Articolo di Raul Löbbert (4 maggio 2014) comparso su Christ und Welt del Die Zeit.
Traduzione a cura di Valentina. Evidenziamo alcuni passaggi.
IL CAMMINO DEI KIKOS
Il Cammino Neocatecumenale è uno dei movimenti più potenti del cattolicesimo.
Gli ex membri accusano il Cammino di pratiche settarie.
· Lo scandalo
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Imbarazzante girotondo dei vecchietti:
obbligatorio nel Cammino Neocatecumenale |
Il Cardinale Meisner, arcivescovo di Colonia, si ritira. Conclude la sua esperienza di arcivescovo con una frase detta ad un gruppo neocatecumenale che è stata come una bomba. "Una delle vostre famiglie vale come tre famiglie musulmane". Avesse voluto offenderli, non avrebbe potuto fare di più. Il portavoce islamico ha paragonato il cardinale a Sarrazin (uomo politico simpatizzante di Le Pen in Germania, ndt). Il governo federale si dissocia dalle "idee personali di un'autorità ecclesiastica". Il video spopola su internet. Quali erano le "vostre famiglie"? A chi si riferiva Meisner? Che cos'è il Cammino Neocatecumenale?
Per un giornalista non è facile investigare sul Cammino Neocatecumenale. Non ha nessun "addetto stampa" né "rappresentante ufficiale" in Germania. Le sue strutture sono sconosciute così come i suoi rituali. C'è chi ha fatto sull'argomento una tesi universitaria, una sola, concludendo che si tratta di uno dei movimenti più potenti del cattolicesimo.
Il Cammino è nato in Spagna a metà degli anni '60 e Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI l'hanno promosso. Oggi ci sono 20.000 comunità in 1300 diocesi, probabilmente un milione e mezzo di seguaci.
È un'organizzazione laicale che ha costituito dei suoi propri seminari, come gli è stato concesso per diritto canonico da Giovanni Paolo II. I seminari sono 100 in tutto il mondo, due di questi in Germania.
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Seminario kikiano R.M. |
Però a parte la storia gloriosa del Cammino, c'è quella
dolorosa che viene raccontata su Internet. Si dice che i suoi adepti sono manipolati, obbligati a
generare molti figli per creare dei cristiani d'elite e
rivoluzionare la Chiesa. Il messaggio è chiaro:
il Cammino è qualcosa che non dovrebbe esistere: una setta all'interno della Chiesa.
Ma cosa c'è di certo nelle voci? Quale Cristo annuncia il Cammino?
Per due mesi ho cercato di scoprirlo, ma mi sono trovato davanti al silenzio opposto dai seguaci del Cammino, che non vogliono parlare, rifiutano la trasparenza ed hanno paura, perché in un mondo secolarizzato non viene affatto compreso, come ha scritto una ex adepta in una mail, il fatto di essersi associati ad un "gruppo estremista".
Così ho cominciato la mia ricerca nel mondo che è il contrario del silenzio, in mezzo ad un affollarsi di parole che
ignorano del tutto le leggi di logica, sintassi e di costruzione del discorso. Mi sono imbattuto in internet nel video con Meisner. Non era quello con la dichiarazione dello scandalo. Qui Meisner aveva un ruolo minore; la parte del leone la faceva un signore che presentava un libro dal titolo impegnativo
"Il Kerigma nelle baracche tra i poveri".
Nel libro si legge "Le cose devono essere come dico io, le famiglie come dico io, il lavoro come dico io, la comunità come dico io. Tutto come dico io". E ancora "Parlo in nome di Dio. Per voi io sono un angelo". E così come scriveva, quell'uomo parlava; gridando, gesticolando, rosso in volto, lanciando in mezzo al pubblico, come fossero pietre, parole come "peccato, pagani, inferno, demonio". E Meisner? Il cardinale, che in altri casi tollera l'autorità solo di Dio o del Papa, stava seduto in basso e guardava in alto verso lui, verso Kiko.
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Sigari pagati dai fratelli di comunità
per poter abbindolare i vescovi |
· L’iniziatore
Senza Kiko Argüello il Cammino non esisterebbe. Con i suoi 75 anni ne è il fondatore.
In tutto il mondo le comunità Neocatecumenale cantano le sue canzoni. Tutte le icone esposte nelle eucarestie del sabato le ha dipinte lui. Persino le sedie su cui si siedono i suoi seguaci le ha disegnate lui. Kiko è il principale catechista del Cammino. Quello che lui dice viene diffuso e annunciato nella comunità ma tenuto nascosto al pubblico. La sua apparizione del 24 gennaio è anche qualcosa di unico: una vista nella testa di Kiko.
Peccato che quella sera
racconta solo quella che è la sua leggenda: il
giovane Kiko, nella Spagna di Franco, era un pittore apprezzato. Conduceva una vita dissoluta ma non se ne rendeva conto. Pensa al suicidio. Gli appare la Madonna. Con la chitarra e la Bibbia va in un quartiere povero di Madrid.
Si stabilisce là, canta le sue canzoni e intorno a lui si raccolgono i poveri. Nasce la prima comunità. Si unisce a lui una suora che ha lasciato la veste, Carmen Hernandez. Lei e Kiko sono i leader del Cammino.
Insieme, nominano le “Famiglie itineranti”. Viaggiano nei paesi dove il Cammino non è ancora diffuso. Si incontrano con i vescovi, fondano nuove comunità e nominano catechisti. A questo scopo,
hanno bisogno di sacerdoti che siano vicini al Cammino. Perciò aprono nel 1988 il primo seminario del Cammino a Roma.
Ma tutto è cominciato nelle baracche di Madrid. Ci sono le foto di quel periodo. Esse ci mostrano un Kiko magro e barbuto. Vive in una baracca solo con l’amore di Dio. Kiko suona la chitarra e canta canzoni dedicate a Maria ai poveri.
Canta anche oggi, 24 gennaio, a Colonia. Con la musica comunica con le persone che vogliono credere ma sono lontane dalla Chiesa. Spesso come
Kiko ci sono giovani che sono in crisi e cercano sostegno spirituale ma si sentono allontanati da istituzioni fredde e infeconde. Proprio come Agnes Junge.
· La fuoriuscita
Agnes ha
camminato 15 anni e se ne è andata 8 anni fa. È l’unica fuoriuscita che ha avuto il coraggio di incontrarmi. Non vuole si sappia dove vive. Quando sente parlare per la prima volta del Cammino, è in crisi esistenziale. Si è convertita dal protestantesimo ed è alla ricerca di Dio. La Messa della Domenica non le diceva granchè. Parla con il suo sacerdote, che le dice che c’è qualcosa di nuovo, di diverso.
In quel posto
si suona la chitarra durante la messa, si fa la comunione mangiando pagnotte e bevendo il vino e alla fine si balla intorno all’altare, che si trova al centro di una stanza piccola e calda, non in una chiesa fredda e arida.
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L'UFO di Porto San Giorgio,
progettato da Kiko Argüello |
Per sei settimane Agnes segue il corso iniziale con il sacerdote e l’equipe dei catechisti.
Alla fine vanno tutti in un ostello della gioventù e scelgono una coppia di responsabili che rappresenta i catechisti quando non sono presenti. Così nasce la Comunità. Il cammino consiste nella preparazione dei cristiani primitivi al Battesimo, il Catecumenato, diviso in fasi, con riti di passaggio e scrutini finali.
Non è chiaro quanto duri il Cammino. Possono passare decenni prima che una Comunità rinnovi il proprio Battesimo nel Giordano. Agnese Junge non ci è mai arrivata.
E con il Cammino ha perso tutto: amici, soldi, la fede nella Chiesa ma soprattutto la fede in Kiko, il cantore dei poveri.
· Una donna racconta gli esorcismi
Dal momento in cui, alla fine degli anni 60, il Cammino lascia le baraccopoli per espandersi a Roma, viene bersagliato dalle critiche. In Spagna i fuoriusciti hanno organizzato addirittura dei forum su Internet.
Il Cammino in Germania conta 90 comunità, 5 a Colonia,
piuttosto piccole. Ma anche qui si registrano degli abbandoni.
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Dipinti di Kiko Argüello a tema religioso,
su cui i neocatecumenali devono pregare |
In una testimonianza una donna ha riferito che, durante gli scrutini, vengono fatti degli
esorcismi. Ha avuto così tanta paura da dover correre in bagno per due giorni. “Avevo 20 anni”.
Una testimonianza dalla Spagna:
“Ho dovuto stare di fronte alla comunità, rosario tra le mani, sguardo rivolto al cielo. Il catechista mi chiedeva se rinunciavo al diavolo e io dovevo ripetere. Poi ognuno doveva dire la sua opinione su di me per umiliarmi”.
Durante gli scrutini non si deve solo rinunciare al diavolo ma anche abiurare agli idoli. “L’idolo è qualsiasi cosa si metta in concorrenza con Dio” dice Agnes Junge. “Può essere l’automobile o la collezione di dischi”.
Ma di solito l’idolo è il denaro, Mammona.
E ci si può arrivare solo con grandi sacrifici economici.
· Quel Conto Corrente deve essere chiuso
In un forum spagnolo una donna racconta di essere stata obbligata a chiudere il proprio conto corrente. Così non ha potuto continuare con gli studi. Nella comunità di Agnes in occasione di uno scrutinio sono stati raccolti 60.000 euro.
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Sedia in plastica trasparente
progettata da Kiko appositamente
per le terga dei presbìteri R.M. |
Poi ci sono le raccolte periodiche e le
decime poiché, raggiunto un certo stadio del Cammino,
si deve dare regolarmente la decima parte del guadagno lordo.
Di tutto ciò che viene raccolto, gli adepti non sanno quanto ne venga impiegato in progetti concreti o introitato dal Cammino stesso, nè si possono fare troppe domande.
Anche se nel cammino si sottolinea sempre la libertà del singolo, non viene mai messa in dubbio l’obbedienza ai catechisti ed alle loro decisioni. Kiko dice “Dove non c’è l’obbedienza ai catechisti, non c’è il Cammino”. Il catechista ha un enorme potere, conferma Agnes.
Questo potere cresce nella misura in cui uno prende sul serio la conversione predicata da Kiko e abbandona la sua vecchia vita, gli amici, gli hobbies, l’ambiente sociale. Due volte alla settimana la comunità si riunisce per il culto. Poi ci sono le preparazioni ed ogni sei settimane un giorno di convivenza. Oltre a ciò, le famiglie in Cammino vivono la loro fede anche in casa, con la preghiera delle Ore e la Veglia fino alle 3 di notte. Tuttavia il precetto più importante è quello di “essere aperti alla vita”. Sono proibiti sterilizzazione, contraccezione e anche i metodi naturali (calcolo dei giorni fertili).
· Pressione sulle donne in gravidanza
“Una donna era incinta” ricorda la Junge “aveva già perso un figlio con un aborto spontaneo ed era probabile che il successivo potesse avere una disabilità”.
La comunità ha esercitato pressione sulla donna perché lo tenesse. In modo sottile.
Ogni fedele deve dare la propria testimonianza, di fronte alla Comunità, di come il Cammino ha cambiato la sua vita. Cosicchè
tutti sanno i segreti degli altri. Ciò assicura, nella dinamica di gruppo, che ciascuno sia di “supporto” all’altro per non allontanarsi dal Cammino.
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Pagliacciate neocatecumenali:
simulazione della "cena ebraica" |
“Il giorno dello scrutinio consente un facile contro-interrogatorio”. Chi non viene ritenuto pronto per lo stadio successivo viene
respinto e deve aggregarsi ad un’altra comunità. La donna in ogni caso portò a termine la gravidanza. “Il bimbo nacque morto”:
Anche sui problemi coniugali la Comunità è ben informata. Di solito si verificano quando un coniuge è in cammino e l’altro no. “Vuol dire che hai
fallito nella tua missione”.
Ma
anche le coppie del Cammino vanno in crisi. Una coppia molto giovane si voleva separare. Ma naturalmente il divorzio non è ammesso. Così
arrivarono i loro parenti e fecero pressione sui bambini perché si allontanassero dai genitori infedeli al cammino. Così è successo.
I genitori rifiutano il colloquio con me. Se non altro, hanno ripreso di nuovo i contatti con i figli. I nipoti invece non possono ancora incontrarli da soli.
Agnes si era accorta di tutto ciò. Perché non ha abbandonato il Cammino? Afferma che il Cammino era la sua vita. Lì trovava un indirizzo, gente che si interessava a lei. Perciò non se ne è andata, anche se dentro di sè aveva preso le distanze.
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Autoritratti dell'iniziatore
Kiko Argüello |
Il distacco cominciò con la visita di Kiko nella sua città. Sì dice che
Kiko viva da celibe e si sostenga con le donazioni. Lei conferma che la sua comunità l'ha ospitato in una
suite di un
albergo di lusso e gli ha "donato" una
limousine. La Junge si meraviglia: come si conciliano le
limousine con la povertà di Cristo?
E se anche non fosse così, come farebbe a spiegarlo alle persone, nelle cui case deve annunciare il Cammino, e invitarli alla catechesi iniziale?
Non ne poteva più, di mentire, afferma. "Ma non riuscivo ad andarmene".
Così viene fatta andar via. I suoi compagni di cammino le dicono un giorno che non deve più venire. Lei vuole telefonare ai catechisti per farselo dire da loro. La ragazza deve restituire tutte le carte. "Da allora, nessuno di loro mi conosce più". Persone che erano vicine a lei ora come nulla fosse attraversano la strada per non incontrarla. Dopo 15 anni Agnes Junge è di nuovo sola.
· Il vescovo
E Meisner, cosa dice il 24 gennaio? Dopo tutto, il Cammino può insediarsi in una diocesi solo se ha l'approvazione del vescovo. Anche nel 2012 Meisner in una lettera aveva raccomandato ai suoi sacerdoti di "provare con benevolenza" le catechesi plurisettimanali del Cammino.
Negli anni 80 è Meisner, come egli stesso ricorda nel suo discorso, ad incontrare per primo il Cammino a Berlino. Più tardi, egli ricorda,
aveva ricevuto dal Cammino 60.000 marchi. Il cardinale si chiede: da dove vengono i soldi? Quando sente che sono stati raccolti come rinuncia agli idoli, Meisner è così colpito che spontaneamente dimezza il proprio conto. Quali erano gli idoli? Meisner si sente rispondere: "La polizza-vita e i nostri libretti di risparmio".
Più e più volte, afferma, ha dovuto prendere le difese del Cammino che veniva criticato in Vaticano.
In partitolare, le catechesi di Kiko e gli aspetti particolari della liturgia. I critici del Cammino accusano i suoi membri di essere eretici o protestanti. Fra tutti i vescovi italiani il più critico verso il Cammino è stato il defunto arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini. Quando a Roma ha udito queste critiche, Meisner ha risposto che dietro il cammino c'è "la forza della fede dei coniugi che mettono al mondo dieci figli". E così chiudeva la discussione.
Ma anche a casa sua, a Colonia, le critiche inseguono il cardinale. Anni fa partecipa a una riunione di un consiglio parrocchiale. Lì si lamentavano che
il Cammino si isola e divide la comunità parrocchiale. Discredita i cattolici impegnati definendoli cristiani della domenica. Allora Meisner diagnosticò il "vero" problema: "Se si prende sul serio la fede cattolica, allora la paura ci rende dei
cristiani a metà".
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"Tabernacolo a due piazze": Kiko
fa mettere il Sacramento e il Libro
nello stesso contenitore... |
· Il servizio anti-sette tace
Erika Lucks, presumibilmente, è una di questi "cristiani a metà". Come Agnes Junge, il suo è uno pseudonimo. È la sua parrocchia, quella dove parlò Meisner.
A suo tempo aveva chiamato il Servizio anti-setta per appurare o suoi sospetti sul cammino.
Un consulente anti setta disse che
non poteva dire nulla sull'argomento. Lavorava infatti all'arcivescovado.
Un suo collega si dimostrò molto più efficace nella diocesi di Monaco nel 2003. Dichiarò infatti in un'intervista che il Cammino neocatecumenale aveva tendenze settarie.
La diocesi di Monaco ritirò al consulente anti setta ogni autorizzazione ad indagare sul cammino. Nonostante alcune telefonate la invitino a riflettere, la Lucks richiede un colloquio l'arcidiocesi di Colonia. Nonostante sappia di essere stata lei stessa screditata. La Lucks, dopo il quarto figlio, si era fatta sterilizzare.
Nel suo discorso, Meisner aveva citato un caso simile. Ricordava che una donna gli si era avvicinata.
Dopo un aborto spontaneo, si era fatta sterilizzare, ed ora era preoccupata per la “apertura alla vita” richiesta dal Cammino. Questa la sua conclusione: "Se prendo sul serio la fede, posso anche aver fatto degli errori, che però mi incoraggiano a elevarmi ad un livello più alto". Erika Lucks non poteva salire a quel livello. Abbandonò la sua parrocchia. Dopo vent'anni quasi non le fa più male.
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Bimah ebraica in un
seminario neocatecumenale R.M. |
· Celebrazioni
Ma oggi come oggi, quant'è elitario il Cammino?
Le catechesi di Kiko sono ancora segrete.
Una volta
il Cammino ha convocato una conferenza stampa in Spagna, dopo l'approvazione degli Statuti con Benedetto XVI. Prima Kiko obbligò i giornalisti a dire il Padre nostro. Poi cercò di convertirli. Da noi questo non potrebbe succedere.
I coniugi responsabili del Cammino a Colonia hanno rifiutato ripetutamente di parlare con me. I Seminari di Bonn e Berlino hanno, se non altro, giustificato il proprio rifiuto. Ma: "Non può esserci benevolenza senza comprensione".
Per quanto riguarda le celebrazioni del sabato sera debbono, per disposizione del Vaticano, essere aperte agli ospiti.
Ad una giornalista che voleva assistere ad una Eucaristia a Düsseldorf, capitò di sentirsi dire che "i giornalisti non sono ospiti". E cosa dire di Colonia, cosa di St. Marien in Nippes? È la parrocchia nella quale, 20 anni fa, i cattolici si ribellarono. Io vivo lì. Ho il diritto di frequentare l'Eucaristia del Cammino. Però ho anche la coscienza sporca.
Ho usato un falso nome. Altrimenti, sarei stato buttato fuori.
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Kiko all'ambone con crocifero e candelieri.
Cioè: il laico che crede di essere un vescovo... |
· Risolvere problemi coniugali
Sull'homepage della parrocchia, non c'era scritto dove e quando si tenessero le celebrazioni comunitarie. Solo con una telefonata all'ufficio parrocchiale ottenni le informazioni. Nel punto di ritrovo c'erano molte persone occupate a portare fiori.
Fui salutato dalla coppia che per tante volte aveva rifiutato di concedermi un colloquio. Erano sorpresi di vedere un ospite. La donna immaginò "Era nella lettera del parroco". Poi sibilò a uno di quelli che portavano fiori "Dovrebbe andare fuori".
Poi mi parlò dei suoi problemi coniugali e di come il Cammino l'aveva aiutata a superarli. Mi presentò un signore con i capelli a spazzola. Si presentò come Dominik e mi mostrò il luogo. In parrocchia, mi disse, portava il Cammino ai lontani.
"Se ci cerchi con Google", mi disse, "trovi un sacco di cose negative". In Spagna molti pensano che il Cammino sia di estrema destra. "Tutte scemenze".
Prima di condurmi nella sala, dietro le cui porte chiuse al pubblico sì svolgeva la celebrazione, mi portò nel guardaroba. Sulla parete era appesa una lettera di Giovanni Paolo II. "Con questa ci ha riconosciuti".
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"Comunione seduti":
guardate il tizio imbambolato
in attesa che scatti il segnale per
poter manducare la sua porzione |
"Non proprio" dice Bernhard Sven Anuth, professore di diritto canonica presso l'Università di Tubinga. "Secondo il Diritto Canonico quella del 30 agosto 1990 è solo una
raccomandazione elogiativa". Tuttavia è la prima volta che il Cammino riceve una definizione. Viene descritto come un "itinerario di formazione cattolica". Per il canonista, qualcosa di nuovo, che dimostra quanto importante sia stato il Cammino per lui e lui per il Cammino.
Una foto mostra Kiko e il papa il 24 marzo del 2000. Kiko fa visitare al Papa la sontuosa Domus Galileae, il Centro Internazionale del Cammino sul lago di Genezareth. Kiko stesso la ha progettata. Cosa fa il papa quando si trova di fronte al gruppo in bronzo sul Discorso della Montagna? È stato fuso da Kiko. Grazie a lui, ora c'è un Gesù che brilla sul lago tra le nuvole.
Come artista, Kiko interpreta la nuova evangelizzazione che il papa ha voluto fosse visibile: esteticamente, designando il Cammino come una "gravidanza per la fede", descrive la Chiesa come un corpo di donna, con il trono di vetro per capo, l'altare come stomaco, il fonte battesimale come utero;
numericamente, riempiendo gli stadi nella Giornata Mondiale della Gioventù di giovani pronti, ad una sua parola, a salire sul palco per farsi sacerdoti; politicamente, per come a Madrid nel 2007, mobilitò oltre 300.000 "difensori della famiglia cristiana" per protestare contro la legalizzazione del matrimonio gay voluta dal governo Zapatero.
Kiko, come dimostra il suo discorso a Colonia, è uomo di molte parole. Solo che non può essere tuttologo. Kiko è più musicista che oratore. Ed anche come musicista aspira a grandi cose. Ha persino composto una sinfonia sulla "Sofferenza degli innocenti". Alla rappresentazione del 2013 davanti alla "porta della morte a Birkenau" c'erano, tra i 12000 spettatori del
"Kiko live in Auschwitz", 50 vescovi e 6 cardinali.
· Kiko, un discepolo obbediente
Nonostante tutti i grandi palcoscenici, tuttavia Kiko ci tiene ad apparire come un discepolo obbediente e uomo superiore. Così convince i vescovi, soprattutto quelli di Roma. "Dalla mia esperienza" dice in un'udienza papale del 1986 "ho capito che Dio obbedisce ai suoi vescovi; lui stesso obbedisce loro".
Il suo grande impegno ad apparire sottomesso fallisce in modo ancor più grave allorché Kiko, in segreto, disobbedisce, come quando si scaglia contro i vescovi che non vogliono il cammino nelle loro diocesi o che addirittura lo mandano via, come successe a Clifton nel 1997, dove, come si evince da una relazione interna della diocesi,
Kiko, riporta Christ und Welt, usò tutto un altro tono, dicendo: "Il titolo non conta nulla da noi, che siano preti, frati, suore o vescovo".
Kiko nel suo discorso a Colonia ha nominato 350 volte Benedetto XVI e una sola volta Francesco. Stavano faccia a faccia. "Sono un peccatore" ha detto Francesco. "Allora siamo in due" ha detto
Kiko.
Solo che il papa ha colto l'artista in un punto molto importante.
Il 1° febbraio 2014, alla prima grande udienza con il Cammino, Francesco
raccomanda di rispettare i fuoriusciti. "Il Cammino" ha detto "è una strada impegnativa. Gli incidenti sono inevitabili. Nessuno dovrebbe negare all'individuo la libertà di scelta nella sua vita spirituale".
È la prima volta che un papa critica apertamente il Cammino. Ma Francesco sa che la Chiesa non può annullare il Cammino. È diventato troppo grande, troppo potente. Quindi devono convivere con lui. E con Kiko.
(traduzione in italiano a cura di Valentina;
sottolineature e immagini redazionali)
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1° febbraio 2014: Kiko indiavolato mentre protesta
lamentandosi col Papa che ancora non esiste
in tutte le parrocchie l'iniziazione neocatecumenale |