"Allegria" neocatecumenale in mezzo alle "icone" di Kiko |
Nostro Signore ha insegnato. Cioè abbiamo una dottrina. E ha santificato. Cioè abbiamo i sacramenti.
Nostro Signore ha istituito la Chiesa affinché proseguisse la Sua opera, opera di insegnamento, santificazione, guida spirituale. Ha scelto degli uomini precisi, a cui affidare una missione che durerà fino alla fine dei tempi: "pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle" (cfr. Gv 21,15-19).
Dunque la Chiesa origina da quegli uomini (e dai loro legittimi successori). La Chiesa è santa quando insegna quell'unica vera dottrina, è santa quando celebra i sacramenti, è santa quando guida spiritualmente le anime verso Nostro Signore.
Per sostenere tale santità della Chiesa, Nostro Signore inviò il Paràclito e garantì che le porte degli inferi non avrebbero prevalso. Cioè ci possiamo fidare che i sacramenti, celebrati come la Chiesa comanda, sono efficaci. Ci possiamo fidare che la dottrina universalmente insegnata dalla Chiesa lungo venti secoli, è proprio quella. Ci possiamo fidare che per comprenderla meglio vale la pena affidarsi al Magistero della Chiesa. Ci possiamo fidare che ciò che la Chiesa ha sempre e ovunque fatto e detto (cioè la Tradizione), è valido e utile per la nostra vita di fede: la verità non diventa obsoleta, non si finisce mai di riscoprirla.
Dunque il nostro rapporto con la Chiesa non è quello di "iscritti ad un'associazione" che devono ubbidire alle bizzarrie dei capi del momento adeguandosi ai "cambiamenti di programma" secondo le mode. Il nostro rapporto con la Chiesa è invece quello di figli che con gratitudine apprendono e seguono la dottrina che essa ha sempre insegnato, si santificano attraverso i sacramenti che essa ha sempre amministrato, vivono una vita cristiana guidati da coloro che Nostro Signore ha scelto (Pietro e gli Apostoli uniti con lui, e dunque i loro legittimi successori).
Per questo motivo non riteniamo "ostacolo alla fede" il fatto che certi uomini di Chiesa abbiano compiuto malvagità o abbiano praticamente perso la fede, pur deprecandoli. Per esempio, riguardo all'impenitente vescovo pedofilo neocatecumenale, siamo addolorati per le vittime, siamo addolorati per il suo non pentirsi adeguatamente, e siamo addolorati perché tutto ciò getta vergogna e disonore sulla nostra amata santa Chiesa. Ma la santità della Chiesa riguarda solo quella dottrina, quei sacramenti, quella guida spirituale, non le azioni dei singoli (che restano in ogni momento liberi di scegliere se andare verso Dio o verso la dannazione, e peggio per loro se scelgono quest'ultima).
La divina Rivelazione si è conclusa alla morte dell'ultimo degli Apostoli. Dunque istintivamente diffidiamo di ogni soggetto che voglia introdurre "novità" nella fede, e diffidiamo anche di ogni "novità" negli altri campi (dottrinale, liturgico, morale...), perché riteniamo impossibile che qualcuno "ne capisca più di tutta la santità della Chiesa". Chi presenta una qualsiasi "novità" in campo dottrinale, liturgico, morale, ecc., anche se fosse in perfetta buona fede, e non importa con quanta eleganza stilistica e successo di pubblico, sta pressoché certamente servendo il demonio.
Infatti la dottrina può essere spiegata in tanti nuovi modi diversi, ma è sempre la stessa (e "spiegare" non implica mai "contraddire" o "confondere" o "rendere ambiguo"). Così pure i sacramenti: può cambiare il modo in cui la Chiesa li celebra (sono stati cambiamenti rari e mai sostanziali), ma sono sempre gli stessi sette. Così pure la vita morale, così pure le forme di "ossequio" verso i legittimi pastori, ecc. Dunque è naturale che alcuni più propensi alla vita di povertà abbiano come ispirazione un Francesco d'Assisi, e alcuni più propensi all'educazione dei giovani abbiano a cuore un don Bosco, e alcuni più propensi alla missione si affezionino a padre Kolbe o a Teresa di Lisieux... Dunque è naturale che nei periodi storici in cui la carne era un lusso e il digiuno era un faticoso sacrificarsi, la Chiesa raccomandava di digiunare e di astenersi dalle carni, mentre oggi può apparentemente "ammorbidire" un pochino quella "disciplina" senza che ciò sia in contraddizione l'insegnamento di sempre. La Chiesa si fonda su ciò che Nostro Signore ha fatto e ha insegnato, non su un elenco di 613 precetti scolpiti nel marmo (o modificabili secondo le mode).
Il termine dispregiativo "novità" venne applicato anche agli stessi protestanti, che nei primissimi anni venivano chiamati novatores, che in latino significa "gli innovatori", "coloro che introducono novità". Che è un appellativo molto più sprezzante di "protestanti": pretendevano di aver "capito" la fede meglio di 15 secoli di santità della Chiesa. Volevano introdurre "novità" che la Chiesa non si era mai neppure sognata di ideare. "Aboliamo (o banalizziamo) il sacerdozio!", chi sei tu per capirne più degli Apostoli e dei loro successori lungo tutta la vita della Chiesa?
"Novità" può anche non riguardare contenuti della fede ma una mentalità, ad esempio la pretesa di avere una specie di ricetta magica che fino a quel momento nessuno aveva scoperto, e che farebbe "finalmente" vivere la fede in modo adeguato. Per esempio il Cammino Neocatecumenale proclama di far vivere una fede finalmente "adulta", imponendo ai suoi adepti di sbarazzarsi della fede tradizionale (che malvagiamente ritiene inquinata di "religiosità naturale", "paganesimo", "devozionismo", ecc., disprezzando la transustanziazione, i confessionali, la presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, il concetto di Sacrificio, ecc.).
Il Cammino si propone come "novità" nel panorama ecclesiale (proprio nel senso di considerare inferiori o addirittura sbagliate tutte le altre forme di vita cristiana), usando come foglia di fico il Concilio Vaticano II (e facendo dire al Concilio ciò che il Concilio non aveva detto). La Carmen, cofondatrice del Cammino, parlando di Kiko disse: «gli ho servito il Concilio su un piatto d'argento». Cioè il Concilio, che non tratta di "convivenze", di "decime", di canzonette urlate e grattugiate su chitarrelle e charangos, di "tappe", di battimani, di alberghi e di "alzate", di "scrutini" condotti da laici che scarnificano le coscienze, ecc., fu per Carmen e Kiko l'alibi per spacciare per "fede adulta" le novità che essi stessi vollero introdurre.
Nel caso neocatecumenale, tale "ricetta magica" viene chiamata equivocamente "riscoperta del battesimo" o addirittura "itinerario di iniziazione" (termine molto caro alle massonerie). Tale "riscoperta", però, non consiste nell'approfondire la dottrina cattolica sul sacramento del battesimo, ma consiste nell'effettuare un gran numero di attività (pagamenti di "decime", riunioni di "convivenza", celebrazioni delle "alzate", infinite "preparazioni"...) che la Chiesa non ha mai comandato né raccomandato, e che nel Cammino si effettuano idolatrando il fondatore Kiko (si cantano solo i canti di Kiko, si usano solo le suppellettili sacre designed by Kiko, si celebra solo nelle chiuse salette con seggiole pieghevoli e tavolinetti smontabili così come comandarono Carmen e Kiko, tutto dev'essere di Kiko, anche il copribibbia made in Kiko, la vestina bianca griffata da Kiko, persino la fascetta reggichitarra in Kiko-style, addirittura la foggia della barba come quella di Kiko...).
Ricordiamo infine alcuni fatti ineludibili - già largamente indicati nelle oltre 2800 pagine di questo blog -, e le loro conseguenze:
- il Cammino contiene errori, eresie, strafalcioni liturgici, ambiguità, gravissime mancanze di carità verso i fratelli delle comunità, ecc.: sono cose che vengono dal demonio (quello vero, non il simpatico portasfortuna che ti fa trovare coda al casello quando vai alla "convivenza");
- finché il Cammino non corregge quegli errori (e son passati sessant'anni senza correggerli, nonostante la massima autorità della Chiesa abbia ripetutamente comandato di correggerli), dovremo dedurre che il Cammino vuol piacere non a Dio ma al demonio; ed è diabolica l'ostinazione neocatecumenale nel ripetere sempre gli stessi errori anche dopo che sono stati ripetutamente dimostrati essere errori;
- i riconoscimenti (Statuto, incoraggiamenti, ecc.) non autorizzano quegli errori: nessun documento della Chiesa, nessun intervento dei Papi, ecc., ha mai autorizzato gli strafalcioni liturgici, le ambiguità e le vere e proprie eresie, il bullismo dei cosiddetti "catechisti" nei confronti dei fratelli delle comunità, l'esazione fiscale-estorsiva delle "Decime", la pagliacciata delle "convivenze" e quella delle "alzate", ecc.;
- i neocatecumenali sono idolatri: non riescono a pensare nulla se non ci mettono in mezzo il Cammino e i suoi cosiddetti "catechisti"; per questo li vedrete o darsi alla pazza superbia (volersi distinguere a tutti i costi dai cristiani "normali"), o mimetizzarsi nei contesti cristiani quel tanto che basta per introdurvi sottobanco la kikolatria (ed estrarre fedeli dalla Chiesa per convogliarli al Cammino);
- lo "sgarro" peggiore, per il Cammino, è quando qualcuno abbandona la setta ma ritrova la fede e la serenità (alla faccia di Kiko e dei suoi pretoriani, che hanno sempre detto che chi lo lascia troverà solo la disperazione e la perdizione). La mentalità cupa e funerea dei neocatecumenali (insieme alla loro finta allegria, ai loro falsi sorrisi, alla loro ipocrita esibizione di mansuetudine) serve infatti a rendere schiavi del Cammino i fratelli delle comunità, serve a fare in modo che su qualsiasi questione della vita - anche le più banali - abbiano sempre come riferimento la comunità del Cammino e i suoi capicosca.