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Carnevalata neocatecumenale autocelebrativa |
Quale è il criterio per dire che si appartiene alla Chiesa cattolica?
La Chiesa cattolica insegna che i suoi membri sono coloro che:
- hanno ricevuto il sacramento del battesimo
- professano pubblicamente la fede cattolica
- si sottomettono alle legittime autorità della Chiesa.
- i non battezzati
- i pubblici eretici [ndr: eretico è chi distorce le verità di fede]
- i pubblici scismatici [ndr: scismatico è chi rifiuta l'ubbidienza alla Chiesa anche se per il resto sembrasse professare la fede].
Questa dottrina dell’appartenenza è stata, per molti secoli, chiaramente proposta ai fedeli in decine, forse centinaia di testi catechetici approvati dai romani pontefici e dai successori degli Apostoli che governano la Chiesa. Questa dottrina deve essere considerata infallibile in virtù del fatto di essere insegnata dal magistero universale e ordinario della Chiesa.
Il Catechismo del Concilio di Trento ha espresso la dottrina in questi termini (parte prima, articolo IX, § 109):
- ...solo tre categorie di uomini sono escluse dalla Chiesa: gli infedeli, gli eretici e scismatici, gli scomunicati.
- Gli infedeli, perché non sono mai entrati nella Chiesa, mai l'hanno conosciuta, né mai sono stati fatti partecipi dei sacramenti nella comunione del popolo cristiano.
- Gli eretici e gli scismatici, perché si sono separati dalla Chiesa e non appartengono più alla medesima; come i disertori non appartengono più all'esercito da cui sono fuggiti. Non si deve però ritenere che essi non soggiacciano alla potestà della Chiesa, che li chiama in giudizio, li punisce e li anatematizza.
- Gli scomunicati, infine; perché, essendo stati esclusi dalla Chiesa in seguito a un giudizio della medesima, non appartengono più ad essa, fino a resipiscenza. [ndr: fino a che non si pentono]
- In realtà, tra i membri della Chiesa bisogna annoverare esclusivamente quelli che ricevettero il lavacro della rigenerazione [ndr: il battesimo], e professando la vera fede, non si separarono da se stessi, disgraziatamente, dalla compagine di questo corpo, e non ne furono separati dalla legittima autorità per gravissime colpe commesse. [...] Poiché non ogni delitto commesso, per quanto grave, è tale che di sua natura (come lo scisma, l’eresia, l’apostasia) separi l’uomo dal corpo della Chiesa.
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Il santino di Sankiko: "pregate per me", cioè "adoratemi!" |
Vediamo i punti 1, 2 e 3 riguardo al Cammino.
Sì, dobbiamo citare anche il punto 1, sulla ricezione del Battesimo. Infatti, sebbene la quasi totalità dei neocatecumenali sia regolarmente battezzata - infatti il Cammino va pescando nuovi adepti direttamente dalle parrocchie, cioè fra i già battezzati: letteralmente sottrae fedeli alla Chiesa per inserirli nella setta di Kiko e Carmen -, ci sono stati parecchi casi in cui i bambini figli di neocatecumenali vengono battezzati con formule sbagliate (cioè non la formula che menziona esplicitamente la Trinità). Fra un po' di anni le autorità della Chiesa avranno bisogno di battezzare sub condicione un bel po' di ex neocatecumenali...
Ma i punti platealmente contro il Cammino sono il punto 2 e il punto 3.
Riguardo alla pubblica professione della fede cattolica facciamo notare che una persona che la domenica va a Messa con ciò stesso sta già pubblicamente professando la fede. Per fare un esempio più estremo, potremmo aver da ridire su chi ha il santino di padre Pio sul comodino ma da vent'anni non si accosta ai sacramenti, ma l'andare a Messa la domenica è già di suo una testimonianza pubblica. La testimonianza pubblica della fede cattolica in Cristo Redentore è meno complicata di quel che si pensi, non c'è mica bisogno di far prediche o gesti eclatanti (né di installare palme sul balcone, né di esibire una Bibbia su un plinto neoclassico installato nell'ingresso di casa, né di pagare Decime, eccetera).
Detto questo, ci chiediamo: ma i kikolatri, quale professione di fede fanno? La fede in Kiko Iniziatore. Tutta la loro spiritualità è centrata sul kikismo-carmenismo, sull'ubbidienza cieca ai propri cosiddetti "catechisti" (che normalmente sono dei laici senza alcuna preparazione e sprovvisti di qualsiasi riconoscimento da parte della Chiesa), sui cerimonialismi della "piccola comunità" di appartenenza (incluso il "far volare le sedie", il fingersi super-mega-peccatori "mi faccio schifo", il darsi da soli l'autorizzazione a peccare: "quando il Signore mi toglie la mano dalla testa ne combino di ogni!"...). In parrocchia non ci vanno mai ("abbiamo già celebrato il sabato sera!"), tranne quando si tratta di colonizzarla per estrarne nuovi adepti (e soprattutto soldi), e agli eventi parrocchiali e diocesani si presentano sempre coi loro gadget, i loro canti, i loro striscioni, cioè vogliono farsi identificare proprio come neocatecumenali, cioè come "diversi da voialtri cristiani", come "più cristiani dei cristiani".
Nonostante i kikolatri si fingano cattolici (quel tanto che basta; infatti nel loro ambientino è tutto uno scimmiottare simboli ebraici, un leggere libri di protestanti come Bohnoeffer, ecc.), è evidente che la loro fede non è in Cristo Redentore ma in Kiko Iniziatore, la loro fede non è nel Dio Uno e Trino ma nel dio quattrino. E non mancano mai di "testimoniarla", colgono ogni occasione per affermare Kiko, Carmen, e il kikismo-carmenismo.
Qualsiasi cosa della loro vita è centrata sul triplice vitello d'oro Kiko-Carmen-Cammino. Tutte le loro abitudini, tutti i loro gadget, tutto il loro gergo, è tutto neocatecumenale. Tutto. Sono kikolatri specialmente quando adoperano termini del lessico cristiano per qualificare operazioni neocatecumenali (cioè li usano per ingannarvi), per esempio quando chiamano furbescamente "evangelizzazione" il costituire nuove comunità del Cammino. Se togli loro il Cammino, non resta nulla.
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Sancarmen Photoshoppata Santhernandez: nel Cammino vige la menzogna anche sui "santini", bisognava far credere ai babbani che pregasse... |
La questione della liturgia è piuttosto esemplare: il Papa comandò che "entro due anni" smettessero di celebrare le carnevalate (inclusa la "comunione seduti"), e dopo vent'anni loro ancora non hanno smesso di disubbidire (poiché Kiko aveva scritto al Papa che specialmente su quel punto avrebbero continuato a fare come prima).
C'è da notare che altri gruppi cristiani etichettati come scismatici affermano di dubitare che Bergoglio sia Papa. I neocatecumenali, invece, disubbidiscono al Papa pur riconoscendolo come Papa. Dunque l'atteggiamento scismatico è molto più manifesto (oltre che pubblico) nei neocatecumenali, in quanto dettato proprio da malafede, dettato dall'idolatria, dettato dal dire: "Kiko ha detto di celebrare così, e celebriamo così anche se il Papa - che riconosciamo come Papa - ce l'ha vietato da ormai vent'anni".
Le eresie abbondano nel Cammino, sia quelle "sottintese", non enunciate esplicitamente ma chiare da capire (per esempio sul peccato e sul perdono, ma anche sulla presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento), sia quelle "tutt'altro che sottintese" enunciate esplicitamente, per esempio su Gesù figlio di Dio: anche se i kikolatri proclamassero un milione di volte al giorno "Gesù è vero uomo e vero Dio, che ha condiviso la natura umana in tutto eccetto il peccato", nulla toglie al fatto che degli esìmi presbiteronzoli kikolatri hanno bellamente insegnato che Gesù sarebbe stato "un peccatore che fece esperienza del perdono del Padre".
E se dei presbiteronzoli kikolatri lo hanno insegnato, vista la fortissima e invincibile kikolatria presente nel movimento neocatecumenale, può essere solo per una ragione: hanno udito da Kiko quelle robacce, e perciò si sentono tenuti a crederci.
Nel Cammino, ricordiamolo sempre, vige il meccanismo degli "arcani", come nelle massonerie. Cioè non devi chiederti "cosa ci sarà dopo", non devi aver da ridire su ciò che ti viene insegnato oggi, nemmeno se contraddice apertamente ciò che ti veniva insegnato ieri.
L'ubbidienza agli autoproclamati "iniziatori" richiede persino il proclamarsi "figli del demonio" ed il professare vere e proprie eresie, come i sullodati presbiteronzoli, che in quanto kikolatri non possono permettersi di criticare Kiko neppure quando dice una vaccata (come sui testimoni di geova) o una vera e propria eresia (che anzi devono fieramente ripetere, al massimo cercando di evitare che la ascoltino i non aventi diritto di accesso a tale "arcano").
In sintesi, gli aderenti al Cammino, anche se in buona fede, a furia di subire il martellamento delle cosiddette "catechesi", a furia di subire ricatti morali ("non ti fidi? sei superbo? vuoi andare contro lo Spirito?"), finiscono a poco a poco per assorbire volontariamente l'andazzo, diventando:
- pubblici eretici (il nome del Signore sempre sulla loro bocca, ma il loro cuore lontano da lui, e la santa dottrina ripetutamente mistificata e tradita perché "Kiko ha il carisma, chi sono io per giudicarlo?")
- pubblici scismatici (il Papa e la Chiesa sempre sulla loro bocca, ma rifiutano l'ubbidienza alla Chiesa tutte le volte che la Chiesa consiglia o comanda qualcosa di diverso da ciò che esige l'idolo Kiko).