Vi segnaliamo questa conferenza di don Marco a proposito del Cammino alla luce della Tradizione e del Magistero.
La presentazione è molto gentile (forse perché nella platea c'era gente con parenti neocat?), e fa spesso riferimento a ciò che il Cammino proclama di sé stesso (i primi 6 minuti e mezzo ve li potete risparmiare perché sono il riepilogo della propaganda kikiana: "centoventi seminari!", "ottocentomila aderenti!"...), ma quando dopo circa 26 minuti finalmente entra nel vivo snocciola fatti sempre più preoccupanti (fatti che i lettori del nostro blog conoscono piuttosto bene).
Ricordiamo ai gentili lettori che nella mentalità "modernista" l'errore ha gli stessi diritti della verità. Cioè non esisterebbe una verità assoluta a cui tutti devono adeguarsi, ma tante "verità" personalizzate, relative, tante convenzioni ecclesiali... Non per niente il modernismo veniva chiamato "la madre di tutte le eresie": dal momento che ogni errore può avere cittadinanza, ogni eresia può avere gli stessi diritti delle verità di fede, ogni strafalcione ha il diritto di non essere criticato, è del tutto ovvio che qualsiasi eresia possa crescere allegramente nei contesti modernisti, dove l'unica cosa che dà fastidio a tutti è la verità che la Chiesa ha sempre trasmesso dalle origini ad oggi.
RispondiEliminaEcco perché, come primissima conseguenza, i novelli "evangelizzatori" (come ad esempio i neocatecumenali) credono che sia lecito e addirittura doveroso mentire e ingannare, pur di difendere ciò che loro chiamano (arbitrariamente) "evangelizzazione".
Si chiama "modernismo" solo perché l'aspetto più esterno è quello di voler portare novità, di voler introdurre cose più "moderne" nella Chiesa e nella fede. Ma si tratta di novità che tradiscono ciò che la Chiesa ha sempre detto e fatto. La Chiesa, infatti, non ha bisogno di "novità": sa già come adeguarsi ai tempi, ai popoli, alle culture, ha sempre dimostrato di saperlo fare. Al punto che nelle comunità cattoliche di tutto il mondo capita spesso di venerare santi che sono lontani (come epoca e come popolo di origine) dalla propria cultura. La fede non ha confini, e non ha bisogno di modificarsi per accontentare i "tempi odierni".
La fissazione dei modernisti è che la Chiesa e la fede sarebbero "vecchie" e andrebbero modificate e aggiornate... aggiungendo cose "moderne", nuove, del tutto estranee. Oppure ripescando robe vecchie e sporadiche ma modificandole in modo da farle diventare una "novità". Vedete, persino la Comunione "sotto entrambe le specie" viene straziata dai neocatecumenali per farla diventare una chiassosa pagliacciata, una distribuzione di "snack".
Il sacerdote che ha tenuto quella conferenza avrebbe dovuto magari partire proprio da questo genere di riflessioni.
E avrebbe potuto ricordare che tutte le belle parole che si possono spendere riguardo al camminare insieme, riguardo all'esperienza, riguardo al sentire di aver incontrato Cristo, tutte cose belle, per carità, ma che non costituiscono la fede: non cambiano il fatto che Nostro Signore ha speso il suo miglior tempo a insegnare, cioè a far leva sul nostro intelletto, spesso sfidando la ragione stessa a riconoscere i motivi della fede (quel "ti sono rimessi i tuoi peccati" non è credibile? nemmeno davanti ad un efficace "alzati e cammina" al paralitico?).
Modernismo è l'acronimo di :
EliminaMamotreti Orridi Demenzialmente Eretici Ridicolmente Neocatecumenali Ideologicamente Stravolgenti Modernamente Osceni
«Quando vi fosse un pericolo per la fede, i sudditi sarebbero tenuti a rimproverare i loro superiori anche pubblicamente. Perciò S. Paolo, che pure era suddito di Pietro, per il pericolo di scandalo nella fede, lo rimproverò pubblicamente. S. Agostino commenta: “Pietro stesso diede l’esempio ai superiori di non sdegnare di essere corretti dai sudditi, quando capita di allontanarsi dalla giusta via”» (san Tommaso d'Aquino, Somma teologica, II-II, 33, 4 ad 2).
RispondiEliminaMai correggere un katechista neocatecumenale, finisce male.. loro dicono di avere lo spirito e di essere profeti...
EliminaSe qualcuno avesse uno stomaco di ferro e del tempo da perdere, gli invieremmo via email i testi della convivenza kikolatrica di "inizio corso" del 25-28 settembre per eventualmente cavarne qualche commento. In tutta sincerità, non ci riesco proprio a metterci mano per un articoletto sul blog, perché è sempre la stessa sbobba: Kiko che si vanta di aver pescato 250 grossi vescovi, che puntualmente sono stati "impressionati", Kiko che si vanta dei "suoi" concerti, Kiko che dice quanto sia importante la nueva estetica (quella di Kiko, s'intende), i dicasteri romani che chiedono al Cammino di "fare una missione in una piazza di Roma", eccetera. (Notare: "una" piazza... indovinate il sottinteso... e indovinate perché i kikolatri hanno voluto piazza di Spagna...). Sempre la stessa sbobba.
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