Dal blog dell'anziano presbikiko Taniguchi traiamo altre notizie che conviene spiegare e commentare ai nostri lettori prima che qualcuno sia tentato di credere a tutto ciò che lui logorroicamente dice. Infatti, insieme a ricordi personali e a menzioni di fatti, aggiunge anche una poderosa dose di favolette neocatecumenali, non sappiamo in che misura dovute alla propaganda kikiana e in che misura dovute a reinterpretazioni di comodo dovute alla "distorsione cognitiva" tipica degli appartenenti al Cammino, ma comunque favolette che da fonti e testimonianze sappiamo con certezza essere basate su cattive interpretazioni e vere e proprie fandonie, soprattutto quando attribuisce a Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, quella che invece era la volontà di Kiko e Carmen.
Sarà lunga ma sono argomenti noti a chi ha letto nel corso di tanti anni le pagine che abbiamo dedicato al Giappone. Il seminario neocatecumenale aperto furbescamente a Takamatsu (Giappone) nel 1990, che già nei suoi primissimi anni di vita creò problemi alla Chiesa in Giappone, fu felicemente soppresso nel 2008 (ma ci saranno altri due o tre anni di strascichi), rovinando la "festa" dell'autoapprovazione dello Statuto neocatecumenale.
|
Kikolatria in Giappone: striscione col volto di Kiko anche se menziona "Gesù"
|
Anzitutto non fatevi distrarre da elementi autobiografici del suddetto soggetto (pressoché coetaneo di Kiko, ha abbondantemente passato gli 80 anni), che non contribuiscono in maniera sostanziale a quanto esposto qui. In sintesi, da giovane, in seguito a ciò che oggi chiameremmo "ritiro vocazionale" organizzato dai gesuiti, stava per entrare nei gesuiti ma non vi fu accettato (e fu una doppia delusione per suo padre che intendeva mandarlo all'università, salvo poi vederlo fallire anche in termini vocazionali). Ha poi lavorato per istituti bancari all'estero (inclusi USA e UK) e ottenuto altri rifiuti quando ha tentato di entrare in altre comunità religiose cattoliche. Infine, tornato in Giappone, dopo un non meglio chiarito periodo di "purificazione" e l'ennesimo tentativo fallito di entrare nel seminario diocesano a Tokyo, a metà degli anni ottanta, ormai quarantacinquenne contatta direttamente il vescovo Fukahori (1924-2009) e incredibilmente viene accolto a braccia aperte. E verrà spedito a Roma per la formazione teologica e per il seminario neocatecumenale Redemkikos Mater di Roma (che venne
attivato nel 1988 e approvato dal cardinal massone Poletti in fretta e furia a fine 1990, mentre in pompa magna Kiko e Carmen vi facevano entrare prima i "12" e poi i "72" seminaristi kikolatri).
Ora, non ci sembra inusuale che un soggetto adulto venga rifiutato da numerosi seminari e comunità religiose: basta per esempio essere fedeli alla Messa tridentina. Oppure, dall'altro versante, basta aver problemi psicologici piuttosto facili da notare (anche solo piccole ma significative disubbidienze del tipo "sono adulto, non potete mica mettermi nei turni dei lavapiatti"). È anche possibile che gli ultimi rifiuti siano stati motivati dalla ferrea ubbidienza a Kiko ("non potete impedirmi di andare alla liturgia della comunità neocatecumenale il sabato sera! siamo approvati! abbiamo lo Statuto!"), possiamo solo fare ipotesi. Certo è che se dopo una vita di rifiuti uno viene accettato solo da un seminario neocatecumenale... vuol dire che non solo è un comprovato fedelissimo di Kiko, ma che anche i propri cosiddetti "catechisti" del Cammino glielo hanno "consigliato", cioè imposto. E magari vuol dire anche che sussistevano ancora quegli imprecisati importanti motivi per cui non fosse piazzabile in un normale seminario diocesano o religioso.
Dunque si deve dedurre che c'è stata un'ampia parentesi di cui Taniguchi nel blog non parla, durante la quale ha aderito al Cammino, che lo ha indirizzato all'unico vescovo filoneocatecumenale del suo paese d'origine, il quale lo ha poi spedito a Roma. Nel giro di circa 9 anni, ormai 54-55enne, viene ordinato prete a Takamatsu proprio dal Fukahori. Tornerà subito dopo a Roma per ulteriori studi teologici (presumibilmente per la "licenza", cioè il biennio supplementare di teologia necessario ad avere il requisito minimo per insegnare in facoltà teologiche). Racconta un episodio molto significativo, databile quasi certamente alla fine degli anni '80: a Roma vi erano presenti i vescovi giapponesi per la visita ad limina a Giovanni Paolo II (ogni 5 anni la conferenza episcopale fa una visita al Papa a Roma; la più recente è stata tre mesi fa, ad aprile 2024), e che un imprecisato "membro della Comunità Neocatecumenale" «raccomandò a mons. Fukahori» di istituire un seminario neocatecumenale a Takamatsu.
|
Il Cammino Neocatecumenale in Giappone: chitarrelle kikiane, tamburo bongo kikiano, drappo kikiano con l'autoritratto di Kiko, facce occidentali che cantano in itagnolo...
|
Questo "raccomandare" è evidentemente un
comandare e il "membro" è di sicuro qualche grosso super-catechista del "cerchio magico" di Kiko, un pezzo grosso a cui non si poteva assolutamente dir di no. Tant'è che nel colloquio personale con Giovanni Paolo II
Fukahori parla già al Papa di quel progetto (ma guarda tu, un imprecisato "membro" gli butta lì un'idea e subito lui, che è in visita
ad limina, ne parla in privato col Papa anziché parlargli del gregge di Takamatsu:
le priorità neocatecumenali sono sempre più urgenti di tutto, anche del proprio dovere di vescovo e pastore di anime). Giovanni Paolo II avrebbe "incoraggiato", detto che è una "buona idea", addirittura chiesto "per favore vai avanti". Si tratta chiaramente di
favolette neocatecumenali, e che per quanto favorevole ai movimenti e al Cammino possa essere stato
Giovanni Paolo II, è improbabile che il Papa abbia risposto con tanto entusiasmo
a quello che evidentemente era solo il comando del grosso super-catechista - tanto più riguardo una povera diocesi di 5000 anime sita in un paese che non gode di alcun "otto per mille".
Gli altri vescovi giapponesi si sentirono (giustamente!) turlupinati (in quanto disponevano già di diversi seminari attivi a Tokyo e altrove). Fukahori a loro insaputa ha preso ordini da un "membro del Cammino" proprio durante la visita ad limina ed ha approfittato per fabbricarsi subito l'alibi del "il Papa mi ha incoraggiato e detto di andare avanti" (ecco perché il "membro" ha scelto quel momento per comandarlo: durante la visita ad limina, era pianificatissimo costruire l'alibi senza destare subito sospetti, in modo da mettere i vescovi giapponesi di fronte al "fatto compiuto"). Tale seminario fu aperto ufficialmente a febbraio 1990 e già a febbraio 1992 i vescovi giapponesi avevano convocato una riunione straordinaria della conferenza episcopale lamentandone l'apertura e la sua esclusiva finalità di «formare nuovi sacerdoti per le comunità neocatecumenali» (cioè di assolutamente zero beneficio per la diocesi, nonostante i seminari Redemkikos Mater vengano vantati per "diocesani missionari"). Naturalmente Fukahori continuò ad ubbidire al Cammino anziché alla Chiesa.
A metà degli anni '90, tornato a Takamatsu con in tasca la "licenza in teologia", Taniguchi può diventare non solo il responsabile di tale seminario ma anche docente. All'epoca era un edificio in affitto "con un notevole deficit, e i conti della diocesi sono in rosso". Il neocatecumenalismo ladrone ruba sempre i soldi dei cattolici (oltre che quelli dei fratelli delle comunità neocatecumenali), pur di installare un "avamposto" kikolatrico in ogni paese (i seminari kikiani, infatti, fungono anche da strutture ricettive per i catechistoni neocat "itineranti", come rifugio per i kikolatri VIP che hanno compiuto cose gravi altrove, e come casa-vacanze per i VIP neocatekiki in transito).
Insomma, i vescovi giapponesi avevano molti motivi per chiudere il seminario neocatecumenale di Takamatsu:
- è al servizio esclusivo del Cammino e delle magagne neocat
- è a spese di tutti i cattolici (e spese piuttosto importanti)
- è stato istituito in modo furbetto, mettendo i vescovi giapponesi di fronte al fatto compiuto
- non dà alcuna utilità né beneficio ai cattolici giapponesi.
|
Imbarazzantissima (specie per i giapponesi) "liturgia" neocatecumenale con girotondino attorno al tavolinetto smontabile kikolatrico
|
Taniguchi spiega di aver progettato di costruire un nuovo edificio per alloggiarvi il seminario, in modo da non pagare più l'affitto. Anche se basato su elementi prefabbricati, sarebbe stata una spesa folle. Folle ma non del tutto ingiustificabile: nella sua mentalità da "ex bancario", l'iscrivere al patrimonio diocesano un edificio (seppur gravato di debiti) rappresenterà un
asset, non una
spesa. Naturalmente i capicosca neocatecumenali furono subito d'accordo,
come se fossero stati loro ad escogitare il trucco, e magari già si leccavano i baffi pensando a come operare
la stessa truffa che verrà tentata a Guam: una "restrizione di utilizzo" dell'immobile, tale da assegnare diritto di veto a qualche grosso super-catechista neocatecumenale. Cioè la diocesi costruisce a proprie spese un edificio di cui quatti quatti se ne impossessano i neocatecumenali con trucchetti furbetti molto complessi da stanare. Poco importa che promettano di raccogliere fondi (dalla promessa al bonifico ne passa tanta di acqua sotto i ponti!), poco importa che farciscano i discorsetti autocelebrativi di
"Dio vuole, volontà di Dio, Dio provvede", poco importa che nel transito del fiume di soldi neocatecumenali molti soldi restino misteriosamente attaccati alle mani dei soliti capicosca e intrallazzieri.
(C'è da notare che in Giappone le leggi sull'edilizia sono molto meno restrittive dei severi piani regolatori italiani, e ottenere permessi di costruzione e pagare le relative tasse prima di iniziare, è molto più semplice che qui in Italia
Taniguchi afferma di aver ordinato i materiali per la costruzione quando ancora non aveva i soldi e l'appaltatore avrebbe accettato "perché sono cattolici" e non azzarderebbero truffe. Un anno dopo, alla scadenza per il pagamento, afferma che sarebbe arrivata all'improvviso una donazione di 100 milioni di yen (all'epoca corrispondenti a circa un miliardo di lire, cioè un potere d'acquisto di oltre 1,05 milioni di euro di oggi). Si deve dedurre che l'appaltatore era non solo neocatecumenale ma anche ubbidientissimo al proprio cosiddetto "catechista", perché il "sono cattolici" può andar bene quando rischi poca roba, non quando devi anticipare una milionata di euro. (A parte il fatto che una donazione così consistente farebbe scattare una tempesta di controlli fiscali per controllare la legittimità, a cominciare dalla stranezza dell'assenza -o presenza nascosta o minimale?- di acconti e anticipi; insomma, anziché credere alla favoletta neocat del "DioProvvede", si direbbe che i kikos abbiano finto di credere alla "donazione" per meglio nascondere i debiti, i movimenti e le provenienze - specie diocesane -, un po' come avverrà nel caso del Monte degli Ulivi e di un anonimo "donatore" comparso improvvisamente al momento giusto...).
Al termine della costruzione i vescovi giapponesi si ritrovano di nuovo di fronte al "fatto compiuto" neocatecumenale. Si aspettavano la chiusura della vecchia sede in affitto (costoso affitto), scoprono che il neocatecumenalismo ha costruito una nuova sede a loro insaputa. Scoprono che Fukahori era venuto meno alla parola data (inventandosi un alibi a posteriori sulla "libertà dei singoli vescovi" e sulla presunta "volontà del Papa" fabbricata nella visita ad limina, alibi evidentemente suggeritigli dal solito grosso super-catechista: i kikolatri sono talmente avvezzi alla menzogna e all'inganno, che chiedono ai vescovi di mentire e ingannare per difendere gli interessi della setta). Ma la notizia trapela e la sporca faccenda del seminario neocatecumenale diventa di pubblico dominio fra i cattolici giapponesi. (Taniguchi afferma pure che "almeno 4 o 5 vescovi" non erano ostili, il che ci fa pensare che sia ben possibile che siano stati oliati e rabboniti dai kikolatri, per creare divisione fra i vescovi giapponesi, quanta ne basterebbe per derubricare la discussione a una questione di opinioni; in questo dobbiamo riconoscere che i kikolatri sono eccellenti nella pianificazione dei dettagli, sanno già che le loro furbate e le loro perfidie verranno riconosciute come tali, e quindi si premuniscono corrompendo e "oliando" per difenderle).
Il presbikiko giapponese non può non menzionare il fatto che due laici della diocesi querelarono il vescovo Fukahori ma si guarda bene dal chiarire il vero motivo. Il motivo, di cui parlammo sul nostro blog già molti anni fa è che Fukahori nelle sue lettere pastorali del 2000-2001 li aveva pubblicamente diffamati (nel Cammino funziona sempre così, ti fanno l'omelia "contro", ti fanno la lettera pastorale "contro", facendo pure nomi e cognomi), per cui lo avevano denunciato anche in sede civile.
Riguardo all'evoluzione della denuncia, Taniguchi ricama molto sulle già poco credibili favolette insinuando che i due querelanti fossero "molto litigiosi" e che in passato avessero portato avanti altre querele (nel Cammino infatti si sconsiglia fortemente di querelare per difendersi, "Non Resistete Al Male"...). Ma l'argomento "molte querele", anche se fosse vero, non implicherebbe automaticamente che sei "litigioso": potresti benissimo aver avuto validi motivi ogni volta. Specialmente nella querela più recente. Taniguchi menziona poi il rischio che il caso venisse portato avanti fino all'equivalente giapponese della Cassazione, con un'escalation legale che la conferenza episcopale giapponese certamente non avrebbe gradito: dobbiamo dedurre che la vera paura di Taniguchi e dei neocatecumenali fosse invece veder attivarsi un pubblico dibattito sulle porcate neocatecumenalizie (immaginate che spasso se un telegiornale menziona l'obbligatorietà della "decima" o le confessioni pubbliche), o che ci fossero altri sconcertanti segretucci da mantenere (l'edificio non era del tutto a norma? il giro di soldi non era del tutto limpido? i debiti inflitti alla diocesi non erano del tutto giustificati? e le comunità neocatecumenali non avevano esattamente rendicontato le "decime" e raccolte fondi?...).
E quindi Fukahori accettò il verdetto e pagò il risarcimento, grosso modo equivalente a parecchie migliaia di euro. Taniguchi ce lo indica come accordo extragiudiziale suggerito dallo stesso giudice che si sarebbe rifiutato di intervenire in una questione interna ad una comunità religiosa ma è lo stesso Taniguchi che ha paura dell'escalation, è come se volesse nascondere che la proposta di risarcimento (letteralmente usare soldi per mettere tutto a tacere) sia partita invece dal Fukahori e dai neocatecumenali, quasi a dire "mi basta che ritiriate la querela (altrimenti i grossi super-catechisti me la faranno pagare cara)".
Da buon neocatekiko, Taniguchi ha l'istinto pavloviano di blaterare di Gesù davanti a Pilato, tipica foglia di fico dei cosiddetti "catechisti" quelle rare volte che son costretti a pagare per qualche loro porcata - e addirittura di parlare di sconfitta dei querelanti perché presuntamente costretti a pagare il 90% delle spese processuali... come se avessero accettato l'accordo e intascato il risarcimento e ritirato la querela).
A suo tempo avevamo già ricordato di come fu Fukahori a perdere e pagare (chissà in che percentuale di soldi neocatekiki e della diocesi), e che i due fedeli si definirono non contenti del risultato perché non desideravano i soldi ma di gettar luce sulle porcate neocatecumenali e del seminario. (Taniguchi insiste a dire che i due avrebbero cantato vittoria su un giornale cattolico minuscolo, come se la verità fosse talmente insopportabile per il Cammino da aver ancor oggi urgenza di infangare quei due fedeli, come se quei due avessero contribuito seriamente a rovinare i piani kikiani a Takamatsu).
|
Quando la panzana kikolatrica è così urgentemente ufficiale da diventare... cartellonistica
|
Taniguchi involontariamente ci rivela che alla conferenza episcopale giapponese non presero molto bene la figuraccia di Fukahori
(l'avrebbero forse presa un po' meglio se fosse uscito totalmente innocente). A maggio 2004, ormai alle soglie degli 80 anni, diede le dimissioni da vescovo di Takamatsu, ritirandosi a vita privata e, stando a notizie che abbiamo ottenuto altrove, venendo ospitato a Roma nel seminario neocatecumenale a spendervi i suoi ultimi giorni. (Taniguchi dice che è sepolto in Giappone)
Alla guida della diocesi di Takamatsu, a maggio 2004 Fukahori fu succeduto dal vescovo salesiano mons. Mizobe (1935-2016), che conosceva le porcherie del Cammino e la sporca faccendaccia del seminario neocatecumenale e si diede subito da fare per chiuderlo. Mizobe agiva ovviamente concorde con la Conferenza Episcopale Giapponese e non è irrealistico pensare che sia stato scelto proprio per questo. Quel che Mizobe non si aspettava, è che i dicasteri romani pullulassero di amiconi del Cammino, specialmente il neocatecumenalissimo Filoni alla guida di Propaganda Fide. Taniguchi racconta la favoletta secondo cui Benedetto XVI avrebbe addirittura difeso il seminario di Takamatsu, quando in realtà sappiamo che Benedetto XVI non voleva nemmeno riconoscere uno Statuto al Cammino e che pur conservando un atteggiamento di paterna benevolenza, dopo la prima volta che era stato fregato (quando lo invitarono a celebrare al Redemkikos Mater di Roma e gli fecero trovare i copponi e le pagnottone) si era sempre rifiutato di visitare qualsiasi struttura neocatecumenalizia o di celebrare coi neocatecumenali (neanche un anno dopo faceva infatti inviare la lettera contro la liturkikia, il 1° dicembre 2005). Taniguchi ha un bel daffare a riscrivere la storia in versione neocatecumenalizzata, con la tipica faccia di bronzo del kikolatra in full damage control.
Quando il seminario di Takamatsu fu finalmente soppresso (la sede verrà poi assegnata ad una comunità di recupero tossicodipendenti), i neocat inventarono la favoletta del "è stato solo trasferito a Roma", perché l'idolo Kiko non tollera sconfitte. Nella nuova struttura di Roma (chi la paga?) sfruttarono come rettore l'ex vescovo della diocesi giapponese di Oita (evidentemente Fukahori non era l'unico che i kikolatri avevano soggiogato in Giappone). Nel periodo di maggior espansione, il seminario di Takamatsu aveva contato una ventina di seminaristi di cui solo due giapponesi.
A Takamatsu il vescovo Mizobe fu succeduto nel 2011 dal vescovo Suwa, che pure conosceva bene le porcate del Cammino e pure dovette soffrire molto a causa delle divisioni create dalla setta eretica di Kiko e Carmen. Mons. Suwa ha retto la diocesi fino al suo ritiro per limiti di età nel 2022, dopodiché il Vaticano ha stabilito che la diocesi di Takamatsu, istituita nel 1963 (prima, fin dal 1904, era solo "prefettura apostolica"), venisse unita alla diocesi di Osaka. Unione che certamente non ha rallegrato i neocatecumenali, bramosi di reinsediarsi in Giappone (tra cui per esempio il Pbrò italiano kikolatra che ancora vive a Takamatsu: evidentemente l'ordine di scuderia neocatecumenale è di mantenere un avamposto anche minimo, visto che il vescovo di Osaka non dà neppure uno yen per pagare affitti e spese dei kikolatri).
La favoletta inventata da Taniguchi (o dai suoi cosiddetti "catechisti") prosegue affermando che "il Vaticano" (in realtà qualche grosso super-catechista del Cammino) attorno al 2018 aveva stabilito di insediare un seminario neocatecumenale a Tokyo (giacché l'idolo Kiko non può accettare sconfitte, nemmeno parziali). Pressato e intimorito dall'idolo Kiko, e dopo chissà quante faticose preparazioni e furbate sottobanco, l'ineffabile Filoni fa inviare ai vescovi giapponesi una "lettera del Papa" (firmata dal Papa ma scritta in gergo neocatecumenalizio) e i vescovi giapponesi vennero messi di nuovo "davanti al fatto compiuto" neocatecumenale. Con severa eleganza il vescovo di Tokyo annuncia il contenuto di quella lettera definendosi eufemisticamente "sorpreso" che di tale strombazzato nuovo seminario non ne sapessero niente né lui, né il suo predecessore, né i vescovi giapponesi, né il clero diocesano di Tokyo. E per farsi meglio capire, soggiunge: «È difficile per me capire perché si vada ricreando un seminario in Giappone esclusivamente per il Cammino Neocatecumenale senza aver studiato e riflettuto sulla sua storia». Una storia di laceranti divisioni, disubbidienze, liturgie "caserecce", di inganni, addirittura nel 2008 i pretonzoli kikolatri stanziati in Giappone pretesero e ottennero la nomina di un intermediario neocatecumenale (un "vicario" che contrattasse presenza, ministero e servizio dei presbikikos) perché completamente incapaci di ubbidire ai vescovi giapponesi... "Abbiamo lo Statuto!", cioè i kikos si sono dati da soli l'autorizzazione a disubbidire alla gerarchia ecclesiale.
Anni fa, per spiegare come nacque quella lettera-furbata, spiegavamo senza troppa ironia:
"immaginate la seguente scenetta: mentre il Papa sta uscendo indaffaratissimo, oppure è in ascensore e si stanno chiudendo le porte, un kikos gli dice a mezza voce (senza neppure essere sicuro di farsi sentire): «beh, poi magari potremmo presentarle l'idea di un nuovo seminario missionario, magari per l'Asia...» Il Papa non risponde neppure (può darsi che nemmeno ci abbia fatto caso), il giorno dopo Filoni invia la roboante lettera al vescovo di Tokyo dicendo: «in accordo col Santo Padre abbiamo deciso di aprire un seminario R.M. per evangelizzare l'Asia, e abbiamo già parlato con vescovi e preti coinvolti...» Mettere il Papa e i vescovi davanti al fatto compiuto: tipica strategia neocatecumenale..."
|
"Prima comunione" neocatecumenale, ovviamente "sulle mani" e comprensiva di "alzatina ipocrita" dalla seggiola pieghevole: la liturkikia-horror alla conquista del Giappone
|
Taniguchi rosica parecchio sia lamentando che il Giappone è uno dei "pochi paesi" che
non ha un seminario kikolatrico
(il mappamondo di Kiko contiene un vistoso buco sul Giappone! povero Taniguchi, che sufrimiento!), sia ricordando che l'opposizione unanime dei vescovi giapponesi a farsi incistare un seminario kikolatrico dalla filoniana
Propaganda Fide in Kiko sarebbe avvenuta "all'ultimo momento" quando già stavano identificando un immobile dove erigerlo e la visita di Bergoglio era già stata decisa. Taniguchi sul suo blog si concede un momento di involontario
humour surreale raccontando che l'immaginario aereo del Papa (che simboleggia i progetti della cricca del Cammino), appena sfiorata la pista dell'aeroporto di Tokyo-Haneda, riparte immediatamente in un
touch-and-go (cioè non prosegue l'atterraggio ma riprende il volo) verso Macao
(l'idolo Kiko non tollera sconfitte e nemmeno pareggi: fallito il tentativo per Tokyo, immediatamente applicarono il piano B per Macao). In realtà Bergoglio visiterà il Giappone (Nagasaki, Hiroshima e Tokyo) poco più di un anno dopo, a novembre 2019... senza che il Cammino potesse sfruttare la visita come "timbro di approvazione pontificia" per il progettato seminario-avamposto kikolatrico. (Il seminario kikiano di Macao ha comunque avuto una storia piuttosto sgangherata, almeno quanto la sede - spostata temporaneamente a Taiwan durante la pandemia -, a cominciare dal non potersi fregiare dell'aggettivo "pontificio").
La significativa rosicata finale di Taniguchi è che il Giappone non sarebbe stato ancora raggiunto dal "Concilio Vaticano II".
Sipario.