venerdì 27 aprile 2007

Altra "riforma" del Cammino: eliminato il Culto dei Santi!

Chi conosce la "nuova estetica" di Kiko (come più volte sottolineato in queste pagine) avrà certamente notato che nelle "chiese" da lui "disegnate" gli elementi ricorrenti sono principalmente: la "corona misterica"; l'assenza del Presbiterio rettamente inteso, sostituito dalla Sede della Presidenza, l'Ambone-bocca, la Mensa-stomaco e il Fonte-utero. Il Tabernacolo è anch'esso sostituito da un ambiguo "sito" che ricorda molto la "custodia della Parola" delle sinagoghe. Inoltre, come mostrato in altri articoli, viene coperto inspiegabilmente (dal punto di vista cattolico) con un conopeo nero! Altra "riforma" è inerente l'eliminazione degli "inginocchiatoi".

Di tutto questo qui c'è ampia documentazione con realtivo significato assegnato dai tre del CNC.
Un aspetto ancora poco conosciuto può essere forse l'assenza del Culto dei Santi e della Venerazione delle Sante Icone a loro dedicate. Lo stesso può dirsi relativamente alle pratiche di Pietà Cattolica come le Processioni eucaristiche.
Anche questo differenzia la chiesa di Kiko con quella Cattolica.

Nelle Chiese da lui progettate mancano del tutto Immagini o riferimenti al Culto dei Santi. L'unico ciclo pittorico riguarda la già citata "corona" con la Vita di Cristo, per la quale non manchiamo di ricordare le profonde difformità di Canone Iconografico rispetto alle Sante Icone Cattoliche.

La Venerazione del Sacro Cuore, come del Cuore Immacolato, così come anche il Culto dei Santi viene silenziosamente accantonato. Silenziosamente però! Questo silenzio, forse, consente ai responsabili NC di negare l'evidenza in quanto non dichiarata apertamente?

lunedì 23 aprile 2007

Neocatecumenali, manager in sacris

Carissimi,
ieri mattina stavo seguendo la diretta del Papa a Pavia e, cogliendo le immagini della grande folla presente per la celebrazione nella grande spianata ricolma di fedeli, notavo con soddisfazione l'assenza di striscioni, soprattutto di quelli necoatecumenali solitamente onnipresenti... Non faccio in tempo a formulare il pensiero che la telecamera inquadra due grossi palloni bianchi che dondolano alti sulla spianata sorreggendo e mostrando in bella evidenza una mega-immagine della ormai inconfondibile Madonna di kiko... E' un marketing che funziona fin troppo bene!!!

E non sono stato il solo a notarlo: ieri sera scriveva Egeria: "Il Cammino è davvero nel pallone! I seguaci di Kiko oggi, a Pavia, hanno dato l'ennesima, disgustosa, dimostrazione di prepotenza e strapotere. Vedendo la Madonna di Kiko volteggiare sulla testa di Pietro ho provato un improvviso senso di repulsione. I palloni della triade con il "marchio di fabbrica" neocat. erano uno spettacolo indecente in un contesto di grande spiritualità. Ma quanto sono in alto, loro! Ma come sono onnipresenti, loro! ...Ma quando si sgonfieranno i loro palloncini?!

Forse molti non sanno che c'e un gadget neocatecumenale per ogni cosa: intanto ogni comunità, nelle frazionatissime celebrazioni, deve con ordine maniacale utilizzare la stessa 'oggettistica' disegnata da Kiko e naturalmente da loro prodotta: croce col Cristo dagli occhi aperti e il segno della legatura di Isacco, (rigorosamente non sull'altare, o meglio, 'mensa') sulla quale, invece, spicca il candelabro ebraico che simboleggia i ricostruttori della vera Chiesa; coprieleggìo di disegno e produzione propria; come pure tutti gli altri oggetti usati per la celebrazione di stile e disegno kikiani rigorosamente uguali per tutti. Inoltre c'e un catalogo neocat (tipo Postal Market fatto in casa) in cui si trovano oltre alle icone di Kiko, di varie misure, copribibbia, croci più o meno preziose, di varie misure, medagliette con la madonna di kiko, portachiavi con i vari simboli del cammino, oggettistica di vario genere, la mezuzà, che gli ebrei mettono sulla porta di casa con lo shemà ecc. ecc. Tutti simboli, peraltro, rigorosamente non cattolici

Davvero sono potenti e abili, ma c'è Qualcuno, in cui confidiamo, che "rovescia i potenti dai troni ed esalta gli umili"...

giovedì 19 aprile 2007

Iniziazione cristiana e iniziazione kikiana...

Leggevo gli Orientamenti non di Kiko ma della Chiesa su iniziazione Cristiana e Educazione e risveglio della Fede e mi sono imbattuto in temi basilari rielaborati e stravolti da Kiko.

La forza di Kiko, mi è capitato spesso di sottolineare, sta nello strumentalizzare problemi effettivi relativi alla Chiesa e i Fedeli e stravolgere la Pastorale Cattolica a riguardo.
Infatti la Chiesa ha diramato un Magistero molto articolato sulla Iniziazione Cristiana Adulti, come da queste pagine è stato evidenziato più volte, ed ha anche dato direttive Dottrinali per affrontare il tema del RISVEGLIO della Fede (che è quello che si propone di fare il Cammino ritenendosi "frutto" di questo Magistero, ma falsamente) nonchè per l'Educazione Permanente alla Fede (e sempre il Cammino si ritiene esecutore di questa Pastorale).
Se si rimane in superficie si può tranquillamente essere tratti in inganno. Arrivano e ti dicono: "quelli di cui parla la Chiesa siamo noi!". E chi può dire diversamente, visto che chi si avvicina al Cammino per la maggior parte sono davvero i Piccoli del Signore, i lontani, quando non atei.
Ebbene, la Pastorale di Iniziazione e risveglio della Fede si fonda su direttive letteralmente OPPOSTE a quelle usate da Kiko nella sua prassi! Faccio riferimento ad alcuni brani degli "Orientamenti per il risveglio della fede e il completamento dell'iniziazione cristiana in età adulta" che sono della Chiesa Cattolica e non di Kiko:

"46.Si tenga presente che alcuni riti tipici del catecumenato e dell'iniziazione non si possono celebrare per i cristiani già battezzati . In quanto propri del catecumenato, non si devono ripetere l'elezione, gli scrutini, gli esorcismi e le unzioni con l'olio dei catecumeni. Essi sono esclusivamente propedeutici al Battesimo da celebrare. Analogamente, l'unzione con il crisma e la consegna della veste bianca esprimono un riferimento specifico al Battesimo appena ricevuto e, quindi, non trovano ragione d'essere in altre situazioni.
Si può tuttavia pensare a un momento di ammissione all'itinerario o al percorso di ricerca e, al termine di ciascuna tappa, si può inserire la valutazione, in un clima di dialogo, del cammino compiuto, da collegare, eventualmente, a un momento celebrativo."

Da questo brano si possono approfondire tanti temi, come ad esempio la possibilità di inserire il Risveglio della Fede in un contesto "Catecumenale" e di Educazione Permanente, accompagnato da tappe e Riti che le coronano, ma assolutamente riferibile al RICA e non ad altro!

Qualche approfondimento si può già trovare sulla pagina del sito: Puntualizzazioni sul RICA (Rito dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti), sui catecumeni e sul “neocatecumenato"

Stefano

mercoledì 18 aprile 2007

Un atto di sapore scismatico

Riportiamo un fatto, del quale ci riserviamo di fornirvi il luogo in cui è accaduto, richiesto al nostro interlocutore. In ogni caso, a prescindere dal luogo, lo rendiamo di pubblico dominio ritenendolo grave per le sue implicazioni e ulteriormente rivelatore della seria ‘divisione’ tra cammino neocatecumenale e Chiesa

Domenica, 15 aprile 2007 - L'ottimo diacono, di rito NC, incaricato di cantare, cosa che ha dovuto fare forzatamente nel modo "romano", il Vangelo durante la Messa di presa di possesso del nostro Arcivescovo, sfidando il cerimoniere, che glielo aveva proibito, ha indossato il velo omerale per recare il Vangelo all'ambone e dall'ambone all'Arcivescovo. Ha addotto poi che "quello" era lo "stile liturgico" dei NC !!!
Ecco lo stile dei NC: mettere tutti, cerimoniere e ignaro Arcivescovo, di fronte al fatto compiuto ! L'Arcivescovo, comunque, attenendosi alle recenti disposizioni della Santa Sede ha proibito la veglia neocatecumenale nella sua cattedrale limitandosi a concedere tre canti secondo il loro stile.
Molto grave, e anche riprovevole, questa prassi di mettere il magistero di fronte al "fatto compiuto" contrariamente a quanto prescritto dalle normative vigenti e dal cerimoniere Arcivescovile, che si era pronunciato espressamente e chiaramente, in nomine Episcopi, mettere il "velo omerale" per prendere l'Evangeliario e proclamare il Vangelo.
Il diacono, di confessione NC, aveva nascosto preventivamente il velo nel presbiterio e ha messo semplicemente di fronte al "fatto compiuto" l'Arcivescovo e i Concelebranti ...
Questo gesto è stato umanamente scorretto e ecclesiasticamente espressione di non comunione quindi, oserei dire, anche dal sapore scismatico da registrare senz'altro nella scheda personale del trasgressore. Si è trattato di un gesto dal sapore individualista e non in comunione con l'Arcivescovo e con il Presbiterato, un'indebita e grave "equiparazione" della Parola con le Sacre Particole, quelle che, in verità e secondo la prassi cattolica, debbono essere trasportate col Velo omerale.

Commenti. Ne risulta evidente una "estranea" strana e protestante esaltazione della Parola rispetto alla Presenza del Signore ritenuta NON REALE. Il che spiegherebbe anche l'uso del "conopeo" nero nei tabernacoli che contengono le ostie consacrate durante la celebrazione che, sciolta l'assemblea, non recherebbero più la presenza del Signore! [vedi]

Una eloquente immagine (potete cliccare per ingrandirla) del conopeo nero che ricopre il Tabernacolo in una chiesa di Madrid, non spiegabile col colore del "Tempo liturgico" che, dal leggìo appare chiaramente verde e che, ora in disuso da prima del concilio, nella Chiesa veniva usato per le celebrazioni funebri...
Conoper nero S. Caterina Labouré Madrid

lunedì 16 aprile 2007

E' ora di cambiare pagina

E' davvero ora di cambiare pagina, 1. perché sono davvero tanti i post che si sono susseguiti in soli tre giorni di dialogo serrato intenso pieno anche di incontri e di spunti nuovi su quella precedente e, 2. perché sono accaduti alcuni fatti che in qualche modo rendono nuova la nostra esperienza...
Continuiamo il nostro confronto e sono sicuro che arriveranno altre tappe, altre esperienze, sempre con la speranza che possano sevire per il bene di molti

venerdì 13 aprile 2007

Ci scrive un nostro lettore:

Estraggo da una pagina interna del blog, questo post, che mi sembra faccia un punto abbastanza chiaro e lucido della situazione, per estrarne spunti di riflessione utili nel momento presente

"Cari amici, da laico mi sta molto incuriosendo questa querelle all'interno della Chiesa cattolica tra "ortodossi" e "neocatecumenali". Da quanto ho capito sin qui, è in atto un terremoto silenzioso all'interno della Chiesa, senza che le gerarchie riescano a porvi un freno. Un signore spagnolo e la sua amica hanno fondato un movimento che pian piano si è esteso a macchia d'olio nel mondo cattolico. Probabilmente, le ragioni del successo dei NC sono nella debolezza della Chiesa ufficiale, nella secolarizzazione di tanti vescovi e preti, negli scandali che hanno tolto carisma e credibilità all'immagine ufficiale di tanti rappresentanti della Chiesa. Rispondendo ad un bisogno di spiritualità e di sacro diffusi, il movimento NC ha colmato una lacuna, riavvicinando tante persone alla fede cattolica. Per questa parvenza di bene è stato accettato e tollerato dal Papa precedente e in parte da quello attuale, nonostante i primi allarmi dei teologi più attenti. Quando infine ci si è accorti che, insieme al bene di una ritrovata pratica della fede da parte di moltissime persone, il movimento ha cominciato a sovvertire i fondamenti del dogma, i simboli, i rituali, la stessa celebrazione della liturgia, fino addirittura a mettere in discussione la figura di Cristo come tramite di salvezza, è scoppiata forte la polemica. Ora la situazione appare in un vicolo cieco. Il movimento NC è radicato e diffuso a livello nazionale e mondiale, e nonostante per tanti aspetti si configuri come una setta eretica micidiale (poichè intacca certezze e pratiche secolari su cui si è basata la Chiesa dalle origini) nè il Papa nè la gerarchia riescono a fermarla, immagino per non provocare una grave scissione all'interno della Chiesa stessa, preferendo sperare in un ravvedimento dei fondatori ed un ritorno all'ortodossia. Da laico, penso che se il signor Arguello fosse un emissario del maligno sotto mentite spoglie, questo sarebbe il maggior successo satanico dai tempi della tentazione di Cristo nel deserto: scardinare la basi della Chiesa operando dall'interno attraverso una finta missione salvifica. Mi meraviglia che la gerarchia cattolica abbia consentito che si arrivasse a tutto ciò senza porre un freno chiaro ed inequivoco, che fosse anche un messaggio di certezza per i tanti credenti non NC. Se non una scomunica chiara e netta, quanto meno uno stop agli stravolgimenti di rituale, di forme e di prassi, di interpretazioni soggettive delle Scritture che costituiscono oggettivamente una sovversione micidiale delle basi stesse della Chiesa. "

E' proprio su questo stop che intanto si dovrebbe puntare, in attesa delle decisioni che verranno prese. Le motivazioni le discuteremo in questa pagina, qualcuna è già venuta fuori dalla precedente:

martedì 3 aprile 2007

Celebrare rivolti al Signore. Perché?

Le citazioni sono tratte dal Libro di Uwe Michael Lang d.O., Rivolti al Signore. L’orientamento nella preghiera liturgica, con Prefazione di Joseph Ratzinger, Ed. Cantagalli Siena

Oltre all’apertura alla trascendenza, l’orientamento comune esprime meglio l’aspetto sacrificale dell’Eucaristia, aspetto che va visto in stretta connessione col banchetto e che non a caso negli ultimi decenni è divenuto pressoché ignoto a molti fedeli. Coloro che sacrificano non dovrebbero guardarsi fra loro, bensì essere rivolti a Colui cui offrono il sacrificio. «Neppure la migliore catechesi mistagogica può compensare il declino nella comprensione della Messa fra i cattolici, se la celebrazione liturgica comunica segnali contrari» (p. 83).
Infine, un terzo motivo a favore dell’orientamento comune è l’atteggiamento maggiormente contemplativo, al contrario di quanto accade in una celebrazione costantemente «faccia a faccia», la quale, secondo il teologo svizzero Max Thurian (1921-1996), «[...] viene spesso condotta come fosse una conversazione e un dialogo nel quale non c’è più spazio per l’adorazione, la contemplazione e il silenzio» (p. 84) e che «[...] ripiega l’assemblea su sé stessa e impedisce l’orientamento contemplativo di tutta la comunità nell’adorazione verso il luogo simbolico della presenza del Signore e nell’attesa escatologica del suo ritorno» (p. 85).
La proposta avanzata dall’autore nel capitolo IV — Rivolti al Signore (pp. 87-92) — è una distinzione fra la proclamazione della Parola di Dio, che richiede una posizione faccia a faccia, e la Liturgia eucaristica, per la quale invece andrebbe privilegiato l’orientamento comune di sacerdote e fedeli. A cominciare da «[...] quelle chiese, di solito storiche, dove l’altare è la caratteristica artistica dominante della cappella o dell’intero edificio» (p. 89), e che invece negli ultimi decenni è stato «marginalizzato», quando non eliminato, stravolgendo la struttura spirituale e spaziale dell’edificio. La stessa Congregazione per il Culto Divino afferma che è preferibile celebrare sull’altare versus Deum, piuttosto che avere due altari nel medesimo presbiterio.
In tal modo tutta la comunità, sacerdote e fedeli, sarà facilitata ad andare incontro allo Sposo, poiché, ci ricorda il cardinal Ratzinger: «L’altare [...] è il luogo del cielo squarciato. Esso non chiude lo spazio ecclesiale, ma lo apre alla liturgia eterna» (p. 90).

Un'immagine che conserva il senso del mistero...e un altare vero!
Vera celebrazione eucaristica


S. Lorenzo Maggiore, Napoli