Articolo di C. Sacchetti originariamente pubblicato sul blog "La cruna dell'ago" a ottobre 2024.
Quando Kiko Arguello ha compiuto 80 anni lo scorso 9 gennaio del 2019, ha persino avuto l”onore” di ricevere gli auguri di Jorge Mario Bergoglio, come si fa in omaggio a quei personaggi che porterebbero lustro alla Chiesa Cattolica, ma il problema è che di cattolico nella chiesa presente c’è davvero molto poco.
Gli omaggi a Kiko Arguello sono una conseguenza di un problema apostatico del quale si dirà meglio in seguito, ma intanto è importante soffermarsi un istante sulla sua figura.
Arguello Wirtz, un cognome che a detta di alcuni tradisce qualche origine ebraica, è il fondatore di uno dei movimenti “cattolici” più noti del secolo scorso, ovvero il celebre, o famigerato, cammino neocatecumanale.
L’esperienza del cammino nascerebbe dalla imprescindibile esigenza da parte di questo pittore spagnolo di ripercorrere sulla carta le orme dei francescani e di abbracciare la povertà come stile di vita.
Arguello nei primi anni’60 passa molto tempo nei quartieri poveri di Madrid, originario della Castiglia, e la sua comunità sembra arricchirsi di tutti quei diseredati che sulla carta il buon cattolico dovrebbe cercare di aiutare e mettere sulla retta via.
La retta via cattolica non è però quella di Arguello. Il fondatore carismatico dei neocatecumenali ha elaborato una sua particolarissima teologia nella quale il cattolicesimo è praticamente sparito, sostituito invece da quello che appare chiaramente essere una religione o setta di ispirazione ebraica e protestante.
Qualche tempo addietro, a fare una anamnesi corretta del cammino fu, tra gli altri, monsignor Schneider, attuale vescovo di Astana, che ha avuto a che fare con la setta arguelliana e li ha definiti come un cavallo di Troia nel seno della chiesa che professa appunto un culto che richiama la teologia luterana e quella ebraica.
Nel cammino, la messa cattolica e il significato intimo e profondo del sacrificio dell’eucaristia agli occhi dei neocatecumenali assume le sembianze di un rito pagano, e allora ecco che la messa dei neocatumenali è più simile ad una cena del ricordo, del tutto in linea con l’impostazione luterana che ha spogliato la messa del suo significato più autentico.
Non si può purtroppo fare a meno di notare su tale questione le similitudini che sussistono tra la messa partorita dal Concilio Vaticano II, l’attuale Novus Ordo, e la citata messa protestante, in quella che appare una evidente protestantizzazione della Chiesa Cattolica partorita dai “padri” conciliari.
I neocatecumenali si trovano perfettamente a loro agio in questo nuovo spirito dei tempi modernista ed ecumenico e ciò spiega la loro fortuna e la loro crescente espansione dagli anni’60 in poi.
Il Concilio è stato pensato espressamente da ambienti massonici per infiltrare la Chiesa Cattolica e cambiarne la sua reale e autentica natura cattolica, sino a trasformare la Chiesa di Cristo in un piccolo altare illuminista che al posto del messaggio evangelico professa invece quello dei diritti umani e della filosofia illuminista di Voltaire e Rousseau, i philosophes iscritti alla libera muratoria e che nutrivano un profondo odio verso il cristianesimo e la Chiesa.
I diritti umani iniziano a comparire nei testi dei padri del Concilio e anche nelle encicliche dei pontefici post-conciliari, e il cavallo di Troia neocatecumanale ha davanti a sé una vera e propria prateria per potersi infiltrare e fare tutti quei danni che ha fatto alle anime dalla sua nascita.
La falsa teologia di Kiko Arguello
Arguello elabora una falsa teologia che é intrisa dello spirito del protestantesimo, della massoneria e dell’ebraismo.
Si arriva ad affermare che soltanto la Chiesa dei primi 4 secoli sarebbe stata quella autentica, mentre da Costantino in poi e dal suo editto di Milano, attraverso il quale l’imperatore romano riconoscerà la religione cristiana, sarebbe a suo dire nata una falsa chiesa che sarebbe durata per molti secoli fino al Vaticano II, momento di “illuminazione” assoluta della storia della Chiesa.
Kiko si considera proprio così. Il pittore spagnolo si considera una sorta di “illuminato” venuto per restituire alla Chiesa la purezza perduta che soltanto il Concilio poteva donare, quando nella realtà dei fatti tale falsa teologia capovolge completamente causa ed effetto, e mistifica la storia della Chiesa Cattolica.
In tutti i secoli precedenti il Concilio Vaticano II, la Chiesa è sempre stata un baluardo di civiltà e il pilastro cristiano attorno al quale ha prosperato la civiltà italiana ed europea.
La massoneria sin dalla sua esistenza ha dichiarato guerra a questa istituzione, in quanto essa incarna il katechon di paolina memoria, e ha il compito specifico di impedire e contenere la manifestazione della Bestia, ovvero del dominio di Satana sul mondo intero.
E’ una missione santa che spiega anche perché la Chiesa sia praticamente una delle poche istituzioni, se non l’unica, che esiste ancora da 2000 anni in quanto la sua fondazione non è di natura terrena, ma divina e il suo creatore è Cristo stesso.
Il cammino neocatecumenale da “brava” setta di natura protestante però, come si accennava sopra, capovolge interamente questa storia e considera corrotta la vera Chiesa Cattolica e “pura” invece quella sorta dopo il Concilio, nella quale si sono abbracciate ogni genere di eresie che nulla hanno a che vedere con il cattolicesimo.
L’iniziale apparente afflato francescano del cammino era soltanto una ipocrita facciata per indossare una maschera di purezza sotto la quale invece si cela un mondo di vessazioni e di tormenti che non viene mai raccontato dai media, che sono sempre molto preoccupati nell’infangare pontefici come Pio XII, ma che invece nulla dicono su quei falsi profeti e su quelle sette che tanto danno hanno fatto alle persone.
Se si dà uno sguardo al sito “Osservatorio sul cammino neocatecumenale”, che in questi giorni è stranamente irraggiungibile, si troverà un vastissimo archivio di documenti sul cammino e su coloro che raccontano l’incubo vissuto quando si trovavano al suo interno.
C’è la testimonianza di Isabella, madre di 4 figli, che è stata costretta a confessare i suoi peccati pubblicamente, in una blasfema parodia della confessione cattolica, e in una palese imitazione invece dei riti della massoneria e delle società esoteriche quali Skulls & Bones, nella quale gli iniziati vengono rinchiusi dentro un feretro e costretti a raccontare tutti i loro più intimi segreti.
Ce ne sono molte altre, che spiegano come chi si trova dentro la setta debba svuotare il suo conto corrente per dare i soldi al cammino e dare poi un decimo del suo stipendio ad essa, e, oltre a questo, gli esterni non sono affatto graditi tanto che spesso i matrimoni sono combinati tra gli stessi seguaci del cammino.
I neocatecumenali non sono stati nemmeno immuni da casi di abusi sessuali che, singolarmente, non vengono però puniti dalla gerarchia della setta né tantomeno i pontefici hanno pensato di allontanare questo movimento, ma piuttosto, come si vedrà in seguito, non hanno mancato di elogiarlo pubblicamente.
Guai poi a porsi delle domande sulla reale natura di questa setta, poiché in quello stesso istante allora i catechisti neocatecumenali invece di offrire qualche logica e sincera spiegazione alle loro pratiche molto poche cattoliche e molto invece paramassoniche, bollano immediatamente la persona come affetta da “possessione maligna” e così si cerca di mettere a tacere ogni sincero dubbio sul cammino.
Il cammino non deviazione, ma conseguenza del Concilio
Il cammino non ammette altro Dio all’infuori di Kiko, ma il loro settarismo non è altro che la conseguenza del citato appunto Vaticano II, ed in questo differiamo dall’analisi fatta da monsignor Schneider.
L’arcivescovo di Astana afferma che la teologia neocatecumenale sia il frutto di una qualche “deviazione” o erroena interpretazione da quanto stabilito dal Concilio, quando in realtà essa ne è la diretta conseguenza.
Non è forse il cammino intriso di quello stesso spirito ecumenico del quale è intriso il Vaticano II?
La “sublimazione”, si fa per dire, di questo incontro dei
neocatecumenali con il mondo ebraico si è avuta di recente quando Kiko
Arguello ha ricevuto un dottorato honoris causa assieme ad un rabbino Shlomo Rosen,
assieme al quale ribadiva la stretta vicinanza della sua setta al mondo
ebraico, e subito dopo, affermava come fosse necessario salvare la
famiglia “giudaico-cristiana”.
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Kiko Arguello, a destra, assieme al rabbino Shlomo Rosen |
E’ evidente che Kiko è un figlio del Concilio e non un suo aborto, poiché il Concilio si fonda sugli stessi identici presupposti, ovvero quelli di affermare una unione di intenti tra il mondo cristiano ed ebraico che semplicemente non è in essere, dato che l’ebraismo e la sua successiva evoluzione talmudica hanno rifiutato il Cristo, mentre la Chiesa ha fondato sul Suo messaggio la sua missione cristiana.
Il talmudismo attende con ansia il suo moschiach, antitesi di Cristo, mentre il cristianesimo ha già trovato il suo messa in Gesù, che si è incarnato 2000 anni orsono.
Non c’è possibilità di sintesi a meno che non si voglia creare una nuova falsa religione che ripudi le fondamentali verità cattoliche e diventi, di conseguenza, apostatica come accaduto dopo il Concilio.
Nei secoli scorsi i pontefici emettevano dure condanne nei confronti dell’ebraismo e per la Chiesa era semplicemente inconcepibile soltanto pensare alla espressione “giudaico-cristiano” data l’avversione del talmudismo verso il cattolicesimo.
Sulle pubblicazioni cattoliche storiche quali Civiltà Cattolica, prima della infiltrazione modernista, si trova una perfetta espressione di qual è il vero pensiero cattolico al riguardo, come si può vedere nel saggio “La questione ebraica” e se ne cita un passaggio qui di seguito per mostrare quale era l’attitudine della Chiesa verso l’ebraismo.
“Ond’ è che la gran famiglia israelitica, disseminata fra le genti del globo, forma una nazione straniera nelle nazioni in cui dimora, e nemica giurata del loro ben essere; cardine appunto del talmudismo essendo l’oppressione e la spogliazione dei popoli, che a’ suoi seguaci concedono ospitale soggiorno. Per lo che S. Paolo, fino da’ suoi tempi, chiamava i giudei a Dio spiacenti ed avversi a tutti gli uomini, Deo non placent, et omnibus hominibus adversantur . Che poi il tenebroso codice del talmud prescriva, oltreché regole di una morale esecranda, l’odio a tutti gli uomini che non hanno sangue giudaico, in ispecie a‘ cristiani, e faccia lecito il depredarli e malmenarli quasi bruti nocivi, non è più uno di quei punti dottrinali che si possano mettere in controversia. Non già. il Robling, che riconosciamo anche noi per autore in parte romanzesco ed inventòre di citazioni a capriccio, ma gli studiosi più assennati e gravi della Mischna, che ne è il testo, e della Ghémara, che ne è la chiosa, non esclusi parecchi rabbini, fra i più autorevoli del tempo andato e dell’odierno, ne tolgono ogni dubbio. Basterebbe consultare l’opera di Achille Laurent, che gli ebrei hanno quasi totalmente fatta sparire, perché magistralmente svela i segreti del talmudismo applicato a sterminio della civiltà. cristiana, per fare che si persuadessero i più restii e dubitosi. Del resto noi in addietro ne abbiamo date dimostrazioni irrepugnabili, che sarebbe superfluo il ripetere al presente.”
Cosa è rimasto oggi di tale lezione nei vertici della Chiesa? Più nulla, diremmo, tanto che i pontefici post-conciliari, quali Wojtyla e Ratzinger, non hanno mancato di porgere i loro dovuti omaggi all’ebraismo con i loro ingressi in sinagoga, circostanza semplicemente inconcepibile un tempo.
Il cavallo di Troia del cammino non poteva trovare ostacolo, poiché coloro che avrebbero dovuto essere a guardia della cittadella cattolica, lo hanno fatto entrare e si sono anche premurati di ringraziarlo pubblicamente, come avvenuto il 21 settembre 2002 quando Wojtyla ricevette gli iniziatori del cammino pronunciando tali parole.
“Come non ringraziare il Signore per i frutti portati dal Cammino Neocatecumenale nei suoi oltre trent’anni di esistenza? In una società secolarizzata come la nostra, dove dilaga l’indifferenza religiosa e molte persone vivono come se Dio non ci fosse, sono in tanti ad aver bisogno di una nuova scoperta dei sacramenti dell’iniziazione cristiana; specialmente di quello del Battesimo. Il Cammino é senz’altro una delle risposte provvidenziali a questa urgente necessità. Guardiamo le vostre comunità: quante riscoperte della bellezza e della grandezza della vocazione battesimale ricevuta! Quanta generosità e zelo nell’annunzio del Vangelo di Gesù Cristo, in particolare ai più lontani! Quante vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa sorte grazie a questo itinerario di formazione cristiana!”
Gli fece eco Ratzinger il 10 gennaio del 2009 ricevendoli in Vaticano con queste parole.
“Come non benedire il Signore per i frutti spirituali che, attraverso il metodo di evangelizzazione da voi attuato, si sono potuti raccogliere in questi anni? Quante fresche energie apostoliche sono state suscitate sia tra i sacerdoti che tra i laici! Quanti uomini e donne, e quante famiglie, che si erano allontanate dalla comunità ecclesiale o avevano abbandonato la pratica della vita cristiana, attraverso l’annuncio del kerygma e l’itinerario di riscoperta del Battesimo, sono state aiutate a ritrovare la gioia della fede e l’entusiasmo della testimonianza evangelica! La recente approvazione degli Statuti del “Cammino” da parte del Pontificio Consiglio per i Laici è venuta a suggellare la stima e la benevolenza con cui la Santa Sede segue l’opera che il Signore ha suscitato attraverso i vostri Iniziatori. Il Papa, Vescovo di Roma, vi ringrazia per il generoso servizio che rendete all’evangelizzazione di questa Città e per la dedizione con cui vi prodigate per recare l’annuncio cristiano in ogni suo ambiente. Grazie a tutti voi.”
Non sapevano forse Wojtyla e Ratzinger della reale natura della setta neocatecumenale e della sua vera identità ebraica e protestante?
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Benedetto XVI assieme a Kiko Arguello |
Lo sapevano perfettamente, ma evidentemente come i loro predecessori, Roncalli e Montini, e come i loro successori, Bergoglio, non avevano interesse alcuno ad espellere quel male in quanto in tutti c’era la stessa continuità modernista, ecumenica e massonica uscita dalle stanze del Concilio Vaticano II.
La Chiesa è malata perché il Vaticano II si è infiltrato a poco a poco nel suo corpo fino a contaminare ogni sua parte, e il cammino non è altro, evidentemente, che un sintomo di tale patologia.
L’unico modo per arrivare ad una guarigione completa del paziente è quella di espellere dal suo corpo l’eresia del Vaticano II.
Solo e soltanto così, spariranno tutti i sintomi e le sette massoniche, ebraiche e protestanti che hanno proliferato per 60 facendosi passare per cattolici, quando in realtà non sono stati altro che dal primo istante nemici della Chiesa e della croce.


Per la cronaca, dal 17 ottobre 2024 al 28 gennaio 2025 questo blog risultò "rimosso" o "non raggiungibile". Un bel mattino venne ripristinato dalla piattaforma Blogger senza che nel frattempo fosse avvenuta alcuna modifica ai contenuti o ai commenti.
RispondiEliminaRicordiamo ai lettori che un'eventuale "blocco" o "rimozione" non dipenderanno mai dalla nostra volontà. Finché il Cammino si spaccerà per cattolico, questo blog continuerà ad aver motivo di esistere. Ed anche quando il Cammino affonderà (o sarà scomunicato o sciolto d'autorità), le oltre 2800 pagine pubblicate dal 2006 ad oggi costituiranno un interessante archivio per capire come diavolo sia stata possibile l'esistenza del Cammino e fino a che diavolo di conseguenze era giunto.
Facciamo notare che molti che non sono 'addentro alle questioni" hanno preso sul serio i notiziari intitolati "il Papa elogia il Cammino", notiziari che essendo basati solo sul marketing neocatecumenale si guardavano bene dal citare le parole e gli atti dei papi contro la setta. Parole e atti che, in verità, hanno ottenuto ben poco ascolto dal Cammino (cfr. ad esempio le carnevalate liturgiche kikolatriche tuttora in pieno vigore).
L'articolo che abbiamo riportato in cima a questa pagina fu scritto dal Sacchetti alcuni giorni dopo la "rimozione" di cui sopra. Tale "rimozione" automatica aveva poi colpito altri blog nelle cui pagine c'erano parole "sensibili" ai filtri della censura di Blogger (come ad esempio il blog "Messa in latino", che scatenò avvocati e interrogazioni parlamentari, venendo poi riattivato - proprio come noi, a sorpresa). Si direbbe che nel frattempo la piattaforma Blogger, di proprietà Alphabet/Google, abbia reso un pochino meno imbecille il meccanismo di "intelligenza artificiale" programmato per scovare e punire chi usa termini "sensibili" (cioè relativi alla morale e a certi osceni crimini, commessi anche da certi soloni neocatecumenali, che poi anziché venir puniti dalla setta vengono spostati "in missione" o premiati in altro modo).
Riproponendo articoli di altri autori invitiamo alla riflessione sulla realtà scandalosa del Cammino, senza che ciò implichi il condividere qualsiasi più piccola cosa detta da tali autori. Come avevamo fatto notare in diverse occasioni, il marciume del Cammino è ben visibile persino da autori atei e ostili alla Chiesa, che finiscono per giungere alle nostre stesse conclusioni.
Il tema "massoneria" non è nuovo, ed era stato già toccato da padre Zoffoli e da altri autori. Per esempio nel 2012 la rivista mensile Fede e cultura pubblicava un articolo sulle strane analogie e concordanze fra massoni e neocatecumenali.
Facciamo anche notare che i tipici "fratelli delle comunità neocatecumenali" sono solitamente troppo impegnati a recitare la loro parte ("mi faccio schifo! il Cammino mi ha salvato! quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!...") e non hanno tempo e modo (e neppure voglia) di riflettere sul serio su come mai dopo tanto ciarlare del Signore e del peccato, si devono proclamare «figli del demonio», e come mai c'è quell'abissale differenza fra ciò che dicono e cantano, e ciò che invece vivono e subiscono. Per esempio potrebbero considerare i motivi per cui quegli "angeli scesi dal cielo", cioè i loro cosiddetti "catechisti", vietano ai "fratelli" proprio le porcherie che loro impunemente si permettono di fare (vedi ad esempio "il miracolo della macchina": se ce l'hai tu è un "idolo", se ce l'ha il cosiddetto "catechista" è invece un "regalo della comunità"...), e sui privilegi da satrapi persiani (come il tavolo più riccamente imbandito alle convivenze).
La Fondazione Cammino Neocatecumenale sembra proprio al soldo di quelle forze potenti e nascoste che attentano alla Santa Chiesa Cattolica.
RispondiEliminaDubito fortemente che il Gatto e la Volpe, già quando si presentarono al massone Bugnini neppure 4 anni dopo aver marciato sul Vaticano, fossero in grado di aver scritto tomi che spaziavano dalla chiesa primitiva, ai Padri, alla storia della Chiesa, all’esegesi, alla liturgia, alla dottrina sociale della Chiesa e chi più ne ha più ne metta.
Il Gatto era un perfetto ignorante appena apparso nella compagine cattolica, al quale la Volpe dovette “servire il Concilio su un piatto d’argento” perché quel poco che sapeva era totalmente preconciliare.
Ma anche la Volpe, sebbene spacciata come colta intellettuale cattolica, aveva molte limitazioni di varia natura ed imparava contestualmente dallo sconosciuto Farnés, un prete tra i tanti professori diffusori del Concilio, senza nemmeno il tempo di metabolizzare e padroneggiare ciò che ascoltava.
Nessuno dei due aveva mai frequentato una parrocchia.
L’idea che i tomi (apparsi dal 1972, per l’appunto quando trovarono rifugio ufficiale sotto l’ala di Bugnini) siano stati scritti da qualcun altro, è prepotente.
E Bugnini, o chi per lui, era l’esperto di settore per aver supervisionato alla stesura dell’OICA e orientato la riforma liturgica.
La Fondazione Cammino Neocatecumenale, dopo i normali e prevedibili fallimenti iniziali con don Torreggiani, ebbe subito le porte spalancate pur potendo vantare solo meno di una decina di “esperimenti” appena nati in Spagna.
L’Argüello, che era un Signor Nessuno con Torreggiani, si trasformò in un incredibile carismatico appena qualche mese dopo.
Il Gatto e la Volpe erano, non solo sconosciuti, ma veramente troppo infinitesimali per poter anche solo aspirare ad una diffusione oltre confine.
Eppure, tolti di mezzo Torreggiani e i poveri, scalarono rapidissimamente la via del successo.
Chi apriva loro le porte?
Chi finanziava i loro continui e costosi viaggi, dato che si dichiaravano “poveri” e nullatenenti?
Chi gestiva il complesso sistema dell’evangelizzazione “ovunque”, dato che non avevano sede fissa e non esistevano i telefoni cellulari?
Come venivano a conoscenza delle “richieste” di catechesi NEL MONDO, per lettera (a quale indirizzo?)?
E coloro che li "richiedevano" come potevano aver sentito parlare di loro tanto da fidarsi?
Problemi pratici, ma di estremo interesse per valutare l’attendibilità di chi, itinerando a destra e a manca, spende molti soldi non suoi e non ha un recapito personale per la reperibilità.
Continua ./.
Conoscere bene la storia della Fondazione Cammino Neocatecumenale è fonte di gravi e seri dubbi sulla “spontaneità” con cui i due ignoranti della fede iniziarono a conquistare la Chiesa Cattolica, che MAI potrà essere distrutta, nonostante venga danneggiata.
RispondiEliminaPenso fortemente che il Gatto e la Volpe, sebbene abbiano tentato di costruire autobiografie epiche poco corrispondenti alla realtà, siano sempre stati dei burattini di poteri che li superavano di gran lunga, ma che li hanno inviati sul palcoscenico caldeggiandoli e proteggendoli.
D’altronde, il nullafacente Gatto narciso “voleva fondare comunità” e la nullafacente Volpe danarosa “voleva le missioni”.
Chi meglio di questi due avrebbe mai potuto incarnare il soggetto ideale per diffondere il caos?
Do ut des.
Loro hanno ottenuto la realizzazione dei loro VOLERI, fama, ricchezze e successo, mentre i loro mandanti hanno ottenuto lo scopo di dividere parrocchie, diffondere eresie e piano piano creare una chiesa parallela tutta uguale e con un unico MARCHIO.
Rileggiamoci l’Apocalisse e ricordiamo chi è che ha un unico MARCHIO.
“Faceva sì (la Bestia) che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio… e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio”
C’è qualcuno, che non appartenga alla Fondazione Cammino Neocatecumenale, che può “comprare o vendere” ciò che la Fondazione produce?
No, certo.
Nemmeno i tomi dottrinali può “comprare”, i canti non li può cantare (vedi padre Eugenio e copyright), alle loro Messe non ci può andare (specialmente quando “celebrano” nelle salette), per non parlare dell’accesso agli interrogatori di laici allo sbaraglio (detti scrutini) o agli arcani riti...
Marco
Grazie per questo bllog che mi aiutato tantissimo a superare molti sensi di colpa per aver lasciato.il cammino.
RispondiEliminaPorto ancora le ferite
Questo blog è fondamentale per chi, come noi, ha avuto bisogno di risposte sulla truffa neocatecumenale. Capisco i sensi di colpa perché i neocatecumenali giocano proprio su questo. Ora però sei una persona libera
EliminaDomenica scorsa Leone XIV ha raccomandato i sacerdoti di rispettare la solennità della Messa e di attenersi alle norme stabilite (e così riflettere l'unità della Chiesa), per di più spiegando che la sobrietà non equivale alla freddezza. I kikolatri, invece, rispettano solo la solennità di Kiko e le norme stabilite da Kiko (e così riflettere l'unità dei credenti in Kiko).
RispondiEliminaFin quando non ci saranno delle azioni serie i neocatecumenali continueranno a fare quello che gli pare
EliminaSempre riguardo al tema "confusione nella Chiesa" segnaliamo che il solito tipico gesuita (sottolineo: gesuita, tanto per cambiare) ha messo il Papa davanti al fatto compiuto (vi ricorda qualcosa? è la tipica strategia dei neocatecumenali, dei gesuiti, e di tutti gli altri modernisti).
Elimina"Fatto compiuto": ossia, anche se Leone XIV tentasse una risposta anche decisa, i gaysuiti canterebbero comunque vittoria per aver "stabilito il precedente" su cui altri modernisti non vedono l'ora di far leva.
Ci interessa qui far notare che i modernisti sono convinti che l'errore abbia gli stessi diritti della verità, e che perciò occorra non l'adeguarsi alla verità ma solo il promuovere sempre più tenacemente i propri errori (sottinteso: per farli sembrare infine "accettati": la finestra di Overton bergogliana non si è ancora chiusa, grazie -purtroppo!- ai peana prevostiani, che non sono mai stati opportuni, ancor meno utili, tanto meno necessari).
E sanno benissimo che per il popolo bue è molto più facile seguire i pessimi esempi che i buoni esempi, sanno benissimo che l'espressione "ma che c'è di male", o l'espressione "non sei mica tu il Papa", o equivalenti, servono proprio a dare il sottinteso che l'errore avrebbe gli stessi diritti della verità.
E dunque l'errore madornale di ridurre il sacramento a una pagliacciata, di ridurre la liturgia a uno spettacolino cerimonioso, di mettervi al centro non il Signore ma l'affermazione di qualche moda mondana (nel caso specifico quella contro natura) riduce letteralmente la Chiesa ad ancella delle cose che vanno di moda al momento, sale senza sapore buono solo ad essere calpestato con disprezzo da chiunque.
PECUNIA NO OLET nel cammino è prassi
RispondiEliminaFare l'alleanza nel circoletto privato implica privilegi & royalties che i cristiani della domenica anche pagando non possono usufruirne perchè non sono stati eletti dall'inizio dei tempi da Dio. Che si sappia !
RispondiEliminaNon bisogna mai stancarsi di ricordare che la setta neocatecumenale nacque solo perché Kiko e Carmen volevano essere "fondatori di qualcosa", qualsiasi cosa, purché si sentissero ubbiditi, rispettati, riveriti, ascoltati, temuti, e soprattutto pagati.
EliminaBasterebbe già questo per capire che del Cammino non si salva niente, perché tutto ciò che contiene è funzionale alle brame dei due spagnoli autoproclamati "iniziatori". Il Cammino sfrutta le cose della fede solo come strumenti per gloriare i due autoeletti "iniziatori".
Il buon cuore dei singoli fratelli delle comunità non nobilita le eresie, non dà santità alle liturgie, non dà pregio alle arroganti invenzioni dei due spagnoli. "Darete la Decima!" disse Kiko - sicuramente leccandosi i baffi come Zio Paperone che sta per incassare qualche miliardo -, lasciando attoniti e sconcerti i suoi seguaci, convinti che sulle opere di carità valessero solo la libertà personale e il confronto col proprio confessore e direttore spirituale, non una tassa del 10% inflitta con la miserabile scusa di "provarsi coi beni".
Del Cammino non si salva niente, perché:
- le cosiddette "catechesi" sono imbottite di svarioni, ambiguità, errori, vere e proprie eresie (sarebbe bastato e avanzato il Catechismo della Chiesa Cattolica), che in quanto tali producono una pessima vita spirituale e morale (e familiare, e sociale, ed ecclesiale, eccetera)
- il concetto arbitrariamente detto "piccola comunità" non era né utile, né necessario (sarebbe bastato e avanzato il vivere la vita di parrocchia, anche soltanto all'interno di uno dei tanti gruppi; al limite, frequentare una parrocchia o convento messi un po' meglio della propria parrocchia)
- il sostenersi tra "fratelli di comunità" è del tutto sbagliato, sia perché il tuo prossimo non è soltanto il fratello di comunità, sia perché a "gestire" le opere di carità (cioè a dirigere il vostro tempo e i vostri soldi e la vostra spiritualità e le vostre scelte di vita) ci sono i cosiddetti "catechisti" di Kiko, molto più ignoranti di voi, molto più tracotanti e ipocriti di quanto possiate immaginare (ed infatti, se un "catechista" comincia a curare più la salute spirituale dei "fratelli di comunità" che gli interessi dei capicosca della setta, state certissimi che presto uscirà dal Cammino o ne sarà sbattuto fuori con ignominia)
- la cosiddetta "riscoperta del Battesimo" non può durare una vita intera: per portare un giovane al sacerdozio la Chiesa impiega 5-6 anni, addirittura 8-9 in certi ordini religiosi dove si prepara anche alla vita consacrata; se il Cammino dura 30-40 anni per "riscoprire" (e poi alla fine siete ancora dipendenti dai "catechistoni") significa necessariamente che è una fregatura, una bidonata, una truffa
- le cosiddette "tappe" hanno un che di lugubre e di demoniaco (il rosario "consegnato" solo alla "tappa di Loreto", il doversi proclamare "figli del demonio" alla "tappa del Padre Nostro", eccetera): non sono intese alla crescita spirituale personale, ma solo a far arricchire la setta e i suoi capibastone.
Per questo è comprensibile come la cosa più odiosa e fastidiosa per i kikolatri è lo scoprire (o anche solo il sospettare) che qualcuno che ha abbandonato la setta (o che ne è stato scacciato per "cuocersi nel suo brodo"), ha invece ritrovato la serenità e la fede. Nulla più terrificante, per un kikolatra, del sospettare che fuori dal Cammino c'è una miglior vita, miglior spiritualità, miglior via per la salvezza, miglior fede.
In fondo in fondo, ogni kikolatra ha il terrore nero di accorgersi di star recitando una parte, di star fingendo (in comunità) una "fede" che non ha, una "fede" composta da slogan tutti uguali ("il Cammino mi ha salvato", "mi faccio schifo", "il Signore ti ama così come sei"...), una fede fatta di cose "misurabili" (misurate dai propri cosiddetti "catechisti") come il numero di figli, di attività kikolatriche documentabilmente eseguite, e soprattutto di euro mollati nelle grinfie della setta.
Avevamo riportato a suo tempo che il nuovo vescovo a Guam aveva esorcizzato l'episcopio (la sede dove abita il vescovo diocesano), visto che era stata teatro di peccati particolarmente ripugnanti (il vescovo pedofilo neocatecumenale che, già vescovo, aveva tentato di abusarvi del suo stesso nipote) che attirano infestazioni diaboliche.
EliminaJungle Watch suggerisce di esorcizzare anche diversi altri luoghi e parrocchie diocesani, in quanto vi sono avvenuti sacrilegi e altri ripugnanti peccati. Chi conosce le vicende a Guam, noterà che son tutti luoghi che sono stati "neocatecumenalizzati" a lungo...
Traduco nella pratica i punti che by Tripudio ha codificato sul perché "del Cammino non si salva niente".
EliminaEsperienza personale pluridecennale.
Sono stato per moltissimi anni catechista di diverse comunità, nonché responsabile sia della comunità che dell'équipe di catechisti.
35 anni di "Cammino": tutto finito, compresa l'invenzione del "matrimonio spirituale".
Targhetta col nome (che vorrei cancellare) sulla scalinata delle lapidi alla Domus Galilaeae.
Carte in regola per poter parlare.
1) Da quando iniziai a imparare non solo dal Catechismo della Chiesa Cattolica, ma anche dal magistero e dalla dottrina, capii "con stupore" che quanto avevo assorbito e predicato nei lunghi anni di "catechistato neocatecumenale" era completamente distorto. Eppure, costretti dalla manipolazione battente, all'epoca pareva pure accettabile.
Oggi so riconoscere piuttosto bene le eresie e gli svarioni e, conoscendo benissimo il linguaggio neocatecumenale, potrei rendere ragione di ciò che affermo su ogni singolo punto.
2) il concetto di "piccola comunità", dato che non si mescola mai con la parrocchia, è chiuso e autoreferenziale. Ricordo perfettamente le Eucarestie nelle salette, senza accesso ai parrocchiani; le Pasque private in cui molti dormivano; le lavande dei piedi private (negli ultimissimi anni prima di andarmene c'era la fila a lavarmi i piedi e oggi so che l'impostazione dottrinale era scorretta); gli interrogatori sulla sedia in mezzo al sinedrio giudicante parato davanti all'imputato; i "passaggi del Signore" dove quello che passava era solo emotività e benessere umano; i giudizi sulla parrocchia e sui parrocchiani, nonché su parroco...
3) Il "sostentamento" avviene ESCLUSIVAMENTE tra neocatecumenali e nemmeno sempre: ci sono figli e figliastri. Alcuni ricevono e altri danno. Altri ancora hanno ma non danno proprio e, anzi, nascondono le loro ricchezze per non dare. Se sei fuori, anche se hai bisogno, nemmeno i figli di sangue (neocatecumenali) sono disposti a dare con generosità, ma la decima la danno sempre.
4) Ho fatto il "rinnovamento" del battesimo dopo 25 anni di giri a vuoto, e il matrimonio spirituale esattamente dopo 10 anni. Dopodiché me ne sono andato perché nulla era cambiato in nessuno (anzi peggio, era stato imparato a fingere e mentire) e gli anni persi nell'inganno di ottenere la fede mi hanno procurato molti mali dovuti alla manipolazione mentale che è dura da espellere.
5) Le tappe, o "passaggi" non si sa di chi, sono solo sistemi per tenere legate le persone con la storia dell'arcano e della crescita graduale nella fede. Sempre in alberghi di pregio e sempre con lo squadrone dei laici al comando.
Il brutto è che, nonostante sia stabilito il contrario nello Statuto, questi kapo non si ritirano dalla guida della comunità ma, anzi, nel mio caso (a causa di mille problematiche degli "eletti"), hanno indetto incontri e convivenze fino allo sfinimento.
Visto che ormai cominciavamo ad aprire gli occhi, i kapo hanno distrutto me e mia moglie, per lo più in pubblico. Ci hanno tolto tutti i compiti e hanno fatto in modo che la comunità ci isolasse. Ancor prima di andarcene eravamo completamente soli, anche a tavola, e nessuno più si avvicinava o ci ascoltava, azzittendosi addirittura se arrivavamo in una conversazione iniziata.
Eppure eravamo "Fratelli", "Eletti", "Sposati con la comunità" (ma in realtà di sposarsi con la comunità ci rifiutammo, anche se ottenemmo ugualmente la ketubah)...
Marco
bà vedo tanto rancore e poco altro, uno che per 35 anni vive il cammino nella maniera che hai descritto dubito rinsavisca sulle cose di Fede così da un giorno all'altro, praticamente ti hanno cacciato e questo ti fa infuriare, ma se quelle tensioni puramente umane non ci fossero state saresti ancora là a fare il catechista e spadroneggiare su altre comunità inferiori, mi spiace ma io un ex catechista che improvvisamente cambia idea lo considero come un pentito della mafia, hai militato comunque per anni e ora sei dalla parte opposta solo per rivalsa e opportunismo. inoltre a parte sofismi su fondazioni e simili non ho mai sentito una condanna nel merito a eresie e altro che per anni a detta tua hai propinato... si insomma questo Marco mi puzza, se domani fa la pace con i sui ritorna trotterellando da dove è venuto, lavandosi la coscienza al primo giro d'esperienza con un generico "per un pò di tempo ho criticato il Cammino e me ne pento". Capisco che essendo uno dei pochi che scrive ormai gli venga dato spazio. Saluti
EliminaMi permetto di far notare che il termine "rancore" è tipico della parlantina neocatecumenale, intesa a calunniare chiunque abbia lasciato la setta di Kiko e Carmen.
EliminaPer me che non ho mai fatto il Cammino, è stato più facile osservare da un punto di vista neutrale cosa succede a chi abbandona il Cammino o una qualsiasi altra setta. Per esempio, abbiamo qui in zona una piccola setta - dell'ordine di poche centinaia di aderenti -, che nel corso degli anni ha già prodotto un gran numero di fuoriusciti ("la porta girevole": tot ne entrano, tot ne escono - la setta sembra sempre "crescere", e invece è sempre lo stesso numero di adepti, anzi, va diminuendo). Ed i fuoriusciti di quella setta, anche quando sembrassero parlarne con rancore, stanno in realtà descrivendo i motivi ragionevoli per cui hanno "improvvisamente" smesso di credere all'intoccabile santone e ai suoi scagnozzi.
Per esempio, quando uno ti dice che lì nella setta i capicosca hanno calpestato la sua dignità, non è per dare eccessiva enfasi alla propria persona, ma è perché sa già benissimo che se ti avesse detto "hanno promosso un raccomandato anziché me che ero l'unico con tutti i meriti richiesti" tu avresti immediatamente banalizzato il suo dolore rispondendo: "e che sarà mai? succede dappertutto, anche nella pubblica amministrazione". Cioè ti saresti automaticamente e pregiudizialmente rifiutato di capire che nei contesti ufficialmente fondati sulla fede, il "non promuoverti" significa dare ad intendere a tutti gli altri adepti che sei un indegno, che tutto ciò che hai fatto di buono era falso e ipocrita, eccetera: significa che i capicosca comandano di disprezzare la tua fede (genuina) e di elogiare la fede del raccomandato (ipocrita e falsa) a gente disposta a ubbidire senza farsi troppe domande.
Ed infatti molti fuoriusciti sono tali perché dopo aver visto calpestata la propria dignità, quella dei propri cari, quella di persone innocenti, hanno cominciato a chiedersi perché mai la setta approvi gli ipocriti e disprezzi il buon cuore. Oppure son fuoriusciti perché avevano magari preso sul serio qualche insegnamento della setta - o anche solo un versetto biblico - e hanno visto l'abissale differenza fra gli slogan e la realtà.
E come tutti i fuoriusciti, provano dolore nel raccontare di come di fronte alle evidenze avevano per ubbidienza, per lealtà, per soggezione finto di non vedere le storture, avevano sperato che le cose si risolvessero col buon cuore e con la preghiera, avevano tentato di convincere sé stessi che i problemi erano solo "locali" e che il resto della setta brillasse invece per virtù e saggezza...
Insomma, a costo di sembrare rancorosi mi spiegavano il meccanismo con cui i capibastone della setta facevano il bello e il cattivo tempo, mi spiegavano come costoro non fossero realmente "credenti nel santone" ma solo degli ipocriti che "stavano al gioco" perché ciò comportava per loro vantaggi (non solo economici). E me lo spiegavano col timore di non essere creduti (perché troppe volte, fuori e dentro la setta, si erano imbattuti in quell'automatico pregiudizio del "e che sarà mai?").
Qualche volta ne ho fatta pure esperienza indiretta. Una volta, in un contesto totalmente estraneo a quella setta, qualcuno aveva menzionato il sullodato santone. Aggiunsi una brevissima e blanda critica sui motivi per cui non c'era da fidarsi e notai in una tizia (che tutti i presenti lì avevamo sempre saputo estranea a qualsiasi cosa religiosa) uno sguardo gelido e accusatore. Per un meccanismo piuttosto indecifrabile nel giro di poche settimane fui estromesso dal gruppo (formalmente facentene parte, praticamente mi fecero terra bruciata). La cosa non mi fu di gran danno visto che era solo un'attività da tempo libero: ma immaginate se fosse stato un contesto di lavoro o ecclesiale.
Per questo, quando si parla del Cammino, parto dall'onesto presupposto che l'eventuale apparente "rancore" è solo l'onesta urgenza di non far banalizzare gli argomenti seri.
Aggiungo solo che se uno esce "dopo 35 anni", è da prendere ancor più sul serio, proprio perché è assai più faticoso e doloroso (come minimo mentalmente e socialmente) maturare una convinzione contraria a tre decenni abbondanti di normale attività.
EliminaE significa anche l'aver già visto frustrato tutto il proprio precedente impegno a migliorare la setta dal suo interno. (Come mi disse una cosiddetta "catechista" che aveva mollato - con tutta la numerosa famiglia -, chi tentava di far qualcosa di buono doveva farlo di nascosto da pezzi grossi, come se questi sapessero benissimo che ciò metteva in pericolo i loro privilegi e le loro rendite).
le cosiddette "tappe" hanno un che di lugubre e di demoniaco (il rosario "consegnato" solo alla "tappa di Loreto", il doversi proclamare "figli del demonio" alla "tappa del Padre Nostro", eccetera (potete chiarire eccetera?) GRAZIE
RispondiEliminaAlla cosiddetta "tappa del Padre Nostro", i fratelli della comunità neocatecumenale devono celebrare un cerimoniale in cui si autoproclamano "figli del demonio". Il che è in totale contrasto con la stessa preghiera del Padre Nostro: infatti se Dio ci è "Padre", anzi, "Padre nostro", significa che siamo figli adottivi di Dio, non siamo "figli del demonio".
EliminaGesù Cristo è Figlio di Dio, e ci ha resi figli "adottivi" di Dio, e ci ha insegnato a pregare Dio Padre rivolgendoci proprio come figli: "Padre Nostro".
Alla cosiddetta "tappa di Loreto", ai fratelli della comunità viene "consegnato" il rosario - che fino a quel momento avevano dovuto considerare "roba da religioso naturale", estranea al percorso neocatecumenale. Ora, nella Chiesa cattolica, il rosario lo possono recitare anche i bambini (esempio: i pastorelli di Fatima, ancor prima di fare la Prima Comunione, già lo recitavano insieme): in altre parole, la Chiesa ha "già consegnato" il rosario a tutti, anche ai bambini. Nel Cammino, invece, puoi recitarlo solo dopo che ti è stato "consegnato" dai cosiddetti "catechisti" neocat... e puoi recitarlo solo alla maniera stabilita da loro (generalmente piuttosto diversa dalle modalità invalse in tutta la Chiesa). Come se le "consegne" fossero stabilite dai capicosca della setta neocatecumenale, anziché da ciò che hanno sempre fatto e raccomandato la Chiesa e i suoi santi. Se poteste chiedere a un padre Pio da Pietrelcina cosa ne pensasse della "consegna del rosario" posticipata alla "tappa di Loreto", cosa vi risponderebbe?
È già assurdo e anticattolico che i neocatecumenali, nel loro percorso spirituale, vengano privati per molti anni di tesori spirituali che la Chiesa aveva già "consegnato" a tutti i fedeli (anche ai bambini), come il rosario. Ma è davvero demoniaco che l'autorità del Cammino (i cosiddetti "catechisti", e Kiko, autodefinitosi "il Vostro Catechista") richieda che gli adepti debbano proclamarsi "figli del demonio" altrimenti non vengono promossi alla "tappa" successiva.
Ricordiamo che nei primissimi tempi del Cammino, ci si lamentò che Kiko e Carmen avevano allungato il percorso, allungandolo a ben sette anni. Ma anno dopo anno, Kiko e Carmen aggiunsero sempre nuove tappe (era troppo comodo per continuare ad estrarre la "Decima" dalle tasche dei poveracci, e organizzare ulteriori autocelebrazioni kikolatriche, come la tappa finale (si fa per dire), quella del "Matrimonio Spirituale" in Terrasanta - matrimonio "spirituale" col Cammino, s'intende! - completato dal "Pranzo a Sorpresa" al King David, il più costoso hotel-ristorante di Gerusalemme (secondo voi chi paga?).
Ricordiamo pure che per capire quanto fosse eretico il Cammino - zeppo di strafalcioni, errori dottrinali, ambiguità, vere e proprie eresie - bastò al padre Zoffoli anche soltanto l'analisi del primissimo volume degli "Orientamenti" kikiani-carmeniani. Il pesce puzza dalla testa. Lo scopo di Kiko e Carmen (se ne son vantati loro stessi) era quello di fondare una qualche "comunità" di cui essere i capi rispettati, ubbiditi, temuti, ascoltati, e soprattutto pagati. Ci sono riusciti non solo grazie agli appoggi delle massonerie (stabilire un corpus dottrinale così articolato, era un'opera impossibile in così poco tempo e per di più a due ignorantoni spagnoli che volevano solo esigere la Decima in virtù delle proprie sgangherate prediche), ma anche grazie alla confusione che regna nella Chiesa fin da quel fatidico giorno del 1959 quando Giovanni XXIII annunciò l'intenzione di indire un Concilio (infausto giorno per la Chiesa, visto che gli unici a festeggiare l'indizione del Concilio furono gli aspiranti "rivoluzionari" che volevano reinventare tutto nuovo, tutta la dottrina, tutta la liturgia, tutto, come se ciò che era stato vissuto prima - tutta la Tradizione e il Magistero e i santi fino a padre Pio - fosse sbagliato).
anche nella catechesi di stasera don Pompei ha ricordato di essere stato nel cammino (senza nominarlo) e di essersene separato "con dolore" proprio per le cose sbagliate che c'erano dentro.
RispondiEliminae ha risposto all'obiezione "ma tu devi guardare le cose buone!" --> ma il problema non sono le cose buone ma quelle cattive che stanno mischiate alle buone (e allora uno bevendosi le buone si beve anche le cattive) : bonus ex integra causa, malum ex quacumque defecto, il buono si vede solo se è interamente buono, il cattivo si vede anche da un solo singolo difetto
Pare che qualcosa di importante della vita del don Pompei venga decisa oggi (ma non è detto che ne parli già stasera).
EliminaRicordiamo ai lettori che il maggior pregio del don Pompei è di parlar chiaro e semplice su questioni che riguardano la vita spirituale dei fedeli. Oggi, infatti, clero e vescovi (e purtroppo pontefici) esalano troppa "aria fritta", a volte prendendo cantonate pazzesche (come la famigerata Dichiarazione di Abu Dhabi che insinua che tutte le religioni sono uguali).
È inutile parlare della Pace, della Bontà, del Dialogo, dell'Amore, dell'Accoglienza, a gente che non sa neppure con quale mano ci si fa il segno di croce. È inutile benedire pezzettoni di ghiaccio ecologico quando tanti fedeli sono convinti che la liturgia possa (o addirittura debba) essere uno spettacolino parolaio e che la dottrina possa (o addirittura debba) venir "aggiornata" (come se quel che credevano i santi fino a ieri fosse sempre stato sbagliato). È inutile fare mille acrobazie retoriche, mille distinguo, mille precisazioni, ed è ancora più inutile sfumare i toni per sembrare moderati, per fingere unità, o per evitare critiche. Specialmente i sacerdoti devono parlare per farsi capire: "sì, sì, no, no" (cfr. Mt 5,37), perché il di più viene dal maligno.
Intanto il mondo LGBT è infuriato con papa Leone XIV perché partecipando ad un evento "pranzo dei poveri" la tavolata dei trans era stata posta a debita distanza da lui. Ecco cosa succede quando vengono assecondate troppe richieste a cui il Successore di Pietro non è affatto tenuto: ha offerto il dito, si trova tirato per un braccio...
Naturalmente, nelle comunità kikolatriche vigerà (finché Leone XIV non li martellerà) lo slogan "noi siamo dalla parte del Papa, eh! noi sì che siamo i migliori!", sottinteso: vietato parlare delle cantonate di Amoris Laetitia, Fiducia Supplicans, Abu Dhabi, pezzettone di ghiaccio, Pachamama...