bocca. Che dicono e non fanno. Che hanno la faccia tosta di esporre tutti i comandi di Dio, l’intera Torah, quando la loro stessa vita va tutta da un’altra parte. Predicano bene e razzolano male.

    Ma, ripeto, quello che qui indigna più di tutto – UT SEMPER – è il nostro illustre Pierbattista Pizzaballa che - almeno da ciò che appare e la disinvoltura con cui si intrattiene in questo che è un contesto esclusivo - non si vergogna di dire cose che sa non essere praticate per niente nel cammino… o che fa finta di non sapere.

    Pax

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    2. Pax:
      nel mio commento precedente mi ero astenuto dal riferirmi alla predica di Mons. Pizzabballa, di cui uno stralcio non mi è piaciuto, perché non voglio essere ipercritico e in un'omelia a braccio, in cui peraltro sono state dette cose che andrebbero sottolineate, in quanto si possono dire imprecisioni che vanno calcolate nel contesto, cercando di capire il messaggio nel suo insieme, ma il tuo commento di un Pizzabballa di casa alla Domus Galileae, mi dà l'occasione di fare una precisazione su un'espressione del monsignopre dal sapore troppo neocatecumenale.

      La frase che non mi è piaciuta è la seguente: "Nelle omelie, dovrai innanzitutto dire ciò che la Parola di Dio dice a te".
      No, innazitutto si deve attualizzare la Parola di Dio secondo ciò che insegna la Chiesa e secondo ciò che sono i dati oggettivi.
      Non nego che nelle omelie il timbro del sacerdote si debba manifestare e non nego che possono esserci omelie in cui il sacerdote è usato come un profeta, ma può dire ciò che "sente" solo se, ciò che sente, è in sintonia con ciò che sente TUTTA la Chiesa.

      Non è raro ascoltare prediche "ispirate", spesso profetiche, anche da sacerdoti che non hanno alcuna intenzione di fare i profeti (anzi, soprattutto da questi), ma l'omelia deve spiegare INNANZITUTTO la Parola di Dio ed esortare a metterla in pratica.

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    3. “Nelle omelie, dovrai innanzitutto dire ciò che la Parola di Dio dice a te."
      _____________________________

      Hai colto bene il punto, Pietro, sul quale io non mi ero soffermata.
      Sai, mi hai fatto venire in mente una cosa singolare.

      Ricordo un presbitero R.M. che una volta mi disse che avevano ricevuto una precisa consegna sul come fare l'omelia:

      1. Innanzitutto dire ciò che la Parola ha detto a te.
      Ossia chi presiede in primo luogo, quando chiude le risonanze, deve fare anche lui la sua di risonanza. (proprio quanto tu avevi colto di squisitamente neocatecumenale.)

      2. Attualizzare la Parola per l'assemblea.

      3. Esplicitare a cosa essa ci chiama tutti, collegarla infine al sacramento che si va a celebrare.

      Tre punti da seguire come una traccia per ogni omelia.

      Perchè dico questo?
      Perchè mi fa un certo effetto considerare che il Monsignore e Patriarca Pizzaballa, guarda caso, segue lo stesso identico canovaccio.

      E' proprio ben inserito nel contesto, non c'è che dire, ha ben compreso e assimilato lo "spirito del cammino". Don Voltaggio insieme a tutti gli altri che si dedicano con grande zelo a Vescovi, Cardinali, Monsignori e Patriarchi e Rabini e chi più ne ha più ne metta, hanno fatto davvero un gran lavoro. Kiko e Carmen li hanno ben ammaestrati nell'arte dell'accalappiamento e uso a proprio vantaggio.

      Bravi tutti questi che invece di aver a cuore la Chiesa e servire Cristo si mettono, con la loro autorevolezza, a promuovere e legittimare questi soggetti.

      Pax

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  5. "Sii come Giovanni Battista, un annunciatore instancabile, fedele e senza compromessi, della appartenenza al Signore" ha esortato Pizzaballa. Purtroppo per questo novello sacerdote si aprirà una strada di eterno compromesso fra la propria appartenenza a Cristo e alla Chiesa ricevuta con l'ordinazione e l'appartenenza al Cammino Neocatecumenale, così forte, continua e cogente da essere addirittura asfissiante.
    Un presbitero neocatecumenale, a meno che non sia nello stesso tempo anche catechista, come era il vescovo del Callao, spagnolo, catechista itinerante prima d'essere presbitero, oppure come un sacerdote della mia diocesi che non solo non taceva durante gli scrutini, ma prendeva il controllo della situazione ed era più feroce degli stessi catechisti, oppure ancora come il sacerdote che ebbe la sventura di incontrare LaPaz, che addirittura la 'scomunicò' proibendole di partecipare alla Pasqua, è condannato ad essere un esecutore di ordini altrui.
    Cioè la scelta è fra l'essere degli squali feroci e l'essere dei pesci rossi senza personalità alla don Pezzi.
    Addirittura un sacerdote del Cammino non può fare la direzione spirituale dei fedeli della Comunità, quando invece questo dovrebbe essere suo specifico compito.
    Ed è veramente triste sentire le omelie di questi sacerdoti, sempre identiche, senza nessuno spunto di riflessione e di approfondimento. Quando li ascolta per la prima volta chi non conosce il Cammino, può pure rimanere ben impressionato, perché, anche se sono giovani, si esprimono con grande sicurezza ed autorità; ma dopo qualche tempo la ripetitività dei temi e dei toni li rivela per quel che sono: dei fantocci, dei cloni kikiani.
    Naturalmente ci saranno pure dei sacerdoti validi, ma non potranno svolgere appieno il loro Ministero finché non riusciranno ad affrancarsi dal Cammino; cosa che auguro accada presto anche a questo neo ordinato.

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  6. Con decenza parlando, io non riesco proprio a immaginare come mons. Pizzaballa si sia piegato a conferire gli ordini sacri a soggetti ci cui come minimo occorre dubitare della fede e della vocazione. Come minimo. Essendo non cristiani ma credenti in Kiko, è legittimo e ragionevole avere dei seri dubbi sulla loro fede e sulla loro vocazione. Pizzaballa non è certo l'ultimo degli autoimpegnati di sacrestia, certe cose dovrebbe già saperle da molto tempo. Tanto più che ce le ha davanti agli occhi. Non può essere ingenuamente caduto dal pero.

    È vero che una minoranza di seminaristi-kikos hanno davvero un germe di vocazione, e che una minoranza di questi ultimi riesce a non farsela sterilizzare nel seminario kikiano. Ed è anche vero che alcuni, magari, la propria chiamata al sacerdozio la maturano solo dopo aver servito per un po' di tempo il kikismo-carmenismo. Ma questa minoranza di miracoli (poiché di miracoli veri si tratta, in quanto cambiano drammaticamente il cuore e la fede) non può essere l'alibi per lavarsene pilatescamente le mani. Pizzaballa, ma che mi combini? Ti rendi conto di cosa hai combinato col sacramento, con tutta la responsabilità che hai davanti a Nostro Signore?

    Mons. Pizzaballa ha detto: “Sei qui perché sei stato consacrato, e perché hai deciso nella tua libertà di accogliere questa proposta del Signore”. Scusate, ma come sempre le parole importanti proferite da un uomo di Chiesa importante, anche quando l'intenzione era puramente adulatoria, diventano una maledizione.

    Intendo dire che se il giovinotto che si è sentito dire "hai deciso nella tua libertà" non ha deciso nella sua libertà, ha già un piede fuori dal sacerdozio, probabilmente fuori dal Cammino, e - temo - anche fuori dalla Chiesa. Del resto, uno dei segreti neocatecumenali meglio protetti è la statistica sui presbikikos che abbandonano il sacerdozio. Che non si venga mai a sapere quanti di loro hanno "pasticciato", che non si venga mai a sapere che un trasferimento in "missione" era in realtà un far sparire il soggetto da sotto i riflettori, che non si sappia mai che gran parte dei presbikikos fanno una miserabile fine (ecclesialmente e teologicamente parlando).

    Ordinare al sacerdozio un soggetto dubbio e problematico, solo perché non si può dire di no alla mafia neocatecumenalizia, è uno svendere la Chiesa e il sacerdozio ai padroni di questo mondo, è una roulette russa fatta con cinque colpi su sei nel tamburo, è un gettare le perle ai porci fingendo di sperare che i porci non le notino (il sacerdozio permane anche se uno viene "spretato", poiché il sacramento "imprime il carattere"; quanti altri finti preti occorre ordinare prima di rendersi conto che l'ordinazione va concessa solo a chi ha almeno la fede cattolica e un germe di vera vocazione?).

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  7. Immagino il Monsignore distinto da uno sguardo birichino che rivolge un occhiolino di intesa al giovane mentre perentorio afferma: “Sei qui perché [...] hai deciso nella tua libertà di accogliere questa proposta del Signore”. E immagino il giovane accogliere il segnale e annuire dopo essersi guardato attorno e aver constatato "d' essere nel deserto, che non se ne può andare, che non c'è nulla attorno alla Domus".

    Il ragazzetto gravato dai disagi, figlio poco curato di genitori convintamente ncn, caratterizzato da una fede flebile acquisita in toto nella setta è il soggetto ideale da arrestare e carcerare in un deviato seminario Redemptoris Mater dove, ahimè, non sussiste fedeltà alla Chiesa Cattolica Romana. Mi auguro che la vocazione di questo ragazzo sia frutto di una reale chiamata del Signore poiché, come ben sappiamo, nel Cammino non è poi così scontato.

    Mons. Pizzaballa: «Ricorda che se vuoi fare tante cose, la prima è piegare le ginocchia».

    Chi impara a credere, impara a inginocchiarsi. Una fede o una liturgia che non conoscano l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale (Joseph Ratzinger) ed il Cammino è appunto infermo. Quindi a chi vuole darla a bere il Monsignore? Egli è cosciente che il genuflettersi è omesso nel movimento che persegue questo novello sacerdote, quindi è lecito porsi il quesito ed anche darsi la risposta:

    "Dinanzi a quale autorità deve piegare le ginocchia questa creatura?"

    "Non essendo una santa esortazione a chinarsi dinanzi a Gesù è di logica una raccomandazione a protrarsi, quindi a sottomettersi, ai potenti del Cammino".

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    1. Immagino il Monsignore distinto da uno sguardo birichino che rivolge un occhiolino di intesa al giovane mentre perentorio afferma: “Sei qui perché [...] hai deciso nella tua libertà di accogliere questa proposta del Signore”. E immagino il giovane accogliere il segnale e annuire dopo essersi guardato attorno e aver constatato "d' essere nel deserto, che non se ne può andare, che non c'è nulla attorno alla Domus".

      Haha come fai? Hai spiegato eccellentemente anche la mia sensazione. La mia comunità era seguita da un giovane sacerdote formato nel seminario RM sempre triste, celebrava con un peso che non vi dico. Mi veniva la depressione solo a guardarlo e mi dispiaceva molto. Era scontento non aveva passione. Non so se è ancora presbitero, se dovessi scommetterci direi di no. Sono passati quasi 10 anni.

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    2. Il fatto è che mons. Pizzaballa è tutt'altro che uno stupido.

      Purtroppo in tante occasioni che ho avuto a che fare con esponenti della gerarchia ecclesiale, mi sono reso drammaticamente conto di quanto siano succubi di certe mafie clericali - ivi incluso il Cammino. Uno dei casi più eclatanti riguardò un seminarista di cui il rettore del seminario si era autoincaricato di scovare ogni più minuscolo difettino per ostacolargli il percorso verso il sacerdozio. Il seminarista in questione ad un certo punto sbottò: ma com'è che mi viene contestata ogni più piccola minuzia, mentre il seminarista XYZ [figlio di cosiddetti "catechisti" del Cammino] viene mandato avanti? La candida risposta del rettore fu: beh, ma XYZ crescerà. Inutile dire che fu proprio su minuscoli difettini "pastorali" (dunque non di vita morale o di fede) che il seminarista non protetto da certe mafie clericali fu succcessivamente espulso. Inutile aggiungere che un paio d'anni dopo l'ordinazione in diocesi, il soggetto XYZ non solo non era "cresciuto" umanamente o spiritualmente, ma prese anche il volo per la missione kikiana col consenso del nuovo vescovo, quest'ultimo probabilmente desideroso di togliersi dai piedi un ignorante combinaguai devotissimo di Don Kikolone.

      Quel genere di "uomini di Chiesa", prontissimi a spaccare il pelo in quattro su chiunque ma altrettanto prontissimi ad ossequiare certe mafie clericali (come il Cammino), dovrà rispondere davanti a Dio della rovina della Chiesa. Anziché valutare le vocazioni, le iniziative pastorali, i gruppi ecclesiali, in base a semplici criteri di fede e di morale, hanno fatto la manovra dei vili - quella di ostentarsi forti con i deboli e deboli con i forti - attirando contro la Chiesa ogni genere di persecuzioni e di sventure (il demonio, infatti, "premia" comunque con le sventure coloro che lo ossequiano; e non esiste malfattore che abbia la vita pacifica e tranquilla fino alla fine).

      Pizzaballa queste cose le sa bene e, in qualità di francescano, ce le può insegnare con molto più rigore e precisione di quel poco che un signor nessuno può permettersi di spiegare in poche righe su un blog sperduto. È è uno che le persecuzioni le ha assaggiate di persona, vista la delicatissima circostanza in cui da tre decenni è stato chiamato a portare il Vangelo via via con maggiori responsabilità. Per questo mi sono meravigliato che abbia messo in ballo la propria autorità episcopale per dare gli ordini sacri a soggetti neocatecumenali, cioè soggetti che saprebbero rinnegare Dio ma mai rinnegare Kiko, e "formati" alla fanatica scuola del kikismo-carmenismo anziché nelle pur imperfette strutture della Chiesa Cattolica.

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    3. Non conosco e non so nulla sul giovane presbitero RM in questione e non poso esprimermi. Quello che posso testimoniare è che nel Cammino uno dei modi in cui si pensa di risolvere i problemi di ragazzi problematici è quello di mandarli o di spingerli a decidere "volontariamente" di entrare in seminario. Ragazzi che spesso, anche se non sempre, sono figli di famiglie numerose con genitori catechisti che in alcuni casi sono molto assorbiti dai loro impegni comunitari e non dedicano tempo sufficiente ai figli. (Apro una parentesi: se capita che dei genitori dicano ai catechisti che sembra loro di trascorrere troppo poco tempo con i figli, di solito la risposta è sempre la stessa (come da copione!): non conta la quantità, ma la qualità. I pappagalli evitano accuratamente di dire che la qualità dipende anche dala quantità e che se si trascorrono con i figli poche ore a settimana (nel migliore dei casi), non ci sarà modo di creare un minimo di qualità!). L'errore è dunque alla radice: invece di tenersi vicini i figli problematici e di dedicare loro del tempo e cercare un aiuto per affrontare i problemi, li affidano a qualcun altro che, chissà, magari miracolosamente riuscirà a farli diventare persone serene, interiormente sane e un po' più equilibrate. Invece in questo modo non fanno che approfondire i problemi di questi ragazzi / uomini e nella gran parte dei casi si finisce per farne dei disadattati.

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  8. ......... e scrivo di seguito perchè - continuando sulla scia di Tripudio - anche io mi meraviglio e resto oltremodo stupita ancora, al ricordo di un altro fatto risalente al 18 marzo 2019 che avrà duramente segnato il nostro odierno protagonista, se ha un cuore.

    Ma come fa il Monsignor Pizzaballa, francescano di Terra Santa in qualità di Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme a ingoiare quest'altro boccone amaro?
    Ennesimo smacco da parte di chi ostenta potenza e gloria e ricchezza ineguagliabile e, dopo essere entrato nella Chiesa in punta di piedi, ora si pone sulla cima più alta e vuol comandare?
    Oppure il nostro Monsignore si accontenta di quanto graziosamente questi eterni nullafacenti, pezzenti arricchiti gli concederanno in uso gratuito, o almeno lo spera, nella nuova lussuosa magione?

    Oggi aggiungiamo, alla luce degli ultimi eventi mondiali che costringono il C.N. in castigo in ginocchio dietro la lavagna, SE AVRANNO TUTTI GLI SVARIATI MILIONCINI NECESSARI ALL'OPERA MAGNA CHE HANNO IN MENTE.
    Ma può essere pure che i soldi già ce li hanno nelle varie "Fundacion" che hanno sparse in chi sa quante parti del mondo... con questi non si sa mai. Mai cessano di stupirci!
    ............

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  9. ............

    da Il Sole 24 ore - Economia:

    Il Monte degli Ulivi ai Neocatecumenali per 5 milioni di euro

    https://st.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2019-03-10/il-monte-ulivi-neocatecumenali-5-milioni-euro-094941.shtml

    A quel punto si aprì la strada della vendita da parte della liquidazione, mettendo come caveat che il terreno avesse come destinazione un’istituzione cristiana. Il dossier passò in mano all’avvocato Mazen Qupty, arabo cristiano israeliano, che avviò contatti con varie organizzazioni , prima tra tutte la Custodia di Terra Santa. Ma le finanze della casa francescana non permettevano l’investimento, e forse lo stesso fu per il Patriarcato Latino, non in buone acque finanziarie.

    Analogo tentativo fu fatto presso il Patriarcato Copto. L’unica soluzione rimasta era un’asta aperta a 42 organizzazioni cristiane, e alla fine in lizza ne erano rimaste tre: il Patriarcato Copto Ortodosso di Gerusalemme, la Chiesa Eritrea Ortodossa e la Fundacion di Panama. Nella procedura dell’asta (con rilanci da 100mila euro) presso la sede della Monte Tabor, sede in Via Olgettina 60, l’offerta migliore è risultata quella della Fundacion, presieduta da un sacerdote di 57 anni, Manuel Anselmo Diaz Ortiz, parroco di Nuestra Senora de Guadalupe, a Panama, una chiesa molto nota nella capitale del Paese centro americano appena visitato dal Papa per la giornata mondiale dei giovani.

    Diaz Ortiz non è venuto in Italia per l’asta: si è fatto rappresentare alla procedura da un avvocato di Roma in forza di una procura con tanto di firma autenticata dall’ambasciata d’Italia a Panama. Quale sarà la destinazione del terreno, ora in mano al Cammino Neo Catecumenale, movimento mondiale fondato da Kiko Arguello, e che lo scorso agosto 2018 ha visto decine di migliaia di aderenti incontrarsi al Circo Massimo con la presenza di Papa Francesco? Il luogo non è solo al centro della tradizione cristiana : dal 1967 è parte della muncipalità di Gerusalemme ma prima della guerra dei Sei Giorni era territorio giordano, quindi comunque un’area politicamente sensibile. E lo è anche dal punto di vista religioso: sulle pendici del Monte, fino a ridosso del terreno, insiste il più grande cimitero ebraico del mondo. La proprietà è passata di mano da poco, è presto per l’avvio di progetti, anche se è circolata la voce della destinazione ad un edificio di culto. Che non sarà certo la piccola costruzione, dove per anni hanno vissuto due suore italiane, entrambe di Cesena.

    Pax

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  10. Ebbi modo, tanti anni fa, di fare un'esperienza in un seminario Redemptoris Mater.
    Non vi andai, in tutta coscienza, perché "plagiato" da qualcuno. Ma solo per poter onestamente rendermi al servizio del Signore. Qualora la mia vocazione fosse stata quella.
    Partii senza indugio quindi in un paese del terzo mondo, dove vi restai per un anno intero.
    Con mio immenso dispiacere l'esperienza fu terribile. Il rettore era un pazzo, uno pieno di se, che trattava tutti da schiavi senza il minimo rispetto. Io, non mi feci mettere mai i piedi in testa, ma questo mi costò un periodo di odiose operazioni a mio sfavore. Tartassandomi e frequentemente cercando di umiliarmi.
    Finii il mio periodo e me ne tornai in Italia, al mio ritorno parlando della mia esperienza fui bullizzato dal sedicente parroco nc della mia parrocchia.
    Oggi a distanza di tanti anni posso parlarne con serenità, ho lasciato quella gente, non li ho più rivisti e neppure loro mi hanno più cercato.
    Ho mantenuto comunque contatti con altri ex seminaristi, anche di altri paesi che a volte sono tornati in Italia, alcuni fanno ancora parte del CNC.
    Posso dire che molti non hanno fatto una bella fine: due ragazzi si sono suicidati, un'esperienza terribile perché quando passi tanto tempo accanto ad altri li senti come fratelli, pensare che non ci sono più ancora mi fa piangere.
    Altri sono usciti di senno, sono sulla carta preti ma non fanno che andare in "missione" e non vestono mai da preti.
    Prego per loro, ma quell'esperienza mi ha segnato, ma forse in bene perché mi ha fatto vedere, prima di altri, cosa era il CNC e mi ha preservato da possibili eventi nefasti che sarebbero accaduti se fosti rimasto ancora dentro.
    Buona giornata a tutti e grazie per aver letto la mia esperienza
    ex seminarista RM

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    1. Che terribili esperienze racconti, caro amico. grazie per la tua condivisione generosa. Se tu potessi raccontare, con la dovuta riservatezza, più nel dettaglio alcune di queste storie, ti saremmo molto grati. Sai bene che tutto quello che si porta alla luce di costoro è opera meritoria e può giovare anche molto a chi sta ancora nelle pastoie. Tu, come anche io, sai bene che significa finire nelle loro grinfie e sfuggire definitivamente è davvero una grazia immensa. Della quale ringraziare Dio ogni giorno. Sei stato coraggioso a sottrarti. Anche io so bene che si aggirano con responsabilità grandi Sacerdoti, questa è la vergogna, che hanno subito la modificazione genetica e si sono trasformati in presbikiki. Animali pericolosissimi e a piede libero ovunque. Quanti disastri ha fatto e fa Kiko!!

      Di suicidi e tutto il resto, tra squilibri mentali, tare affettive, disturbi della sfera della sessualità, di tutto questo sarebbe importante poter avere qualche relazione più dettagliata, salvando l'identità delle persone. Perchè questi millantano frutti e successi e li gridano ai quattro venti ma sono altrettanto abili a nascondere, occultare e seppellire i fallimenti, i loro scandali, le cose che sarebbero da correggere o proprio da cancellare.
      Sono falsi e bugiardi, fanno risplendere ciò che è tenebra e inducono a scambiare lucciole per lanterne.

      Pax

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    2. Grazie anche da parte mia, ex seminarista RM, per averci messo a parte della tua esperienza. Come dice Pax, la tua testimonianza è preziosissima perché tu hai vissuto sulla tua pelle quello che noi possiamo ipotizzare e immaginare mettendo insieme quello che sappiamo e quello che abbiamo sperimentato del Cammino. Quello che si è vissuto in prima persona nessuno lo potrà cancellare e nessuno sarà in grado di confutarlo. Fra l'altro, immagino che in questo seminario africano non venissero mandati i figli "blasonati" del Cammino, nel senso che non fosse un seminario ritenuto particolarmente prestigioso... E se ricordiamo, come ci ha testimonianto un altro ex seminarista RM in un commento ad un recente post, che kiko parlando di giovani seminaristi "non blasonati" li definiva "la cacca", possiamo ben immaginare che trattamento disumano devono ricevere i poveri sventurati che malauguratamente vengono assegnati ad uno di questi cosiddetti seminari... Questo schifo, questi frutti avvelenati e criminali, che chissà quanto sono diffusi, li tengono ben nascosti.

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  11. Sono stato alla domus effettivamente c'é un invito nel ricercare una vocazioni però direi che é più un collegio o Luogo per ragazzi problematici... Beh io mi sono sposato non sono più nel CN però ammetto che alcuni ragazzi sono stati aiutati... Poi la decisione di percorre una strada la devi decidere te con la propria testa... Lato negativo effettivamente é un deserto... Però Na bella vita del lago siamo ironici.

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