sabato 31 maggio 2025

Diciannove anni di blog

Questo blog fu aperto 19 anni fa, a fine maggio 2006, perché su altri blog venivano censurate le oneste testimonianze (e anche i placidi ragionamenti sui fatti) riguardo la setta neocatecumenale. E venivano censurate specialmente di fronte all'evidenza della lettera del 1° dicembre 2005 contenente le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI contro le carnevalate liturgiche del Cammino.

Nel corso di tutti questi anni molti fratelli del Cammino, credendo di rendere gloria a Kiko, ci hanno insultаtо, minаcciаtо, dеnigrаtо. Ma come abbiamo già detto tante volte da tanti anni, le eresie e gli errori del Cammino, così come le ingiustizie che il Cammino e i capi del Cammino hanno perpetrato, restano gli stessi, indipendentemente da quanto si è detto in questo blog. Nostro Signore lo sa benissimo, e non ha bisogno di leggere questo blog per rendersene conto.

Le sacrosante critiche al Cammino nascono anzitutto dal suo inquinamento liturgico e dottrinale. Cioè il Cammino si spaccia per cattolico ma non lo è. Non lo è perché devia dalla dottrina cattоlica; non lo è perché devia dalla liturgia cattolica. Sono deviazioni del tutto arbitrarie, nate per compiacere la superbia e l'ignoranza dei suoi autonominati "iniziatori" spagnoli, Kiko e Carmen.

È ovvio che alla gerarchia neocatecumenalizia per difendere tali deviazioni occorrerà spesso mеntire, ingannare, essere ipоcrita, calpеstare la dignità dei fratelli del Cammino. Infatti è impossibile difendere strafalcioni liturgici e dottrinali con la verità, con la fede, con la speranza, con la carità.

Ed è inevitabile che le ingiustizie perpetrate dalla gerarchia kikiana-carmeniana vengano "coperte" dalla complicità del resto di tale gerarchia anche quando sono particolarmente schifose. Nella mentalità neocatecumenale si considera lecito e addirittura doveroso mentire e ingannare quando c'è da preservare il prestigio e i soldi della propria setta e dei propri capicosca.

Di tanto in tanto qualche lettore del blog ci testimonia che qualcuna delle pagine qui pubblicate gli è stata di aiuto per aprire gli occhi sulla realtà del Cammino Neocatecumenale. Basterebbe già soltanto questo - l'aver accidentalmente aiutato qualche anima ad abbandonare la sеtta erеtica dei «nuovi falsi profeti» - a giustificare l'esistenza di questo blog e l'enorme lavoro fatto da tanti collaboratori alternatisi nel corso di tutti questi anni.

Molto più spesso veniamo accusati da qualche kikolatra di passaggio (o dai tre o quattro asini che ossessivamente-compulsivamente ragliano per disturbare qualsiasi discussione di questo blog) di "ripetere sempre le stesse cose". Sarebbe come accusare la Chiesa di ripetere sempre che il Signore è veramente risorto. Quando una cosa è vera, non ti stanchi di ripeterla.

Nei panni di un fratello del Cammino, mi sentirei gravemente interrogato dal fatto che per "criticare il Cammino" è stato sufficiente ribadire il Magistero, ricordare la Tradizione, spiegare la liturgia, rileggere il Catechismo, indicare opere e scritti dei santi, prendere nota degli atti dei vescovi e dei sommi pontefici, testimoniare l'unica vera fede...



Primo punto fermo: le verità di fede restano tali anche qualora la gerarchia cattolica si stufasse di annunciarle. Anche quando i vescovi e i parroci si affannano a parlare di temi secondari, le verità di fede non cambiano, da duemila anni non cambiano e mai cambieranno (a meno che non vogliate pensare che Nostro Signore si è sbagliato e per due millenni nessuno se n'era accorto prima di Kiko Argüello e Carmen Hernández), e l'approfondire la conoscenza delle verità di fede non può che aumentare la propria fede. (Approfondire significa anche riconoscere le eresie, cioè le distorsioni delle verità di fede)

Secondo punto fermo: la modalità di celebrare i sacramenti è descritta nel Messale e negli altri documenti liturgici validi per tutta la Chiesa, che chiariscono cosa si "deve" dire e fare, cosa si "può" eventualmente dire o fare o omettere (e in quali circostanze), e per chiarezza talvolta specificano perfino alcune cose che in una liturgia non si possono dire né fare. Dunque il seguire fedelmente il Messale non è "rubricismo" ma è fedeltà all'autorità della Chiesa che lo ha promulgato e lo ha garantito come vero culto a Dio gradito. Chi altera la liturgia, anche solo di una virgola, sta implicitamente proclamando di saperne di più della Chiesa.

La prassi liturgica invalsa nel Cammino è di infischiarsene del Messale e dei documenti liturgici, modificando arbitrariamente tante cose per adeguarle ai dettami di Kiko e Carmen. Con ciò stesso, i neocatecumenali già dimostrano di rifiutare di appartenere alla Chiesa e di seguirne le indicazioni, anche se a parole affermassero il contrario.

Le dottrine insegnate dal Cammino deviano alquanto dal Magistero della Chiesa (e dal Catechismo che ne è una chiara espressione). Anche se a parole affermassero il contrario, Kiko e Carmen e i loro adepti hanno portato avanti un gran cumulo di imprecisioni, inesattezze, equivoci, errori, vere e proprie eresie. Che non hanno mai corretto.

Dottrina e liturgia vanno inevitabilmente "a braccetto": chi inquina l'una, è perché ha già voluto inquinare l'altra. È inevitabile che chi inquina la fede finisca per inquinare anche la liturgia che celebra i misteri di quella fede. E quando lo stesso Sommo Pontefice prende «decisioni» sgradite al Cammino, gli autonominati "iniziatori" del Cammino, seguiti da tutti i loro adepti, se ne infischiano di quelle «decisioni», anche se a parole affermassero il contrario. Lo si è visto per esempio con le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI del 1° dicembre 2005, che comandava che il Cammino celebrasse "senza aggiunte né omissioni" la liturgia cattolica. E invece la risposta degli autonominati "iniziatori" fu che avrebbero ubbidito a modo loro.

In qualità di fedeli cattolici sappiamo anche che la Chiesa continua a sussistere anche quando il Successore di Pietro è incapace di scacciare i lupi fuori dall'ovile. Ed è un motivo in più per continuare a tenere aperto questo blog: informare, nel nostro piccolo, i fedeli che incappano nella setta o che stanno per esservi coinvolti a vario titolo (da fidanzati, parenti, colleghi, parroco...).

Anche se a parole affermassero il contrario, i neocatecumenali sono di fatto nemici della Chiesa e ostili alla fede. Sono convinti di essere loro i depositari di tutto, sono convinti che è la Chiesa a doversi adeguare al kikismo-carmenismo.

Dunque, questo blog continuerà ad aver motivo di esistere, almeno finché non si verificherà una di queste condizioni:

  • il Cammino viene scomunicato (o sciolto d'autorità, o semplicemente dichiarato non cattolico) dalla Santa Sede
  • Kiko rinnega le proprie eresie, con una pubblica e dettagliata professione di fede, costringendo di fatto i suoi seguaci a scegliere se stare dalla parte dell'eresia o dalla parte della Chiesa istituita da Nostro Signore Gesù Cristo.

La parlantina neocatecumenalizia potrà forse ingannare noi, ma non potrà ingannare Nostro Signore.

mercoledì 21 maggio 2025

Papa Leone XIV conosce già le porcate neocatecumenali

C'è un punto della carriera ecclesiastica di papa Leone XIV che ci fa ben sperare.

Ed è il fatto che a suo tempo è stato chiamato a dare una prima sistemata ai grossi guai lasciati dal Cammino - cioè da un vescovo neocatecumenale, dai suoi scagnozzi, dai suoi presbikikos, dalle comunità neocatecumenali incistate nelle parrocchie.

Infatti nel 2020 per un anno è stato amministratore apostolico (cioè facente funzioni del vescovo in attesa che la Santa Sede ne nominasse uno) della diocesi peruviana del Callao, una diocesi martoriata dal Cammino Neocatecumenale, che in precedenza aveva avuto un vescovo (tale Irizar) che i giornali locali definivano "il più grande amico del Cаmmino in Perù", ed il cui successore era proprio un vescovo neocatecumenale (tale Del Palacio, formato [?] nei seminari del Cammino), che venne "fulminato" dal Bergoglio durante la settimana santa del 2020 perché stava per scoppiare uno scandalo piuttosto grosso a base di neocatecumenalismo, di malavita e riciclaggio di denaro sporco e chissà cos'altro (non fu certo l'unico caso; cfr. ad esеmpio il caso del pedovescovo neocatecumenale Apuron, condannato in via definitiva sia da tribunali laici che dalla Santa Sede e dal Papa).

Nonostante non avesse raggiunto l'età pensionabile e non avesse problemi di salute, il Del Palacio si lamentò del siluramento (affermando che non gli sarebbero state date motivazioni) e "volontariamente" si ritirò e da allora è sparito da tutte le cronache ecclesiali (ma potete star certi che è rimasto al servizio del Cammino, dopotutto nei primi anni '70 ne era già un pezzettone grosso).

Possiamo dunque facilmente dedurre che Leone XIV è certamente a conoscenza di cosa succede ad affidare incarichi a dei neocatecumenali, di cosa succede a neocatecumenalizzare le parrocchie o addirittura le diocesi, di cosa succede specialmente alla liturgia e alla dottrina quando c'è di mezzo il Cammino, di come vengono trattati i fedeli e i sacerdoti che non aderiscono al Cammino... e anche di cosa succede alle risorse della diocesi quando qualche neocatecumenale ha almeno un pochino di potere decisionale.

I fratelli del Cammino fingeranno ipocritamente di tifare per Leone XIV ma sotto sotto sanno benissimo che conosce il marciume della loro setta idolatrica. E lo sanno anche i loro capibastone, specialmente quelli che corsero a fare full damage control al caos lasciato nel Callao per poter operare ancora dietro le quinte.

Ricordiamo che i fedeli cattolici accolsero Prevost con gioia:

Diamo il benvenuto a Mons. Robert Francis Prevost, O.S.A, l'amministratore apostolico della diocesi del Callao, che sarà responsabile delle indagini su tante denunce fatte, denunce di corruzione come quella dei colletti bianchi, insabbiamento di abusi di minorenni, appropriazione di immobili, licenziamenti arbitrari e violazione dei diritti umani...
Abbiamo pubblicato sul blog a suo tempo altre testimonianze tra cui ad esempio la fissazione sul "dare la Decima", che i neocatecumenali vorrebbero estendere a tutti:
[Del Palacio] Ripeteva il discorso del Papa ma ha travisato il messaggio... a proposito dell'essere cristiani, tra le molte cose che ha detto c'è incredibilmente il dare la DECIMA perché questo ti dà la salvezza, tu vivi miseramente perché non dai la decima; rispetto agli altri argomenti - preghiera, digiuno ed elemosina -, gran parte del tempo il vescovo neocatecumenale l'ha passata a parlare della decima fino a che non ha dato la colpa della povertà dei sacerdoti...
Senza contare che da quando gli è venuta la "vocazione" kikolatrica, in appena quattro anni è stato fatto prete dal Cammino.

E chissà di quante altre robacce neocatecumenali è a conoscenza Leone XIV. Non si prospettano tempi allegri per Don Kikolone.