sabato 30 dicembre 2017

Le zampe corte delle bugie neocatecumenali

Riprendiamo un articolo da Cruxsancta ove troviamo riportata una incredibile dichiarazione fatta dal sacerdote che, insieme a Kiko Argüello, è alla guida del Cammino Neocatecumenale, don Mario Pezzi.

Dice don Mario Pezzi nell'incontro
a Santa Caterina Labourè (Madrid) il 1´ dicembre 2017:
«Per i presbiteri soprattutto, ed anche per i seminaristi e i catechisti, vi ricordo che Papa Francesco ha cominciato nelle Udienze del mercoledì un ciclo sull'Eucaristia.
Ha fatto tre catechesi.
La terza è la trascrizione della catechesi di Kiko e Carmen sull'Eucaristia, tale e quale... 
E continuerà. Per questo è molto importante che i presbiteri la leggano, perché è un appoggio per il cammino e per la Eucaristia»
Le catechesi di Papa Francesco sulla Messa, perché è così che la chiama il Papa, si possono trovare facilmente in internet.
Localizzare le catechesi di tali Kiko e Carmen, che appaiono disconoscere la dottrina cristiana e non hanno avuto in tutta la loro vita il minimo interesse a rimediare un tal disconoscimento, è un qualcosa di più complicato.
Però possono essere lette in questo blog, nella catechesi cosiddetta iniziale.

Invece, probabilmente Mario confida nel fatto che nessun presbitero vada a farci caso e a confrontare ciò che dice il Papa con le frescacce che dicono quei tali Kiko e Carmen, perché, fosse il contrario, sorprenderebbe molto che si azzardi a raccomandare una lettura con la quale, basta che il lettore conservi un po' di neuroni attivi, non si può non provare che questa della "trascrizione" è una falsità, una menzogna, un inganno.

Falsità, menzogna, inganno, cioè  attributi che adornano solitamente le opere dei figli delle tenebre.

Perché si veda in forma grafica che non vi è nulla di simile tra il messaggio del Papa e ciò che si dice e che si fa nel Cammino, si legga il seguente frammento che è tratto proprio dalla terza catechesi del Papa sulla Messa:
«Questo è la Messa: entrare in questa passione, morte, risurrezione, ascensione di Gesù; quando andiamo a Messa è come se andassimo al calvario, lo stesso. Ma pensate voi: se noi nel momento della Messa andiamo al calvario – pensiamo con immaginazione – e sappiamo che quell’uomo lì è Gesù. Ma, noi ci permetteremo di chiacchierare, di fare fotografie, di fare un po’ lo spettacolo? No! Perché è Gesù! Noi di sicuro staremmo nel silenzio, nel pianto e anche nella gioia di essere salvati. Quando noi entriamo in chiesa per celebrare la Messa pensiamo questo: entro nel calvario, dove Gesù dà la sua vita per me. E così sparisce lo spettacolo, spariscono le chiacchiere, i commenti e queste cose che ci allontano da questa cosa tanto bella che è la Messa, il trionfo di Gesù. .» (catechesi del Papa sulla Messa - 22 novembre 2017)
Che differenza tra le parole del Papa e la catechesi di Carmen che qualcuno, va a sapere con che intenzioni, pretende che sia stata trascritta!

Mi sono presa il disturbo di cercare quante volte in detta kikatechesi si faccia riferimento al Calvario e quante volte si ammonisce a non fare spettacolo, con balletti e bevutine ad esempio. C'è bisogno che faccia sapere i risultati?

Suppongo di sì, che sempre c'è qualche adepto di Kiko disposto a credere l'impossibile  e a negare l'evidenza.
A questi do la risposta, perché non debbano cercarla e non si affatichino.

Vi è una menzione al Calvario, e viene fatta per mettere in ridicolo chi vede il Calvario nella Eucaristia:

Yeshivah di un seminario RMS:
visualizza il concetto di "esultanza" neocatecumenale
«L'Eucaristia è un sacrificio di esultanza, una esultanza completa di comunicazione con Dio attraverso la Pasqua del Signore. Però in questa epoca l'idea del sacrificio non si intende così, se non nel significato pagano. Cioè che loro vanno a Messa e che qualcuno si sacrifica, cioè Cristo. Nell'Eucaristia avviene solamente il sacrificio della croce di Gesù Cristo. E se oggi lo chiedi alla gente, ti risponderanno che nella Messa c'è il Calvario.»  (OR. pag. 322)
E se lo chiedi a Papa Francesco, invece ti dirà propria che la Messa deve far ricordare e commemorare il Calvario che il CNC cerca di nascondere. Perché il Cammino Neocatecumenale copre e blocca Cristo con elementi alieni al cristianesimo, e tutto il suo ragionamento va a finire al seder pasquale, alle tradizioni ebree, alla festa, alla mangiata ed alla baldoria...

Nulla a che vedere con la catechesi del Papa, nulla a che vedere con ciò che commemorano i cristiani, che non è l'uscita dall'Egitto di un popolo che nega Cristo, ma la morte e la resurrezione di Gesù. Il Calvario, come dice il Papa.
L'inquietante croce di Kiko

Perché è nel Calvario che succede il più grande evento del Cristianesimo, un avvenimento che si verifica nella storia e che si rinnova ad ogni Messa.
Perché la Messa non rinnova il seder degli ebrei, né la fuga di coloro che morirono nel deserto senza raggiungere la Terra Promessa, ciò che rinnova e attualizza è la passione, la morte e la resurrezione da cui origina la salvezza del mondo.

Commemorare il seder pasquale non salva da nulla, è un fermarsi all'Antica Alleanza, superata e attualizzata dalla Nuova Alleanza.

E quindi la pretesa similitudine tra la catechesi del Papa e il libello di due personaggi di nome Kiko e Carmen è un falso. 
E, peggio ancora, chi predica questa falsità è un sacerdote, cioè un presbitero.
Ahi, i pastori che distruggono il gregge e disperdono le pecore!

giovedì 28 dicembre 2017

Rifiutando lo scrutinio dell'elezione

Nell'orrido museo di SanKiko a Madrid
Una lettrice del blog ci scrive:

Ho lasciato il cammino all'ultima tappa, non ho voluto fare quello scrutinio che mi avrebbe riprecipitato nell'inferno. Vediamo se riesco a spiegarmi: sarei stata la scrutinanda ideale, per il mio carattere e la mia esperienza di vita a volte mi capita di avere una grande chiarezza sui miei peccati/difetti e su quelli degli altri.

I cosiddetti "catechisti" del Cammino  avrebbero "estratto" il mio nome per prima, proprio per la mia capacità di entrare direttamente nelle cose e di aprire così la strada per gli altri (era già successo negli scrutini più difficili precedenti). Inoltre nel mio caso, il "nemico" - per usare un linguaggio neocatecumenale - era in famiglia, anzi ce n'era più di uno.

Ero il "neocatecumeno" ideale, quello che sale sulla croce, si lascia trafiggere e resta al suo posto. Ma tutto ciò mi avrebbe posto in una situazione di giudizio (in fondo chi sta sulla croce neocatecumenale, sta più in alto), e soprattutto mi ha evitato di raccontare i peccati e i problemi, del tutto oggettivi e reali, di altre persone.

Non è compito mio raccontare il male degli altri, anche se questo male mi ha pesantemente danneggiato. Ma in fondo anche senza raccontare fatti tragici non è giusto essere chiamati davanti tutti per dire solennemente che la vita prima del cammino era insignificante, come se l'uomo fosse abbandonato a se stesso e alle cattiverie altrui finché non ha incontrato il cammino. Significa rinnegare tutta la nostra vita, i nostri affetti, la nostra religiosità, il modo in cui abbiamo vissuto i sacramenti anche da bambini, ciò che siamo, ciò che abbiamo costruito nella prima parte della nostra vita...
Museo di SanKiko a Madrid, aperto ai
pellegrini neocatecumenali (a pagamento?)

Allora Lucia, perchè fare questo inutile sacrificio? Io l'avrei fatto solo per poter fare il viaggio in Terra Santa. Poi per i motivi su scritti non l'ho voluto fare e quando mi hanno invitato lo stesso a fare il viaggio, ho rifiutato. Pochi mesi dopo ho avuto l'occasione di partecipare a un pellegrinaggio bellissimo in Terra Santa, oltretutto costato meno di quello del Cammino, per cui con gli stessi soldi abbiamo potuto portare con noi un figlio.

Ancora oggi ricordiamo quel pellegrinaggio che è stato uno dei più belli (a detta di chi lo ha fatto più volte).

martedì 26 dicembre 2017

Destino neocatecumenale

Riproponiamo alla riflessione un commento di un lettore del blog che trova tantissimi riscontri da ogni parte, dovunque il Cammino si è insediato e ha messo radici. E se è vero che "dai frutti si riconosce l'albero" è superfluo spendere troppe altre parole.


Premessa. Direi, dopo aver osservato ogni cosa attentamente, giudicate voi stessi che, passando, vi imbattete in questo Blog.
“Dai loro frutti li riconoscerete”
Quello che lascia sgomenti, paralizzati dall'impotenza, è constatare il modo barbaro in cui vengono, indistintamente, trattate le persone che finiscono negli ingranaggi implacabili del POTENTE CAMMINO.
Eppure ogni uomo o donna è "unico", "amato da Dio così com'è", "chiamato per nome" per un progetto irripetibile, personale, per ciascuno.
Questo almeno blaterano nella predicazione detta dell'Annuncio, che inaugura il percorso neocatecumenale nelle Parrocchie, per attirarti inesorabilmente nella "tela del ragno" in cui ti invischiano per il resto della tua vita.
(vedi nota 1)

Marchio DOC


Qui di seguito il commento ricevuto.

Nella mia comunità ci sono ex giovanette (ora mezz'età). Due di loro si sono sposate con altri fratelli neocatecumenali giovanetti (ora di mezz'età) dopo il secondo passaggio.
Le altre ex giovanette sono rimaste single, perché non hanno trovato il ragazzo da sposare in comunità o non l'hanno cercato affatto perchè "il Signore ti manderà l'umo che fa per te e tu lo riconoscerai tra i tanti" e sono lì ancora ad aspettare.
Tutte single (come si dice ora) tranne una di loro che è partita da anni in un convento di benedettine neocatecumenali.
Mai più vista: dicono che lei il Cammino lo fa in convento con tanto di passaggi... ma non ci credo.
Nessun presbitero neocatecumenale si è formato nella mia comunità, i ragazzi (ora di mezz'età) sono tutti sposati con donne neocat della stessa comunità o di comunità della stessa parrocchia.
All'inizio ci sono stati i pianti e la disperazione perché i ragazzi erano in minoranza, ed erano ambìti da tutte le ragazze della comunità.

Ora le single, ma per carattere chiuso e astioso le chiamerei più zitellone, sono a disposizione dei "catechisti" e del responsabile.
Devono sempre essere pronte a svolgere le mansioni di pulizia, addobbo, ostiere, famiglie in missione come tate dei bimbi (ma solo le più "bruttine" perché altrimenti il diavolo le userebbe per tentare lo sposo e padre di famiglia).

Insomma, chi è scelta per questo lavoro come baby sitter itinerante o nelle famiglie in missione, oltre che prestare un lavoro gratuito è anche tacciata di essere una donna brutta, per non dire altro.

Le vedove che devono prestare servizio in seminario non sono sole, hanno famiglia. Manca solo il marito deceduto.
Molte di loro hanno figli e nipoti che dovranno lasciare per minimo 4/5 anni e partire nel seminario scelto per loro. Molte anziane si ammalano di depressione o fisicamente, visto la vita che devono fare.
Molti figli e figlie delle vedove neocat accettano questa partenza essendo essi stessi dei neocat.
Molti figli e figlie non neocatecumenali di quelle vedove che devono fare servizio nei seminari, non accettano queste partenze e, in quel caso ci sono anni di lotta tra le perpetue serve dei seminaristi, i figli delle vedove, i "catechisti" che non mollano e i pianti delle stesse durante le grandi convivenze nelle quali partono per raggiungere la comunità.
Molte volte sono accompagnate dagli stessi seminaristi, quindi difficile è parlare nel giro di esperienze senza essere giudicate.

Poi ci sono anche le ragazze o donne (in quel caso non si salva nessuno) che devono lavare i panni dei seminaristi che sono ospitati nei seminari piccoli che non sono attrezzati per questo. Ce ne sono a iosa di piccoli seminari neocatecumenali Redemptoris Mater.

Poi ci sono le ragazze perdute cioè quelle che restano incinte di un ragazzo che in genere è il primo che capita e che le dimostra affetto perchè, le poverette, non avendo mai avuto un'educazione sessuale e di "mondo" si affidano a ragazzi che sono interessati solo a relazioni sessuali e basta, pensando che poi il Signore provvederà (e loro lo faranno entrare in comunità).

Queste ragazze all'inizio sono martoriate dai genitori neocat, alcune cacciate di casa o ospitate in altre famiglie neocat lontane perchè il figlio marcio deve essere allontanato dalle sorelle (di sangue) e dai fratelli.
Alcune di loro invece dopo i primi tempi di anatema e scandalo trovano una loro dimensione ritornando in comunità.
Dopo magari un primo allontanamento dalla propria comunità, come punizione,
molte devono tornare indietro nel cammino (cosa dolorosissima per i neocatecumenali).

Ne potrei raccontare tante ma credo che non basterebbe un Blog intero.

Donne in gran numero nell'allegro girotondo... intorno al mondo...


Nostre conclusioni:

Grazie Anonimo, per la tua lucida testimonianza.
A te, e anche ad altri come te, diciamo:
Raccontate, raccontate senza remore quanto avete conosciuto, renderete così un servizio impagabile alla Verità a vantaggio di tanti, aprendo gli occhi a coloro che cominciano a capire cos'è veramente il Cammino.


(nota 1) Segnaliamo qui sotto, a proposito di "utilizzo" delle donne nel Cammino Neocatecumenale, un post apparso su Osservatorio nel 2012, di cui riportiamo l'incipit; aprendo il link si può leggere per intero. Meditate gente, meditate!

Kiko Argüello, 20 maggio 2012, Napoli:

Kiko ha bisogno di "cefale" per la Cina:
«...viene seguita da molti maschi...»
Noi... Duecento giovani il Signore ha chiamato qua!

Ma vedo anche... il Signore ci invita a chiedere anche le ragazze. E adesso... in Trieste ha chiesto ragazze disposte ad andare in Cina! Se ne sono alzate cento.

domenica 24 dicembre 2017

Gruppo particolarmente aggressivo - bisogna fermarli!

Tipico addobbo per le
liturgie ortofrutticole neocatecumenali
Messaggio inviato a Jungle Watch:
«Ci stiamo informando molto su ciò che avviene a Guam perché stiamo affrontando lo stesso problema che avete voi col Cammino Neocatecumenale nella nostra parrocchia qui a Miami, in Florida.

Questo gruppo è divenuto particolarmente aggressivo qui a Miami, e noi desideriamo fermarli prima che prendano il controllo della nostra parrocchia!

La Chiesa Cattolica a Guam ci ha dato grande speranza e ispirazione per bloccare questo "cavallo di Troia" che sta invadendo la nostra Chiesa Una, Cattolica e Apostolica! Chi può, ci contatti e ci assista per quanto possibile. Dio vi benedica, continuate a combattere per proteggere la nostra liturgia, la nostra Eucarestia, e la nostra fede cattolica!»

Maria E. C.
Miami, Florida
Piccolo promemoria: a Miami era stato inviato il famigerato pretino Redemkikos Mater, quello del gesto del gorilla kikiano

venerdì 22 dicembre 2017

Notizie dal Callao: i Neocatecumenali censurano chi balla e canta meglio di loro

Non c'è pace nella diocesi neocatecumenalizzata di Callao!
La diocesi di Callao (diocesi del Perù di poco più di un milione di anime e con un centinaio di sacerdoti) da dicembre 2011 è passata alla cure pastorali dello spagnolo Pérez del Palacio Mendel, un vecchio "itinerante" del Cammino fin dal 1970: i giornali, quando seppero della sua nomina, titolarono «un "kikos" spagnolo a capo di una diocesi in Perù» (che andava a sostituire mons. Irizar, già definito "il più grande amico del cammino neocatecumenale in Perù").
Da subito, in una diocesi in cui già il cammino si era comodamente installato fondando pure due seminari Redemptoris Mater, si è andato sviluppando un processo capillare di invasione delle parrocchie da parte dei kikos, che ha come punto cardine l'installazione di pastori di formazione neocatecumenale nelle parrocchie più importanti e popolose del territorio.
È così che nella diocesi hanno cominciato a succedere strane vicende, come quelle di sacerdoti non del Cammino minacciati o la rimozione dei parroci non neocat per sostituirli con "presbìteri" del Cammino, e non sono mancati scandali sessuali e ambigue vicende all'interno delle stesse comunità.
Da un articolo di Altavoz veniamo ora a sapere che, a uno dei sacerdoti a suo tempo minacciati, padre Victor Torres, è stato impedito, con documento diocesano, di celebrare, la Messa secondo il rito afro peruviano, privando così molti fedeli di colore del conforto di seguire la liturgia (rigorosamente secondo il messale Romano, non condita di "innovazioni" alla kikos) con i propri canti e danze tradizionali.
Eppure, il 1° febbraio 2014, papa Francesco chiese esplicitamente a Kiko Argüello e al Cammino Neocatecumenale di rispettare le tradizioni e le culture di appartenenza delle popolazioni oggetto del loro slancio "missionario": la risposta dei disobbedienti e prepotenti kikos non si è fatta aspettare.


Frontespizio della pagina FB "Callao necesita pastor"
Il gruppo etnico tradizionale del Callao viene censurato da sei mesi. Né con le proteste pubbliche né con l'intervento di organi dello Stato si è avuta risposta dalle autorità religiose.

(nostra traduzione di
un articolo di Ariana Lira)

Il 13 dicembre 2016, prima di celebrare quella che sarebbe stata l'ultima messa afro-peruviana del Callao, il sacerdote Victor Torres Vasquez (ndr: sacerdote NON neocatecumenale) ricevette una convocazione del vicario generale della diocesi del Callao, Óscar Balcázar (ndr: presbitero neocatecumenale).
Lettera di Mons.Balcázar
a padre Torres
Il motivo della convocazione era parlare a proposito della messa afro "senza il permesso del vescovo", e segnalare che né nella diocesi di Callao né nella conferenza episcopale peruviana esiste una pastorale afro.
Ciò che avvenne nell'incontro fra il sacerdote e il vicario del Vescovo, fu solo l'inizio di ciò che sarebbe stata un'inspiegabile censura al popolo afro-peruviano.
In quella lettera, Balcázar proibiva al padre Victor Torres non solo la celebrazione di Messe afro, ma qualsiasi attività di pastorale della comunità afro-peruviana del Callao.
Nella lettera, il motivo avanzato dal Vescovado per proibire la pastorale afro era che la Conferenza Episcopale Peruviana non la riconosceva.
Però quando il nostro giornale si è messo in contatto con la Conferenza Episcopale peruviana, questa ci ha comunicato di non avere competenza sul riconoscimento delle pastorali, e che sull'argomento doveva confrontarsi direttamente con il Vescovo di Callao.
Circostanza, questa, confermata da un avvocato esperto in diritto canonico.

LA PASTORALE AFRO

Dopo l'indipendenza del Perù, il porto di Callao venne ad essere il punto di ingresso più importante per l'immigrazione del paese.
Ciò ebbe come risultato una ricchissima diversità etnica nella città portuale.
Qui la popolazione afro peruviana ha una presenza importante: secondo le cifre del Genere Regionale del Callao, più del 20% della popolazione appartiene alla comunità afro peruviana.
Altra caratteristica significativa del Callao è la forte presenza della Chiesa Cattolica e Delle sue espressioni religiose. Esistono, nella diocesi, 53 parrocchie.

Come parte di questa tradizione religiosa, nel Callao esiste, dalla fine degli anni '90, la pastorale afro peruviana.
Essa si occupava, finché non è stata censurata, di celebrare le messe per la comunità afro. Le messe afro sono liturgie normali, come le altre, con la particolarità che cercano di esprimere la fede "secondo la cultura afro, con danze, canti e colori afro peruviani", ci spiega il sacerdote Victor Torres.
Le messe afro, ad ogni modo, esistono in tutto il mondo, con una speciale presenza in America Latina.

PASTORALE AFRO PERUVIANA NEL CALLAO

Padre Torres, coordinatore
della pastorale afro del Callao
Tale è il riconoscimento delle pastorali afro in America Latina che fin dal 1955 la Conferenza Episcopale Latino-americana (CELAM) sta promuovendo attivamente le espressioni religiose dei gruppi di amerindios e di afroamericani.
Il documento del CELAM, nel 2007, segnala l'importanza di "conoscere i valori culturali, la storia e le tradizioni degli afroamericani, entrare in dialogo fraterno e rispettoso con loro, è un passo importante nella missione evangelizzatrice della Chiesa".
Inoltre si afferma che la Chiesa "appoggia il dialogo fra la cultura negra e la fede cristiana e le sue lotte per la giustizia sociale, e incentiva la partecipazione attiva degli afroamericani nelle attività pastorali delle nostre chiese e del CELAM.
La Chiesa, con la sua predicazione, vita sacramentale e pastorale dovrà far sì che le eredità culturali ingiustamente sacrificate nella storia degli afroamericani, non lascino assorbire, né paralizzino al proprio interno, il dinamismo della loro personalità umana, della loro identità etnica, della loro memoria culturale."

Un dato curioso? Il presidente della commissione che redasse questo documento fu, né più né meno che l'attuale papa, Francesco, che allora era arcivescovo di Buenos Aires.

Però la cosa più interessante è che in Perù - e specificatamente nel Callao - nel 2003 si tenne il IX incontro della Pastorale Afroamericana.
Nel corso di questo evento, l'allora Vescovo, Miguel Irizar, riconobbe la pastorale afro-peruviana e designò il padre Victor Torres come suo coordinatore, cosa che è in contraddizione con ciò che ha detto Óscar Balcázar rispetto al fatto che il vescovado non riconosca questa pastorale.

TUTTE LE VOCI DI PROTESTA VENGONO IGNORATE

Riguardo alla proibizione della pastorale afro nel Callao, sia dall'interno della diocesi sia dall'esterno, incluse autorità dello stato, hanno manifestato la loro preoccupazione e hanno cercato, senza esito alcuno, di avere spiegazioni dal vescovado: unica replica, il silenzio.

A gennaio, membri della pastorale afroamericana hanno promosso una manifestazione di fronte alla Conferenza Episcopale Peruviana per esigere una spiegazione per questa inesplicabile censura. Alcuni rappresentanti si sarebbero impegnato al lavoro soluzione del problema.

Visto il silenzio del Vescovado del Callao di fronte alle numerose richieste di spiegazioni, abbiamo visitato la loro sede per ottenere la loro versione riguardo alla proibizione.

Ci ha ricevuto Jorge Chávez, responsabile dell'area legale del Vescovado. Ci disse che non sapeva nulla del problema in questione, che era di competenza canonica, e che perciò dovevamo presentare un sollecito scritto chiedendo informazioni al Vicario Generale, Jorge Escorcia. (ndr: presbitero neocatecumenale)
Dopo che gli avemmo consegnato il documento con il quale Balcazar proibiva la pastorale, ci disse che "i documenti vanno e vengono".

Così come ci aveva raccomandato Chavez, abbiamo inviato un sollecito di richiesta di informazioni sulla proibizione della pastorale afro.
Al momento di pubblicare questa nota, non abbiamo avuto risposta.
Nello stesso tempo, abbiamo cercato di rintracciare di persona monsignor Escorcia, ma è stato impossibile.
In Vescovado ci hanno detto di cercarlo nella parrocchia di Santa Rosa, e là ci hanno suggerito di cercarlo al Seminario Redemptoris Mater, ma lì abbiamo ricevuto delle risposte contraddittorie.

RAZZISMO NELLA CHIESA?
L'itinerante neocat vescovo Del Palacio Mendel

Lo spagnolo nazionalizzato peruviano José Luis del Palacio è vescovo del Callao dall'anno 2012.
Nella Pagina Facebook "Callao necesita pastor" (Callao ha bisogno di un pastore), sono stati rilevati a suo carico atti di razzismo sebbene non ci siano state denunce formali eccetto che per il caso della pastorale afro peruviana.

Carlos Alejos crede che la proibizione afro "sia una forma di razzismo, l'impedire che una pastorale di cultura negra si svolga con normalità. Se la Chiesa ha aperto le porte, se ci sono esperienze già realizzate e non c'è nulla che non vada, Dio è anche lì. E la Chiesa dice che non ci deve essere emarginazione. Se non è razzismo, come definirlo?"

...O NON PIUTTOSTO LO ZAMPINO DEI NEOCAT?

Anche Rosa Medrano, membro attivo e grande sostenitrice della pastorale afro, pensa che la proibizione del Vescovado risponda a motivi razzisti, ma ci vede anche una questione di carismi.
Secondo quanto afferma la Medrano, i membri del Cammino Neocatecumenale - istituzione alla quale appartiene il Vescovo - hanno l'abitudine di censurare i sacerdoti che non appartengono al loro movimento.

"Questo è il loro sistema. La Chiesa ha molti carismi, e comunque loro non possono dire che bisogna confluire in un unico carisma, quando ciascuno ha un modo diverso di esprimere la propria religiosità, e questo è il fatto per il quale stiamo lottando" sintetizza Rosa.

Riunione mensile dei sacerdoti del Callao
nella yeshivah del seminario Redemptoris Mater

D'altro canto, padre Victor Torres non crede che la proibizione della pastorale afro abbia motivazioni razziste. Per lui, si tratta di una strategia per isolare i movimenti diversi da quello neocatecumenale.
"Alla fin fine il fatto è che vogliono farci fuori tutti. Per impiantare il Cammino Neocatecumenale" dichiara.

Le denunce per un supposto razzismo - e incluso settsrismo - dei membri del Cammino Neocatecumenale nel Callao datano ormai vari anni.
Nell'aprile del 2015 il sacerdote neocatecumeno Edgar Clodomiro Flores - detto "Peter" - fece chiudere la parte superiore della parete della Parrocchia Villa Maria Ausiliatrice.
Secondo quanto denunciato dai vicini, la modifica della struttura avvenne per impedire il passaggio della processione del Signore dei Miracoli, immagine di speciale importanza per la popolazione di colore e patrono dei migranti.

I vicini credono che questo si debba al fatto che il Cammino Neocatecumenale non crede nelle immagini. Secondo quanto ci hanno riferito, padre Peter avrebbe detto in una predica durante la Messa:
"Che problemi si fanno per questo disegno dipinto da un negro scemo?"
riferendosi allo schiavo negro che, originariamente, dipinse l'immagine del Signore dei Miracoli nel 1600.
L'indignazione degli abitanti del quartiere fu tale che terminò in una occupazione della parrocchia il 24 aprile 2015.

Il presbitero neocatecumenale Peter ha detto:
"Che problemi si fanno per

questo disegno dipinto da un negro scemo?"

mercoledì 20 dicembre 2017

Hanno confessato: La Santa Comunione - COME PERMESSO DALLA CHIESA - l'abbiamo mangiata da seduti.

Raccogliendo la "Sfida ai Camminanti" lanciata da Donna Carson, un Anonimo neocatecumenale ci offre spontaneamente una pubblica confessione di disobbedienza alle disposizioni della Chiesa "circa la celebrazione della Santissima Eucaristia nelle comunità del Cammino Neocatecumenale".

Visto l'entusiasmo e la disarmante convinzione con cui egli afferma che il modo di ricevere le Sacre Specie è proprio quello consentito dalla Chiesa noi, facendo salva la buona fede, ci chiediamo:

"Come è possibile che sia questa, davvero, la convinzione che circola tra i "fratelli delle comunità"?

Una convinzione così salda da far ritenere che "testimonianze" come questa possano dar lustro al Cammino, invece di screditarlo ancora di più, come di fatto accade?"

Kiko con le mani legate
si comunica con difficoltà evidente.

Anonimo ci scriveva:
Sono di ritorno dalla Santa Eucarestia della morte e resurrezione del Signore,del suo mistero pasquale. Che belle risonanze, che belle monizioni. Poi al momento della Santa Comunione ho preso il Signore nelle mani, in piedi, e adorandolo ho pregato per chi scrive in questo blog.Poi, come permesso dalla Chiesa, l'abbiamo mangiata da seduti. La manducazione infatti si può fare anche da seduti,pertanto senza alcuna disubbidienza alla Chiesa. È tanto bello adorare il Signore, per quei pochi istanti che sosta sul palmo delle mani. [vedi nota 1] Quanti pensieri, quante parole d'amore gli rivolgiamo.Quante preghiere pergli amici e per chi come voi ci odia. [vedi nota 2]
Virgen De Adviento (inquietante!)
Davvero interessante: questo Anonimo ci ha dato una splendida conferma.
Sapevamo da voci che nelle comunità neocatecumenali la comunione viene consumata - DA SEMPRE - stando seduti e tutti contemporaneamente, celebrante compreso, ma verba volant, mentre scripta manent.

Ora è scritta nero su bianco la loro strutturale, eterna DISOBBEDIENZA.

Questa testimonianza dovrebbe essere recapitata agli organi competenti della Santa Sede.

Intanto, a voi Anonimi neocatecumenali, noi poniamo una domanda:

Quando celebrate con qualche Cardinale o con i Vescovi delle vostre Diocesi, COME procedete?
Sarebbe interessante saperlo, o evitate di celebrare Eucaristie con loro?

Sul perché poi siete così ostinati in questa pratica è difficile rispondere.
Di sicuro cambiare vi avrebbe costretti a riflettere sul RISPETTO che richiede accostarsi alle Sacre Specie.

Ma Kiko e compagni, da perfetti eretici, prediligono gesti dissacratori. Forse.
Insieme alla perseveranza nell'errore, che, come risaputo, è diabolica.

E non esageriamo: la Lettera di Arinze è troppo chiara, richiamata negli Statuti, non è stata superata da una diversa disposizione successiva che dicesse il contrario.
Intanto voi, ad oggi, non avete obbedito MAI.


Anonimo pasqualone hai scritto: "...Poi, come permesso dalla Chiesa, l'abbiamo mangiata da seduti"

e Lino ti chiede:
Bravissimo. E dicci, spiega meglio: l'avete mangiata tutti insieme, assieme al presbitero, o successivamente al presbitero, uno alla volta, come vi è stata data nelle mani? L'avete mangiata così, insomma, o no?

L'avete mangiata così, insomma, o no?
Pietro (NON del Cammino) ci aiuta a comprendere meglio:
"Più volte abbiamo CITATO i DOCUMENTI DELLA CHIESA, valevoli per tutti, che dicono che la Comunione va manducata appena ricevuta, SENZA ASPETTARE e, di conseguenza, va manducata in piedi, DAVANTI AL SACERDOTE.
Come fare a convincervi, visto che neanche i documenti della Chiesa ci riescono?

La concessione che la Chiesa ha fatto al Cammino è che non siano i fedeli ad andare verso il sacerdote per ricevere la Comunione, ma è quest'ultimo ad avvicinarsi ai fedeli che devono ricevere il Pane consacrato IN PIEDI e, visto che non si fa NESSUNA CONCESSIONE riguardo ai tempi della manducazione, lo devono manducare subito, come tutti i cattolici, ovvero IN PIEDI.

Perché ci tenete tanto a manducare l'Eucaristia seduti e tutti assieme? Quale turpe significato teologico nasconde questa pratica PROIBITA DALLA CHIESA?
Un motivo ci dovrà pur essere: spiegalo. E poi spiega perché è così fondamentale da rendervi RIBELLI verso la Chiesa.

Per non parlare poi dell'orribile sacrilegio che spesso avviene nelle vostre celebrazioni: quello dei frammenti eucaristici caduti e CALPESTATI."


In attesa di risposte, mettiamo insieme, intanto, qualche altro prezioso contributo a nostra disposizione:

Bruno aggiunge:
Anni fa ho partecipato al rito di Ammissione ai candidati all'ordine sacro di un ragazzo della mia comunità, la messa era presieduta dal Vescovo e si teneva nel seminario Redemptoris Mater.
C'era Kiko presente, una decina di seminaristi che venivano "ammessi" altri circa 30 seminaristi del seminario e un centinaio di fratelli delle comunità e i "catechisti" dei seminaristi ammessi e qualche loro parente.
Praticamente tranne alcuni parenti che potevano non far parte del cammino, tutti erano "estremisti del cammino" Kiko, catechisti, seminaristi, gruppo di responsabili e corresponsabili delle comunità di appartenenza.
Mi aspettavo una messa estremamante neocatecumenale e molto lunga.
E invece:
1) una sola chitarra
2) canti misti (solo due di Kiko, gli altri erano normali canti religiosi)
3) nessuna risonanza
4) Consacrazione non cantata ma fatta con le parole "ufficiali" della Chiesa, senza i vari passi cantati "Padre padre..."
5) Comunione singola (dopo i celebranti), in fila con una normale Ostia e poi chi lo voleva poteva ricevere anche il vino dal calice. ovviamente rigorosamente in piedi e consumata un attimo dopo averla ricevuta.
Fu veramente una bellissima Messa, ma di quello che facevamo in comunità non c'era nulla.
Ci credo che i vescovi pensino che le loro messe siano conformi alla Chiesa; quando ci sono loro, viene nascosto tutto quanto che di "Disubbidiente" normalmente viene fatto.

Tutti seduti con il Corpo di Cristo
nelle mani per "pochi istanti..."
Grazie Bruno per la tua esperienza, immaginavo fosse così, i furbacchioni! Sarebbe bello raccogliere altre testimonianze, speriamo che altri intervengano sull'argomento. E basta con tutte queste strategie! Dicono che sono approvati, dicono di essere il futuro della Chiesa (meschina!) che loro stanno RINNOVANDO. Poi quello che fanno nelle salette non lo fanno vedere a Vescovi e Cardinali, bel rinnovamento! Ma mi domando e dico: Ci vuole tanto per i Pastori CHE DOVREBBERO VIGILARE SUL GREGGE LORO AFFIDATO... di notte e di giorno... piombare all'improvviso in una Parrocchia neocatecumenalizzata, di quelle DOC, il Sabato sera, alle ore 20:00 non prima, e dire: "Buonasera, figlioli, stasera sono qui per celebrare con voi!" "Rallegratevi!" [vedi nota 3]

Bruno conclude:
 ... A proposito del modo di fare la comunione nel cammino vi racconto una cosa che mi è successa qualche tempo fa.
Una sera ero a cena con altre 2 coppie di miei ex fratelli, ad un certo punto il parlare è ovviamente andato sul cammino e loro cercavano di convincermi a tornare.
Avevo già espresso le mie motivazioni sul perchè ritenessi il cammino un movimento non Cattolico e delle cose che trovavo "fuori dalla Chiesa".
Ad un certo punto il discorso è arrivato alla "Comunione seduti"; ho detto questo:
"Ipotizziamo per assurdo che fare la Comunione seduti sia approvato dalla Chiesa; quindi a questo punto esisterebbero 3 "posture" valide, In Piedi, In Ginocchio e Seduti, e 2 modi di ricevere il Corpo di Cristo, In mano e sulla bocca.
Incrociando tutti i possibili modi arriviamo che ci sono 6 modi possibili "validi" per ricevere la Comunione.
Sono quindi tutti approvati dalla Chiesa e nessun modo è "obbligato" rispetto ad un altro; quindi se voglio riceverlo in mano nessuno può obbligarmi a riceverlo sulla bocca o viceversa, se voglio stare in ginocchio o seduto o in piedi sono tutte forme valide e libere di accostarsi al corpo di Cristo."
Detto questo ho visto che annuivano e che non trovavano nulla da eccepire, anzi erano contenti che gli avessi "approvato" il loro modo di Comunicarsi in mano da seduti.

A questo punto ho comunicato che il seguente sabato sarei venuto alla loro celebrazione e al momento di ricevere la Comunione mi sarei alzato e avrei aperto la bocca in attesa che vi venisse messo il corpo di Cristo.
Ho chiesto, "me la date la Comunione cosi?"
La risposta è stata no, non ti darebbero la Comunione.

Quindi cari Fratelli del cammino, non solo vi obbligano a fare la Comunione in modo "indegno" e "irriguardoso" verso Nostro Signore, ma vi viene impedito pure di farla nei modi consoni e approvati da Santa Madre Chiesa.
Tutti vi dicono che la messa del Sabato è una normale messa parrocchiale della Domenica, bene, quindi aperta a tutti e tutti possono comunicarsi con il Signore come meglio si sentono in quel momento.
Credo che il problema, come avevo già detto (Il cammino cadrà dall'interno e non dalle picconate che vengono da fuori), non sia attaccare il fatto che vi viene fatta la Comunione seduti, ma il fatto che in una messa parrocchiale domenicale impediscono a chiunque di accostarsi in altro modo che non quello che dicono loro.

Quindi il grave non è che uno fa la comunione con la gomma in bocca (peggio per lui), il problema è se questo movimento ti Obbliga a fare la Comunione con la gomma in bocca.
Non se stanno seduti, ma se impediscono ad altri di stare in piedi, questo è quello che li farà cadere, non il fatto di sbagliare, ma impedire ad altri di seguire la retta Via.



(nota 1) - "È tanto bello adorare il Signore, per quei pochi istanti che sosta sul palmo delle mani". Che pasqualone, il Sommo Pasqualone! Avrebbe potuto omettere "per pochi istanti", senza nulla togliere al concetto espresso dell'adorazione sul palmo delle mani. E invece no: deve precisare, perché in cuor suo sa che non è consentito. "Per pochi istanti" è una excusatio non petita, accusatio manifesta, è una menzogna uscita allo scoperto. (Lino)

Anonimo, mi rallegro intanto del fatto che hai corretto la tua visione luterana di Cristo presente "nel" pane appresa in tanti anni di Cammino. Mi rallegro perché questo blog davvero serve a qualcosa! Ora vediamo se riusciamo anche a correggere un po' la tua percezione alterata del tempo. Il Corpo di Cristo non sosta "pochi istanti" sulle tue mani ma interi minuti, in attesa di poter fare della tua comunione, un atto comunitario (di tutta la Chiesa? No, della tua comunità, intendo). Ma non è finita. Il Corpo di Cristo poi rimane, in frammenti, sulle tue mani sudaticce, sui vestiti e sul tappeto. E sicuramente, verrà lavato nel tuo lavandino la sera con lo spazzolino insieme alle focacce e alle fette di torta dell'Agape. In quei "pochi istanti" dovresti pensare a questo, caro fratello. Ne hai tutto il tempo. (Valentina Giusti) 

(nota 2) - Anonimo, grazie per le preghiere. Anche io prego per voi. Attento a tutto questo sentimentalismo. Era qualcosa che Carmen non tollerava. Ha stravolto l'Eucaristia per eliminare proprio tutti gli aspetti che tu sottolinei: -Che bello.... - Quanti pensieri e parole d'amore.. - È tanto bello ADORARE il Signore in quegli istanti... (qui aggiungo io che mi fa piacere quello che testimoni, significa che ciò che Carmen ha cancellato dalla liturgia, essendo una esigenza in te, anche solo inconscia, tu lo hai recuperato un poco a modo tuo. BRAVO).

(nota 3) - A tal proposito, due notazioni:
 -   Nell'annuncio di inizio corso Kiko stesso ha detto: "Quando sono andato dal Papa e gli ho detto dei 50 anni del Cammino, mi ha chiesto se volevo fare un’Eucarestia per celebrarli. 
Ho detto di no, vorrei che mandasse le communitates in missionem."
A Cadice, in Spagna, in occasione del  quarantesimo anniversario dalla nascita del Cammino nella Diocesi, la liturgia prevista non è stata una Messa e ancor meno una Messa solenne, ma solo i  «vespri solenni» celebrati dal vescovo Zornoza Boy.

Breve considerazione preliminare:
Ma che buffone è Kiko!
Il Papa chiede a lui se SUA ECCELLENZA Kiko vuole   F A R E   UN'EUCARESTIA ...
(e sempre con questo  F A R E...che non si può sentire!: fare eucarestia, fare le lodi, fare la Parola, fare i vespri, fare la missione e, ovviamente, dulcis in fundo FARE LA DECIMA e fare le collette nel sacco nero).
Lui risponde  NO  meglio mandare qualche communitates "allo sbaraglio", pardon "in missionem"!

Io ho un'altra idea, Kiko mente, ancora una volta, poichè, penso, sia Kiko e i suoi sodali che non hanno alcuna voglia di celebrare la "Eucarestia" presieduta da un Vescovo, da un Cardinale, peggio ancora dal Papa: 
La loro disobbedienza oramai è incancrenita, consolidata nel tempo, in più l'hanno fatta franca fino ad ora....perchè rischiare che il Papa, o un suo cerimoniere, anche all'ultimo momento dicano, interdetti: "Ma che sono queste cose?"
"Via il Pane azzimo. Ostie!...
Niente Coppe giganti col vino per tutti, non se ne parla proprio!...
e poi
SEDUTI?
Neanche per idea!
Tutti in fila odinatamente....

Scusate! Ma chi glielo fa fare a Kiko di complicarsi la vita?
Finora gli è andata di lusso! E' da stupidi andare a ficcarsi da soli nei guai!

E che guai! Altro che i "guai" dell'Apocalisse!

Il bello, o il brutto - dipende dai punti di vista - del trafficare nelle tenebre è che, più si va avanti più si teme la LUCE, nelle tenebre ci si acquatta, si moltiplicano le cose che non si farebbero mai davanti a nessuno....
della serie problema grosso se si vedesse la prassi celebrativa oramai strutturata nel c.n. dappertutto... la sola idea di esporsi alla luce terrorizza, non si può sopportare....

Magari il Papa avesse preteso una bella Celebrazione del Sacrificio Eucaristico!

In realtà è ancora in tempo per imporsi.

Una bella Celebrazione di Ringraziamento è la cosa più appropriata.

Ma che c'entra un invio in missione per commemorare i 50 anni del cammino?
Vedete che è assurdo?
Kiko, Kiko, attento!
Qualcun altro, oltre noi, potrebbe fare lo stesso ragionamento.
Meglio che la smetti con tutte queste Commemorazioni e stai un pochino più calmino!
Ti conviene!

lunedì 18 dicembre 2017

«Nemo Kikus acceptus est in patria sua»

Obbrobri kikiani
Breve digressione preliminare: la biografia dell'assoluta maggioranza dei fondatori di ordini e movimenti era già nota mentre gli stessi erano ancora in vita e, ovviamente, molto di più dopo la loro morte. Dei fondatori del Cammino Neocatecumenale, invece, si sa poco o niente, e quel poco viene fuori solo dalle notizie che i due si sono lasciati "sfuggire" nel corso degli anni, nei propri racconti mitologici/agiografici intorno ai primi anni di vita del Cammino.

Ricostruire una successione di eventi coerente è quasi impossibile e la fonte delle notizie è esclusivamente proveniente dai fondatori stessi o dai loro fedelissimi. Per il resto, non si sa neppure come si chiamavano i loro genitori, quanti fratelli fossero, e nel caso della Carmen la sua data di nascita è diventata nota solo dopo la sua morte... 

Dal mamotreto della Traditio edizione 1972 pubblichiamo una breve chicca kikiana: uno dei rarissimi momenti nei quali Kiko parla della sua famiglia di origine. Anche ai suoi familiari il Kiko non risparmia un piccolo scrutinio infarcito delle solite espressioni denigratorie:
Però mio cugino, mio fratello che è sposato con una svedese, è un fisico o quello che sia, ha due figli, non crede più a  niente, non ha ascoltato mai la voce di questo profeta. Dove sentirà, la voce di questo profeta? Lui dice che i preti dicono stupidaggini, non li vuole ascoltare, alla chiesa non va mai, mai. E qui si dice che mio fratello - mio fratello di carne, concreto, si chiama Felix, mio fratello che io amo, gli voglio bene... Noi siamo quattro fratelli, io sono il primogenito di quattro maschi, lui è l’ultimo - questo fratello io so che dice la Scrittura che soltanto quando ascolti questo profeta... E dove lo ascolterà? A me non mi vuole ascoltare, nessuno è profeta a casa sua, pensa che sono pazzo, ho mandato all’aria la carriera, ma che...? Avevo fatto delle mostre all’estero, tutti i giornali, la televisione ne avevano parlato, e ho dato un calcio alla mia, carriera e mi sono messo lì a fare il pazzo coi poveri, a predicare, coi preti! Lui dice che sono... Ma a lui poveraccio, che gli succede? Ha conflitti in casa, ama difficilmente sua moglie, va a scalare, fa alpinismo, ecologia, fa cose così, non vuole avere più figli, ne ha due e già sono troppi, troppi problemi, non so se si separa dalla moglie, non so, ha dei problemi. Ha i problemi che hanno tutti gli uomini, tutte le persone più o meno, no? Va bene. Ma io so che mio fratello, siccome gli voglio bene, anche lui potrà conoscere questo profeta, la voce di questo profeta. Per questo sto aspettando che il parroco di quel quartiere accolga il Vangelo, accolga il Vangelo, perché forse un giorno arriveranno lì, alla sua casa, bum bum, eh? In quel giorno mio fratello: “No, ma chi sono?”, dice alla moglie. “No, non sono testimoni di Geova, vengono dalla parrocchia, cattolici, vogliono parlare con noi, hanno una buona notizia per noi”. Sono sicuro che mio fratello... ho ricevuto una notizia l’altro giorno, che i miei genitori stanno andando a una catechesi, sapete perché? Perché il parroco del quartiere ha accettato il cammino, alla comunità è capitato di fare il giro per le catechesi, e l’anno scorso han chiamato per telefono a casa dei miei genitori per chiedere il permesso di andare a visitarli. Ho detto: “Ma cretino!”, mio padre quando ha sentito che venivano questi annunziatori se l’è squagliata, perché non vuole sentire niente della Chiesa né i preti: è andato via. Per questo ho detto: “No, non fate così! Mio padre è molto educato: se voi lo prendete in casa, sarà obbligato ad accettarvi; e dopo, siccome li avete invitati a una catechesi o a quello che sia, lui per educazione forse se dice che va, va!” Effettivamente quest’anno han fatto così. L’abbiamo invitato alle catechesi, fatto di tutto perché mio padre potesse andare, e niente mai! Quest’anno è andato, perché sono arrivati questi annunziatori a casa, l’hanno beccato là, lui non ha potuto scappare perché è un po’ timido, per educazione ha dovuto sentire lì tutto l’annunzio... Non so se continuerà, so che sta andando a due catechesi, ha detto mia madre. Ma io sto contento che lui..., gli ho chiesto? “Come va, come va?”. “Ma, le so tutte queste cose”, dice mio padre “più cattolico di me! Ha fatto tutto”. Ha una mentalità terribile. Però è andato alla seconda catechesi: questo è già un segno, un miracolo di Dio. È andato non soltanto a una, ma già a due catechesi. (…) Io sono sicuro che il giorno che mio fratello, al quale voglio molto bene, che non crede più, non va più a messa ecc., e i suoi figli che sono educati alla selvaggia -nel senso che è tutto basato sulla natura, le mode di oggi -mai si parla di Dio, Dio non c’è, i preti sono gente che ha la mentalità così, la religione... Io sono sicuro, per questo è molto importante, un parroco che rinunzia a fare le catechesi vedremo cosa succederà nella sua vita; aspetto tremando il giorno in cui arriveranno a quella parrocchia, se quel parroco: “Ah no, io sto facendo altre cose”... L’unica possibilità che ha mio fratello in questo momento di trovare Gesù Cristo, l’unica possibilità che io vedo è quella, è che vadano degli annunziatori a casa sua, perché so che se due vanno a casa sua, lui non li caccia via. Lui li fa entrare e li ascolta. Magari discuterà con loro, e lì c’è una possibilità, una possibilità che hanno i miei nipoti di essere atei o cristiani; perché se mio fratello accetta Gesù Cristo la vita dei miei nipoti cambierà radicalmente, radicalmente. Perché se mio fratello crede; i miei nipoti, cioè i suoi figli, avranno una direzione di vita diversa perché mio fratello li manderà magari in comunità a fare la catechesi, e la sua vita cambierà direzione. Io sto aspettando, lì si gioca tutta la vita. 
Quindi, veniamo a sapere che Kiko è il primo di quattro fratelli e che ha (o aveva) un fratello di nome Felix, il minore. A riguardo di questo Felix, Kiko ripete più volte, quasi a voler convincere l'uditorio, che gli vuole un gran bene, ma, contemporaneamente, lo infanga e lo diffama. È la tecnica che i neocatecumenali hanno appreso benissimo: ti ricoprono di insulti ma con voce soave e cercando ti farti credere che stanno solo cercando di "aiutarti a capire". Abbiamo ben chiaro da chi i kikos hanno imparato la lezione dell'ipocrisia tipica del Cammino!

Per Kiko suo fratello, deh! il suo amato fratello è uno che (nel 1972):

  • è un poveraccio
  • non ama sua moglie
  • ha problemi
  • è fissato con l'ambientalismo
  • spreca tempo in attività inutili (es. alpinismo, anche lo sport è da bandire?)
  • non vuole avere più figli
  • non sa educare i figli
  • è destinato al divorzio
  • è già spacciato e destinato alla dannazione (a meno che non lo salvi il dio-Cammino, chiaro)
  • ha due figli futuri atei (a meno che gli evangelizzatori kiko-style non gli abbiano sfondato la porta di casa)
  • si sta giocando la vita.

Non sappiamo il povero Felix Argüello che fine abbia fatto, speriamo buona, certo possiamo immaginare perché non volesse saperne niente del fratello e del suo cammino... e Kiko novello fariseo, fa pure la vittima equiparandosi al Cristo Redentore: deh! nemo propheta in patria sua!
Se non bastasse questo florilegio, Kiko ci dà sotto anche con suo padre (nemmeno una parola spesa per la povera madre), al quale Kiko invia i suoi missionari per convincerlo - foss'anche con un trucco becero - ad andare alle "catechesi", sfruttando la debolezza "dell'educazione".
Insomma, Kiko ci dice di non aver risparmiato nemmeno la sua stessa famiglia con le sue assurdità, i suoi giudizi temerari, le tecniche manipolatorie...

In aggiunta Kiko ci rivela chiaramente di non credere in nessun modo alla Grazia divina che opera in mille modi: Felix, il povero fratello minore di cotanto propheta si salverà solo se aderirà al Cammino Neocatecumenale, i suoi figli (in barba alla libertà umana) saranno automaticamente "salvati" perché certamente entreranno in cammino... a meno che il parroco non si rifiuti (povero lui!) di accettare le catechesi. Anche per questo pover'uomo è pronta la minaccia mafiosa, la scure kikiana alla radice degli alberi: "un parroco che rinunzia a fare le catechesi vedremo cosa succederà nella sua vita; aspetto tremando il giorno in cui arriveranno a quella parrocchia, se quel parroco: “Ah no, io sto facendo altre cose".

Ecco che Kiko ti ha pianificato non solo la vita terrena ma anche quella ultraterrena.

Meno male che Kiko c'è!

p.s.: ma perché appare sempre una svedese nei racconti di Kiko?!

sabato 16 dicembre 2017

SanCarmen Photoshoppata SanHernàndez

Ottimo photoshopping, fratelli del Cammino, un lavoretto davvero professionale.



Rinviamo ad un'analisi pubblicata da Chuck White per altri dettagli.


giovedì 14 dicembre 2017

Kiko e la «visione» di Natale

La mistica sostanza del tuo amore, Gesù Dio mio, del tuo essere versato in mille istanti... Camminavo dietro a te e ti vidi piangere mentre uccidevano i tuoi profeti a Gerusalemme.
Cristo con 25 anni ci augura Buon Natale!
Kiko 30/11/2017

In alcune pagine neocatecumenali di Facebook sulle quali ormai sono visibili informazioni dirette sulle novità del Cammino, abbiamo avuto l'occasione di vedere il biglietto di auguri natalizi di Kiko Argüello.

Si tratta di un volto disegnato a matita, con gli occhi chiusi, tre lacrime nere, come spesso Kiko traccia sui volti di Cristo e della Madonna; sullo sfondo, le croci del Golgota.

È il volto di un Cristo, la cui identità è confermata, a lato, dalle parole, vergate in corsivo: Cristo con 25 anni vi augura Buon Natale.
In basso, la firma e la data: Kiko 30/11/2017

Quindi, è Cristo in persona, "con" 25 anni (possiamo supporre di età, la preposizione "con" sembra però suggerire che i 25 anni siano riferibili anche ad altro) che augura felici festività.

Sul lato sinistro, in basso, sempre in corsivo, leggiamo queste frasi:
"La mistica sostanza del tuo amore, Gesù Dio mio, del tuo essere versato in mille istanti...
Camminavo dietro a te e ti vidi piangere mentre uccidevano i tuoi profeti a Gerusalemme."
Tabernacolo "Vergine del cammino"
con scritta profetica
Solitamente, nelle immagini e negli schizzi del fondatore del Cammino Neocatecumenale, le frasi apposte sono citazioni di salmi o di versetti biblici.
Questa scritta invece fa eccezione, insieme ad un'altra che ritroviamo nell'immagine-simbolo del cammino Neocatecumenale, la Madonna di Kiko; si tratta di parole che l'autore riferisce essergli state dette da Maria apparsagli come "visione intellettiva":
“Bisogna fare comunità come la Sacra Famiglia di Nazaret, che vivono in umiltà, semplicità e lode e nelle quali l’altro è Cristo”
Non pensiamo quindi di forzare l'interpretazione dell'opera se diciamo che la frase "Camminavo dietro a te e ti vidi piangere mentre uccidevano i tuoi profeti a Gerusalemme" riferisce una visione, o un sogno.
Notiamo il verbo "vidi" che ci conforta in questa lettura.

Non sappiamo se questa frase sia di Kiko o sia una sua citazione da altri autori, ma lo stile che gli conosciamo fin da quando ha composto il Vangelo dei Miserabili, fa supporre che siano proprio parole sue, dette nello stile profetico dei tempi delle baracche di Madrid.

Quindi è probabile che sia lo stesso Kiko ad aver visto, magari immaginato, non sappiamo, un Cristo che piange per i propri profeti uccisi in Gerusalemme.

Per l'analisi, possiamo rifarci al vangelo di Matteo, in cui Cristo delinea le due diverse ed opposte figure, quelle dei profeti di Dio e quelle degli scribi e dei farisei che, assisi sulla cattedra di Mosè, per difendere tradizione e status quo, li uccidono e li perseguitano.
La prima parte del commento di Kiko proprio a questo si riferisce, cioè al fatto che la mistica sostanza di Dio è nel suo continuo essere versato in mille istanti: ed infatti il ruolo del profeta è quello di essere attiva espressione del Dio che viene, mentre chi lo soppianta e lo combatte è il sacerdote, passivo amministratore del Dio che era.
È in nome di questo Dio che era che si continueranno a venerare i profeti uccisi e ad uccidere quelli vivi.

Leggiamo infatti in Matteo 23, 34-39 l'invettiva di Gesù contro scribi e farisei:

34 Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città;
35 perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare.
36 In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
37 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!
38 Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta!
39 Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

Il messaggio di Natale a questo punto sembra chiarirsi, soprattutto se identifichiamo chi siano, per Kiko, i profeti e chi gli scribi e i farisei cui è indirizzata l'invettiva.
Noi ipotizziamo che i "profeti" siano i fondatori e i fedeli del Cammino, mentre "scribi e farisei" sarebbero i vescovi e i papi "faraoni" contrari al cammino e ne abbiamo una conferma indiretta nell'ipotesi, ventilata da Kiko nello scorso Annuncio di Pasqua, di un prossimo abbandono dei cristiani-catecumeni della sinagoga-chiesa di Gerusalemme.

In questa interpretazione ci conforta l'opinione di Lino Lista che scrive:
"Kiko ha deciso di comunicare attraverso la poesia; dopo il genio che se si ferma fa paralizzare il congegno anche questa è significativa.
Kiko ha problemi seri all'interno e con la Chiesa, questo dicono gli ultimi eventi, poesie comprese."
Questo che indossa l'efod
(paramento del Gran Sacerdote),
secondo l'«arte» di Kiko, sarebbe
Nostro Signore Gesù Cristo
Ci aiuta nel ragionamento un semplice indizio che l'autore stesso ci fornisce:
Il Cristo dell'immagine ha 25 anni e - per associazione di idee - la Torah comanda che il servizio religioso dei Leviti deve decorrere dall'età di 25 anni.
A ciò si aggiunga la felice "combinazione" che Kiko aveva esattamente 25 anni l'anno in cui fondò il Cammino Neocatecumenale, cioè nel 1964.

Quindi la "profezia" di Gesù raccolta da Kiko è rivolta al Cammino e/o ai suoi fondatori: proprio al suo sorgere ne vede il martirio, così come il profeta Simeone profetizzò a Maria la spada che le trafiggerà il cuore ed il sacrificio, che si sarebbe compiuto, del Bambino Gesù.

Leggiamo ora Luca 2,25-35 tenendo presente il parallelo tra i due neonati, Gesù - cammino neocatecumenale:

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».

Ed ecco che capiamo anche il collegamento della "profezia" kikiana con il Natale.

L'identificazione Kiko-cammino-Cristo sta rafforzandosi, nella mente del fondatore, raggiungendo l'apice e le sue estreme conseguenze.

La "profezia" in francese, polacco, spagnolo
Naturalmente, le nostre deduzioni rimarranno valide fino al momento in cui verrà data una spiegazione ufficiale del biglietto natalizio di Kiko Argüello ai suoi seguaci, anche se abbiamo l'impressione che, come spesso accade nel Cammino, una vera spiegazione, che renda conto dei tanti punti ambigui ed oscuri, non la otterremo mai.




martedì 12 dicembre 2017

Il "Bignami" del Cammino Neokat

«Qualcuno di voi si ricorda le catechesi iniziali del cammino neocatecumenale ?
In Chiesa, con il Parroco presente, con i bambini affidati gratuitamente alle baby-sitter, con questi due incontri settimanali dove dovevi solo ascoltare, con un tempo massimo di durata di un'ora.
Con la disponibilità dei catechisti a trattenersi e rispondere alle domande, con tanta pazienza e cortesia.
Con la promessa di una vita felice da subito, qui sulla terra, senza aspettare il paradiso.
Con la promessa di rivelare l'essenza reale del mistero di Gesù Cristo che la Chiesa non riesce a rivelare ai "piccoli" cristiani.
Senza mai nominare il cammino neocatecumenale.
Tutto bello, tutto limpido, tutto spontaneo, tutto in piena libertà,con la madre Chiesa che fa da garante alle parole di questi catechisti tanto ispirati.
Poi arriva la prima convivenza...
Scopri una Chiesa che ti accoglie, che ti ama per quello che sei, che ti inserisce in un gruppo che da oggi diventa la TUA comunità.
Poi, successivamente, ti parleranno del cammino...
Questa grazia del concilio Vaticano II...
Questi fondatori ispirati dalla Madonna...
Poi ti dicono che tutto quello che si dice nel cammino non va riferito fuori del cammino, perchè la gente non capisce il cammino, interpreta male quello che si fa in cammino e poi mica puoi raccontare in giro le cose personali delle persone che adesso sono tuoi fratelli di comunità e di fede.
Poi arrivano le convivenze mensili.
Bisogna tirare fuori i rospi, bisogna essere sinceri con i fratelli, bisogna aiutarli a correggere i loro errori, non si può essere più ipocriti.
Ci sono solo due argomenti da evitare: le critiche al cammino e ai cosiddetti "catechisti", per il resto si può dire tutto a tutti.
Poi arrivano i passaggi.
Bisogna trovarsi una croce, va be ne abbiamo tante, no, ne serve una che ti fa soffrire, la madre di tutte le croci.
Quando la trovi o ti aiutano a trovarla, bisogna abbracciarla.
Come si fà ad abbracciare la tua croce?
Semplice, se è una persona che ti fà soffrire, bisogna chiedergli perdono.
Non conta se sei stato vittima di una ingiustizia o se l'ingiustizia l'hai fatta tu.
Cominciano i compiti a casa: se vuoi trovare la tua felicità e se vuoi essere un vero cristiano, devi umiliarti e chiedere perdono a prescindere.
Se non lo fai, allora secondo loro non vuoi veramente essere Cristiano ed essere felice.
Poi devi fare una elemosina pesante, che ti faccia sanguinare il cuore, del tipo "Prendi un stipendio intero e donalo ad un mendicante", però prima gli dici che non deve ringraziarti, se ti ringrazia è tutto vano, hai avuto la tua ricompensa e non maturi un tesoro in cielo.
Poi arriva il secondo passaggio...
La porta stretta, il fuori o dentro dal cammino e dalla... Chiesa.
Bisogna tirare fuori tutti i peccati.
Tutti, ma proprio tutti, specialmente quelli più pesanti.
Si fa una confessione speciale con un sacerdote?
Assolutamente no: si parla, si parla TUTTI, a turno, davanti al Crocifisso, ci si confessa pubblicamente davanti ai "catechisti" e a tutta la comunità!
Poi arriva la decima mensile, cioè la tassa obbligatoria del 10% dei tuoi guadagni al cammino neocatecumenale.
Tutti i tuoi guadagni, anche le vincite del gratta e vinci.
Questo è denaro tolto al demonio e usato dal tuo responsabile e dai "catechisti" per fare del bene.
Qualche esempio?
Non ti interessa!!! Non ti devono interessare gli esempi!
Vuoi essere felice, vuoi essere cristiano, dunque con questo denaro fai del bene senza fare domande e ti garantisci la vita eterna, non ti serve sapere di più.
Il cammino sa come usare questo denaro secondo la volontà di Dio.
Avanti così e arriviamo alle Lodi giornaliere.
Altro passaggio dove il cammino insegna a pregare.
Ma io pregavo già anche prima.
Noooo! Quella la chiami preghiera?!?!
La preghiera è una cosa seria!
Intanto fai le Lodi tutti i giorni, da solo se sei single, insieme a tua moglie se sei sposato.
La domenica fai le Lodi con tutta la tua famiglia.
Tanto a messa ci vai il sabato sera e la messa del sabato vale come quella della domenica, lo dice anche lo Statuto.
Ma cosa è questo Statuto?
Non ti preoccupare dello Statuto, tu dà retta ai tuoi "catechisti" e non sbagli mai.
Bene, ora per essere un buon cristiano e essere felice i tuoi catechisti ogni tanto ti vengono ad interrogare, personalmente o tramite il tuo responsabile di comunità.
Alle convivenze mensili con la comunità ti si chiede: "Fai le lodi, fai la decima?"
Questi sono i segni importanti che indicano se ti stai convertendo.
Se non li fai è tutto inutile, stai vanificando anni e anni di cammino, stai perdendo tempo e lo stai facendo perdere ai tuoi catechisti ed ai tuoi fratelli, che per colpa tua, che rallenti la comunità, non possono fare altri passaggi, non possono crescere nella fede, non possono avere quelle rivelazioni che abbiamo promesso nelle catechesi.
Deciditi, smetti di esitare, finiscila di essere tiepido, ricorda che i tiepidi vengono vomitati da Dio.
Cosa stai a pensare a tutto quello che ti diciamo.
Fallo e basta!!!
Noi ti lasciamo libero, ma se non ci dai retta il Demonio sta lì in agguato e ti divora come un tartina.
Noi "catechisti" siamo ispirati da Dio, il nostro carisma viene da lui.
Cosa stai lì a ragionare sulle parole, cosa stai li a cercare spiegazioni.
Fai come i tuoi fratelli di comunità, obbedisci e scoprirai Dio nella tua vita.
Poi arrivano i dubbi, quelli veri.
Arriva il passaggio della Traditio.
Arriva la lista delle cose OBBLIGATORIE:

  • Divieto di intentare cause civili, anche per gravi torti subiti (ci si può difendere solo se citati in giudizio).
  • Chiedere perdono al nemico (non conta se si è ricevuto o se si è fatto il male).
  • Lodi giornaliere.
  • Decima (obbligatoria).
  • Pagare le tasse.
  • Apertura alla vita (niente contraccettivi, niente metodi naturali, niente astinenza periodica in accordo con il coniuge).
  • Evangelizzazione porta a porta per le strade del quartiere, tipo testimoni di Geova.

Allora se mi derubano, calpestano i miei diritti, stuprano mia figlia, cosa faccio, chiedo perdono?
Se non prego tutti i giorni come prescrive il cammino, la mia preghiera non ha valore e Dio non mi ascolta?
Se non pago la decima, perché non è scritto da nessuna parte dello Statuto, non ho aderito a nessuna richiesta e non me lo chiede neanche la Chiesa, sono un LADRO?
Se decido nel mio matrimonio, in accordo con mia moglie, di usare discernimento e paternità/maternità responsabile secondo i metodi naturali ammessi dalla Chiesa cattolica, vuole dire che non mi fido di Dio e sto vanificando il mio "cammino" di conversione?
Se faccio delle collette al cammino neocatecumenale, senza avere alcuno scontrino o registrazione, sto dando denaro in nero e sono complice di chi non paga le tasse.
Quando pago gli alberghi dove faccio le convivenze del cammino, perchè il cammino paga in nero gli albergatori?
Lo sanno i "catechisti" che così si diventa complice di chi non paga le tasse?
Quando contribuisco a pagare le baby-sitter durante le liturgie del cammino o nelle convivenze, perchè queste persone vengono pagate in nero, evadendo il fisco?
Perchè il cammino neocatecumenale è l'unica realtà della Chiesa che fa celebrazioni a porte chiuse e chiede ai suoi adepti di non dire niente delle cose personali dei catecumeni ma anche di non raccontare cosa si fa nel cammino neocatecumenale?
Il cammino afferma di essere approvato dalla Chiesa.
La chiesa ha approvato gli Statuti e il Direttorio catechetico del cammino.
Perché il cammino ha un suo Direttorio catechetico, non basta il Catechismo della Chiesa Cattolica?
Perchè il cammino non pubblica il Direttorio Catechetico?
È l'unica opera della Chiesa che non è possibile leggere.
La Chiesa rende pubblici i suoi scritti, perchè il cammino non può fare altrettanto?
Cosa c'è di così segreto il quei 13/14 libri?
Perchè il cammino non rispetta gli statuti?
Il cammino pretende l'obbedienza verso i suoi "catechisti" perché sono ispirati da Dio.
Allora la Chiesa e il suo Magistero da chi sono ispirati, da un Dio meno potente di quello del cammino?
Allora oltre ai cristiani di serie "B" della domenica, c'è anche un Dio di serie "B" che ispira la Chiesa?

Allora chi non è nel cammino neocatecumenale è un "Figlio di un Dio Minore"?

Cari fratelli catecumeni che leggete, vi chiedo per una volta di pensare con la vostra testa, di farvi venire qualche lecito e umano dubbio su quello che ci dicono questi signori sedicenti Illuminati dallo Spiriti Santo.
È importante, non per me, non per questo blog, ma per la vostra vita !!!»

(da: Luca)