martedì 27 luglio 2021

A più di un mese dal Decreto papale che disciplina l'esercizio del governo interno delle associazioni, i capi inamovibili continuano nel silenzio.

"Sta passando stranamente sotto silenzio sui media un decreto della Chiesa che avrà grosse conseguenze sui movimenti ecclesiali come Comunione e Liberazione, Cammino neocatecumenale, Movimento dei Focolari, Rinnovamento nello Spirito e altri. Ma in questo caso bisogna riconoscere che Papa Bergoglio ha preso davvero una decisione saggia e ispirata a vera paternità".

Questo l'incipit dell'articolo di Antonio Socci apparso in prima pagina sul quotidiano Libero, domenica 25/07/2021.

Vien subito da dire che il problema non è solo dei media: il silenzio dei vertici neocatecumenali permane, da più di un mese, fino ad oggi.

Noi ci avremmo scommesso, ma ci chiediamo lo stesso: Come interpretarlo?

Dobbiamo premettere, è doveroso, che nel suo articolo Antonio Socci attualizza il Decreto riferendosi principalmente a Comunione e Liberazione, essendo stato lui stesso ciellino della prima ora, e non è affatto indulgente. Noi, ad onor del vero, dobbiamo premettere che è stata data notizia, sul sito News di Comunione e Liberazione, del fatto che don Juliàn Carròn ha tempestivamente risposto al Prefetto del Dicastero per i Laici assicurando l'ottemperanza degli adempimenti richiesti nei modi e nei tempi stabiliti.

Nessuna notizia invece è pervenuta di un qualche riscontro da parte di Kiko Argüello. Egli tace su tutti i fronti. Non solo delle comunità, tenute - per quanto dipende da lui e dal suo cerchio magico - il più a lungo possibile all'oscuro di tutto; come fanno sempre, d'altronde, ogniqualvolta sul versante della Chiesa li coinvolge qualcosa che a loro non conviene.

Eppure, Il Decreto, firmato dal Cardinal Kevin Farrel, Prefetto del Dicastero per i Laici, l'11 giugno, con l'approvazione del Papa, ricorda che:

..."il governo, all'interno delle aggregazioni di fedeli" deve essere "esercitato coerentemente con la missione ecclesiale delle medesime… ha ritenuto necessaria la regolamentazione dei mandati delle cariche di governo quanto a durata e a numero, come anche la rappresentatività degli organi di governo, al fine di promuovere un sano ricambio e di prevenire appropriazioni che non hanno mancato di procurare violazioni e abusi".

Così "valutata l'utilità del ricambio generazionale, nonché l'opportunità di promuovere un avvicendamento negli incarichi di governo", la Santa Sede ha stabilito che le cariche direttive nei movimenti ecclesiali avranno una durata massima di cinque anni per due mandati consecutivi.

Alberto Melloni ha scritto che in pratica il decreto "fissa la liquidazione dei capi in carica". In effetti sarà un cambiamento radicale per molti movimenti. (Nel caso di CL significa l'uscita di scena di don Julian Carrón, che è al vertice di CL da ben sedici anni, e del suo stato maggiore).
Perché questa decisione? I movimenti ecclesiali sono fioriti fra gli anni del Concilio e il '68, quando una scristianizzazione galoppante stava desertificando le chiese. Sono nati dei fondatori animati da grande passione evangelizzatrice, hanno coinvolto migliaia di persone, soprattutto fra quei giovani che non si vedevano più nelle parrocchie.
Con i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno avuto il riconoscimento ecclesiastico della Chiesa, che ha puntato su di loro per l'evangelizzazione. In effetti per decenni si è vissuta un'autentica primavera cattolica. I problemi sono cominciati (per la morte dei fondatori, ma non solo) negli ultimi 10-15 anni. La diagnosi della Chiesa sulla situazione dei movimenti ecclesiali è contenuta nelle righe del decreto citato (alquanto severo), ma anche in una nota esplicativa del Decreto dove si mettono in guardia i movimenti da rischi come "forme di appropriazione del carisma, personalismi, accentramento delle funzioni, nonché espressioni di autoreferenzialità, che facilmente cagionano gravi violazioni della dignità e della libertà personali e, finanche, veri e propri abusi. Un cattivo esercizio del governo, inoltre, crea inevitabilmente conflitti e tensioni che feriscono la comunione, indebolendo lo slancio missionario". La nota ricorda le parole del papa attuale che richiamando alla "conversione missionaria… indica come prioritari il rispetto della libertà personale, il superamento dell'autoreferenzialità, degli unilateralismi e delle assolutizzazioni; la promozione di una più ampia sinodalità, come anche il bene prezioso della comunione". È una correzione che può aiutare i movimenti a ritrovare slancio.

Socci si ferma, da ex ciellino, all'impatto del Decreto su C.L. e denuncia l'ostilità e un visibile irrigidimento da parte dei vertici attualmente in carica.

"Infatti lo stato maggiore ciellino per ora non ha ritenuto neanche di informare il suo popolo su ciò che la Chiesa ha deciso e che richiede".

E noi, da ex-neocatecumenali, possiamo agevolmente applicare al Cammino le medesime considerazioni: ma sono proprio tutti uguali questi movimenti frutto del Vaticano II? Soggetti alle medesime patologie?

Hanno ceduto alle medesime insidie e sono caduti nelle stesse trappole. Possiamo concordare con Socci nel dire che i movimenti farebbero bene ad

"accogliere il decreto vaticano come una grande occasione di conversione".

Possiamo avvicinarci alle conclusioni, assolutamente identiche e condivisibili anche sul fronte del Cammino Neocatecumenale:

"La Chiesa - spiegando che il carisma di un movimento non appartiene al capo pro-tempore, ma a tutti quelli che hanno seguito Gesù Cristo tramite quel particolare accento - chiama ciascun aderente a CL (e agli altri movimenti) a farsi carico personalmente della conversione e del rinnovamento della sua comunità. Fino a votare nuovi dirigenti."

Continua ancora Socci:

"Tuttavia i gruppi di CL (ndr. come anche le comunità neocatecumenali) sembrano avvolti da un sonno profondo e ignorano ciò che la Santa Sede chiede loro".

Ribadiamo quanto esposto in premessa. Ossia che, ad onor del vero, dobbiamo dare atto a don Juliàn Carròn di aver tempestivamente risposto alla missiva con cui il Prefetto del Dicastero per i Laici si è premurato di anticipare il testo del Decreto generale - a lui come di sicuro ai vertici di tutte le altre associazioni di fedeli, quindi anche a Kiko - assicurando l'ottemperanza degli adempimenti richiesti nei modi e nei tempi stabiliti.

E la lettera è datata 12 giugno, il giorno successivo alla pubblicazione del Decreto stesso.

Se Socci si esprime in questi termini così severi riguardo a CL, cosa dire dello stato maggiore del Cammino Neocatecumenale a proposito di "silenzio attonito" e di "atteggiamenti lontani dal sensus Ecclesiae"?

Il giornalista Robi Ronza, che fece a don Giussani una storica intervista (anche lui ciellino di lungo corso) riesce a stilare una descrizione che accomuna sorprendentemente le due esperienze vaticansecondiste del Cammino Neocatecumenale e di Comunione e Liberazione:

"C'è chi cerca di fare come se nulla fosse successo, c'è chi pensa che non ci hanno capito, e c'è chi è convinto si tratti di una tempesta cui resistere a denti stretti nell'attesa che finisca e tutto torni come prima. Non va bene: il decreto non va sopportato bensì accolto, non va subìto bensì cordialmente attuato".

"L'attuazione però richiede che i ciellini (ndr: come i neocatecumenali) aprano gli occhi su quello che è successo al loro movimento negli ultimi sedici anni. E non è cosa facile né indolore.

Antonio Socci chiude il suo articolo così:

"Tempo fa (nel 2017, prima di questa tempesta) don Carrón disse:
"Se non pensiamo che Francesco sia la cura è perché non capiamo la malattia".

Oggi ripeterebbe questo concetto?"

Sintesi del comune cerchiobottismo, del "due pesi e due misure" che prediligono da sempre, del "a seconda di come e di cosa mi conviene, così mi comporto".

Si vede che è prassi comune, con buona probabilità, a tutti i movimenti.

Ma Kiko ha di sicuro il primato assoluto: maestro unico di trasformismo.

Mentre nomina un Papa tutti i giorni, poi comincia a tacere di lui per mesi.

Passa con sconcertante disinvoltura dall'ossequioso atteggiamento filiale, che falsamente ostenta in presenza in ogni occasione, all'augurarsi pubblicamente - con quel suo fare lo spiritoso per suscitare la macabra ilarità dell'uditorio adorante - la imminente morte dello stesso pontefice regnante, quando egli metta un pò troppo il becco nelle sue faccende, liturgiche e non. Questo quando secondo lui, purtroppo, non c'è nessun'altra soluzione… incruenta.

E poi ci resta un'ultimo interrogativo irrisolto:

Che cosa avrebbe detto e fatto Carmen, di fronte al Decreto del Papa che la buttava fuori dal Cammino e comunque la esonerava dalle sue incombenze, da quello che lei riteneva di essere?

Il fulcro vitale di tutto il baraccone messo su da lei e Kiko, insieme.

43 commenti:

  1. I kikatekisti non verranno toccati. Diranno che svolgono un servizio, che non hanno quindi cariche direttive.
    Il signor Arguello, se messo alle strette, si autoproclamerà “emerito” (lo ha fatto un Papa, perché lui no?) e continuerà a fare i comodacci suoi tramite un finto nuovo triumvirato che conterà quanto il due di coppe a briscola.
    Bisogna che tutto cambi perché tutto rimanga com’è…

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    1. come diceva il principe di Salina nel Gattopardo

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    2. Una specie di Enzo Bianchi di Bose 2.0, in sostanza

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  2. Il decreto esclude esplicitamente i fondatori, tra le grandi aggregazioni solo due hanno un fondatore in vita, di cui uno è Kiko.

    Detto quindi che il la norma non riguarda in questa fase il cammino, piace ricordare che l'equipe internazionale del Cammino, alla prima udienza accordata da Papa Francesco, presento le dimissioni, subito non accolte. Questo è buona giornata.

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  3. ..... Aggiungo una piccola cosa, bene fa Socci a mettere l'accento su Cl, non tanto perché ne ha fatto parte, ma perché come lui sa, il problema è stato pesantemente sollevato in Cl, dove attorno a monsignor Carron, si è radunato un gruppo oramai da 3 lustri, accusato da molti aderenti di avere provocato la decimazione dell'organizzazione.

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    1. Pur con tutte le critiche che si possono fare al Bergoglio, bisogna ammettere che quest'azione contro i movimenti, anche se fosse dettata dall'antipatia che ha sempre sotto sotto nutrito verso i movimenti stessi, è ben giustificata dai fatti.

      Chi conosce la storia recente di CL sa che Carròn fu scelto da Giussani stesso, e che dopo la morte di quest'ultimo, pur procedendo a regolare votazione nel consiglio direttivo, Carròn prese 30 voti favorevoli e un solo astenuto (l'astenuto era lui), perché il consiglio si fidava della scelta di Giussani rispetto ad altre pur validissime figure (Cesana, Alberto...). A quanto pare in CL nessuno ebbe troppo da ridire quando nei primissimi anni Carròn fece un repulisti piuttosto severo (emarginando brutalmente Cesana e altri)... per consolidare il proprio "cerchio magico" di yes-men e farsi rieleggere puntualmente ogni volta nonostante il declino lento ma inarrestabile del movimento.

      Ecco, queste dinamiche tipicamente umane sono quelle che rovinano ogni associazione (laica e religiosa: per esempio, anche Berlusconi si era circondato di yes-men, "uomini che gli dicono sempre di sì"). Il problema dei movimenti ecclesiali durante gli ultimi due pontificati è che ai loro vertici, dove prima c'erano "testimoni" - persone che erano sì ai posti di comando, ma che vivevano la fede e perciò erano le prime ad essere interessate a che la fede si diffondesse -, si son ritrovati i "professionisti" del gestire il movimento. Abbiamo visto sopprimere il Movimento Apostolico che soffriva esattamente di queste stesse dinamiche (più le false esperienze "mistiche" della fondatrice). E dire che sia CL che il MA erano molto più seri del Cammino (che è una setta idolatrica, e che si spaccia per "movimento" solo quando gli conviene).s

      Come abbiamo fatto notare da moltissimi anni, ai vertici del Cammino ci sono i "professionisti del kikismo-carmenismo", non credenti ma praticanti. Non credono nell'idolo Kiko ma non cessano mai di osannarlo e di accontentarlo, perché ciò ha comportato letteralmente la pacchia per loro, per i loro figli, per le loro amanti, per i loro protetti. Immaginate uno ai vertici del Cammino che si ritrova il figlio Missionario Redemkikos Mater a 35 km da casa, la figlia ben piazzata nella redazione di un giornale, la moglie dipendente di un ente statale dotata di grosso stipendio e pressoché zero responsabilità, più i viaggi "tutto spesato", la miglior camera d'albergo e il tavolo "più addobbato degli altri", solo per distribuire la predica kikizzata, e robe così. (Personaggio immaginario ma i dettagli sono facilmente rintracciabili nei VIP del Cammino ancor oggi).

      In questo caso l'antipatia nutrita dal Bergoglio verso i movimenti è stata (involontariamente?) un passo nella direzione giusta. I movimenti han fatto il loro tempo, è bene che vengano drasticamente ridimensionati. È bene che dei movimenti resti in piedi solo la loro parte più genuina - quella che alimenta l'unica vera fede, quella che sostiene la vita cristiana, e che perciò godeva della grande benevolenza di Giovanni Paolo II - e vengano affossate le sovrastrutture dei VIP, dei Pretoriani, della Pacchia, del "Fondatore Professionista", del MegaCatechista, delle finte Esperienze Soprannaturali ("laMadonnamihadettoche"), del pretendere di avere un qualche "Carisma" che ti rende superiore ai cristiani della domenica.

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    2. @anonimo
      IL DECRETO che tu NON ti sei leto dice esplicitamente che, per i fondatori, decide la Santa Sede. Ti voglio ricordare che avete "sostituito" Carmen solo quando ve lo hanno detto con le cattive. Questo dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, il vostro livello di OBBEDIENZA.

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  4. Leggo dall'articolo odierno:
    "il carisma di un movimento non appartiene al capo pro-tempore, ma a tutti quelli che hanno seguito Gesù Cristo tramite quel particolare accento".
    Questo principio non si applica solo ai capi pro-tempore, ma anche ai fondatori.
    Lo dimostra ciò che è successo ai Legionari di Cristo, agli Araldi del Vangeli,ma anche ad Archè e alla Comunità di Bose, ciò che i fondatori stessi dei rispettivi movimenti sono stati messi da parte per preservare il carisma primigenio: per conservare il carisma del fondatore, il fondatore stesso è stato allontanato e disconosciuto.
    Cosa vuol dire? Quello che diceva San Paolo ai Galati: se anche noi stessi o un angelo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo dato, sia anàtema!
    Il carisma del fondatore non può discostarsi dal Vangelo, né lo stesso fondatore ne è proprietario.
    Per questo motivo tutti i neocatecumenali che hanno contestato a Kiko e Carmen le loro scelte anti evangeliche, facendo loro la 'controcatechesi' (parole di Carmen!) stavano difendendo il carisma del Cammino neocatecumenale, stavano spiegando ai fondatori quale fosse il suo autentico messaggio, e annunciando loro il kerigma, quello vero.

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  5. Beh intanto mi sembra un passo avanti che riconosiate che il Cammino Neocatecumenale è parte della Chiesa Cattolica, non quindi un qualcosa che si oppone ad essa o come lo descrive quello stupido di By Tripudio. Ci sarà il ricambio dei responsabili, quando Kiko ritornerà alla casa del padre essendo egli l'iniziatore ancora in vita, come padre Mario Pezzi, del resto il documento del Papa contempla la possibilità di derogare per i fondatori. Quindi inutile che cercate di girare sempre la frittata a modo vostro. I documenti della Chiesa vanno letti in modo corretto e con onestà intellettuale. Oltretutto non è che si può, dall'oggi al domani, cambiare le persone ex abrupto, bisogna anche individuare la persona che ha le capacità, la possibilità e la volontà di assumersi la responsabilità. Non è che possono togliere Kiko solo per far piacere a voi, o per darvi la soddisfazione. La Chiesa non agisce mossa da sentimenti negativi. Inoltre il carisma è quello, pur cambiando Kiko cambierebbe poco.

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    1. Il fintotontismo del fratello troll non cambia le carte in tavola.

      C'è un "Cammino" (virgolette d'obbligo) che detiene uno Statuto approvato da un soppresso Pontificio Consiglio. Tale Statuto non autorizza le carnevalate liturgiche, non autorizza le eresie, non autorizza l'oppressione e la devastazione della vita materiale e spirituale dei fratelli delle comunità, eccetera. Addirittura tale Statuto fa sue le «decisioni del Santo Padre» del 1° dicembre 2005. Insomma, c'è un "Cammino" fra virgolette che non esiste e che però ha lo Statuto.

      C'è quindi il Cammino (senza virgolette) che promuove ambiguità, eresie, strafalcioni liturgici (e addirittura sacrilegi), spacciandosi per cattolico senza esserlo, vantando uno Statuto che non vuole rispettare, opprimendo e devastando la vita spirituale e materiale dei fratelli delle comunità, ubbidendo a una casta di MegaCatechisti che vedono i fratelli delle comunità non come anime verso cui esercitare la carità (specialmente la carità dell'insegnare le cose della fede), ma solo come sacchetti col simbolo del dollaro "$" da cui estrarre più soldi possibili, più due autoproclamati "iniziatori" spagnoli, idolatrati qual nuovo Vitello d'Oro, specialmente dai raglianti asini che accorrono qui a mentire sapendo di mentire.

      In breve, potreste perfino riuscire ad ingannare noi, ma non potrete ingannare Dio.

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    2. @Anonimo27 luglio 2021 10:38

      Ma te ne rendi conto o no? L'attuazione di questo Decreto comporta la morte la fine del C.N. come esso è stato fino ad oggi.

      Poichè Kiko è un idolatra e ha informato di sè tutto si tirera dietro sè la sua creatura nell'oblio.
      Poichè è sua, opera di mani d'uomo. Senza il primato kikiano il cammino come lo abbiamo conosciuto non esiste più. Gamaliele insegna e in ogni caso lo vedremo. Carmen stessa paventava questo e incitava Kiko ad essere meno ingombrante. Ora pagherà le conseguenze della sua ostinazione.

      Pax

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    3. intanto Pezzi non è iniziatore.
      per la deroga occorre richiesta formale adducendo le opportune motivazioni ( che tra l'altro sono anche indicate ) e mi sembra che il cnc non abbia necessità di deroga...
      ...vedremo...come diceva qualcuno...vediamo se dovrà pervenire la nota "prsonale"

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  6. Molto opportune le puntualizzazioni di Valentina. E chiudono ogni questione sollevata. La citazione da San Paolo:

    "se anche noi stessi o un angelo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo dato, sia anàtema!"

    toglie ogni dubbio residuo a chi vuole difendere l'indifendibile.

    Cos'altro vi resta?

    Vita grama per chi ha da difendere, ansia continua, si perde il sonno, manca la terra sotto i piedi, vedi nemici dappertutto, devi difenderti....

    Questo il destino neocatecumenale di tutti quelli che nel cammino si sono creati un ruolo e una posizione di spicco e hanno tutto da perdere se la giostra gioiosa dovesse essere fermata per sempre.

    Che farebbero della loro inutile vita al di fuori di essere itineranti, kikatekisti presbikiki?

    Ricordo Carmen in costante inquietudine come dal Vaticano soffiava qualche venticello contrario. Era tutto un organizzarsi al contrattacco, un cercare alleati, un andare a piagnucolare di qui e di là. Un appellare faraoni i Pastori.

    Sono idolatri. Peggio per loro, mai trovano pace nè ne fanno trovare agli altri. Questa la triste sorte degli idolatri.

    E a te Anonimo, che hai bisogno di rassicurare te stesso più che noi (che non ne abbiamo bisogno!), io dico: L'argomento del fondatore non sta in piedi, per tutto quello che Valentina esaustivamente ha tanto bene esposto.

    Quindi lo dico a te e a tutti gli altri Anonimi, che oggi stanno sudando freddo al leggere Socci, di cambiare musica. Portate argomentazioni più valide, se ne avete.

    E se no, tranquilli! Se vi agitate peggiorate la vostra già precaria situazione:

    Dio vi ama e tutto concorre al bene...

    ... e dunque su una cosa sicuro dovete cambiare registro.

    Ed è quello che già nel titolo vi mettiamo davanti:

    é passato più di un mese e ancora fate silenzio? Ma che comportamento è questo?

    Fate finta che il Papa vi ha elogiati e data seguito alle sue parole "di pronto", come fate per le fanfaronate. In ogni caso "E' perfetta letizia!"

    Chiedete alla Santa Sede l'interpretazione autentica per voi e poi OBBEDITE.
    Ma cosa difendete, cosa?

    E per i capi di cui non potete fare a meno?

    Ti faccio notare che il Decreto recita così: ""i fondatori potranno essere dispensati" da queste norme ma su espressa indicazione del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita."

    Ossia la regola è che anche per loro vale il mandato pro tempore. Fatevene una ragione.

    Si parla di dispensa che può non essere concessa. Ed è l'ipotesi più probabile.

    Pax

    P.S. E Kiko non ha neanche bisogno di "un gruppo" che lo supporti. A decimare il cammino - e da ben più degli ultimi 3 lustri - ci sta pensando lui e il suo cerchio magico inossidabile, ormai ridotto a un Jurassic Park.

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  7. Piccolo off-topic.
    Mi vien da ridere a pensare a tutte le volte che durante il pontificato ratzingeriano si levavano voci raglianti a invocare la disubbidienza dei vescovi... e ora quegli stessi somari raglianti hanno il fegato rovinato daiia disubbidienza dei vescovi al Bergoglio riguardo alla Traditionis Custodes. Un vescovo olandese, sul suo blog, criticando aspramente quel motu proprio, ha detto che «la liturgia non è il giocattolo dei papi».

    Non possiamo che essere d'accordo - e non solo riguardo ai papi - specialmente di fronte allo scempio carnevalesco delle cosiddette "liturgie" del Cammino Neocatecumenale.

    La liturgia è un dono di Dio. È stato Lui personalmente a dire «fate questo in memoria di Me», garantendo l'efficacia della liturgia (cioè "se fate «questo», vale davvero come «memoria di Me»"), garantendo che le liturgie siano valide e necessarie per la nostra salvezza (è Parola di Dio anche quel comando «fate questo in memoria di Me»), imponendo che sia solo l'autorità della Chiesa a decidere in materia liturgica (disse «fate questo...» agli Apostoli, non a dei professori di liturgia, né a degli autoinventati "iniziatori" laici).

    Dunque l'atteggiamento più ragionevole di fronte alle questioni liturgiche è quello della "Tradizione": se la liturgia "tridentina" ha santificato innumerevoli generazioni di santi, chi sei tu - laico o addirittura Papa - per arrogarti il diritto di vietarla o farla considerare "non espressione del rito"? Chi sei tu per arrogarti il diritto di inventarne una nuova e di imporla ai fedeli? Forse che le tue idee personali (bugniniane o kikiane) sarebbero più intelligenti e perspicaci di due millenni di santità cristiana?

    Il serio problema liturgico, dal 1965 ad oggi, è che nella Chiesa si è diffusa l'idea che la liturgia sarebbe uno spettacolino.

    A marzo 1965 veniva approvato il nuovo Messale del Concilio, con la "liturgia della Parola" effettuabile in italiano, con le letture verso il popolo (come se la liturgia della parola fosse intesa a creare una "scuola di studio biblico" con la lezioncina del giorno), col Pater Noster tutti insieme contemporaneamente (come se la liturgia eucaristica fosse non più appannaggio del solo sacerdote, ma servisse il sostegno dell'intera assemblea), ecc.

    Quel Messale cadde rapidamente in disuso e nel 1967 già si celebrò "in prova" (solo per i cardinali e in latino) la nuova liturgia bugniniana, molto più rivoluzionaria di quella del '65 (che infatti non piacque al 71% dei presenti) e che venne approvata ugualmente da Paolo VI e resa obbligatoria a partire dall'Avvento del 1969.

    Intanto in quegli stessi anni nei baraccati di Madrid due autoinventati "iniziatori" promuovevano la loro "liturgia", con le pagnottone, con Comunione "tutti insieme contemporaneamente", e altre invenzioni, ed altre ancora ne sarebbero seguite. Andava di moda l'idea di dover rivoluzionare la liturgia: una volta passata l'idea che la liturgia è un mero spettacolino autogestito, la prima tentazione è quella di fare uno spettacolino "più sentito degli altri, più vissuto degli altri, più allegro degli altri, più carico di simbologie degli altri, con più segni degli altri, con più interventi laicali degli altri..."

    Ecco perché si può e si deve dire che la liturgia non è un giocattolo, nemmeno se fosse il Papa a usarla come giocattolo. Il Papa, vicario di Cristo, è custode dei tesori della Chiesa (incluso quello della liturgia), non il proprietario. La liturgia si è evoluta perché i Pontefici hanno riconosciuto la santità di certe cose, non perché per assecondare qualche moda abbiano firmato delle simpatiche nuove invenzioni.

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    1. sempre con questi somari raglianti Gesù nell'ultima cena parlo'in lingua locale, non in latino, quindi ha ragione il Papa ad abolire la messa in latino, vetusta, desueta,reazionaria, radical chic e snob, criptofascista ecc.

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    2. Ma i neocatecumeali chiamano "desueta vetusta, reazionaria, insipida", eccetera, la Messa di San Pio V perché amano, al massimo livello, le emozioni della loro baldoria del sabato e non ci rinuncerebbero mai.

      Nella loro messa deturpata e sacrilega, quel che vogliono è assaporare la percezione della propria presenza, un'emozione che preferiscono all'amorevole devozione al Signore.

      Latino o italiano non fa differenza: durante quelle due o tre ore i "camminanti seduti" vogliono occupare se stessi a sentirsi presenti. E vogliono che questa presenza la sentano anche gli altri. Questa avidità di sentire giustifica ampiamente le risonanze, i canti urlati e tutte le altre manifestazioni spurie.

      È come una droga - così come la mala-educazione, che è la stessa cosa che una droga e che nel Cammino va di pari passo con la diseducazione liturgica.

      Una volta abituati male ci si involgarisce, a tutti i livelli, e si perde la percezione dei moti fini dell'animo tipici dei santi, si diventa rozzi fino a perdere le buone maniere spirituali, fino a rivestire di doppiezza truffaldina ogni manifestazione di sé.

      La finezza d'animo dei santi invece è ben lontana dagli insulti di "criptofascismo e borghesismo", dettati dall'invidia di chi li proferisce.

      "Criptofascismo e borghesimmo" esistono certamente ma si applicano solo quando i modi della persona sono incoerenti con la realtà dell'animo. E di incoerenza i neocatecumenali sono gli ultimi a poter parlare, mentre pretendono di leggere negli animi altrui con malizia di fattucchieri e chiromanti.

      I fondatori del Cammino, con invidioso disprezzo, hanno insegnato a generazioni di fratelli ad affibbiare queste etichette.

      Proprio loro che hanno sempre amato il proprio peccato si sono fatti fonte di bruttezza e volgarità d'animo per gli altri, due cose che nel Cammino sono mitigate solo dai bravi catechisti cattolici che ancora rimangono e dalla buona volontà di chi resiste.

      A. Non.

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    3. Baldoria del sabato : sta a vedere che le liturgie nostre sono come ballare al night club

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    4. sono peggio: almeno al Night Club non nominano il nome di DIo invano

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  9. il Decreto di Papa Francesco è provvidenziale.

    I Pastori hanno l'obbligo di "impicciarsi" delle relatà ecclesiali, non per reprimere lo Spirito, ma per garantirne la libertà.
    Non è possibile che esistono delle persone che, per quanto sante, non abbiano bisogno della guida della Chiesa.
    Non è possibile che esistono delle realtà ecclesiali che non hanno MAI bisogno dell'intervento della Chiesa.
    Non è possibile che Kiko possa avere sul carisma del Cammino riconosciuto dalla Chiesa attraverso gli statuti, una visione più chiara di quella della Chiesa stessa.
    Non è possibile che il Cammino, come tutti gli altri movimenti (ma in realtà ancora di più), non abbia bisogno della CORREZIONE della Chiesa, varrebbe a dire che il Cammino è infallibile, e chi lo dice si vuole appropriare dell'infallibilità della Chiesa (estendendola fino a far diventare infallibili le decisioni di un "catechista" qualunque).

    Questo Decreto, di fatto, mentre tutela tutti gli altri movimenti ecclesiali e tutti i loro aderenti, per il Cammino è un'autentica mazzata, simile a quelle che Bud Spencer fa piombare tra il capo e il collo di chi gli fa perdere la pazienza.
    Non mi riferisco al Cammino degli statuti, che di fatto non esiste, ma al Cammino concreto.

    E' un colpo tremendo, non tanto per la figura istituzionale di Kiko, che, come fondatore (quando gli conviene perfino i camminanti lo chiamano fondatore e non iniziatore), se il Vaticano non ha nulla in contrario, può rimanere al suo posto, e probabilmente ci rimarrà.
    Ma è un colpo tremendo per la figura "profetica", visto dagli adepti (e da lui stesso) come il Mosè del Cammino.

    Perché, anche se Kiko rimane al suo posto per GENTILE CONCESSIONE della Santa Sede, il suo staff, quello dei supercatechisti eletti, con fare infallibile, da lui stesso e "ordinati" a vita, DEVE CAMBIARE.
    Alla sua faccia di Kiko.
    Qualcuno, più profeta di lui e con più autorità di lui, ha preso al suo posto delle decisioni riguardo al Cammino.

    A questo punto Kiko ha due possibilità: o ubbidire, ma a MALINCUORE, o disubbidire evidenziando così che il Cammino non è in piena comunione con la Chiesa Cattolica.
    Ma in questo caso per Kiko sarebbe uno smacco, perché si verrebbe a scoprire in modo "ufficiale" il suo inganno.
    Per cui anche l'eventuale disubbidienza avverrebbe a MALINCUORE.
    Povero cuore di Kiko, quanto deve soffrire!

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    1. L'unica cosa giusta che ha detto Pietro è che devono cambiare i catechisti, in primis FAV, così la smette di scrivere sul blog

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    2. Decreto è l'acronimo di :

      Doveroso Editto Castigante Ridicoli Eretici Terribilmente Obsoleti

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  10. Mark Twain:

    "Nessuna quantità di prove potrà mai convincere un idiota".

    Più prove si forniscono, più si difendono.

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  11. Conoscendoli, credo che faranno orecchie da mercante. Un po' per lo stato evidentemente malandato del capo, un po' perché così hanno sempre fatto, faranno finta che il decreto non riguarda loro. Faranno finta che non ci sia nessun decreto, o se dovranno ammetere che è stato pubblicato un decreto, faranno finta che non li riguardi. Loro hanno il carisma, cioè Kiko. Ovviamente si tratta di un carisma di "qualità" superiore... Vuoi mettere?? Neanche a parlarne

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  12. Ricordiamo ai gentili lettori del blog che contra factum non valet argumentum: contro i fatti non valgono le argomentazioni a parole, parole, parole.

    Fatto: il Cammino celebra una liturgia diversa da quella della Chiesa.

    Fatto: nel Cammino vige una sostanziale idolatria per gli autonominati "iniziatori", dei quali l'adepto è deliberatamente incapace di riconoscerne almeno uno dei tantissimi strafalcioni liturgici e dottrinali.

    Fatto: nel Cammino vigono convinzioni non cattoliche, per esempio "il Signore ti manda le disgrazie per convertirti", per esempio "il Signore ti ha già perdonato i peccati mortali e domani, se vuoi, li sigillerai in confessione", eccetera.

    Fatto: nel Cammino si inventano panzane pur di non contraddire gli iniziatori: per esempio, quando vanno blaterando che la liturkikia è ispirata al Rito Zairese (loro che non sanno neppure quando è esistito lo Zaire) o al rito Ambrosiano (loro che non sanno neppure esistesse l'Ambrosiano), col sottinteso che Kiko e Carmen erano talmente "ispirati" dallo Spirito da doversi "ispirare" a riti di cui non conoscevano nemmeno l'esistenza, per poter inventare il rito neocatecumenale.

    Fatto: le fotografie presentate su questo blog provengono principalmente da fonti neocatecumenali. Una fotografia di "comunione seduti" smentisce da sola tutte le menzogne neocatecumenali del tenore di "noi ubbidiamo al Papa, noi abbiamo sempre ubbidito".

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    1. Neocatecumenali zucconi: smettete di pregare San Carmen, che non si sa se è santa, e pregate invece San Zaire, che anche se non sapete quando è esistito sicuramente e che vi ricolmerà di ineffabili grazie.

      Consiglieria FungKu. In Mali Estremi, Vi Consigliamo Quello Minore.

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    2. Fatto è l'acronimo di :

      Forse Adesso Troviamo Tante Oscenità

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    3. Zucconi : nuovo epiteto da aggiungere al nostro libro, detto da FungKu ci fa ridere

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    4. Adesso tirano fuori la liturgia Zairese! E perché non il rito afroperuviano, promosso da papa Francesco quando era vescovo a Buenos Aires? Anche lì si balla eh...
      Eppure il rito afroperuviano è stato aspramente combattuto dal vescovo ex itinerante neocatecumenale Del Palacio nella diocesi del Callao, prima di essere buttato fuori a calci.
      Quindi, qual è la questione? Che i neocatecumenali sono intolleranti verso i diversi riti approvati dalla Chiesa e continuano ad imporre i loro usi e abusi MAI approvati. Balletti, briciole, pagnotte, delitti eucaristici, oggetti ebraici non biblici sull'altare.
      La tirata d'orecchie di papa Francesco, quella sul rispetto delle tradizioni degli altri popoli, era proprio mirata a biasimare la prepotenza e insofferenza neocatecumenale per la liturgia APPROVATA della Chiesa Cattolica.

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    5. Zucconi è l'acronimo di :

      Zelanti Uomini Certamente Cattolici Ormai Neocatecumeni Insignificanti

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  13. la cosa divertente è che i giornali riprendono la notizia ciclicamente...
    ...oggi nel sito del Giornale ee addirittura la prima motizia..e memtre tutti gli altri rimarcabano la caduta degli dei...oggi cercsno come FAV di dissimulare altro...ma poi continuando...non sono poi così sicuri

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  14. Interessante l'opinione di Padre Ariel: https://isoladipatmos.com/il-romano-pontefice-e-contro-la-chiesa-e-i-suoi-santi-predecessori-che-secondo-il-mantra-dei-neocatecumenali-ci-hanno-approvati-ci-hanno-approvati/

    M.A.

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  15. perche il Papa non parla direttamente del cammino? nessuno ci ascolta e sono sicura che nessuno ci ascolterà. ci sono persone che hanno vissuto grandi dolori che vivono la sofferenza cristianamente e sono serene...io non sono una di loro. A causa del cammino io non vado più a una messa da tre anni e questo significa molto. Grazie Papa, grazie Chiesa.

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    1. Il fatto è che il Papa, la Chiesa, noi uomini abbiamo la colpa di tanta sofferenza: ma Gesù Cristo non ha nessuna colpa! Anzi, Lui è il primo ad esserne offeso e ad aver bisogno che ripariamo in qualche modo a questa ferita, l'ennesima.

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  16. Il decreto esclude esplicitamente i fondatori...studiate

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    1. a noi basta leggere...tu neanche quello fai

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    2. Non hai capito neanche di cosa si parla.

      Il problema non è se Kiko rimane o no.
      Il problema (per il Cammino) è che Kiko rimane solo SE lo decide la Santa Sede e che i supercatechisti del suo clan, scelti da lui stesso A VITA, verranno tutti cambiati. Alla faccia di Kiko.

      Ovvero: il Cammino non è di Kiko.
      Kiko ha voluto il riconoscimento? Ora il Cammino ha un "padrone": la Chiesa.
      Se finora sembrava che fosse Kiko il padrone, è perché la Chiesa aveva abbandonato il Cammino a se stesso lasciandolo in balia di un servo.
      Ma comanda la Chiesa e non Kiko, e se la Chiesa dice che Kiko deve essere cambiato sarà cambiato.
      Forse non lo farà, ma lo PUO' fare e c'è scritto anche nel decreto. E questo cambia tutto.

      Il Cammino, perciò, non è la Chiesa, né "è Chiesa", ma una semplice aggregazione della Chiesa.
      Come TUTTE le altre. Nulla di più.

      Il Cammino non è quello che dice Kiko e non è quello raccontato dai camminanti.
      E' una semplice aggregazione.
      Se Kiko ha altre velleità, non gli resta che uscire dalla Chiesa

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    3. perfetto Pietro non avrei saputo dirlo meglio
      ...sarà la decima volta che glielo si spiega..

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    4. so' de coccio, dicono a Roma...

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  17. @Anonimo 19,27

    Se non vai alla messa la colpa è solo tua e della tua poca fede,non del Cammino. Ma poi cosa vuol dire che e' colpa del Cammino? Non hai fede questo è il punto.

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    1. Cosa vuol dire, cosa vuol dire?
      Ma siete proprio di coccio?
      Ve lo stiamo spiegando da anni in tutte le lingue, com'è che non capite il nostro linguaggio così chiaro?
      E poi, un minimo di rispetto per le sofferenze altrui, per le esperienze altrui.

      E poi, anche se io vado a Messa e non ho perso la Fede per colpa loro (cosa che considero solo una grazia della Madonna), la penso esattamente come @Anonimo 19,27, le sue domande sono le mie, da anni, e mi tormentano:

      perche il Papa non parla direttamente del cammino? nessuno ci ascolta e sono sicura che nessuno ci ascolterà.

      Pax

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