venerdì 28 dicembre 2007

Concilio, Architettura, Liturgia


I primi di dicembre si è tenuta in Vaticano una Giornata di studio "Liturgisti e artisti. Dai monologhi al dialogo". Pubblichiamo alcuni stralci tratti da un lungo articolo, pubblicato dall'Osservatore Romano i primi giorni di dicembre, seguiti da alcune nostre osservazioni:

"A questo punto sarebbe importante organizzare un tavolo di confronto, di discussione e soprattutto di ascolto reciproco fra liturgisti e artisti. La congregazione non ha ancora previsto a breve termine un incontro del genere, ma sicuramente sarebbe utile, qualcuno anzi direbbe necessario". Così ha commentato il cardinale Francis Arinze - prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti - a margine della giornata di studio che si è svolta sabato 1° dicembre nell'Aula nuova del Sinodo dei Vescovi in Vaticano.

"Dagli anni immediatamente postconciliari a oggi si è però verificato uno strano paradosso: le indicazioni dei padri conciliari su questi temi - parte notevole del tesoro cui si accennava - sono state spesso disattese in virtù di una presunta e malintesa forma di "tutela dello spirito conciliare". Lo ha sottolineato con amara ironia l'arcivescovo Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il Clero, il quale nel suo intervento ha ricordato che lo stile ecclesiale è fatto di equilibrio e non di fanatismi o di polemiche. Occorre quindi innanzitutto recuperare e chiarire in maniera netta i principi stabiliti dalla Chiesa e su questi - non sugli interessi di parte - impegnare la riflessione e il confronto."

Dal concilio Vaticano II in poi, quello dell'arte espressa nell'"edificio chiesa", nella sua architettura e nel suo impianto iconografico è un argomento al centro di numerose discussioni: "Ancora oggi - ha detto monsignor Ranjith - è questa una grande sfida, sempre da raccogliere e da mettere a fuoco, per non distrarsi in soluzioni che anziché favorire nelle opere dell'uomo la percezione dell'infinita bellezza di Dio e l'esaltazione della sua lode e della sua gloria, la offuschino o l'impediscano".

Non si tratta, cioè, solo di rispondere a semplici esigenze utilitaristiche e funzionali degli spazi destinati alla liturgia, ma di realizzare dei luoghi che esprimano in tutto e per tutto, in un riconoscibile e corretto contesto di segni e di simboli, la loro natura di dimora per la celebrazione dei santi misteri.

Qualcuno nella Chiesa comincia a criticare mons. Valenziano come il "padre di quella corrente liturgica-dinosaurica che per giustificare le sue più assurde nefandezze fa sorgere tutta la sua nouvelle-liturgie come una riscoperta della prassi della Chiesa dei primi 6 secoli dopo la nascita di Cristo... l’”epoca d’oro” ... mentre la liturgia proposta per gli altri 14 e tutta “spiacevole incrostazione” (sue parole...). E’ lui il vero teorico della riforma bugniniana… E’ LUI IL PADRINO… e i suoi figliocci Marini Piero e Liberto Giuseppe non sono solo che delle marionette nelle sue mani…. con la differenza che lui non si è mai esposto pubblicamente COME HA FATTO ANCHE RECENTEMENTE IL SUO FIGLIO PRIMOGENITO (Piero Marini, che recentemente ha pubblicato a Londra un libro contro la Curia, dopo la sua rimozione da cerimoniere pontificio)… con i suoi modi da grande esperto sparge i suoi curiosi teoremi con la prepotenza di chi ha trovato la verità la SOLA VERITA’, e spacciandoli per nuovi dogmi liturgici fa in modo che tutti devono sottostare alle sue idee perchè… perchè lo dice LUI (certamente in base alle sue presunte sensazionali scoperte archologico-liturgico) e gli altri non capiscono nulla!"

La critica - sia pure tardiva e resa possibile dalla grande attenzione del Papa per la salvaguardia della liturgia che, non dimentichiamolo, è salvaguardia del Culto - individua un responsabile della costruzione di Chiese "che fanno venire i brividi"; ma ignora completamente l'analoga pseudoriforma architettonica e liturgica che, pure, prendendo a pretesto un malinteso ritorno alle origini, rinnega la Tradizione della Chiesa da Costantino al Vaticano II, operata dagli iniziatori del cammino NC.
Visto che nella Chiesa si cominciano a fare nomi e cognomi, sarebbe bene allargare lo sguardo all'intero panorama degli innovatori a briglia sciolta, con la scusa del Concilio... Se è criticabile un Monsignore, noto Liturgista, a maggior ragione possono esserlo dei laici che oltretutto liturgisti non sono... e cominciare a mettere degli STOP agli scempi delle nostre chiese e della nostra Eucaristia!

lunedì 24 dicembre 2007

S. Natale 2007

Facciamo nostre le parole di Benedetto XVI, nell'udienza del 19 dicembre scorso:

Maria, che ha donato il suo grembo verginale al Verbo di Dio, che lo ha contemplato bambino tra le sue braccia materne, e che continua ad offrirlo a tutti quale Redentore del mondo, ci aiuti a fare del prossimo Natale un’occasione di crescita nella conoscenza e nell’amore di Cristo. E' questo l'augurio che formulo con affetto a tutti voi, qui presenti, alle vostre famiglie e a quanti vi sono cari.

Buon Natale a voi tutti!

sabato 22 dicembre 2007

Ennesima profanazione: il caso di S. Paolo fuori le Mura


CAPPELLA ECUMENICA PER CELEBRAZIONI NON CATTOLICHE A S.PAOLO. L'arciprete all'Osservatore Romano:"Fatto importante per dialogo"

CITTA’ DEL VATICANO - "Daremo la possibilità a comunità cristiane non cattoliche di poter venire a pregare e a celebrare la liturgia". L'arciprete di San Paolo fuori le mura, il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, ha spiegato così all'Osservatore Romano l'allestimento di una "cappella ecumenica" nella Basilica Papale. "E' un fatto - afferma - di enorme portata nel dialogo tra i cristiani, una grande novità portata dall'anno paolino, sei mesi prima del suo inizio. Sta per essere realizzata - spiega il porporato - nell'antica struttura, a croce greca, che finora ha ospitato il battistero. L'altare, risistemato, sarà quello che abbiamo trovato e rimosso durante i recenti lavori accanto alla tomba di Paolo, quando l'abbiamo resa visibile ai pellegrini. Quell'altare era proprio accanto al sarcofago e contiene le reliquie di Timoteo di Antiochia, martirizzato nel 311, da non confondere con il discepolo di Paolo, e un'altra piccola cassa che, secondo la dicitura, custodisce i resti di martiri ignoti della stessa epoca". In occasione dell'anno paolino proclamato da Benedetto XVI, il 28 giugno 2008 sarà anche aperta, annuncia Cordero Lanza, "la porta paolina, una delle cinque porte della basilica ostiense quella simmetrica alla vera porta santa...."

...se è vero che il Papa è chiamato ad esercitare L'UNITA' e non a portare divisione....ben sappiamo che è la stessa CAUSA DI CRISTO che divide, che è la Chiesa in quell'essere SEGNO DI CONTRADDIZIONE che divide quanti NON accettano di essere UN CUOR SOLO ED UN ANIMA SOLA NEI SACRAMENTI A COMINCIARE DALL'EUCARESTIA......a che cosa è servito un Anno dedicato all'Eucarestia e i Documenti che si sono succeduti se ora nel cuore della cristianità e della Tradizione paolina si crea un altare sopra il quale NON C'E' POSTO PER L'EUCARESTIA MA SI FA POSTO PER QUANTI NEGANO QUESTO SACRAMENTO E LO INSEGNANO IN MODO ERETICO?


(dal Motu proprio di Benedetto XVI per la Basilica di S. Paolo Fuori le Mura)

".... 9. In tempi recenti, la Santa Sede ha dimostrato particolare interesse nel promuovere nella Basilica, o nell’ambito dell’Abbazia, lo svolgimento di speciali eventi di carattere ecumenico. Sarà quindi compito dei Monaci, sotto la supervisione dell’Arciprete, organizzare, coordinare e sviluppare tali programmi, con l’aiuto anche di confratelli Benedettini di altre Abbazie ed in accordo con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

10. L’Apostolo delle Genti illumini e protegga quanti svolgono le loro mansioni nella Basilica a lui dedicata e conceda aiuto e conforto a tutti i fedeli ed ai pellegrini che con sincera devozione si recano nel luogo sacro alla memoria del suo martirio, per ravvivare la loro fede ed invocare la sua protezione sul proprio cammino di santificazione e sull’impegno della Chiesa, per la diffusione del Vangelo nel mondo contemporaneo."

il Papa parla di EVENTI ECUMENICI E NON DI CULTI ESTRANEI AL CATTOLICESIMO... siamo sicuri che non si stia consumando l'ennesimo abuso seppur in buona fede?

Certo che io rispetterò il fratello non cattolico, nessun problema, ma LUI deve rispettare QUEL LUOGO NEL QUALE ABBIAMO GESU' EUCARESTIA.... ma se i primi a NON far rispettare quel luogo sono proprio i NOSTRI PASTORI, come faranno queste persone a comprendere dove sta la VERITA'?


venerdì 21 dicembre 2007

Il Family day spagnolo il Cammino NC e le imminenti scadenze


La pagina precedente è di nuovo "satura" di post, perciò riprenderei il nostro confronto a partire da questo messaggio, anche perché ci fa rimanere nell'attualità con tutte le sue implicazioni

"L'Arcidiocesi di Madrid ha inoltre convocato, insieme a parrocchie, associazioni, movimenti e nuove realtà ecclesiali, una grande celebrazione a sostegno delle famiglie. L’evento “per la famiglia cristiana” avrà luogo domenica 30 dicembre, Festa della Sacra Famiglia, alle 12 ore nella Piazza di Colón. In quella occasione, il Santo Padre rivolgerà ai partecipanti un messaggio in diretta da Roma. (Agenzia Fides 11/12/2007; righe 35, parole 478)"

Da come l'avevo sentito parlare alla RAI, nella trasmissione "A sua immagine" di sabato scorso, Kiko sembrava lui il promotore dell'evento e il mobilitatore delle famiglie...

Certo che il vescovo gli sta offrendo un "assist", non da poco proprio - conoscendo la grancassa mediatica neocatecumenale -, alla vigilia della scadenza dell'ultimatum dato dal Papa agli iniziatori del Cammino per l'adeguamento della liturgia, al quale non risulta sia stata data alcuna riposta positiva; anzi sta continuando tutto come prima... ma credo e spero che il Papa non si lasci 'abbagliare' dai numeri (non mi sembra il tipo e sappiamo che - quando era ancora cardinale - ha già espresso il suo pensiero circa la "qualità" piuttosto che la "quantità")

Resta però il problema di qualche "sponda interna" che possa rassicurare il Papa su asseriti adeguamenti che - sappiamo per esperienza e per quanto sta accadendo - sarebbero solo formali, strumentali e in ogni caso non controllabili...

Ma a questo punto della storia, non è più possibile che Kiko continui a tacere o a parlare per interposta persona (Rylco & C.): la Chiesa dovrebbe PRETENDERE da lui una pronuncia ufficiale e definitiva; il che non gli consentirebbe di parlare come un cane sciolto all'esterno (cfr. dichiarazioni a La Razon, a Korazym, ecc.), senza rispettare i silenzi della Chiesa, mentre all'interno del cammino continua a procedere come ha sempre fatto ed a spacciare agli adepti approvazioni fasulle...

Una dichiarazione pubblica lo impegnerebbe anche nei confronti dei "suoi" ammesso che non trovi comunque il modo di abbindolarli... ma almeno quelli meno 'succubi' qualche problema comincerebbero a porselo, forse...
Fedele

domenica 16 dicembre 2007

Siamo a questa "tappa" del nostro percorso


Apriamo questa nuova pagina, facendo il punto della situazione, scaturito dalle riflessioni della pagina precedente:

"Un corollario: può il direttorio di una realtà che si definisce al servizio della Chiesa essere tenuto segreto al mondo cattolico o non avrebbe dovuto già da un pezzo essere reso disponibile a tutti?"

La segretezza del vecchio direttorio, come sai, riguardava i contenuti che presentano tante difformità con gli insegnamenti della Chiesa e tante consonanze luterane e moderniste... realisticamente dobbiamo pensare che i direttori consegnati alla Santa Sede siano stati epurati di quei contenuti... ma sappiamo che essi continuano a essere tranquillamente tuttora predicati nelle catechesi, che sono sempre le stesse di 40 fa, con aggiunte posteriori, uguali in tutto il mondo e pedissequamente fedeli agli "insegnamenti orali" dei fondatori... e nulla ci fa pensare che non continueranno ad esserlo... pena la fine dell'identità del cammino, che si regge proprio su questa diversità oltre che sulle gerarchie, metodi, prassi anche liturgiche difformi dalla Chiesa come abbiamo più volte evidenziato.

Quello che ufficialmente non emerge e che la Santa Sede non può aver esaminato perché non fa parte dei Direttori ufficializzati dopo tante resistenze e correzioni, è quella parte degli "insegnamenti orali" e delle prassi che si rifà pesantemente alla tradizione giudaica: Storia della Salvezza basata prevalentemente sull'Antico Testamento, Midrash, Talmud, kabbalah, simboli (hannukkià o menorah sulla mensa che non è un altare al posto della Croce); il Santuario della Parola con la Legge vestita, secondo l'uso giudaico, collocata nel Tabernacolo con pari se non con maggiore dignità delle Sacre Specie; Cristo richiamato solo in relazione alla lavanda dei piedi (iniziazione, nel rito "seduti a mensa perché venga e servirli") e alla Risurrezione (simbolo del passaggio dalla morte alla vita) bypassando il Sacrifio della Croce rappresentata nella croce astile del cammino con il Cristo vivo che ha su di sè la legatura di Isacco (il figlio non più sacrificato); il riferimento ad Elia assunto in cielo sulla merkavà, che si trova simboleggiata proprio sotto l'anomalo crocifisso appena evidenziato. Perché il Nuovo Testamento, secondo il Cammino, è il Libro del Profeta Elia! Ultimo libro dell'Antico Testamento?... Potremmo continuare, ma credo che ce ne sia a sufficienza...

Ora risulta comprensibile anche l'osservazione di uno di noi riguardante il fatto che nella sua comunità si parlasse sempre di Assunzione e non di Ascensione di Gesù, Signore nostro e Dio nostro... è evidente che l'Ascensione comporta una morte ed una resurrezione, l'Assunzione, come quella di Maria, di Elia, di Enoch, avviene da questo mondo nel carro di fuoco, la merkavà di Ezechiele, appunto... Insomma tutto l'Arcano che i piccoli neppure immaginano ed è riservato a chi avanza nel cammino...

venerdì 14 dicembre 2007

Nota sull'evangelizzazione e Cammino NC


La pagina precedente è ormai satura di post; quindi inserisco questo di Livio per riprendere la discussione su un tema molto attuale, riproponendomi una lettura attenta della nota per poi intervenire.

Vorrei soffermarmi sul perchè la nota sull'evangelizzazione oggi presentata riguarda i movimenti ecclesiali, e tra essi in particolare i neocatecumenali. Vediamo alcuni stralci della nota, ricavati da un articolo odierno su papanews:

1.Il documento parte dal presupposto che è sbagliata quella corrente di pensiero secondo cui "non si deve promuovere la conversione a Cristo, perchè è possibile essere salvati senza una conoscenza esplicita di Cristo e senza una formale incorporazione nella Chiesa". Questa mentalità, prosegue il testo, è figlia di "forme di agnosticismo e relativismo" che "negano la capacità umana di conoscere la verità, mentre la libertà umana non può essere svincolata dal suo riferimento alla verità". Pertanto, "la realizzazione definitiva della vocazione della persona umana sta nell'accettazione della rivelazione di Dio in Cristo come annunciata dalla Chiesa".
Qui vengono colpiti i presupposti erronei alla base della dottrina neocatecumenale, a cominciare dalla radicale negazione della missione salvifica di Cristo e dalla affermazione che tutti sarebbero salvati indipendentemente dal suo sacrificio. Invece, la Congregazione per la fede ribadisce che senza Cristo non vi è salvezza.

2.“l’evangelizzazione non è proponibile sotto forma di imposizione: ogni approccio al dialogo che comporti la coercizione o una impropria istigazione, irrispettosa della dignità e della libertà dei due attori del dialogo, non può sussistere nell'evangelizzazione cristiana". L'affermazione diventa ancor più precisa quando si afferma che "l'incorporazione dei nuovi membri alla Chiesa non è l'estensione di un gruppo di potere, ma l'ingresso nella rete di amicizia con Cristo, che collega cielo e terra, continenti ed epoche diverse. In tal senso, la Chiesa è dunque veicolo della presenza di Dio e perciò strumento di una vera umanizzazione dell'uomo e del mondo".
Non si può imporre coercitivamente la fede, e la stessa adesione alla Chiesa non significa adesione ad un blocco di potere. Niente proselitismo aggressivo, niente induzione di convinzioni erronee sulla natura e la missione della Chiesa, come predicano i neocatecumenali.

3.Un popolo di Dio diviso, infatti, può seriamente compromettere la credibilità della missione di divulgazione della Parola di Dio. Ben venga, quindi, il dialogo tra tutti i cristiani se riuscirà a realizzare una loro maggiore unità.
Le divisioni e le separazioni tra fratelli nella fede sono deleterie per la missione dei cristiani. Chi predica elitarismo, separatismo, odio e disprezzo per i fratelli opera contro Cristo ed il suo disegno per l'umanità.

4.Benedetto XVI: "L'annuncio e la testimonianza del Vangelo sono il primo servizio che i cristiani possono rendere ad ogni persona e all'intero genere umano, chiamati come sono a comunicare a tutti l'amore di Dio, che si è manifestato in pienezza nell'unico redentore del mondo, Gesù Cristo".
I cristiani sono al servizio dell'intero genere umano, e non di una parte di esso. L'amore divino si è manifestato nell'unico che ha redento il mondo. Dunque, è ribadita la missione salvifica di Nostro Signore e che essa sia rivolta a tutti e non solo ad alcuni.

5."L'amore che viene da Dio ci unisce a Lui, e ci trasforma in un Noi che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che, alla fine, Dio sia tutto in tutti".
Viene ribadito il concetto della necessità di superare le divisioni, contrariamente alle dottrine settarie, le quali fanno della separazione e divisione dagli altri una bandiera.
Anche se non fosse stata specificamente diretta ai neocatecumenali, la nota ribadisce principi fondamentali che colpiscono alcuni capisaldi delle dottrine settarie e separatiste, di cui quella del Cammino costituisce l'esempio più clamoroso e radicale.

mercoledì 12 dicembre 2007

Ricordiamo e ribadiamo: "L'Eucaristia"


Sentite cosa dice Lutero della Messa di San Pio V.

Io dichiaro - scrive Lutero nell'Omelia della I Domenica di Avvento - che tutti i prostriboli (bordelli), gli omicidi, i furti, gli assassinii, e gli adulteri sono meno malvagi di quell'abominazione che è la messa papista (Welke, Weimar, t. XV p. 774). E nel "contra Henricum": Quando la messa sarà distrutta, penso che avremo distrutto anche il papato.... infatti il papato poggia sulla messa come su una roccia. Tutto questo crollerà necessariamente quando crollerà la loro abominevole e sacrilega messa. (idem, t. X, sez. II, p. 220)

Vogliamo chiederci il perché dell'accanimento di Kiko Arguello di salvaguardare la sua arbitraria Celebrazione, sapendo anche, come risulta dalle sue testali parole pronunciate nei suoi insegnamenti:

“Con il Concilio di Trento, nel XVI secolo, si fissa tutto rigidamente imponendo in modo radicale il rito romano.“In quest’epoca nascono tutte le filosofie sull’Eucarestia. “Quando non si capisce quello che è il sacramento, a causa della svalorizzazione enorme dei segni come sacramenti, e quando non si capisce quello che è il memoriale, si comincia a razionalizzare, a voler dare spiegazioni del mistero che c’è dentro. Precisamente perché, il mistero trascende la sua unica spiegazione, c’è il sacramento. Il sacramento parla più dei ragionamenti. Ma a quel tempo, poiché non si capisce,… si cerca di dare spiegazioni filosofiche del mistero. E così incominciano i dibattiti su: ‘Come è presente?’ Lutero non negò mai la presenza reale, negò solo la parolina ‘transustanziazione’ che è una parola filosofica che vuole spiegare il mistero. ...Ma la cosa più importante non sta nella presenza di Gesù Cristo...(Orientamenti p. 325).

In sintesi: La Messa per i neocatecumenali non è un "sacrificio" e quindi in luogo dell'altare, non c'è che la mensa, e nell'Eucaristia si celebra un convito di festa fra fratelli uniti dalla medesima fede nella Risurrezione; il pane e il vino consacrati sono soltanto il simbolo della presenza del Cristo risorto, che si esaurisce con la celebrazione ed unisce i commensali comunicando loro il proprio spirito, rendendoli partecipi del suo trionfo sulla morte. Conseguenza della predicazione neocatecumenale secondo la quale la passione e morte di Cristo non è stata un vero sacrificio offerto al Padre per riparare il peccato e redimere l'uomo, che resta inesorabilmente peccatore (il che è vero, ma non si tiene conto dell'effetto della grazia) e, per godere i frutti della sua opera, basta riconoscersi peccatori e credere nella potenza del Cristo risorto (il che elimina totalmente la 'risposta' e la responsabilità personale).

Ricordiamo di come il Papa e tutto il Magistero considerino la Liturgia fonte e culmine della nostra fede anche per i suoi aspetti mistagogici e catechetici: lex orandi lex credendi che diviene lex vivendi e di come i fratelli riformati si siano ritrovati protestanti senza accorgersene proprio per le modifiche apportate da Lutero alla Liturgia divenuta Cena... La storia non ci ha insegnato nulla? E' un rischio che vogliamo correre anche noi?

Nella Dominicae cenae così dice Giovanni Paolo II: ...Quel «sacrum» attuato in forme liturgiche varie, può mancare di qualche elemento secondario, ma non può in alcun modo essere sprovvisto della sua sacralità e sacramentalità essenziali, poiché volute da Cristo e trasmesse e controllate dalla Chiesa. Quel «sacrum» non può nemmeno essere strumentalizzato per altri fini. Il mistero eucaristico, disgiunto dalla propria natura sacrificale e sacramentale, cessa semplicemente di essere tale. Non dobbiamo sottovalutare la consapevolezza che toccare la Liturgia significa stravolgere e snaturare il cuore della nostra fede e la nostra identità cattolica.

Se non c'è il Sacrificio non c'è il culto; ma se non c'è il culto, cosa c'è?

domenica 9 dicembre 2007

... e liberaci dal male

Dalla catechesi del Papa di mercoledì:

"Raccogliamo infine, a conclusione di queste riflessioni, un’esortazione di Cromazio, ancor oggi perfettamente valida: “Preghiamo il Signore con tutto il cuore e con tutta la fede - raccomanda il Vescovo di Aquileia in un suo Sermone -preghiamolo di liberarci da ogni incursione dei nemici, da ogni timore degli avversari. Non guardi i nostri meriti, ma la sua misericordia, lui che anche in passato si degnò di liberare i figli di Israele non per i loro meriti, ma per la sua misericordia. Ci protegga con il solito amore misericordioso, e operi per noi ciò che il santo Mosè disse ai figli di Israele: Il Signore combatterà in vostra difesa, e voi starete in silenzio. È lui che combatte, è lui che riporta la vittoria… E affinché si degni di farlo, dobbiamo pregare il più possibile. Egli stesso infatti dice per bocca del profeta: Invocami nel giorno della tribolazione; io ti libererò, e tu mi darai gloria”(Sermo XVI,4: Scrittori dell’area santambrosiana 3/1, pp. 100-102)."

Premesso che i nostri veri nemici sono i nostri peccati e le nostre cattive tendenze e il discorso riguarda soprattutto questo, ne ho tratto questo spunto: continuiamo sulle nostre riflessioni sui temi fondamentali; ma facciamo silenzio sulle vicende di questi giorni e preghiamo, a meno che non venga fuori qualcosa di certo

Eterna è la Sua Misericordia! Il Suo Amore è immenso!

Santa Cterina da Siena soleva dire che Dio è "pazzo d'amore"! E come darle torto?
Di recente ho comprato il libro di Antonio Socci, Il Segreto di Padre Pio. L'ho letto tutto d'un fiato. E' di una profondità inaudita e consiglio vivamente a tutti di comprarlo.

Estraggo dal Libro un brano, che Socci riporta da un documento di una figlia Spirituale di Padre Pio, che ferma su carta un suo dialogo con lui.

Prima però vorrei che meditassimo anche queste parole di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Diceva: "La Passione di Gesù Cristo ci fa capaci della Redenzione, la messa ce ne mette in possesso e fa che ne godiamo i suoi meriti...Dio stesso non può fare che vi sia nel mondo un’azione più grande che del celebrarsi una messa (...) e perciò il demonio ha procurato sempre di toglier dal mondo la messa per mezzo degli eretici, costituendoli precursori dell’Anticristo il quale prima di ogni altra cosa procurerà di abolire (...) in pena dei peccati degli uomini, il santo sacrificio dell’altare".

Già queste parole fanno tremare i polsi, ma altre fanno meditare e commuovere di più. Quelle del Fraticello di Pietrelcina (in forma di domanda e risposta):

D. Padre, ditemi tutto quello che soffrite nella Santa Messa.
«Tutto quello che ha sofferto Gesù nella sua Passione, inadeguatamente, lo soffro anche io, per quanto a umana creatura è possibile. E ciò contro ogni mio demerito e per sola sua bontà.»
Quale fiat pronunciate?
« Di soffrire e sempre soffrire per i fratelli di esilio e per il Suo Divin Regno.»
D. Diceste pure: «E grideranno: crucifige! Crucifige!». Chi griderà?
«I figli degli uomini e proprio i più beneficati.»
D. Come restò Gesù dopo la flagellazione?
«Il profeta lo dice: << Diventò una sola piaga; diventò un lebbroso .»
D. E allora anche voi siete tutto una piaga dalla testa ai piedi?
«E non è questa la nostra gloria? E se non ci sarà più spazio per fare altre piaghe nel mio corpo, faremo piaga
su piaga.»
D. Dio mio, questo è troppo! Siete, Padre mio, un vero carnefice di voi stesso!
«Non ti spaventare, ma gioisci. Non desidero la sofferenza in se stessa, no; ma per i frutti che mi dà. Dà gloria a Dio e salva i fratelli, che altro posso desiderare?»
D. Padre, quando la notte siete flagellato siete solo o vi assiste qualcuno?
«Mi assiste la Vergine Santa; è presente tutto il Paradiso.»
D. Padre, soffrite pure voi quello che soffrì Gesù nella Via Dolorosa?
«Lo soffro sì, ma ce ne vuole per arrivare a quello che soffrì il Divin Maestro!»
D. Chi vi fa da Cireneo e da Veronica?
«Gesù stesso.»
D. Nel divin sacrificio, Padre, voi prendete su di voi le nostre iniquità?
«Non si può fare diversamente, poiché fa parte del divin sacrificio.»
D. Vi ho visto tremare mentre salivate i gradini dell’altare. Perché? Per quello che dovevate soffrire?
«Non per quello che dovevo soffrire, ma per quello che dovevo offrire.»
D. Anche durante il giorno, Padre, soffrite quel che Gesù vi fa soffrire durante la Santa Messa?
«Starei fresco! E come potrei lavorare? Come potrei esercitare il mio ministero? Però non vorrei scendere mai dall’altare.»
D. Perché piangete quasi sempre, Padre, quando leggete il Vangelo nella Santa Messa?
«E ti pare poco che un Dio conversi con le sue creature? E che sia da loro contraddetto? E che sia continuamente ferito dalla loro ingratitudine e incredulità?»
D. Durante la vostra Messa, Padre, la folla fa un po’ di chiasso ...
«E se vi foste trovate sul Calvario dove si sentivano urli, bestemmie, rumori, minacce?! Lì era tutto un fracasso!»
D. Padre, tutte le anime che assistono alla vostra Santa Messa sono presenti al vostro spirito?
«Li vedo tutti i figlioli miei all’altare, come in uno specchio.»
D. Di che cosa aveva sete Gesù Crocifisso?
«Del Regno di Dio.»
D. Che faceva la Vergine ai piedi di Gesù Crocifisso?
«Soffriva nel vedere soffrire suo Figlio. Offriva le sue pene e i dolori di Gesù al Padre Celeste per la nostra salvezza.»
D. Che fa Gesù nella Comunione?
«Si delizia della sua creatura.»
D. Perché piangete, Padre, quando fate la Comunione?
«Se la Chiesa emette un grido: «Tu non sdegnasti l’utero della Vergine», parlando dell’Incarnazione, che dire di noi miserabili?!»
D. Gesù, Padre, stacca dalla croce le sue braccia per riposarsi in voi?
«Sono io che mi riposo in Lui!»
D. Il Signore, Padre, ama il sacrificio?
«Sì, perché con questo ha rigenerato il mondo.»
D. Quanta gloria dà a Dio la Santa Messa?
«Infinita gloria.»
D. Che dobbiamo fare durante la Santa Messa?
«Compassionare ed amare.»
D. Che benefici riceviamo ascoltandola?
«Non si possono enumerare. Li vedrete in Paradiso.»

giovedì 6 dicembre 2007

Neocatecumenali, Chiesa e Vaticano II

Possiamo ipotizzare insieme al nostro lettore che ci ha inviato questo post, che il Concilio Vaticano II sia l'origine di tutti i guai attuali?

Certo, la Chiesa non può rinnegare un proprio concilio: al massimo può affermare che è stato male interpretato. Ma, se un evento si giudica dai frutti che dà, la ragione di cui ci ha dotato il buon Dio ci dice che qualcosa di sbagliato ci deve pur essere nel Concilio Vaticano II. Sarà pure stato male interpretato, ma sta di fatto che con esso è cominciata la destabilizzazione della Chiesa: dalla liturgia, al sentimento religioso, alla vocazione sacerdotale, ai simboli della fede.

Quel Concilio ha messo tutto in discussione, non tanto per quel che è stato scritto esplicitamente, quanto per aver ingenerato un clima esagitato di rinnovamento e di cambiamento che ha poi portato alle esagerazioni e guasti che tutti conosciamo.
Se si seminano venti di rivolgimento, è lecito attendersi tempeste. Paolo VI presentì che dei venticelli sulfurei erano entrati da qualche spiraglio nella Chiesa: chissà se si rese conto che quello spiraglio lo aveva aperto proprio il Concilio.

Quanto ai neocatecumenali, è ovvio che difendano il Concilio Vaticano II: è grazie ad esso che hanno potuto fare tutto quel che hanno fatto. Ora è necessario correre ai ripari.

Altro che approvazione dello statuto dei neocatecumenali: la Chiesa è chiamata a decidere della propria integrità dottrinale e magisteriale, in una parola, della propria unità ed unicità in Cristo, messe gravemente a rischio proprio dalla predicazione e dalle prassi aberranti dei neocatecumenali, i quali, per quel che hanno sin qui dimostrato, continueranno imperterriti a disobbedire perchè perseguono un'altra visione di fede e di chiesa.
Livio

mercoledì 5 dicembre 2007

Neocatecumanali e "predestinazione"

Nel tentativo di dialogo con i nostri interlocutori neocatecumenali è venuto fuori il tema della "predestinazione". Mi sembra il caso di approfondire un po'. Parto citando S. Agostino perché sono sicuro che se fossimo andati avanti ci avrebbero citato prima lui e poi Pascal...

"....Rispondendo all'eresia di Pelagio, che predicava la possibilità dell'uomo di salvarsi senza l'aiuto di Dio, essendo il peccato originale una colpa gravante sul solo Adamo, Agostino traccia la dottrina della predestinazione: solo Dio decide in piena autonomia chi salvare o no dalla dannazione, l'uomo non può che avere fede nella salvezza divina, ben sapendo che l'ultima parola sulla sua salvezza non può spettare ad altri che a Dio (tale dottrina verrà poi ripresa da Lutero e dal Giansenismo e oggi dai neocatecumenali).
In ultima analisi, Agostino sostiene che l'uomo non può che trovare la Grazia in Dio. Gli uomini non possono far altro che avvicinarsi alla luce divina tenendo il buio delle loro anime il più lontano possibile: il bene è Dio, il male l'allontanamento dalla sua bontà, già presente in potenza nelle nostre anime, esse stesse creazioni divine..." [Fonte: Paparatzinger blog 27 aprile 2007]

Ogni uomo può trovare la Grazia in Dio: la 'predestinazione' significa solo il dono dei benefici divini che consentono all'uomo - a tutti gli uomini che accolgono la Grazia esercitando la loro libertà, non solo ai predestinati, nel qual caso la libertà sarebbe da escludere - di raggiungere il bene della vita eterna.

Volendo allargare lo sguardo per una comprensione più ampia, si può riconoscere un “progetto di Dio” che sembra distribuire la Grazia in maniera del tutto indecifrabile per le nostre categorie; ma “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie”, dice il Signore… come facciamo a dire che nell’economia della salvezza sia più importante la santità eclatante che è di esempio a tutti o la buona volontà nascosta e umile che fa del suo meglio nonostante i limiti, le difficoltà, le miserie interne ed esterne che la vita gli pone? E, soprattutto come si fa a poter pensare di essere salvati solo per un’appartenenza e non per la propria personale risposta?

Questo non è pelagianesimo; perché non vuol dire che ci si salva da soli con le proprie forze, vuole solo dire che ci si salva in virtù di un rapporto, di una relazione personale (e anche comunitaria nella Chiesa, ovviamente) con il Signore attraverso la Sua Grazia, che incontra il nostro SI’ e ci viene dispensata in molti modi, alcuni anche sconosciuti e impensabili, ma soprattutto nei Sacramenti nella Sua Chiesa. E proprio attraverso gli insegnamenti della Chiesa, il Signore ci rivela sempre di più il Suo Volto e radica sempre di più nella Sua Vita le nostre vite e le nostre storie personali e comunitarie.

Ma non è neppure Luteranesimo, cui sembrano aderire anche in questo aspetto i neocatecumenali, secondo cui il peccato è “coperto” dal Sangue di Cristo (salvezza esteriore o estrinseca). I “coperti” (salvati) dai vergognosi peccati sarebbero solo coloro che hanno fede in Cristo e nelle Sacre Scritture e sono nel cammino NC. Il peccato rimane quindi quello che è e non si parla come cita spesso il nostro Papa della “trasformazione” operata dal Signore e dalla Sua Presenza Viva e Operante nella Sua Chiesa.
Cosa si può dedurre da tutto questo?

martedì 4 dicembre 2007

Chiesa versus "estetica" kikiana nelle Chiese

Appunti di lavoro sulla base delle indicazioni ufficiali della Chiesa, che confermano le nostre osservazioni a proposito della "Nuova estetica" di Kiko.

Dall'Osservatore Romano di oggi:

"...Dagli anni immediatamente postconciliari a oggi si è verificato uno strano paradosso: le indicazioni dei padri conciliari su questi temi ... sono state spesso disattese in virtù di una presunta e malintesa forma di "tutela dello spirito conciliare". Lo ha sottolineato con amara ironia l'arcivescovo Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il Clero, il quale nel suo intervento ha ricordato che lo stile ecclesiale è fatto di equilibrio e non di fanatismi o di polemiche. Occorre quindi innanzitutto recuperare e chiarire in maniera netta i principi stabiliti dalla Chiesa e su questi - non sugli interessi di parte - impegnare la riflessione e il confronto...
Monsignor Julián López Martín, vescovo di León e presidente della commissione episcopale di liturgia, ha in questo senso tracciato un quadro di riferimento dei principi teologici e delle norme esecutive per la costruzione delle chiese. Fondamentale ci è sembrata la sottolineatura del fatto che lo spazio liturgico non può essere concepito come un ambiente religioso confuso o astratto, valido per ogni utilizzo. "Lo spazio liturgico - ha affermato il vescovo - è determinato dalla sua specificità celebrativa. Tutti gli elementi di una chiesa devono essere al servizio della celebrazione del mistero, devono esprimere la Pasqua del Signore. Il nobile servizio reso dagli architetti e dagli artisti non deve ridursi a una mera catechesi simbolica e iconografica, ma proporsi realmente come parte della mistagogia del mistero"..."Occorre sforzarsi di mostrare un'immagine unitaria dell'assemblea". Ciò non toglie che vada comunque evidenziata - sia pure senza eccessi - la distinzione della zona del presbiterio e ancor di più la centralità dell'altare: "Non è il sacerdote il centro della celebrazione, ma Cristo, di cui l'altare è segno permanente".
Sul significato e sul giusto utilizzo degli elementi architettonici - ad esempio la navata, la sede, l'ambone, e così via - si è soffermato il vescovo di León che, spiegando la costellazione di segni e di simboli della celebrazione liturgica, ha offerto tutta una serie di richiami scritturistici e documentali. In maniera ancor più concreta e diretta, a riguardo, si è espresso monsignor Piacenza durante uno scambio di battute al di fuori del convegno: "C'è bisogno di chiarezza anche nelle committenze. Vi sono una serie di paletti dai quali non possiamo prescindere. A partire dalla struttura esterna di una chiesa: non possiamo, per star dietro a posizioni "intellettualoidi" di certi architetti, nascondere la chiesa, il campanile, la croce o la porta. All'interno della chiesa, poi, il centro deve essere l'altare e il presbiterio deve essere in qualche modo - l'artista troverà come - differenziato dal resto dell'aula..."

Insomma una bocciatura chiarissima e totale dell'estetica kikiana!!! Si osservi, poi, questa sottolineatura:

"...non si può poi prescindere dalla centralità del crocifisso, su di esso si deve posare lo sguardo; il tabernacolo si deve poter individuare immediatamente; le panche devono avere gli inginocchiatoi per facilitare la dimensione dell'adorazione. Questi, come altri, non sono optional ma elementi essenziali".

Con buona pace delle arrampicature sugli specchi di tanti neocatecumenali dallo sguardo offuscato da anni e anni di anarchia liturgica kikiana!
Francesco