domenica 29 giugno 2014

"Per convertirti devi affondare nel fango"

Da parte di Maristella '65:
Il negativo di questa esperienza del Cammino Neocatecumenale, senza volermi addentrare in problemi dottrinali ormai ben noti a tutti, è la discriminazione.

Se non diventi "dei loro", lentamente ma inesorabilmente, sei fuori dalla parrocchia. Umiliato pubblicamente al fine di convertirti, martirizzato (di martirio bianco), infine scacciato. Il clou si raggiunge se il tuo parroco è uno di loro.

Al loro interno si vivono relazioni insane... che hanno ben poco di ecclesiale, ma sono necessarie perché, per convertirti, devi affondare nel fango... anche col prete. Sono sempre tristi e depressi, vendicativi, anche dinanzi alla morte...(Parlo per esperienza).

Spero nel Papa che anche se dice gli scandali nella Chiesa ci saranno sempre dobbiamo lavorare e pregare perché non ce ne siano ancora di più. Intanto cresce a dismisura il numero di coloro che pregano nella quiete delle proprie case, facendo del bene come possono... e di quelli che frequentano santuari come la Madonna dello Scoglio, non tanto in cerca di prodigi ma per vivere la gioia di sentirsi accolti e amati unico modo per poter accettare lo scandalo della croce.

Vi chiedo perdono, ma non ne posso più.

venerdì 27 giugno 2014

La carità del «Cammino che mi ha salvato»

Citazione da Il Fatto Nisseno (Caltanissetta, scoperta casa di appuntamenti: 70enne si faceva pagare l’affitto in “natura”) del 26 giugno 2014:
CALTANISSETTA – La polizia è intervenuta in un condominio in via Rosso di San Secondo nel capoluogo nisseno, per porre fine all’attivita di due prostitute rumene che operavano all’interno di una frequentatissima casa di appuntamenti.

Le due bellezze dell’Est domiciliate nell’appartamento, rispettivamente di 20 e 23 anni, erano solite operare fra il marciapiede antistante la stazione ferroviaria e la loro abitazione, il cui affitto ad un pluripregiudicato settantenne nisseno ripagavano con prestazioni in natura. [...]

L’uomo invitato in Questura, al momento che gli investigatori gli contestavano i fatti di cui sopra, dopo aver cercato di giustificare la sua condotta perché dettata dal proprio credo religioso, per aver effettuato diversi cammini neocatecumenali, ed ottenuto chiaramente esito vano, andava in escandescenza, minacciando gli operatori e tenendo un comportamento irriguardoso verso le forze dell’ordine. [...]


Citazione da PalermoMania (Caltanissetta, sesso in cambio dell'affitto: denunciato 70enne):
[...] L'uomo, interrogato in questura, ha raccontato agli investigatori di ospitare le giovani romene per un atto di carità. Una versione che non ha convinto i poliziotti, mandando su tutte le furie il pensionato, che ha iniziato ad insultare gli investigatori. Per lui è così scattata la denuncia, mentre sono in corso indagini per identificare eventuali altri sfruttatori delle due donne. [...]


(ringrazio Pietro per la segnalazione)

giovedì 26 giugno 2014

Un triste giorno per Guam

Che effetto fanno gli altisonanti slogan neocatecumenali? Traduciamo da Jungle Watch un commento di chi li ha ascoltati.


Tipica saletta degli orrori neocatecumenali
Lo scopo del Cammino Neocatecumenale è di portare la gente a Gesù. Questa è una grande e nobile causa, tanto che tutti i battezzati sono chiamati a realizzarla. Ma ciò in cui il Cammino sbaglia è che noi tutti siamo un corpo solo composto da tante membra. Loro, i neocatecumenali, hanno un certo modo; io ho un certo modo, e tu hai un certo modo. Tutti questi modi sono necessari per la salvezza del mondo. Ma i neocatecumenali non riconoscono nessun altro modo in cui le persone possano essere portate a Cristo.

Dopo essere stati indottrinati per tanti anni sul fatto che il Cammino Neocatecumenale è l'unico vero cammino, perfino le persone di buon cuore finiscono per credere ai suoi insegnamenti eretici.

Ieri sera c'è stata la cena di gala annuale in cui si raccolgono fondi per il seminario R.M. di Guam. Una brava persona della mia comunità vi è andata (al costo di 175 dollari, che serviranno a sostenere il Cammino e il suo seminario). Nel suo zelo di tentare di coinvolgermi lei mi ha fatto ascoltare alcune registrazioni audio che ha fatto durante la cena. Ciò che ho potuto ascoltare mi è stato di grande sostegno nel ringraziare Dio per avere avuto la forza e la fede di uscire dal Cammino prima che fosse troppo tardi.

Un uomo che conosco molto bene, il diacono Harold Colorado, era incaricato di tenere il discorso ufficiale. Harold è qui a Guam da molto tempo; era stato un ottimo seminarista. Senso dello humour, una bella voce, affabile. Ma questa immagine è stata distrutta oggi quando la mia amica mi ha fatto ascoltare la parte in cui lui raccontava la storia del seminario R.M. di Guam, quando lui ha detto che nel 1999 (cioè quando l'arcivescovo aprì il seminario R.M.), "Gesù è venuto a Guam". Wow!

Io sono fuori dal Cammino da un po' di tempo. Ancora pensavo sinceramente che Harold sarebbe diventato un buon prete non solo per il Cammino, ma per tutto il popolo di Guam. Ora le mie speranze sono svanite. Se i formatori del R.M. tengono dentro una persona con un grande potenziale come Harold, e sono riusciti a fargli negare la presenza di Gesù finché il Cammino non è approdato a Guam, allora non c'è più alcun motivo per sperare che un qualsiasi prete proveniente dalla fabbrica kikiana lì a Yona. Onestamente, ero tentato di piangere. Un altro tesoro azzerato da Kiko.

Subito dopo che lui ha fatto quell'affermazione, ho chiesto alla mia amica di farmi riascoltare la parte, ma lei si è resa conto di avermi rivelato qualcosa che non doveva rivelare. Così ha detto velocemente che aveva da fare e se ne è andata. Ma io sono totalmente sicuro di aver ascoltato ciò che ho ascoltato, e ne sono scioccato.

Seminaristi R.M.
Senza dubbio anche l'Arcivescovo lo ha ascoltato, e anche il Vicario Generale - se era lì. Il rettore e il vice-rettore ugualmente lo hanno ascoltato. Mi chiedo se si siano resi conto di ciò che il diacono Harold ha detto... cioè che senza il Cammino Cristo non può essere presente nel Suo popolo. Wow! Tutte le volte che ci penso, mi viene una grande tristezza. 35 seminaristi persi a causa di questo tipo di formazione. Che gran tristezza.

Impensierito da questa cosa, ho chiamato un ex fratello di comunità. Non riusciva a ricordare le parole esatte ma ha sostanzialmente confermato il senso delle parole: senza il Cammino Guam era un'isola desolata senza amore per Cristo. Disgustoso. Prima di entrare nel Cammino era un cattolico non praticante e non sapeva nulla della Chiesa, ma come ha potuto accettare per buono un simile giudizio? È un'altra persona abbindolata dagli insegnamenti eretici, e solo perché gli sembra di sentirsi bene e di sentirsi sostenuto. Anche lui ha tentato di convincermi a rientrare in Cammino durante la breve conversazione. Gli ho chiesto perciò se qualche autorità della Chiesa abbia tentato di chiarificare quell'affermazione del diacono Harold e lui ne è rimasto sorpreso: perché mai c'è bisogno di chiarirla? No, il diacono Harold ha detto ciò che ha detto, e non c'è stata nessuna correzione.

La nostra Chiesa, che ha ricevuto il Vangelo di Cristo 350 anni fa da veri preti, i missionari Gesuiti prima e Cappuccini poi, è stata disprezzata con malignità e brutalità da un membro del clero di Guam, e nessuno ha osato difenderla. Non lo ha fatto l'Arcivescovo, non lo ha fatto il Vicario Generale, non lo hanno fatto i formatori e i rettori.

Per questo dico che ieri sera, anziché un giorno di festa, è stato un giorno molto triste per Guam, oscurato da falsi insegnamenti difesi con tanta veemenza dai membri del Cammino Neocatecumenale.
O Dio, inviaci il tuo Santo Spirito per guidarci sempre a Te e alla Verità.

Cronaca della celebrazione di un "matrimonio neocatecumenale"

Come promesso, due righe sulla "cerimonia" nuziale alla quale ho partecipato.

Giornata calda, sono le 17.30 e ci saranno 28°, il popolo è composta da: almeno 120 “fratelli e sorelle” di comunità – con le sorelle sotto 25 anni rigorosamente mezze nude – degli sposi, una ventina di parenti (hanno invitato “solo i più intimi”), qualche parrocchiano (tra i quali io) e gli immancabili catechisti.

Idea-regalo:
dipinto di Kiko
Gli sposi hanno circa 25 e 27 anni di età e fanno parte di due comunità diverse. Lui è entrato in cammino da poco (circa due anni) mentre lei è molto più navigata, visto che i genitori ed i fratelli sono in cammino da decenni.

Lo sposo è sulla porta della chiesa – nervoso come da copione – con la madre di fianco. Il responsabile della sua comunità è fermo sull’ambone e ripassa qualcosa da un foglio. Arriva la sposa, lo sposo si incammina con la madre e raggiunge l’altare, fermandosi qualche metro prima. Il responsabile inizia allora un pippone nel quale racconta tutti i miracoli che Dio ha fatto nella sua vita (ma non eravamo qui per il matrimonio dei ragazzi?) e, solo dopo 7 minuti abbondanti, accenna al fatto che di lì a poco si sarebbe costituita una nuova famiglia “in Cristo e nel Cammino” (testuale).

Inizia ad entrare la sposa (partono le chitarre ed i bonghi) che raggiunge lo sposo. Quando sono vicini appare all’improvviso il responsabile della comunità di lei che la “presenta” allo sposo, da poco distante li osserva il responsabile della comunità di lui. Il padre della ragazza sembra uno che si trova lì per caso!

Lacrima di rito dello sposo, i responsabili di entrambi incrociano gli sguardi con aria di sfida e si allontanano.

I ragazzi si avviano sull’altare che, per l’occasione, è così “addobbato”:
  • la sede del celebrante è stata rimossa e portata davanti al tabernacolo (davanti in senso letterale, ovvero il sacerdote - presbitero del CNC - ha dato per tutta la messa le spalle al Santissimo);
  • al posto della sede è stato messo una specie di piccolo palco sul quale sono state poste due sedie per gli sposi, che si trovano così davanti all’assemblea in posizione rialzata rispetto al sacerdote;
  • icona di Kiko messa di lato su un cavalletto, con enorme addobbo floreale davanti, altro enorme addobbo all’ambone, altare stile insalatiera e… tabernacolo (posto sul vecchio altare, stile preconciliare) totalmente spoglio (tanto davanti c’è il sacerdote che lo copre!);
  • tappeti ovunque e, su un lato, chitarre e tamburelli. Davanti l’ambone, i testimoni della coppia che però sono in otto (8) di cui solo 4 firmeranno alla fine;
  • almeno una quarantina di bambini che correranno ovunque, urlando, per tutta la messa completano la ricca scenografia.

Entra il celebrante, mi dicono sia una figura di spicco del CNC, che i ragazzi hanno fatto venire appositamente da un paio di centinaia di chilometri di distanza; il nostro parroco non partecipa alla celebrazione e rimane a guardare, seduto, su un banco laterale. Il presbitero in questione è un neocatecumenale D.O.C.: relativamente giovane, rigorosamente proveniente da seminario Kikiano, durante tutta la messa si guarderà intorno scambiando battute con gli sposi. Sono distanti qualche metro e dovrà alzare un po’ la voce ma non è un problema… in mezzo a chitarre che suonano, ammonizioni urlate e ragazzini che corrono!

Iniziamo con le letture ed i salmi, prima i vari responsabili (mogli, marito) fanno le ammonizioni, non meno di 4-5 minuti l’una e rigorosamente avulse dal contesto, poi si legge la Parola.
Nota di colore: gli “ammonitori” ci deliziano con l’elenco di tutti i miracoli che il Signore ha fatto nella loro vita ignorando completamente gli sposi ed il motivo per cui siamo tutti convenuti in quel luogo.
I lettori invece raggiungono l’altare e, pur passandoci davanti, ignorano completamente presbitero e Tabernacolo: l’inchino lo faranno rivolti verso l’ambone, dove il responsabile li aspetta per cedergli il microfono.

Arriva il momento della monizione al Vangelo: i lettori lasciano l’ambone, almeno un minuto di silenzio totale (per modo di dire, ci sono sempre i bambini urlanti) e poi… dal fondo della Chiesa partono i cosiddetti "catechisti" della comunità dello sposo, camminano lentamente – quasi una sfilata – fino all’ambone, salgono tenendosi per mano, lei si sposta e lui, il "catechista", attacca un’omelia di quasi 10 minuti raccontando tutti i fatti della vita del ragazzo che testimoniano, inequivocabilmente, come il Signore avesse scelto lei come sposa per lui (e viceversa).

Schitarrate, tamburi, nacchere, Vangelo, omelia del presbitero (che fino a quel momento, vi ricordo, era stato a parlare con gli sposi e/o a guardarsi intorno). Devo dire che mi diverto: lui è un tipo alla Brignano – il comico – davvero molto simpatico, accento marcato, battuta pronta. Il suo intervento è incentrato, di fatto, su come deve essere la sessualità di una famiglia del Cammino: “la moglie deve obbedire e concedersi sempre al marito” e “il marito deve capire quando la moglie non può concedersi ed essere paziente” sono i temi portanti dell’omelia ripetuti almeno tre volte. Tutto il resto sono battute sulla vita di coppia neocatecumenale, con i fedeli che ridono e annuiscono tra loro.

Il rito del matrimonio è bizzarro: il sacerdote sale sul palco al posto degli sposi, questi scendono e si inginocchiano davanti a lui, che gli mette le mani sulla testa e canta tutto il rito. Penso, perdonate il francesismo… "che palle"! Però mi guardo intorno e vedo che quasi tutti la pensano come me: c’è chi gioca con il cellulare, chi passa la sisa al pupo (in chiesa?!), chi si trucca, le ragazze che parlano con i ragazzi ed i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali che sono a parlare fuori dalla chiesa già da metà dell’omelia (!!).

Arriviamo alla liturgia Eucaristica: le sise tornano sotto i vestiti, i ragazzi si siedono e i "catechisti" NC rientrano con passo lento e aria grave. Le chitarre iniziano a suonare alla presentazione delle offerte e terminano, senza alcuna interruzione, al Padre Nostro. Il sacerdote “consacra velocemente” come dicono – con soddisfazione – i miei vicini di banco e segue con il piede destro, di tanto in tanto, il ritmo delle chitarre e del bongo.

Arriva il momento della distribuzione eucaristica e io mi innervosisco non poco. Devo dire non tanto per quelli che prendono il Corpo di Cristo in mano e vanno a manducarlo al posto (conosco bene le bestie, per cui non mi sorprendo più di tanto) ma perchè le ragazze, che sono tutte praticamente mezze nude da quando sono entrate (minigonne inguinali, seni praticamente di fuori, spalle scoperte e tacco 15 cm), si recano vestite così come sono a comunicarsi, senza neanche coprirsi le spalle… perdonatemi il termine: sembrava la sfilata della mercanzia in un bordello!

Si prosegue con i riti di conclusione ed il “presbitero-comico” annuncia che i ragazzi renderanno omaggio alla Madonna, al che loro si alzano e – ignorando completamente la meravigliosa raffigurazione della Vergine Maria presente da decenni nella Chiesa, vanno a rendere un lunghissimo omaggio all’icona Kikiana posta sul cavalletto.

Viene impartita la benedizione, mentre tutti sono già in piedi a raccogliere bambini, borse e soprabiti, e poi si procede al solito girotondo con il presbitero che assiste con aria soddisfatta. Foto di rito, si esce, si va a mangiare.

Arrivo al ristorante ed inizio a guardarmi intorno: niente da dire, i ragazzi hanno buon gusto ed il posto è elegante. Arrivano tutti gli invitati, come ho detto l’80% sono fratelli e sorelle di comunità, di parenti hanno invitato il minimo indispensabile. Amici “non del cammino”… pochissimi, oltre il sottoscritto e qualche altro collaboratore della parrocchia.

In sala gli sposi sono seduti in fondo, alla destra un tavolo con i parenti di lui a sinistra un altro con quelli di lei. Di fronte agli sposi un tavolo, delle stesse dimensioni ma con meno sedute degli altri e più riccamente imbandito con tovagliame di colore diverso: lì siedono i "catechisti" della comunità di lui e quelli di lei, sono 4 coppie in tutto. Per il resto tutti tavoli da 12/16 persone, i bambini tutti separati ad altri tavoli. Il presbitero è assente.

La serata scorre tranquilla, nessun eccesso nonostante i tanti giovani, mangiamo e beviamo molto e bene. A mezzanotte circa, i "catechisti" si alzano e portano il loro regalo agli sposi, i ragazzi scartano e – richiamata l’attenzione di tutta la sala – mostrano al popolo il regalo: una megaicona di Kiko ed una bibbia con copertina in argento. La sala esulta ed esplode un fragoroso applauso.

A quel punto i "catechisti" neocatecumenali salutano sposi e genitori poi, camminando con lo sguardo dritto, si dirigono all’uscita e vanno via senza degnare di un saluto nessun altro dei presenti.

Passano pochi minuti e la serata cambia volto: la musica soft viene sostituita dalla disco anni 70/80, le ragazze si levano le scarpe "tacco 15" e tutti iniziano a ballare. Di lì a un’ora sembra di essere ad un altro matrimonio: tutti i ragazzi ballano e più di qualcuno/a beve anche qualche bicchiere di troppo, qualche ragazza si alleggerisce un po’ troppo degli abiti ed i responsabili (i genitori in qualche caso) hanno il loro bel da fare per calmare gli spiriti. Con scarsissimi risultati, devo dire.

Sento delle grida e vedo lo sposo uscire dal bagno, portato in braccio dai “fratelli”, praticamente in mutande e cravatta. La sposa invece rimane vestita e insieme fanno – a grande richiesta - il gioco “della mela”. Le battute dei presenti diventano allora quelle dei ragazzi della loro età: metà sul sesso, l’altra metà… pure sul sesso.

Alcuni ragazzi/e si allontanano a gruppetti e raggiungono il giardino del ristorante, all’esterno della sala, dove scompaiono nel buio. Li rivedremo rientrare solo a fine serata – verso le tre del mattino – con gli abiti ed i capelli parecchio stropicciati.

A quel punto – passando tra qualcuno che dorme sui divanetti - io saluto, mentre vedo i genitori degli sposi mettere insieme le buste con i soldi. Mentre torno a casa penso che loro – anche se sono del cammino – mi sembrano ragazzi proprio come tutti gli altri: stessi pregi, stessi difetti… stesse passioni, stessi vizi dei pagani di oggi.

(da: La verità vi farà liberi)

martedì 24 giugno 2014

Il Cammino dei benestanti sfida la Provvidenza

Vogliono i miserabili, ma solo quelli "finti". I borghesi che fanno la kenosi e scoprono di essere dei disgraziati (ancorchè danarosi!).

In particolare ho conosciuto una ragazza, nella comunità dopo la mia, molto intelligente, con qualche difficoltà di tipo relazionale che avrebbe sicuramente potuto evolversi in senso positivo. In comunità invece questa ragazza ha fatto un matrimonio avventato, ha avuto più figli di quanti, con la propria fragilità, ne potesse gestire.

Oscena parodia kikiana dell'Ultima Cena, con
simboli massonici dell'occhio del cuore e braccio a squadra
Il risultato? Una persona distrutta.
Che poi è stata allontanata e rifiutata. Chissà se la sua vicenda è stata portata ad esempio, nelle successive catechesi?

Sai chi desiderava restare nel cammino ma non gliel'hanno permesso? chi sta negli alloggi popolari e non ha soldi per finanziare le meravigliose attività del Cammino.

Per fare il Cammino bisogna essere relativamente benestanti.

Pur di avere i numeri alle prime catechesi si fa credere che il cammino curerà alcolizzati e gente con turbe psichiche.

Quando la comunità si è formata queste persone vanno cacciate perchè sono mine vaganti, non possono fare né TraditioRedditio.

Se avevano problemi prima, dopo sono peggiorati, perchè oltre alla schiavitù del loro malessere si aggiunge quella del senso di colpa inculcato dal Cammino.

Vergognatevi voi catechisti che illudete i poveracci e poi ve ne fregate, che schifo giocare così con la gente!

Del resto anche a Kiko ha fatto schifo il quartiere latino e ha preferito una parrocchia di benestanti, di gente sana di mente, astemi, puri, volontari, normali, mogli rispettabili, quelli che vanno quotidianamente a messa. Nonostante nel Vangelo dei Miserabili inveisse contro di loro: «Guai a voi sani di mente, astemi, puri, volontari, normali, mogli rispettabili, quelli che vanno quotidianamente a messa, quelli che non conoscete il vizio, quelli che non vi sporcate mai le mani...»

In comunità anche i Giuda sono ben accetti, basta che stiano alle regole del Fondatore.
Sono i san Tommaso quelli che non vengono tollerati. Quelli che non ci stanno. Quelli che mettono i puntini sulle "i".

Il dipinto "Cena Pascual", così come commentato da Lino, è emblematico.

Mai visto in comunità durare più di un giorno qualcuno che si inginocchi alla consacrazione o consumi il Corpo di Cristo appena ricevuto?

(da: Valentina)




I nostri catechisti che avevano otto-dieci figli ci dissero chiaramente che loro non erano nè dei pezzenti nè degli straccioni quindi vestivano bene e avevano macchine e case adeguate alle famiglie numerose. Avevano sfidato la provvidenza di Dio e ora non gli mancava niente: questa sfida alla Provvidenza, cosa che non mi sembrava per niente giusta, ce la ripeteva anche Kiko stesso nelle catechesi che ci faceva.

Vorrei che i fratelli che sono in Cammino capissero che ciò che viene scritto in questo blog è solo per amore alla chiesa e anche amore verso di loro e riflettessero sulle trappole del Cammino stesso.

(da: Ileana)

domenica 22 giugno 2014

Kiko chiede soldi (come al solito)

Kiko chiede sempre soldi: in questi giorni ci sono state massicce "collette" nelle comunità e nelle convivenze! (documenti da Crux Sancta). Chissà, magari erano finiti anche i soldi per aragoste ed elicotteri...


Lo scorso 6 giugno 2014 Kiko ha tenuto a Manila l'incontro vocazionale delle "alzate" neocatecumenali (quello della panzana secondo cui era stato il cardinal Tagle a invitare Kiko, quando in realtà era il contrario).

Nello stesso giorno Kiko ha inviato una lettera, autenticata dal suo bislacco logo aziendale (AK / M / ЖIa'), in cui dopo aver vantato un po' di numeroni delle "alzate" aggiunge:
Vi scrivo queste righe perché il Seminario [Redemptoris Mater] di Roma, ed anche altri Seminari [R.M.], come tutti gli anni, per completare l'anno ci chiedono una cifra [in denaro] che non riusciamo a coprire.

Ci prepariamo anche alla convivenza degli aspiranti ai Seminari [R.M.], a Porto San Giorgio, con più di 1500 giovani, 400 dei quali saranno destinati a più di 100 seminari [R.M.] di tutto il mondo.

Normalmente questa convivenza di cinque giorni di lascia un debito con gli hotel di più di 400.000 euro. Ma noi non ci angustiamo per questo, perché Dio ci ha sempre aiutato, e anche voi. Lo scorso anno chiesi aiuto e voi foste generosi. Così anche quest'anno lo chiedo, se è possibile, fare una colletta prima dell'estate, per aiutare l'evangelizzazione, soprattutto dei presbiteri e dei seminaristi.

La lettera di Kiko ovviamente scatena subito il tam-tam di caporioni della gerarchia neocatecumenale, che si scambiano email per organizzarsi e già annunciano l'intenzione di raccogliere cifre tonde prestabilite.
Fra gli esempi citati da Crux Sancta, ecco il testo di un messaggio e-mail di un responsabile di una comunità neocat: «passeremo una grossa borsa alla convivenza mensile, vediamo se possiamo insaccare mille euro»:
-----Mensaje original-----

De: J***, R*** [mailto:***@r***.com]
Enviado el: jueves, 12 de junio de 2014 18:10
Para: ***
Asunto: RV: Rv: Carta de Kiko desde Manila
Os paso una carta de Kiko pidiendo ayuda. Pasaremos una bolsa fuerte en la convi del mes, a ver si podemos sacar 1.000 €.
La paz
R***

Il Cammino è nato chiedendo soldi
Notevole il fatto che si farà una convivenza di cinque giorni per 1500 "alzati", di cui già è previsto che saranno scartati 1100 di loro: solo 400 avranno l'onore di entrare nei seminari kikiani R.M. (ma allora perché farli andare tutti e 1500 se già sanno quali sono i 1100 che intendono bocciare? tutti sono "aspiranti" ma solo uno su tre vincerà la "lotteria"... e Kiko stesso vaglia le sue vocazioni)

Praticamente Kiko organizza eventi a credito per 1500 aspiranti seminaristi, di cui già dichiara in partenza che due su tre verranno bocciati, e manda anticipatamente il conto alle comunità neocatecumenali!

Per non parlare dei seminari R.M. che ogni anno sono a rischio di bancarotta!

Giugno 2013: Kiko chiede 350.000 euro, convivenza da 1400 aspiranti.
Giugno 2014: Kiko chiede 400.000 euro, convivenza da 1500 aspiranti.
Scommettiamo che a giugno 2015 Kiko chiederà 500.000 euro per una convivenza da 1600 aspiranti?

Cari fratelli delle comunità neocatecumenali, il Cammino vi diventa sempre più costoso!


mercoledì 18 giugno 2014

La macchia del peccato

La macchia è una parte di qualcosa che ha una tonalità di colore diversa dal resto. E proprio perché diversa balza agli occhi. In genere indica una diversità negativa. Nel linguaggio religioso la “macchia” circoscrive il peccato dal contesto puro. Per toglierla è necessario redimersi. Pentirsi e confessarsi. La macchia è ciò di cui si è sporcata una famiglia di Catanzaro. La macchia del peccato. Ossia, il coraggio di denunciare un orco che si aggira indisturbato tra le mura della città e protetto da chi le macchie pretende di vederle solo nella politica e nel bucato. È l’accusa che gli è piombata addosso da un alto prelato della Chiesa locale. E per la quale sono stati scacciati come indegni dalla comunità che frequentavano.

Lei e lui sono sposati da molti anni. Sulla cinquantina, godono del miracolo di una famiglia numerosa. Ben sei figli. E soffrono il sacrificio della disoccupazione. Ma questo non è mai stato un problema esistenziale. Da buoni cristiani sanno che l’esistenza, una buona e sana esistenza, principalmente si ciba di altro. Fin da giovani frequentano un movimento religioso molto diffuso in città. Gli aprono le porte. Li accolgono. Danno loro una mano. Proprio come fratelli. E iniziano un cammino che si blocca all’improvviso dopo circa trent’anni a causa di una calamità naturale. Un terremoto di vaste proporzioni che coinvolge sacerdoti, vescovi, poliziotti, procuratori, giudici, consulenti, psicologi. E un paio di ragazzini. I loro figli.

Maria (il nome è di fantasia) vuole bene a quel signore che si è unito alla famiglia. Fa il catechista. E’ amico del padre e della madre. Le fa dei regali. È come un secondo padre per lei. Fa parte della comunità. Pranzano spesso tutti insieme. Ma soprattutto pregano insieme. Un giorno lui si permette una confidenza di troppo. Lei si allontana. Non ci fa molto caso. Ha solo dieci anni. E scambia quelle carezze per affetto. Poi succede di nuovo. E capisce che non sono proprio uguali a quelle del padre. Non sa cosa fare. Li vede sorridere insieme. Li vede aiutarsi vicendevolmente, lui e il padre. Non vorrebbe rompere questo incantesimo. Una domenica a pranzo il suo tentativo di mantenere un equilibrio impossibile si rompe. Esplode il suo istinto di conservazione. E piange. Piange a dirotto. Sono tutti a tavola. Il padre invita la figlia ad appartarsi per parlare. Gli racconta tutto. M.S. prima di essere un santo è un padre. E la sua unica preoccupazione è proteggere i figli. Anche davanti al Signore sotto mentite spoglie. Vorrebbe scendere e farlo a pezzi. Ma sa anche che creerebbe altri problemi. Rovinerebbe la propria vita e quella della sua famiglia. Si contiene. E decide di andare a denunciare l'episodio al responsabile della comunità. Questi gli consiglia di discutere del caso con uno psicologo infantile di sua fiducia, nonché cattolico e sostenitore del movimento. Il giorno dopo il professionista li accoglie nel suo studio. Ascolta il racconto della bambina e non ha dubbi: “O la fate voi la segnalazione alla Questura o la faccio!” Il padre si fida. E accetta che provenga dalle sue mani e dalla sua competenza. Il terremoto rompe il cammino. E si contano i cocci. La Procura apre un’inchiesta. E la comunità gli chiude le porte. Aspetta che le pecorelle smarrite si smarriscano ulteriormente per avere l’alibi dell’allontanamento. Ma lui, il padre, non si demoralizza. Sa che la giustizia terrena e quella divina dovrebbero andare d’accordo e non scontrarsi… se sono orientate al bene.

L’altro figlio più piccolo, Salvatore, (il nome è di fantasia) ha problemi a scuola. Vittima di bullismo, viene sentito dalle forze dell'Ordine. E deflagra un altro terremoto. Più silenzioso ma ugualmente drammatico. Anzi, anche con qualche sfumatura di giallo. Aveva confidato le attenzioni dell’amico di famiglia ad un compagno di classe. E questi lo ricatta. Il suo silenzio costa caro. Ben 600 euro. E Salvatore, pur di non dare fastidi ai genitori, ripulisce casa. Qualche tempo dopo racconta delle sue peripezie ad una ragazza di 25 anni. La incontra in Chiesa. E gli propina una soluzione irrinunciabile per recuperare il mal tolto. Salvatore ha un’altra missione da compiere. Ripulire sempre casa. Questa volta non dei soldi, ma dell’oro. Il ragazzino è meticoloso. Intasca tutto e glielo consegna. Circa 10 mila euro, ma lui non lo sa. La ragazza gliele ne restituisce solo 200. E’ felice. Torna dai suoi e tutto contento dice di essere riuscito a riscattare un terzo dei soldi persi. La Procura apre altre due inchieste. Una per molestie e una per circonvenzione di minori.

Il terzo figlio più grande rispetto ai fratelli, Marco (il nome è di fantasia) coltiva la vocazione religiosa. Nonostante la brutta esperienza della famiglia la sua fede non è scalfita. E il padre non condiziona la sua scelta. Tutto fila liscio finché non viene cacciato dal seminario. I gerarchi dei futuri pastori locali verbalizzano che “vuole essere sempre al centro dell’attenzione”. Che “non riconosce gli errore”. Che “dice bugie”. Che “è superficiale.” Che “girovaga nelle ore notturne”. E soprattutto che “non fa le pulizie”. Quasi un essere immondo, insomma. Il padre non si dà per vinto. E, conscio della sua poca dimestichezza in psicologia, prende un appuntamento da un esperto. Nello stesso momento chiede di essere ricevuto dall’alto prelato che ha visto così il suo figliolo. Lo psicologo lo rassicura: “E’ sano come un pesce suo figlio. Maturo e responsabile.” Mentre il monsignore con i polsini d’oro gli apre nuovi orizzonti. Prima a lui sconosciuti.

Lei, voi come famiglia, avete la macchia della denuncia. E, finché non la toglierete, sarete dannati per sempre!” La macchia del peccato. L’anatema.

(articolo tratto dall'URL di Emilio Grimaldi)

(segnaliamo anche un altro articolo su un caso simile)

(a febbraio anche un altro articolo su un caso simile)


Aggiornamento:

Emilio, l'autore dell'articolo sopra citato, ha ricevuto la lettera di un avvocato che gli ingiunge di cancellare l'articolo.

L'avvocato è preoccupato della "onorabilità del Seminario". Ci chiediamo se abbia letto davvero l'articolo. L'articolo non accusa il Seminario di avere una parte nella "vicenda giudiziaria" dell'orco. Cosa bisogna smentire? Di cosa hanno paura coloro che hanno mobilitato l'avvocato?

lunedì 16 giugno 2014

Fuga strategica di un responsabile di una comunità NC

Gadget kikiano
indispensabile per
fare le lodi a Kiko
Chi frequenta il cammino spesso lo sceglie perché "ultima spiaggia" per dare un senso alla propria esistenza, facendo di fatto di esso il proprio idolo.

È un comportamento già abbondantemente studiato in psichiatria, è analogo a chi è tifoso sfegatato della propria squadra di calcio, estremisti politici, aderenti alle sette...

Dovete capire che a molti se togli il cammino gli togli la vita stessa! Sul cammino hanno impostato tutta la loro esistenza. Qualunque critica o attacco lo rifiutano categoricamente perché mina inconsciamente la loro sicurezza, per questo reagiscono con rabbia.

Anche io lo scorso anno andai alle 100 Piazz(at)e per ascoltare cosa dicessero. Era nella piazza del mio quartiere dove, per bontà del nostro parroco, era stato loro concesso di "evangelizzare"...
...quindi come parrocchiano sono andato ad ascoltarli: erano (ovviamente) provenienti da un altra cittadina vicina (chissà perché a casa loro non ci vanno mai). Le tematiche erano sempre le stesse, analoghe a tanti video su youtube che girano, comunque persone trascinate li "a forza", nessuno sarebbe stato li se avesse scelto di sua iniziativa, nessuna gioia vera.

Mentre ascoltavo mi si avvicina un signore che mi domanda chi ero e se ero interessato a quello che dicevano. Subito mi sono presentato raccontando la mia esperienza e cosa pensavo del Cammino (senza polemica, in forma cortese).

Potete immaginare la faccia del responsabile della comunità quando vide che avevo anche più esperienza di lui nel cammino...

Discutemmo 20 minuti nei quali lui si limitava a dire frasi di circostanza, evidentemente messo a disagio da quello che dicevo sulla mia esperienza del Cammino, sulle decime, su quanto non detto nelle esperienze.

Scena da "100 Piazze":
chitarrelle ndrùng-ndrùng
e merchandising di Kiko
Ad ascoltarli non c'era nessuno, solo altre comunità che facevano da "pubblico", io mi offrii di parlare con loro (non per polemica, solo per confrontarmi su molti aspetti).

L'incontro si concluse quando la moglie, visto che la situazione si metteva male, lo chiamò dicendogli che doveva dare supporto alla comunità in quel momento, si liquidò dicendomi poi ci saremmo risentiti.

Mi chiese il cellulare e io glielo diedi senza problemi, gli dissi che inoltre frequentavo sempre la parrocchia e che poteva tranquillamente chiedere di me in chiesa, se lo avesse desiderato.

Scomparve e di lui non ho più saputo nulla. Da quello che ho accertato non hanno "convertito" nessuno nel quartiere e quest'anno non si sono ripresentati...
(da: C.)

sabato 14 giugno 2014

«Nelle convivenze si disperdevano frammenti di Pane consacrato...»

Traduciamo una testimonianza a firma Elma da un forum in lingua polacca.


Dovunque vanno nel mondo, portano solo Kiko,
esclusivamente canti di Kiko, icone di Kiko, ecc.:
non succede nemmeno per sbaglio che portino
qualcosa che non sia fatto da Kiko e voluto da Kiko
Ciò che dice quel messaggio di Teresa è vero! Ho incontrato alcune persone del Cammino e sono stata a parecchie delle loro "catechesi". Sono stata anche alla Convivenza, dove ci hanno letteralmente fatto il lavaggio del cervello per tre giorni, compresa la love bomb [l'essere circondati da un ambiente esageratamente affettuoso, ndt]... Tutto è avvenuto proprio come nella testimonianza firmata da Teresa. E c'era una coppia che aveva otto bambini ma non aveva un lavoro, e dunque andava mantenuta da noi. Hanno battezzato un figlio per completa immersione (diciamo così).

Io sono per natura una persona allegra, felice, socievole, per cui andando al primo incontro ("catechesi") mi aspettavo di conoscere persone simpatiche con cui leggere insieme le Scritture, ecc., lo desideravo, sì, anche se è ovvio che non tutto può essere sempre correttamente interpretato.

Io non ci vedevo nulla di male nel fare quell'incontro perché vi partecipava anche il parroco. La prima cosa che ci dissero fu che non era una coincidenza il fatto di stare lì, e che lì avrei potuto vivere davvero qualcosa.

Ma i catechisti che tennero l'incontro erano strani, erano bloccati in un atteggiamento apparentemente aperto ma in realtà chiuso, non so come esprimerlo meglio. Hanno detto ciò che volevano dire ma al momento in cui avrei voluto parlar loro, sono svicolati via dicendo che avevano altro da fare, avevano da lavorare... ed è come se fossero spariti, limitandosi -dopo la convivenza- a dividerci in due gruppi e a prepararci per la lettura.

Pensavo che mi avrebbero assegnato un argomento sul quale prepararmi a casa prima dell'incontro ma... ecco una nuova sorpresa: bisognava per forza lavorare in gruppo. Ed il lavoro di gruppo andava fatto in un giorno scelto dalla comunità (il martedì). Quindi un ulteriore incontro 2-3 giorni prima per preparare la liturgia del sabato.

Sacrilegi neocatecumenali:
una denuncia del 1992
(ma fino ad oggi hanno sempre
fatto allo stesso modo!)
Anche qui ho notato qualcosa di stranissimo: nelle convivenze si disperdevano frammenti di Pane consacrato, e nulla si faceva per evitare che le briciole ci cadessero dalle mani. Inoltre l'ingresso della cappella era tutto cosparso di briciole, come se fossero state spazzate via, come se ci fosse stata gente che ha mangiato sandwich in cappella. Non era sabbia o altro: erano proprio briciole, si attaccavano ai miei stivali.

In alcuni forum avevo letto una cosa strana, che loro devono disperdere le briciole per "condividerle col mondo", o qualcosa del genere. Ma nessun kikos ha mai voluto spiegarmi alcunché, e non volevano neppure che si parlasse della questione delle briciole.

Quanto alla "catechesi" neocatecumenale, ho sentito ripetere tante volte che "non potete servire due padroni, Dio e Mammona", e ogni volta lo dicevano per giustificare un argomento qualsiasi. Ora capisco che quelle parole non erano dette a caso: fin dall'inizio sospettavo che loro volessero accusarci di essere attaccati ai soldi.

Ora so cosa si stava preparando per me nello Shemà: nel nome di "Dio", prepararsi a pagare la decima e a donare loro i beni.

Gente, state alla larga dal Cammino! Mi impegno a pregare per tutti coloro che sono entrati, e per i fuoriusciti che si trovano ancora con i sensi di colpa. A volte di sera non riuscivo a prendere sonno perché ero impegnata a esaminarmi per qualche "peccato", a maledirmi per tante cose, e tutto sembrava "peccato" grave, come lo stampare una lettera personale con la stampante che uso per lavoro, perché era un furto di carta e inchiostro... Orribile, orribile! Certamente ognuno di noi si incontra con gli amici e càpita di chiacchierare svagatamente di qualche persona assente. E chi fa il Cammino si sente controllato ad ogni passo, e sempre con quei sensi di colpa.

Canzonette di Kiko grattugiate sulla chitarra, icone di Kiko
e bocche urlanti: e la chiamano "nueva evangelizzazione"
Il Cammino Neocatecumenale mi ha dato un momento apparente di calma, ma sempre dandomi l'impressione che stavo peccando in ogni momento, e questa cosa è stata deprimente.

Perciò, quando c'è stata buttata lì la cosiddetta "catechesi" del "Dio ti ama" e roba del genere, è stato un vero lavaggio del cervello fatto da persone (i cosiddetti "catechisti") che stranamente provenivano tutte da terribili esperienze (abusi, tradimenti, alcolismo...) e parlavano di com'è bello il mondo nel momento in cui si entra nel Cammino e si scopre che "Dio ti ama". Ma Dio ama tutti! Anche i peccatori, i più cattivi e incalliti. Dire alla gente che l'unico cammino spirituale è il neocatecumenato è un'assurdità!!!

Un'altro stratagemma neocatecumenale è il dire che la natura umana è totalmente perversa: non forzate nessuno, dicono, "se non vuol venire, non venga". E quindi secondo voi cosa succede? Che io intendevo capire cosa avvenisse nelle tappe successive, mentre altri - per esempio due persone anziane disabili senza possibilità di connessione a internet - si bevevano tutto quello che veniva propinato loro. Tentai di avvisare le persone che avevo a cuore ma non mi ascoltavano, oppure dicevano che su internet si legge di tutto...

Chi frequenta il Cammino si dichiara felice di farlo: e in realtà tale felicità è solo la dipendenza dalla comunità e dalla necessità di mostrarsi sorridenti perché altrimenti nessun altro entrerebbe nel Cammino, dopotutto le prime catechesi si chiamano "Vieni e vedi": ed io ho potuto vedere se Teresa avesse detto il vero o no, e per questo sono tornata sui miei passi, nella mia vita cristiana normale senza Kiko e senza il Cammino Neocatecumenale. E pregherò per coloro che invece sono stati abbindolati.

giovedì 12 giugno 2014

Purgatorio? Kiko non ci crede

Nostra traduzione dell'articolo "Critiquing Kiko’s Kerygma" apparso su Thoughtful Catholic.


Criticando il Kerygma di Kiko

La teologia di Kiko Argüello è una catasta di mezze verità. Eccone qui un altro esempio, che riguarda i novissimi (le "cose ultime"), ed in particolare il purgatorio.

Il Cammino Neocatecumenale dichiara di presentare il “Kerygma” alla gente che frequenta ciò che i kikos chiamano la “Fase iniziale della Catechesi”.  “Kerygma” è una parola greca che significa “proclamazione” e normalmente si riferisce ad una presentazione del Vangelo che sia breve, sintetica e introduttiva. Perciò normalmente contiene gli elementi fondamentali che si trovano nell'antichissimo “Credo degli Apostoli”, presentato con l'accento sulle implicazioni personali e sulla conversione.

Ma se andiamo a vedere cosa dice Kiko Argüello nelle sue catechesi iniziali, dal Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale (pagg. 262-277 degli Orientamenti per la fase di conversione), ecco cosa troviamo:
Chi crede in Gesù Cristo muore come quando si addormenta. Ti metti a letto e ti addormenti senza sapere quando. Così anche morirai: dormendo. Per questo la Chiesa chiama i morti: quelli che si sono addormentati nel Signore. Muori come in un sogno e ti risvegli nella resurrezione. In un istante passi da questo mondo al la gloria, siano passati o no milioni di anni. Perciò noi cristiani non piangiamo i morti: i nostri fratelli che muoiono sono vivi.
Vi pare forse che questa descrizione delle cose ultime includa la possibilità di una purificazione finale (purgatorio)? No. Stando a Kiko, i cristiani, nell'istante della morte, da questo mondo assurgono direttamente alla gloria. Questo è in effetti ciò che molta gente attorno a noi crede, tra cui molti devoti protestanti.

La Chiesa, invece, proclama una cosa diversa: mentre alcune anime sante non hanno bisogno di essere purificate dopo la morte e vanno direttamente in paradiso, per molte altre è necessaria la grazia del purgatorio. Ma nelle parole di Kiko non c'è alcun modo di dedurre il concetto di purgatorio.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ai paragrafi 1030-1031, ci dice:
1030 - Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo.

1031 - La Chiesa chiama purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al purgatorio soprattutto nei Concili di Firenze e di Trento. La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, parla di un fuoco purificatore:
«Per quanto riguarda alcune colpe leggere, si deve credere che c'è, prima del giudizio, un fuoco purificatore; infatti colui che è la Verità afferma che, se qualcuno pronuncia una bestemmia contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro (Mt 12,32). Da questa affermazione si deduce che certe colpe possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo futuro».
Questa possibilità di purificazione finale è davvero salvezza donataci dal Signore. È perciò una grazia, ed è davvero una grande notizia. Questo significa che la nostra santità sarà vera, non simulata, quando finalmente giungeremo al paradiso. Non è solo una buona notizia: è una grande notizia! Una qualsiasi descrizione delle cose ultime presentata in un kerygma non può implicitamente o esplicitamente escludere la possibilità del purgatorio.

Ma il kerygma di Kiko chiaramente la esclude. Perché?

Chiedetelo al vostro cosiddetto "catechista" neocatecumenale.

martedì 10 giugno 2014

Le "alzate" le ha inventate un protestante nel 1830

Nostra traduzione di un articolo di Jungle Watch.

Una nota da Valentina:
Questo delle alzate è stato il mio primo punto di rottura con il cammino.
Lo ripeto, per la prima volta con un gruppo di giovani appositamente richiamati a Roma (in una convivenza che sostituì quella annuale dei cantori) venne fatta nella primavera del 1984.
In quell'occasione Kiko chiese di alzarsi, i maschi per il Seminario (quello vescovile), le ragazze per il convento (di clausura).
Cosa portò Kiko (che già usava il sistema delle alzate per gli itineranti) a decidere di forzare le scelte vocazionali dei giovani? Cosa successe in quell'anno?



Il santone con la chitarrella
incita i giovani ad "alzarsi"
Le prime crepe stanno cominciando ad essere proprio evidenti.

In uno dei commenti del blog un kikos mi rinfacciava il numero di partecipanti della "chiamata vocazionale" nel recente Party di Parañaque. Come già sapete, i kikos sono mostruosamente ossessionati dai numeri (il che è già sufficiente a dirci qualcosa sull'autenticità della loro fede).

Il kikos mi rimproverava per non aver visto le mie figlie farsi avanti. Gli ho risposto che le mie figlie ascoltano Dio, non Kiko. (Ovviamente è abbastanza facile notare come i kikos confondono Dio e Kiko). Ma la faccenda di queste "chiamate di Kiko" a questi "spettacoli di Kiko" è qualcosa su cui riflettere in maniera più ampia.

***

La chiamata vocazionale di Kiko in questi grossi spettacoli rituali kikiani utilizza sia la psicologia che la "chiamata dall'altare" di marca protestante-fondamentalista: verso la fine di un'estenuante sessione di preghiere e musica, alla folla emotivamente sovraccaricata viene detto di "alzarsi" e di venire avanti per Cristo.

Ho partecipato personalmente in parecchi eventi di "alzate" kikiane. La pressione che ti induce ad "alzarti" è enorme. Il non "alzarti" viene percepito come un NON voler donare la propria vita a Gesù. La musica va avanti, il predicatore trascina e predica, predica e trascina, vedi i tuoi amici "alzarsi", la pressione aumenta, la musica è in crescendo, il predicatore diventa ancor più scatenato, trascina e predica, predica e trascina, c'è gente che comincia a piangere, ti "alzi" anche tu e la corrente ti risucchia, ti trovi avanti, con la tua mente seppellita chissà dove...

Di tutte le fissazioni dei kikos che vogliono "ripristinare la Chiesa dei primi secoli", il metodo della "chiamata" vocazionale è non soltanto un'invenzione completamente protestante, ma è relativamente recente. È al protestante Charles Finney che viene attribuita tale invenzione, in quelle che nel 1830 venivano chiamate le crociate di Finney.

Finney scrive:
"Predicate ad uno, e nel momento in cui lui è disponibile a fare qualsiasi cosa, mettetelo alla prova, richiedetegli di fare una singola cosa, un passo che lo faccia identificare nel popolo di Dio."
Oltre le "alzate", anche le "abbassate":
in ginocchio davanti a Kiko...
Questo metodo è stato sviluppato da Finney per obbligare a prendere una decisione. Non importava che la decisione sia vera o duratura. Ciò che importava era lo spettacolo di persone che fisicamente si alzavano in piedi e andavano avanti. Questo permise a Finney, e a tutti gli altri predicatori protestanti come lui fin da allora, di puntare a risultati "visibili" che potessero servire come qualcosa di concreto per il proprio "curriculum", qualcosa che facesse notizia e attraesse folle più grosse nello spettacolo successivo.

Nel mondo protestante il numero di coloro che si sono "alzati" è la moneta con cui i predicatori acquistano potere e influenza. Nel mondo cattolico il potere e l'influenza stanno nei vescovi, la cui "moneta" è il numero di vocazioni, visto che tale numero è normalmente il modo in cui viene misurata la salute di una diocesi. E questo è qualcosa che Kiko capisce molto bene e mette in pratica con grande maestria.

Ovviamente la "chiamata vocazionale" (o invito di massa) non è una caratteristica esclusiva dei protestanti e di Kiko. La "mentalità da gregge" - o più delicatamente "psicologia delle folle" - è utilizzata ormai ovunque, dai dittatori ai pubblicitari, dai predicatori "rinati" a Kiko. Si tratta dell'utilizzo scientifico della peer pressure (pressione sociale), che è stata da tempo capita e utilizzata da psicologi, scienziati sociali, strateghi politici, insegnanti e perfino genitori.

Ma il suo utilizzo nello stimolare vocazioni è quanto di più lontano possibile da ciò che Gesù Cristo avrebbe fatto. La chiamata di Cristo a seguirLo è sempre individuale, personale, ed è così perché Dio è Amore, e l'Amore si fonda sull'assoluta libertà. La libertà e la volontà vengono invece particolarmente compromesse nel contesto dei rituali motivazionali di massa come quelli di Kiko.

Se c'è qualcuno che lo sa bene, sono proprio i vescovi - ma è triste che loro ancora si permettano di servire Kiko, di essere suoi pedoni nella sua marcia di auto-glorificazione. Perché lo permettono? Purtroppo è facile capirlo. Le vocazioni, le vere vocazioni - compresa quella alla paternità - sono decisamente faticose e raramente fanno notizia. Per cui sembra facile lasciare che Kiko, che padroneggia bene i rituali motivazionali, "procuri" vocazioni al posto loro. Lui "procura" le vocazioni, e loro gli danno le chiavi della ricchezza e del potere, e alla fine della fiera tutti son contenti.

Ed è ancor più triste - sommamente triste - che di tutta questa storia, ad essere danneggiati sono proprio i giovani. Prendere pubblicamente un impegno a diventare sacerdote o suora ancor prima di aver avuto qualsiasi seria opportunità di discernimento e di guida spirituale, è pericoloso, perché le conseguenze sono dure e restano a lungo.

Perciò c'è da sospettare che tante "kiko-vocazioni", tirate fuori da un evento deliberatamente orchestrato per scatenare le emozioni, anche quando terminano con l'ordinazione o la professione dei voti religiosi (grazie a qualche vescovo kikiano che cerca di rimpolpare il proprio "curriculum" ecclesiale), vanno avanti solo per la paura dell'umiliazione.

E le prime crepe stanno cominciando ad essere proprio evidenti.

domenica 8 giugno 2014

«Nel Cammino i miei problemi si sono moltiplicati»

Espressioni imbarazzate nel girotondo obbligatorio:
inutili figuracce fatte per ubbidienza al Cammino,
una spiritualità desolante che ti devasta la vita
Vorrei esprimere un mio pensiero in merito ad una cosa che ha detto Michela ieri (“gli è stato insegnato che nel mondo c'è il male, ma poi non gli hanno dato gli strumenti per destreggiarsi in questo mondo dove devono vivere”).

Penso che abbia detto una cosa importante e del tutto vicina alla mia esperienza.

Io ho 20 anni e da sempre sono in Cammino. Da poco ne sono uscito, penso definitivamente. Anche se ne sono uscito, però, mi accorgo che dentro di me ci sono gravissime difficoltà nel relazionarmi in maniera sana con gli altri. Oggi mi ritrovo molto debole davanti alla vita, davanti agli altri in molte circostanze. Mi è stata data in Cammino una "spiegazione" delle mie croci e delle mie sofferenze, che è del tutto falsa - oggi me ne rendo conto. Le croci da portare ci sono sempre, io ho da portare le mie, ma il Cammino cosa mi ha dato di buono per portarle?

Il problema è che la Comunità non mi ha dato appunto le armi per combattere. Mi sono state dette quali erano le croci, mi è stato detto che noi abbiamo bisogno di amore ed è per questo che soffriamo. Detto questo, mi sono state tolte molte armi che avevo a disposizione per cominciare questa lotta… potrei e vorrei spiegare e motivare, ma non lo faccio, non ne ho voglia e ne uscirebbero 20 pagine. È stato molto deludente. Ho fatto molti errori, ma penso che alcuni di questi fossero in buona fede, perché in fondo i miei più brutti ricordi sono del Cammino, i miei più brutti momenti li ho passati là, le mie figuracce, le mie tensioni, le mie fobie, i miei eccessi, la mia violenza, le mie oscurità, i miei gravissimi problemi affettivi, sono stati alimentati, si sono moltiplicati, sono cresciuti lì dentro. Non per tutti, mi rendo conto, è così. Non per tutti, ma per me e per altri giovani, penso che il Cammino possa essere deleterio e può giocare pericolosamente con cose molto delicate che in un giovane si possono trasformare anche in rabbia e odio.

saluti, Michele

venerdì 6 giugno 2014

Costose panzane neocatecumenali

I cari fratelli del Cammino Neocatecumenale sono talmente abituati a credere alla loro stessa propaganda, che talvolta avviene qualche vergognoso pasticciaccio come quello che descriviamo qui sotto.

Il 18 maggio 2014 su U Matuna Si Yu'os, periodico ufficiale dell'arcidiocesi di Guam, compare un articolo intitolato «Pellegrinaggio nelle Filippine - A giugno i giovani di Guam andranno a Manila ad evangelizzare».



L'articolo di pura propaganda kikiana dice così:
Sua eminenza il cardinal Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, ha invitato gli iniziatori del Cammino NeoCatecumenale: Kiko Argüello, Carmen Hernàndez e don Mario Pezzi, sacerdote della diocesi di Roma, a fare un Incontro Vocazionale dei giovani delle Filippine il 6 giugno [2014].

L'invito è stato esteso alle comunità NeoCatecumenali di Guam e Saipan. Tale Incontro Vocazionale potrebbe essere un'esperienza che cambia la vita per circa 100 giovani neocatecumenali di Guam e Saipan [capitale delle Marianne settentrionali, ndt] che faranno il pellegrinaggio, inclusi i seminaristi del Seminario Redemptoris Mater.

I giovani saranno accompagnati da presbìteri, famiglie in missione, coppie sposate e altri interessati. Uno dei frutti del Cammino NeoCatecumenale è l'abbondanza di vocazioni, poiché è un processo di formazione che promuove l'intera famiglia e attrae i giovani.

Il contingente dei pellegrini di Guam si unirà alle parrocchie di Manila delle Cinque Piaghe e del Santo Rosario ad Alapang, ed evangelizzerà per le strade annunciando la Buona Novella. I pellegrini visiteranno anche siti religiosi come le cappelle del santo filippino san Pedro Calungsod e santa Teresa di Lisieux.
Tale articolo era comparso anche sul sito web di U Matuna ma misteriosamente - insieme ad un altro che riportava notizia del pellegrinaggio - ne è stato cancellato a fine maggio.

Jungle Watch il 1° giugno scorso riporta che non c'era stato nessun invito del cardinal Tagle di Manila, né a Kiko e al suo team, né alle "Comunità Neocatecumenali di Guam e Saipan", come invece riportava l'articolo sopra citato.

Capite? È stato organizzato un intero evento sotto false promesse (se non una menzogna vera e propria), ed è stato usato il nome di un cardinale senza il suo permesso e senza che ne fosse a conoscenza. «Questo è un abuso del livello più alto, certamente il tipo di abuso a cui Kiko ci ha abituati, ma ora abbiamo perfino la leadership della nostra arcidiocesi che partecipa direttamente all'abuso», commenta Tim su Jungle Watch.

La giornalista che ha scritto l'articolo ha semplicemente riportato una notizia che le era stata fornita. Ma dunque chi è che le ha passato la notizia? C'è da sospettare che sia stato l'arcivescovo di Guam, poiché nulla può essere stampato su U Matuna senza il suo esplicito consenso, tanto più per una cosa così grossa. Dunque o l'arcivescovo Apuron è un bugiardo, oppure è stato utilizzato da dei bugiardi (ricordiamo che mons. Apuron si definisce membro del Cammino).

I commenti su Jungle Watch da parte di alcuni lettori filippini sono tra il divertito e il seccato: «siamo già cattolici, e i neocatecumenali di Guam devono venire qui a evangelizzarci? -- è una barzelletta o cosa? -- qui nelle Filippine abbondano le Messe, il matrimonio è protetto, l'aborto è illegale, le vocazioni aumentano, le Messe vengono celebrate anche negli uffici durante la Quaresima perché le chiese sono strapiene, c'è una cappella in quasi ogni supermercato... e i neocatecumenali vengono qui a "evangelizzare"? o piuttosto a omaggiare il loro profeta e re, Kiko

Ancora il 1° giugno, "Diana" (pseudonimo di un Pasqualone di Guam, neocatecumenalissimo autore di un blog di "disertori"), risponde ad un commento anonimo confermando la notizia dell'evangelizzazione neocat di Manila:

Diana scrive: «Kiko è stato invitato nelle Filippine dal Cardinale. Dopo le Filippine, Kiko andrà in Giappone. È stato invitato anche dai vescovi giapponesi».

Non solo dà per vera la panzana, ma addirittura aggiunge che "i vescovi giapponesi" (che si ricordano molto, molto bene di Kiko e dei suoi "potenti appoggi") lo avrebbero addirittura "invitato".
A loro insaputa, come per il cardinale Tagle?

Jungle Watch scopre poi che il mega-incontro con Kiko di questo fine settimana è pianificato non nella diocesi del cardinal Tagle (Manila), ma nella Casa internazionale di preghiera del movimento carismatico El Shaddai nella diocesi di Parañaque...!

È di ieri la notizia che l'arcivescovo Apuron ha frettolosamente liquidato la faccenda dicendo che l'articolista di U Matuna era solo una collaboratrice volontaria (la toppa è peggiore del buco!).

Intanto molti fratelli del Cammino di Guam avevano già anticipato i 1.000 dollari a testa per partecipare all'evento kikiano a oltre duemila chilometri di distanza.




Letter by card. Tagle
La lettera del card. Tagle (29 maggio 2014)

Aggiornamento 1: il cardinale Tagle, il 29 maggio, aveva scritto alla giornalista di U Matuna:
Io non ho invitato gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale nelle Filippine per un incontro vocazionale con i giovani. In realtà è stato Kiko Argüello che aveva in programma di visitare Manila e attraverso i responsabili delle comunità del Cammino a Manila mi aveva chiesto un incontro. Attraverso le stesse persone Kiko mi aveva invitato all'incontro vocazionale dei giovani. Sono stati loro a invitare me.
Aggiornamento 2: l'arcivescovo Apuron si era già recato mercoledì 4 giugno in aereo a Manila, viaggiando in aereo in classe "business". Alla faccia dei neocatecumenali che gridavano "non è vero, non è vero, bugie, bugie". In un albergo di lusso a 287$ per notte.

Aggiornamento 3: è stata finalmente pubblicata una errata corrige in cui la falsa notizia che Tagle avrebbe invitato Kiko sarebbe figlia di... informazioni inesatte fornite al periodico U Matuna. In pratica si corregge la notizia ma nessuno se ne assume la responsabilità.
Addirittura riportano che Kiko avrebbe commentato la cosa dicendo: «non date troppa attenzione a quei reporter pazzerelli». Che tradotto dal linguaggio kikiano va inteso con: «non fate domande».
Aggiornamento 4: alcuni neocatecumenali di Guam hanno dichiarato che loro e il vescovo, prima della fine di maggio 2014, conoscevano già la lettera del card. Tagle! Provate a indovinare i motivi per cui hanno preferito evitare di farla conoscere (e i motivi per cui si sono accesi d'ira funesta quando la lettera è diventata pubblica).

mercoledì 4 giugno 2014

Il Cammino decide quanti figli devi fare

"Nueva Evangelizzazione" kikiana:
imbarazzante girotondo di anziani
in pubblica piazza
Significativa la prima testimonianza al "100 piazze" di domenica scorsa (1° giugno 2014), in Piazza Gimma a Roma, anche in relazione agli ultimi temi trattati.

La testimonianza è di marito e moglie:

A un certo punto della sua testimonianza il, marito dice: «...ho quattro figli ma per me potevo averne anche uno...»

Al suo turno la moglie ribadisce: «...con quattro figli, mio marito è sempre fuori per lavoro, è difficile amarli, anche perché io non li volevo...»

Se tanto mi dà tanto, "qualcuno" dev'essere intervenuto sulle paternità e maternità di questa coppia.

(da: Ruben)

lunedì 2 giugno 2014

Laici "scrutinatori" di sacerdoti: succede solo nel Cammino

Ma se il cosiddetto "catechista" neocatecumenale dice delle emerite vaccate, non si può contestarlo?

Kiko elargisce la propria
benedizione
ad un sacerdote
inginocchiato dinanzi a lui
Risposta sbagliata, Jeff: non è possibile che un capo-equipe venga ripreso in pieno scrutinio. Mai è avvenuto e mai avverrà, per non minare l'autorità del catechista.

Al massimo potrà esserci qualche intervento sottovoce, ma la parola ce l'ha sempre il capo-equipe neocatecumenale. Conosco una sola persona che privatamente ebbe il coraggio santo di alzarsi e dopo una catechesi riprendere il "catechista" NC per aver detto una solenne eresia, seppure per errore lessicale, ma non ricevette alcuna risposta.

Quel che fanno e dicono i catechisti è sempre "giusto", Jeff, non dirmi di no, inoltre il 90-95% delle persone, se non di più, non ha nessuno strumento per capire se ciò che ascolta è corretto e risponde al Magistero oppure no.

Ho visto più di un Sacerdote farsi scrutinare, e volontariamente presentarsi in abiti civili per lo scrutinio, e mai ribattere. L'unica cosa che credo non possa accadere è che un Sacerdote non superi un passaggio.

E' di per sé assurdo che un Sacerdote venga scrutinato da un laico, e nel Cammino non avviene mai il contrario: infatti nel Cammino i Sacerdoti non scrutinano i laici, al massimo li confessano e li consigliano privatamente.

Visto che nel CN va di moda l'ebraismo chiediamoci se i leviti dei tempi antichi si sarebbero mischiati con il resto del popolo, o se gli attuali ebrei ortodossi amano mescolarsi con tutti gli altri ebrei. Ti dico di no, ma sicuramente lo sai, perché si vede che sei una persona di una certa cultura.

I Sacerdoti non dovrebbero subire gli scrutini, perché venire a sapere certi dettagli della vita intima di un Sacerdote ti fa perdere moltissima fiducia in quel che dice e fa, e anche nei Sacramenti che amministra.

Il "tallit" ebraico usato
da certi kikos durante le
"100 piazze" del Cammino:
ma che c'entrava?
Se venissi a sapere che un sacerdote pecca contro il Sesto Comandamento, cosa penseresti mentre lo vedi elevare il Corpo di Cristo o mentre ti confessa pubblicamente un peccato della stessa natura? Accetterai un rimprovero o una penitenza di buon grado? O piuttosto il demonio non sfrutterà quel pensiero per indurti a non credere più in quella persona?

Satana sa travestirsi molto bene e sa usare ogni mezzo per combattere tutti noi e indurci al peccato, perché facilitargli il lavoro?

(da: FDF)


Nota a margine: nelle vere e proprie "confessioni pubbliche" che avvengono negli "scrutini" neocatecumenali, i cosiddetti "catechisti" comandano di dire "fatti concreti". Per far "scendere da cavallo" qualcuno, insistono ossessivamente sulla sfera sessuale (e il malcapitato risponde a costo di "inventarsi i peccati", poiché altrimenti non supererebbe lo "scrutinio"). Questo avviene anche con i sacerdoti che hanno avuto la disgrazia di farsi invischiare dal Cammino. Padre Enrico Zoffoli, diversi decenni fa, denunciava questo scandalo nei suoi libri in cui raccoglieva testimonianze da tutta Italia. Quanto riportato qui sopra da FDF conferma - se mai ce ne fosse bisogno - che nel Cammino non è cambiato nulla, neppure con l'approvazione dello Statuto.



Commento da Lino:

Il modello di scrutinio di un "presbìtero":
"Kiko: Un momento. Gesù Cristo non è la tua sicurezza, allora qual'è la tua sicurezza oggi?"

Leggi qui, dall'ultimo capoverso di pag. 182 fino a pag. 188 (Orientamenti II Scrutinio).
Quello scrutinio, rivolto a un sacerdote, è una vergogna che conferma pienamente le considerazioni di FDF nel Topic. Basta leggere questo passaggio di Kiko:
"In questo momento la Chiesa esercita attraverso i catechisti un potere di discernimento, di aiuto, di esorcismo, attraverso la vostra realtà; e io credo in questo potere, e che è una grazia di Dio che dà al catechista, come la darà a voi quando sarete catechisti di altri..."
Nel "voi" è compreso il presbitero, al quale Kiko si sta rivolgendo, nella logica che "oggi la direzione spirituale sta cambiando nella Chiesa in un'unica direzione che è la Parola di Dio nel Tempio, corretta ed illuminata in certi momenti, come sono gli scrutini...".

E questo sarebbe il direttorio sottoposto all'approvazione della Chiesa?

Discutete di questi passaggi "originali", NC che qui intervenite, è questo un tema del Topic, non le persone, non Tripudio e altri.