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La "comunione seduti", in attesa che che scatti il segnale manducatorio... |
Il Cammino Neocatecumenale contiene errori liturgici e dottrinali, che i suoi fautori ancor oggi si rifiutano di correggere. Non è "odio" il dirlo. È solo la verità.
Una delle mode imperanti nella Chiesa postconciliare è quella del voler dare valore alle proprie critiche incensando il soggetto criticato quel tanto che basta da sembrare equilibrati. Ora, c'è una seria differenza fra una disamina fatta elencando i pro e i contro, e una critica talmente fondata da non aver bisogno dell'ipocrisia del presentare qualche "aspetto positivo" per compiacere gli interlocutori. Dareste da bere a un vostro caro - o anche ad un estraneo - una bottiglia di minerale in cui c'è anche solo il sospetto che sia stato aggiunto un po' di arsenico? Stareste mica "odiando" quelle poche gocce anziché apprezzando tutta quell'acqua minerale? Il presentare gli "aspetti positivi" della minerale, cambia forse qualcosa delle poche ma letali gocce di arsenico che vi sono state disciolte o anche solo il sospetto che vi siano state disciolte?
Il Cammino è marcio fin dalle fondamenta, e i suoi "iniziatori" sono stati eretici per tutta la vita. Qualsiasi "lato positivo" del Cammino vogliate discutere, questi due punti fondamentali non cambiano.
Il marciume del Cammino è anzitutto dottrinale e liturgico. Fin dai suoi inizi, nel Cammino sono state insegnate dottrine erronee ed eretiche. Per di più i due spagnoli Kiko e Carmen hanno proclamato che il loro insegnamento era "ispirato dallo Spirito", col sottinteso che chi li criticasse - o anche solo facesse qualche correzione o osservazione critica -, stava con ciò stesso "rifiutando lo Spirito".
E lo stesso vale per le strampalate liturgie, zeppe di strafalcioni, abusi, veri e propri sacrilegi eucaristici (esempio): persino quando vent'anni fa papa Benedetto XVI comandò nero su bianco ai neocatecumenali di celebrare la liturgia cattolica senza modifiche arbitrarie, Kiko, Carmen e Pezzi scrissero il 17 gennaio 2006 al Papa che avrebbero disubbidito e continuato a celebrare la "comunione seduti". E ancor oggi, ogni sabato sera, nelle comunità del Cammino si continua a disubbidire al Papa, alla Chiesa, al proprio stesso Statuto (che recepì pienamente quelle «decisioni del Santo Padre» del 1° dicembre 2005), a celebrare carnevalate e strafalcioni.
Ora, il professare eresie ti pone di fatto al di fuori della Chiesa, il celebrare carnevalate fa capire che la tua fede non è quella della Chiesa (poiché chi ha a cuore la fede della Chiesa vorrà celebrare solo la liturgia già valida per tutta la Chiesa): non si scherza coi sacramenti, non ci si "personalizza" la liturgia; solo chi ha una fede inquinata può considerare la liturgia cattolica inadatta alla propria fede. Gli strafalcioni liturgici del Cammino - dalle canzonette urlate alle orride suppellettili sacre, dalla modifica dei formulari (perfino quello della consacrazione: "Padre! Padre!") alla pagliaccesca "comunione seduti" (che ha dato luogo a innumerevoli sacrilegi eucaristici) - sono la più plateale testimonianza che la setta neocatecumenale professa una fede che non è cattolica, sebbene desideri spacciarsi per cattolica (poiché va pescando nuovi adepti solo nelle parrocchie...).
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