Ci tocca purtroppo chiarire spesso alcuni punti che per noi fedeli cattolici sono scontati, ma che per i fratelli del Cammino Neocatecumenale sembrano ostici, incomprensibili, sconosciuti, irrilevanti.
I fratelli in Kiko, infatti, in mezzo a tante cosiddette "catechesi del Cammino", vengono solo diluviati di paroloni altisonanti e slogan menzogneri, secondo i quali il loro attivismo settario costituirebbe un "itinerario di fede", "di riscoperta del battesimo", "di iniziazione"... Tante chiacchiere farcite di termini del lessico cristiano, ma dietro cui c'è il nulla, c'è solo una setta che di cattolico ha solo la decorazione.
Come abbiamo spesso ricordato in tutti questi anni, un "Cammino Neocatecumenale" cattolico non è impossibile: basta estirpare dal Cammino attuale tutto ciò che non è allineato all'unica vera fede dell'unica vera Chiesa, cioè tutto ciò che chiaramente non viene dallo Spirito.
Cominciamo dal punto più semplice: per riscoprire il battesimo, cosa serve? Serve anzitutto conoscere l'insegnamento della Chiesa - la dottrina cattolica -, perché non si può "riscoprire" ciò che non si conosce.
Nostro Signore ha investito la miglior parte del suo ministero terreno all'insegnamento (cfr. anche Mc 4,33-34: «...ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa»), e nel costituire la Chiesa addirittura le garantisce lo Spirito che «vi guiderà alla verità tutta intera» (cfr. Gv 16,12-15). Per conoscere quel divino insegnamento, occorre dunque affidarsi alla Chiesa, che ha avuto in esclusiva l'incarico di riportarlo fedelmente. Non può essere chiamato "catechesi" qualcosa che non rispecchia chiaramente e fedelmente l'insegnamento perenne della Chiesa, non si può definire "esperienza cristiana" qualcosa che si fonda sull'ignoranza - o addirittura l'alterazione - dell'insegnamento di Nostro Signore di cui solo la Chiesa è garante.
Dunque il "riscoprire il battesimo", "itinerario di riscoperta", "iniziazione cristiana", son tutte cose che hanno anzitutto bisogno dell'insegnamento della Chiesa. Ebbene, il Cammino, tuttora, purtroppo non dà l'insegnamento della Chiesa ma solo quello di Kiko e Carmen, insegnamento piuttosto sballato e ripetuto pedissequamente da oltre cinquant'anni, zeppo di svarioni e strafalcioni che non sono mai stati veramente corretti (e li trovate commentati non solo su questo blog, ma soprattutto da diversi autori molto più preparati e validi di noi). Non basta ripetere che "Gesù è il Signore", se poi si dicono ambiguità e vaccate (esempi: "il Signore ti manda le disgrazie". non sei pentito ma "il Signore ti ha già perdonato", ecc.).
Nella loro foga di farsi promotori di una "novità", e forti della loro abissale ignoranza teologica, i due eretici spagnoli hanno portato avanti una cosiddetta "catechesi" zeppa di comici equivoci, patetici errori, emerite vaccate, pericolosi svarioni, disprezzo per le verità di fede, espressioni ridicole, vere e proprie eresie, il tutto sempre calpestando la dignità degli adepti...
Per rendere cattolico il Cammino, i "camminanti" devono rifiutare le cosiddette "catechesi" dei suoi fondatori (sul serio, non si salva praticamente nulla), e ripartire dalle sole fonti che la Chiesa garantisce. Cioè, tanto per cominciare, il Catechismo della Chiesa Cattolica. Che è un documento pubblico, disponibile nelle maggiori librerie, perfino gratis su internet. Il Catechismo spiega in modo esteso, autorevole, documentato, con tutti i riferimenti ai tre pilastri della fede (Tradizione, Magistero e Scrittura, e quest'ultima è incomprensibile senza gli altri due), tutto ciò che c'è da conoscere.
Eh sì, perché la Bibbia non è un documento scritto allo scopo di far capire la fede chiaramente e a tutti, ma è un insieme di testi ispirati da Dio e scritti da autori molto diversi, di indole molto diversa, di epoche molto diverse, di stili molto diversi, di destinatari molto diversi, che ha bisogno di un interprete autorevole altrimenti ognuno la interpreterebbe a modo suo (ed è il motivo per cui esiste una sola Chiesa cattolica, e un'infinità di chiesuole protestanti con le loro diverse interpretazioni). La Bibbia, per quanto ispirata da Dio, non è un documento costruito per spiegare i "come" e i "perché" della fede (fuori dalla Chiesa non c'è nemmeno accordo su quali siano i vari libri della Bibbia). Perfino i Vangeli hanno bisogno di chiarimenti perché altrimenti nel leggerli uno potrebbe prendere fischi per fiaschi (si pensi ad esempio al clamoroso equivoco riguardante il «se uno non odia suo padre e sua madre...»: vi pare mai possibile che Nostro Signore possa comandare l'odio? eppure Kiko e Carmen insegnano proprio quell'equivoco, al punto che certi kikos hanno trascurato perfino i funerali di un proprio genitore pur di non mancare ad una "convivenza" kikiana).
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Il Cammino salva anche la torta!
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Invece il Catechismo della Chiesa Cattolica è stato scritto allo scopo di far capire chiaramente e a tutti, e contiene in maniera estensiva, ragionata, documentata, spiegata,
tutto ciò che c'è da sapere sulla fede. A chi ci obietterebbe che è un
volume bello grosso, dobbiamo rispondere che il Cammino Neocatecumenale
dura più di trent'anni, e la lettura meditata del Catechismo, anche
fatta "a puntate" e "meditata", durerebbe molto meno. Nel Cammino il Catechismo è un perfetto sconosciuto, tranne forse qualche sporadica e brevissima apparizione ipocrita intesa solo a far sembrare che si segue la Chiesa. Se Kiko e Carmen contraddicono il Catechismo, i neocatecumenali non hanno dubbi: vogliono seguire i due spagnoli, perché avrebbero "il carisma"!
(sottinteso: le elucubrazioni di quei due varrebbero più di ciò che la Chiesa garantisce d'autorità a tutti i fedeli).
Un Cammino che oggi è zeppo di eresie trarrebbe enorme vantaggio
spirituale se abbandonasse le ambiguità degli autonominati "iniziatori" e
ripartisse dal Catechismo della Chiesa Cattolica. Conoscere bene
l'insegnamento della Chiesa consentirebbe davvero di "riscoprire il
battesimo", sarebbe davvero un ottimo fondamento per un "itinerario di
iniziazione", per far crescere una fede "più adulta", per chiarire
meglio ciò che si vive "nella propria esperienza". E invece...
Nostro Signore ha insegnato cose semplici alle persone semplici e spiegato in dettaglio ai discepoli ciò che voleva intendere, precisando che non c'era alcun segreto arcano da mantenere, se non per motivi contingenti: «quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti» (cfr. Mt 10,27), cioè l'unico motivo per non annunciare chiaramente e subito certe cose era solo il... non dare perle ai porci, il non dare alibi gratuiti a gente che già lo odiava e non vedeva l'ora di condannarlo («Ha bestemmiato!... è reo di morte!...»: cfr. Mt 26,65-66; tutti quelli che vanno elucubrando sul "segreto messianico" dimenticano sempre che Gesù non poteva banalmente presentarsi in pubblico dicendo "sono la seconda Persona della santissima Trinità"; e anche potendo, non lo avrebbe fatto, perché anziché imporre le cose dall'alto, sfidava gli ascoltatori a capire, a riflettere, a mettere in moto la ragione, come ad esempio in Lc 5,23: «che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina?», non ti ha esposto una "teoria" ma ti ha invitato a ragionare su ciò che tutti avevano sempre visto e sempre saputo di quel paralitico). Sì, la fede richiede davvero l'uso della retta ragione: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (cfr. Gv 18,23).
L'insegnamento delle cose della fede, ovviamente, non basta. Occorre nutrirla anche con i sacramenti, da ricevere secondo le dovute disposizioni. Non come il Cammino Neocatecumenale che ti fa "partecipare" alle celebrazioni imponendoti - con ricatti morali, con sguardini ironici o di sufficienza, col ricattino morale e la fretta di chi ti sembra dire: "tutti si stanno comunicando e tu no? dai, non fare il bastian contrario!", ecc. - di eseguire cose per le quali non ti sentivi pronto, incluso il far la Comunione nonostante la coscienza sporca di peccati mortali, ecc. Nel Cammino l'Eucarestia ha purtroppo un valore meramente simbolico, vi simboleggia l'unità della comunità (per cui l'apparenza del "tutti si comunicano" vale più della libera scelta delle singole anime). Invece nella Chiesa Cattolica i sacramenti sono per la tua salvezza personale, con o senza "comunità", con o senza "attività", con o senza "tutti": nessuno si meraviglia (né scandalizza) quando scegli di non comunicarti.
Il Cammino trarrebbe enorme vantaggio spirituale ad abbandonare le sue carnevalate liturgiche e ad abbracciare la liturgia della Chiesa cattolica, così come descritta dal Messale e dagli altri documenti liturgici, ricordando che la liturgia è da intendersi come l'unico culto a Dio gradito, non come una carnevalata che porta i fratelli "dalla tristezza all'allegria", non come un ritualismo comunitario parolaio e spettacolarizzato in cui l'assemblea finisce per celebrare sé stessa (e in modo molto patetico) anche se sta nominando continuamente il Signore.
Ricordiamo a tutti che quanto alla liturgia cattolica, il Messale spiega in ogni punto ciò che si "deve" dire e fare, ciò che si "può" dire o fare, e fa anche qualche esempio di ciò che non si deve dire o fare; dopotutto Nostro Signore non ha detto "fate come vi pare in memoria di me", tanto meno ha mai detto "fate come dicono Kiko e Carmen in memoria di me".
Ai fratelli delle comunità neocatecumenali, dunque, conviene rifiutare quelle celebrazioni in cui Kiko è praticamente al centro di tutto (letteralmente l'autore dei canti, il designer delle suppellettili sacre, il pittore delle "icone", l'ideatore delle variazioni/omissioni/aggiunte, l'arredatore che ha deciso che bisogna isolarsi in una saletta laterale con seggiole pieghevoli e tavolinetto smontabile, lo chef che ha imposto l'utilizzo di grosse pagnotte-focacce e di grosse quantità di vino, ecc.), e conviene invece abbracciare in pieno la liturgia cattolica così come descritta dal Messale e dagli altri documenti liturgici.
Allo stesso modo i fratelli delle comunità devono sbarazzarsi di tutte le scelte fatte per sembrare più speciali, per esempio tornando a fare la Comunione così come si fa in tutta la Chiesa (come esige anche lo Statuto del Cammino, articolo 13, nota 49, lettera del 1° dicembre 2005, a cui ancor oggi i kikolatri disubbidiscono) e riconsiderare seriamente la devozione al Santissimo Sacramento.
Dottrina e sacramenti, ecco l'essenziale per qualsiasi "itinerario", per qualsiasi "riscoperta": dopotutto è esattamente ciò che alimentava la vita di fede dei "primi cristiani"... e dei cristiani di tutte le altre epoche. Non si può prescindere da ciò che la Chiesa insegna e dai sacramenti, in nome di un'autocertificata "ispirazione", di un ambiguo "carisma", di un'imprecisata "esperienza" (che nel Cammino pare piuttosto una specie di attivismo che imita i club degli alcolisti anonimi, un riunirsi autoreferenziale che se la canta e se la suona). Altro che "preparazioni", "letture della Bibbia" e quant'altro: si rischia di diventare espertissimi della battaglia di Taanach sulle acque di Meghiddo che non fruttò bottino d'argento, e di non sapere quale mano usare per farsi il segno della croce, si rischia di effettuare mille convivenze ma zero gesti di carità. L'eccessivo accento sull'esperienza produce degli ignoranti autoreferenziali che finiscono per vivere in modo abitudinario e spettacolaristico i sacramenti.
Il neocatecumenalismo, purtroppo, ti mantiene nell'ignoranza, il più possibile, ti nasconde le cose (che poi ti piovono addosso inesorabili, specialmente quando proveresti enorme difficoltà a tirarti indietro, come quando ti dicono «darai la Decima!» al fatidico Secondo Passaggio, e non ti ammettono eccezioni o dubbi o rinvii, devi proprio pagare, "dietro quella porta c'è il diavolo: che fai, lasci il Cammino?", e ti colpevolizzano se non ti adegui, e ti chiamano "schiavo di mammona" se contesti che questa bidonata ti era stata furbescamente nascosta fin dal primo giorno, specialmente se fino a quel momento avevi già fatto enorme fatica per arrivare a fine mese).
Il cattolicesimo, invece, non ha nulla da nascondere. Catechismo? Pubblico, e pure sul web. Diritto Canonico? Pubblico. Documenti liturgici? Pubblici. Encicliche, lettere pastorali, commissioni diocesane, dicasteri vaticani, udienze del mercoledì, incarichi dei parroci? Tutto pubblico, e trovi pure sul web archivi, notizie, commenti. Solo il Cammino ti nasconde tutto, a cominciare dal contenuto del suo Direttorio Catechetico e dalla destinazione dei soldi che ti estrae dalle tasche. E se osi nutrire anche un singolo, piccolo, onesto dubbio, anche esprimendolo con la massima gentilezza e correttezza, ti chiamano "schiavo di Mammona", "in braccio al demonio", "Faraone", "Giuda", "non hai fede", "il demonio ti inganna", eccetera. Ed infatti tutte le pressioni psicologiche, tutti i ricatti morali, tutto il calpestare la dignità dei fratelli delle comunità da parte dei cosiddetti "catechisti", c'è proprio perché hanno inquinato dottrina e sacramenti. Il Cammino è fondato sull'arroganza e sull'ignoranza di Kiko e Carmen. Hanno piegato la dottrina quanto basta per rendervi dei disperati paganti Decima che non hanno una via d'uscita. Vi hanno cotto a fuoco lento, con la furberia del farvi trovare sempre in una situazione in cui "sarebbe brutto, complicato, fastidioso, doloroso" seguire la Chiesa anziché i dettami del Cammino, i capi del Cammino, gli autoproclamati "iniziatori" del Cammino.
Il Cammino non ti porta alla fede cattolica ma all'idolatria. L'idolo è ciò a cui viene arbitrariamente assegnato un valore universale ed infinitamente alto: gli ebrei si fabbricarono il vitello d'oro e dichiararono che li aveva fatti uscire dall'Egitto, senza nemmeno fermarsi un attimo a pensare a come diavolo avrebbe fatto una cosa costruita dopo l'uscita a farli uscire.
I fratelli delle comunità hanno un triplice idolo, un vitello d'oro di categoria superiore: il tripode Kiko-Carmen-Cammino. Con la scusa che Kiko e Carmen sarebbero "ispirati" dallo Spirito (e senza chiedersi come mai lo Spirito ispirerebbe tanti madornali errori su dottrina e sacramenti, e perché diavolo ancor oggi non vengono corretti), tutto ciò che hanno detto quei due spagnoli sarebbe al di sopra di ogni critica. E con la scusa che il Cammino sarebbe "ispirato" dallo Spirito, qualsiasi nefandezza - come ad esempio le speculazioni immobiliari milionarie coi soldi delle "missioni" -, qualsiasi porcata dei cosiddetti "catechisti", sarebbe al di sopra di ogni critica (pensate un po' al pedocatechista neocatecumenale che ai genitori della vittima dice: "non denunciatemi, altrimenti «Dio» si vendicherà"). E quindi, anche nella vita di tutti i giorni, vediamo scenette come quella del seminarista neocatecumenale che ride di gusto alle barzellette blasfeme ma si ritira in silenzio con la faccia da cane bastonato quando qualcuno fa una banale illazione sui due fondatori spagnoli del Cammino: per i kikos è proprio impossibile che Kiko e Carmen abbiano sbagliato in qualcosa, ingannato su qualcosa, mentito riguardo a qualcosa. Sono stati addestrati fin dal primo giorno ad essere volontariamente incapaci di qualsiasi considerazione critica, e di qualsiasi gesto di carità che non sia "approvato" e voluto dai cosiddetti "catechisti" della setta.
Suvvia, non è difficile rendere cattolico il Cammino. È sufficiente ripartire da ciò che insegna la Chiesa, e da ciò che celebra la Chiesa.