mercoledì 25 gennaio 2023

Dal felice connubio di Carmen e Kiko nasce la "nueva" creatura: il suo nome è Cammino Neocatecumenale (riflessioni dal "Supplex Libellus").

Il "Supplex libellus" è  un'istanza rivolta all'autorità religiosa; nel caso dei processi di canonizzazione, con esso viene richiesta l'apertura dell'inchiesta diocesana sulla vita, le virtù, la fama di santità e i segni del Servo o Serva di Dio.  
La richiesta viene solitamente  motivata con una presentazione del candidato e dei motivi per i quali si pensa sia degno di venir preso in considerazione e la sua causa vagliata.
Nel caso di Carmen  Hernández, il supplex libellus è stato presentato dal postulatore Carlos Metola direttamente all'arcivescovo di Madrid cardinal Carlos Osoro Sierra, alla scadenza dei 5 anni dalla morte di Carmen, il 19 luglio 2021 e letto integralmente il 4 dicembre 2022 nel corso della cerimonia di apertura  della causa nella grande sala del Polisportivo della Università Francisco de Vitoria di Madrid, addobbata come per le grandi occasioni con una  enorme tribuna rossa e sullo sfondo una gigantografia di una icona neobizantina di Kiko Argüello.
 
Carlos Metola, il  postulatore della causa di Carmen dà lettura del "Supplex Libellus": e riteniamo sia doveroso commentarlo punto per punto, perché raramente può  capitare di avere a  che fare con un documento che travisi in modo così plateale la realtà dei fatti, conosciuta da tutti coloro che hanno avuto una minima frequentazione con gli iniziatori  del Cammino neocatecumenale.
(Prima parte).

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Carlos Metola recita la solita litania, la solita storia narrata che conosciamo a memoria. Ma andando avanti la sua arringa si fa interessante sempre più. Metola scivola inesorabilmente nella enorme voragine delle loro consuete, vergognose menzogne. Dopo le mistificazioni delle origini che ben conosciamo si dispiega un racconto che non convince, o convince sempre meno, e lascia nello sconcerto chiunque li abbia conosciuti davvero, vivendo il cammino in prima persona.

Carmen e Kiko e l'incontro fatale

Kiko e Carmen finalmente si incontrano e la descrizione fatta dal postulatore dell'alchimia tra i due è esilarante. Intanto si rimarca con enfasi che Carmen perfeziona la sua superlativa formazione alla scuola del padre Farnes "gran liturgista" che la provvidenza proprio in quegli anni cruciali mette sul suo cammino. Anche qui la solita solfa!

Metola definisce "disegno di arte ineffabile" il fatale incontro tra Kiko e Carmen. Una Carmen tanto necessaria, con la sua "irresistibile chiamata all'evangelizzazione", consolidata dalla sua "grande preparazione" in campo teologico, spirituale e liturgico. E a noi viene la pelle d'oca (dal min. 48).


Scenografia neocatecumenale

Fondamentale il contributo di Carmen al piano preparato da Dio per la chiesa con Kiko Arguello che, per parte sua, concretizzava "la presenza di Cristo sofferente tra i più poveri e la capacità di riunire e creare piccole comunità" (secondo la rivelazione della Madonna di 5 anni prima, l'8 dicembre 1959).
Da questo connubio cosi speciale nasce il Cammino Neocatecumenale.
Cammino che si è diffuso in 135 nazioni, per un totale di 30.000 comunità in tutto il mondo, con 1 milione e mezzo di fratelli in 6800 parrocchie. 52 anni di costante attività evangelizzatrice. (*)

Diceva Carmen: "Questo non è il nostro lavoro, è Dio che lo porta avanti".
Ma non si è mai vista libertà in entrambi né distacco nel loro "servizio" di servi inutili. Allo stesso modo - per parte loro - non hanno mai lasciato libero nessuno di tutti quelli che li hanno seguiti. "Senza nessuno stipendio né alcuna sicurezza economica; vivendo di elemosina" (non c'è chi non vorrebbe vivere di elemosina come loro!).

Intanto Carmen, è risaputo, provvide a liberare e purificare Kiko dal cursillismo (oggetto di tutta la sua riprovazione, fondato com'era - a suo dire - su un volontarismo e sforzo di migliorarsi assolutamente da bandire. A conferma che senza di lei niente di buono, di innovativo, nel Cammino e nella Chiesa!) e dalla visione in cui lo trovò invischiato al tempo delle baracche, tutta incentrata sul "Servo di Jhavè" e lui tutto "mistico". La verità è che Carmen trovava Kiko patetico. In buona sostanza per Carmen - e nei suoi racconti lo ripeteva spesso - Kiko prima di conoscerla era completamente fuori strada ed egli deve a lei sola la sua "correzione" di rotta. Dall'unione di questi due, in cui è evidente chi tenga le redini in mano, nasce e si sviluppa il C.N. come noi lo abbiamo conosciuto (min. 49:36). In sostanza Kiko, secondo il pensiero tante volte espresso da Carmen, senza di lei non avrebbe fatto un bel nulla e, probabilmente, non sarebbe stato mai nessuno nella vita. Rinfacciava - all'ignorante - di avergli "servito il CVII su un piatto d'argento".

Quelli con cui Carmen ama collaborare

i Kiko e i padre Farnes

Quel Concilio stravolto dalla colta Carmen, col supporto dei padre Farnes di turno. Carmen amava circondarsi solo di chi suffragasse le sue tesi, disdegnando in toto il magistero bimillenario della Chiesa e chiunque provasse ad allargare i suoi angusti orizzonti; deragliando così, inesorabilmente, dalla dottrina cattolica e tirandosi dietro a precipizio nei suoi stessi inganni un popolo di creduloni, trascinati al contempo dal fascino delle trovate kikiane ribattezzate: Sintesi teologico catechetica e kerigmatica.

"Al Cammino Neocatecumenale Carmen ha contribuito con la sua teologia, l'intuizione, la ricerca e lo studio e Kiko con la realizzazione, l'architettare in una sintesi teologico catechetica e morale che attira i più lontani dalla Chiesa ed è valida anche per i battezzati tiepidi delle parrocchie ..." (parola di Metola per una descrizione completa).

Insomma, il C.N. è per tutti. E nessuno, se vuol essere "cristiano adulto", può sottrarsi...
E' opportuno ricordare qui - per completezza e senza tema di smentite - che Carmen definiva Kiko un gran teatrante e show-man che senza di lei nulla avrebbe combinato di duraturo (salvo che è da chiedersi cosa avrebbe combinato lei senza il suo attraente affabulatore, con indiscusse doti di leader e grande trascinatore di masse).
Kiko, secondo il Carmen-pensiero, tra il suo patologico YO YO YO e la sua predicazione basica, emotiva e ripetitiva, al massimo avrebbe messo in piedi una simpatica brigata di sfaccendati bohemien in fuga dalla loro storia e ripiegati su se stessi, che si divertono a giocare agli itineranti del Servo di Jhavè, scimmiottando in tutto il loro idolo indiscusso.
Senza la Pasqua che lei ha riscoperto dopo secoli di oblio, senza l'Eucarestia neocatecumenale che è una creatura della Carmen, la sua creatura: lo scempio più grande, in dispregio del supremo Sacramento dell'Amore (Dominicae coenae n. 5): 

"L'animazione e l'approfondimento del culto eucaristico sono prova di quell'autentico rinnovamento che il Concilio si è posto come fine, e ne sono il punto centrale. E ciò, venerati e cari fratelli, merita una riflessione a parte. La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del culto eucaristico. Gesù ci aspetta in questo sacramento dell'amore. Non risparmiamo il nostro tempo per andare a incontrarlo nell'adorazione, nella contemplazione piena di fede e pronta a riparare le grandi colpe e i delitti del mondo. Non cessi mai la nostra adorazione." Così il Papa da Carmen più amato, Giovanni Paolo II.

Vedete che millantano?

Doveroso per loro, lo ripetiamo, ricordare i numeri del Cammino (dal min. 50:49)
Metola non può certo tralasciare! "

"Il C.N. è diffuso in più di 135 nazioni per un totale di 30.000 comunità in tutto il mondo, con un milione e mezzo di fratelli in 6.800 Parrocchie."
Ancora solo un milione e mezzo di fratelli? Da troppo tempo non vanno oltre.
Per quanto si sono sbattuti e hanno millantato... un pò pochino, direi... Noi constatiamo, ancora una volta, che questi numeri più o meno sono sempre gli stessi ormai da molti anni, con qualche forzatura e con variazioni minime. Un poco su un poco giù, gonfia di là e gonfia di qua. In ogni caso, conoscendoli, sono certamente da stimare al ribasso. E i Seminari R.M. in proporzione sono troppi, le vocazioni scarseggiano. Ma intanto riescono a tenere ancora in piedi la baracca coi soldi dei fratelli. Almeno così pare.

Ma l'apice assoluto Metola lo tocca quando, descrivendo l'indefessa attività di evangelizzazione dei due, protrattasi per 52 anni di ininterrotta, turbolenta collaborazione, aggiunge:

"senza nessuno stipendio, nè sicurezza economica, vivendo di elemosina" (min. 51:59)."Eroica attività evangelica senza avere dove posare il capo." (min. 52:22) (*)
Quando è sotto gli occhi di tutti la virata a 180° dai poveri più poveri ai ricchi più ricchi, avendo il Cammino privilegiato e abbordato, al posto dei poveri, le parrocchie dell'alta borghesia per attecchire nella Chiesa. E' bene sapere che Kiko e Carmen hanno avuto a disposizione per tutta la vita alloggi più che decorosi. A Roma hanno vissuto a lungo in una villa con giardino di una facoltosa vedova dei Martiri Canadesi, dentro la città, fino a quando hanno ottenuto un appartamento tutto per loro sotto i portici del Vaticano (dove si son fatti conoscere anche per le casse di vino pregiato che regolarmente arrivavano per approvvigionarli, e non solo per le eucarestie; per gli schiamazzi frequenti e il grande movimento e andirivieni continuo di una corte di fedeli kikos adoranti).
A Porto San Giorgio l'appartamento sopra il Centro Internazionale era tutto per loro, con servitù inclusa a disposizione, anche quando volevano recarsi lì, a prescindere dalle convivenze di itineranti, magari per un periodo di meritato riposo o vacanza. Credo che lo stesso fosse in Spagna a Madrid o in qualunque altro posto desiderassero andare. Dovunque avevano dimore pronte ad ospitarli da "figli di re", come amavano definirsi per giustificare se stessi e l'opulenza che li precedeva e seguiva ovunque. "Dio ricolma di benedizioni i suoi servi"... non mancano di nulla. A parte che per le vacanze potevano disporre di altrettante ville al mare in Calabria, ad esempio, o sulle Dolomiti o dovunque avessero desiderio di recarsi, in Austria, in Germania o in Veneto. 

Stefano and Kiko, i due compari

Kiko amava l'alta montagna e andare a pescare in ameni laghetti in compagnia di Stefano Gennarini, responsabile storico di tutto l'est Europa e soprannominato "zar di tutte le Russie", un clone di Kiko. Carmen, che mai andava con loro preferendo Madrid d'estate, li appellava in tutti i modi, accusando di sentirsi esclusa dal loro rapporto esclusivo. Si divertiva a definirli "i due fidanzati"; "sembrate due gay" spesso affermava, ridendo, davanti a tutti, e accusava Stefano di chiamare sempre Kiko a telefono e parlare per ore con lui invece che con l'equipe intera, escludendo lei dalle decisioni. Quando Carmen si dilungava in queste accuse in pubblico Kiko, sconfortato, ripeteva invano "Carmen, Carmen, smettila!... che santa pazienza con questa donna!".
Dopo le baracche la povertà non l'hanno mai più conosciuta davvero. E, se "vivere di elemosina", significa vivere di elemosina, certo la loro vita non è stata quella. Non hanno vissuto Kiko e Carmen di quello che veniva offerto loro. Hanno avuto molte pretese e "giudicato" chi non era in grado di soddisfarli a dovere. Hanno appesantito i fratelli con sensi di colpa inculcati da una predicazione incalzante e ossessiva sul tema "mollate il malloppo", così come tante volte documentato.
In quest'arte Kiko è stato maestro. Ma Carmen gli stava dietro da par sua.

L'altro tratto delle pretese più strettamente personali, invece, era molto più di Carmen che di Kiko, è da dire. Lei è stata sempre molto più esigente per se stessa, sfrontata anche, con richieste a volte difficili o molto complicate da soddisfare. Ma lei non faceva sconti. Tutto le era dovuto. Fino al punto che, se qualcuno osava recarsi in udienza privata da loro (che già era una gran concessione graziosamente concessa a pochi privilegiati) a mani vuote, glielo faceva pagare caro e amaro. Poi non è che si accontentasse della qualunque. Se il dono, sempre di un certo valore, non era di suo gradimento, lo rispediva al mittente. E la parola "grazie" non l'ho mai sentita uscire dalle sue labbra. Qualunque cosa facessi non facevi mai abbastanza.
So quel che dico, sfido a smentirmi, per esperienza personale e per quel che ho visto come testimone oculare.

Ospitarli significava anche solo dover cucinare cose diverse per l'uno e per l'altra (neanche sul mangiare andavano d'accordo) e anche in orari diversi. Con infinita gratitudine per essere angariata (a tanto si arriva per devozione assoluta) ho sentito definire Kiko 'difficile' (pover'uomo!) e Carmen 'capricciosa' da chi tanto devotamente li accudiva. Pur seriamente provata da un mese di convivenza era immensamente grata a Dio di poter servire due "santi" pieni di difetti. Carmen era così, non aveva orari, la notte era uguale al giorno e se quando si alzava al mattino aveva un'impellenza, tutti dovevano attivarsi per soddisfarla. E non era detto ci riuscissero. E parlo anche di desideri squisitamente materiali, come il dover acquistare un abito particolare o qualche monile ad esempio. Carmen amava recarsi al mercato il giovedì a Porto San Giorgio, e puntualmente disertava l'assemblea arrivando con comodo quando le pareva e sempre in gran ritardo.
Kiko
chiedeva: "Dov'è Carmen? Perché non scende?" E qualcuno all'orecchio gli sussurrava. "Kiko, è andata al mercato (o... dal parrucchiere)".
Perché lo so? Mi chiederete.
Perché qualche volta Kiko perdeva proprio la pazienza e, vedendola arrivare con un insolito camicione di lino fresco molto colorato piuttosto che con la messa in piega appena fatta, tutta allegra e pimpante, l'apostrofava: "Carmen, ma proprio al mercato dovevi andare?". E lei: "Sempre meglio che stare qui a sentire te dire sempre le stesse cose, il solito compact disc. Oggi quale hai messo? L'1, il 2 o il 3?" ...e rideva e rideva...
...Certo, erano simpatici pure. E divertenti. L'assemblea si sbellicava grata.

Ma non ci dica Metola che Carmen avesse a cuore solo Gesù Cristo. (dal min 53 in poi).
(al min. 53:45) "Nel mondo nulla la attrae, non desidera essere circondata da persone, pensa solo a Lui, a stare sola con Lui.".

Ma se non bastavano due persone fisse per servirla? Certo, voleva star sola, perché è sempre stata poco socievole e trattava chi le stava devotamente accanto con arroganza tante volte, con un senso di superiorità e sufficienza sempre, quasi si concedesse loro. Voleva essere servita ma non infastidita... Riferisce Metola che ella scrive: "finalmente sola con te", e noi ci leggiamo il sollievo di chi è strutturalmente asociale e neanche prova a dissimularlo.

Perché non gliene frega proprio niente né degli altri, che per la gran parte disprezza, né di cosa si pensi di lei. 
 
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(*)

Da Valentina Giusti:

Dice Metola di Carmen: "senza nessuno stipendio, nè sicurezza economica, vivendo di elemosina".
L'articolo spiega invece anche troppo bene la realtà: i due iniziatori vivevano alle spalle dei propri "fratelli": da quando in qua un mantenuto si dice che vive di elemosina?
Ma soprattutto, da quando in qua una elemosina viene pretesa in modo scientifico così come vengono riscossi i soldi nel Cammino e permette a chi la riceve di vivere in modo molto più agiato della maggior parte di coloro che l'elemosina invece la danno? Se si verifica un caso del genere, il mendico in realtà viene definito, a buona ragione, un truffatore!
Inoltre: non ci risulta che nessuno dei due avesse rinunciato all'eredità familiare; in particolare Carmen, figlia di industriale, alla morte del padre scrisse a Kiko che a lei non interessava l'eredità, ma la ricevette comunque. Come si può definire una persona ricchissima che sia nel pieno possesso dei propri beni e viva invece alle spalle altrui?
E proprio alla luce di questa ricchezza comprendiamo anche il perché del travagliato connubio tra i due sorto e durato tanto a lungo: Carmen era teologa, ma in primo luogo era una ereditiera, a cui il padre voleva comprare un convento per soddisfarne i capricci: Kiko, per quanto non facesse del pauperismo, sicuramente costava meno.
Per cui sentir dire che i due profittatori del buon cuore o della dabbenaggine altrui vivessero "di elemosina", fa montare il sangue alla testa. Allora possiamo dire che anche Sai Baba, che ha lasciato una eredità di 12 miliardi, vivesse di elemosina: elemosina che fu in parte devoluta per iniziative benefiche, tra l'altro: iniziative che i due non pare proprio abbiano mai intrapreso.

70 commenti:

  1. Il carisma dei fondatori non può essere qualcosa di diverso dal proprio stesso esempio personale di vita e della propria esperienza spirituale; la loro stessa vita deve essere il quadro di riferimento di coloro che ne desiderano seguire le orme.
    Per questo il supplex libellus si fa contorto quando deve descrivere le virtù "eroiche" della candidata, e alla fin fine le riconduce tutte nell'alveo del Cammino: di come per esempio questa "grande conoscenza teologica" alla fin fine ha portato Carmen a convincere Kiko che la Chiesa sarebbe stata riformata secondo le teorie radicali di alcuni teologi del periodo conciliare e ad "anticiparne" le intuizioni nei laboratori sperimentali delle comunità; questa linea di condotta, portata avanti con pratiche diversive e divisive rispetto all insegnamento della Chiesa, mai è stata rivista, maturata, se non per in modo del tutto parziale e per effetto di una costrizione esterna ed ancora oggi porta a pratiche di abuso liturgico e di potere nelle comunità del cammino.
    Se tutto alla fin fine si risolve nel Cammino, la tesi del libellus è che Carmen è santa perché il Cammino è santo, e il cammino è santo perché finora, nonostante tutti gli abusi liturgici e i problemi che lo configurano da sempre più come un gruppo settario che altro, ha "funzionato": e a dimostrare questo servono i numeroni anche in questa occasione squadernati a dovere.
    Quindi, la cosa funziona così: il cammino ha bisogno di santi fondatori per poter continuare ad esistere e, nello stesso tempo, i fondatori non hanno nulla altro che il cammino e i suoi successi numerici per dimostrare la propria santità, perché la propria condotta personale... diciamo che non solo non meriterebbe loro l'aureola, ma neppure potrebbe essere portata ad esempio a nessuno, se non per la negatività.
    Sul principio che "il fine giustifica i mezzi" non si può fondare la santità di Carmen o di Kiko o di nessun altro.
    Non solo: tutti i santi fondatori hanno desiderato prima di tutto donare agli altri le proprie intuizioni spirituali con generosità totale: nessun santo fondatore ha "lavorato" in vita per il proprio processo di canonizzazione, come Kiko.

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  2. Nella loro spettacolare ignoranza, gli asini raglianti blaterano di "santacarmen sancarmen" senza saper spiegare cos'è la santità e dov'è che la signora Carmen ne avrebbe mai avuto. Vogliono solo l'assegnazione del "titolo nobiliare", credendo che serva finalmente a porre la defunta "al di sopra delle critiche".

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    1. grazie per l'ennesimo asini raglianti, al prossimo........

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    2. Invece di ragliare come un asino, l'anonimo delle ore 08:10 avrebbe potuto benissimo riflettere su come mai i fratelli del Cammino considerano il titolo di santità come se fosse una specie di laurea honoris causa o una specie di titolo nobiliare.

      Se qui ci permettiamo di farci beffe del tipico neocatecumenalotto ragliante, è proprio perché da costui non sono mai provenute argomentazioni.

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  3. le fantasiose esperienze di vita vissuta che fa Pax su Kiko e Carmen sono esilaranti e al limite del ridicolo proprio perchè chi ha avuto anche solo un minimo a che fare con i due iniziatori, riconosce immediatamente le bufale che scrive, come i più abili bufalari ovviamente condisce il tutto con qualche fatto realmente accaduto ma che essendo di dominio pubblico da decenni mettono in dubbio persino la presunta vicinanza di Pax a queste altissime figure, non contenta e pensando di rivelare qualche retroscena il più delle volte le descrive esaltando i presunti aspetti negativi ed esagerandoli in maniera così eclatante che neanche l'odiatore più incallito può prendere sul serio...

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    1. .....e a te che nessuno da credito fattene una ragione.
      Comunque bel tentativo

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    2. Bene, sei pregato di raccontarci allora tu come vivevano le due "altissime figure"...possibilmente senza sconfessare ciò che Carmen stessa ha raccontato nei suoi Diari pubblicati, o Kiko ha ammesso quando è morto uno dei pezzi grossi, suo intimo collaboratore, trattato da "maggiordomo". Racconta qualcosa di positivo della vita privata dei due iniziatori, qualche atto di umiltà, di generosità e liberalità disinteressata.
      Non si capisce perché ciò che racconta Pax sia noto e invece non sia noto nulla di positivo da poter raccontare di queste due persone. Magari poi dai anche delle idee al povero Metola, che non ha avuto nulla del genere da citare nel suo supplex libellum... eppure avrebbe dovuto sapere tutto, ma proprio tutto, della candidata Carmen!

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    3. mi invitate a raccontare qualcosa... perfettamente consapevoli che qualunque cosa io scriva che sconfessi quanto voi affermate non sarebbe certo pubblicato su questo blog perchè in queste pagine viene pubblicata e diffusa solo la menzogna di voi "osservatori"... se anche lo fossero (ed è un se molto grande) verrebbero derise e come minimo liquidate come servilismo, castrazione mentale, asineria e altre gentilezze del genere, quindi a parte ribadire la vostra malafede e attività truffaldina non ho altro da aggiungere.

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    4. Bravo, proprio così, non sai nulla o non vuoi dire nulla, non offri alcun argomento valido di riflessione o di esperienza, sei l'ultima pedina sullo scacchiere neocatecumenale o preferisci non rivelare gli arcani.
      Motivo per cui i tuoi commenti non hanno nessun valore, nè nel caso vadano a favore del cammino e neppure nel caso vadano contro; e dal momento che interloquisci solo perchè, indispettito, vuoi svilire l'esperienza di altri e la loro capacità di metterla a disposizione di tutti, per accusare senza prove e per seminare zizzania, puoi pure per il futuro, a mio parere, risparmiartene la fatica.

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    5. "non ho altro da aggiungere"

      e magari.

      A. Non.

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    6. Queste "altissime figure" che hanno dato dei fantastici frutti da cui si fanno riconoscere per quello che sono (ipocrisia, sfruttamento, vita miserabile, parassitismo, angoscia, inimicizie, esaurimenti nervosi, turbe psichiche, tentativi di suicidio, disobbedienza alla Chiesa, eresia...ammazza che frutti!), roba che più distante ne stai, meglio è. Coraggio! fratello neocat, che evidentemente hai la tua convenienza a starci dentro, fai appello a quel poco di onestà che ti resta dentro, abbi timore del resoconto finale, fai ammenda e abbandona quel putridume!

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    7. Nel suo accanito ragliare, l'asino delle 16:09 fa involontariamente luce su un'altra questione: il fatto che non tutti i kikos conoscano adeguatamente la figura di Kiko e Carmen.

      Alcuni kikolatri, nel corso dei tanti anni di discussioni su questo blog, ammettevano candidamente che di Kiko e Carmen sapevano poco o nulla, dicendo di essere interessati solo a "far bene il Cammino" senza alcun desiderio di approfondire la conoscenza dei due autoproclamati "iniziatori" del Cammino.

      Ma è proprio "facendo il Cammino" che anche di fronte a cosiddetti "catechisti" che parlano poco o nulla degli iniziatori, oggi spunta fuori che il nuovo canto appena "consegnato" lo ha composto Kiko, ieri la nuova kikona obbligatoria da comprare nel kikoshop certificato, è proprio una copia di un dipinto di Kiko, domani che le super-mega-alzate oceaniche alla GMG avvengono davanti a Kiko... a lungo andare (e in neanche troppi anni) la figura di Kiko e Carmen emerge, e quindi il kikolatra legittimamente intenzionato a "far bene il Cammino" deve introdurre i due idoli spagnoli al primo posto: è semplicemente inevitabile.

      Molti neocatecumenali di scarsa "anzianità di servizio", avendo sentito nominare Kiko e Carmen anche solo pochissime volte, cominciano a cercarne su youtube le omelie laicali, su internet i super-mega-premi e lauree honoris causa, dalle Paoline i libroni-libercoli dati solennemente alle stampe, nel kiko-shop i gadget (copribibbia, fascetta reggichitarra, nientemeno che la custodia per la Bibbia in argento)... Si informano, cercando di scoprire dove comincia la santità, e cosa ti trovano? Che Kiko dice vaccate ciclopiche, tipo che «ci ha telefonato il Papa!», tipo che Kiko converte mille ebrei al kikismo, tipo che «il Signore ci parla attraverso i testimoni di geova», tipo che la confessione dei peccati mortali sessuali sarebbe facoltativa e rinviabile a piacere perché tanto "il Signore perdona, anzi, il Signore ti ha già perdonato, poi, domani, se vuoi, sigillerai in confessione, ma tanto ti ha già perdonato...".

      E di quando misero la baracca di Kiko nel presepe?

      A quel punto sono costretti ad applicare la famosa "circoncisione" del cervello e della ragione ("circoncisione" nel senso di storpiare deliberatamente, perché se il cervello e la ragione funzionano, hai già non uno ma entrambi i piedi fuori dal Cammino). E i risultati, guardateli direttamente su Facebook (a proposito, ma Kiko non aveva vietato Facebook?).

      E quand'anche le argomentazioni dottrinali e liturgiche non bastassero, si "circoncidono la ragione" lo stesso: sapete, sarebbe sgradevole uscire dal Cammino perdendo il (pur patetico) circolino sociale, la cerchia di amici, l'opportunità di drogarsi alle "convivenze", eccetera.

      p.s.: attenti alla parlantina neocatecumenale, anche su Facebook!

      E ricordatevi che gli applausi al Papa si fanno solo quando applaude Kiko.

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  4. Dice Metola di Carmen: "senza nessuno stipendio, nè sicurezza economica, vivendo di elemosina".
    L'articolo spiega invece anche troppo bene la realtà: i due iniziatori vivevano alle spalle dei propri "fratelli": da quando in qua un mantenuto si dice che vive di elemosina?
    Ma soprattutto, da quando in qua una elemosina viene pretesa in modo scientifico così come vengono riscossi i soldi nel Cammino e permette a chi la riceve di vivere in modo molto più agiato della maggior parte di coloro che l'elemosina invece la danno? Se si verifica un caso del genere, il mendico in realtà viene definito, a buona ragione, un truffatore!
    Inoltre: non ci risulta che nessuno dei due avesse rinunciato all'eredità familiare; in particolare Carmen, figlia di industriale, alla morte del padre scrisse a Kiko che a lei non interessava l'eredità, ma la ricevette comunque. Come si può definire una persona ricchissima che sia nel pieno possesso dei propri beni e viva invece alle spalle altrui?
    E proprio alla luce di questa ricchezza comprendiamo anche il perché del travagliato connubio tra i due sorto e durato tanto a lungo: Carmen era teologa, ma in primo luogo era una ereditiera, a cui il padre voleva comprare un convento per soddisfarne i capricci: Kiko, per quanto non facesse del pauperismo, sicuramente costava meno.
    Per cui sentir dire che i due profittatori del buon cuore o della dabbenaggine altrui vivessero "di elemosina", fa montare il sangue alla testa. Allora possiamo dire che anche Sai Baba, che ha lasciato una eredità di 12 miliardi, vivesse di elemosina: elemosina che fu in parte devoluta per iniziative benefiche, tra l'altro: iniziative che i due non pare proprio abbiano mai intrapreso.

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  5. Dall'articolo di Pax: Ma non ci dica Metola che Carmen avesse a cuore solo Gesù Cristo. (dal min 53 in poi).
    (al min. 53:45) "Nel mondo nulla la attrae, non desidera essere circondata da persone, pensa solo a Lui, a stare sola con Lui."

    Non solo mi chiedo quante abitudini, atti e scritti di Carmen i neocatecumenali dovranno attivamente nascondere (dopo averli revisionati: ci sono agende che sono state consegnate smembrate, a fogli singoli, questo non può non stupire) ma anche quanti atti di devozione invece mancano.
    Lei che voleva stare solo con Gesù, andava alla Santa Messa quotidianamente? Come si può pensare che, avendone la possibilità, non lo facesse? Non solo: don Pezzi, che ha ricevuto da lei la "vera" formazione cristiana, celebra la Messa ogni giorno così come raccomandato da santi Pontefici? Oppure lei lo ha distolto da questa vocazione, così come ha allontanato Kiko dai Cursillos e dalle loro buone pratiche, così come ambedue hanno attivamente allontanato dalla Messa di ogni giorno milioni di cattolici praticanti, e purtroppo migliaia di sacerdoti, convincendoli che Cristo "'passa" solo nelle liturgie private del Cammino?
    Il processo a Carmen dovrebbe rispondere a questi interrogativi. E sia chiaro; se improvvisamente Pezzi dichiarerà che celebra Messa tutti I giorni, senza aver mai, prima, detto nulla in proposito, avremo la conferma del fatto che la commissione si sta ponendo proprio questa domanda.
    Ma non sarà comunque facile spiegare il perché mai i Diari di Carmen fanno cenno a questo momento centrale della giornata di unione intima con Gesù... Gesù quello vero, reale, non quello che arriva quando viene chiamato, perché "collabora" con lei!

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    1. EC: i Diari di Carmen NON fanno cenno a questo momento della giornata di unione intima con Gesù.

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    2. Dice infatti don Pezzi: "Tutto questo nel rispetto di quanto abbiamo ricevuto dagli iniziatori del Cammino Kiko e Carmen, e trasmettendolo nella loro autenticità, non tanto come leggi ma come partecipazione allo stesso spirito che li ha animati.
      Kiko e Carmen mai hanno voluto imporre regole, hanno fatto esortazioni, proposto, poi ciascuno è libero di fare il cammino o andarsene, ma coloro che lo fanno, devono essere fedeli a quello che ci hanno detto".
      Se partecipare allo stesso spirito che ha animato Kiko e Carmen deve voler dire scegliere tra la comunità neocatecumenale e la propria vocazione stessa e l'obbedienza al vescovo per i sacerdoti oppure ai propri doveri di stato o alla devozione cattolica per i laici, si può forse dire che quello spirito sia santo? E soprattutto che gli iniziatori si siano santificati, allontanando dalla comunione con Gesù i propri seguaci? Si tratterebbe di una santificazione al contrario, direi piuttosto di una demonificazione.

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    3. demonificazione................






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  6. Che poi, vorrei sapere quando esattamente i fondatori hanno dimostrato quell'umiltà, quella modestia e quell'amore al nemico di cui fanno un gran parlare nelle loro catechesi, e che dovrebbero indurre il catecumeno piccolo piccolo principalmente a farsi maltrattare anche per tutta la vita in comunità.
    Al contrario, non si sono lasciati sfuggire un'occasione per combattere per difendere il cammino come propria creatura (sbandierato da don Dino Rossi come sintomo di santità), ma soprattutto la propria posizione di leaders indiscussi.
    Il vero fondatore incarna in sé ciò che trasmette a parole, mentre Kiko e Carmen si sono sempre considerati al di sopra di quanto andavano predicando.
    Ecco per esempio come riporta la predicazione kikiana dell'amore al nemico uno dei presbiteri più social del Cammino:
    "Prendi quell'offesa, accetta l'umiliazione e l'ingiustizia, obbedisci a quella tonteria che ti comandano, lasciati derubare; muori come un agnello, perché tu hai la vita eterna dentro, e solo così i peccatori potranno vedere che essa esiste, in te che non ti difendi, che non perdi la pace, che sei sereno e felice perché la gioia di Cristo risorto non può toglierla nessuno".
    Il "lasciati derubare" devo dire che è un consiglio particolarmente azzeccato per chi aspiri a fare fino in fondo il Cammino neocatecumenale; nel caso dei fondatori, mai si sono lasciati portar via da altri qualcosa di ciò che spettava loro, al contrario in particolar modo Kiko, con la sua speciale "grazia dell'assimilazione" ha fatto proprio tutti gli input esterni, "dimenticando" di citare i suoi ispiratori: vedasi le sue sinfonie.

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  7. @blog,
    Non siete credibili e ogni lettore normalmente dotato lo sa: non solo per le continue esagerazioni di cui ogni articolo è farcito e le fake news fin troppo evidenti, ma soprattutto a causa del famoso "teorema di San Paolo" (... Se non ho la carità, niente) che in ogni vostro commento è dimostrato.
    Fallacio Asino Vinicio

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    1. Rimembro dei fatti, degli episodi di vita che difficilmente potrò dimenticare. Ad esempio ricordo molto bene l'agonia del 'fratello' ammalato che, essendo oramai privato delle sue facoltà (quindi impedito nell'elargizione della decima e nel far numero agli incontri o quant'altro di neocatecumenale), venne letteralmente abbandonato dalla sua comunità e dimenticato dagli "illuminati" catechisti.

      Argüello ed Hernández hanno ucciso la carità

      1 Cor.: "E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla."

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    2. Ti rispondo anch'io Fallacio Asino Vinicio, ma con un semplice concetto.
      Le esagerazioni sono tanto esagerate che qui si compie che "la realtà ha superato la fantasia".
      Ti pare che uno che inventa, sapendo che ciò che dice ha dell'incredibile, si sarebbe spinto tanto avanti?
      Andiamo!
      Poi hai una strana idea della 'carità'. La carità è verità ed è giusta. Non è connivenza col male. E ciò che uno ha visto ed udito è suo dovere testimoniarlo, soprattutto se c'è chi falsa la storia.
      Voi siete autori seriali di fake news.
      E quello che Metola ciancia sotto dettatura (e dittatura) sono solo menzogne imbastite molto male.

      Pax

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    3. @Fallacio asino Vinicio
      Senti chi parla di fake news. Tu sei quello che fino a poco fa insisteva ad affermare che nelle eucarestie neocatecumenali il presbitero si comunica prima degli altri, quando lo sanno anche i muri che nelle eucarestie neocatecumenali il presbitero si comunica SEMPRE INSIEME ai fedeli. Ma un po' di sana vergogna ogni tanto non vi viene?
      Porto

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    4. @porto, mai detto questo, sfido a cercare nei miei commenti (anche questa tua è una bella fake news eh?...), ho sempre detto che il presbitero si comunica un attimo prima di tutti gli altri. La disposizione che è stata sempre data è di aspettare che il presbitero si comunica e poi a seguire si comunicano tutti gli altri.
      Fallacio Asino Vinicio

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    5. FAV, non scrivere...............

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    6. È inutile dirgli di non scrivere, è più forte di lui, l'asino ha da ragliare, più raglia forte e più è convinto di aver avuto ragione.

      E lo chiamiamo asino perché dopo tutti questi anni ancora non ha riflettuto almeno su un semplice fatto concreto fondamentale: perché mai per difendere il Cammino ha sempre avuto bisogno di mistificare, ingannare, mentire?

      O almeno: quanti problemi veri del Cammino ha riconosciuto in tutti questi anni (con o senza questo blog), e quanti e quali di tali problemi si è adoperato per risolvere? E cosa ha fatto, esattamente, per risolverli?

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    7. EPCF
      PRIMA in italiano vuol dire PRIMA, e poi le disposizioni da sempre sono state INSIEME, adesso tu ti invento il presbitero che fa la gara con tutti gli altri per far passare il nanosecondo che secondo il tuo "discernimento" basterebbe.
      Perché tu avessi ragione TUTTI dovrebbeto aspettare che il presidente completi di masticare e solo dopo potrebbero comunicarsi.
      Invece l'emblema è che il presidente se ci sono ministri viene "servito" prima di tutti, ma rimane con il Corpo di Cristo in mano fino a quando tutti sono stati serviti. Solo a quel punto pronuncia "Ecco l'Agnello..." e dopo aver detto "Il Corpo di Cristo ci custodisca..." all "Amen" TUTTI (compreso il presidente ) si comunicano contemporaneamente.
      Questa è la realtà.

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    8. @fav
      Un attimo prima vuol dire prima, ma non è così, e tu lo sai bene. Neo ha descritto esattamente ciò che avviene.
      Porto

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    9. ultimo particolare l'Agnello di Dio ( soprattutto se cantato ) rigorosamente seduti, così come "Ecco l'Agnello di Dio...." e "Il Corpo di Cristo ci custodisca..."

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  8. "Carmen amava circondarsi solo di chi suffragasse le sue tesi, disdegnando in toto il magistero bimillenario della Chiesa"

    Un singolo concetto mantiene in sé una verità a tutto tondo: da esso si evince la personalità narcisistica e prepotente della donna e la sua inclinazione al tradimento che potremmo sintetizzare con un nome ed un cognome: Giuda Iscariota. - A partire da Giuda Iscariota, nella nostra Chiesa Cattolica ci sono sempre stati dei traditori. -
    Carmen, con la collaborazione attiva di Kiko, ha guastato la retta definizione di “cattolicesimo” data dall’unico organo deputato a ciò, ossia dal Magistero della Chiesa Cattolica, arrecando un danno cospicuo a molte anime. Tale definizione - cattolicesimo - si ricava soprattutto da quell’autorevolissimo documento ufficiale che è il Catechismo della Chiesa Cattolica, il quale non ha nulla a che fare con quello meramente terreno e straripante di errori del cammino. Non vi confondete cari nc.
    Il fine di Carmen, che non avrebbe stentato, se solo avesse potuto, ad eliminare i Tabernacoli da tutte le chiese del mondo (è lei stessa ad aver confessato questa terribile idea), è stato quello di rendere il termine “cattolico” quanto più ambiguo, nebuloso, indefinito e contradditorio possibile, inserendo in esso gli attributi più arbitrari e contrari al vero cattolicesimo, così da togliere ai fedeli un criterio chiaro, oggettivo e sicuro di valutazione e discernimento che consenta di distinguere ciò che è cattolico da ciò che non lo è. Questa denigrazione del "cattolicesimo", con tutte le tragiche implicazioni che ne conseguono, sfigura il volto della Sposa di Cristo.

    Il sommo Pontefice Pio X, nella sua lettera enciclica Pascendi Dominici gregis affermò un pensiero che mi pare fortemente inerente: "Per verità non si allontana dal vero chi li ritenga fra i nemici della Chiesa i più dannosi. Imperocché, come già abbiam detto, i lor consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della Chiesa, ma dentro di essa; ond'è che il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto essi la conoscono più addentro".

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    1. Gente infame che predica la bontá del male (un ossimoro intollerabile) ed evita accuratamente la giustizia nascondendo sotto il tappeto anche quella divina, credendo così di poterla scansare.
      Il cammino è un posto privo di tolleranza e disponibilità nei riguardi di domande o indagini critiche. Al suo interno non esiste nessuna informativa finanziaria in materia di bilancio o spese (i soldi volan via per sempre per mete "sconosciute") e comanda un timore irrazionale del mondo esterno (cospirazione e persecuzione).
      In questo clima soffocante è logico riscontrare l'infelicità, la depressione, il dissenso, la dissonanza cognitiva...la morte! Quella morte interiore che Carmen ha più volte testimoniato nei suoi scritti.
      Chi ha dato vita ad un ambiente così nocivo può esser definito/a Santo/a? Non credo affatto!

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  9. Quando un'aureola non entra...non entra e basta! È inutile tentare di posizionarla con tenacia e forza, perchè essa non resisterà se non per quell'attimo illusivo destinato a dissolversi in un soffio. Un momento di intensa suggestione vano come tutto il sangue che gli adepti buttano per anni nella 'comunità'.
    Kiko e Carmen hanno offerto un vangelo adulterato, un vangelo completamente contraffatto, un vangelo che cattura l’attenzione dell’uomo perché si adegua alla sua carnalità. Un vangelo che giustifica il peccato e, addirittura, lo esorta.
    Mi ritrovo nei ricordi e nelle sensazioni di Pax: Carmen non fu mai conforme o ispirata a religiosa devozione, a purezza o rettitudine esemplare o anche a un senso di profonda dedizione morale, ma fu colei che (mi ripeto ma è un argomento primario se discutiamo di santità) accusava i fedeli cattolici tutti, e gli affiliati che conservavano finanche una flebile devozione mariana, di "mariologia" (intesa come superstizione e non come branca della teologia cristiana). Carmen disprezzava chi indossava rosari, sante medagliette o leggeva libri salutari per lo spirito. Ella riteneva apertamente esagerati e sviati i Rosari, i pellegrinaggi, la consacrazione e le invocazioni. L’occultamento di Maria, o comunque la sua degenerazione (dipinti inquietanti, canti monotoni e angoscianti, dottrina svilente) da parte dei due profeti fasulli è un segno distintivo del cammino, un percorso protestante che contraddice la dogmatica, la dottrina, la cultualità e la pietà mariana del Cattolicesimo.
    Debbo dire che non ho mai sentito Carmen, o Kiko o catechisti vari, i quali millantano una particolare concessione mariana, proclamare un'Ave Maria o spronare i propri sottoposti a pregarla. Non ho mai visto nessuno, tra miriade di persone che ai tempi accorrevano alle convivenze, appartarsi per pregare la corona della Vergine Santissima. D'altronde non era fattibile, le occasioni neocatecumenali sono sempre balorde, chiacchiericce, segnate da canti, chitarre, bonghi e cembali; grandi abbuffate dopo ore di interminabili catechesi, alcool, sigarette e risate inappropriate, così sguaiate da suscitare nervosismo.Tutto ciò mentre incombeva nell'aria una sorta di soffocante inquitudine e depressione. Un clima becero e cafone.

    Come ben sappiamo il Rosario è un'arma potente contro il demonio, una verità che fa riflettere sul perché Kiko e Carmen siano così restii ad esso, così tanto da schivarlo e beffeggiarlo.

    Pax, i frangenti di vita di Carmen che ci metti a disposizione ci permettono di unire i puntini alla perfezione. Tutto si incastra diligentemente.

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  10. Quando una persona offre la sua esperienza, impiegando tutto il bene che possiede nel cuore e tutta la forza che necessita riportare a galla certi avvenimenti e situazioni (molte volte cruciali per la storia della stessa), bisogna soltanto esser grati e accogliere con l'unica finalità di poter riflettere e giungere alle proprie conclusioni. Non è difficile, si tratta di semplice e sana logica.

    "Caro" Anonimo (del 25 gennaio - ore 16:09), mi rivolgo a te ma il mio pensiero è riferito anche ad 'Asino etc.' e agli altri impenitenti che si esprimono senza affermare nulla di concreto o di costruttivo, se tu scrutassi con una ragione libera dalla prigionia kika tutto ciò che concerne il cammino neocatecumenale, fra quelle righe vi leggeresti la descrizione particolareggiata di Carmen e noteresti un'impressionante analogia con i resoconti offerti da Pax.Tutto ritorna, dalla personalità squilibrata (che testimonio anche io affiancandomi a Pax, alla spiritualità deviata).
    Basterebbe quest'atto dignitoso per mettere a tacere ogni resistenza alla verità e salvarsi la vita.

    Le catechesi inzuppate di eresie e le prassi tutte del cammino che tu segui (sempre che tu non sia un ex (o una ex) nc ancorato interiormente all'ambiente ammorbato), non sono altro che una relazione accurata dello spirito deviato dei due menzogneri.

    Carmen ha lusingato anche te - seppur tu non l'abbia conosciuta di persona - assicurandoti di essere uno dei “prescelti”, lei ti ha tessuto un laccio psicologico difficile - ma non impossibile - da recidere.

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  11. Come somigliano i gestori del Cammino a certuni dei miei catechisti! Cioè, "catechisti", perché ci hanno provato a catechizzarmi ma dopo un po' hanno trovato resistenza frontale, ma anche parietale, occipitale, temporale e così via.

    Le testimonianze di chi li ha conosciuti mi spiegano quell'aria da cantine inondate che regna nelle salette. Ma una domanda mi resta: ma la Carmen, cu *** ci andava a fare dal parrucchiere?

    FungKu. Seriamente: io ci sono andato per fare la criniera a spazzola e scorciare un po'la coda. Ma lei?

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    1. FungKu, semplice, era vanitosa, molto vanitosa e vanesia.

      Pax

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    2. Venitosa e vanesia.....

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    3. meno male che c'è FungKu......

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  12. Caro Anonimo 25 gennaio 2023 alle ore 16:09, mi corre l'obbligo di chiarire per bene.

    Io non esalto aspetti negativi. Racconto quello a cui ho assistito. Che poi siano cose che depongono a suo sfavore (della soraCarmen), questo lo dici tu. Io le sto evidenziando in relazione alla richiesta di canonizzazione. Punto.
    Racconto singoli episodi esemplificativi. Nè più, nè meno.
    Carmen questa era, sempre. Ho vissuto le convivenze con loro, anche di 15 giorni consecutivi, per 20 anni. E mi domando perché Metola o chi per lui non ne parlino e debba farlo io che, non essendo tra i più intimi proprio, ho visto tutto questo. Figuriamoci cosa hanno visto i loro diretti catecumeni, i dodici e gli itineranti della prima ora!
    Va bene che erano diventati tutti uguali a loro. Ne ho conosciuti alcuni e alcune (anche Carmen aveva i suoi cloni) che se possibile hanno superato i loro maestri. Questo è tutto.
    Due personaggi Carmen e Kiko.
    I loro siparietti erano anche divertenti. Nulla da dire. Tenevano la scena. Se poi dietro ci siano conclusioni da trarre, lascio a voi il giudizio.
    Ma una cosa è chiara: di che canonizzazione vogliamo parlare?
    Siamo sì alle barzellette!
    Più volte ho invitato a smentirmi. Ancora aspetto. In ogni caso ero solita registrare e ho in archivio tutte le convivenze vissute. Che ho conservato. Eh sì. Ero dentro tutta. Finché la misura è stata colma.
    Perché non è questione di siparietti divertenti (magari fosse stato solo intrattenimento e passatempo!).
    È che ho assistito a troppe nefandezze, falsità e abusi e violazioni di coscienza.
    Magari fossero state solo gag di due narcisisti che si sentono i padroni del mondo e dei destini degli uomini, investiti dal sacro fuoco! Questo è tutto.
    E ora ti saluto.

    Pax

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    1. Sono daccordo a tutto ciò che ha detto Pax perché vissuti in prima persona.
      Veterano.

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    2. Che ruolo avevi per stare li con loro? PedroS

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    3. Lo vedi Pedro che non avete ancora capito con chi avete a che fare?
      È inutile che chiedi, la risposta la conosci benissimo!

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    4. Vero, sia per me, sia per Veterano.

      Pax

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  13. Io non ho conosciuto Carmen personalmente, l'ho solo ascoltata parlare in mezzo ai raduni.
    Prima di sapere tutte queste cose su di lei, però, già a distanza la reputavo una persona tarata, che in decine d'anni in Italia non era ancora riuscita ad imparare decentemente l'italiano. Una ripetitiva, che parlava sempre degli stessi tre o quattro concetti, come se non ne conoscesse altri. La donna, il Concilio, la chiesa primitiva, la Pasqua.
    Sembrava che non sapesse altro, e ne parlava anche in modo sconclusionato, saltando da una frase all'altra senza connsessioni, in un linguaggio incomprensibile agli stessi spagnoli (ho letto in seguito).
    A me non ispirava fiducia né adorazione. Anzi. Lo stesso sguardo mi pareva annacquato e poco vispo.
    Questo, da neocatecumenale, pensavo di Carmen.

    Quando poi, una volta uscito dal Cammino, sono venuto a sapere molte più cose su di lei, le ho trovate perfettamente in linea col personaggio.
    Una che a 36 anni non aveva ancora fatto nulla della sua vita, sempre a giro di qua e di là per il mondo.
    Quando l'ho saputo, ho pensato che avessero ragione i suoi fratelli e la sua famiglia a considerarla mentalmente instabile, quando andarono a riprenderla alle baracche ormai prossima alla quarantina.
    Kiko e Carmen hanno sempre raccontato questo episodio come se i familiari si volessero mettere contro la volontà di Dio ma io, per l'impressione che ho sempre avuto di lei, penso che la volessero tutelare.
    Così come fecero anche le suore missionarie, impedendole di andare in missione.
    A me, in conclusione, Carmen ha sempre dato l'impressione di una persona squilibrata, poco perspicace e nullafacente, con soldi a disposizione per viaggiare dove, come e quando le pareva. Poco intelligente, nonostante si dica che si laureò in chimica col massimo dei voti. Non fu teologa, perché fece solo dei corsi di teologia, non la facoltà.

    Mi ha colpito che alla cerimonia di apertura della canonizzazione ci fossero solo 6 o 7 parenti, sapendo che aveva 8 fratelli e quindi presumibilmente un sacco di nipoti, coniugi dei nipoti, cognati e cognate.
    Mi è sembrato come se la famiglia non volesse farsi coinvolgere da questo "grande evento".
    Poi sono impressioni, ma a me Carmen non convinceva nemmeno quando ero neocatecumenale.
    Marco

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    1. Ricordiamo ai lettori poco informati che la signora Carmen Hernández, dopo imprecisati studi in chimica, a 21 anni era entrata in un istituto di suore missionarie di Madrid. Dopo i primi anni di formazione le fu assegnata come destinazione per la missione una casa delle Misioneras de Cristo Jesús in Bolivia, presso Oruro, zona piuttosto popolata e già ricca di ordini religiosi femminili (tra cui il quasi omonimo Misioneras Cruzadas de la Iglesia fondato proprio in quella città diversi decenni prima).

      Sora Carmen invece disubbidì, preferiva far "missione sotto casa", nei baraccati di Madrid (dove non ci sarebbe stata compresenza di consorelle già al lavoro - la cui sola presenza avrebbe fatto capire che sora Carmen si limitava a fare omelie laicali, cioè vendere chiacchiere pseudoreligiose).

      Chissà quante e quali assurde scuse tentò di accampare, al punto che la superiora delle Misioneras le assegnò (più volte) un'altra destinazione, sempre all'estero, e anche in questo caso Carmen o si rifiutò o si dimostrò totalmente inadatta che non partì mai. Col risultato finale che non le consentirono di fare la "professione solenne" (cioè di diventare suora) perché il suo comportamento dimostrava che della missione delle Misioneras non gliene importava un fico secco. Dunque, anche se tale evento viene (giustamente) definito "cacciata", è dovuto solo all'ostinata disubbidienza di Carmen, che non voleva diventare una suora come le altre (cioè dedita alla preghiera e alla carità, e pressoché indistinguibile dalle consorelle, oltre che senza ricchi pranzetti in lussuosi albergoni, senza glorie terrene, senza piogge di elogi, eccetera).

      Letteralmente, Carmen preferì andare con Don Kikolone, questo giovinotto che al bar si vantava di aver "visto la Madonna" e nel frattempo flirtava con una ragazza svedese. Le consorelle avranno sospirato con tristezza pensando: eccone un'altra che al momento di prendere i voti prende una sbandata. Non sembra una coincidenza il fatto che il padre di Carmen si rifiutasse "per anni" di parlarle, salvo poi concederle "una casa peer [giocare a] fare il convento che desideri", convento che ovviamente non si realizzò.

      Don Kikolone, mentitore spudorato, insinuerà addirittura che la superiora generale dell'istituto si sarebbe pentita di averla "cacciata" via, in quanto sora Carmen aveva l'esclusiva dello Spirito: «Ho incontrato la Generale delle Misioneras de Cristo Jesús - la sua congregazione, che attualmente stanno nelle missioni, e mi ha detto: "Carmen l'abbiamo cacciata e lo Spirito Santo se ne è andato dalla Congregazione". Perché dopo ebbero una crisi profonda, senza vocazioni né nulla, e senza dubbio ciò che tiene tra le mani Carmen sono vocazioni eccetera».

      p.s.: qualcuno spieghi al Don Kikolone che il crollo universale delle vocazioni è avvenuto in concomitanza coi fermenti conciliari. Nel nome del Concilio Pastorale Vaticano II, nella foga di aprirsi al mondo, ci si chiuse alla Tradizione (quella che aveva alimentato la santità di innumerevoli generazioni). Non è che un ordine religioso "va in crisi" perché non si adatta ai "tempi odierni", al contrario: va in crisi perché l'entrarvi "ieri" significava consacrarsi a Cristo, "oggi" significa consacrarsi al dialogo. "Ieri" trovavi liturgie sobrie e solenni, "oggi" trovi patetici spettacolini autogestiti; "ieri" trovavi una regola semplice e rigorosa, costellata di silenzio, adorazione, meditazione; "oggi" trovi una regola molto più complicata, a cui i più disubbidiscono, con orari strampalati, con le preghiere fatte in fretta perché c'è la riunione, il meeting, l'incontro, il saluto al sindaco, l'aggiornamento del vademecum della pastorale giovanile che parla di playstation e di tiktok, eccetera.

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    2. Aggiungo anche che mi hanno sempre dato una cattiva impressione tutte le volte (innumerevoli) che Kiko cercava di toglierle la parola e lei lo allontanava malamente.
      Pareva che Carmen non si rendesse conto di ciò che diceva e di dove stava e che avesse bisogno di un tutore sempre vicino. Ricordo benissimo tutto il tempo che Kiko se ne stava in piedi accanto a lei che parlava dal leggio, aspettando il momento opportuno per potersi insinuare nel discorso per frenarla, più e più volte.
      Per alcuni saranno anche state espressioni della presunta libertà che correva tra i due, ma a me è sempre parso che Kiko avesse e sentisse in sé il compito di arginarla, contenerla, per non mostrare a tutti cosa avrebbe potuto fare e dire se fosse stata lasciata libera di fare come voleva.
      Compito arduo, quello di Kiko, perché in realtà quella che ha sempre cacciato i soldi e avuto le conoscenze è sempre stata Carmen. Quindi aveva in mano le redini del futuro dell'impero neocatecumenale. Kiko doveva cercare sempre il modo di contenere la sua stessa sovvenzionatrice, come un sottoposto che deve fare il tutore al suo capo.

      Quando provieni da una delle quattro famiglie più ricche di Spagna, anche se sei squilibrato ispiri sempre una certa deferenza ed è molto meglio assecondare che mettersi contro. Questo per tutti, preti, vescovi, parenti vescovi (aveva un parente vescovo quando era giovane), Kiko e tutto il resto della corte.
      Il connubio poteva funzionare solo se Kiko fosse stato in grado di sopportare e instradare la super ereditiera tenendosela buona, in compenso della sua propria gloria. In questo è stato molto abile, forse anche appagato dal fatto che il suo movimento ha assunto il nome di "kikos" e non di quella che teneva i rubinetti aperti.

      Anche i non neocatecumenali, pagani o non, hanno recepito bene il messaggio subliminale: Kikos = "di Kiko".
      Mi pare però che stia scritto: "uno di voi dice: Io sono di Paolo; un altro: 'Io di Apollo'; un terzo sostiene: 'Io sono di Pietro'; e un quarto afferma: 'Io sono di Cristo'. Ma Cristo non può essere diviso! E Paolo, d'altra parte, non è stato crocifisso per voi. E nessuno vi ha battezzati nel nome di Paolo."

      Kikos, voi siete di Kiko, ma Kiko non è stato crocifisso per voi. E nessuno vi ha battezzati nel nome di Kiko.
      Marco

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    3. in sostanza Carmen era una bella piattola, povero Kiko adesso con Ascension è rinato

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    4. assolutamente ed è anche una bella donna

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    5. ma ha perso l'unica persona al mondo capace di arginarlo un poco, e nell'economia del cnc questo sta portando al completo disastro attuale.

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  14. Pedro S.
    Il papa qualche tempo fà ha parlato del ruolo fondamentale del catechista. I laici hanno fatto la storia della chiesa, la gente più ignorante ed umile. I Farisei, gli acculturati di ogni tempo hanno invece sempre storto il naso di fronte alla manifestazione dello Spirito Santo. https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2022-09/papa-francesco-udienza-catechisti-congresso-catechesi.html#:~:text=Il%20Papa%20istituisce%20il%20ministero%20di%20catechista&text=Quello%20svolto%20dai%20catechisti%20all,il%20%E2%80%9Cministero%E2%80%9D%20del%20catechista.

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    1. Infatti il Papa parlava della figura del catechista cattolico, che è completamente diversa da quella del cosiddetto "catechista" neocatecumenale.

      Non a caso il fratello PedroS, campione di fintotontismo neocatecumenale, fa il finto tonto e finge di credere che il Papa starebbe parlando dei cosiddetti "catechisti" del Cammino.

      Inoltre tenta di insinuare che qualsiasi "novità" sarebbe automagicamente una "manifestazione dello Spirito", mentre noi cattolici sappiamo che è molto raro che lo sia davvero. Francesco d'Assisi era una novità, ma lo erano anche tutti gli altri movimenti pauperisti dell'epoca. Però Francesco fu approvato e tutti gli altri no (e che finirono puntualmente nell'eresia).

      Orbene, nella Chiesa cattolica il termine "catechista" indica colui che insegna il Catechismo, cioè la dottrina cattolica. "Catechismo" è il nome con cui si indica un elenco sistematico e ragionato delle verità di fede e delle loro conseguenze. Quindi è vero che in tutte le epoche della storia della Chiesa degli umili laici possono aver preservato la fede in barba alle più dure circostanze, anche senza il titolo onorifico di catechista. Mi viene in mente un famoso politico russo che ricorda di aver visto i genitori inginocchiati in preghiera, da bambino, in epoca di purghe staliniane (gesto che poteva costarti 25 anni di galera, come documentato da Arcipelago Gulag, perché venivi subito accusato di aver pregato contro il capo del Partito Comunista), per poi tornare lui stesso alla fede molti decenni dopo. E don Francesco, uno dei primi sacerdoti missionari italiani in Siberia, nei primi anni '90, che ha celebrato matrimoni fra anziani che gli dicevano di aver pazientato tutta una vita per quel sacramento, e sacramenti per tanta altra gente che macinava centinaia di chilometri (ed aveva aspettato innumerevoli anni) pur di ricevere il sacramento da un sacerdote cattolico. E mi vengono in mente anche i cattolici giapponesi che in assenza di sacerdoti hanno conservato segretamente la fede per parecchie generazioni, facendo sorprendere i missionari di due o tre secoli dopo.

      Altro che i cosiddetti "catechisti" del Cammino, intenti solo a far girare la giostra dei soldi (per sé e per Kiko), "non credenti [in kiko e carmen] ma praticanti [il kikismo-carmenismo]". Vendono letteralmente chiacchiere pseudoreligiose, araldi dell'idolo, solo perché amano fare la vita comoda. E infatti i cosiddetti "catechisti" che hanno creduto davvero alla propria "missione" - cioè di promuovere la vita spirituale delle anime che si ritrovavano "affidate" - hanno tutti rapidamente abbandonato il Cammino.

      Nel Cammino non viene promossa la dottrina della Chiesa, ma le strampalate dottrine eretiche di Kiko e Carmen, funzionali a far girare la giostra dei soldi. Laddove la Chiesa usa maternamente il buonsenso di non caricare fardelli inutili sulle spalle dei fedeli, i «nuovi falsi profeti» adoperano l'esagerazione, per sembrare più cristiani dei cristiani: darete la Decima!, farete tre giorni di digiuno nel Triduo pasquale!, andrete alla Convivenza anche se avete un funerale di un familiare o una cognata malata!, «l'ubbidienza al [cosiddetto] "catechista" è tutto!»...

      Capite la truffa? L'espressione "ubbidienza al catechista" esiste solo nella setta neocatecumenale, non nella Chiesa cattolica.

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    2. Caro Pedro,
      lo stesso Papa che tu citi ha introdotto di recente per i catechisti un percorso e un mandato per evitare che questi "umili" andassero in giro a spacciare loro idee piuttosto che la vera Fede.
      Il catechista NON può essere ignorante della Fede che è chiamato a trasmettere.

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    3. «...Quella sera, a messa, c’erano alcune mamme con i loro figli. Poi c’era una persona, originaria del Kirghizistan ma nata qui in Siberia. È stata battezzata l’anno scorso, ha trent’anni. Ha problemi di salute perché, da piccolo, il padre alcolizzato gli dava da bere birra e vodka. C’erano anche alcune signore anziane che vengono a messa a Natale e a volte anche a Pasqua. Tra loro c’era anche una signora che, durante il regime sovietico, partecipava ai momenti di preghiera clandestini... Lida è una nonnetta che compirà a marzo 88 anni. Ha iniziato a frequentare la parrocchia la scorsa primavera su invito della figlia e lo scorso luglio si è confessata per la prima volta nella sua vita. Per 25 anni ha fatto la pastora: sa accudire e tosare le pecore. Lei da bambina aveva imparato, in tedesco, alcune risposte del Catechismo. E se le ricorda ancora...»

      Decisamente un altro pianeta, altro che i farisei neocatecumenali.

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    4. @PedroS
      Ne abbiamo già parlato in questo blog. E i cari, e sopratutto UMILI, camminanti sono venuti a scrivere che SICURAMENTE saranno SOLO LORO ad avere questo nuovo status di DIRITTO perchè LORO SONO PREPARATI e gli altri, poveri cristianucci della domenica, se lo dovranno sudare.
      Chi è che ha la puzza sotto il naso, carissimo?

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    5. Pedro
      leggi TUTTO quello che riporti, peggio della nota all'art 13 dello statuto, mai leggete tutto, sopratutto i rimandi riportati.

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    6. Per usare una immagine plastica la Chiesa sta venendo a leggervi il bluff.
      O per dirla alla De Gregori "i tuoi quattro assi bada bene di un colore solo li puoi nascinderli o giocare come vuoi"

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  15. Ciò che colpisce è che ai neocatecumenali poco interessi di chi fosse veramente Carmen, perché soprattutto in questo momento ma soprattutto in passato è stata sempre una figura vissuta in relazione a Kiko e al Cammino; mentre naturalmente gli itineranti la conoscevano di più, in particolare quelli della prima ora e soprattutto le comunità catechizzate direttamente da lei e da Kiko.
    E proprio a costoro si rivolge Kiko con aria complice, in un momento di distrazione di Ascension, alla cerimonia del 4 dicembre, alzando gli occhi dal testo scritto e sbottando: voi tutti la conoscete... era insopportabile!
    Di lei alla fin fine si ricorda solo questo: il fatto che fosse una donna impossibile, che criticasse Kiko con estrema virulenza e in pubblico. Ma è chiaro che, soprattutto da un certo momento in poi, non condividesse molte iniziative del suo compagno né la svolta presa dal Cammino, come dichiarato apertamente il giorno della consegna degli Statuti: "il pericoloso per me è Kiko Arguello, ma non vogliamo morire "kikos".
    Dal 2002 ad oggi sono passati 21 anni: chiediamoci quanto il Cammino si sia kikizzato da allora e quanti siano morti veramente "kiki".
    Di ciò i neocatecumenali non sembrano essere interessati, nello stesso modo in cui non si preoccupavano della evidente deriva neurologica di Carmen, dei suoi discorsi sempre più incartati, fino agli ultimi anni in cui di lei non si sapeva più nulla né nessuno si chiedeva nulla.
    Da disinteressarsi di lei a considerarla santa in pectore se non già in atto, il salto è lungo, ma i neocatecumenali, abituati a farsi dettare la fede e la spiritualità dai catechisti, lo compiono senza fatica.

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  16. ....vorrà dire che aspetteremo un Papa più ben disposto... alla faccia vostra

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  17. quindi, la parola alla Chiesa...




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    1. Mi meraviglia l'ostinazione osessivo-compulsiva del neocatekiko che passa le giornate su questo blog a scrivere idiozie con puntini finali, come se ciò facesse improvvisamente diventare cattolico il triplice idolo di categoria superiore, Kiko-Carmen-Cammino.

      E poi si lamentano che li chiamiamo asini raglianti (senza offesa per i quadrupedi veri, s'intende).

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  18. considerando che secondo voi era proprio questo in carica quello ben disposto....."vorrà dire qualcosa...."
    ...al momento ha voluto dire che voi non ci state capendo un granché

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  19. I carismi sono tanti e per Grazia il vento dello Spirito soffia a 360°, anche se non tutti ne accettano il soffio. Non si può dire che una realtà sarebbe suscitata dallo Spirito Santo mentre se ne notano i pessimi frutti. Il cammino neocatecumenale è una realtà eretica, modernista, post conciliare, che si è costruita i riconoscimenti a suon di inganni e malversazioni, corruzione, vendette, minacce. Come in tutti i contesti settari chi afferma di essersi ravvicinato alla Chiesa e a Dio, intende alla Carmen e al dio Kiko. Nel cammino vigono due tipi di persone: i credenti-praticanti, idolatri di Kiko e Carmen che si fanno spennare come polli, e i non-credenti-ma-praticanti, che approfittano di tutte le situazioni economiche, sessuali, lavorative, eccetera, prestando di fatto la propria opera al maligno. È una grande grazia di Dio andare via dal cammino. Speriamo che abbiate compreso in quei pochi anni che "Dio vi ama a prescindere" non significa che siete autorizzati a peccare, a celebrare carnevalate, a idolatrare il triplice vitello d'oro di categoria superiore Kiko-Carmen-Cammino.

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    1. @anonimo 27 gennaio 2023 alle ore 19:46, fortuna che non sei tu a decidere cosa è suscitato dallo Spirito Santo e cosa no, ma è la Chiesa cattolica, che infatti ha dichiarato in moltissime occasioni che il cammino Neocatecumenale è un dono dello Spirito Santo alla Chiesa cattolica.
      Fallacio Asino Vinicio

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    2. Sì, fino a Papa Francesco.
      Con Papa Francesco le cose sono un po' cambiate, anche se a Tor Vergata disse che il "vostro carisma" è un dono di Dio per la Chiesa del nostro tempo.

      Per il resto, nel 2016 disse (riassumo):

      "Unità: il diavolo... può fare molto male alla Chiesa tentando la nostra umanità. Provoca la presunzione, il giudizio sugli altri, le chiusure, le divisioni. Lui stesso è “il divisore” e comincia spesso col farci credere che siamo buoni, magari migliori degli altri: così ha il terreno pronto per seminare zizzania. È la tentazione di tutte le comunità e si può insinuare anche nei carismi più belli della
      Chiesa...
      Il carisma può deteriorarsi quando ci si chiude o ci si vanta, quando ci si vuole distinguere dagli altri. Perciò bisogna custodirlo. Custodite il vostro carisma! Come? Seguendo la via maestra: l’unità umile e obbediente. Se c’è questa, lo Spirito Santo continua a operare.
      Questa è la fecondità della Chiesa, che è Madre: non è una organizzazione che cerca adepti, o un gruppo che va avanti seguendo la logica delle sue idee.
      Questa fecondità si esprime attraverso il ministero e la guida dei Pastori.
      Gloria: la gloria di Dio.... è una gloria paradossale: senza fragore, senza guadagno e senza applausi.
      Mondo: familiarizzate con le culture, le lingue e gli usi locali, rispettandoli e riconoscendo i semi di grazia che lo Spirito ha già sparso. Senza cedere alla tentazione di trapiantare modelli acquisiti..."

      Nel 2018 disse:

      "Andate: Egli invia: “Andate”. Non usa mezze misure. Non autorizza trasferte ridotte o viaggi rimborsati...
      Per andare bisogna essere leggeri. Per annunciare bisogna rinunciare. Solo una Chiesa che rinuncia al mondo annuncia bene il Signore. Solo una Chiesa svincolata da potere e denaro, libera da trionfalismi e clericalismi testimonia in modo credibile che Cristo libera l’uomo.
      Bisogna stare attenti, ad esempio, a non dettare il passo agli altri. Occorre piuttosto accompagnare e attendere, ricordando che il cammino dell’altro non è identico al mio... si va avanti insieme, senza isolarsi e senza imporre il proprio senso di marcia; si va avanti uniti, come Chiesa, coi Pastori, con tutti i fratelli, senza fughe in avanti e senza lamentarsi di chi ha il passo più lento... ed è bene farlo personalmente, con cura e rispetto per il cammino di ciascuno e senza forzare la crescita di nessuno, perché la risposta a Dio matura solo nella libertà autentica e sincera.
      Gesù risorto dice: «Fate discepoli». Ecco la missione. Non dice: conquistate, occupate... questa dinamica del discepolato – il discepolo che fa discepoli – è totalmente diversa dalla dinamica del proselitismo. Non contano gli argomenti che convincono, ma la vita che attrae; non la capacità di imporsi, ma il coraggio di servire. Tutti chiamate amici e di tutti siate amici...
      Così fanno i missionari con i popoli amati da Dio. Non mettono in prima fila gli aspetti negativi e le cose da cambiare, ma “vedono col cuore”, con uno sguardo che apprezza, un approccio che rispetta, una fiducia che pazienta.
      Amate le culture e le tradizioni dei popoli, senza applicare modelli prestabiliti. Non partite dalle teorie e dagli schemi, ma dalle situazioni concrete...

      Continua...

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    3. Nel 2022 ha detto:

      "Sappiamo che, una volta che abbiamo battezzato, la comunità che nasce da quel Battesimo è libera, è una nuova Chiesa; e noi dobbiamo lasciarla crescere, aiutarla a crescere con le proprie modalità, con la propria cultura… È questa la storia dell’evangelizzazione.
      Tutti uguali in quanto alla fede... Ma tutti con la modalità della propria cultura o della cultura del posto dove è stata predicata la fede...
      Andare avanti con la forza dello Spirito, portando il Vangelo nel cuore e nelle mani. Il Vangelo di Gesù Cristo, non il mio: è di Gesù Cristo, che si adegua alle diverse culture, ma è lo stesso...
      Vi chiedo docilità allo Spirito che vi invia, docilità e obbedienza a Gesù Cristo nella sua Chiesa. Tutto nella Chiesa, niente fuori dalla Chiesa. Questa è la spiritualità che deve accompagnarci sempre: predicare Gesù Cristo con la forza dello Spirito nella Chiesa e con la Chiesa. E quello che è il capo – diciamo – delle diverse Chiese è il vescovo: sempre andare avanti con il vescovo, sempre. È lui il capo della Chiesa, in questo Paese, in questo Stato…"

      Finita l'era delle sviolinate.
      Marco

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    4. È difficile dire se un qualsiasi XYZ sia effettivamente "ispirato dallo Spirito", "dono dello Spirito", eccetera. Per questo lasciamo volentieri all'autorità ecclesiale il delicato compito di stabilire cosa, come, quando, e in che termini, attendendo senza fretta il responso.

      Però è piuttosto facile stabilire il contrario. Per esempio, se XYZ richiede menzogne, contiene ingiustizie, promuove iniquità, propina eresie, alimenta ambiguità, genera confusione, inquina la liturgia... hai una vasta quantità di motivi per dire che non proviene dallo Spirito, non è un dono dello Spirito, eccetera. Lo Spirito dona chiarezza, non confusione. Lo Spirito è verità, non eresia. Lo Spirito ispira liturgie, non carnevalate. Lo Spirito suscita timor di Dio, non arroganza, tanto meno raglio asinino, menzogna, fintotontismo, inganni...

      Così, quando un Papa dice (per enfasi dell'omelia) che il Cammino è dono dello Spirito, certamente non sta parlando delle cosiddette "catechesi" kikiste-carmeniste (ripetute a pappagallo dai cosiddetti "catechisti" neocatecumenali), non sta parlando degli autonominati "iniziatori" spagnoli, non sta parlando dei cosiddetti "catechisti", non sta parlando delle cosiddette "Eucarestie", non sta parlando delle cosiddette "piccole comunità", non sta parlando delle "Decime" e delle malversazioni finanziarie, non sta parlando degli abusatori neocatecumenali, del continuo mormorare, dell'incessante giudicare, del guardar pagliuzze altrui ma non le proprie travi, del dover "litigare fra marito e moglie altrimenti significa che non state facendo bene il Cemmino", non sta parlando delle coperture date ai pedofili, dei presbikikos che disubbidiscono al vescovo pur di ubbidire al "catechista", e che si inginocchiano davanti a Kiko ma non davanti al Tabernacolo (quello cattolico, non quello "a due piazze" del Cammino)...

      Insomma, il Cammino "dono dello Spirito" è un Cammino che non esiste. O che al massimo consiste nel buon cuore di alcuni fratelli, cuore disponibile alla preghiera e alla carità, ma che viene calpestato e sfruttato dal Cammino. "Quel bambino è il tuo idolo!" tuonò kikianamente il cosiddetto "catechista" a una donna che aveva compiuto opere di cristiana carità nei confronti di un bambino disagiato. "Lascia che i morti seppelliscano i morti!" tuonò kikianamente-carmenianamente un altro cosiddetto "catechista" a qualcuno che avrebbe preferito partecipare al funerale di suo padre o sua madre. "Dovete provarvi con Mammona!", tuonò carmenianamente-kikianamente un cosiddetto "catechista" mentre comandava un nuovo giro del "sacco nero" perché l'incasso era inferiore al budget preventivato.
      Davvero, il Cammino "dono dello Spirito" è un Cammino che non esiste.

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    5. EPCF,
      quel dono che avreste dovuto essere ve lo siete fatti scippare da sotto le mani da chi ha invece deciso di impadronirsene.
      E stai molto attento, se con la vostra supponenza avete pontificato che un ordine religioso aveva perso lo spirito, forse la stessa cisa è capitara a voi, e ancora non ve ne siete accorti. Vivete ancora di antichi onori ( siete dovuti andare fino al 1974 ) perché ormai di nuovi non ne potete vantare.
      Kiko ha provato a rimettere in bocca al Papa la tua affermazione ( riportando l'ultima volta che ve lo aveva detto ) ma non ha avuto nessuna risposta. ...
      ..."vorrà pur dire qualcosa ( cit )"
      Sei padrone di morire kiko nessuno te lo impedirà.

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    6. @tripudio, la Chiesa cattolica, ha avuto da Gesù stesso il mandato di "legare e sciogliere" qui sulla terra come nei cieli. Il mandato che ha dato Cristo stesso a Pietro, non è revocabile e neanche subordinabile al gusto personale di 4 o 5 persone che non amano certe catechesi o che vedono eresie dappertutto. La Chiesa ha il suo discernimento che attraverso lo Spirito Santo viene da Cristo stesso e non ha bisogno del parere vostro per "legare o sciogliere" sulla terra e nei cieli. Dopo decenni di studio del cammino Neocatecumenale e del direttorio catechetico, la Chiesa cattolica per bocca di "Pietro" ha dichiarato che il cammino Neocatecumenale è un dono dello Spirito Santo (@neo, non è stato o sarebbe potuto essere... è). Prima ve ne farete una ragione e prima riacquisterete la pace.
      Fallacio Asino Vinicio

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    7. @Fallacio
      sei patetico. Fattelo dire.
      Citi tanto la Chiesa ed il "suo discernimento", poi però di questo discernimento ve ne fregate.
      Il discernimento della Chiesa vi aveva detto di RENDERE PUBBLICO IL DIRETTORIO. Lo avete fatto? NO. Anzi Kiko ha detto chiaramente che per voi "sarebbe stato UN MALE".
      Il discernimento della Chiesa vi ha detto che la Liturgia della Chiesa va RISPETTATA. Voi lo fate? Solo quando VI POSSONO SGAMARE. Infatti nelle occasioni pubbliche fate la messa come tutti. IPOCRITI E MENTITORI
      Il discernimento della Chiesa non vi ha dato posti preponderanti eppure voi vi sentite una spanna sopra.
      Se il discernimento della Chiesa vi approva PERCHE' nei famosi cartelli per le catechesi iniziali non dite mai che siete DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE e che si formerà una comunità NEOCATECUMENALE?
      Straparli tanto dello Spirito Santo, ma è Kiko stesso che dice che le messe "normali" valgono 20 e quelle del cammino valgono 100. Niente da dire su questo?
      Ribadisco una semplice domanda: Kiko o Carmen hanno mai citato come esempio positivo qls realtà della chiesa cattolica? A me risulta che abbia parlato bene sono dei Testimoni di Geova? Ma tu sicuramente potrai smentirmi dall'alto dei tuoi 30anni e passa di cammino. Non aspetto altro!

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    8. Il cammino neocatecumenale è il primo fra tutti che dovrebbe adeguarsi ad essere considerato carisma e dono dello Spirito Santo come tutti gli altri e soprattutto dovrebbe estirpare da sé tutti quegli elementi che nuociono alla Chiesa, scandalizzano i suoi figli, creano divisione ed elitariamo, inquinano la liturgia. Da dono a danno il passo è breve.

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