domenica 28 febbraio 2010

Ennesima verifica che nel Cammino neocatecumenale nulla è cambiato, nulla PUO' cambiare...

Pubblichiamo questa ennesima toccante testimonianza, depurata dei dati personali per i noti motivi esposti anche da chi ci scrive... Di per sé essa non ci dice nulla di nuovo, tuttavia è la riprova che purtroppo nel cammino nulla è cambiato, come andiamo verificando e sostenendo; il che ancora una volta lascia interdetti e sgomenti non solo sull'approvazione, ma sugli autorevoli 'mandati' ad evangelizzare... più che legittimo, anzi doveroso continuare a tenere desto l'interrogativo: questa cosiddetta "nuova evangelizzazione" - talmente "nuova" da essere "altra" - a chi, a cosa porta le persone che si lasciano coinvolgere e che purtroppo d'ora in avanti saranno coivolte loro malgrado in tutte quelle diocesi in cui viene adottata la famigerata "conversione pastorale", in chiave di iniziazione NC, addirittura promossa dalla CEI?)

Carissimi fratelli in Cristo,

Non posso dire la mia parrocchia di residenza proprio perchè sono sotto ricatto da parte del CNC nè tantomeno rivelare il mio nome e la mia professione, sarei immediatamente riconoscibile. Ringrazio, i fratelli in Cristo, che offrono una possibilità di non lasciare la chiesa, dopo l'esperienza con il CNC, che lascia storditi e senza punti di riferimento. Altro che iniziazione cristiana! Costoro sono affamati di soldi e di potere, lupi rapaci, fanatici e violentatori delle coscienze di molti ingenui che, come me, hanno aderito e continuato il CN in totale buona fede. Prego per voi, affinchè diventiate i necessari anticorpi, per combattere questo nuovo morbo che affligge la chiesa. "Non praevalebunt!"

Chi vi scrive è una persona che ha fatto parte del cammino neocatecumenale anzi, ha rivestito il ruolo di "cantore", per tre anni. Quando sono stato avvicinato dai neocatecumenali stavo attraversando un difficile periodo sia psicologico, sia familiare, che mi ha reso facile preda del CN . Inizialmente l'ho vissuto come una specie di rifugio, anche perchè non sapevo dove altro andare, ero molto solo. Ma fin dall'inizio mi sono accorto di alcune "stranezze", le catechesi erano troppo lunghe, martellanti, per cui ne uscivi sfinito, la famosa "koinonìa" altro famoso termine del gergo NC, ( leggi comunione - amore) non esisteva affatto all'interno della comunità, nè è mai esistita, e si che io quando facevo il canto finale, celebravo proprio questo: la koinonìa.Quando domandavo spiegazioni sulla questione mi veniva risposto che io non dovevo pensare all'amore dei fratelli ma all'amore di Cristo, che ero lì per rendere un servizio al Signore. Mi rivolgo ad ipotetici ascoltatori estranei al CN: non vi pare un po' schizofrenica questa dicotomia, per cui, da una parte ci si rifaceva e si volevano imitare le prime comunità cristiane, i cui aderenti si riconoscevano per l'amore che si portavano l'un l'altro, e dall'altra parte questo amore veniva negato per collegarsi a qualcosa di divino : Gesù. 
E' semplicemente un'aberrazione che si percepisce immediatamente: Gesù è l'Amore per antonomasia, ha amato tanto i suoi amici da dare la sua vita per loro, e chi lo segue deve imitarlo! Altro che storie! 
L'importante per essere un bravo catecumeno, era non fare domande, obbedire ciecamente ai superiori ed andare a tutte le convivenze possibilmente pagando per te e anche per altri. 
Avrei tante cose da raccontare come per esempio che si costringevano i neocatecumeni sottoposti a scrutinio a raccontare peccati commessi anni prima e già perdonati dal sacerdote : vi chiedo che senso ha tutto questo se non quello di cercare di formare una spirale ricattatoria, che in caso di abbandono del cammino diventa un'arma molto potente e può diventare paura e vergogna e violentare le coscienze di molti ? 
Ma purtroppo c'è anche di peggio. A me è successa una cosa che mi fa male a scriverla: un sacedote fervente NC, dopo un mio primo tentativo di abbandono, alla mia richiesta di confessarmi con lui, non mi ha lasciato quasi parlare, ha parlato lui, ha urlato, con gente che intanto entrava e usciva dalla stanza, ed altra che aspettava in chiesa, che il vero motivo per cui me ne volevo andare era perchè ero avaro e non volevo pagare la decima [vedi] ( eh si! io non ci credevo amici miei, ma dopo il secondo scrutinio, ti viene fatta esplicitamente questa richiesta e guai a esprimere una qualsiasi obiezione : sei indemoniato! ) devo dire che da un sacerdote questo non me lo sarei mai aspettato, e credetemi soffro, nello scrivere questa testimonianza. In breve, sono uscito da questa confessione, violentato nello spirito anzichè riconciliato col Signore. Infatti, ve lo confesso, ero talmente sconvolto e poco sicuro di quell'assoluzione per me senza valore che a scanso di equivoci, il giorno dopo sono andato a confessarmi con un prete "normale" senza raccontargli niente dell'accaduto ma accusandomi dei peccati che ritenevo in buona coscienza di avere commesso. Dopo mi sono sentito in pace. Non bisogna portarsi il ragioniere per andare dal confessore a giustificare la propria posizione economica!!! 
Io prego per i miei fratelli del cammino, anche perchè molti sono in totale buona fede, ma prego soprattutto per questo sacerdote affinchè il Signore lo illumini e gli faccia capire quanto si è allontanato dalla verità. 
Avrei ancora tante cose da dire, ma qui vi saluto, pregandovi di non pubblicare nè il mio nome nè la mia email, ma solo il mio nickname: freedom, proprio a causa dei ricatti che potrei subire. 
Grazie Cordiali saluti. Vostro fratello nella fede
Freedom

venerdì 26 febbraio 2010

Un tuffo nella Speranza cristiana, nel Getzemani della Chiesa

Stavo leggendo una recente riflessione di Don Curzio Nitoglia e vorrei condividere questo brano, seguito da una mia meditazione, conseguente: 
Per quanto riguarda questa “notte oscura” che è la crisi che attraversa l’elemento umano (“in membris et in Capite”) della Chiesa, dobbiamo rifarci all’Ecclesiaste, tutto passa, tutto è vacuo, solo Dio e ciò che è divino resta. Davanti al male agire e al falso insegnamento che ci frastorna da cinquanta anni, occorre non farsi ingannare, illudere e incantare. Bisogna una buona dose di dis-incanto. “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo” come se fosse una divinità, tutto è caduco, uomini e strutture, tranne Dio e la sua Chiesa nel suo elemento divino, il quale può essere supportato da un supposito umano deficiente, vacuo, vano e caduco, proprio come succede dal 1958 sino ad oggi. Onde bisogna ripetere la giaculatoria di Salomone: “vanità delle vanità, tutto è vanità”. Tutto è inconsistente, e un nulla di fronte all’Essere stesso sussistente. Non lasciamoci turbare l’anima e la dolce presenza di Dio in noi, mediante la grazia santificante, dagli avvenimenti vacui, vani e inconsistenti di questo mondo creato. Tale “crisi” si riflette su ogni anima e istituzione umana o ecclesiale, quindi, non dobbiamo meravigliarci di nulla, illuderci di niente, ma dis-illuderci, dis-incantarci. Sappiamo che “le porte dell’inferno non prevarranno” contro la Chiesa di Roma alla quale soltanto è stata promessa l’indefettibilità. Onde non attribuiamola a nessun altra persona o istituzione umana, civile o ecclesiastica. 
Come è importante rimanere saldi, nonostante la tempesta, qualunque tipo di tempesta ci veda coinvolti in tutti gli ambiti della nostra vita! Solo la casa costruita sulla roccia, la nostra Roccia, che è il Signore Gesù, può riuscire a resistere... Poi ognuno "trova gli elementi della sua vita negli apporti che, attraverso canali spesso ignoti, gli vengono dai mondi fraterni di cui a volte, tuttavia, conosce appena il nome o il sito. Con la coscienza di questi scambi, di questa incessante circolazione, io mi apro alla Speranza", come dice Gabriel Marcel, che esprime la Speranza cristiana in questi termini: « potremmo dire che la speranza è essenzialmente la disponibilità di un'anima così intimamente impegnata in una esperienza di comunione da compiere l'atto trascendente in contrasto con il volere e con il conoscere, mediante il quale essa afferma la perennità vivente di cui questa esperienza offre insieme il pegno e le primizie ». 
Importanti sono questi elementi: 
- "esperienza di comunione", innanzittutto con il Signore che, sola, rende autentiche e vive le nostre relazioni
- "intimo impegno" colto nel dinamismo di un'esperienza di
- un'"anima": essenziale della Speranza è la "disponibilità": non una disponibilità qualunque, cieca e disattenta, ma quella di un'anima: cioè di una creatura umana nell'esercizio più proprio e più pieno della sua natura: quello delle facoltà che la costituiscono immagine del Creatore.
- L'anima è "così impegnata in una esperienza di comunione da compiere l'atto trascendente ....". Quanto più intensa e più autentica è la disponibilità e quindi quanto più è intenso l'atto di comunione, tanto è trascendente la natura dell'atto: il gesto l'azione con cui trascendo, vado al di la dei limiti particolaristici della mia soggettività, della mia realtà particolare. E' un superare se stessi senza bypassare le difficoltà. Più intima è la comunione, più l'atto di trascendenza è tale da sconfiggere l'evidenza e le naturali inclinazioni, acquista spessore e profondità infiniti.
- L'atto è "in contrasto con il volere ed il conoscere": due ali, due facoltà tipiche di un essere dotato di ragione. Significa sacrificio della nostra prospettiva particolaristica, cioè in contrasto con quello che vorremmo dal punto di vista della nostra utilità più immediata, della nostra particolare attesa, continuando a sperare anche al di là della conoscenza di ragioni per le quali non ci sarebbe nessun motivo per sperare.
- "... atto trascendente, mediante il quale essa afferma la perennità vivente di cui questa esperienza offre insieme il pegno e le primizie". Afferma è quasi una testimonianza, è più che una testimonianza: è accogliere in sé la perennità vivente.
Questa espressione rafforza la percezione di esperienza in corso, non conclusa, quel movimento temporale di apertura di perennità, di avventura mai compiuta, non un passare amorfo del tempo. Intuiamo la connessione qualitativa di ogni attimo, non pura descrizione di un attimo accanto all'altro. Quando si è disperati le azioni si slegano, non hanno il loro principio organizzativo e possiamo solo considerarle in se stesse e non vederle inserite in un tema unitario. Invece la vita di chi spera è un fluire armonioso: note... pause... con acuti solenni e bassi profondi... tutto lo svolgersi del vivere diventa la nostra particolare variazione intorno ad un tema musicale generale. Sperare è un prendere partito per il futuro nella consapevolezza del domani: sapere (non scienza, ma sapere: intuizione di profondità inesprimibili) di avere un futuro, oppure che non abbiamo più nulla da sapere.
La speranza comporta una maturità: non rimanere schiavi del momento, sopraffatti dalle circostanze, ma vedere le cose in una prospettiva aperta, non tanto in attesa di qualcosa di determinato, ma in atteggiamento di apertura su una realtà in svolgimento, su un significato, sul Mistero che continuamente si rivela e non si trova mai nelle sue epifanie che non esauriscono la nostra realtà profonda. L'uomo che spera è un uomo in cammino che guarda fiduciosamente davanti a sé. Perciò la connessione tra speranza e fede e molto stretta: non si può sperare senza credere in Dio e quindi affidarsi a Lui e ciò non è possibile senza fare della Sua onnipotenza e della Sua misericordia la ragione ultima della nostra speranza. Elemento traente della mia vita è Chi mi attende nella pienezza dei tempi: Cristo, già ora pegno e primizia, anticipazione. Da questa attesa della pienezza dei tempi scaturisce un rapporto originale della coscienza col tempo. Infatti la disperazione è in un certo senso la coscienza del tempo chiuso; la speranza si presenta invece come apertura nel tempo e allora il tempo, anziché chiudersi sulla coscienza, e come se lasciasse passare qualcosa attraverso di sé.
Questo è l'itinerario segreto di una vita piena di senso. Riusciremo a viverlo nella "notte oscura", nel "Getsemani" che la nostra Chiesa sta attraversando e noi con lei?

mercoledì 24 febbraio 2010

... e quindi parliamo di 'identità' del Cammino necoatecumenale

Piuttosto che ‘passarlo’ nell’altro thread, al quale era agganciato, preferisco dare visibilità qui a questo post di Franz, sia per aprire un’altra pagina essendo la precedente sovraccarica, che per affrontare un argomento che stile e contenuti di comunicazione del nostro interlocutore rendono a questo punto ineludibile: quello della vera –non supposta o ostentata- ‘identità’ del Cammino.

Franz risponde alle seguenti domande di Emma, che replicava ad un suo “lasciate parlare chi sa”:
Chi scrive qui conosce perfettamente il cammino per averlo fatto, spesso a lungo.
1. Perchè le loro testimonianze, che concordano, sarebbero menzogne?
2. Perchè hanno lasciato il cammino?
3. Perchè hanno deciso di condividere le loro esperienze?
e dice:
Emma, la risposta dovresti darla tu a queste tue domande. Con la maggiore possibile obiettività.
[Glissamento più che evidente, perché sono state date centomila documentate e articolate risposte sia nel blog che nel Sito]

E comunque, i miei interventi non volevano certo approfondire altri aspetti del neocatecumenato che tu citi, mi sono limitato ad intervenire sulla decima che era l'argomento di questo articolo. Se mi si chiama a discutere su altre questioni dottrinali,dogmatiche, liturgiche, toccherà farlo altrove e approfonditamente.
[Quello della “decima” è un argomento che, come tutti gli altri da noi considerati prioritari ai fini della fedeltà alla ‘dottrina’ (abusi liturgici, senso del peccato, insegnamenti d’impronta giudaico-luterana) e come tutte le prassi anomale, contribuisce a rendere del Cammino nc l’”Unicum”, che rappresenta all’interno della Chiesa, con sua rigida e intoccabile struttura, organizzazione e metodi e a conferirgli un’identità ‘propria’, che mi sembra doveroso approfondire. Ne accennerò alla fine e proseguiremo nella discussione]

E ancora: da mamma, figlia, sorella, amica, dovresti anzitutto accertarti che il nc, al di là di tante evidenti "stranezze", non sia stato condannato dalla Chiesa, come lo sono, che so, i Testimoni di Geova . Insomma, trovo la tua preoccupazione per la sopravvivenza del nc nel panorama del cattolicesimo abbastanza ingiustificata: stai tranquilla, se questa esperienza davvero non viene da Dio, non durerà.
[Trito ritornello di conio dei catechisti che non giustifica, come non giustifica l’approvazione da parte della Chiesa, il perdurare delle anomalie ed abusi, sia di quelli ignorati che di quelli oggetto di correzione e ciononostante mai rettificati, che costituiscono la ragione del nostro scomodo e impegnativo ‘esserci’]

Da parte mia, sono certo che alcuni 'aspetti' di gratuita esagerazione verranno pian piano addomesticati, specialmente se i fratelli che fanno questo tipo di esperienza dall'interno, e si ritengono vittime di abusi psicologici, anziché scrivere su questo sito andranno SUBITO da chi di dovere a denunciare i fatti.
[Questo è uno dei tanti modi, ai quali, -come agli insulti- siamo ormai avvezzi, più raffinato, irenico, edulcorato per ‘minimizzare’ quello che non si può negare. Il sito è stracolmo di testimonianze (non anonime) di abusi ben identificati e documentati che non hanno sortito alcun effetto, così come completamente senza effetto sono stati i nostri allarmi e denuncie, al pari di quelle di tanti teologi sacerdoti e vescovi. Sponsorizzazioni molto illustri segno di inusitato potere? Misterium iniquitatis, non abbiamo potuto far a meno di chiamarlo…]
Io infatti non concordo assolutamente con chi denigra il fenomeno del nc al punto di volerlo morto: a parte la sua enorme espansione, infatti, e a meno di un rimbambimento generalizzato a tutti gli alti vertici del Vaticano, durato una quarantina d’anni, dovresti sospettare che nel nc vi siano dei reali fermenti di un’esperienza cristiana autentica.
[Anche noi non vorremmo vedere il Cammino morto, ma purificato dalle tante aberrazioni... Cosa che si è rivelata impossibile perché altrimenti non sarebbe più “Il” Cammino]

Quello che io contesto è diverso, e a questo punto mi rivolgo a tutti i “fuorusciti” dal cammino: non posso sapere se avete fatto bene o no ad andarvene. Dico solo che, se uno ama il Cammino, le sue storture le combatte dal DI DENTRO, rivolgendosi subito, per qualunque dubbio di manipolazione o pressione psicologica gratuita, prima di tutto ai catechisti dei vostri catechisti, e via via sempre più in alto, pure a Kiko o a Don Mario Pezzi se necessario. E con fiducia. E non ditemi che è impossibile o vietato: avete tutto il diritto di farlo e nessuno vi respingerà. Solo in questo caso, e dopo aver avuto conferma dei vostri dubbi, prendete la decisione di andarvene. Non vi fermate davanti a nessuna 'pressione psicologica', andate a fondo, denunciate.
[Qui ci starebbe bene una tanto sonora quanto amara risata: infatti ognuno di noi ha ampiamente sperimentato sulla sua pelle e con la sua vita come questo sia assolutamente impossibile e dimostra la evidente mala fede del nostro mellifluo interlocutore, perché nel cammino o ti adegui senza fare né domande né osservazioni né rimostranze di alcun genere o te ne vai. Tertium non datur!]

Ma se credete che nel Cammino ci sia qualcosa di buono per la vostra vita, non abbandonatelo così. E' fin troppo CHIARO che, se le persone che hanno qualcosa di giusto da ridire se ne vanno, MAI il Cammino si correggerà nei suoi aspetti più pericolosi. E lo dico da uno che il Cammino lo ama, non da uno che lo vuole morto. La pace.
[Amico mio, il fatto è che chi di noi se n’è andato senza poter ottenere nulla, Magistero alla mano accolto con la più bieca irrisione –e ho spiegato il perché– lo ha fatto perché per Grazia del Signore si è accorto di amare il Signore Gesù piuttosto che il cammino, che da potenziale strumento assurge invece a fine ultimo e si fa dio…]
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E, allora, parliamo di questa famosa e fumosa (in diversi sensi) identità:

Il Cammino Neocatecumenale non è considerato né come una associazione, né come un movimento, né come una aggregazione di persone che stabiliscono fra di loro uno speciale vincolo formale per raggiungere determinati obiettivi nella Chiesa. Chi conosce il Cammino sa bene che nulla di questo corrisponde alla realtà della sua esperienza apostolica; anzi, chi è bene informato comprende che, in questo caso concreto, una opzione canonica di tipo associativo avrebbe alterato gli elementi basilari del Cammino, compromettendo aspetti essenziali del suo dinamismo apostolico. Perciò, più che segnalare una figura giuridica già codificata nel Diritto della Chiesa, questo Statuto si limita a presentare l’espressione giuridica della realtà vissuta nel Cammino, nel contesto, ovviamente, dei postulati e delle esigenze proprie della struttura della Chiesa e del suo ordinamento canonico.

Saremmo interessati, alla luce di quest'affermazione, che da quanto è intuibile è desumibile anche dalla nuova stesura degli statuti, cos'è davvero il Cammino neocatecumenale nonché chiarire il significato esatto che si dà all'espressione "esperienza apostolica".

Dovremmo dedurre, stando alla lettera, "esperienza di apostoli". Affermiamo tuttavia che di Apostolico, nel senso di riferito ai primi Apostoli di Gesù sui quali Egli ha fondato la Sua Chiesa, non riconosciamo molto nel Cammino, che si è lasciato alle spalle tutta la Tradizione Apostolica, per ripartire dal Concilio Vaticano II ed altre circonvoluzioni varie, tutto ampiamente documentato sul sito.

Resta quindi da chiedersi: esperienza di quali apostoli e apostoli di chi e per che cosa?
Inoltre "Apostoli" significa inviati e, nella Chiesa, ogni Ministero nasce da un 'mandato' conferito dal vescovo o dal sacerdote. Sappiamo che nel Cammino, invece, i catechisti sono 'mandati' da Kiko Argüello e non dalla Chiesa, e pensiamo ai casi di quei vescovi che appoggiano il cammino e che non si fanno alcuno scrupolo di non verificare chi e per che cosa stanno mandando... per di più con la grave incongruenza che il noto “iniziatore” non riconosce in alcun modo la Chiesa come istituzione, salvo poi pretendere il placet da vescovi di cui non riconosce la funzione gerarchica, se non per un fatto di comodo assolutamente formale.

Si afferma: una opzione canonica di tipo associativo avrebbe alterato gli elementi basilari del Cammino, compromettendo aspetti essenziali del suo dinamismo apostolico.
In che senso? E perché? Chiaro che si ripropone la natura di questo "dinamismo apostolico"
Il Cammino Nc è giuridicamente una Associazione Laicale di Fedeli. Non a caso esso risponde al Pontificio Consiglio dei Laici. L'arbitrio con cui, a prescindere da cosa dicano Statuti e Chiesa, i responsabili definiscono il CNC è ulteriore sintomo di prepotenza e di ambiguità ormai non più tanto sommersa.

Se poi vogliamo accettare questa "autogestione" del CNC (e non solo) senza che nessuno dica o faccia nulla (come del resto finora) e accettiamo che il CNC si "autodefinisca" a volte come "movimento" e a volte come "iniziazione" (a seconda della convenienza)... allora facciamo pure...

Ma il punto importante ci sembra questo:
Perciò, più che segnalare una figura giuridica già codificata nel Diritto della Chiesa, questo Statuto si limita a presentare l’espressione giuridica della realtà vissuta nel Cammino, nel contesto, ovviamente, dei postulati e delle esigenze proprie della struttura della Chiesa e del suo ordinamento canonico.

Ci sembra che si possa intuire un nuovo "embrione" di Chiesa ritagliato nelle possibilità canoniche offerte da quella esistente... il che non è affatto rassicurante e getta molte ombre su una possibile approvazione che, tuttavia, siamo sicuri, conoscendo il nostro Santo Padre, avrà ben tenuto conto di ogni punto controverso...

E ancora:

una opzione canonica di tipo associativo avrebbe alterato gli elementi basilari del Cammino
Il cammino non è movimento, non è associazione laicale, non è ordine religioso. Allora che cos'è? Esso si definisce "iniziazione cristiana"; ma questa è una prerogativa ecclesiale, con tutti i dubbi che si possono legittimamente avanzare sul "cristiana", avuto riguardo ai notevoli aspetti giudaici e giudaizzanti, che non coincidono propriamente con un ritorno alle origini, ignorando completamente proprio la “cattolicità” del cristianesimo.

Ci pare dunque di capire che secondo i responsabili del Cammino - e la cosa non è affatto nuova - i termini "movimento" e "associazione" non si possono applicare ad esso. O meglio vengono applicati quando fa comodo (giusto quando si vuole vendere il "prodotto-cammino" come perfettamente inserito e in armonia con tutti gli altri movimenti frutto del Concilio Vaticano II ecc ecc).

La pratica insegna che qualsiasi veste giuridico-formale preesistente al cammino è inappropriata. A noi la cosa inquieta ancora di più... perchè ci trasmette la sensazione di qualcosa di poliedrico, che si fa piccolo in attesa dell'approvazione (e finge di essere un movimento qualsiasi), che si fa grande quando fagocita tutto il resto che lo circonda.

Non mancano di ricordarci i nostri interlocutori NC:

il papa (Giovanni Paolo II) salutò Kiko dicendo ecco che "Movimento giovane hai portato nella chiesa.... e Kiko: Santità io non ho portato nessun movimento nella chiesa perchè il cammino è la chiesa in movimento

Ma il cammino NON è la Chiesa in movimento, al massimo potrebbe rappresentare una parte di essa, un approccio, una visione pur sempre "particolare" delle cose. Non è giusto identificare il cammino con la Chiesa stessa. E questa è una forma di arroganza che spaventa sempre di più e conferma ancora una volta il carattere assolutista del CNC ed è bene ribadire che cammino non coincide con la chiesa, anche se tende a sostituirvisi. A distanza di anni le perplessità permangono e aumentano, sia in ragione delle implicanze della risposta di Kiko al Papa, sia di quello che è successo e continua a succedere!

La Chiesa è TUTTA e sempre in movimento, non solo nei cosiddetti "movimenti"; ma c'è una differenza: i movimenti, così come nascono per le esigenze di un'epoca possono sparire o essere riassorbiti, la Chiesa NO. Inoltre la Chiesa è TUTTA e sempre carismatica e non solo istituzione come erroneamente e pretestuosamente afferma l'Argüello quando gli conviene mettere a raffronto carìsma e istituzione. E il carìsma ha bisogno dell'istituzione, altrimenti chi ne garantisce l'autenticità? Mica chiunque si definisce carismatico lo è poi davvero!

Inoltre la "prerogativa di evangelizzazione" riguarda il vangelo dei due iniziatori - fondato sulla pseudo-teologia sessantottina (Farnès, Bonhoeffer e Rahner con riferimenti dichiaratamente Luterani) maldigerita da Carmen Hernandez coniugata con le suggestioni giudaizzanti e i trascinanti e coinvolgenti psicologismi dell'Argüello - che non è lo stesso Vangelo di Cristo! Purtroppo è così e ce ne dispiace perché è un grosso "vulnus" che la Chiesa finora si è tenuta in seno!

Se la coerenza ha ancora un senso di questi tempi, il CNC è, giuridicamente e praticamente, una Associazione Laicale! Che fa ancora capo (a quanto ci risulta) al Pontificio Consiglio dei Laici! Per cui, se anche la logica umana ha ancora un senso, esso è configurato giuridicamente come "movimento", Associazione retta da uno Statuto.

Se poi vogliamo ignorare la Chiesa, la logica umana, e i fatti, possiamo dire che il CNC è "iniziazione", "pastorale di Iniziazione". Ed a questo punto bisognerebbe chiedersi a cosa possa servire uno Statuto per un "metodo pastorale", la cui responsabilità spetta ai Vescovi Diocesani! Con questa iper-ambiguità giuridica il CNC può anche infischiarsene dello Statuto! A parte il fatto che lo fa già, ma in questo caso a maggior ragione.

Ormai siamo abituati all'Assurdo come "regola", all'anarchia come "norma"; però se vogliamo a questo punto dichiariamolo apertamente... E ci mettiamo con l' anima in pace.. Si fa per dire, naturalmente!

Anche lo Statuto del 2002 - nato incompleto, e morto incompleto - parlava di un "itinerario"... che aveva però degli iniziatori, una struttura interna, una fondazione per raccattare soldi, eccetera. Praticamente, un'associazione che rifiutava di farsi chiamare associazione. È legittimo chiedersi cosa è cambiato nel nuovo Statuto, dal momento che la definizione di conio neocatecumenale riportata all'inizio della nostra riflessione parla di una non meglio precisata "
espressione giuridica della realtà vissuta nel Cammino, nel contesto, dei postulati e delle esigenze proprie della struttura della Chiesa e del suo ordinamento canonico".

Si tratta di una realtà giuridica che esiste, perché esiste un'organizzazione strutturata che si è data delle gerarchie e delle prassi, comprese quelle liturgiche che, insieme ad un ragguardevole giro di fondi, gestisce la spiritualità e anche la vita di molte persone.

Meraviglia poi che si parli di
postulati ed esigenze proprie della Chiesa e del suo ordinamento canonico quando si pretende di essere "iniziazione" a qualcosa che appartiene all'ordine del soprannaturale e di cui è la Chiesa a possedere "le chiavi" e non si comprende in base a quale postulato ed esigenza essa dovrebbe "consegnarle" a qualcuno che si è intrufolato con l'inganno e non le appartiene né strutturalmente né dottrinalmente. Le motivazioni di questa affermazione sono ampiamente contenute nelle varie sezioni del Sito e sono state molto discusse su questo Blog.

lunedì 22 febbraio 2010

... e allora parliamo della "Decima"!

Non mi è riuscito di pubblicare nel thread precedente il post che leggerete di seguito di "la verità vi farà liberi" il quale, oltre ai soliti complimenti, ci propina la sua verità sulla "decima" presa pari pari da Wikipedia (!) solo per dimostrare che non è Kiko che se l'è inventata, ma dicendo il falso su come viene gestita... E allora lo inserisco come nuovo articolo, anche per affrontare questo argomento, finora lasciato in ombra rispetto alle questioni dottrinali e ad altre prassi opinabili.

Do per scontato che MIC non lasci passare questo post che dice la verita'. Per lei la verita' è un dettaglio insignificante. Non mi importa! Dicevano gli antichi: "Gutta cavat lapidem", "La goccia scava la pietra". Una goccia alla volta scava la pietra del suo cuore indurito. (!)

[E' utile inserire qui la testimonianza di "Dhauidh", che ha suscitato quanto scrive il nostro interlocutore]

Sono un neocatecumenale pentito. Scusate questo mio post ma sono nuovo del sito e non so bene come si fa. Quello che volevo dire è semplice e chiaro: dopo il secondo scrutinio viene chiesta la decima sullo stipendio. E' giusto? Concordo con chi ha detto preferisco fare una adozione a distanza. Negli scrutini o confessioni pubbliche si vanno a rispolverare peccati già confessati e perdonati da Dio, chi conferisce ai catechisti di valutare se tu puoi o no sancire un'alleanza con Dio manifestandola con un segno in denaro? Che validità/significato hanno per la Chiesa (quella vera) queste confessioni pubbliche? Confermo che queste confessioni sono arma di ricatto nei confronti di chi le fa per cui molti preferiscono mentire. Confermo che all'interno delle comunità c'è una forte pressione psicologica e una continua richiesta di soldi, se non paghi sei duramente ripreso e umiliato. I neocatecumenali spacciano dottrine gianseniste ossia eretiche, loro sono la vera chiesa se tu li lasci sei dannato (secondo loro). Invito chiunque ingenuamente fosse avvicinato da costoro a diffidare e informarsi. Io l'ho fatto troppo tardi. Grazie. 22 febbraio, 2010 00:54

X dhauidh
Ammesso che costui sia davvero un quello che dice vorrei fargli notare che evidentemente è poco o male informato sia sul Cammino Neocatecumenale che sulla decima la quale appartiene alla tradizione piu' antica della Chiesa. Evidentemente questo fratello ignora la Sacra Scrittura, la Didache' che è la piu' antica catechesi della Chiesa.

Il grande Toto' diceva: "Si informi". Non credo che lo fara' perche gia' il fatto che si sia rivolto a MIC indica malafede. Si è messo proprio nelle mani piu' sbagliate. Ma chi è causa dei suoi mali pianga se stesso.
[grazie sia a nome mio che di Dauidh! ma ancora non hai mai dimostrato tutto quello che mi attribuisci]

Lo ripeto: Non mi faccio illusioni che MIC pubblichi questo post, mi basta che lo leggete:

Circa la Decima
La decima è una prassi antica risalente ai primordi della storia della salvezza. Il popolo d'Isreale offriva la decima dei prodotti del suolo ubbidendo ad un comando di Jahve leggi Levitico 27,30-32: "Ogni decima della terra, sia delle raccolte del suolo, sia dei frutti degli alberi, appartiene al SIGNORE;è cosa consacrata al SIGNORE. Se uno vuole riscattare una parte della sua decima, vi aggiungerà il quinto. Ogni decima dell'armento o del gregge, il decimo capo di tutto ciò che passa sotto la verga del pastore, sarà consacrata al SIGNORE".

Per Israele la decima era un segno di RICONOSCENZA VERSO IL SIGNORE dal quale proviene ogni cosa Genesi 14,20;28,22: "«Benedetto sia il Dio altissimo, che t'ha dato in mano i tuoi nemici!» E Abramo gli diede la decima di ogni cosa"; "...e questa pietra, che ho eretta come monumento, sarà la casa di Dio; di tutto quello che tu mi darai, io certamente ti darò la decima" (Genesi 14:20;".

LA DECIMA NELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA

E' noto che nella Chiesa delle origini dare la decima era prassi normale. Come risulta dalla piu' antica catechesi della Chiesa. LA DIDACHE' O DOTTRINA DEGLI APOSTOLI detta anche: "Dottrina del Signore (predicata) ai gentili per mezzo dei dodici"
Cap.13,3 "Prenderai perciò le primizie di tutti i prodotti del torchio e della messe, dei buoi e delle pecore e le darai ai profeti, perché essi sono i vostri Sommi Sacerdoti"
e al Cap.13,7 "Prendi le primizie e dei tuoi averi e delle vesti e di qualunque cosa e, secondo che crederai, dà in obbedienza al precetto".
Nella storia della Chiesa, l'obbligo della decima è stato chiesto tenendo conto del comando di Cristo di vendere e rinunciare alle proprie proprietà (Matteo 19:21)
Nel quinto ed il sesto secolo,la pratica della decima si stabilisce in tutta la Chiesa occidentale. Nell'ottavo secolo, i governanti carolingi rendono la decima parte della legge civile.
ncora nel dodicesimo secolo si parla di decima che potea essere prediale (frutti della terra), personali (dovute dal lavoro), miste (lavoro, bestiame). Le prediali venivano destinate al curato, quelle in monete al Parroco.
[Dobbiamo ringraziare Wikipedia per queste importanti informazioni che non tengono in alcun conto, nella mente di chi le ha utilizzate -che per correttezza avrebbe dovuto citare le fonti del Cammino nc che parlano della decima e non informazioni prese su Wikipedia- che la Chiesa dopo la Didachè e dopo i primi secoli, ecc. ecc. ha maturato anche sulla "decima" una diversa Tradizione, che nel cammino, per il quale essa è rifondata da loro grazie al Concilio, non si tiene alcun conto]

Come ogni persona onesta, leale, sincera puo' constatare la decima non è una invenzione di Kiko né la prendono i catechisti ma il parroco. Dà da mangiare a parecchi poveri.
[Bisogna però ricordare che "i poveri" sono esclusivamente quelli appartenenti al Cammino nc. Inoltre la decima, insieme ad altre entrate (quali, ad esempio, l'abbandono di beni) e lasciti, mantiene gli itineranti che lasciano il loro lavoro per la missione, finanzia i Catechumenium frutto della "nuova estetica" kikiana, le faraoniche Domus della Terra Santa (Galileae e Gerusalemme/Mamre), ecc. ecc, senza che esista alcun bilancio ufficiale e controllabile da chiunque. In ogni caso, che io sappia, al Parroco -come pure al Vescovo- va solo una percentuale, spesso abbastanza "congrua" da ingraziarseli per sempre a prescindere...]

Quindi l'amico ipocritamente dice di voler destinare il decimo dei suoi averi ad una adozione a distanza. Ci credo poco che lo fara'. La sua è solo avarizia. Egoismo. Cuore duro! Ha condiviso il Cammino, l'esperienza, L'Eucarestia ma il suo attaccamento ai soldi lo spinge a non condividere il danaro. Questa è avarizia. Lo invito a pregare perche' è soggetto a una seduzione del demonio. L'ignoranza è la madre di tutti i pregiudizi.
[Questo si permette di asserirlo "la verità..." al quale è stato insegnato di "non giudicare" (ma vale solo per gli altri) e che conosce gli intimi pensieri nonché le azioni di chi si esprime su questo blog e ne parla nel più puro stile denigratorio di conio tipico dei catechisti!]

Mi attendo commenti di chi ha vissuto più a fondo di me questa esperienza.

domenica 21 febbraio 2010

...crede davvero che la Messa sia L'ULTIMA CENA di Cristo come insegnano Kiko e i catechisti del CN?


"...crede davvero che la Messa sia L'ULTIMA CENA di Cristo come insegnano Kiko e i catechisti del CN?
Mi risponda e se dirà di si, rifletta su questo errore gravissimo...
La rievocazione dell'Ultima Cena la facciamo solo il Giovedì Santo, la Messa è IL MEMORIALE DEL CALVARIO E L'ALTARE DA CALVARIO DIVENTA DOPO LA CONSACRAZIONE ANCHE LA MENSA...
e ballate ancora attorno all'altare come fanno i Guru?"
Nella loro icastica e provocatoria chiarezza, queste poche parole rivolte da Caterina 63 al "presbitero neocatecumenale" sotto il thread precedente, ci interpellano tutti: fermiamoci anche noi per un attimo di riflessione!

Ricordiamo che MEMORIALE non è semplice ricordo, commemorazione, simbolismo, ma realtà indicibile che ACCADE ogni volta che il Sacerdote celebra la Santa e Divina Liturgia in persona Christi,

ma RI-PRESENTAZIONE al Padre dell'unico Sacrificio di Cristo, che nella Consacrazione si FA PRESENTE REALMENTE E NON SIMBOLICAMENTE e solo allora trasforma per noi l''Altare in Mensa escatologica, dalla quale attingiamo tutte le Grazie dei tempi ultimi, perché di esse abbiamo bisogno per 'configurarci' sempre di più a Lui...

Infatti la Chiesa insegna che il Canone, pervenuto a noi intatto nei suoi momenti più sacri e solenni -si dice fin dall'Apostolo Pietro- è una Actio, cioè un'Azione (non una 'narrazione', come fanno i protestanti e i modernisti, che si ferma al simbolo) che PRODUCE ciò che significa, perché è Opera Divina, attraverso le stesse parole pronunciate dal Verbo Incarnato, il Figlio di Dio fattosi uomo nel Signore Gesù. E nella sua Offerta possiamo inserire la nostra offerta, quella di noi stessi, della totalità della nostra persona, come "sacrificio vivente gradito a Dio" (Paolo). Ed è solo questo che ci introduce nel mondo della Risurrezione, della "Creazione Nuova", inaugurata dal Signore e dalla Sua Madre, grazie al duplice sì : quello di Maria, che si è fatta porta del Cielo, Arca della Nuova Alleanza e quello del Figlio, che si è fatto uomo obbediente "fino alla morte e alla morte di Croce", che hanno ribaltato un drammatico antico "non serviam"...

Non dimentichiamo che il Signore, nell'Ultima Cena ha dato alla Pasqua ebraica ed ai suoi simboli un significato totalmente nuovo legato alla Sua Persona, che noi viviamo nella Santa Messa, prolungata nella nostra vita.
Questa è la nostra fede cattolica, cioè fedelmente Apostolica, e non possono esserci sconti per nessuno, altrimenti la tradiamo e in essa tradiamo il Signore che ce l'ha 'consegnata', anzi si è consegnato ai Suoi, fino alla fine dei tempi!

venerdì 19 febbraio 2010

Ci scrive un 'presbitero' neocatecumenale


Oggi è arrivato un post -su un vecchissimo thread, nel quale resta sommerso- che trascrivo anche qui per dare visibilità e risposta. Questa volta ci scrive un 'presbitero' neocatecumenale.

Carissimo/i, vediamo se avete il coraggio di pubblicare il mio intervento:
[perché non dovremmo? E cos'è che richiederebbe tanto coraggio?]

sono entrato nel cammino neocatecumenale quando avevo 16 (ora ne ho 48) anni e frequentavo la parrocchia tre volte la settimana (coro adulti, incontro animatori bambini - ho iniziato ad avere un gruppo di bambini delle elementari che avevo 14 anni -, incontro con i bambini il sabato pomeriggio dalle 3 alle 5)e ovviamente andavo a messa tutte le domeniche e feste comandate...però, non ne potevo più. La messa mi annoiava e tutto il resto stava diventando veramente pesante. Dentro di me stavo pensando a come avrei potuto svignarmela dalla parrocchia senza grossi clamori, ma una cosa mi preoccupava molto: come avrei fatto a dire a mia madre che non volevo più andare a messa? sapevo che le avrei dato un dispiacere molto grande.
[normale crisi di fede, che attraversa ogni adolescente e ogni persona che ha bisogno di approfondire e trovare LE SUE ragioni per credere, quindi 'uscire' da una fede vissuta come abitudine per avere un rapporto personale, vivo e sempre più profondo col Signore... direi che ci siamo passati tutti! Qui si vuole insinuare che dipendesse dalla Parrocchia (insipida) mentre il cammino (saporoso) risveglia e salva... tipico ritornello: ma abbiamo dimostrato con dovizia di motivazioni quanto il Cammino generi dipendenza e sviluppi identità di gruppo..]

Il Signore Gesù mi è venuto incontro,in questa situazione, PER MEZZO del cammino neocatecumenale. Ho potuto così imparare che la Parola di Dio è per me oggi, che parla alla mia vita, che la Chiesa Cattolica è il corpo di Cristo, che l'Eucarestia è l'incontro con Cristo Risorto. Nel corso degli anni sono diventato anche prete (guarda un pò). Non dico che nel cammino è tutto oro colato...ma affermare come fate voi, che il cammino ha una teologia diversa da quella della Chiesa Cattolica è FALSO E FUORVIANTE!
[Caro don, in definitiva lei definisce falso e fuorviante il Magistero perenne della Chiesa cattolica, perché i confronti tra insegnamenti kikiani e insegnamenti cattolici non li abbiamo fatti in base ad un nostro 'sentire' soggettivo, ma attraverso argomenti teologici e spiritualmente fondati proprio sul Magistero e sulla Fede ricevuta e accolta dalla Chiesa prima di conoscere il cammino: ed è stato proprio questo che ci ha permesso di individuarne le storture...]

Vi ricordo che il papa, in materia di FEDE E MORALE è INFALLIBILE e Giovanni Paolo II ha riconosciuto con UNA LETTERA UFFICIALE inviata a tutti i vescovi del mondo il cammino neocatecumenale COME UN ITINERARIO POST-BATTESIMALE VALIDO PER I NOSTRI TEMPI. Il papa non può sbagliare nel giudicare una realtà che riguarda la fede...potete dire di non essere d'accordo sulla struttura, sul modo di operare etc. MA NON POTETE AFFERMARE che il cammino neocatecumenale sia un pericolo per la fede cattolica perchè il papa ha detto il contrario. Io stesso ho delle perplessità su alcuni sviluppi che ci sono nel cammino, ma nessuna di queste riguarda contenuti dottrinali.

[Mi fa specie che lei, che è un sacerdote (dovrebbe essere lei ad insegnarlo a me!), faccia affermazioni non esatte sulla infallibilità del Papa, che riguarda soltanto i suoi pronunciamenti ex cathedra; il resto: tutto ciò che non è dogma di fede (e non vorrà sostenere che il Cammino nc lo sia!) non impegna l'infallibilità del Papa ed è perfettamente criticabile, senza implicare discomunione, purché ovviamente lo si faccia con garbo, rispetto e a ragion veduta, come mi sembra stiamo facendo noi.

Quanto alla lettera di Giovanni Paolo II, dovrebbe leggere qui e applicare il discernimento e non l'adesione acritica agli slogan martellanti dei catechisti, che rendono vero anche l'inverosimile. Leggiamo cosa in realtà il Papa dice A TUTTI I VESCOVI DEL MONDO, se il testo della lettera (cosa peraltro inusitata) è stato pubblicato in Acta Apostolicae Sedis con una nota redazionale che precisava che: «l'intento del Santo Padre, nel riconoscere il Cammino neocatecumenale come valido itinerario di formazione cattolica, non è quello di dare indicazioni vincolanti agli ordinari del luogo, ma soltanto di incoraggiarli a considerare con attenzione le comunità neocatecumenali, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi ordinari di agire secondo le esigenze pastorali delle singole diocesi». Ci fa pensare che la documentazione di Cordes, sulla quale il Papa manifestava il suo riconoscimento, non fosse poi così esaustiva! Ma ovviamente questo nessuno si sogna di dirlo... in ogni caso, per come è stata brandita, quella lettera è servita a mettere a tacere molti illuminati teologi e vescovi]

Attenti, spargere falsi allarmi significa rendere un pessimo servizio alla Chiesa di Dio. buona giornata a tutti. don Renzo Scaramella.
[Poiché i nostri non sono falsi allarmi ma sacrosante informazioni corrette, molto carenti peraltro nella Chiesa, il pessimo servizio lo faremmo tacendo!

Comunque vorrei sottolineare che un sacerdote che ha ricevuto la sua formazione, seguendo l'iter del Cammino non può che parlare ed esprimersi come lei ed avere la sua 'forma mentis' che non cambia in nulla rispetto a quella di ogni altro aderente al Cammino. Anche lei non ha confutato nessun argomento né teologico né tantomeno logico, e si è limitato alle solite asserzioni pro cammino. Da un sacerdote ci saremmo aspettati una confutazione ai nostri argomenti e documenti, che ne dimostrasse con altrettanti argomenti la genericamente dichiarata falsità.

In mancanza di questo anche la sua testimonianza ci fa sottolineare due cose:

- lei afferma che nel cammino ha incontrato Cristo Signore: se è lo stesso che abbiamo incontrato noi, le assicuro che è solo il suo simulacro (è un'affermazione pesante, della cui drammaticità sono estremamente consapevole!)

- attenzione al VERO significato dell'Eucaristia, tenendo conto di come la si vive nel cammino e di quel che la Santa e Divina Liturgia E', invece nella Chiesa cattolica, per la quale è il Signore il vero celebrante e non l'Assemblea "senza la quale non c'è eucaristia", come dice il suo iniziatore. E, purtroppo, nessuno lo ha smentito né in questa né in altre distorsioni dalla retta fede. E badi bene che mi limito solo a questo... ma potrebbe essere istruttivo, anche se sono consapevole non possa avere la stessa autorevolezza dei suoi catechisti nonostante contenga i pertinenti riferimenti Magisteriali, leggere questo documento

Quanto infine alla Sacra Scrittura nelle catechesi, sarebbe istruttivo per lei, ripetendo le considerazioni precedenti, il contenuto di questo documento (è solo un piccolo saggio, rispetto al resto presente sul sito): Il vangelo secondo Carmen.]

mercoledì 17 febbraio 2010

A tutti i credenti nel Signore "Buona Quaresima di fedeltà"

Oggi è il giorno delle "ceneri" e cogliamo l'occasione per esprimere a tutti noi e a chiunque legge le nostre pagine, BUONA QUARESIMA, in attesa di celebrare la Pasqua di Resurrezione!

E' un augurio che abbiamo ricevuto con gioia anche dai nostri interlocutori NC e mi dà l'occasione per sottolineare la visione autenticamente cattolica della "conversione". Lo faccio estraendo e sintetizzando dal thread precedenti i relativi post in questo nuovo articolo per dare maggiore visibilità a questo argomento, esattamente in tema col periodo dell'anno liturgico che ci accingiamo a vivere.

Inizia Paolo156 col dirci: "Buona Quaresima di conversione a tutti." Ed io gli rispondo: Buona Quaresima anche a te Paolo"! E aggiungo un piccola precisazione, per lui e per tutti noi, che non è pignoleria.

"Quaresima di conversione" lo puoi dire a chi ancora "non ha scelto il Signore" e di vivere con Lui nella Fede nella Sua Chiesa, perché la conversione è la scelta basilare che si fa per il Signore e che implica un cambiamento di vita -spesso radicale- e adesione piena, che è anche affidamento, a Lui; il cammino successivo non è di "conversione continua", ma consiste nel "rimanere" nel suo amore liberante risanante vivificante e così riuscire ad "osservare", divenendo sempre più connaturali nell'Amore, i Suoi comandamenti.

E questo richiede fedeltà e quindi coerenza (nel senso di fare del proprio meglio, non di essere già "perfetti, com'è perfetto il Padre"). Perché è la Grazia Santificante -data dalla vita sacramentale nella Chiesa (Eucaristia e Penitenza in primis), dalla preghiera, dall'Adorazione- che opera la nostra trasformazione, la nostra 'configurazione' a Cristo.

Quindi, a chiunque è credente auguriamo "Buona Quaresima di fedeltà" e "Buona Quaresima di conversione", l'auguriamo a chi ancora non lo è!

Questo mi ha fatto venire in mente un ricordo, che risale a quando ancora frequentavo la mia parrocchia solo neocatecumenale. In quel periodo attingevo gli insegnamenti che irrobustivano la mia fede in un movimento di spiritualità perfettamente cattolico (doc) , dal quale ho ricevuto molto e avevo portato in Parrocchia, per poterli mettere a disposizione di chi volesse, dei piccoli libri di meditazione per ogni giorno della Quaresima. Ebbene, il parroco (neocatecumenale), appena ne lesse il titolo "Quaresima, cammino di perfezione", storse la bocca con aria di commiserazione e disapprovazione, dicendomi che la "perfezione" era per i superbi, per quelli che presumevano di sé... credo che non ricordasse la frase evangelica « Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste » o comunque non gliene avevano trasmesso l'esatto significato, che è quello dato dalla Chiesa e non da Kiko

... e mi ricordo ancora di quando, nel cammino si ripeteva a Suore e Religiosi, che evidentemente la loro scelta per il Signore l'avevano già fatta, il ritornello che si dovevano convertire: evidentemente era piuttosto al Cammino che dovevano convertirsi, ed è lì che la conversione è continua perché richiede riaggiunstamenti ri-orientamenti continui basati sulle tappe, sui 'passaggi', ecc.

La vera conversione è scelta fondamentale, il resto è fedeltà e magari ri-orientamento se si perde la rotta giusta, ma rimane sempre fedeltà, fedeltà e ancora fedeltà...

E ora interviene NC: BUONA QUARESIMA DI CONVERSIONE - ogni giorno siamo chiamati alla conversione mic - ogni giorno. E io gli rispondo: OK, NC, vedo che NON HAI LETTO o se l'hai letto non hai recepito un'acca di quello che ho scritto. Ti invito a leggere e rifletterci su e magari è una sottolineatura che alla fine può sembrare secondaria, ma a ben rifletterci non lo è affatto! NC risponde di aver letto ed è per questo che insiste sulla sua sottolineatura, mentre io speravo riuscisse ad attivare un'altra chiave di lettura da quella che ha già incorporata...

La realtà è che, come spesso succede avendo a che fare col cammino nc, si usano gli stessi termini, ma con significato completamente "diverso". Infatti nel cammino sono abili ad usare il 'gergo' cattolico, ma coincide solo l'involucro delle parole, non il loro contenuto... basta ricordare i termini kerigma e kénosis e i mondi diversi che schiudono a seconda del significato che loro si dà e il significato nc NON COINCIDE con quello cattolico... ed è così che l'interiorità delle persone e quindi le loro vite vengono nutrite con cibo adulterato... Lo abbiamo dimostrato in altri documenti e ne riparleremo. Intanto questo è un piccolo saggio, alimentato da un tentativo di dialogo in diretta, che dà la percezione della situazione...

Ancora sulla "conversione continua":

essa riguarda chi è "inesorabilmente peccatore" e, quindi, il cambiamento radicale che la conversione comporta può riguardare un aspetto della vita che si dice "il cammino ha salvato" ad esempio un matrimonio traballante che trova i suoi nuovi equilibri nel rigore e nel sostegno della comunità ma, per quanto riguarda i comportamenti personali in genere, non è richiesto alcuno "sforzo" (anzi lo sforzo personale è addirittura escluso), per migliorare se stessi.

Questa visione del peccato  ( per chi volesse approfondire vi rimando a questo thread ) e quindi quella della conseguente mancanza di responsabilità personale è assolutamente luterana e non cattolica... ecco da che cosa deriva parlare di "conversione continua" ed ecco cosa significa, al posto di "conversione + fedeltà" come ho spiegato prima...

Ovviamente "migliorare se stessi" non significa che non rimaniamo peccatori, ma è l'effetto del radicarsi sempre più nel Signore e assimilare e vivere e suoi insegnamenti e non è opera del solo nostro sforzo (altrimenti saremmo Pelagiani); anzi, secondo quel che insegna la Chiesa, può avvenire soltanto nella fedeltà al Signore e ad Opera della Sua Grazia Santificante ricevuta e accolta soprattutto nei Sacramenti e richiede lo sforzo di una 'buona volontà' già e costantemente orientata (e quindi 'convertita') e poi ancor più aderente, proprio nel senso di 'attaccata' a Lui, a Lui solo e non a sue contraffazioni che purtroppo non mancano nella Chiesa, oggi, anche e non solo nel cammino NC

Quindi ribadisco:
  • una cosa è dire "conversione continua" e avere l'alibi di rimanere sempre peccatori senza sforzarsi di adeguarsi a Cristo (il quale, viene detto esplicitamente, "non è il nostro modello" : cioè in realtà non è il modello di coloro che aderiscono al cammino, perché così insegna Kiko, ma per i cattolici vale l'evangelica 'configurazione' a Cristo di Paolo; per cui Cristo non solo è modello ma anche artefice della nostra 'trasformazione', termine molto usato dal Papa e che nel Cammino non ha diritto di cittadinanza...)
  • altra cosa è dire (e vivere) "conversione + fedeltà", che significa aver fatto una scelta seria e basilare per il Signore e mantenerla viva e costante nella fedeltà con il suo aiuto, che non è altro che la Sua Presenza, cioè Lui stesso e il Suo Spirito di Risorto, di cui è la Chiesa l'unica e certa portatrice!
Dove sono i nostri pastori che devono custodire e trasmettere la Rivelazione Apostolica e invece lasciano via libera alle rivelazioni 'fai da te' dei falsi profeti?

domenica 14 febbraio 2010

La grave portata eversiva del Cammino Neocatecumenale


Non vogliamo tornare a fare la cronaca dei momenti altamente eversivi registrati nel tempo per opera del Cammino Neocatecumenale contro la Chiesa di Roma: basterebbe ricordare il “proclama” dei 150 vescovi e dei 9 cardinali ( tra cui l’ineffabile Schonborn) ospitati generosamente da Kiko, lanciato due anni fa ( aprile 2008) dalla Domus Galilaeae con aperto schieramento a favore del “Cammino”, quasi a sfidare non solo il sinodo dei vescovi, ma addirittura l’autorità stessa di Pietro che appena due mesi prima (febbraio 2008) aveva pubblicamente confermato le riserve della Chiesa su alcuni aspetti di questa realtà ecclesiale, ancora da “correggere” .

Non vogliamo nemmeno per una volta affrontare il problema né sotto l’aspetto teologico né sotto quello catechetico: intendiamo porre l’accento invece su una dimensione del Cammino Neocatecumenale sulla quale spesso si sorvola e che, se tollerata o, peggio, assecondata ed elogiata, continuerà ad arrecare gravi danni non solo all’immagine , ma all’essenza stessa della Chiesa come Corpo di Cristo oltre che alla gerarchia apostolica, spesso blandita e circuita dai catechisti più potenti del Cammino ( con metodi ed azioni sui quali è preferibile stendere un velo pietoso), ma di fatto sempre condannata e ridicolizzata da loro nelle varie convivenze e nelle varie catechesi.

Ma quali dimensioni eversive verso la Chiesa sono presenti nella predicazione di Kiko e dei suoi adepti?

Leggiamo ancora negli “Orientamenti” (edizioni ancora circolanti e mai smentite, in attesa delle stesure “definitive” ancora al vaglio della C.D.F. che non si comprende se e quando verranno pubblicate, come è stato proclamato dal PCL almeno due anni fa):
  • La Chiesa non è stata fondata da Cristo come suo unico Ovile: anche seguendo altre religioni è possibile salvarsi;
  • La Chiesa non è una società giuridica e gerarchica, ma spirituale, carismatica;in essa non si dà un sacerdozio derivato dal sacramento dell'Ordine, bastando il Battesimo che, incorporando tutti i fedeli nel Cristo, li rende partecipi della sua dignità sacerdotale.
  • La vita cristiana, come volontario sforzo di autodisciplina, e quindi esercizio e progresso nella virtù, è un'illusione;
  • Ciascuno resta intrinsecamente peccatore, incapace di conseguire la vera giustizia come perfezione dell'amore di Dio e del prossimo; d'altra parte, Gesù non si è presentato a nessuno come "modello" da imitare; Egli ha comandato di odiare realmente genitori, fratelli, parenti, ecc., non solo, se necessario, di essere disposti a preferirlo ai medesimi;
  • Per seguire Cristo, bisogna vendere i propri beni; ma, una volta compiuta tale rinunzia, è lecito acquistarne altri e godersi tutte le soddisfazioni della vita;
  • La "povertà" –compresa quella di S. Francesco– è ispirata alla "religione naturale", e fu praticata anche dai pagani: non è una virtù cristiana;
  • Gesù, avendo sofferto per noi, ha reso superflue le nostre sofferenze, quindi non giustificabili le austerità degli asceti, il lento martirio dei Santi e la stessa vita religiosa implicante la pratica effettiva dei consigli evangelici;
  • La salvezza eterna è a tutti offerta gratuitamente dalla misericordia di Dio, che perdona tutto. L'inferno non dovrebbe esistere, né si parla di Purgatorio, di suffragi e d'indulgenze per i defunti.
  • La storia della vera Chiesa fondata da Cristo si chiude con la Pace costantiniana e riprende il suo corso non prima del secolo XX col Concilio Vaticano II, restando bloccata per la durata di circa 1600 anni...,
  • In questo lungo intervallo, l'esercizio del triplice potere della Chiesa gerarchica (magistero, santificazione, governo) sarebbe stato abusivo, illegittimo...; e specialmente il Concilio di Trento sarebbe responsabile della paralisi della Chiesa, ostinata nel fissare formule di fede, riti liturgici, norme disciplinari...;
  • L'interpretazione della Parola di Dio non è riservata alla Gerarchia, essendo possibile a tutti i fedeli: "la Bibbia s’interpreta da se stessa". Questa libertà di esame nell'esegesi prescinde dal Magistero ecclesiastico, dalla tradizione dei Padri, dalla dottrina dei teologi.
Si potrebbero, beninteso, sottolineare molti altri passaggi delle martellanti catechesi neocatecumenali che, fin dall’inizio aizzano le coscienze di chi le ascolta contro la gerarchia ecclesiale e la vita cristiana in senso stretto, ma bastino solo questi accenni ( che nemmeno Dan Brown saprebbe concepire tanto bene) a definire il quadro altamente eversivo contro l’idea stessa di Chiesa Cattolica che riempie le menti dei malcapitati seguaci del Cammino e le distorce a volte irrimediabilmente.

Fino a quando la Chiesa tollererà ancora?

giovedì 11 febbraio 2010

Inaudito! Come può il Card Schönborn mettere i Neocatecumenali sullo stesso piano dell'Opus Dei e di Comunione e Liberazione??

Il Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna, è intervenuto davanti ad un uditorio gremito di studenti, docenti, ecclesiastici e laici alla Catholic University of America (CUA). La conferenza, organizzata congiuntamente dalle Facoltà di Teologia e Studi Religiosi, di Filosofia e di Diritto Canonico dell'Università, era aperta al pubblico, la cui affluenza è stata copiosa oltre ogni previsione.  Nella sua conferenza del 3 febbraio scorso, il porporato ha trattato il tema "Cristianesimo: presenza estranea o fondamento dell'Occidente?". Ne riportiamo alcuni stralci significativi tratti da Zenit, con le "inclusioni" che hanno destato il nostro sdegno e il nostro sconcerto, alla luce della realtà  che ben conosciamo:

Il Cardinale Schönborn ha iniziato il suo intervento delineando tre legati, che ritiene essenziali, che l'Occidente ha ereditato dalla cultura cristiana: un senso di integrità morale, per il quale i cristiani sono spesso riconosciuti non solo per ciò che fanno, ma anche per ciò che non fanno; il concetto di umanità intesa come famiglia unitaria universale; l'idea che la libertà sia ciò che rende l'uomo più simile a Dio e costituisca la più grande ricchezza dell'uomo. [molto riduttivo che il cardinale parli di "legati", che appaiono valori, ma non pronunci il Nome di Colui, il Signore Gesù, dal quale -Unico- essi scaturiscono e trovano fondamento e vivificazione]

[.....] A testimonianza della forza della libertà cristiana, il Cardinale Schönborn ha ricordato i grandi movimenti spirituali che sono diventati movimenti culturali nella storia occidentale. "Quest'anno segna esattamente 1.100 anni dalla riforma monastica di Cluny", ha ricordato. [....] Il cardinale ha quindi sostenuto che nel corso dei secoli la libertà di poter seguire Cristo in modo radicale ha sciolto enormi energie creative in tutto il mondo occidentale, e rappresenta "una delle fonti permanenti della vitalità europea". Allo stesso modo, ha manifestato la sua gioia per il risorgere di movimenti spirituali nella Chiesa di oggi. "Perché la storia non dovrebbe ripetersi?", ha chiesto. "Perché non dovremmo anche noi avere quella sorta di sorpresa, che non ci si sogna nemmeno, che Francesco d'Assisi portò all'Europa 800 anni fa?". I movimenti laici della Chiesa di oggi sono "un segno molto vitale", secondo il Cardinale, e puntano allo stesso Spirito creativo che nei secoli precedenti diede vita ai rinnovamenti cristiani, spirituali e culturali. In particolare l'Opus Dei, i Neocatecumenali e Comunione e Liberazione.
[....] [Francamente mettere - e in quale cornice contestuale (!) - sullo stesso piano dei Neocatecumenali, movimenti come l'Opus Dei e Comunione e Liberazione, che hanno come fondatori Sacerdoti che non hanno scritto un loro Catechismo, introdotto prassi, istituito un rito diversi da quelli della Chiesa, a differenza del laico iniziatore del cammino NC, appare quanto meno improprio. E' un'affermazione tale da confondere le idee di chi ascolta e permettere il perpetuarsi della confusione e del disorientamento che nella Chiesa regnano sovrani. La cosa non stupisce poi molto perché in molte sue esternazioni il cardinale si è mostrato decisamente "modernista". Ma tutto questo non fa che intorbidare le acque e conferire un ulteriore autorevole avallo all'orda dei "riformatori", incontrovertibilmente giudeo-luterano-gnostici. Ma, se oggi nella Chiesa 'c'è posto per tutti' tranne , sembra, per i cattolici... ci chiediamo che senso ha essere cattolici, oggi: quanti sanno cosa significa? che fine farà la Chiesa se prosegue su questa rotta? Come si può continuare a legittimare una realtà divenuta ecclesiale che rappresenta un "unicum", rispetto ai veri movimenti, conservando intatti ed intoccabili strutture, insegnamenti, prassi e rito?]

Mi limito, oltre alle chiose inserite nel testo, a riportare l'intervento di un lettore, che sottoscrivo, inserendo successivamente un capitolo su sconcertanti precedenti del Card. Schönborn: 

...è terrificante rendersi conto di come questo gruppo sedicente cattolico, da quel lontano '68, anno dopo anno, lavorando indisturbato nei sotterranei della Chiesa, come una infaticabile pattuglia di castori (o di termiti...), sia riuscito, "catechizzando" due generazioni, ad erodere e scalzare le sue stesse Fondamenta, sgretolando il Depositum Fidei bimillenario, sbriciolandolo e rimpastandolo, per consegnarlo così contraffatto e inquinato da elementi estranei ad esso -anteriori o deteriori- ai nefasti "formatori" di coscienze ignare e inermi ad essi affidate, per nutrirle (previo lavaggio coatto e tabula rasa d'ogni retta nozione cattolica precedente) ed addestrarle, ben manovrate dai "capi", alla fondazione di una Nueva Iglesia, in concorrenza occulta e palese (cfr. "Noi siamo la vera Chiesa in opposizione alla Chiesa Gerarchica") e volontà di sostituzione progressiva e irreversibile della Santa Chiesa di Cristo, da Lui fondata nell'anno 33 !    
Essi sono quasi riusciti nell'intento del loro "carismatico" leader a compiere un'impresa, inedita nei 1967 anni di storia fin qui, alla quale Lutero stesso non avrebbe mai posto mano né mente, e della quale forse, anch'egli resterebbe inorridito, se fosse redivivo !    
Il tutto sotto gli occhi (assonnati o semichiusi) dei custodes....  Confidiamo nel "Non praevalebunt!"

Alcuni precedenti del cardinale

Pensando al Card Schönborn la nostra mente non può non andare alla provocazione al museo della cattedrale cattolica di Vienna per la quale riportiamo stralci dell'articolo di A. Tornielli su il Giornale del 9 aprile 2008. "L'arcivescovo è intervenuto solo dopo otto giorni di proteste... l’esposizione di un’Ultima cena gay, con gli apostoli distesi sul tavolo ... avrebbe provocato lo sconcerto, e le critiche, di tante persone. Soprattutto perché l’«opera» in questione (le virgolette sono d’obbligo) veniva esposta nientemeno che all’interno del Museo della cattedrale di Vienna. È l’ennesima oltraggiosa ferita alla fede cristiana quella che è andata in scena nella capitale austriaca con l’iniziale compiacenza delle locali autorità, in un’Europa dove si deve portare il massimo rispetto verso ogni fede religiosa ad eccezione di quella che ha maggiormente contribuito alla nascita della sua stessa civiltà." In questi termini ne parla poi Tornielli anche nel blog "...che stiamo parlando di una rappresentazione dell’Ultima cena, durante la quale Gesù istituì l’eucaristia, il sacrificio che si rinnova ad ogni celebrazione: raffigurarla come un’orgia gay - per di più motivando questo fatto con l’assenza delle donne sulla scena! - lo trovo ributtante. L’“artista” si proclama ateo. Nessuno gli vieta di dipingere ciò che vuole e come vuole. Ma esporre quell’opera - come alcune altre presenti nella mostra - in un museo diocesano lo trovo un atto irresponsabile. E trovo pazzesco, scusate la franchezza, che i responsabili del museo diocesano non abbiano compreso l’assoluta sconvenienza di esporre scene così blasfeme in un luogo legato all’arcidiocesi."

Dello stesso Card. Schönborn pubblichiamo l'estratto di un'omelia molto citata nel cammino nc, da lui pronunciata a Porto S. Giorgio  nelle Convivenza del settembre 2008, condensata in questi termini dal documento ufficiale redatto dal Cammino per l'occasione, fattoci pervenire da un sacerdote presente, inorridito per questa ed altre esternazioni...:
"...E' intervenuto il card Schönborn, Arcivescovo di Vienna, proprio qui a Porto S. Giorgio. Nella sua omelia la settimana scorsa ha detto che: Il Concilio afferma una differenza non gradu tantum sed essentia, dice il latino, tra il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale dei presbiteri, del vescovo. Non gradu tantum non c'è una differenza di grado perché, se il presbitero avesse un grado superiore al livello comune del sacerdozio battesimale, sarebbe un "supercristiano", un cristiano a livello maggiore, sarebbe un'ingiustizia che certe persone siano escluse dal ministero sacerdotale, dal ministero presbiterale. Per esempio sarebbe un'ingiustizia che le donne non possono diventare prete perché sarebbero escluse da un grado superiore di vita cristiana. No, non è una differenza di grado, non gradu tantum sed essentia. Alcuni si sono sbagliati sull'espressione "essentia". Vuol dire che noi presbiteri siamo superiori a voi laici, siamo esseri diversi di essenza diversa? No, no, siamo poveri peccatori forse più di voi. No, cosa vuol dire? Lo spirito in termini tomistici: il sacerdozio battesimale è nell'ordine del fine, delle finalità, tutta la vita cristiana è orientata alla santità realizzata" (cap V Lumen Gentium - vocazione ministeriale alla santità). Tutto, tutto nella Chiesa è al livello di mezzi e al servizio di questa santità. Quindi per non diventare clericali dovete sempre pensare che diventare presbitero è diventare uno strumento nelle mani di Gesù Cristo per aiutare i fedeli per raggiungere la santità..."[l'ultima affermazione ha del vero, ma ignora le prerogative e funzioni irrinunciabili, nonché diverse nell'"essenza", del sacerdozio ordinato, che il cardinale tenta protestantemente di diluire] "
Sostanzialmente l' "essentia" sulla quale molti si sarebbero sbagliati secondo l'arcivescovo, è quella 'investitura' determinata dal 'carattere' conferito dal Sacramento dell'Ordine', con il quale viene conferita la successione apostolica e per mezzo del quale il sacerdote può agire nella Chiesa in persona Christi, celebrare il Sacrificio, operare la "Consacrazione" e inoltre tutte le altre sue prerogative e cioè l'opera di santificazione, d'insegnamento e di governo, queste ultime nettamente in mano ai catechisti nell'ambito del cammino NC; mentre, quanto alla Celebrazione conosciamo tutte le derive neocat: basti partire dal fatto che, come dice Kiko: "noi non abbiamo altari": tant'è che la celebrazione avviene unicamente sulle ipertrofiche "mense", con tutte le altre difformità dai libri liturgici... e tenendo soprattutto conto della diversa teologia che abbiamo più volte evidenziato

Dinamiche moralmente intimidatorie

Gianluca non me ne vorrà, se il suo articolo aspetterà ancora qualche giorno: il tempo constatare, a verifica di quanto emerso e sviluppato negli ultimi importanti thread, l'assoluta impermeabilità dell'entità Cammino nc a qualunque tentativo di 'purificazione' auspicato dal Papa, attraverso questo intervento arrivato stanotte sul vecchio thread delle "realzioni familiari". Infatti davvero non è cambiato nulla di nulla e l'approvazione non ha fatto altro che incistare nella Chiesa una realtà che si esprime in questi termini, sempre gli stessi da 40 anni a questa parte: è ben evidente che si tratta di frasi pre-fabbricate, ad effetto, che vorrebbero tappare la bocca, ad extra, a chi osa criticare il cammino nc e chiudere gli occhi, ad intra, a chi ancora ne fa parte, non si può certo dire per Grazia di Dio... 

Sono nel cammino da oltre 30 anni. Tutto ciò che leggo mi lascia di stucco. Si accettano come verità rivelate delle totali menzogne, e dei fatti gravissimi, se pur accaduti (anche nella chiesa ufficiale sono successe cose gravi, in ogni tempo: lo sappiamo bene) in un luogo o in una particolare circostanza, sono considerati la "norma" del cammino catecumenale. [viene spacciata per eccezione quel che è regola, con la tattica del 'minimizzare'] Questo non è "difendere la verità", e non è "difendere la Chiesa di Cristo". E' prestare il fianco all'inganno del demonio, che vuole soltanto accecare gli uomini perché non vedano quanto bene Dio ha fatto a tante persone all'interno delle comunità. [Non hanno alcuna consapevolezza del prezzo da pagare; svuotamento si sé, identità di gruppo, spersonalizzazione...] Attenti, perché il peccato contro lo Spirito Santo non sarà mai perdonato, e ricordate che anche Cristo diceva la verità e venne crocefisso. [Tremenda identificazione, se ne parla in conclusione!] A me basta sapere che il Vaticano ha approvato lo Statuto del Cammino, per rimanere in comunità. Se ciò non fosse accaduto, ne sarei uscita immediatamente. Perché dunque, gente che si dice "cristiana" si mette apertamente CONTRO IL VATICANO, calunniando e accusando di eresia un'esperienza che il Papa stesso ha considerato buona e valida per la conversione di tanta gente? [Sulle calunnie e l'infondatezza delle accuse -sempre dichiarata apoditticamente e mai provata- bisognerebbe documentarsi su scritti di teologi non certo solo sui nostri] Non fate dunque i sepolcri imbiancati. Preoccupatevi di "sapere" prima di pontificare sugli errori altrui. [Sorvola sull'evidenza che non parliamo per "sentito dire", ma conoscendo e raffrontando Cammino e Magistero ecclesiale!]  Anita

Come potete notare ricorrono, infilati uno dopo l'altro, i soliti luoghi comuni -sempre gli stessi- che ci siamo sentiti ripetere per più di tre anni, da quando è iniziato questo nostro impegno. 

Noterete anche come essi prendano il posto di critiche razionali, di confutazioni precise e circostanziate a tutto quello che andiamo sostenendo con vigore, ma anche con rigore, perché non facciamo altro che soffermarci su ciò che ci viene incontro sia perché emerge nella quotidianità delle vicende ecclesiali che perché qualcuno dei lettori ci formula domande o ci trasmette la sua esperienza, che dimostra -nell'attualità, al di là di indirizzi e correzioni papali o di statuti più o meno attenti: le une e gli altri totalmente disapplicati- l'assoluta intoccabile, controversa identità del cammino neocatecumenale

La cosa più grave di questo scritto è il richiamo al "peccato contro lo Spirito Santo", che dovrebbe far tremare le vene e i polsi a chiunque cammina nella Fede. Il fatto poi di accusarci di essere "contro il Vaticano", beh, lascia anch'esso il tempo che trova, perché il Cammino nonché il suo statuto non sono dogmi di fede e quindi chiunque può manifestare, senza per questo cessare di essere in comunione col Papa e la Chiesa, critiche e dissensi a pieno titolo, purché documentati e validi, mosso unicamente dall'amore per la Verità, che ha un Nome, Gesù Signore, senza il quale non c'è nemmeno Carità.

Si denota anche la incontrovertibile e sconcertante identificazione del cammino con la Persona del Signore, quella emergente con estrema chiarezza dalle parole dell'iniziatore riportate nel thread precedente e che avrebbero messo in guardia qualunque pastore attento a difendere le Verità di fede e le anime affidategli dal Signore... Povera Chiesa!

lunedì 8 febbraio 2010

I catechisti possono parlare in nome di Dio?

Se oggi arrivano richieste di questo genere, possiamo davvero credere che nel Cammino qualcosa sia cambiato? Recenti testimonianze e quanto sviluppato negli ultimi thread ci inducono ad una risposta negativa. 

In questi giorni abbiamo ricevuto domande, che riguardano una ragazza in cammino da qualche anno. Le riportiamo di seguito, chiedendoci anche come una persona di normale cultura ed estrazione, pur non conoscendo la Chiesa, possa davvero credere che qualcuno possa arrogarsi la capacità, o ancor più, il potere di "parlare in nome di Dio"... e noi aggiungiamo il nostro sgomento per il fatto che ciò possa continuare ad accadere nella Chiesa, garantito da sacerdoti e vescovi...
  1. Mi dicono di prestare OBBEDIENZA ai miei Catechisti. Che essi nel momento in cui parlano stanno parlando per Dio. nel senso che sono il suo tramite e quindi che ad ogni loro domanda, anche in presenza di altri, si debba rispondere. Inoltre mi chiedo: che poteri hanno i catechisti nella chiesa cattolica romana? quali sono i loro diritti e doveri? I miei mi dicono che hanno un "carisma", che parlano per mezzo dello Spirito Santo. E' Vero?

  2. ho letto sullo Statuto di recente approvato dalla Chiesa che i Catechisti non possono fare domande che entrino nel foro personale intimo della persona. Ma recentemente ho DOVUTO rispondere se nel mio fidanzamento conservavo la castità

  3. E' giusto che io non possa parlare col mio ragazzo, che non è nel Cammino e dice di non volerci entrare, delle cose dette nei "giri di esperienza"? Perchè, se io sono abituata a confrontarmi con lui in tutto?
Kiko ripete spesso nelle sue catechesi di essere autorizzato a spiegare la Parola di Dio perché lui è un "illuminato"; di avere cioè le capacità che non sono proprie dell'uomo, ma della divinità, che egli trasferisce pari pari ai catechisti del cammino.

Diciamo senza mezzi termini che questa affermazione ripete la tentazione del demonio che ai nostri progenitori nell'Eden prometteva che, se avessero fatto quello che lui loro suggeriva, sarebbero diventati come Dio. E Kiko spesso ripete di parlare a nome di Dio. Oltre a questo peccato diabolico, nelle parole di Kiko c'è una contraddizione ad un insegnamento con cui continuamente martella i neocatecumenali: "non giudicate, perché nessuno può giudicare". Ma lui e i suoi catechisti questo giudizio lo possono fare e giudicheranno anche le realtà spirituali, come la presenza della grazia e dello Spirito Santo, che rientrano esclusivamente nei poteri di Dio e che un Padre Spirituale di provata fede e maturità spirituale avrebbe timore e tremore a riconoscere espressamente e, soprattutto, non si sognerebbe mai di sostituirsi alla coscienza o coartare la libertà delle persone da lui guidate, né quindi di condizionare i loro comportamenti: egli infatti indirizza, orienta, aiuta a individuare gli ostacoli e può indicare alcuni strumenti per superarli, ma MAI si sogna di dire che parla a nome di Dio.

Kiko con le sue affermazioni ritorna a proporre un panteismo di vecchia data, che la filosofia ha superato da secoli. Ma egli non disarma: per lui la presenza dello Spirito Santo nell'interiorità dell'uomo è dimostrabile da un fatto: quello dell'amore al nemico (I Scrutinio pag. 96-97). Questo amore nell'uomo è impossibile senza la presenza dello Spirito Santo che agisce in lui, dice Kiko. Questa presenza, pur appartenendo al campo soprannaturale, Kiko può giudicarla e come lui tutti i suoi catechisti, che hanno il diritto di dire ai loro discepoli se possono o no continuare ad essere membri del Cammino (Shemà pag. 23-34; OR pag. 30 e 188). Perché sono gli unici a poter dire "chi ha lo Spirito Santo". Da questo dovremmo addirittura arguire che per "avere lo Spirito Santo" non basta essere Battezzati e credenti, fedeli nella Chiesa, maè necessario appartenere al Cammino? Di certo è quello che pensano e affermano loro; ma quanto corrisponda a verità qualcuno dovrà pur decidersi a dirlo, se non si vuol continuare a rovinare la vita e l'anima di tante persone!
Visto che le cose stanno ancora in questi termini, nasce per l'ennesima volta, la drammatica domanda: ma i Pastori, nella Chiesa di oggi, cosa ci stanno a fare?

giovedì 4 febbraio 2010

Diamo uno sguardo alla NUOVA CHIESA che avanza

Riepilogo alcuni dei punti più controversi della "nuova pastorale", che ci è stata esplicitata per Campobasso e che stiamo vedendo attuata in molte, se non tutte le diocesi italiane, che partono dagli Orientamenti Pastorali della CEI per il nuovo millennio “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”.

Documento pastorale 2009-2010 della Diocesi di Campobasso

Incontriamo le nuove direttive in questa prima citazione del documento pastorale della Diocesi di Campobasso, che ci hanno fatto pervenire:
insieme alla comunicazione cui rimanda il link :

La nota 2 della CEI al n° 19 definisce l’Iniziazione Cristiana: “…quel processo globale attraverso il quale si diventa cristiani si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna ad una scelta di fede e a vivere come figlio di Dio ed è assimilato, con il battesimo, la confermazione e l’eucaristia, al mistero pasquale di Cristo nella Chiesa”.
Questo progetto vuole essere, dunque, una risposta della nostra Chiesa locale all’impegno di mettere in atto un servizio di primo annuncio, su cui innescare un vero e proprio itinerario d’Iniziazione Cristiana a partire dai fanciulli operando un cambiamento di mentalità. + p. GianCarlo vescovo (si parla di Campobasso-Boiano)

Il documento CEI (a disposizione di chi ha interesse ad approfondire sul sito a questo link ), come molti documenti di conio post-conciliare, ha la prerogativa di essere infarcito di molte belle parole molto condivisibili, ma di citare solo fonti post-conciliari e di non dare nessuna direttiva... e, per contro, di offrire il destro, con qualche frase ben calibrata, ad interpretazioni di comodo.

"Conversione pastorale" (!?): in un mondo che cambia, cambia il lessico, ma cambiano anche i significati. Per quale Chiesa?

Ecco cosa mi è parso "preoccupante": è l'affermazione - che metto in diverso colore - citata nel documento programmatico della Diocesi di Campobasso e cioè:

"Per questi motivi negli Orientamenti Pastorali della CEI per il nuovo millennio “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, si afferma che è necessaria una conversione pastorale... (n°59).

Approfondiamo più avanti cosa si intende per "conversione" (che è ri-orientamento del cuore e della vita al Signore) e facciamo attenzione al fatto che per "conversione pastorale", qui si intende "cambiamento di rotta" in senso pastorale, cioè di prassi con la quale si vuole formare e condurre il popolo dei fedeli: significa che la Chiesa intende cambiare rotta e prassi?

Le seguenti sono parole con cui prosegue il documento della Diocesi di Campobasso (e non sono parole del vescovo, ma di chi lo ha compilato, è del tutto chiaro): "I nostri vescovi richiamano l’urgenza di riorganizzare la prassi catechistica dell’Iniziazione Cristiana, restituendole la dignità di vera Iniziazione Cristiana; vale a dire di un cammino per diventare cristiani ed entrare nella comunità. [faccio notare che per diventare cristiani è necessario il Battesimo e si entra nella Chiesa, che è l'intera comunità dei credenti e non richiede l'accesso a nessuna comunità particolare, anche se normalmente la si frequenta, ma non certo in maniera totalizzante e settaria come nel cammino NC]

Prosegue il documento diocesano:
Infatti, questo è il compito fondamentale di una parrocchia: “fare i cristiani”, cioè iniziare alla fede cristiana, insegnare a diventare discepoli di Cristo, accogliendo la sua Parola e vivendo nel suo amore.

mi chiedo cos'hanno fatto le parrocchie fino ad ora, con più o meno efficacia o coinvolgimento e partecipazione da parte dei fedeli... ma in fondo non è che questo sia un 'monopolio' del cammino, che agisce in maniera enfatica accattivante e coinvolgente, sì, ma abbiamo visto per portare dove...

Inoltre si parla dei “Sacramenti di iniziazione: Battesimo – Cresima – Eucarestia. Ma, nonostante a pag. 14 si accenni alla Penitenza, non c’è traccia, nel programma, del SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE INDIVIDUALE. Che fine ha fatto??

Considerato che le date dei Sacramenti da ricevere sarebbero “approssimative”, perché il ragazzo DEVE ATTENDERE che tutta “la comunità” dei suoi coetanei “sia pronta”, questo potrebbe comportare lo slittamento della Cresima e Prima Comunione oltre gli undici / dodici anni, cioè il ragazzo potrebbe arrivare all’adolescenza senza mai essersi confessato ed aver ricevuto il Corpo di Cristo, né essere tenuto ad andare alla S. Messa …

Una "prassi catechetica" di "iniziazione" che monopolizza le pastorali diocesane

La vera "novità" è il famoso e cosiddetto "cammino di iniziazione", dimenticando che l'"iniziazione" non è detto che debba prendere per forza la forma del "catecumenato" (lo vogliamo chiamare "insano archeologismo"? - Pio XII, Mediator Dei)

La VERA iniziazione è la graduale piena "introduzione ai misteri del Regno" ... cioè, per tradurla in parole povere, non è altro che l'educazione alla Fede e l'approfondimento e nutrimento di essa, che si riceve attraverso la normale vita Sacramentale, la preghiera, l'Adorazione, le Devozioni (ricordate e rivalutate anche nel documento dei vescovi) e tutti i momenti formativi e comunitari offerti dalla Parrocchia e quant'altro la ricerca personale porti ad incontrare nella Chiesa.

Se leggiamo i Padri della Chiesa scopriamo che prima veniva dato il Battesimo e, poi, veniva approfondita l'istruzione e la cosiddetta mistagogia, ma il Battesimo è efficace di per se stesso e non ha bisogno di nessuna "ratifica" come vedremo, con sconcerto più avanti... C'è da chiedersi chi è il vescovo che "ratifica" cose del genere!

Altra chiave di lettura di quel documento di stile squisitamente "Ruiniano": il riferimento alla "cultura"... è ben noto l'ambizioso "progetto culturale" del cardinale, gestito insieme ad altro con l'8 per mille e che si riduce a lezioni magistrali in università cattoliche, convegni per addetti ai lavori e del quale il Popolo di Dio o Corpo di Cristo che dir si voglia non raccoglie neppure una briciola...

Però adesso i neocatecumanali hanno un altro passpartout, che non mancano ovviamente di usare alla grande, con la connivenza dei vescovi, per monopolizzare le pastorali diocesane senza nemmeno la necessità di tirare in ballo il cammino o Kiko Arguello e compagnia! E dire che il Papa aveva chiesto il loro adeguamento alla Pastorale diocesana, senza poter supporre che sarebbe avvenuto l’inverso…

E' facile trarre in inganno, travestendo da cattolico quello che si accingono a fare. Forse il vescovo di Campobasso è in buona fede, possono averlo convinto; ma apprendo da fonte diretta che egli è molto impositivo sui sacerdoti che chiama con disprezzo "nostalgici" se manifestano un qualche amore per la Tradizione e chiede loro dove prendano le loro incrollabili certezze. Mi risulta che un cristiano, tanto più se sacerdote e custode della Rivelazione HA delle certezze sulle quali fonda la propria Fede: da scoprire e sempre in ulteriore evoluzione sono gli approfondimenti, non i dati fondanti della Rivelazione che, nel Cammino nc sono stati sostituiti da tappe iniziatiche pre-fabbricate e calibrate sulla base dell’esperienza post-conciliare di un laico e di una ex-suora ...

Le motivazioni del documento più dettagliato pubblicato sul sito della diocesi sono 'sapientemente' addotte e potrebbero anche in parte essere condivise, se non ci fossero molti seri "indizi" che conducono al Cnc, del tutto indecifrabili da un comune fedele. Il problema –serio e cogente, per effetto di quanto conosciamo e denunciamo– è dove porta questo itinerario e chi lo guida, a chi sono affidate le catechesi, perché è questo quello che davvero c'è da sapere, e non lo specchietto per le allodole della pubblicità ingannevole della investitura e dei cosiddetti "Testimoni del Signore" che hanno il compito di testimoniare la fede (e quindi guidare) i "catecumeni". Chi sono costoro?

Apprendo anche che il responsabile dell'ufficio diocesano è un parroco neocatecumenale incallito... mi dicono che ben 20 famiglie della sua parocchia hanno portato i loro figli a fare la comunione altrove.

Se ci hanno scritto la lettera allarmata e se abbiamo tutte le ragioni per pensare che siano neocatecumenali, ebbene: si sa come si parte ma non si sa dove si arriva!

Colpisce quello che il Vescovo espone a pag.5, in cui riporta il testo della CEI che, fatalmente, sostiene le stesse cose di Kiko: che la pastorale diocesana deve “convertirsi” ad … “un cammino”, diffuso nel tempo, con una “prassi catechetica riorganizzata” per una “iniziazione cristiana” che si ottiene “entrando in comunità”. Ogni riferimento sarà puramente casuale??

... Questo dicono i vescovi italiani (potenza di quale persuasione??). Ed ancora:

L' "apprendistato" della vita cristiana

Abbiamo già visto che il documento diocesano cita anche:

"La nota 2 della CEI al n° 19 definisce l’Iniziazione Cristiana: “…quel processo globale attraverso il quale si diventa cristiani si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna ad una scelta di fede e a vivere come figlio di Dio ed è assimilato, con il battesimo, la confermazione e l’eucaristia, al mistero pasquale di Cristo nella Chiesa”.

Beh, è necessario dire che cristiani non si "diventa" attraverso nessun "processo" globale o parziale che sia, si E' e si resta per sempre cristiani attraverso il Battesimo: resta poi da vedere come si vive il proprio cristianesimo e come e quanto si approfondisce la vita di Fede...

Parlare di "apprendistato" per la vita cristiana, mi sembra improprio e riduttivo, perché la Fede matura per l'Azione dello Spirito Santo, nel rapporto personale, intimo, vivo e fedele col Signore nella Sua Chiesa - che costruisce e rende vitali anche le relazioni sia comunitarie che umane in generale - e, quindi: vita sacramentale (Eucaristia e Penitenza), catechesi, lectio divina, L'Adorazione e la preghiera, la risposta concreta e fedele nella vita quotidiana e nelle scelte piccole e grandi....

Chi è che ha la 'patente' di "testimone"?

E' quella "testimonianza dei discepoli del Signore" che lascia anche perplessi. Chi sono costoro, dal momento che "le catechiste tradizionali non operano più direttamente coi bambini, ma si dedicano alla formazione delle nuove catechiste che sono le mamme stesse dei bambini"? E' evidente che saranno i cosiddetti "testimoni" i veri catechisti. Chi conferisce loro la 'patente' di testimoni? Sappiamo bene di "chi" e "come", cioè con quali metodi e con che potere sulle persone, compresi i sacerdoti, sono testimoni i catechisti del cammino neocatecumenale: dei loro iniziatori e delle abominevoli prassi, che vorrebbero imporre a tutto l'orbe cattolico.

Questa espressione: "scandito dall'ascolto della Parola, celebrazione e testimonianza dei discepoli..." sa tanto di Tripode kikiano: Palabra, Liturgia, Comunidad...

Siamo sicuri, cari vescovi, che è questa la Chiesa di Cristo Signore? Vogliamo parlare di un articolo dello Statuto del Cammino neocatecumenale e di cosa veramente comporta?

Sarà questa la nuova prassi ecclesiale?

"art. 19.1.1- l’Eucaristia e la comunità aiutano gradualmente i neocatecumeni a svuotarsi dei falsi concetti di sé e di Dio ed a scendere alla loro realtà di peccatori, bisognosi di conversione, riscoprendo la gratuità dell’amore di Cristo, che li perdona e li ama."

Quest'articolo è l'emblema dell'ambiguità del cnc. Potrebbe infatti, a un lettore distratto o solo ingenuo, sembrare cosa buona e giusta: scorgersi peccatori, bisognosi di conversione... Sembra richiamare quel 'rientrare in se stesso' del figliol prodigo, che poi è un'attitudine connaturale al cristiano il quale, guardando a Cristo, vuole imitarlo e conformare a Lui tutto di sé.

Lo "svuotarsi di sé" del Cnc è invece un'altra cosa, purtroppo. Significa che tu metti la tua vita nelle mani dei catechisti, col beneplacito e sotto gli occhi dei fratelli di comunità. Significa che tu lasci ai catechisti la libertà di prenderla la tua vita, e di guardarci dentro, in ogni angolo, senza pudore. Te la smontano la vita, e in essa il cuore, la mente, desideri, paure, ma anche interessi, competenze, cultura, e affetti, amicizie, amori. Tutto. Ti smontano la vita, ma non per cercarvi insieme a te la traccia di Dio, la bellezza speciale di Dio in te. Né per condurti verso orizzonti nuovi, più ampi e promettenti.

Ti smontano la vita per dirti che in essa non c'è nulla di buono, che è piena di demoni e idoli perversi. Che se vuoi 'l'alleanza con Cristo', devi fare il cammino. E cioè, devi resettare tutto e conformarti al cammino. Non esistono altre vocazioni. Tutto è finalizzato al cammino. Non a Cristo. Ma al cammino.

Passano gli anni. E ti accorgi che nel frattempo ti sei perso tutto. Amici, interessi, desideri, impegni. E ti sei perso soprattutto il senso di te, di quel che sei davanti a Dio e agli uomini. Senza aver neppure guadagnato un autentico senso del peccato. E' deserto di povertà.

Ecco dove porta lo svuotamento del Cnc. Leggendo l’articolo dello Statuto che parla dello “svuotamente del falso concetto di sé e di Dio”, risultano immediatamente comprensibili a chi ne conosce le modalità, i rischi potenziali che contiene, qui confermati una volta ancora.

È scioccante che la Chiesa lo abbia permesso: e così dunque tutti i membri della comunità, i catechisti, i responsabili sono degli psicologi? Posseggono essi gli strumenti indispensabili, la formazione necessaria per accompagnare una persona in quel cammino di "svuotamento di sè"?

Oltre che giusto, è indispensabile 'guardare' a questo aspetto del problema. E' chiaro che quando si innescano meccanismi psicologici, si 'entra' anche nell'inconscio delle persone e si possono smuovere ricordi rimossi, ferite, energie, che poi, se non si hanno gli strumenti di una affinata e maturata competenza, non si riesce nemmeno a gestire. Quanti casi di grave disagio psichico indirizzati agli psicologi rigorosamente "interni" (perché nulla trapeli ad extra), e purtroppo casi molto seri testimoniati proprio per situazioni di squilibri gestiti con rigore e senza un metodo competente, ma improvvisato, che non può essere uguale per tutti, perché le persone non sono fatte con lo stampino, i tempi di maturazione e gli 'stati interiori' non sono gli stessi per tutti: c'è chi può aver bisogno di fermezza, ma c'è anche chi in quel particolare momento ha bisogno invece di tenerezza, di accoglienza non del dito puntato... Non che accoglienza nel cammino non ci sia, ma è limitata al love bombig iniziale, quando ti accettano come sei e non ti sembra vero... è dopo che cominciano i dolori .

In realtà si usano fini strumentali per rendere malleabili e dominabili le persone ad usum cammini; ma anche se il fine fosse buono, il metodo è inaccettabile comunque! E' molto grave la responsabilità di chi dovrebbe avere a cuore, oltre alla salute spirituale dei fedeli, anche quella psicologica e il rispetto della loro sfera esistenziale!

È sconcertante che le numerose testimonianze che sono arrivate in Vaticano non abbiano suscitato nessuna reazione. E così oggi, come ieri e come domani, il foro intimo di molti cattolici continuerà ad essere aggredito, nell'indifferenza di chi dovrebbe vigilare e proteggere.

Torniamo al Documento diocesano: la "ratifica" del Battesimo

Riporto altri stralci del documento diocesano in questione, il primo sul Battesimo, il secondo su alcuni punti programmatici:

Il Battesimo:
- Rigenera alla vita dei figli di Dio
- manca il perché, l'Azione efficace [cancella il peccato originale e quelli attuali (se ricevuto da adulti)]
- manca anche [fa rinunciare a satana e alle sue opere]
- manca anche [ci dona la Grazia Santificante e le virtù teologali] altrimenti in che modo e perché

- Unisce a Gesù Cristo e alla Chiesa
- Fa diventare tempio dello Spirito [Santo]
- Fa partecipare all’ufficio sacerdotale profetico e regale di Gesù

ll documento diocesano riporta anche i seguenti punti programmatici dell'itinerario formativo dei ragazzi che si preparano alla cresima (che poi sono bambini perché risulta che la cresima - nel nuovo progetto pastorale - precederà la comunione):

  1. L’incontro con Dio dei cristiani, che nella Parola biblica si rivela come il Dio della liberazione, il Dio della creazione, il Dio che ha agito e agisce continuamente nella storia mediante uomini ispirati dal suo Spirito;

    a me questo sembra più il Dio degli ebrei invece che la SS. Trinità, Padre Figlio e Spirito Santo. L'incontro col Dio dei cristiani, che è SS Trinità, si ha nella Chiesa e nella vita Sacramentale (che unisce al Padre, nel Figlio, per opera dello Spirito Santo) anche se è vero che Dio agisce nella storia; ma mi danno da pensare quegli "uomini ispirati dallo Spirito Santo" mediante i quali Dio agisce... non agisce Egli forse mediante l'Opera del Figlio che è entrato nella Storia? I cristiani che vivono la fede sono ispirati dallo Spirito Santo, ma lo sono perché nella Chiesa ricevono lo Spirito di Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo e proprio da Lui, mediante il quale "tutte le cose sono state create" e che "si è fatto uomo" per noi e per la nostra salvezza, e non da "testimoni" non meglio identificati... Infatti resta da scoprire chi sono quegli uomini "ispirati dallo Spirito Santo", se tutti i credenti o solo quelli che in altro luogo vengono chiamati "testimoni"...

    Tutta la formulazione, comunque è prettamente veterotestamentaria: Creazione, Liberazione dall'Egitto Esodo, e Cammino con Dio nel deserto (il Dio che agisce nella storia come si rivela a Mosè)


  2. L’incontro con la Persona e il messaggio di Gesù di Nazaret, il profeta-messia, il crocifisso-signore, il datore dello Spirito, nel quale Dio si è rivelato in forma nuova e definitiva [quale? non è irrilevante, dato che si tratta del Figlio, Verbo incarnato] che vive oggi nel mondo in lui;

    di per sé si omettono cose fondamentali anche se non si dicono cose sbagliate, ma a parte crocifisso signore minuscolo, dopo profeta-messia pure minuscolo (ma poi perché profeta, se Messia è molto di più? Perché non Messia Figlio di Dio, il Verbo incarnato, Crocifisso e Risorto datore del [Suo] Spirito?)

  3. L’incontro [o l'inserimento nella Chiesa? L'incontro è col Signore e la Sua Salvezza, nell'Annuncio di chi lo ha già incontrato!] con la Chiesa di Gesù, mediante la decisione di fede e la ratifica (?) del battesimo, che comporta la volontà di convertirsi e [manca: che significa accogliere il Signore e la Sua Salvezza, che danno la capacità di] accettare il vangelo come codice di vita, la partecipazione ai momenti sacramentali in cui la Chiesa si costruisce (o è costruita dal Signore?) come «corpo visibile [e anche come Corpo Mistico] del Signore», soprattutto nella riconciliazione e nell’Eucaristia. Faccio notare che anche le brevi inserzioni mancanti non sono dettagli, ma elementi fondanti che cambiano o depauperano il senso e la corrispondente comprensione e assimilazione delle verità di fede cui si riferiscono e non possiamo cavarcela con il semplice tacciarle di approssimazione e pressappochismo che comunque in ambiti di così grande responsabilità non dovrebbero essere consentiti!

Vorrei sapere cosa significa introdurre la necessità di "ratificare il Battesimo", se esso conferisce "il carattere", indelebile, che non è da "ratificare" in alcun modo, ma da mantenere vivo nella fede e mi chiedo come ha fatto un vescovo ad avallare un documento ufficiale carente di punti essenziali come questo.

Quanto alla “volontà di convertisi”, dobbiamo ricordare che si ha conversione quando si passa dallo stato di peccato, cioè dalla perdita della Grazia allo stato di Grazia. E si tratta di un passaggio, che è un'inversione di tendenza, sancisce un cambiamento di vita, un ri-orientamento al Padre. Poi c'è il percorso successivo, di perfezionamento e per questo è necessario fortificarsi e rimanere nella fedeltà, ma non ancora e sempre convertirsi, a meno che non si inverta di nuovo la rotta... Una volta che si è fatta la scelta fondamentale per Dio e si rimane nella vita di Fede, fortificandosi nella Chiesa, nessuno ti può dire "devi convertirti", come inesorabilmente chiunque entra nel Cammino si sente dire, anche se è un religioso che ha già fatto la sua scelta prendendo addirittura i voti... il fatto è che si pretende ci si converta al Cammino. In fondo è improprio parlare di conversione-continua, una volta avvenuta la prima -a volte i santi parlano di "seconda conversione" quando si sentono chiamati ad una scelta ulteriore e più mirata della propria missione- non deve parlarsi di conversione, ma di 'perferzionamento'; termine tra quelli più 'sospetti' ed addirittura espunti dal lessico neocatecumenale, perché l'idea di "perfezione" -che non è peregrina, se Gesù ha detto: "Siate perfetti com'è perfetto il Padre vostro che è nei cieli"- è del tutto inconciliabile con una teologia e corrispondente antropologia neo-protestante del cammino nc, che vuole l'uomo inesorabilmente peccatore e non richiede nessuno sforzo personale per la propria maturazione spirituale, ma soltanto l'adeguamento alle prassi richieste dai vari stadi di "iniziazione"...

Questo è quanto sta succedendo, subdolamente, in tante diocesi: dove e a cosa potrà portare?

E le stelle, nonché i Pastori, stanno a guardare!!!!