domenica 22 gennaio 2023

Sulla pratica della “circoncisione del cervello” richiesta agli aderenti del Cammino

Molti anni or sono, insieme a due miei amici, fui invitato a pranzo da cinque di studentesse di Comunione e Liberazione che condividevano un appartamento, con cui eravamo impegnati in un progetto diocesano.

Le differenze di sensibilità tra i due gruppi apparvero evidenti, ma anche arricchenti.

Esse erano più sensibili all’impegno sociale e politico, noi davamo più importanza alle pratiche interiori, ma non c’era incompatibilità tra le due cose. Emersero solo delle “stranezze”, sia da parte loro che da parte nostra.

Quello era il giorno dell’arresto di Enzo Tortora e quando, mentre eravamo a tavola, al telegiornale fu data la notizia, le ragazze manifestarono una più che viva soddisfazione, cosa che mi sorprese e di cui non mi spiegavo il motivo, mentre noi destammo il loro sconcerto affermando che, se il Papa avesse detto che il Sole non c’era, anche se lo vedevamo, per noi non c’era perché, semplicemente, non c’era.

Pensavamo di mostrare una fede matura e invece mostrammo solo un umanissimo e ridicolo fideismo.

Per dirla con un’espressione tipica del Cammino, avevamo “circonciso il cervello" e, di conseguenza, avevamo contraddetto la dottrina cattolica secondo cui la fede riguarda la Rivelazione divina e non la cosmologia, e supera la ragione, ma non la contraddice.

Infatti, ciò che è irragionevole non ha nulla a che fare con la fede. Parola della Chiesa.

Ma nel Cammino sembra che dell’irragionevolezza se ne faccia una prova di fede, così come versare la decima all’organizzazione sarebbe una prova di avvenuta conversione, come se i farisei non versassero scrupolosamente la decima.

Gli ultimi Papi hanno più volte fatto appello alla ragione.

Ad esempio spesso hanno detto che non si può uccidere in nome di Dio: così facendo volevano invitare i non cristiani a interpretare le scritture sacre delle loro religioni senza "circoncidere il cervello".

Desideravano che i non cristiani aderissero a una religione davvero naturale e quanto più possibile ragionevole: anche se non ancora illuminata dalla fede in Cristo, almeno che non fosse fideista e fondamentalista.

Fideismo e fondamentalismo, infatti, non solo manifestano aspetti di religiosità naturale, ma anche la corruzione della natura. Cioè il fideismo e il fondamentalismo, non solo sono prodotti dell’uomo, ma sono anche prodotti sbagliati e perversi. E questo anche in ambito cristiano.

La fede e la ragione sono come le due ali
con le quali lo spirito umano s'innalza
verso la contemplazione della verità.
Cerchiamo ora, attraverso un “gioco” che non ha nessuna pretesa di scientificità, ma che piuttosto assomiglia a un’allegoria, di visualizzare il perché, se manca la ragione, manca anche la fede, e più manca la ragione, più manca la fede, quella vera.

Supponiamo che il mondo dei sensi si possa rappresentare come un mondo a una dimensione, che può essere visualizzato con una linea: ciò che si vedrebbe in tale mondo sarebbe un punto, perché una linea è un insieme di punti e davanti a noi non ci potrebbe essere altro che un punto.

La ragione, invece, è come un mondo a due dimensioni, cioè è come un piano, che ha sia la lunghezza che la larghezza, come un foglio di carta.

La ragione allora, che usa i sensi per conoscere, può dedurre e ipotizzare la realtà cosi come un paesaggio può essere riprodotto su un foglio di carta.

La fede invece comporta una terza dimensione, che è superiore alla natura del piano e che perciò può essere solo data da ciò che è invisibile dal un piano: con tre dimensioni le realtà si manifesta nella sua essenzialità così com’è, perché rivela la “verità tutta intera”.

Di conseguenza, se manca la seconda dimensione spaziale, non si può avere una visione a tre dimensioni. Cioè: se manca la ragione, non si può avere la fede.

Lo dimostrano i bambini piccoli che, sebbene col Battesimo abbiano avuto la fede in dono, proprio come gli oggetti in oro ricevuti in dono, non possono farne uso. Cioè: per conoscerla e per annunciarla hanno bisogno dell’uso della ragione, senza la quale non c’è testimonianza orale.

54 commenti:

  1. Vorrei sottolineare bene quelle parole: «la fede "supera" la ragione, ma non la contraddice».

    Il punto più alto della ragione, infatti, è il riconoscere con onestà che ci sono un'infinità di cose che la ragione non può (e non potrà mai) spiegarsi. In particolare, quelle questioni fondamentali - il "perché" dell'esistenza del male, il significato della vita, eccetera.

    L'errore "fideistico" indicato da Pietro era quello di porre arbitrariamente in contraddizione fede e ragione. "Se il Papa avesse detto che il Sole non c'era, anche se lo vedevamo, per noi non c'era". Cioè la superbia del sentirsi "più cristiani" presentandosi come quelli che "prendono sempre sul serio il Papa", anche se la superbia è confinata all'ipotesi che il Papa dicesse una vaccata.

    Eppure, come apprendiamo in diversi passi del Vangelo, Nostro Signore non ha mai calpestato la ragione, anzi, sfidava a usarla, come quando chiede: «Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? » (cfr. Mt 9,5)

    Al contrario, nel Cammino Neocatecumenale, dove si usa troppo a sproposito il nome del Signore, vige la mentalità del "circoncidere la ragione". Cioè un "fideismo", un cieco fidarsi di uomini, che non è quello della fede (ti puoi fidare ciecamente di Dio, non di un peccatore qualsiasi).

    Se Dio ci ha donato la ragione, sarebbe assurdo che ce la voglia proibire. Ma è esattamente ciò che insegna il Cammino: proibire l'uso della ragione ogni volta che c'è il minimo rischio che questa possa contraddire l'idolo Kiko.

    Magari voialtri non avete avuto un cosiddetto "catechista" che vi comanda esplicitamente di «circoncidere la ragione». Ma l'eresia "insegna" a suon di ambiguità e quindi anche se non hanno usato quel termine, ve lo hanno fatto interiorizzare, vi hanno fatto capire che "non dovete farvi domande", è vietato chiedersi "cosa verrà dopo" nel Cammino, è vietatissimo chiedersi perché mai un determinato peccato è "gravissimo" se commesso da un fratello di comunità, ed è invece "occasione di grazia" se commesso da un VIP del Cammino o da un cosiddetto "catechista".

    Così, un fratello genuinamente kikizzato, sarà d'accordissimo con voi nel dire che Dio è misericordioso e giusto, però essendo "circonciso nella ragione", invertirà giustizia e misericordia pur di non intaccare il prestigio e i soldi della setta neocatecumenale e dei suoi VIP. Come ad esempio quando i kikolatri di Guam dissero che il bambino vittima del vescovo pedofilo neocatecumenale sarebbe stato "consenziente" perché non gridava per chiedere aiuto. Cioè il kikolatra diventa irragionevole nel momento in cui ciò fa comodo al Cammino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La superbia neocatecumenale, ovviamente, è quella che i cosiddetti "catechisti" ti impongono di avere. Senza superbia, non può esserci il Cammino. Tutte le volte che ti rendi conto che il Cammino ti sta chiedendo cose che la Chiesa non chiede, c'è bisogno di un freno altrimenti abbandoni il Cammino per tornare alla Chiesa. E cosa c'è di più "magico" di un pizzico di superbia? "I cristiani della domenica non ubbidiscono al Papa, ma voi che fate un Cammino più serio della Chiesa ubbidirete al Papa anche se vi dicesse che il Sole non c'è". E ovviamente, quando il Papa prende le «decisioni del Santo Padre» contro le vostre liturgie, dovete far finta di non aver sentito, poiché -e che diamine!- come si permette il Papa di intaccare il Cammino che è superiore ai "cristiani della domenica"?

      Poi ricordiamo pure quell'altro passo del Vangelo, dove vediamo Nostro Signore schiaffeggiato dalla guardia: invece di grattugiare la chitarrella mettendosi a cantare "Non resistete al male", chiede alla guardia di usare la ragione: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (cfr. Gv 18,23).

      Nel Cammino è tutto un calpestare la ragione. Infatti Kiko ti dice: «l'ubbidienza al "catechista" è tutto». E però è vietatissimo chiedere il motivo di ciò, è vietatissimo ragionare su ciò: per i kikolatri, Kiko è al di sopra della ragione. Eppure non ci vogliono chissà che titoli di studio teologici per capire che il cosiddetto "catechista" non solo è un peccatore come te e come me, ma è un laico, cioè uno che non ha alcuna rilevanza nella gerarchia ecclesiale - composta di ministri ordinati, che hanno perciò almeno la "grazia di stato" derivante dal sacramento dell'ordine, per compiere la propria missione. (E comunque i contorni sono ben precisi; un prete non ha autorità se ti invita a peccare o anche solo se ti invita a comprare la macchina modello X anziché modello Y). E se anche il cosiddetto "catechista" avesse gli ordini sacri, come si spiega ragionevolmente che mette gli interessi del Cammino al di sopra di quelli della Chiesa? (esempio: perché diavolo celebra la "liturkikia" anziché la liturgia cattolica?)

      Nel Cammino si calpesta la ragione perché se fai funzionare la ragione (che è un dono di Dio), esci dal Cammino. È un vero dono di Dio l'abbandonare il Cammino. Tanti che hanno abbandonato il Cammino, lo hanno fatto perché si sono resi ragionevolmente conto che la legge di Dio vale per tutti, anche per i cosiddetti "catechisti", anche per i cosiddetti "iniziatori". Per cui non può provenire da Dio un "itinerario" che ti applica fardelli pesantissimi sulle spalle, ma che i VIP del Cammino si guardano bene dal toccare anche solo con un dito. È irragionevole (oltre che sbagliato dai punti di vista morale e teologico). Perfino i bambini sanno che il sacramento della confessione è giusto e necessario, anche per il Papa. Una cosa valida per tutti non può essere un "fardello per i soli plebei".

      E tutte quelle volte che citano Francesco d'Assisi, ma per carità, la smettessero. Francesco aveva un'esperienza unica (oltre che grandissima), e non voleva "discepoli" perché sapeva benissimo che le cose che imponeva a sé stesso (preghiera, povertà, ecc.) erano un po' troppo pesanti anche per il più convinto ed entusiasta dei suoi seguaci. (Ed infatti dopo non troppi anni, il cruccio di diversi gruppi "francescani" era di come trovar modo di alleggerire la "regola"...)

      Al contrario, Don Kikolone non ha mai fatto le cose che ha imposto ai suoi discepoli (compreso il «darete la Decima», lui che non l'ha mai data a nessuno e l'ha sempre e solo incassata, visto che voleva campare di rendita e c'è riuscito benissimo). Kiko ha preteso di insegnare cose che non ha vissuto (e ha preteso in base alle panzane tipo: «ho avuto un'apparizione intellettuale [che è quella più complicata e difficile]»).

      Elimina
    2. "Nel Cammino si calpesta la ragione perché se fai funzionare la ragione (che è un dono di Dio), esci dal Cammino". Questo è vero. L'uso sano della ragione, unito a un po' di conoscenza del magistero della Chiesa, conoscenza delle eresie che sono esistite (soprattutto quella protestante), conoscenza del rapporto storico tra ebrei e cristiani, prima o poi ti porta lasciare il cammino. E quando dico uso sano della ragione, non intendo mettere in discussione dogmi di fede o cose del genere, ma rispondere alla domanda "Cosa dovrei fare della mia vita di fede?" in modo ragionevole.

      Quando ne parlo con i follower di Kiko, mi ritrovo spesso con l'"obiezione": "È così che la vedi". Ma la realtà è che sempre meno mi fido dei miei criteri e più cerco di vedere ciò che la Chiesa ha detto al riguardo attraverso il magistero e la tradizione. E seguendo quanto la Chiesa ha detto in precedenza, si giunge alla conclusione che stare sul cammino non conviene, almeno con i suoi errori attuali.

      Il problema fondamentale con il cammino è che è profondamente modernista, nonostante il fatto che i suoi seguaci vogliano vendere l'idea che segua le tradizioni. Il cammino è lontano dalla tradizione, anzi la disprezza.

      A.

      Elimina
    3. Qualche secolo fa si diceva "in necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas", cioè che per quanto riguarda le cose della fede, occorre unità di tutti sulle cose necessarie alla salvezza (i dogmi, i sacramenti, la santa dottrina...), occorre libertà sulle cose "dubbie" (nel senso di non necessarie; per salvarsi l'anima non è necessario diventare prete o suora, e non è necessario professare determinate opinioni riguardo il dialogo con gli ebrei, l'Inter, o le Cronache di Narnia), e occorre carità in tutte le cose (fermo restando che la prima carità è la verità: non può sussistere carità senza verità).

      Quando i kiko-follower giocano la carta del ridurre i fatti a opinioni ("è così che la vedi"), stanno barando, stanno applicando il metodo kikiano-carmeniano dell'ingannare e mentire pur di difendere il Cammino. Il paradosso tragicomico è che si sentono tenuti ad agire così, poiché altrimenti crolla tutto il castello di menzogne neocatecumenali.

      Il "modernismo", detto in estrema sintesi, è la convinzione che l'errore e la verità meriterebbero gli stessi diritti. Per questo veniva definito "la madre di tutte le eresie": infatti, in base a quella convinzione, qualsiasi deviazione dalla verità meriterebbe lo stesso onore della verità. Per esempio, Kiko e i suoi adoratori sanno benissimo di star celebrando la liturgia sbagliata ma anziché ravvedersi si ostinano ad andare avanti e a considerarla addirittura superiore a quella della Chiesa.

      Elimina
  2. Si ma se ti rispondi da solo è scrivi da solo che blog è?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La maggioranza dei lettori di questo blog arriva da motori di ricerca, spesso cercando argomenti diversi dal Cammino, e quindi ho la mania di dover spiegare le cose con più chiarezza possibile (a costo di sembrare ripetitivo per chi legge questo blog ogni giorno, e di sembrare addirittura onnipresente) a costo di inserire più commenti nella stessa pagina.

      Invece il tipico neocatekiko che piove su queste pagine, molla subito istintivamente una lista di slogan preconfezionati, e va via furente senza alcuna voglia di leggere le risposte.

      Elimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  4. In questo blog i camminanti molte volte si sono vantati di pagare la decima dicendo chiaramente che tale pratica dimostra che sono coerenti al Vengelo.

    Sia chiaro: le offerte sono un'opera di bene, ma da sole non dimostrano una coerenza di VITA al Vangelo.
    Infatti, se uno offre non solo la decima, ma la mezza, ma è arrogante, critica continuamente gli altri, spettegola, guarda film pornografici, ecc., anche se offre del denaro e mette al mondo svariati figli, non dà nessuna prova di fede. Non dico che non abbia fede, semplicemente che non ne dà prova.

    Anzi, a certe condizioni, la sua offerta potrebbe essere sintomo di voler essere ammirato dagli altri, oppure di una sorta di simonia, che consiste nell'offrire del denaro per comprarsi il certificato di buon cristiano da presentare a Dio.

    Certe incoerenze mettono a dura prova il cervello dei camminanti, ma se il cervello viene circonciso, non c'è più la contraddizione. Cioè: c'è, ma si accantona, come quando si spazza una stanza e poi si nasconde la mondezza sotto il tappeto.

    Una prova? Quando nel blog vengono citate delle frasi imbarazzanti e teologicamente sbagliate di Kiko e Carmen, come quando Cermen ha detto di lasciare i poveri nei fossi, e che Dio, se voleva farsi adorare nel tabernacolo, non si sarebbe fatto pane, ma pietra, non entrano nel merito e non esprimono giudizi e mai dicono che i due fondatori hanno detto una cosa falsa, ma dicono solo di essere approvati.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I soldi sono uno strumento, uno dei tanti strumenti, possono essere uno strumento usato bene o uno strumento usato male. Chi misura la propria vita spirituale sulla quantità di soldi che paga... sta dando troppa importanza a un solo strumento.

      Elimina
    2. Perciò, in campana..................................................................................................................................

      Elimina
    3. @Urgentissimo!
      Il fatto è che è proprio nel Movimento neocatecumenale che viene misurata la tua 'vita spirituale' sulla base del dare o meno la decima (e del darla al Cammino). Infatti, parole dei catechisti "se non dai la decima, non stai facendo bene il Cammino, non ti stai convertendo": viene stabilito un legame diretto e chiarissimo fra (il dare) i soldi e la conversione. Quindi la tua osservazione andrebbe fatta piuttosto ai catechisti e ai capi del Cammino.
      Porto

      Elimina
  5. Questo articolo, sul tema fideismo e circoncisione della ragione, dimostra con una vicenda di vita vissuta, soprattutto nella prima parte, che si può riconoscere di aver fatto un "cammino di fede" proprio perché ci sono delle posizioni, professate in buona fede, per ingenuità o inesperienza, sotto l'influenza di qualche cattivo maestro o di qualche teologo all'arrembaggio o altro, che con il tempo ciascuno di noi matura e corregge.
    È inevitabile e forse anche necessario per tutti o quasi fare questo cammino!
    Ma che succede se non ho la libertà di farlo, di dire cioè: sbagliavo, non avevo una visione completa e coerente, ora, con l'aiuto della riflessione, dell'esperienza della fede, di quel libro, della preghiera, della Bibbia e del Catechismo della Chiesa, dello Spiriti sempre e comunque, ho fatto dei passi in direzione della verità e di una fede più "adulta"?
    Che succede se non posso mai dire: il mio maestro, quel gruppo religioso, persino quel sacerdote o quel catechista laico erano un po' fuori fase e fra le tante cose giuste ce n'erano alcune errate, forse anche gravemente errate?
    Si parla tanto di peccato, in Cammino, ma spesso senza pensare al fatto che il termine greco usato per definirlo significa in primo luogo "sbagliare il bersaglio". Se non ho la libertà di spirito di riconoscere che i miei catechisti, e io di conseguenza, abbiamo in certe occasioni sbagliato il bersaglio, non sarà possibile neppure crescere nella fede.
    Questo blocco mentale e perciò spirituale è una delle maggiori difettosità del "metodo" neocatecumenale. Finora ho chiesto più volte a chi ammetteva "Kiko e Carmen sono umani, possono sbagliare, hanno sbagliato sicuramente ma ecc ecc" di elencarmi almeno tre errori dei due iniziatori...ma nessuno mi ha dato risposta mai, né mai mi ha elencato neppure un errore che i due abbiano riconosciuto pubblicamente e corretto.
    Praticamente il neocatecumenale rimane nella fase della prima infanzia, quella in cui si crede nella onnipotenza degli adulti (e di conseguenza nella propria).

    RispondiElimina
  6. Datevi all'ippica che è meglio!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Voi neppure quello potete fare! A meno che Kiko non metta su una sala corse...............(cit)

      Elimina
    2. Ecco la classica risposta di chi non sa dire qlc di costruttivo. Cattolici adulti? Cattolici maturi? Ma quando mai...

      Elimina
  7. Circoncisione è l'acronimo di :

    Certamente Individui Ridicolmente Catechizzati Ostentano Neocatecumenali Certezze In Stratosferiche Idee Ormai Neocatecumenalmente Eretiche

    RispondiElimina
  8. Tu sei il più bellooooooo
    o Kiko Arguelloooooooo
    dei figli di Adam
    e noi ti adoriam
    tu sei la Luce
    che il Cammino conduce
    ai suoi immortali destini
    per la gioia di grandi e piccini
    e noi che un milione siamo
    fino alla fine dei tempi ti seguiamo
    nelle magnifiche sorti e progressive
    che nel Cammino non sono certo prive
    fino al trionfo della Verità
    e chi vivrà a lungo vedrà

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chi muore giace
      E chi vive si dà pace;
      Ma se giaci con il Kico
      Se pur morto sarai fico,
      Di giacere con il Pezzi
      Se sei savio non disprezzi
      Se poi giaci con Romero
      Già ti invidia il mondo intero!

      Elimina
  9. E' proprio così Valentina: chi non ammette i propri errori può camminare, ma rimene fermo, come sul tapirulan.

    Mi hanno colpito molto gli articoli sulla diffusione della pornografia tra gli aderenti del Cammino, ammessa da don Pezzi. Ma come può, chi indugia nella pornografia, annunciare il Signoe ed essere esempio di carità?

    E' vero che il peccato contro il sesto comandamento non è il più grave e che, ad esempio, i peccati diretti contro la carità, a parità di malizia, sono più gravi, ed è vero che fissarsi solo sui peccati di impudicizia è da bacchettoni, ma è anche vero che chi abitualmente cade in certi pccati, cioè chi ha il vizio di vivere una sessualità disordinata, non può amare nel modo giusto gli altri
    Il Vangelo dice di amare gli altri come se stessi, ma se uno non ama se stesso nel modo giusto, come può farlo con gli altri?

    E' vero che tutti possono cadere, ma chi cade si rialza e chi si rialza si propone di non ricadere, mentre dalla denuncia di don Pezzi sembra che la pornografia nel Cammino non si riduca a qualche caduta, ma sia un vizio di molti. Sarà forse perché si è considerato più grave non essere ligi nel versare la decima o nell'ubbidire ai catechisti, che i peccati contro il sesto comandamento?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @pietro non del cammino, solo il peccato contro lo Spirito Santo non può essere perdonato, lo diceva anche il vangelo dell'ufficio di stamattina, che è l'uso di molti e anche di questo blog, di chiamare demoniache le cose Sante.
      Fallacio Asino Vinicio

      Elimina
    2. Questo dillo al tuo fratello Giuseppe che considera quello che fa la Chiesa (fuori dal cammino, s'intende) come "porcherie". Voi lo Spirito Santo non sapete neppure cosa sia. Fatti un giro, Fallacio.

      Elimina
    3. Secondo la classificazione catechistica i peccati contro lo Spirito Santo, sono sei: l’impugnazione della verità conosciuta e l’invidia della grazia altrui, la disperazione della salvezza e la presunzione di salvarsi senza merito, l’ostinazione nel peccato e l’impenitenza finale.
      Sei fuori FAV!
      p.s.
      Il Vangelo è il vangelo del giono non dell'ufficio.

      Elimina
    4. @neo, dice padre Angelo riguardo al peccato contro lo Spirito Santo: Chi infatti attribuisce al diavolo le opere della bontà e della grazia di Dio, in certo modo fa di Dio un demonio, come dice S. Atanasio, e di più si mette a combattere contro quella stessa bontà che è la sorgente del dono della conversione del cuore e della penitenza.
      Queste parole mi ricordano un po' le vostre battaglie contro il Cammino Neocatecumenale che è stato definito dalla Chiesa, un dono dello Spirito Santo alla Chiesa cattolica. Non trovi?
      Fallacio Asino Vinicio

      Elimina
    5. In realtà vi sono peccati che nel CN non sono ammessi e chi dichiara di averli commessi viene estromesso. Non conta il pentimento o il cambio di direzione di vita. Se hai commesso alcuni peccati sei fuori. Poi quando ti cacciano improvvisamente si ricordano di dirti che "il Signore c'è anche fuori dal cammino". Ah grazie, non lo sapevo... (ma che ci sia fuori non ho dubbi, che ci sia dentro qualche dubbio mi è venuto). Prendono le distanze da te, non ti salutano più e ci tengono ad informare gli altri che sei fuori. Meglio evitarti per non essere "contaminati". Acqua passata, tanto dolore, poi sono risorto a vita nuova ed ora auguro alle persone di evitarlo (idiota io che all'inizio non accettai i consigli di una persona che mi voleva bene). Tacere non si può più (ma comunque l'implosione del cn è costante e credo irreversibile)

      Elimina
    6. La disperazione della salvezza significa sentirsi talmente peccatori da credere di non poter essere perdonato da Dio. Il peccato di Giuda. La battaglia contro la propria inclinazione al male è sacrosanta, ma nessuno pensi di potersi guadagnare da solo la salvezza. Di poter vincere da solo contro i demoni. E nessuno si illuda di poter gozzovigliare nei propri vizi, senza timor di Dio. E' lo Spirito Santo a disciplinare la nostra coscienza. Illumina i peccati ma non ci lascia nella disperazione, ci dona pazienza con le nostre debolezze, perchè Gesù Cristo non tarda a salvarci. PedroS

      Elimina
    7. Quanto detto da PedroS andrebbe precisato con un vecchio modo di dire: non può essere mia una salvezza che non desidero. Chi dice che "Gesù non tarda a salvarci" dice il vero nel senso che Nostro Signore intende salvarci tutti. Il problema è che non tutti vogliono farsi salvare; molti - purtroppo tanti, davvero tanti - preferiscono la "porta larga" della perdizione piuttosto che la "porta stretta" della salvezza.

      Nel Vangelo veniamo ripetutamente ammoniti a non sottovalutare la difficoltà di raggiungere la salvezza, perché ogni anima è continuamente sfidata a scegliere tra il bene e il male, nelle grandi cose e soprattutto (e molto più frequentemente) nelle piccole. E abbiamo visto come il rispettare accuratamente tutti i precetti non basta a santificarsi (infatti non siamo robot, e abbiamo talenti da far fruttare, ciascuno i suoi, dobbiamo proprio mettere in moto la volontà).

      Insisto a ribadire che Nostro Signore non faceva mai prediche rassicuranti ma parlava per accenderti un fuoco dentro, (come ad esempio l'intero capitolo 13 del Vangelo di Marco, quello del «vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso»). Basterebbe già notare questo per capire quanto è falsa la spiritualità del Cammino, notando i fratelli delle comunità atteggiarsi a cattoliconi da salotto e da saletta, comodi sul divano a pasteggiare o nell'albergo ad esibire papillon e abito da sera alla "convivenza".

      Piccolo off-topic: un bel mattino il cardinal Müller si sveglia e dice le stesse cose che su questo blog abbiamo sempre detto ai lacchè del kikismo-carmenismo. Cioè che il Papa "non è il Dio in terra" e che in certi casi "è mal consigliato". Invece, nella loro superba asineria, i fratelli del Cammino vanno vantandosi di "ubbidienza al Papa" (o far credere che il Papa sarebbe molto amico del Cammino") quando possono sfoggiare lo Statuto fingendo che lo abbia voluto il Papa... salvo poi fare i finti tonti quando il Papa dice qualcosa di sgradito al Cammino e ai suoi autoproclamati "iniziatori".

      Cioè i kikos proiettano su di noi i loro vizietti, chiamandoci "disubbidienti" (proprio loro che sono maestri nel disubbidire al Papa e alla gerarchia cattolica), chiamandoci "protestanti" (proprio loro che sono molto più vicini a qualche chiassosa setta luterana che alla Chiesa), insinuando che noi cattolici "giudicheremmo" arbitrariamente le parole del Papa (proprio loro che non solo giudicano temerariamente anche il Papa ma reinterpretano ingannevolmente le parole "scomode" del Papa).

      Sì, nelle comunità neocatekike, alla fine del pontificato ratzingeriano, si vociferava che il prossimo Papa sarebbe stato uno dei loro, un kikolatra, che nel giro di tre mesi dall'inizio del pontificato avrebbe celebrato la liturkikia. Per questo Kiko si leccò i baffi quando seppe che papa Bergoglio, come primissimo atto del pontificato, aveva comandato di togliere gli inginocchiatoi dalla cappella Sistina. "Questo vuol dire qualche cosa! questo vuol dire qualche cosa!", gridava Kiko già immaginandosi un Bergoglio a grattugiare la chitarrella mentre il collegio dei cardinali, "ammonito" da qualche laico urlatore e sputacchiante, intonava canzonette kikiane. «Ma ci piace ricordare a quanti promettono appoggi ai neocatecumenali per ingraziarsi i loro porporati sponsor, che il loro orgoglio li sprofonderà tra le fiamme assieme ai loro sodali e al padre loro Lucifero».

      Elimina
    8. @pedroS
      Tutto vero e tutto giusto. Nessuno qua ha mai detto che "ci si salva da soli". Quello che si è sempre detto qui è che "la sacrosanta battaglia contro le inclinazioni al male" nel cammino semplicemente non viene insegnata. Anzi...

      Elimina
    9. ...Anzi viene insegnata in modo scorretto solo "la pazienza con le nostre debolezze"

      Elimina
  10. L'uso della ragione nel CNC è qualcosa da estirpare per un motivo molto semplice: applicare la ragione porterà inevitabilmente a uscire dal Cammino. Ragionare onestamente su argomenti di fede fa emergere l'illogicità e l'irrazionalità di praticamente tutto quello che viene proprinato nel CNC, a partire (grande male supremo, fonte e causa di quell'effetto a cascata di tutti i problemi conseguenti) dal ruolo dei catechisti. Già solo ragionare, e ragionare cristianamente, su questo porta a non poter fare affidamento su queste persone, che è il fondamento di tutto il teatrino.

    RispondiElimina
  11. Fallacio: che c'entra il peccato contro lo Spirito Santo con quello che dicevo o con l'argomento del post?
    Forse il tuo è un diversivo per non parlare di circoncisione del cervello o del vizio della pornografia che schiavizza un buon numero di camminanti?
    Oppure vuoi dire che la pornografia è si peccato grave, ma non mortale, secondo una distinzione tipica dei modernisti di qualche decennio fa, per cui le specie dei peccati erano 3: veniale, grave e mortale?

    La pornografia è un peccato mortale, cioè che fa perdere la grazia e perciò la comunione con Dio.
    Ci si può pentire, ma se non lo si fa con animo contrito, manda all'inferno.
    Certo che la misericordia di Dio affre la salvezza fin all'ultimo istante e, secondo Santa Faustina Kowalska, ci sono peccatori incalliti che l'accettano. Anzi, Santa Faustina dice che a volte, proprio all'ultimo istante, ci sono peccatori che si pentono con un tale impeto di carità che vanno direttamente in Paradiso, come il buon ladrone.
    Ma questo non c'entra niente con la pretesa di salvarsi senza merito.

    Non sono io, ma la Chiesa che dice che il vizio rende più insensibili alla grazia e alla misericordia divina, per cui chi fa del peccato un vizio rischia molto l'inferno.

    Se qualcosa che ho detto per te è sbagliata, dì cosa, se invece sei daccordo e vuoi aggiungere qualcosa, perché polemizzi? Io ho solo fatto riferimento a don Pezzi, uno dei vostri leader: non ho inventato niente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @pietro non del cammino, non discuto della "classifica" dei peccati e di tutto il discorso che hai fatto, ma facevo solo notare che l'unico peccato che non è perdonabile (anche i peccati mortali possono essere perdonati...) è quello contro lo Spirito Santo e che tral'altro manca sempre dai vostri elenchi. Guarda caso.
      Fallacio Asino Vinicio

      Elimina
    2. @fallacio
      Guarda caso Kiko dice che la Chiesa da Costantino al CVII non è "veramente Chiesa". Il tuo fratello Giuseppe dice che il resto della Chiesa fa PORCHERIE. Tu non ha niente da dire su questo? O fai lo gnorri come al solito?

      Elimina
    3. Fallacio:
      non abbiamo mai parlato del peccato contro lo Spirito Santo? Se lo dici tu che sei un nostro affezionato lettore può essere.
      E allora? Dacci le tue conclusioni, perché il motivo per cui non ne abbiamo finora mai parlato (sempre che sia vero) sfugge anche a me.

      In ogni caso ti ricordo che tutti i peccati del Decalogo possono manifestarsi sottoforma di peccato contro lo Spirito Santo se sino alla fine ci si ostina nel male con piena avvertenza e deliberato consenso.

      Se nessuno può dire che Gesù è il Signore se non è sotto l'azione dello Spirito Santo, la bestemmia contro lo Spirito consiste essenzialmente nel rifiutare il bene che si conosce, che conduce sempre a Gesù (e perciò alla sua signoria), come i miracoli che Gesù operava e che i suoi nemici, negandone non l'evidenza, ma la grazia che manifestavano, attribuivano a satana.

      Elimina
    4. Spero che qualcuno qui non voglia insinuare che il peccato contro lo Spirito Santo consisterebbe nel non credere alla presunta ispirazione di Kiko...

      Elimina
    5. Qlc dica a Fallacio che, per dirsi cattolici, bisogna credere AI DOGMI proposti dalla Chiesa Cattolica. Per esempio uno può dirsi cattolico anche se non crede alle apparizioni di Fatima. Certo, se le denigra e sopratutto DENIGRA l'insegnamento cattolico che c'è sotto è un'altra storia. Nel cammino è un dato di fatto che si disprezza ogni aspetto della Chiesa Cattolica. Non c'è UNA realtà della Chiesa Cattolica che sia stata citata ad esempio da Kiko o Carmen pubblicamente. Neppure UNA. In 50anni e passa di incontri. Se mi si vuole smentire lo si faccia prove alla mano. Non solo: basta leggere quello che scrive Pasotti per capire cosa pensano le gerarchie del cammino sulla Chiesa in generale. La domanda sorge spontanea: chi è che pecca "contro lo Spirito Santo"? E lo fa da 50 e passa anni?

      Elimina
    6. Qlc dica a FAV di non scrivere più su questo blog, idem per Martello, Giuseppe & company....................................................................................................................................................

      Elimina
  12. Il fintotontismo neocatecumenale, infatti, non è interessato a ragionare sulla verità dei fatti, poiché la verità è un danno per il Cammino e per i suoi autonominati "iniziatori".

    La loro ragliante asineria ci consente ancora una volta di ricordare a coloro che leggessero questo blog per la prima volta, che il termine "la Chiesa" può avere due significati diversi:

    1) il primo, è la santa Chiesa istituita personalmente da Nostro Signore. È "santa" perché Nostro Signore non istituisce il peccato. E per di più, Nostro Signore le ha garantito l'assistenza divina per cui "le porte degli inferi non prevarranno";

    2) il secondo, è la Chiesa intesa come i fedeli (dal Papa in giù). I fedeli sono peccatori (tutti, incluso ogni Papa), che pertanto con la loro volontà ("pensieri, parole, opere e omissioni") possono infangarla o ostacolarne la missione.

    Quindi, se diciamo che "oggi la Chiesa è in crisi, una crisi di fede", stiamo parlando dei fedeli.

    Ma quando diciamo che "col Battesimo si diventa figli adottivi di Dio", stiamo parlando della santa Chiesa garantita da Nostro Signore stesso, e pertanto il Battesimo - celebrato secondo quanto stabilisce la Chiesa - è garantito efficace, anche se il soggetto che battezza fosse l'ultimo dei peccatori.

    Di fronte a tutto questo, si può valutare il marciume del Cammino:

    - a riguardo del punto 1, il Cammino è estraneo alla santa Chiesa, per mille motivi: l'idolatria per i fondatori, l'insegnamento di ambiguità ed eresie (che mai vengono rettificate o corrette), l'autoreferenzialità, le mille ingiustizie ad intra e ad extra (e giustificate da "l'ubbidienza al catechista è tutto", un'idolatria nell'idolatria), storpia e abbruttisce le celebrazioni, banalizza i sacramenti e compie sacrilegi (anche contro l'Eucarestia), eccetera: tutte queste cose, insieme all'immane carico di menzogne e inganni, non viene da Dio, non viene dallo Spirito, non viene da Nostro Signore;

    - a riguardo del punto 2, il Cammino è ostile alla Chiesa, per mille motivi: la disubbidienza al Papa, ai Vescovi, ai parroci, corruzione e pressioni per "santificare" la megera Carmen, il mettere il Papa davanti al "fatto compiuto", fabbricazione di un proprio "clero" nei seminari Redemkikos Mater, "kikizzazione" idolatrica di tutte le proprie preghiere/canti/arte/ecc., il sentirsi superiori ai "cristiani della domenica", eccetera (e ancora non parliamo di cose che la Chiesa non comanda, ma il Cammino esige: la Decima, il super-mega-digiuno di tre giorni nel Triduo pasquale...).

    Il branco di asini raglierà sempre più forte ma non vorrà mai correggere nulla di tali problemi. Per quegli asini - senza offesa ai quadrupedi veri, che saranno testardi ma almeno sono intelligenti - l'urgenza disperata è solo quella di azzittire chiunque non lodi il triplice vitello d'oro di categoria superiore, Kiko-Carmen-Carmino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fintotontismo è l'acronimo di :

      Forse Individui Neocatecumenali Trasmettono Osceni Terribili Orripilanti Neocatecumenali Turpi Indigeribili Subnormali Mamotreti Orridi

      Elimina
    2. Il cammino neocatecumenale è CHIUSO in tutti i sensi. A partire dalla celebrazione in stanze chiuse, dalla segretezza di quanto vi accade all'interno eccetera. Si vanta di possedere il carisma dell'evangelizzazione ma se si è CHIUSI rispetto all'esterno, come si può pensare di essere aperti all'evangelizzazione (che presuppone una apertura all'esterno)?

      Elimina
  13. A proposito di "peccato contro lo Spirito Santo": è proprio un presbitero alto dirigente del CN a spiegare che si tratterebbe di un peccato gravissimo e imperdonabile, cioè quello di non farsi più parassitare dal Cammino di Kiko e Carmen.
    Ecco infatti come conclude il proprio libro "Il Cammino neocatecumenale. 50 anni di iniziazione cristiana degli adulti" don Ezechiele Pasotti, il presbitero neocatecumenale che ha seguito la redazione del Direttorio, degli Statuti, la revisione dei Diari di Carmen.
    "Sempre più le parrocchie gli spazi dove operava la cristianità si stanno non solo svuotando ma non sono più significativi, non parlano più all'uomo di oggi.
    Mentre la casa, la famiglia cristiana è un luogo ancora capace di accogliere di riunire chi è solo e alla ricerca di un senso per la sua vita.
    Agli inviti alle catechesi fatte nelle parrocchie -è una constatazione facile da fare- risponde sempre meno gente mentre sempre più persone sono disposte a raccogliersi in una casa per ricevere un annuncio e formare una comunità cristiana.
    Dio ha suscitato insieme ad altri carismi il Cammino per rispondere a questa urgenza pastorale delle parrocchie, per far giungere una speranza all'uomo di oggi.
    I frutti sono sotto gli occhi di molti.
    Il fatto sconcertante -cecità? malavoglia? superficialità? orgoglio? peccato contro lo Spirito Santo (Mt 12,32)?- è che spesso si apprezzano i frutti ma non si vuole l'albero che li produce."
    Traduzione di questo 'gran finale' del presbitero kikiano don Pasotti:
    nelle parrocchie nessuno abbocca più alle vetuste e piene di eresie catechesi neocatecumenali?
    La colpa non è del Cammino che non ha saputo cambiare, correggere i propri errori, fornire una proposta adatta ai tempi ed autenticamente cattolica: la colpa è della parrocchia, è la parrocchia che 'non sa più parlare all'uomo d'oggi', solo perchè non si fa più parassitare dai kikos.
    Quindi il Cammino neocatecumenale si ritirerà dalla parrocchia per costruire comunità nelle case: il bello è che il Pasotti scrive che lo farebbe 'per rispondere all'urgenza pastorale delle parrocchie'!
    O ineffabile logica kikiana!
    Per quanto riguarda l'albero che produce così bei frutti come lo svuotamento delle parrocchie per far fare ai cattolici, chiusi nelle case, i balletti, le processioni in tunica bianca, le schitarrate kikiane e la distribuzione sacrilega di particole, come abbiamo visto nel video -e quel che non abbiamo visto lo abbiamo saputo da altre fonti- dice bene il presbitero Ezechiele: noi non lo vogliamo.
    Non lo vogliamo perché è una mala pianta, che alligna nella nostra Chiesa da mezzo secolo: e non ne apprezziamo neppure i frutti, acidi e immangiabili come pochi.
    Per quanto riguarda le accuse di 'cecità, malavoglia, superficialità, orgoglio, peccato contro lo Spirito Santo', le restituiamo tutte al loro mittente neocatecumenale, che di peccati se ne intende!
    Ne hanno fatto un vanto per mezzo secolo, di essere i peggiori. E forse è l'unica cosa su cui possiamo pure pensare di dar loro ragione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A mio parere, da queste parole di Pasotti si intende l'amara presa di coscienza che il Cammino volge al termine.
      Per ovviare a questo inconveniente, dato che i neocatecumenali non sanno accettare che l'opera kiko-carmeniana possa terminare, hanno inventato questa ennesima toppa dell'evangelizzazione nelle case la quale, peraltro, so per certo che dà scarsissimi risultati (anche questa).

      Ma se prima davano numeri a caso, non riscontrabili all'effettivo, se andassero nelle case la pacchia aumenterebbe: i numeri diverrebbero ancora meno verificabili e potrebbero fare come vogliono in tutto fuori da occhi indiscreti, rendendo impossibile ogni forma di controllo.

      Purtroppo per loro, però, nemmeno nelle case hanno seguito, anche se naturalmente fanno appello al bisogno di amicizia e socialità delle persone.
      Offrono ciò che sanno che le persone cercano, ma non offrono la fede cattolica. Cercano di attirare con mezzi del tutto umani, ma poi non sono disposti a continuare ad offrirli: quando e se la comunità di meno di 10 persone si sarà formata, fine cene e merende a casa dei catechisti, fine amicizia e fine rapporto alla pari.
      Per questo, penso, anche la tecnica dell'acchiappo nelle case non dà risultati: i poveracci che vi cascano credono di essere diventati amici dei catechisti, ma quando scoprono che li mollano per buttarli in una specie di comunità di fortuna, se ne tornano delusi da dove sono venuti.

      Si sappia che questa tecnica di evangelizzare nelle case è praticata soprattutto, se non esclusivamente, nei presidi neocatecumenali delle missio ad gentes, dove le comunità sono formate dai "missionari" e i loro figli. Se poi si va a guardare quante comunità ci sono di gente locale, spesso si scopre che non c'è nulla o molto poco.

      Si confonde Pasotti: se si apprezzassero i frutti, si vorrebbe anche l'albero che li produce, perché nessuno è così matto da privarsi di un albero di cui apprezza i frutti.
      Evidentemente, per dire questo, sa che l'albero Cammino Neocatecumenale non è "voluto", ma confonde le acque dicendo che ne sono apprezzati i frutti.

      Occhio alla parlantina neocatecumenale, è sempre inquinata da controsensi.
      Marco

      Elimina
    2. Il significato delle parole di Pasotti è chiaro: agli inviti alle cosiddette "catechesi" risponde sempre meno gente perché ormai i parroci - anche quelli "ideologicamente" propensi al Cammino, sanno che il Cammino è solo una fonte di seri guai. Inoltre la gente può informarsi - e se negli anni '80 era difficile trovare un parente, un collega, un conoscente, che ti spiegasse i problemi del Cammino e la truffa di tali cosiddette "catechesi", oggi invece è molto più facile sentir qualcuno che ti dice "i neocatecumeni? son quelli che prima ti coinvolgono e poi vogliono il pizzo mensile della Decima". Anche tra gli atei, come ho avuto modo di notare, gente che disprezza la Chiesa ma sa benissimo che il neocatecumenalismo è molto peggio dei normali parrocchiani, molto più ideologizzato, molto più fanatico nel difendere l'indifendibile, ecc.

      La patetica carnevalata dell'andare "nelle case" consiste nel tentare di fabbricarsi una nuova aura di segretezza. Il problema è che quando uno ha delle domande sulla fede, o cerca su internet, o va da qualche parroco-suora-frate-monaca. Non invita estranei in casa il cui scopo è chiaramente quello di coinvolgerti in cose che non vuoi.

      Il mondo è secolarizzato, ma il clericalismo neocatecumenale contribuisce a secolarizzare i fedeli ancor di più e ad aumentare l'avversione alla Chiesa (che tristezza quando la gente odia la Chiesa a causa delle ingiustizie che ha patito dal Cammino). Come il ridurre le liturgie a palcoscenico; il fare le "convivenze" esibendosi in vestito "buono" (e possibilmente sexy e possibilmente fornicare); il disprezzare la carità cristiana - Kiko: «lasciateli nei fossi!» - perché i cosiddetti "Catechisti" ti hanno comandato tassativamente di dedicarti solo alla diffusione del Cammino (cioè "predicare" il kikerygma kikolatrico, cioè far aumentare il numero di filiali dell'azienda kikiana-carmeniana e di clienti-adepti paganti), ecc.

      Conosco fior di gruppetti che una volta sfrattati dal parroco (con giuste o ingiuste motivazioni, poco importa) si radunavano a casa di qualcuno. Ma "casa" implica ambiente informale, e quindi nel giro di pochi mesi gli incontrini degradavano rapidamente a pizza & snack. Altri gruppi, più fortunati, trovavano ospitalità altrove. Il tentativo di rintanarsi "nelle case" per non esser visti da parroci e vescovi non è destinato ad andare a buon fine. Ma sappiamo che i colonnelli di Kiko direbbero qualsiasi vaccata pur di compiacerlo.

      Elimina
    3. @valentina, il significato delle parole di Pasotti: "Agli inviti alle catechesi fatte nelle parrocchie -è una constatazione facile da fare- risponde sempre meno gente mentre sempre più persone sono disposte a raccogliersi in una casa per ricevere un annuncio e formare una comunità cristiana." è che il cammino è indirizzato ai lontani, ed è esperienza di tutti (io posso testimoniare che è vero per molti colleghi), che molta gente solo alla vista di una parrocchia gli prende l'orticaria. Il mondo ormai è secolarizzato dovete farvene una ragione, molta gente alla vista di una Chiesa, passa dall'altra parte della strada e alla vista di un prete fa gli scongiuri. L'esperimento di fare le catechesi nelle case, per poi portare la comunità in parrocchia vuole superare questo ostacolo. L'avversione che ha molta gente per l'istituzione Chiesa, i suoi luoghi, per la sua gerarchia e più in generale per tutto ciò che è sacro.
      Fallacio Asino Vinicio

      Elimina
    4. @Fallacio
      "molta gente solo alla vista di una parrocchia gli prende l'orticaria". Infatti per decenni avete fatto gli inviti in parrocchia dopo la messa e le catechesi iniziali le avete tenute nei saloni parrocchiali ed avete usato le salette parrocchiali per celebrare. Quindi delle due l'una: o non è vero quello che dici ora oppure , più semplicemente, dei "lontani" non ve ne fregava niente e avete pescato nelle parrocchie.

      Elimina
    5. L'orticaria viene a molta gente a sentir parlre di Cammino neocatecumenale. Ormai le magagne del Cammino sono ben note al di fuori di esso... e hai voglia a parlare di riscoperta del Battesimo, di amore fra i fratelli, di comunità... come la gente sente la parola 'neocatecumenale', mediamente scappa a gambe levate. Chissà perché...
      Porto

      Elimina
    6. Non solo hanno sempre pescato nelle parrocchie, ma pure negli altri movimenti. Negli anni d'oro c'erano persone che lasciavano il proprio movimento perché avevano ricevuto un invito dai neocatecumenali.
      Loro volevano fare la parrocchia atomica, non andare nelle case.
      Siccome però la parrocchia atomica non gli è riuscita e ormai il sogno sfuma ogni anno di più, per sopravvivere ora raccontano la storia che i lontani vanno più volentieri nelle case.
      Ma è comunque un inganno: non si possono attirare persone tenendole lontano dalle parrocchie, perché le parrocchie sono l'espressione della comunità cattolica.
      E comunque, informo Vinicio che chi viene catechizzato nelle case, difficilmente vede la parrocchia, perché anche le Eucarestie vengono fatte prevalentemente al di fuori di essa.
      A voi raccontano che alla gente prende l'orticaria se vede una parrocchia, perché ora gli sono rimaste solo le case.
      Quando le parrocchie vi accoglievano, allora andavano benissimo quelle, senza l'orticaria di nessuno.
      Marco

      Elimina
    7. L'esperimento delle case non sta portando nessun risultato, tu continui a ripetere le cose che senti agli annunci, muovi il culo è vai a vedere in giro, sopratutto dove l'esperimento, come lo chiami, tu è prassi ( missio ad gentes ) e troverai le comunità formate dalle sole famiglie della missio più al massino dieci "esterni" dopo 10/20 anni di "esperimenti".
      Per quanto riguarda invece l'altro ragionamento, se li portate in parrocchia dopo un mese li avete già guariti dall'orticaria? Ne dubito fortemente!
      Si configura un bel inganno nel vostro modo di operare gli vendete qualcosa di diverso.
      Fino alla nausea ve lo ripeterò, se all'inizio c'era la fila per entrare in comunità e alle persone si diceva di aspettare alle prime catechesi disponibili, e oggi anche se li "rastrelllate" non viene nessuno forse e dico forse non siete più attrattivi ( ed è un eufemismo ), smettetela di cercare i problemi fuori di voi, perché la stessa società non impedisce ad altre realtà di prosperare, si hai letto bene prosperare. Ma voi continuate a ripetere che la Chiesa e morta che la parrocchia è morta etc etc etc, pensando pure di ripetere cose dette dal Papa, la chiesa vi soppravviverà stai sereno ( Renzi cit ).
      Concedimi una divagazione, come ti trovi sul tema delle prediche lunghe e insensate, se le vostre ammonizioni durano molto di più?

      Elimina
    8. Eh si trova benissimo! La predica deve essere breve e concisa per lasciar spazio alle prediche laiche delle monizioni, delle risonanze e delle preghiere spontanee. Per "fortuna" la quasi totalità delle prediche dei presbiteri del Cammino sono una pedissequa ripetizione degli stessi concetti kikiani: se dicono qualcosa di diverso, scatta l'alert e il presbitero viene messo sotto osservazione e tutela speciale in quanto possibile prossimo nemico interno, quinta colonna della Chiesa o ribelle alla omologazione del pensiero.

      Elimina
  14. I miei catechisti dicevano sempre che raccontare all'esterno quello che era protetto da arcano (giro delle esperienze, scrutini, catechesi dei passaggi) era un peccato contro lo Spirito Santo.
    Chissà a quale categoria di quelle elencate da Neo si riferivano...

    RispondiElimina
  15. Praticamente l'arcano neocatecumenale copre tutto quello che riguarda il CN e le sue bizzarre invenzioni liturgiche e dottrinali , quindi non solo i peccati personali della gente estorti negli scrutini, ma TUTTO quello che riguarda il CN e lo copre minacciando la sua gente di peccato contro lo spirito santo( minuscolo intenzionale).
    Di cosa vogliamo scrivere ancora???
    Non basta questo fatto della segretezza di ogni cosa ed a qualsiasi costo???

    LUCA

    RispondiElimina
  16. Aggiungendo a cosa dicono marco e Tripudio,
    come gia raccontato, adesso faccio parte di un "cammino per famiglie" dove l'enfasi e' farsi che marito e moglie possano avere un matrimonio con Dio al centro, non da nemici (come dicono i catechisti: tuo marito/moglie e' il tuo nemico... Se non litigate allora qualcosa va male).
    C'e' una chiesa kikizzata che pero e' anche piena di comunita' di famiglie e i kikos fanno la vita impossibile a questo gruppo perche ultimamente stanno attraendo nella "loro" chiesa piu comunita.
    A parte poi, nelle catechesi per formare nuove comunita, molte persone domandano se questo sia il cammino o meno perche altrimenti se ne andrebbero a gambe levate...

    Poi, nella parrocchia dove sto adesso hanno cacciato i kikos perche sacerdote e fedeli non ne vogliono piu sentir parlare di loro.

    Questi i bei frutti del cammino...

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.