venerdì 10 dicembre 2021

Riflessioni sulla crisi delle 'nuove comunità '

Proponiamo un estratto da un articolo di  padre Laurent-Marie Pocquet du Haut-Jussé, SJM, "Nuove comunità e recenti comunità tradizionali": in esso vengono esposti i punti di debolezza di molte esperienze di nuove comunità laicali, nate in risposta ad una crisi della Chiesa e richiamandosi al Concilio Vaticano II, ma che negli anni hanno dimostrato delle debolezze implicite nella loro stessa struttura, nella figura del fondatore, nelle aspettative dei loro membri, aggravate dall'atteggiamento dei Pastori della Chiesa, poco lungimiranti e spesso deboli ed opportunisti.
Riconosciamo nella descrizione molte delle caratteristiche del Cammino neocatecumenale, sebbene crediamo che, in esso, siano molto più presenti e caratterizzanti rispetto ad altri movimenti post-conciliari, al punto da renderlo una vera e propria deriva settaria in seno alla Chiesa cattolica.
 
 
 Comunità nuove come risposta alla crisi…

Riconosciamo che le comunità nuove (molte di origine carismatica, ma non tutte, annunciate come la primavera della Chiesa, una nuova Pentecoste.) hanno permesso a numerosi cattolici, sacerdoti e fedeli, di trovare una risposta esistenziale alla radicalità anticristiana della modernità e poi della postmodernità: 

  • il rifiuto dell’eredità, 
  • l’omicidio del padre, 
  • l’illusione che ciascuno debba costruire la propria identità e non più riceverla (favorendo l’emergere di nuove generazioni sinistre di depressi festosi), 
  • la necessità di elaborare da soli un progetto di vita senza materiali né modelli (l’eroe ed il santo secondo Bergson), ma in totale dipendenza dai fenomeni alla moda, con l’ingiunzione, presso alcuni cattolici progressisti, di adeguare il cristianesimo in vista di un suo miglioramento (tanto vale voler migliorare il nord magnetico, diceva ancora Péguy)… 

In questo contesto, le comunità nuove hanno costituito un’ancora di salvezza sotto un duplice aspetto: 

  • la protesta profetica e spirituale (a fronte di un profetismo contestatario e politico della sinistra cristiana), quindi identitaria, 
  • ed un esempio di paternità offerto ad una generazione senza padre (e senza riferimenti!). 

C’è anche stata la riproduzione di un modello ben noto nella Chiesa: la comparsa di nuove famiglie religiose attorno al fondatore, che porta con sé un carisma per la Chiesa, una grazia gratis data, un nuovo modo di vivere il Vangelo, modo che attira, riunisce e costituisce una nuova famiglia religiosa, che raggruppa numerosi battezzati con diversi livelli di coinvolgimento. 

Queste nuove comunità hanno adottato per alcuni una forma organizzativa originale con una vita fraterna condotta secondo diversi stati di vita (uomini e donne, famiglie e celibatari…). 

Fondate per lo più da laici, esse si richiamavano al Concilio (ciò che è dubbio, in quanto il Concilio ha canonizzato piuttosto il modello dell’Azione cattolica, non quello dei laici, che vivono come monaci…). Aggiungiamo un dichiarato attaccamento alla persona del Santo Padre, un’esplicita dimensione mariana, una vita comunitaria ed apostolica centrata sulla liturgia (di preferenza orientale…) ed una forte contestazione della secolarizzazione.

...le porte degli inferi non prevarranno


… ma crisi delle nuove comunità

Come spiegare la crisi che tutti conosciamo oggi? Queste deviazioni, ch’esse hanno generato e favorito, sono oggi ben note: 

  • riferimento unico al «Padre» (il fondatore, che spesso resta per troppo tempo il superiore), 
  • costante sensazione, di fronte alla crisi, di rappresentare la Chiesa nella sua espressione più pura mentre non si è che una comunità ecclesiale
  • la certezza di costituire la piccola falange dei santi degli ultimi tempi e di offrire una sintesi del meglio della tradizione spirituale della cristianità, 
  • confusione tra il foro interno ed il foro esterno

Da parte dei fondatori e nella dottrina insegnata e trasmessa, si trova generalmente ciò che io chiamo un «neo-quietismo»: 

  • le esperienze spirituali forti, 
  • la sicurezza d’essere strumento di Dio per stabilire nella Chiesa una nuova via soprannaturale, 
  • il fascino verso l’onnipotenza che si esercita sui membri, attraverso l’osservanza dei consigli evangelici (però oggetto di semplici promesse o di voti privati…), la cui applicazione si regola da sé, 
  • l’adulazione di cui si è oggetto… 
possono a poco a poco scusare e addirittura legittimare un comportamento contrario al sesto ed al nono comandamento. Il fenomeno dell’ascendente sembra allora autorizzare delle azioni delittuose o addirittura criminali.
 

Carmen Hernández in preghiera a mani giunte (anzi no....)

 

Occorre anche accennare alla responsabilità propria dei membri di queste comunità: 

  • una confidenza deviata, 
  • un soggettivismo dominante ed un’affettività invadente, 
  • l’oblio della dimensione oggettiva e normata delle regole per lo sviluppo di una vita spirituale autentica,
  •  infine l’ignoranza della tradizione della Chiesa, della sua dottrina come della sua spiritualità, a vantaggio di una gnosi ad un tempo elitaria e immorale… 
  • Difficoltà nel prendere le distanze da chi sembri essere stato per voi lo strumento di Dio per la conversione, per un’esperienza spirituale forte, un risveglio o un incontro determinante… 
  • Rifiuto di vedere nel proprio maestro difetti o limiti. 

Ora, è questo un punto di passaggio obbligato tanto nei confronti di un individuo quanto nei confronti di una comunità: la disillusione, momento essenziale per non scegliere che Dio solo, per non vivere che per Dio solo.

Questo si inserisce nel quadro più generale delle purificazioni attive e passive di ogni vocazione verso un’autentica vita spirituale e teologica. 

Citiamo la testimonianza di un religioso, membro di una fondazione recente, a proposito del proprio fondatore:
 
«Era veramente molto bello, ma stavo guardando un film, in cui io non ero presente come persona che si interroga. In cosa tutto ciò m’invitava alla conversione? In quanto giovani religiosi, noi non avevamo le istruzioni per sapere come procedere dopo, con la complessità delle nostre vite personali […] Questi fondatori hanno risvegliato qualcosa di profondo dal punto di vista della fede, ma non sono stati capaci di accompagnare i loro discepoli e di dar loro i mezzi per vivere da soli, per vivere l’esperienza spirituale della notte, che attraversa ogni religioso ad un certo punto della sua vita, in quanto essi stessi non erano forgiati per questo» (Hoyeau, pag. 174-175).
 
Tabernacolo dedicato alla 'visione' mai sottoposta al vaglio della Chiesa con la quale Kiko Argüello attribuisce alla Madonna la fondazione del Cammino neocatecumenale

 

C’è infine la responsabilità dei pastori della Chiesa, garanti della dirittura morale e della fedeltà del popolo diocesano alla Tradizione. 

Si deve constatare un’assenza di lungimiranza prima nel rifiuto e poi nella strumentalizzazione di queste comunità, sempre a causa di questa mancanza di radicamento nella Tradizione e di una chiara comprensione dell’identità cattolica, benché si possa capire la loro necessità di accogliere queste nuove vocazioni, che hanno procurato alcune forze vive ai doveri del ministero, compensando in piccola parte l’erosione del clero diocesano e delle comunità religiose più antiche e che costituivano anche l’ultimo baluardo, l’ultima possibilità per non dover riconoscere l’esistenza, la fecondità, la perennità di un’altra corrente dottrinale e spirituale nella Chiesa, vale a dire il movimento Ecclesia Dei o Summorum Pontificum.

 

Il rinnovamento attraverso la tradizione

È qui che la liturgia tradizionale può rappresentare, con tutto ciò che la costituisce, un’opportunità di rinnovamento per queste comunità come per tutta la Chiesa. 

La vita della Chiesa riposa su di un trittico: la liturgia, il catechismo, la missione. Benché la realizzazione di questo programma pastorale e spirituale sembri al momento leggermente ostacolata, conserviamo la nostra libertà di protesta profetica, poiché la legittimità di ciò che noi siamo e di ciò che noi rappresentiamo è incontestabile come lo è il fatto che esista nella Chiesa un diritto alla critica costruttiva, purché non venga contestata alcuna verità rivelata ed insegnata infallibilmente dal Magistero… 

In questo contesto, non c’è una spiritualità «tradita», ma solo un diritto ed una necessità vitale di difendere un patrimonio spirituale che appartiene a tutta la Chiesa. Per di più, se v’è una pluralità di spiritualità nella Chiesa, la liturgia è la spiritualità della Chiesa. 

Da qui l’importanza di una liturgia di riferimento, una missa normativa che costituisca ciò che chiamavamo poco fa la forma extraordinaria del rito romano, che rappresenta la garanzia dell’ortodossia. 

Il carattere «oggettivo» della liturgia tridentina (cfr. Claude Barthe, Histoire du missel tridentin et de ses origines [Storia del messale tridentino e delle sue origini], Versailles, 2016) ed il fatto ch’essa sia il frutto di uno sviluppo omogeneo attraverso la storia, preservando in tutto il continuum vitale con i Padri della Chiesa ed i tempi apostolici, tutelano i pastori ed i fedeli da tutte le derive, di cui abbiamo appena parlato.

Questo attaccamento dottrinale e missionario si colloca pienamente nella nuova evangelizzazione, a meno che non si voglia eliminare un gruppo di fedeli non in ragione di ciò che crede o di ciò che fa, bensì in ragione di ciò che è.

Il clericalismo non è nient’altro che la deviazione dall’autentica paternità spirituale, che i sacerdoti devono esercitare nella Chiesa a beneficio dei fedeli: il ruolo del padre è quello d’introdurre suo figlio nella realtà, nell’ordine oggettivo delle cose, consentendogli di fare suo l’ordo sapientiae et amoris della Rivelazione cristiana in modo soggettivo e di appropriarsene per costruire. 

Per il figlio, il padre non è un essere onnipotente, bensì il servo di ciò che è più grande di lui, realtà che il figlio è chiamato a sua volta ad amare ed a servire per essere libero. 

Ora, la liturgia tradizionale predispone e conduce a questa attitudine spirituale di povertà e di servizio per la sua ieraticità, la sua oggettività, la sua perennità. Il sacerdote che celebra scompare letteralmente in virtù dell’orientampreghiera anto dell’azione liturgica e del silenzio.
Ecco perché la liturgia tradizionale può essere per queste comunità un pegno di rinnovamento, di riparazione, di riforma. 

Imboccando questo cammino, con tutto l’affetto filiale di cui esse sono capaci, dimostreranno agli occhi dei nostri pastori la loro libertà nello Spirito, adottando i più sicuri mezzi di conversione e di generosità missionaria. Papa Francesco ha detto ai suoi confratelli gesuiti slovacchi il 12 settembre scorso che non si deve aver paura della libertà nella Chiesa. 

Sta a noi ed a queste comunità mostrargli la necessità di rompere con tutte queste misure restrittive e paralizzanti!

(padre Laurent-Marie Pocquet du Haut-Jussé, SJM)



34 commenti:

  1. COMUNITÀ = RISERVA DI DENARO DA OCCULTARE

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  2. Quella che e' veramente in crisi, ma voi non volete accettarlo, e' la comunità parrocchiale. Quella si che e' profondamente in crisi e va assolutamente riformata anzi va attuato il Vaticano II.La parrocchia stile Concilio di Trento, non ha più alcun senso. La parrocchia non e' un dogma, nella Chiesa non e' sempre esistita, esiste dal quarto secolo e non ha avuto sempre la forma di oggi. Può e deve cambiare, E' l'idea che sta dietro allo schema di parrocchia che non e' più valido, la pastorale che propone, basata solo sui sacramenti che non ha più senso. Addirittura questo sacerdote vuole tornare alla messa Tridentina, che non e' ne' antica, e'del 1570 quindi rinascimentale, ne' di sempre, risale all'alto medioevo essendo la rielaborazione del sacramentario di S. Gregorio Magno. Non e' la soluzione proprio di nulla. E' la Chiesa in declino, le parrocchie, gli ordini religiosi, ma non perché ci siano i movimenti, le nuove comunità ma perché la Chiesa non vive ancora il Vaticano Ii e resiste in forme ormai caduche.
    Rassegnatevi la parrocchia e' in via di estinzione.

    Studente di teologia

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    1. Il solito fintotontismo neocatecumenale tenta di ridurre la discussione ad "opinione X contro opinione Y".

      In realtà qui siamo i primi a riconoscere la crisi in cui versa la Chiesa, e dunque la crisi in cui versano le parrocchie. Ma abbiamo sempre evidenziato che qui non siamo "tifosi della parrocchia". Semplicemente prendiamo sul serio l'autorità della Chiesa, che da tempi immemorabili ha scelto di organizzarsi nella modalità "diocesi e parrocchie" (e dunque se la tua parrocchia è "in crisi" e celebra malissimo la Messa, vai a Messa presso un'altra parrocchia, o un convento). Sono cose che un qualunque studente di teologia dovrebbe sapere... a meno di non essere tremendamente ignorante o in malafede.

      In particolare il fintotontismo neocatecumenale tenta di esasperare il concetto di "comunità parrocchiale" per contrapporlo a quello di "piccola comunità neocatecumenale". Soliti artifici dialettici degli amici del Padre della Menzogna.

      Chiariamo subito che Nostro Signore non ha comandato di fare "comunità", tanto meno "piccole comunità". Le comunità dei cristiani - nel piccolo come nel grande - sono il risultato di una fede vissuta, non la premessa, tanto meno un obbligo visto che sono diventati santi anche monaci con voto di silenzio, eremiti, stiliti (son diventati santi: hanno vissuto eroicamente le virtù cristiane, pur non impegnandosi in qualche "comunità" di credenti, sono diventati esempio di fede per i credenti: metti una Teresa di Lisieux patrona delle missioni nonostante non si sia mai mossa dal convento). La fede si alimenta con la santa dottrina e soprattutto i santi sacramenti. Se una "comunità" (parrocchiale o neocatecumenale) ti ostacola quei santi alimenti, ti conviene - per la tua salvezza - cercare altrove dottrina e sacramenti (basterebbe solo questa considerazione a scappar via dalla setta neocatecumenale, che inquina irrimediabilmente dottrina e sacramenti).

      Le comunità di credenti sono il risultato di una fede vissuta (non la premessa) e possono avere come unico scopo quello di aiutare a viverla di più. Il Cammino viene clamorosamente meno a tale scopo perché propugna dottrine squinternate, ambigue, eretiche, e fa celebrare liturgie carnevalesche e zeppe di strafalcioni (risultato della mentalità eretica del ridurre il vero culto a Dio gradito in una specie di spettacolino autogestito). Una comunità eretica ti porta all'eresia, non alla fede.

      Quando uno non ha fede, si rivolge alla Chiesa (comunità dei credenti) per farsi trasmettere la santa dottrina e per prepararsi ai santi sacramenti (e se la parrocchia a cui si rivolge è devastata, semplicemente andrà in un'altra parrocchia che trova più sicura). Quando uno dopo tanto tempo ritorna alla fede, si rivolge alla Chiesa (comunità dei credenti) per avere un "appoggio" (e se non trova appoggio alla parrocchia, proverà al convento, ad un'altra parrocchia, ad un monastero). Nell'eresia del neocatecumenalismo il concetto di "comunità" viene presentato come se fosse più importante dei sacramenti (al punto che si inducono i nuovi arrivati, spesso lontanissimi dall'ultima confessione, a fare la Comunione - pur sapendoli in peccato mortale -, perché altrimenti penserebbero di non aver "partecipato").

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    2. Ho assistito con questi miei occhi e sentito con queste mie stesse orecchie ad una scena penosissima di un giovane che dopo anni di lontananza da Dio aveva avuto il desiderio di tornare alla vita di fede e che ha invece trovato un parroco che ha banalizzato ogni sua richiesta. Il grasso parroco, seduto alla scrivania a perdere tempo, non aveva tempo per una pecorella smarrita che da sola aveva trovato la via verso l'ovile. Dovrà risponderne in modo gravissimo, davanti a Dio, per quel povero "figliuol prodigo" che fino a pochi mesi prima aveva disprezzato la fede e la Chiesa ed ora tornava mendicando almeno preghiere per la propria anima.

      Ho visto con questi miei stessi occhi comunità non neocatecumenali completamente autoreferenziali, che credevano che la vita di fede fosse un elenco di attività comunitarie da svolgere. Ho visto gente che candidamente considerava il proprio movimento ecclesiale un franchising religioso, "consigliando" (cioè ordinando) ad un giovane di frequentare non la comunità della parrocchia X ma quella della parrocchia Y che era quella "geograficamente" più vicina a lui. Non so se è chiaro il sottinteso: "qui presso X effettuiamo lo stesso spettacolino che si effettua presso Y, e perciò: fuori dai piedi, che abbiamo i posti a sedere contati".

      I numerosi problemi, difetti, errori, su cui è fondato il Cammino Neocatecumenale, sono già visibili in altri gruppi, comunità, associazioni. Non sono esclusive del Cammino. Ma qui su questo blog ci occupiamo del Cammino. E ciò che è criticabile agli altri, è criticabile anche al Cammino. Tanto più che nel Cammino quegli errori vengono esasperati.

      Puoi infatti trovare comunità piuttosto autoreferenziali che però almeno la liturgia la celebrano con sobrietà e solennità. Potrebbe valer la pena frequentarle anche soltanto per garantirsi una liturgia culto a Dio gradito anziché il solito spettacolino autogestito. Puoi trovare comunità che si riuniscono solo per la formazione dottrinale (senza momenti liturgici comuni, salvo rare occasioni), e può valer la pena frequentarle anche soltanto per attingere all'immenso tesoro spirituale di cui la Chiesa è custode.

      Ma la fede non è comunitarismo, non è assemblearismo, non è il banale "facciamo tutti insieme". La fede è una questione personale, del singolo, del suo cuore, del suo rapporto personale col Signore. Le comunità - piccole o grandi che siano, parrocchiali, diocesane, gruppetti, associazioni... - sono uno strumento che o aiuta, o è dannoso oltre che inutile. Il Cammino è soprattutto dannoso, un enorme fardello zeppo di eresie e di scatafascio liturgico.

      p.s.: ai bei tempi, quando la parrocchia "funzionava" (diciamo fino agli anni '50), poteva esistere addirittura il "campanilismo" (l'errore di considerare il proprio "campanile", cioè la propria parrocchia, superiore a tutto il resto). Sai perché? Perché i parroci facevano il loro dovere. Perché venivano celebrate numerose Messe ogni giorno - tant'è che c'era bisogno di cappelle laterali in tutte le chiese più grandi di quindici/venti metri quadrati -, a tutte le ore, dalla mattina prestissimo alla sera. Perché trovavi almeno un confessore a tutte le ore. Perché la dottrina veniva insegnata bene ai bambini, ai cresimandi, ai giovani, e anche in ogni omelia. Perché il rosario e Lodi e Vespri vi si recitavano con composta sobrietà, le liturgie si celebravano con sobrietà, per cui anche non conoscendo nessuno della comunità parrocchiale ti aggiungevi al rosario o alla Messa e nutrivi la tua anima. E soprattutto perché avevi ampia scelta di parrocchie e cappelle, per cui non appena una comunità venisse un pochino meno all'essere "sostegno" alla tua fede, andavi tranquillamente altrove.

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    3. @studente
      Sisì, la sappiamo sta storia.
      La parrocchia morirà bla bla
      La parrocchia non ha senso bla bla
      Rassegnatevi bla bla...

      Bla bla bla...
      Che dischi rotti che siete!
      Ma veramente credi che il cammino salverà bcapra e cavoli? Neanche voi stessi salverete se continuate così!

      Ti dò una notizia: ci sono tante parrocchie che funzionano benissimo. E sai che c'è? Queste parrocchie il cammino manco lo conoscono perché voi dove non potete farla da padrone non ci mettete neppure il naso perché sapete che, metaforicamente s'intende, prendereste solo sberleffi.
      Fatti un giro, studente, hai bisogno di aria fresca.

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    4. @studente
      Sembra di sentire parlare un ateo. Si direbbe proprio che sei contento che la parrocchia sia in via di estinzione. Un cattolico non parlerebbe così. Le tue parole, senza neanche bisogno di commenti, parlano da sole e fanno vedere quanto il Cammino sia, davvero, nemico della Chiesa cattolica, quanto la disprezzi e quanto si senta superiore ad essa.

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  3. Questo padre Laurent è anche lui un nemico del Cammino? Ma quanti nemici ha questo povero Cammino..............

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    1. Ricordiamoci che "nemici del Cammino" significa cattolici oppure nemici delle ingiustizie.

      Per esempio, quando in ottemperanza ai cosiddetti "catechisti" un pensionato minimo o un padre di famiglia che stentano ad arrivare a fine mese vengono subdolamente indotti a "mollare il malloppo, provarsi sui beni, liberarsi dagli idoli", è qualcosa che va contro Dio, contro il buonsenso, e che è riconoscibile come ingiustizia persino da chi non è cristiano.

      Quando il Cammino celebra carnevalate chiamandole "liturgia", è qualcosa di ridicolo ed ingiusto anche agli occhi di un onesto non credente. A me non importa niente degli scacchi, però se vengo a sapere che in un certo circolo di scacchi hanno sostituito i tornei di scacchi con le partite di calcetto, do ragione a chi vuol giocare a scacchi, non a chi ha subdolamente approfittato di quegli spazi e di quella sede.

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  4. Padre Laurent-Marie attribuisce al modernismo (eresia mefitica per la Chiesa condannata con forza dai papi e purtroppo progressivamente infiltratasi nei gangli vitali della Chiesa e nelle sue gerarchie) "l’illusione che ciascuno debba costruire la propria identità e non più riceverla (favorendo l’emergere di nuove generazioni sinistre di depressi festosi)".
    Trova in questo conferma quanto ha affermato con forza più volte Pietro Non del Cammino, e cioè che il Cammino neocatecumenale è pienamente modernista: chi più del Cammino infatti uccide i suoi padri e rifiuta l'eredità della Tradizione della Chiesa, costruendo autonomamente una propria identità a cui concorrono elementi di ebraismo, suggestioni gnostiche e protestanti, al punto da trovare in esso elementi di tutte le eresie conosciute, come sosteneva il teologo Poradowskji?
    Padre Laurent-Marie descrive i modernisti come dei "depressi festosi", e sfido chiunque nel non riconoscere in questa descrizione i neocatecumenali!
    Motivo per il quale, pur essendo il Cammino inscrivibile nel fenomeno delle nuove comunità, con tutti i loro punti deboli descritti sinteticamente nell'articolo, nate per rispondere alla deriva del modernismo, nello stesso tempo fa parte organicamente della deriva che dovrebbe combattere. E forse è questo che lo rende un caso unico e particolarmente letale, per la Chiesa, rispetto agli altri movimenti laicali post conciliari.

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  5. @By Tripudio

    Caro amico, devi accettare il confronto non bannare. Mi fa piacere che riconosci che le parrocchie siano in crisi, ma l'alternativa non è certo tornare alla Messa di Pio V. La Chiesa ha scelto, in passato, di organizzarsi in parrocchie, ma ciò non toglie che non si possa cambiare. Non si cambia parrocchia a piacimento, solo perchè non ci piace il modo di celebrare, agire così significa essere privi del senso comunitario.La Chiesa è una comunità non è una stazione di servizio dove prendere i sacramenti in modo individualistico, non è fatta di individualismi. Se tu cambi parrocchia è perchè non la percepisci come una comunità ed hai un modo di vivere la fede sbagliato. Riduci l'eucarestia ad un culto privato, personale ,individuale in un "idillio" fra te e Gesù, tradendo così il vero senso della messa e dei suoi frutti cioè la comunione ,l'amore fraterno. Nella epiclesi il sacerdote invoca lo Spirito Santo perchè i partecipanti diventino un solo corpo, non perchè siano delle individualità e non solo per la transustanziazione, ma purtroppo tu non lo capisci perchè, lo ripeto, riduci la messa ad un fatto privato, individuale. Qualcuno dovrebbe spiegarti che la Messa è una celebrazione comunitaria alla quale non si partecipa solo per prendere l'ostia, ma anche per incontrare i fratelli perchè Cristo è presente anche nella comunità, anche se in modo diverso. Questa privatizzazione dei sacramenti, derivante dal Concilio di Trento è anacronistica e deve essere superata. Il Concilio di Trento aveva le sue ragioni in chiave antiprotestante, ma è arrivata l'ora di tornare al vero significato della messa. Gesù non ha comandato nemmeno la fede e la devozione private, ha detto di amarci come lui ci ha amati, la fede ha due dimensioni verticale e orizzontale e infatti i cristiani si sono sempre chiamati fratelli e sorelle ed hanno vissuto in comunità mai in modo individuale. L'esempio degli eremiti non calza perchè voi siete dei laici, non dei religiosi, inoltre anche il monaco eremita, non vive una fede individualistica, ma è sempre legato spiritualmente al Vescovo, al Papa e alla Chiesa. Nemmeno Teresa di Lisieux c'entra anzitutto perchè era una religiosa, voi siete laici, ma poi viveva in una comunità non da sola, quindi non c'entrate proprio nulla con i religiosi. La fede vissuta in modo individuale non è una autentica fede cattolica è solo religiosità naturale, spiritualismo individualista, che con Gesu Cristo, Verbo incarnato non c'entra nulla.Il Cammino Neocatecumenale è un dono dello Spirito Santo che rinnoverà le parrocchie e contribuirà a mettere da parte questo vostro modo di vivere la fede sbagliato. Ti sei innamorato della parola eresia e la ripeti come un mantra, ma sono certo che nemmeno ne capisci il senso. Ti ricordo che la Chiesa è SACRAMENTO in quanto è presente Cristo e i sacramenti sono strumenti, canali della grazia divina, non sono lo scopo della Chiesa, sono il mezzo non il fine e la Chiesa è SACRANENTO in quanto, con l'amore reciproco dei suoi membri, rende presente l'amore trinitario. Quindi hai le idee confuse e non sei un vero cattolico, non hai capito nulla delle fede, ti consiglio di studiare teologia, perchè hai un concetto della fede e della Chiesa totalmente errati, ti consiglio di verificare la tua fede.

    Studente di teologia









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    1. Anzitutto faccio presente che i tipici neocatecumenali si difendono da accuse che nessuno ha rivolto loro. Sviare il discorso è una delle loro tecniche preferite.

      Come avrò già ripetuto mille volte su questo blog, qui nessuno di noi ha la ricetta magica per chiudere la crisi della Chiesa. Però questo non ci esime dal far notare che delle cose sono oggettivamente buone (come la liturgia cosiddetta "di san Pio V", che poi non è di san Pio V ma è preesistente - Pio V si limitò ad abolire le liturgie che non vantassero almeno un paio di secoli di tradizione), e ci sono delle cose oggettivamente malvage (come la fissazione ossessiva sull'aspetto comunitario, la fissazione ossessiva sulla "forma di banchetto", la fissazione ossessiva del doversi "provare sui beni", eccetera).

      Non è vero che "non si cambia parrocchia a piacimento". È vero il contrario. La Chiesa si è organizzata in diocesi e parrocchie per essere "vicina" ad ogni singola anima (par-oikìa, letteralmente "nei pressi di casa"), ma questa organizzazione non può pretendere di essere intoccabile come i Comandamenti (lo dice anche il Codice di Diritto Canonico, lex suprema salus animarum, la legge suprema - sotto la quale l'intero CJC può sussistere - è la salvezza delle anime).

      Sono i neocat a ridurre l'Eucarestia ad uno spettacolino autogestito, uno show che la comunità fa a sé stessa, in cui "tutti" devono essere contemporaneamente partecipanti e spettatori. L'errore non è esclusivo del Cammino, s'intende; è solo che nel Cammino viene vissuto meglio (il che fa piacere al demonio). L'Eucarestia è valida anche se il prete celebra da solo. Nostro Signore ha comandato di fare "questo" in memoria di "Lui", non ha comandato di fare l'ambientale, fare la grattugiata di chitarrelle, fare gli interventi dal posto, non ha comandato di "fare comunità". Il fatto che storicamente i fedeli abbiano vissuto meglio la fede quando sono stati sostenuti da una comunità di credenti (piccola o grande che sia), non implica che la comunità sarebbe ingrediente necessario per l'Eucarestia. (Invece l'eretico Kiko ha sempre proclamato il contrario: «non c'è Eucarestia senza comunità», sbagliando, insegnando l'errore, permanendo ostinatamente nell'errore per tutta la vita, insieme a Carmen altrettanto eretica).

      L'aspetto della fede personale - l'intimità con Dio - non può essere assolutizzato ma nemmeno negato o svilito.

      Il Concilio di Trento è oggi fondamentale, perché la Chiesa è stata largamente inquinata dal protestantesimo dal Vaticano II ad oggi. Se qui pensiamo che la liturgia tridentina sia utilissima oggi è perché la liturgia approvata da Paolo VI è stata fonte di infiniti abusi proprio perché ha sempre dato l'impressione di essere un "sacro spettacolino" autogestito. Il celebrante (pardon, "presidente") che "guarda in faccia" i fedeli, l'ambone con le letture in italiano (non era mai esistita una parte "didattica" nella liturgia, la liturgia non era mai stata una specie di "scuoletta biblica fai-da-te" coronata dalle omelie "preghiere dei fedeli", tanto meno da monizioni e risonanze e ambientali e testimonianze e altri fiumi di parole), l'aspetto di "banchetto" non era mai stato esaltato al punto da usare tavolinetti da bar e seggiole pieghevoli e suppellettili sacre di dubbio gusto, e certi gesti sacerdotali erano propri del sacerdote (per esempio il Pater Noster il sacerdote lo recitava da solo perché faceva parte di ciò che lui doveva pronunciare - e i fedeli si aggiungevano solo nell'ultima invocazione; ora, invece, con la liturgia ridotta a spettacolino, "tutti insieme" si recita il Pater Noster - come a dire: "ehi, io questa formula la conosco a memoria, quindi per partecipare anch'io, alzo la voce anch'io!)...

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    2. Vorrei poi invitare ad evitare di usare paroloni da omelia pastorale.

      I sacramenti sono sette. Quando si dice enfaticamente che la Chiesa è "sacramento di salvezza", è un'espressione di grande enfasi, ma i sacramenti restano sette. Quando si dice che il Signore è presente nella Sua Chiesa, concettualmente è esatto, ma poi ti ricordi che nella gerarchia ecclesiale esistono peccatori incalliti ed eretici conclamati, e ti ricordi che il Signore ha un giudizio severissimo su certi vergognosi peccati e su chi inquina la fede. E poi - se sei cattolico - ti ricordi che Nostro Signore è realmente presente nel Santissimo Sacramento.

      Quanto ai "concetti totalmente errati" di cui mi accusi, ti faccio presente che ancor prima di compiere dieci anni di età, i pastorelli di Fatima avevano già capito tutto. Non c'è bisogno di studiare teologia per maturare nella fede - al contrario, a giudicare dalla patetica fine che fanno i teologi moderni, si direbbe che oggi lo studio della teologia rischia di farti perdere la fede.

      Avresti potuto obiettare che mi esprimo male; allora metti i puntini sulle "i" e dimmi dov'è che avrei sbagliato. Ma la cosa ti darebbe poca soddisfazione, poiché i fatti restano quelli - i sacramenti restano sette, la Chiesa di oggi resta inquinata dal protestantesimo, le liturgie che pretendi di difendere restano annacquate da fiumi di parole e dalla pessima mentalità del trasformarle in uno spettacolino (che in quanto tale va "abbellito" - col sottinteso che di suo è brutto - e riempito di ulteriori fiumi di parole, come si fa nelle comunità del Cammino). E resta anche vero che la Messa ha valore infinito, anche quando celebrata da un singolo prete da solo, la Messa è una cosa buona "in sé", non in virtù della presenza di un'assemblea. E soprattutto, la Chiesa non va confusa con gli "uomini di Chiesa".

      Purtroppo per te, la Chiesa è "santa e peccatrice" allo stesso tempo; è santa quando prosegue l'opera del Signore - ma è peccatrice quando non compie l'opera del Signore.

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    3. @studente
      Direi che giudichi un po' troppo il modo di vivere la fede di chi nemmeno conosci. Cosa ne sai tu di come vive la fede chi non fa parte del CNC, cioè il 99% dei cattolici? Poi non si capisce perché parli ancora al futuro, dicendo che il Cammino "rinnoverà le parrocchie". Mi spieghi perché in oltre 50 anni della sua esistenza il Cammino non ha rinnovato nessuna parrocchia? Continuano a ingannarvi con la storia del rinnovamento delle parrocchie per mascherare la lenta ma inesorabile erosione del CNC. Se non ha rinnovato le parrocchie negli anni di massima espansione, come le rinnoverà adesso, quando la gran parte dei parrocchiani si tiene ben alla larga da questo movimento?

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    4. Ma come, ti firmi "studente di teologia" e affermi che "il vero senso della messa e dei suoi frutti è la comunione, l'amore fraterno"??

      Ma come ti viene in mente di confondere il senso della Santa Messa coi "frutti"?

      Che disse Gesù?

      Forse disse "Fate questo in memoria di ME per i miei frutti?"

      "Il nostro Salvatore nell'ultima Cena, la notte in cui veniva tradito, istituì il SACRIFICIO EUCARISTICO del suo Corpo e del suo Sangue, col quale PERPETUARE NEI SECOLI, fino al suo ritorno, il SACRIFICIO DELLA CROCE, e per affidare così alla sua diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e risurrezione..." CCC 1323

      Quanto alla "comunione", mi sa proprio che non si intenda quella che intendi tu, la "comunione coi fratelli":

      "La COMUNIONE della vita divina e l'UNITÀ del popolo di Dio, su cui si fonda la Chiesa, sono adeguatamente espresse e mirabilmente prodotte dall'Eucaristia. In essa abbiamo il culmine sia dell'AZIONE CON CUI DIO SANTIFICA IL MONDO in Cristo, sia del CULTO CHE GLI UOMINI RENDONO A CRISTO e per lui al Padre nello Spirito Santo" CCC 1325

      Tutto riconduce a Cristo e non agli uomini.
      Il centro, il fulcro è Cristo. La comunione è con la vita divina, gli uomini rendono culto a Cristo.

      Da questo discendono anche certi frutti, ma non sono l'essenza della Messa.

      La Messa, caro amico para-teologo, non è una riunione di credenti, ce lo dice anche Papa Francesco:

      "non è una riunione di credenti per pregare insieme. È un’altra cosa... Quando celebriamo la messa, non facciamo una rappresentazione dell’Ultima Cena». La messa «non è una rappresentazione; è un’altra cosa. È proprio l’Ultima Cena; è proprio VIVERE UN'ALTRA VOLTA LA PASSIONE E LA MORTE REDENTRICE DEL SIGNORE. È una teofania: il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo"

      Essere un solo corpo è col corpo di Cristo, le membra fanno parte di quel corpo santo e questo le rende unite.
      Non si va quindi alla Messa "per incontrare i fratelli", perché ogni uomo è fratello se parte di quel corpo, ma si va per incontrare Cristo e partecipare del Suo sacrificio. La partecipazione non è la monizione o la risonanza tra gli uomini. La partecipazione è alla morte e resurrezione di Gesù.

      Per voi, parole come comunione, amore, partecipazione, incontro... hanno assunto un significato diverso e ben lontano dal significato dato da Gesù e dalla Chiesa.

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    5. Tutto prende l'avvio dal termine "partecipare", che per voi è fare delle cose, attendere ai molti ruoli.
      Non vi sfiora neppure l'idea che "partecipare" è relativo al sacrificio di Cristo.

      Se l'uomo fa parte delle molte membra che formano un corpo, abbi presente che le membra senza lo spirito vitale che anima il corpo sono inutili e morte. Anche i corpi senza vita sono costituiti da membra, infatti.
      Se la comunione, secondo te, è l'amore fraterno, vuol dire che tu credi che le sole membra costituiscano il corpo. Un insieme di uomini sarebbe il corpo di Cristo.

      Invece il corpo è vitale solo in Cristo, spirito di Vita.

      Le vostre comunità, basate sulla comunione tra i fratelli, è come se fossero un insieme di sole membra umane dove Cristo è un accessorio. Invece è stando uniti a Cristo che si acquista vita, è quella la comunione che come linfa vitale si diparte da Cristo e rende vive tutte le membra.

      Fintanto che crederete che l'importante è l'assemblea umana in cui ognuno partecipa attivamente per la sua parte, vi priverete della linfa che proviene dalla consapevolezza che l'importante è la partecipazione al sacrificio di Cristo e rimarrete membra assemblate senza Vita.

      È molto malvagio lo stravolgimento del verbo "partecipare".
      Credendo che partecipare sia essere attivi, darsi da fare, chiacchierare e suonare, vi perdete la parte migliore di Maria, che aveva ben capito che partecipare significa "far parte" del mistero di Cristo.
      Senza quel tipo di partecipazione, che è INDIVIDUALE, non potrete mai formare nessun tipo di comunità cristiana.

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    6. Una piccola considerazione a quanto scritto.
      Premetto di aver dato una mezza letta, e..., lasciamo perdere la presunzione, la vanagloria, la superbia di chi si crede di scrutare la Chiesa e i figli di Dio. Non risponderò al male, non conviene andarci dietro. Ma farò alcune considerazioni.
      Chi decide, o determina, o stabilisce, o rende reale ( mettetela come vi pare meglio) la vera comunione e il vero amore?
      Risposta: Dio, Gesù Cristo.
      Faccio un esempio, reale e attuale di questi giorni.
      La Madonna è quella che è da se stessa, oppure in virtù di Cristo?
      Scrivo con rispetto verso Nostra Madre.
      Premetto che la Madonna è, e Lei è la Regina e la Madre, ma credo di non sminuirLa se affermo: Lei è Madre perché è Dio che si è incarnato dentro di Lei.
      Cioè, Dio, è Dio, contiene ogni cosa ed è Onnipotente, e per cui è Dio che ha reso Madre Maria, in quanto il Figlio si è incarnato in Lei, e per cui tutta l'umanità è nel Figlio, e non solo l'umanità, e quindi, grazie a questo Miracolo di Dio, l'umanità è anche figlia di Maria. Un po' difficile da spiegare, ma credo che l'idea l'ho resa. Poi qualcuno saprà spiegarla meglio di me, sicuramente.
      Ora veniamo alla Comunione tra i fratelli.
      Stiamo sempre, quasi, lì.
      Chi rende effettiva la Comunione tra i fratelli?
      Risposta: Dio, Gesù Cristo.
      Nel momento in cui noi assumiamo il Signore, in particolare nell'Eucarestia, Lui è Dio e siccome contiene ogni cosa, e per cui noi ci mettiamo in Comunione con Lui, ecco che siamo in Comunione con tutti. Anche qui è difficile scrivere in poche righe, ma credo di essermi fatto capire.
      Sappiamo che le associazioni ci sono anche nel mondo, faccio degli esempi un po' marcati per rendere l'idea. Anche Hitler e nazisti erano associati, anche gli atei sono associati, anche i massoni sono associati nelle Logge Massoniche.
      E quindi?
      Conclusione e considerazione.
      State attenti che vanno in giro persone che hanno lo sguardo limitato, oltre il proprio naso non vedono, e per cui si credono che ciò che stiano vivendo in quel momento sia la realtà dell'insieme. Cioè ciò che credo e penso io, deve essere ciò che devono pensare e vivere gli altri. Sono persone limitate di mente e di spirito. Per questo vi scrivo da molto tempo: State attenti che questi fanno tanti danni, ma proprio tanti.

      Cristiano Della Domenica.

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    7. Giusto per farvi capire le idiozie.
      Premetto, per capirci, che qui nessuno è solo, nessuno è isolato, nessuno è in ciò che scrive costui, sono suoi vaneggiamenti personale, vaneggiamenti di un esaltato che si è impuntato nello scrivere su questo blog per portare avanti una guerra contro chi non la pensa come lui e contro chi sta scrivendo cose che a lui non sono comode. Nessuno lo costringe a leggere questo blog, proprio nessuno, per cui da qui capite tante cose.
      Vaneggia di altri che non vivono come si dovrebbe e, al contrario, lui vive il vero amore, ma questo amore, se fosse vero ciò che scrive, non lo riempie, perché è qui a vaneggiare.
      Ma ritorniamo al dunque.
      Costui vaneggia quelle cose che leggete e ora analizziamo quando lui sarebbe in compagnia: 2 ore circa il sabato sera, 2 ore un mercoledì, una convivenza all'anno di tre o quattro giorni, e una mezza giornata al mese. Ovviamente sono dati per rendere l'idea, perché le sfumature sono molte e i dati al secondo non li ho. La giornata è fatta di 24 ore. Sommate le ore in un anno, calcolate le ore in cui afferma di essere in comunione ( come afferma lui stesso) e vedete le ore nelle quali è solo e per cui ha perso ( sempre come dice lui e afferma con la sua mente) l'amore tra i fratelli e la comunione. Vi ripeto, se dovessimo sottostare alle idiozie di questa mente ottenebrata.
      In più, giusto per capirci e lo riporto come esempio, si dice che la Madonna, la Madre di tutti noi, è stata qualche anno a Efeso, non so quanto tempo e non so più di tanto. Perché scrivo questo? Perché se dovessimo sempre sottostare alle idiozie di questa mente che scrive, ecco che dovremmo affermare che la Madonna si sia isolata a Efeso e non sia stata in Comunione con la Chiesa. Ella ha vissuto isolata, per cui non è cristiana, secondo le conclusioni di questi pseudocattolici.
      Carissimi la Comunione è un qualcosa che va oltre la determinazione umana, è Dio che fa la Comunione, infatti:

      Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto.

      Cristiano Della Domenica.

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    8. Interrogazione a sorpresa per lo Studente Di Teologia!

      Quanti sono i sette sacramenti?

      Arciprof. Dott. Cattedr. PhD. Ordinar. Presid. Rettor. Ispett. Minister. FungKu. Vediamo se hai studiato.

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    9. @STUDENTE
      secondo me dovresti tornare al catechismo perchè hai detto una serie di fregnacce che a citarle tutte ci vuole un'ora.
      Ti dico solo che INNANZITUTTO Dio ama TE. Dio non ama TE perchè frequenti un dato gruppo o fai determinate cose. Dio ama TE perchè prima di tutto ti ha creato con le impronte digitali e ti conosce meglio di chiunque altro. Quindi innanzitutto il rapporto deve essere PERSONALE. Gesù Cristo questa cosa ce l'ha insegnata molto bene ed è stata la CHIESA a formulare IL GIUSTO MODO di celebrare I MISTERI DELLA MORTE E RESURREZIONE DI CRISTO attraverso la LITURGIA.

      Il cammino ha preso la liturgia DELLA CHIESA ed ha deciso che non andava bene e l'ha cambiato. Già questo ue domande te le dovrebbe far uscire.
      Qui non stiamo parlando di messe pre o post conciliari. Io non ho mai partecipata ad una messa che non sia quella uscita fuori dal CVII eppure io ad una messa neocatecumenale non ci andrei neppure pagata. E questo perchè so che una messa di Paolo VI celebrata DEGNAMENTE e quanto di più lontano dalla cagnara autoreferenziale che c'è il sabato sera nelle salette.
      Io la domenica a messa non ci vado per "incontrare le persone". Ci vado per incontrare Gesù. Quel tuo "andare a prendere l'ostia" denota il tuo disprezzo per il Corpo di Cristo tutto protestante...e neocatecumenale.
      Ci vado per incontrare GEsù e so che chi è accanto a me, anche se non ne conosco la storia, è accanto a me per lo stesso motivo e questo mi basta. A voi invece non basta. COn il risultato che, se io vado a messa nel Burkina Faso o a Oslo mi sento a casa cmq. Tu puoi dire la stessa cosa? NO.
      E ti dirò di più. Se fosse come dici tu gente come Annalena Tonelli o Charles De Foucault (tanto citato a sproposito da Kiko Arguello) sarebbero non cattolici perchè, poveretti, non avevano una comunità. Eppure io, come cattolica li sento vicinissimi.
      Ti rinnovo l'invito: vai a farti un giro...hai bisogno di una boccata d'aria fresca.

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  6. depressi festosi, eh ???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????'

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  7. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. il più venduto all'asta

    Sta per finire l'anno ed è consuetudine, nel centro di Porto San Giorgio, fare un consuntivo, non solo spirituale, ma anche economico di tutta l'attività del Cammino. A causa di recenti lavori di ristrutturazione, le spese sono salite molto, anche se Kiko ha fatto la richiesta del Super Bonus 110 %, per cui c'era un ammanco di ben 400.000 euro. Kiko ha chiesto a Carmen come fare e lei gli è apparsa in sogno, consigliandogli di mettere in vendita all'asta Sotheby's di Milano il suo primo dipinto, un icona della Madonna, del 1958. Il direttore dell'asta l'ha fatto periziare da un esperto per decidere la cifra base da cui partire, e l'esperto gli disse che il quadro era una fetecchia che poteva valere al massimo 25 euro. Kiko implorò Carmen di intervenire di nuovo e lei, da Lassù, con uno schiocco di dita, trasformò il quadro in un dipinto di scuola fiamminga del XVI secolo, con una splendida cornice d'oro, del valore stimato di 1.000.000 di euro. Con i rialzi, all'asta venne venduto per 2.500.000 euro. Lo acquistò un ignoto miliardario, che altro non era che il segretario di Semeraro. mons. Fabio Fabene, opportunamente travestito, che portò il quadro in Vaticano. Semeraro avvisò il Papa che disse : "splendido, hermano cardenal, la hermosa Carmensita è intervenuta due voltas, es proprio la sancta de los miracolos doppios. Adelante con l'iter de beatificasion". Semeraro avvisò Kiko, che ringraziò il Santo Padre. spedendogli il quadro originale, perchè il furbacchione aveva inviato all'asta una riproduzione, per quello valeva cosi poco, e il Papa la fece esporre nella Pinatoteca Vaticana, con un cartello : "questo è il quadro più famoso al mondo dopo la Gioconda di Leonardo". Con la vendita dei biglietti per ammirarlo, il Vaticano si rifece della spesa di acquisto in una settimana, Kiko appianò tutti i debiti di Porto San Giorgio e gli avanzò qualcosa per comprare aragoste, whisky e Avana, perchè le buone abitudini non si perdono mai.

    e l causa continua...................

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  8. @Alect

    Prendi l'ostia e ti incontri con Gesù, ma de fratelli e sorelle non ti interessa niente? Gesù è anche in loro, la messa non è una cosa privata tra te e Gesù, tanto varrebbe fare a meno del rito e fare una comunione extra missam se a te interessa solo prendere l'ostia. Vedi che non hai capito nulla della messa? Non comprendi nemmeno le parole che il sacerdote recita dopo la consacrazione, non comprendi nulla, questa non è fede cattolica e religiosità naturale. Cosa ti serve prendere l'ostia? Con chi sei in comunione tu con te stessa? Vedi che non capisci nemmeno il senso del termine comunione. Andate di nuovo al catechismo della prima comunione, che ne avete bisogno.

    Studente di teologia

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    1. Sdt
      Te lo dico di cuore e senza offese: fatti curare che ne hai proprio bisogno.
      Scrivo giusto così e concludo: dialogare con queste persone non ha senso, è una perdita di tempo e di pace interiore. Ovviamente ognuno la pensa come gli sembra più giusto.

      CDD.

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    2. @studente
      Mi sembra che tu abbia ancora parecchio da studiare, dal momento che sembri non capire un semplice testo scritto. Forse è un frutto del Cammino? AleCt non ha scritto da nessuna parte che non le importa dei fratelli e delle sorelle. Ha scritto che il nostro rapporto con Dio è soprattutto e prima di tutto un rapporto personale. È solo da quel rapporto personale, dal sentirci amati come persone, individui, che può scaturire e scaturisce l'amore per i fratelli e le sorelle.
      E visto che insisti tanto con la comunione con i fratelli e le sorelle, ti chiedo: perché per voi neocat. "fratelli e sorelle" sono solo quelli della comunità e non gli altri cattolici, ad esempio? A parte che Gesù ha parlato del nostro prossimo, senza distinzione, e va be'. Se consideraste gli altri cattolici fratelli e sorelle, li invitereste alle vostre eucarestie, e invece ve ne guardate bene; e invece li disprezzate, definendoli con superiorità "cattolici della domenica". E allora, dov'è la vostra comunione? Che razza di cristianesimo selettivo è il vostro? Dov'è l'amore di Gesù Cristo?

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  9. "Prendi l'ostia e ti incontri con Gesù, ma de fratelli e sorelle non ti interessa niente?"
    Evidentemente sei duro di comprendonio. Io ho detto che NON HO BISOGNO DI SAPERE VITA, MORTE E MIRACOLI di chi mi sta accanto durante la messa per considerare quella messa come ben celebrata. Nè per amarli come fratelli. E questo per il semplice fatto che è Gesù il nostro comune denominatore. E' lo stesso principio peril quale io alle GMG mi sentivo a casa con chiunque parlassi, mentre voi neocatecumenali (ma questo lo scoprii molto dopo esserci andata alle gmg) dagli altri ci state LONTANISSIMI. Ora hai capito o ti faccio un disegnino?
    Tu vieni qua a straparlare di amore ai fratelli...perchè, nelle comunità neocatecumenali questo amore c'è? Al massimo ci può essere spirito di gruppo (ma questo ce l'hanno anche i tifosi della stessa squadra di calcio), ma l'amore di Cristo è un'altra cosa. Amore per gli altri poi manco ne parliamo. Lo dimostrano i tuoi discorsi.

    "Cosa ti serve prendere l'ostia?"
    Quello è il Corpo di Cristo, sapientone! Quello che per voi è un accessorio! Ed è molto più utile dei balletti, delle risonanze ridondanti e degli ambientali inutili.
    "Con chi sei in comunione tu con te stessa?"
    No ciccio, sono in comunione con tutta la chiesa militante, purgante e trionfante. Con Maria Ss.ma e con tutti i santi passati e presenti. Cosa che tu non potrai avere mai perchè i santi nel cammino vengono nominati poco e male e di MAria S.ma non ne parliamo neanche (kiko la definsce nevrotica. Vedi un poco te.)

    Tu con chi saresti in comunione? Con le persone che hai accanto? Quelle a cui non risparmierai le peggiori frecciatine o peggio, se osassero tornare alla "religiosità naturale" (come la chiami tu) , tratterai come appestati?
    COn chi sei in comunione? COn Kiko Arguello? Non ti invidio per nulla, sai?

    Hai voglia a straparlare, hai voglia ad urlare frasi fatte che avrai sentito dire al tuo catechista. Qua fai solo la figura dell'invasato senza cervello.
    Hai voglia ad offendere ed a considerare il cammino come il futuro della Chiesa. Per il cammino non ci sarà nessun futuro perchè vi siete basati su appoggi umani. SIETE PARTE DEL PROBLEMA. NON SIETE LA SOLUZIONE.

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    1. Chapeau ad aleCT.
      Ottima risposta!
      Ma purtroppo (spero di non causare dolori inutili): non gli è entrato nulla in testa cara AleCt. Te lo dico io. Spero di sbagliare, ma.... Amen!

      CDD

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  10. Miracoli di Carmen Hernandez Barrera

    Miracolo n. quello dimezzato

    In data 17 ottobre 2021 nelle salette della parrocchia di s. Carlo Borromeo a Treviso si è riunita la III comunità per una penitenziale. Si fecero le confessioni pubbliche e uno di loro, Giovanni Di Stefano, confessò di aver letto più volte il blog Osservatorio, nonostante il divieto di Kiko di non leggerlo. Il capo catechista, Antonio Casagrande, gli voleva dare una pedata nel sedere, ma Giovanni gli disse che c'era stato un miracolo di Carmen, anche se dimezzato : il sedicente Barone non scriveva più mentre il sedicente FAV continuava a farlo, per cui l'intervento, da Lassù, di Carmen di non farli scrivere tutti e due era dimezzato. Antonio avvisò il parroco, che avvisò il vescovo, che avviso il Vaticano. Semeraro avvisò il Papa che disse : "hermano cardenal, melio mezzo miraclo que nada miraclo, Carmensita es una sancta a metà, pasiensa, procedamos ugualmente con la causa de beatificasion". Semeraro avviso Kiko, che ringraziò il Santo Padre spedendogli un pacco con dentro un libro raro del 1946, di un certo mons. Alonso Gutierrez, esperto di miracoli, ed. Paoline, del valore di 4000 euro, dal titolo : " come fa un santo a fare mezzo miracolo ed sesere beatificato lo stesso".

    e la causa continua.............

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  11. Scusa studente, ma se continui sei proprio fuori.
    Hai detto le stesse cose di prima e già prima erano sbagliate.

    "Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere", diceva sant'Agostino nel Sermo 164.

    Voi che vi vantate di attuare il Concilio II, non sapete ciò che disse Paolo VI sull'Eucarestia?

    "Ben sappiamo infatti che tra quelli che parlano e scrivono di questo Sacrosanto Mistero ci sono alcuni che circa le Messe private, il dogma della transustanziazione e il culto eucaristico, divulgano certe OPINIONI CHE TURBANO L'ANIMO DEI FEDELI INGERENDOVI NON POCA CONFUSIONE INTORNO ALLE VERITÀ DI FEDE, COME SE A CHIUNQUE FOSSE LECITO PORRE IN OBLIO LA DOTTRINA GIÀ DEFINITA DALLA CHIESA, OPPURE INTERPRETARLA IN MANIERA CHE IL GENUINO SIGNIFICATO DELLE PAROLE O LA RICONOSCIUTA FORZA DEI CONCETTI NE RESTINO SNERVATI.
    NON È infatti LECITO, tanto per portare un esempio, ESALTARE LA MESSA COSÌ DETTA "COMUNITARIA" IN MODO DA TOGLIERE IMPORTANZA ALLA MESSA PRIVATA; né insistere sulla ragione di segno sacramentale come se il simbolismo, che tutti certamente ammettono nella ss. Eucaristia, esprimesse esaurientemente il modo della presenza di Cristo in questo Sacramento; o anche discutere del mistero della transustanziazione senza far cenno della mirabile conversione di tutta la sostanza del pane nel corpo e di tutta la sostanza del vino nel sangue di Cristo, conversione di cui parla il Concilio di Trento, in modo che essi si limitino soltanto alla «transignificazione» e «transfinalizzazione» come dicono; o finalmente proporre e mettere in uso l'opinione secondo la quale nelle Ostie consacrate e rimaste dopo la celebrazione del sacrificio della Messa Nostro Signore Gesù Cristo non sarebbe più presente.
    Ognuno vede come in TALI OPINIONI o in altre simili messe in giro LA FEDE E IL CULTO DELLA DIVINA EUCARESTIA SONO NON POCO INCRINATI.
    Certamente noi non neghiamo in coloro che divulgano tali opinioni il desiderio non disprezzabile di scrutare un sì grande Mistero, sviscerandone le inesauribili ricchezze e svelandone il senso agli uomini del nostro tempo; anzi riconosciamo e approviamo quel desiderio; ma NON POSSIAMO APPROVARE LE OPINIONI CHE ESSI ESPRIMONO E SENTIAMO IL DOVERE DI AVVISARVI DEL GRAVE PERICOLO DI QUELLE OPINIONI PER LA RETTA FEDE."
    Enciclica MYSTERIUM FIDEI, 1965

    Così non ti ho risposto io, con le mie idee, ti ha risposto Paolo VI, il Papa del Concilio Vaticano II.

    Già in quell'epoca, infatti, si divulgavano gli errori che poi l'Argϋello e compagna hanno ripreso in toto e sviluppato come verità e non come OPINIONI, peraltro già dichiarate ERRATE.

    L'Eucarestia riguarda il fedele ed il Corpo di Cristo che il fedele riceve. Stop.
    Dei fratelli e delle sorelle ce ne può importare in altro contesto, ma non nella relazione PRIVATA tra fedele e Dio.

    Quella di Paolo VI era religiosità naturale? Non capiva il senso del termine comunione?

    Ma che teologia ti farebbero studiare, scusa, quella dell'Argϋello?

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  13. Studente:

    Le parrocchie sono espressioni territoriali della Chesa, come le diocesi!
    Dire che sono in crisi è come dire che le diocesi sono in crisi. In realtà a essere in crisi è la fede dei cristiani.

    Le parrocchie sono sotto la diretta dipendenza del Vescovo, che è un successore degli Apostoli!
    Non sono un dogma, ma il potere dei Vescovi lo è.

    Le parrocchie sono molto più riconosciute del Cammino.
    Che qualcuna funziona male, non mette in discussione che il METODO parrocchiale per la Chiesa, almeno per ora, funziona, e se per Kiko non funziona, a noi cattolici ci lascia indifferenti.

    Le parrocchie sono approvate non solo dal Codice di Diritto Canonico, ma anche dal Concilio Vaticano II, CHE NE PARLA.
    Se il Cammino non è daccordo, è il Cammino ad andare contro il Vaticano II.
    In effetti per voi il Vaticano II è un pretesto per disubbidire alla Chiesa e farvi la vostra chiesa a spese della vera Chiesa.

    Voi camminanti con espressioni come quelle che usi tu contro le parrocchie, portate divisione.
    Siete dei settari e dei faziosi che rompete l'unità del Corpo del Signore!

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  14. La crisi di tante comunità, anche quelle che sono partite bene, e a maggior ragione del Cammino, che è partito con delle false apparizioni, è che non amano la Chesa, e perciò parlano più della loro comunità che della Chiesa, studiano più i loro testi che quelli della Chiesa, vedono le altre espressioni ecclesiali come rivali, e si distaccano dalla tradizione spirituale, dottrinale e liturgica della Chiesa.

    Gli adepti di certe comunità, rispecchiandosi nella loro comunità, diventano dei narcisisti, per cui in realtà amano se stessi.

    Scambiano la radicalità della fede per fanatismo e per attivismo.
    Non sanno che si può vivere una fede radicale perfino in parrocchia, e anche senza dare in escandescenze e mettere le palme giganti fuori dalla porta di casa.
    Anzi, l'esagerazione nel voler mettersi in mostra la PROPRIA fede è sintomo di settarismo. E' sì una forma di radicalità, ma non della fede cattolica.

    Chi ama la Chiesa fa riferimento alla saggezza bimillenaria della Chiesa, che è molto equilibrata e che forma le menti e i cuori all'equilibrio.
    Chi ha la fede della Chiesa riconosce subito gli squinternati e gli esagitati e se il leader della banda di cui fa parte dice cose strampalate, che la Chesa non ha mai detto e che anzi ha sempre condannato, a quel leader lo manda a quel paese come dice una famosa canzone di Albero Sordi.

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  15. @studente di teologia , grazie della riflessione...peccato che siete voi neocatecumenali a contribuire e mettere in difficoltà le.parrocchie , tu studi teologia ma ti manca l amore per la chiesa quella di Gesù Cristo . Hai sbagliato vocazione ...

    RispondiElimina

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