martedì 26 maggio 2020

IL VESCOVO NEOCATECUMENALE JOSE LUIS DEL PALACIO Y PEREZ-MEDEL DEL CALLAO HA DOVUTO DEPORRE LO SCETTRO. 4° PARTE E AUTOBIOGRAFIA COMMENTATA

Quarta parte dell'articolo sul vescovo neocatecumenale Del Palacio (la terza era [qui], la seconda era [qui], la prima era [qui]) in cui avevamo tradotto i commenti dei cattolici peruviani. Per una lista completa degli articoli sui pasticci fatti dal Cammino in Perù, cliccare [qui] e seguire i link.

Ricordiamo anche l'altra pagina Facebook contro il Movimento Neocatecumenale nel Callao, "Detengamos al "Camino Neocatecumenal":

"Fuori dal Callao!"
Vi leggiamo:
"Rendiamo virale tutti questa immagine, non solo al Callao ma tutti i cattolici in generale per far sentire la nostra indignazione riguardo a José Luis Del Palacio e tutta la sua combriccola neocatecumena per il danno così grande che stanno facendo alla fede da già 6 anni."
Nel nostro piccolo "viralizziamo" questa immagine, ma lasciamo all'interesse personale di ognuno il potersela andare a leggere.

Papa Francesco ha "fulminato" Del Palacio
Quello che ci interessa adesso, è conoscere l'autobiografia che Del Palacio, fotocopia dell'Argüello, racconta viva voce ad una rivista nel 2014, di cui facciamo un riassunto e commentiamo fra parentesi le sue affermazioni:

  • "Sono uno psicologo. (ma non abbiamo trovato alcuno scritto che provi la laurea in psicologia)
  • Uno psicologo di formazione, da giovane era un direttore di discoteca, lettore di Sartre e Camus e un rivoluzionario del maggio 1968. (aveva 18 anni all'epoca).
  • A quel tempo vide che il piacere non dava felicità e si poneva le grandi domande che l'avrebbero portato a Dio."Quando sono arrivato alla facoltà di Sociologia, in appena un mese e mezzo, la mia fede mi ha lasciato". (deve essere l’anno accademico 1968-69, perché all’università ci si iscrive non prima dei 18 anni e lui è nato nel marzo del 1950. E doveva avere una fede molto traballante, se all'Università in un mese e mezzo l'ha subito lasciata. Proprio come l'Argüello)
  • Nel rivoluzionario maggio '68 ha vissuto al centro degli eventi, a Parigi. (che ci faceva un diciottenne spagnolo a Parigi mesi prima dell'inizio dell'anno accademico?)"Nel maggio del '68, volevo risolvere il male, l'ingiustizia, la sofferenza …" . C'era una domanda filosofica fondamentale, con lo scandalo del male e del dolore... la sofferenza dei bambini ha sempre attirato la mia attenzione". (nel caso dell'Argüello era la sofferenza "gli innocenti", non dei bambini).
  • Al suo ritorno da Parigi, si rese conto che l'attivismo anticonformista non era abbastanza, la lotta sociale non era abbastanza. Qual era il significato della vita? Era qualcosa nella mente umana? Nel 1969 studiavo psicologia (ma deve avere smesso subito)… Ho capito che il dramma umano aveva a che fare con il "non poter amare", qualcosa di più tipico della psicologia e della sociologia. Nel frattempo, ha continuato a lavorare su varie cose. (appunto, a 19 anni ha già lasciato sociologia prima e psicologia poi, e ora "lavora su varie cose" non proprio universitarie, come vedremo adesso).
  • "Ho lavorato nelle costruzioni a Barcellona un'estate, dalle 7 del mattino alle 6 del pomeriggio. L'anno seguente andai a lavorare in un night club, a capo di Playa de Aro, sulla costa catalana. Ho visto quell'estate che droghe, alcol, sesso e prostituzione non hanno portato felicità ai giovani. Vidi che i giovani non potevano amare. Questo mi ha fatto pensare" (stessa “crisi” dell’Argüello).
  • "Avevo letto gli esistenzialisti, Camus, Sartre … Non avevano risposte alle assurdità personali e alla sofferenza sociale. Oggi so che poiché non erano stati toccati da Dio non potevano vedere nulla del significato della vita, prezioso e bello anche nella vecchiaia e nella morte. Il caso è che, per me, tutta quell'angoscia insensata ed esistenziale mi ha portato un'ulcera allo stomaco" (Camus, Sartre, proprio come l’Argüello).
  • Poco dopo è tornato a Madrid … e lì è cambiato tutto. (aveva almeno 21 anni ed era il 1971-72).
  • "A Madrid mi hanno invitato ad ascoltare in una parrocchia. Non mi aspettavo molto. Erano laici che parlavano dell'esistenzialismo che avevo studiato. Riguardava Kiko Argüello e Carmen Hernández. Attraverso la loro predicazione mi hanno fatto interiorizzare la radice del problema dell'uomo, il significato della vita di fronte al problema del male. Lì ho sperimentato Dio, nella parrocchia di La Paloma”.
    La fede di José Luis del Palacio rinacque, quindi, a seguito di quelle prime prediche e catechesi del Cammino Neocatecumenale all'inizio degli anni 70.
  • José Luis del Palacio si rivolse allo studio della teologia e della filosofia e decise di condividere ciò che aveva vissuto, l'esperienza di garantire la fede. (allora smise di studiare psicologia).
  • Anche la mia ulcera era sparita, la mia vita era stata trasformata. Non avevo più bisogno di scappare o rifugiarmi in alcol, droghe o feste (non mi pare avesse detto che "lui" faceva uso di droghe, ma che "aveva visto che le droghe non portavano felicità ai giovani").
  • A proposito, il mio dottorato in antropologia anni dopo lo feci della festa e della Nuova Evangelizzazione (anni dopo, significa nel 2012, alla UCAM dell'amico Mendoza, ma non lo dice. Esisteva anche una pagina dedicata all'evento sul sito dell'UCAM, ma ora è "inesistente"), ricorda questo ex direttore della discoteca, che ha visto da vicino che l'alcol e la baldoria non riempiono l'uomo, ma Dio lo fa. ("direttore" di discoteca a 19 anni…).


Del Palacio al dottorato alla UCAM nel 2012

  • "Mi sono offerto di condividere la mia esperienza. Prima mi hanno mandato in Spagna: Cuenca, Siviglia, Murcia, Alicante, Jerez … Erano i primi anni 1970. Poi, nel 1976, mi hanno già mandato in Perù". (quindi, se ha cominciato subito dal primo anno di Cammino, avrà fatto al massimo cinque anni di itineranza in Spagna, altrimenti anche meno. Un novellino…)
  • "Poi, nel 1976, mi hanno già mandato in Perù. Lì andai con un prete e una giovane laica... Era il tempo delle dittature militari. Abbiamo annunciato il Vangelo in una parrocchia di Chorrillo, chiamata Los 12 Apóstoles, vicino a Lima". (4-5 anni di Cammino Neocatecumenale e poi via… ad evangelizzare in Perù! Venendo dalla dissolutezza, nemmeno dalla Chiesa.).
  • "È stato un periodo difficile in Perù. Ad esempio, lo stato razionava la carne, veniva venduta solo una volta ogni 15 giorni" (cita questa come difficoltà, tra le tante peggiori che ce n'erano)."Ma stavamo annunciando il kerygma: che Cristo offre la salvezza eterna, anche per questa vita. E così tanti giovani sono entrati in piccole comunità per vivere l'iniziazione cristiana in più fasi. Abbiamo anche annunciato il kerygma agli imprenditori" (non ne dubitavamo che l’annunciavano agli imprenditori. Del Palacio aveva quindi 26-27 anni e 4-5 anni di formazione neocatecumenale. Studiare non poteva, se faceva l’itinerante).
  • "Nel 1984, dato che non avevamo spazio per ritiri nel fine settimana, abbiamo presentato a Papa Giovanni Paolo II un progetto per case di convivenza. Il Papa ci ha incoraggiato e ci ha fatto una donazione". (Giovanni Paolo II avrebbe donato soldi ai neocatecumenali per costruire una "casa di convivenze"? oppure ha regalato qualcos'altro?). "In quell'incontro che abbiamo avuto con lui a Roma abbiamo incontrato Madre Teresa. Il Papa ci ha anche regalato un'icona della Vergine di Częstochowa (aveva 34 anni. L’incontro a cui si riferisce, col regalo di tale icona, è quello con Rino Rossi e Giampaolo Pronzato per Medellín, Colombia. Ci sono pure le foto. Che c’entra lui col Perù?)

È a loro che fu consegnata la Madonna di Częstochowa,
per Medellin
Nel 1984 "ebbe la vocazione"...

    Nomina episcopale di Del Palacio
    VIDEO QUI su Youtube
  • Sono stato ordinato a Lima quando è arrivato Giovanni Paolo II nel 1988 (ordinato prete in soli 4 anni. Ma chi è quel disgraziato che ordina uno prete in 4 anni?). Kiko e Carmen erano alla mia ordinazione. Evangelizzatori itineranti provenivano da tutta l'America Latina. Hanno proclamato una chiamata vocazionale a Lima in cui 100 giovani hanno deciso di dare la vita al servizio del Signore. Circa 70 furono ordinati pochi anni dopo. Il seminario di Giovanni Paolo II fu avviato a Callao per formare questi futuri sacerdoti, supportati da famiglie in missione che furono le prime che il Papa mandò in America Latina. E già nel 2012 sono stato ordinato vescovo di El Callao. Sono in Perù dal 1976, cioè 38 anni (neanche 4 anni di formazione?!? E che… Poi, dopo appena 14 anni da prete, è stato nominato vescovo del Callao, diocesi di oltre 900mila fedeli... carriera fulminea...)
  • Successivamente è stato nominato consulente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione." (come si è visto, riposta in pessime mani).

Nel 2016 Del Palacio ha ricevuto l' onorificenza dell'Ordine Reale di Isabel la Católica, concesso dal re Felipe VI, per il suo lavoro a favore dei più poveri e bisognosi in Perù.

Premio a Del Palacio [PDF]

Intanto abbiamo già visto re Felipe VI, la UCAM di Mendoza… tutto tra loro potenti, mentre vengono angariati i poveri.
Così è come i potenti trasformano la cenere in oro, ad uso e consumo della loro immagine, credendo che il Signore non si prenda cura dei poveri che affliggono…
Ma la vicenda del Callao ci mostra che non è così…

27 commenti:

  1. “C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé.” (Oscar Wilde)

    Buongiorno a tutti.
    Pur apprezzando molto l'opera certosina di Libera Mens Semper nelle inchieste in cui si rivela sempre più maestra, mi chiedo se, parlarne così tanto non si riveli, alla fine, controproducente.
    Alcuni, come me, rigettiamo spontaneamente fatti e personaggi che abbiamo vissuto in prima persona, altri, fanatici e condizionati, alimentano il loro story telling fuorviato, altri ancora, quelli che cerchiamo di raggiungere per trarre fuori dalla setta, di fronte alle grandi quantità di notizie, così come dinnanzi alle predicazioni troppo lunghe, potrebbero attenuare il loro grado di attenzione.
    Ma questo è soltanto una mia opinione.
    Grazie L.M.S. per il tuo lavoro paziente.
    M.i.B.

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    1. La preziosità di queste inchieste (più esattamente: traduzioni da articoli di stampa, documenti pubblici, e pubblici commenti su Facebook: abbiamo aggiunto solo qualche punto interrogativo per indurre a verificare e a riflettere) sta nel fatto che anche i giornalisti più quotati peccano ogni tanto di pigrizia.

      Per esempio, proprio riguardo al caso Del Palacio, perfino il Tosatti - solitamente piuttosto preciso - si è fidato di un "pezzo" che gli hanno mandato dei kikos (o gente piuttosto pigra) senza fare un paio di ricerchine Google sui media peruviani.

      Il risultato è che Del Palacio, dalle pagine di Tosatti, è stato spacciato per "arcivescovo" (non è arcivescovo: il Callao è solo "diocesi", suffraganea dell'arcidiocesi di Lima, pertanto il titolo di arcivescovo non gli spetta).

      Del Palacio vi viene descritto come uno che "ha le idee chiare", e su questo siamo perfettamente d'accordo, anzi, non sono "idee", è proprio un'ossessione, è l'ossessione dei kikolatri del dover kikizzare ad ogni costo ogni posto in cui riescono ad incistarsi. Ma i lettori vengono ingannati da quel "pezzo", e il "fulminato" Del Palacio diventa improvvisamente un super kattolikone impunemente perseguitato da papa Francesco (siamo al paradosso: quando vengono perseguitati i Francescani dell'Immacolata, i soloni super conservatori vanno dicendo "boh, si vede che avran fatto qualcosa per meritarselo"; quando viene finalmente spazzato via un vescovo neocatecumenale, ci ritroviamo il Tosatti che ci infligge un peana su quant'era buono e mansueto e cattolico un soggetto che ha perseguitato i cattolici e ha tentato di cancellare la fede cattolica per sostituirla con quella in Kiko, a cominciare dall'obbligo del pagamento delle Decime - e indovinate che fine avrebbero fatto i soldi delle Decime parrocchiali...).

      In quel peana Del Palacio vi viene descritto come uno che fa sia "evangelizzazione" che "impegno sociale", e poi "i poveri", i "giovani", eccetera. Tosatti - che non è cretino - nel leggere tutte quelle buzz-word altisonanti, con tanto di "kerigma" e slogan kikiani espliciti, avrebbe dovuto farsela qualche domandina sull'attendibilità della fonte.

      Già che ci siamo, il pezzo menziona anche i due seminari presenti in diocesi: quello diocesano, fondato nel 1988 e che attualmente conta 98 seminaristi, e quello neocatecumenale, solito doppione implementato perché le vocazioni neocat non sono vocazioni cattoliche, che accoglie poche decine di giovani (non fatevi impressionare dai numerosi laici kikiani presenti nella foto: avranno inserito perfino l'idraulico neocatekiko), fondato nel 2004, e che avrebbe già sfornato un vescovo neocatecumenale, tale Del Rio Alba. Pochi anni dopo, nel 2011, l'ex capo dell'Equipo Itinerante del Perù diventa vescovo di Callao.

      Ora, era davvero così difficile fare due minuti (diconsi due minuti) di ricerchine Google per scoprire tutte queste cose? O almeno sondare rapidamente Facebook riguardo alle parole "Callao" e "Del Palacio"? Oppure, nel pubblicare il pezzo, il buon Tosatti doveva solo fare un favore a qualcuno a cui non si poteva rifiutare? Qui non abbiamo la pretesa che tutti capiscano al volo che il termine "nuova evangelizzazione" in italiano significa una cosa cattolica, e in kikiano-carmeniano significa una cosa anticattolica. Ma almeno, su, dai, due minutini di ricerchina Google per sapere di chi stiamo parlando...

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  2. DEL PALACIO È ANCHE "SOSIA UFFICIALE DI KIKO 2020"...

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    1. Ora il fenomeno è leggermente scemato, ma prima i giovani neocatekiki amavano esibire la barba alla foggia di Kiko, grattugiare la chitarrella alla maniera di Kiko, fumare sigari e sigarette alla maniera di Kiko, vestire come becchini alla maniera di Kiko, urlare i canti tentando di imitare la maniera di Kiko... E non è un caso che praticamente tutti i capicosca del Cammino diano la stessa impressione (anche il Gennarini cerca di sembrare un sosia di Kiko, così come i vari Morfino, ecc.).

      A tal riguardo raccomando la lettura dell'articolo: Ham ham scusate me s'è seccata la gola.

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  3. Riguardo a Felipe VI sopra citato, occorre tener presente la sindrome delle "pubbliche relazioni di personaggi di pubblica rappresentanza". Non sappiamo dire se re Felipe abbia deliberatamente "endorsato" il vescovo neocatecumenale: potrebbe anche darsi che gli è stato presentato "da premiare" da soggetti di cui si fidava.

    Questo ci porta a un'altra considerazione. In teoria (e ripeto: in teoria) i meccanismi della "carriera" sacerdotale ed episcopale sono organizzati davvero bene. Occorre qui qualche spiegazione sommaria.

    Uno convinto di essere chiamato al sacerdozio si presenta al vescovo per farsi vagliare, ma è bene farsi presentare da un sacerdote di fiducia del vescovo. Nel periodo di formazione non ci sono solo gli studi teologici, ma anche il vaglio di formatori (sacerdoti) di fiducia del vescovo: il vescovo terrà in conto di tutte le opinioni prima di conferire il sacerdozio.

    E su un piano più alto, i vescovi propongono le candidature all'episcopato (quando hanno un sacerdote di buona reputazione, buona formazione, e con almeno dieci anni di sacerdozio), e la Congregazione per i Vescovi comincia un'indagine sul candidato, segreta, per lettera, nella diocesi dove opera il sacerdote e fuori. Bastano motivi piuttosto "banali" (banali solo a prima vista) per stroncare una carriera: per esempio, se risultasse che il candidato è ambizioso e desideroso di far carriera, o se risultassero sue azioni "pubbliche" - magari perfettamente morali - che però nei decenni successivi potrebbero essergli ritorte contro dai media per procurare scandali (perfino una falsa accusa da cui era stato scagionato è un problema serio), ecc.

    Infine, la Congregazione propone al Papa una terna (tre candidati, più il risultato delle inchieste e i pareri dei vescovi), e il Papa sceglie.

    Dunque, finché il meccanismo gira onestamente, è teoricamente impossibile ordinare vescovo un soggetto discutibile, tanto meno in tempi brevi. Il guaio è che un vescovo può "premere" abbastanza per portare avanti un proprio candidato a tutti i costi - incluso il deviare l'indagine facendo parlare solo i preti favorevoli al candidato -, senza contare che nella Congregazione potrebbe esserci qualcuno a fare lo stesso "lavoretto" per decidere delle carriere, e a furia di ripresentare un nome, si finisce per imporlo al Papa.

    Lo stesso dicasi per i seminari, tanto più quelli kikiani, dove la formazione "uuh da noi dura almeno nove anni, uuh!", ma poi se hai la suprema raccomandazione kikiana - come il Del Palacio - in appena quattro anni giungi all'ordinazione. E dobbiamo pure dire che ha aspettato ben quattro anni perché avevano già pianificato di farlo diventare vescovo: quattro anni è il minimo stabilito dal Codice di Diritto Canonico, e se l'avessero fatto ordinare in soli tre anni, probabilmente la sua carriera verso l'episcopato sarebbe stata bloccata in partenza.

    I capicosca della setta kikiana avranno martellato chissà come, attorno ai suoi dieci anni di sacerdozio, per far passare avanti il dossier "addomesticato" su del Palacio e imporlo a Benedetto XVI risalendo la catena di soggetti di cui Benedetto XVI si fidava. Ed era essenziale che il Del Palacio avesse un pedigree tutto sbrilluccicoso ("ordinato prete da GP2, ordinato vescovo da B16") per mettere a tacere le sicure critiche di questo Grande Neocatecumenalizzatore che come primo incarico becca una diocesi rilevante come quella della regione del Callao.

    Quando ci troviamo di fronte a sacerdoti notoriamente immorali fin da prima dell'ordinazione (come Apuron, che si distinse per pedofilia mentre era ancora seminarista) dobbiamo sempre pensare a tutti i punti in cui quei "meccanismi" si sono inceppati, ai ricatti intermedi, alle vendettine trasversali, alla vera e propria simonia.

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    1. A titolo di curiosità storica per chi ci leggesse senza capire certi riferimenti.

      La "teologia della liberazione", sviluppatasi per lo più nell'America latina a partire dal 1968 (anch'essa con la comoda scusa di essere "frutto del Concilio"), è solo l'etichetta elegante del cattocomunismo più becero. Il fatto che oggi stia tornando in auge, con i dovuti accorgimenti politically correct e il furbesco utilizzo di temi e di soggetti che sono simpatici al Bergoglio, non deve far dimenticare che essa era ed è il tipico madornale errore di ridurre la fede a strumento di lotta politicheggiante, con imprecisati riferimenti a un'improbabile emancipazione politica e sociale, come se tali emancipazioni fossero indispensabili alla salvezza.

      E quando una moda teologica diventa un po' troppo insistente, si arriva a situazioni grottesche, come quelle dei preti guerriglieri che imbracciavano il mitra per fare la rivoluzione comunista.
      La principale figura di tale "teologia" è un prete domenicano del Perù, tal Gutiérrez, oggi ultranovantenne.

      Prima di Del Palacio, nel Callao era stato vescovo fino al 2011 tale Irizar, legato a una nota famiglia spagnola di costruzione di carrozzerie per autobus. Sulla stampa mons. Irizar veniva qualificato come "il più grande amico del Cammino in Perù". Prima di lui era stato vescovo del Callao tale Durand-Flórez, gesuita, nel ventennio 1975-1995. I gesuiti hanno sempre avuto un debole per la teologia della liberazione.

      È una pericolosa illusione contrapporre il neocatecumenalismo alla "teologia della liberazione". È come contrapporre un cancro a un tumore, fermo restando che nel caso specifico il tumore è meno ruspante e più elegante.

      In qualità di cattolici non abbiamo bisogno di mode teologiche né di "itinerari di riscoperta" fondati sulle paturnie di autoinventati "iniziatori" vogliosi di essere capi ubbiditi, lodati e pagati. L'obiettivo di ognuno di noi è quello di giungere alla salvezza, mediante ciò che la Chiesa ci ha sempre garantito. I grandi santi non hanno mai scavato nelle tasche dei fedeli, mai preteso trattamenti di riguardo, mai insegnato altro che la perenne dottrina dell'unica vera Chiesa istituita personalmente da Nostro Signore. L'unica vera Chiesa non ha mai preteso le "Decime", mai imposto assurdi fardelli, mai banalizzato i sacramenti, mai invitato alle dottrine fai-da-te, mai preso sul serio i "santoni".

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    2. Mi dispiaccio se, definendoti "maestra", ti sia offesa, volevo soltanto dare merito alle tue pazienti ricerche. Per il resto rimango nelle mie opinioni che dipendono essenzialmente dal mio vissuto che mi porta a rifiutare certi approfondimenti per una mia idiosincrasia (pensavo di averlo sufficientemente annotato nel mio intervento).
      M.i.B.

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    3. Ho riletto le mie righe e non mi pare di aver mai nemmeno concepito concetti di noia o "pallosità" e neanche di giudizio di merito verso i tuoi scritti ma soltanto valutazioni di opportunità.
      Detto ciò ti auguro buon pomeriggio, gentilissima L.M.S..
      M.i.B.

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Vorremmo ricordare ancora una volta ai gentili commentatori che questo è uno spazio commenti, non un muro da imbrattare a disposizione dei vandali di passaggio.

    Non può essere considerato commento un'accrocchio di frasi sgrammaticate (o lenzuolate di copia/incolla, o sproloqui fuori tema) riassumibili in "vi sbagliate!" e magari inserite in forma del tutto anonima. Infastidire chi svela gli errori del Cammino, significa confermarli, significa essere deliberatamente complici di quegli errori, significa non avere altri argomenti.

    Come potete notare sfogliando le duemilatrecento pagine di questo blog pubblicate lungo quattordici anni, oltre alle numerosissime testimonianze - delle quali non avete il diritto di pensare che siano tutte "false" e tutte intese a "infangare" il Cammino: se solo l'un per cento è vero, in nome di Dio dovreste correre ai ripari e correggere il Cammino e i suoi capi! -, tutto il materiale che pubblichiamo proviene da pubbliche fonti, specialmente neocatecumenali, e indichiamo sempre i riferimenti e gli approfondimenti per chiunque volesse verificare e capirne di più.

    Potrete forse ingannare gli uomini, ma non potete ingannare Dio.

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  6. @M.i.B. e @Libera

    Per me personalmente questi post sono molto interessanti, come credo che lo siano per la gran parte delle persone che frequentano questo blog. Come scrive Libera, è importante conoscere i risvolti pratici delle deviate "dottrine" neocatecumenali. Se per qualcuno questi risvolti risultassero noiosi, pace. Lo scopo di questo blog è rendere un servizio alla verità del CN, non risultare attraente per tutti. Del resto, la gran parte dei neocat. che legge il blog non sembra granché interessata a leggere e a capire il contenuto dei post, ciò che si evince dal fatto che praticamente MAI nei commenti dei camminanti vengono fatti rilievi / osservazioni / puntualizzazioni / domande sul contenuto dei post, ma generalmente vengono lanciate accuse generiche o vengono fatte affermazioni del tipo "da me questo non succede", "nella mia comunità vengono rispettati gli statuti", "da noi i catechisti non violano il foro interno della coscienza", e sim. Questo affermazioni possono anche corrispondere al vero, ma se situazioni così idilliache esistono, sono delle eccezioni nel Cammino Neocatecumenale. E comunque non diminuiscono in alcun modo la validità di quanto affermato nei post, che generalmente è sostenuto da prove concrete.

    Per parte mia ringrazio Libera che ci mette impegno, intelletto ed energia per mettere a disposizione di tutti in italiano informazioni che vengono tenute ben nascoste dai vertici del Cammino. Ricordo bene quando ero nel Cammino. Mai e poi mai si dceva la verità. Generalmente nessuna informazione veniva data su tutto quello che era esterno alla propria parrocchia, se non le informazioni ufficiali, sempre in stile e con tono trionfanti: c'è stata o ci sarà la convivenza tal dei tali, sono stati aperti tot seminari RM, si sono alzati migliaia di giovani alla GMG tal dei tali, e simili. Nei pochissimi casi eclatanti, in cui la débacle del Cammino era sulla bocca di tutti e non si poteva mettere a tacere, tipo il Giappone, i fatti, anzi neanche i fatti, ma l'avvenimento in generale (nel caso in questione, la cacciata dal Giappone) veniva presentato come generica "persecuzione" ai danni del Cammino, senza ulteriori dettagli. Proprio come nelle dittature: il popolo va tenuto nell'ignoranza e se la notizia di un qualche fatto spiacevole alla fine trapela, l'informazione viene artatamente distorta in modo da far apparire il fatto come opera di un non meglio precisato nemico. E così i "piccoli", che vogliono credere ciecamente senza porsi domande, si mettono l'animo in pace e chi sta in alto continua tranquillo nelle sue malefatte e si frega le mani tutto contento.

    Quindi grazie ancora Libera.

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  7. Al momento manca un mio intervento esplicativo precedente a quest'ultimo inserito come risposta a L.M.S. ma, lungi da me il pensiero di fare polemica o sminuire il lavoro fatto da lei, preferisco concludere il tutto con buona pace di tutti.
    Buon pomeriggio
    M.i.B.

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  8. Come ho scritto in un commento su altro post, trovo molto interessanti i post di Libera.
    Vanno a supplire alla mancanza di informazioni della nostra stampa su fatti e personaggi lontani dalla nostra Penisola ma quanto mai vicini al modus operandi del cammino neocatecumenale.
    Il lavoro di Libera è prezioso perchè analizza ad ampio spettro il fenomeno NC.
    Ho sempre pensato che dietro al CN ci fossero degli interessi politici e economici, ma non avrei mai immaginato che fossero cosi forti ed estesi.
    Qualche giorno fà ho visto, su netflix, un documentario su Scientology , si intitola Going Clear.
    Se potete, vi consiglio di vederlo, mi è sembrato di vedere rappresentato il cammino neocatecumenale all'ennesima potenza.
    Sembra una evoluzione naturale del CN: Soldi,Potere,Manipolazione,Plagio,Sofferenza,Chiusura,Superbia,Ricatto,Violenza,Ipocrisia,Falsità.
    Una specie di CN in versione migliorata e DE LUXE.
    Solo che Scientology, a differenza del CN, almeno non si nasconde dietro alla Chiesa Cristiana Cattolica.
    Fanno le stesse cose, allo stesso tipo di persone, ma hanno il coraggio di farlo in proprio.
    Mi ha colpito la testimonianza di un ex dirigente che è stato catturato nella "setta"da uno scritto in cui si affermava che scientology si propone ma ti lascia libero di decidere di lasciare se non sei d'accordo con il suo pensiero,il problema è che dopo scientology cambia il tuo pensiero.

    LUCA


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  9. Se gli oppositori al Cammino del Callao fossero stati seguaci della Teologia della Liberazione, la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso non sarebbe stata la sostituzione di una vecchia e venerata immagine della Madonna.
    Infatti ciò che accomuna il Cammino alla Teologia della Liberazione, oltre a considerare tutto il passato della Chiesa e il suo stesso Magistero non conforme al vero messaggio evangelico (rifiuto della Sacra Tradizione) è l'allergia verso la pietà mariana.

    E' vero che il Magnificat viene visto dai teologi della liberazione come l'inizio della rivoluzione, ma è chiaramente un pretesto, in quanto Maria è poi da essi sminuita e malvista.
    Ma anche Kiko dice che la Madonna sarebbe all'inizio della rivoluzione neocatecumenale e attribuisce a lei la volontà di far sorgere il Cammino. Ma tutti sanno che Kiko si comporta come fosse geloso della Madonna, come non volesse altra devozione che quella verso di lui

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  10. Ciò che accomuna il Cammino alla Teologia della liberazione, più che le singole idee, è la mentalità ideologica.

    Se estrapoliamo dal contesto certe idee del Cammino e le confrontiamo con le corrispondenti della Teologia della liberazione, potremmo notare delle grandi differenze, ma se dovessimo giudicare le due realtà solo da queste, il giudizio sarebbe parziale e, soprattutto, superficiale.

    Il Cammino, come la Teologia della liberazione e tutte le ideologie, propone un "pacchetto" di idee umane, prendere o lasciare. Alcune idee sono giuste, altre sbagliate, ma è soprattutto sbagliato il contesto che fa trattare le stesse idee giuste in modo sbagliato.

    Tutte e due i movimenti infatti, trattano anche le idee giuste come se non si potessero estrapolare dall'insieme.
    Così la generosità, cosa buona, nel Cammino NON serve per la Chiesa e i poveri, ma per far arricchire il Cammino e a favore dei ricchi.

    Il fatto è che sia il Cammino che la Teologia della liberazione hanno poca "dimestichezza" con la GRAZIA.
    Il Cammino è fideista, cioè basta che fai un'opera di cui è contento Kiko, come versare la decima, e ti salvi. In automatico. Una vera gnosi.
    Per la Teologia della liberazione, la giustizia, ridotta solo a giustizia sociale (che è importantissima naturalmente, ma soprattutto perché è innalzata dalla grazia), è una questione solo umana, che l'uomo deve perseguire con mezzi solo umani.
    E di fatto si è visto di preti e monaci che, invece di pregare, imbracciano il mitra.

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  11. OT
    Enzo Bianchi cacciato via dal monastero di Bose. Fuori un eretico.
    http://blog.messainlatino.it/2020/05/breaking-news-enzo-bianchi-allontanato.html?m=1

    Frilù

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    1. Sia pure con qualche variazione, sembra il classico caso di "Crono che mangia i suoi figli"...

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    2. A questo proposito,
      qualcuno sa se Papa Francesco, volendo, avrebbe il potere di fare la stessa cosa al Kiko Arguello?

      In realtà non mi è neanche chiaro quale potestà abbia il Papa sullo stesso Bianchi, visto che costui non è né prete né frate né monaco, né niente.

      A.Non.

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    3. A kiko arguello il Papa credo non avrebbe potere di fare nulla, è un libero cittadino, non dipendente dal Vaticano, anche se potrebbe effettivamente scomunicarlo, ma la scomunica non è certamente nelle corde di questo pontificato e non va più di moda. Potrebbe però fare qualcosa al movimento da lui fondato e capeggiato, ossia espellerlo dalla Chiesa Cattolica. Lo farà? Non credo. Continuerà a fare richiami che rimarranno inascoltati. Si limiterà a questo o cercherà di accelerarne la "morte"? Chi lo sa.

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  12. Caro Tripudio se getti fango sulle persone e le offendi, insulti, le calunni, in modo anonimo, non puoi aspettarti che ti scrivano elogi o che ti facciano dei complimenti.Esci dall' anonimato, agisci a viso aperto, senxa questi infingimemti, fai informazione corretta ed onesta, vedrai che di commenti oltraggiosi ne riceverai pochi.Se sei scorretto, non puoi aspettarti che scorrettezza, chi di spada ferisce di spada perisce o meglio, chi la fa l' aspetti.Se sei violento, aggressivo, non puoi che aspettarti altrettanto.Buona giornata

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    1. Quante stupide falsità. L'anonimo delle 13:07 è letteralmente ossessionato dall'esistenza del sottoscritto. Ed in puro stile kikiano, decide che ogni mezzo è lecito, anche il più immorale, pur di difendere la setta di Kiko e Carmen. Aveva ragione padre Zoffoli a dire che i neocatekikos sono «gente fanatica, abilissima a mentire, malata di presunzione».

      Anzitutto, prima di giudicare me, cari fratelli del Cammino, chiedetevi se non siate voialtri a "gettare fango" su chiunque faccia presente - anche civilmente e pacatamente - gli errori del Cammino e dei suoi autonominati "iniziatori" e della gerarchia dei cosiddetti "catechisti".

      Per esempio, potreste dirci che ne pensate dell'aver ospitato lo squallido McCarrick, il perodilo Apuron, eccetera. Come diavolo è possibile che ve la prendiate con tanta crudele foga contro gli "ex" neocatecumenali - diluviandoli di fango, offendendoli, insultandoli, calunniandoli, quasi sempre in modo anonimo -, e siate immensamente garantisti e perdonisti nei confronti di pedofili impenitenti (membri del Cammino), eretici impenitenti (membri del Cammino), calpestatori dell'innocenza (membri del Cammino), mentitori conclamati (membri del Cammino), arrivisti e mafiosi di ogni sorta (appoggiatori del Cammino e membri del Cammino)...

      E poi, tu, anonimo che non ci metti il nome e la faccia, dopo avermi calunniato, infangato, insultato, offeso, pretendi che il sottoscritto ti risponda mettendoci il nome e la faccia?

      Ma ti interessa o no, sapere se le cose pubblicate qui sono vere?

      Nello scoprire che il Cammino contiene errori liturgici e dottrinali, ti interssa o no correggere il Cammino?

      Se Kiko esala un'eresia, come ti comporti? Lo correggi in comunità e davanti ai cosiddetti "catechisti", oppure taci e continui a pagare la Decima?

      È tutto qui il problema. Per te idolatra, l'idolo va adorato anche quando sbaglia, anche quando inganna, anche quando mente.

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    3. Perché nel Cammino non ti insegnano a non resistere al male, ma solo a far finta. E certamenter non ti insegnano l'amore per la veriotà, ma solo l'"amore", malsano, per il Cammino, cioè l'idolatria del Cammino. In nome di questa idolatria, tutto è lecito.

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  13. Mi pare perfettamente logico che chi non crede nella vita eterna finisca automaticamente per ridurre la fede ad uno strumento che serve a procacciarsi fortuna.

    Anzitutto Nostro Signore ha promesso il "centuplo" sì, ma «insieme a persecuzioni» (cfr. Mc 10,29-30). Dunque già il Vangelo stesso ci mette in guardia contro la riduzione della fede ad elegante superstizione.

    In secondo luogo, ma non meno importante, è che quel "centuplo" non è il pagamento di una vincita alla lotteria, ma un insieme di imprevedibili circostanze materiali e spirituali che non possono essere ridotte a "fortuna nella vita" oppure a "vittoria della lotteria dell'aldilà", e che comunque comprendono spesso anche il fatto che altri intorno a te riconoscono che uno si sta veramente donando a Cristo.

    Me ne sono accorto perché ero dall'altra parte della barricata e ho fatto cose che un tempo non mi sarei mai sognato di fare: fare qualche "dono" a certe anime solo perché erano consacrate a Cristo. Cioè ho liberamente riconosciuto che la mia fede aveva tratto beneficio dalla loro, e perciò il gesto più naturale è stato quello di "ricompensarle" un po', per di più in maniera anonima, in modo che ringraziassero non me ma il Signore. Diciamo che nel mio piccolo ho "collaborato" a quel centuplo.

    Nel Cammino non esiste questa libertà. I soldi te li tirano letteralmente dalle tasche. Sei un pollo da spennare, e adoperano ogni più viscido mezzo pur di salassarti, a cominciare dal ricattino morale: "stasera c'è la Decima, raccolta soldi per i seminari, colletta per le missioni, fate un altro giro di sacco nero, bisogna far passare di più la borsa perché altrimenti si ferma l'evangelizzazione". Non c'è la tua libertà in gioco, tanto meno la tua gratitudine. C'è solo un impegno, calato dall'alto sulle tue spalle e tarato in modo da eliminare la tua libertà (infatti ti martellano sempre di non essere "in braccio a mammona", col sottinteso che se non versi un pacco di soldi al Cammino allora sei "schiavo del demonio": ricatto morale).

    Se ci fosse di mezzo la tua gratitudine, tu potresti versare la Decima ad un'opera caritativa del tutto estranea al Cammino senza il terrore di venir marchiato come superbo, schiavo di mammona e in braccio al demonio. I capicosca della setta neocatecumenale hanno bisogno dei tuoi soldi in contanti, "puliti" e non tracciati, per fare i loro strani giri che chiamano abusivamente "evangelizzazione".

    Se ci fosse di mezzo la tua libertà, tu potresti benissimo decidere che il Cammino non vale i soldi che ti chiede, che qualche altra opera cattolica (ed estranea al Cammino) meriterà i tuoi soldi (decidendo tu "quando" e "come" e "in che quantità", senza percentuali prefissate), e che in nome del sacramento del matrimonio sei comunque tenuto a pensare prima al tuo coniuge e ai tuoi figli (se stai spendendo soldi per pagare le bollette, l'affitto di casa, la scuola ai tuoi figli, ecc., ti sei già "provato coi beni" perché invece di darti al lusso sfrenato stai onorando il sacramento del matrimonio che il Signore ha istituito; non puoi illuderti che Dio gradirebbe che i tuoi soldi vadano alle attività del Cammino anziché al curare i tuoi familiari e i tuoi doveri di stato).

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  14. Notizia fresca. Kiko è uscito dal nascondimento e ha inviato una lettera, che ci verrà letta sabato. Si daranno anche indicazioni sulla veglia di Pentecoste

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