sabato 30 giugno 2018

Proposta indecente

Temevamo che sarebbe successo, che prima o poi qualche neocatecumenale zelante avrebbe pensato di proporre le alzate vocazionali, attività che Kiko Argüello pratica così volentieri da averne fatto la propria occupazione principale, non solo per avviare giovani al sacerdozio e al monastero kikiano, all'itineranza o alle missioni all'estero, ma anche per altro genere di chiamata vocazionale.
Non vogliamo rovinarvi la sorpresa, quindi vi lasciamo subito alla lettura della "proposta indecente" qui di seguito (pubblicata sulla testata di ispirazione neocatecumenale Kairòs Terzo Millennio), per capire per quale scopo si dovrebbero alzare i giovani, seguendo le procedure ormai collaudate dal fondatore del Cammino Neocatecumenale, e soprattutto "quale" sarebbe la personalità carismatica individuata come la più adatta allo scopo di portare a termine la missione proposta.
Ci riserviamo di fare al termine un breve commento.
I punti elenco e il maiuscolo finale sono nel testo originale.

Proposta (indecente?) a Costanza Miriano

Cara Costanza,
ti scrivo come se scrivessi ad una mia amica. In realtà ci siamo visti una sola volta, alla Fiera del Libro di Torino, 2 anni fa, quando sei venuta a presentare il tuo "Obbedire è meglio" (mi hai anche fatto un autografo!). Ti voglio dire prima di tutto che sei bella, brava e simpatica! Io sto nel Cammino neocatecumenale dal lontano 1984 (mamma mia, e non sono ancora diventato cristiano!!!), ho partecipato a tante Giornate Mondiali della Gioventù in giro per il mondo e a tanti incontri "vocazionali" con Kiko, un amico che (credo) abbiamo in comune... Proprio ripensando a tutti questi incontri mi è venuta una idea che vorrei sottoporre alla tua attenzione di donna, di madre e di sposa. Ti chiedo perdono in anticipo se oso rivolgerti una proposta tanto singolare, però sono sicuro che tu sei l'interlocutrice giusta.

Normalmente gli incontri che Kiko guida ormai da 40 anni da una parte all'altra del globo hanno alcune caratteristiche "fisse" e una scansione tipica che riassumerei così:
  1. una preghiera di invocazione allo Spirito Santo, di solito cantata ("O Signor, manda il Tuo Spirito che rinnovi la faccia della Terra");
  2. una monizione ambientale che prepara l'evento e che culmina nella processione solenne di una icona o di una statua della Vergine Maria, accompagnata dalle note di "Maria piccola Maria" o di "Maria, casa di benedizione", al cui link rinvio in fondo a questa lettera (leggi il testo del canto e vedrai che ha molto a che fare col matrimonio...);
  3. la proclamazione di un testo paolino, di solito 2Cor. 5,14-6,1: "Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti...";
  4. l'annuncio del Kerygma, il cuore del cristianesimo, per cui Dio ci ama proprio così come siamo e non esige da noi assolutamente nulla mentre dona assolutamente tutto...;
  5. ancora una monizione ed un canto, di norma "Gloria! Gloria! Gloria!", tratto dal capitolo 66 di Isaia, un testo "vocazionale" in senso tecnico: "Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. E la annunzieranno a tutte le nazioni... e tra di essi prenderò sacerdoti per me...";
  6. un saluto (breve) del presidente, che è sempre un vescovo, che richiama la bellezza del ministero ordinato, l'onore di spendere la vita per annunciare Cristo e celebrarne i misteri;
  7. la chiamata o, in gergo neocatecumenale, la "alzata", durante la quale si ripete il miracolo: centinaia (a volte migliaia) di ragazzi e ragazze,  di giovani  che gioiosamente CORRONO verso lo Sposo e danno la loro disponibilità ad entrare in un seminario per iniziare il percorso che li porterà alla ordinazione presbiterale (se maschietti) oppure in un monastero, per di più spesso di clausura (se femminucce).
Ricordo di ordinazione sacerdotale:
icona di Kiko, firma di Kiko, ottagono di Kiko...
risultato: prete di Kiko consacrato a Kiko?

Come saprai già, ad oggi i Seminari Missionari Diocesani "Redemptoris Mater" sono più di cento, sparsi in tutti i continenti, e i sacerdoti da essi provenienti più di 3000 (proprio così). Non ho dati certi per le suore, ma i monasteri di mezza Italia sono pieni di sorelle del Cammino...Come dire che i giovani quando si innamorano fanno sul serio...

E ADESSO VENIAMO A TE. IMMAGINA DI ESSERE TU LA GUIDA DI INCONTRI COME QUELLO CHE (SINTETICAMENTE) HO ILLUSTRATO SOPRA. DI CAMBIARE GIUSTO L'INDISPENSABILE DEI PUNTI 1, 2, 3, 4, 5, 6...E DI PASSARE AL PUNTO 7 RIVOLGENDO UNA VERA E PROPRIA CHIAMATA AL MATRIMONIO CRISTIANO (EVIDENTEMENTE DA "CONSUMARE" SOLO DOPO UN TEMPO OPPORTUNO DI FIDANZAMENTO....). SCOMMETTIAMO CHE SAREBBE OGNI VOLTA UN SUCCESSO???
PENSACI E FAMMI SAPERE.
DIO BENEDICA TE E LA TUA FAMIGLIA.

   
Ci sarebbero molte cose da dire su questa proposta rivolta a Costanza Miriano.
Ci limitiamo ad osservare che questi decenni di attività del Cammino e le iniziative di Kiko Argüello, hanno ingenerato la convinzione, nel suo popolino, che la vocazione sia una formula magica: prendi una personalità carismatica, segui il programma in sette punti e avrai centinaia se non migliaia di giovani che CORRONO a farsi prete e suora di clausura o, come in questo caso, a sposarsi..
Non a caso, comunque, questa lettera è stata scritta alla giornalista Costanza Miriano, una delle personalità di rilievo allora facente parte del direttivo del Family Day, poco prima della seconda di queste manifestazioni, a gennaio 2016, quando molti cattolici (e i neocatecumenali hanno garantito il successo della manifestazione dietro invito pressante ad essere presenti ad essa) si sono radunati per manifestare in difesa appunto della famiglia tradizionale;
probabilmente dopo il 30 gennaio 2016 questa lettera non sarebbe più stata scritta, perché, proprio nell'imminenza della manifestazione, per precisa volontà del neocatecumenale "pensante" Gandolfini, del programma in 7 punti da alzate vocazionali non sia rimasto proprio nulla, e a Kiko, dopo la boutade del femminicidio del 2015, è stato chiesto addirittura di liberare il palco dalla sua ingombrante e "kerigmatica" presenza.
Altro commento che ci teniamo a fare: questi 50 anni di cammino hanno così tanto confuso le menti e ottenebrato le coscienze da far pensare al neocatecumenale medio che si possano formare delle coppie tramite chiamata vocazionale (non si capisce se da abbinare con sorteggio, pratica tristemente abituale nel cammino), non perché "consumino" subito il rapporto (bontà sua!) ma per essere avviate al fidanzamento e al matrimonio.
Ci rimane solo da sapere se la Miriano abbia letto questa proposta così allettante e cosa abbia risposto.

giovedì 28 giugno 2018

Santità neocatecumenale al femminile, sul modello di santaCarmen: il "carisma della zitella (pardon ragazza) senza la vocazione al monastero".

Conosciuta da tutti i neocatecumeni di lungo corso, almeno da tutti quelli che hanno fatto la Tappa di Loreto provenienti da ogni dove, perché l'organizzazione, per la parte romana, è tutta ed esclusivamente sua.

Roma, 5 novembre 2013. "tappa di Loreto".
Dalle origini del Cammino, ancora e sempre Zita
guida i pellegrini sulla Tomba di Pietro.
Antesignana sotto ogni aspetto, la famosa Zita della Parrocchia dei Martiri Canadesi, senza legami né parentele. Una splendida single, ammantata dello stesso splendore di "grazia femminile" che ammantava Carmen Hernández. Poteva andarne orgogliosa: una tipa davvero speciale, fuori dal comune, la famosa "Zita da Roma". Un altro modello da imitare per le donne del Cammino, non sposate si intende, paradigma della donna nuova , nella "nuova creazione" delle piccole comunità di ispirazione kikiana, in cui risplendono tutti i carismi!
Ho sempre creduto che Zita fosse di origine tedesca; qualcuno dice che è, forse, una sfollata di origine slava trapiantata a Roma. Di certo mostra tutti i caratteri tipici delle nordiche, da quelli fisici a quelli caratteriali, con un forte, duro, accento straniero, quasi ostentato, in ogni caso molto marcato per una che vive in Italia ormai da troppi anni; uguale a Carmen Hernandez anche in questo!

Zita indossava, per tutto l'anno, una mantella di lana pesante, anche nel mese di luglio, e se le chiedevi: "Zita, ma come fai a vestire così, con questo caldo!?", la sua risposta era che "Il caldo o il freddo sono solo un'opinione!" o meglio "una suggestione". Ti guardava con aria di compatimento perché per lei, evidentemente, eri una persona banale e scontata, per porre una simile domanda. Al massimo potevi appartenere alla categoria dei religiosi naturali o cristiani della domenica e, in quanto tale, totalmente estranei alla "natura nuova" che rende speciali solo i camminanti alla scuola di avanguardia di Kiko e Carmen. Ti rispondeva, profondamente schifata per il tuo piatto e banale borghesismo bigotto; lei che portava dei lunghi capelli, bianchi più che biondi, scompigliati. Difficile capire quando li avesse lavati l'ultima volta!

(Clicca qui per il video del Pellegrinaggio Neocatecumenale "Roma e Loreto": 5 novembre 2013, Zita impartisce disposizioni, dal minuto 2:08 del video)

Sempre a fare da cicerone, lei sola, tenendo i fratelli allineati e coperti, come un gendarme tedesco. Con urla imperiose conduceva i fratelli atterriti e li spintonava perché rispettassero la fila; trattandoli come una classe di scolaretti in gita, o in vacanza in colonia, come si faceva tanti anni fa: i ragazzi nelle colonie vivevano tipo un servizio militare, era proprio tutto come in una caserma! Assolutamente deprimente la colonia!
Non ricordo Zita in quale comunità dei Martiri Canadesi facesse il cammino (terza o quarta?); ovviamente era una catecumena di Giampiero Donnini: l'unico che rispetti e a cui si pieghi devota.
Zita che si è sempre vantata di avere - lei sola - questo ruolo di organizzatrice e guida per il Pellegrinaggio di Loreto - che come si sa prevede il canto del Credo sulla tomba di Pietro - poiché, avendo lavorato in Vaticano e per i suoi rapporti con la Segreteria di Stato, lei è l'unica che può ottenere, come di fatto ottiene, il fermo del flusso dei pellegrini in Cripta per il tempo del transito degli eletti fratelli del cammino, con annessa catechesi e canto.

Comunità neocatecumenali
all'Angelus del Papa a Roma
per la "tappa di Loreto"

Poi - seguo i ricordi - Zita correva da un albergo all'altro, dove teneva alloggiato il gregge. Coordinava tutto lei: all'arrivo a lei venivano dati i soldi per il soggiorno e ingressi vari, alle Catacombe o al Colosseo, tutto compreso. Zita ritirava il maloppo - forse è superfluo precisarlo, rigorosamente in contanti -. dai vari responsabili delle Parrocchie e li cacciava infondo alla sua enorme e lisa borsa portatutto... Zita si recava, sempre di corsa, prima in un albergo, poi in un altro. Ad ora di cena, si sedeva anche lei a tavola con i catechisti di turno... Poi furtiva all'improvviso si allontanava dicendo: "Scusate, devo controllare in cucina!". Mi incuriosiva davvero Zita, un personaggio da romanzo. Una volta la seguii in cucina, aprii la porta e spiai... era con le mani in una enorme scodella di insalata, curandone la preparazione come fosse un rito... i camerieri intorno, come chi già conosce a memoria la procedura!

Beh, non potevo resistere e glielo chiesi: "Oh Zita, ma che facevi con le mani nell'insalata?". E lei: "L'insalata nessuno la sa condire! Fondamentale la giusta quantità di sale, poi va girata con le mani rigorosamente, quindi si aggiunge l'aceto quanto basta, infine l'olio, né molto, né troppo poco, poi va girata di nuovo per bene; questo è essenziale! Nessuno sa fare l'insalata come me, in cucina lo sanno e aspettano che io arrivi, vado sempre io a condirla, questa è una regola fissa che va rispettata!". Mangiava insalata come una capra e....anche tutto il resto; così in entrambi gli alberghi di sicuro. (Superfluo anche precisare che io l'insalata alla Tappa di Loreto non l'ho mangiata mai più).
Zita girava e girava da sola per la città, come una zingara, sempre di corsa. Non so dove mai abitasse a Roma di preciso. Sicuro una casa l'aveva, da qualche parte! Ma non riesco proprio ad immaginare come potrebbe essere la casa di Zita! Sempre indaffarata, tutto il giorno, riforniva la sua enorme borsa di ogni ben di Dio, prendendo le sue provviste dagli alberghi. Certo non aveva il tempo di tornare a casa e cucinare.
Girava con la sua macchina, tenuta in uno stato penoso; dentro di tutto: panni, pacchi, riviste e giornali, scarpe: una casa viaggiante, scombinata come lei. "Zita, ma che ti porti dietro?". Se apriva il suo portabagagli, scoprivi che si portava appresso un'intera Sacrestia; non mancava proprio nulla, dal turibolo con l'incensiere, stole, camici, un piviale, croci astile, icone, almeno un tappeto...Aveva di tutto, per qualunque emergenza. Rispondeva: "Vivo più in macchina che a casa! A volte sono talmente stanca che, arrivata sotto casa non riesco neanche a salire sopra e.....dormo in macchina! Si dorme benissimo nella mia macchina!". Zita non aveva paura di niente!
Zita, una istituzione nel cammino neocatecumenale (Ovviamente, dietro di lei sempre il potente Giampiero Donnini, braccio destro di Kiko, plenipotenziario del "POTENTE CAMMINO")
Zita, donna inossidabile, indistruttibile, bionica.
Non vi nascondo il mio stupore quando ho avuto l'avventura, dopo anni, di intrattenermi con una mia vecchia conoscenza che ancora fa il cammino.
Non ho saputo resistere e gli ho chiesto: " Ascolta! Toglimi una curiosità: Ma a Roma chi organizza il pellegrinaggio di Loreto? Non dirmi che ancora c'è Zita, con quei ritmi!?"
Risposta: " Zita, certo, sempre Zita!, perché?"
Bah, hanno un'energia, questa gente, impressionante! Kiko in testa, che non c'è chi lo uccide! Gente infoiata, in tutti i sensi...non è normale, neanche questo!

La cara "Zita da Roma", anche lei un personaggio da "zingareide", senza alcun dubbio.
___________

Testimonianza di un Anonimo:

"Zita, che ci fece aspettare 3 ore sotto il sole fuori S. Pietro in fila per due e guai a muoversi o a togliersi qualcosa dalle spalle (come se fossimo già entrati nella Basilica)! Zita che correva a destra e a manca per vedere se eravamo bene allineati e guai a parlare!
Pax, cosa mi hai ricordato!
Non so se ridere o piangere. Che personaggio strano. Lei ci diceva che solo lei poteva condurre i NC perché glielo avevano concesso "dall'alto" che poi guai a chiderle cos'era questo "alto".
Zita e la sua auto piccola blu stracolma di cose dove non aveva nemmeno il posto per sedersi.
Il bello (o brutto) che tutti noi l'abbiamo considerata una squilibrata, una fuori di testa e ci abbiamo riso sopra . E ci siamo domandati perché avere bisogno di una persona cosi in quel momento che doveva essere di riflessione e di preghiera e non di mormorio per il caldo o per le pretese di tenerci allineati come bambini in gita scolastica.
Tra noi c'erano (normale) anche donne incinta e per farle capire che almeno loro dovevano sedersi all'ombra ...ce n'è voluto!
Zita non la dimentichero' mai. Sarà forse stata un ex hippy?
Zita peggio di un Polizeiführer..."

30anni risponde:

"Allora credo che l'abbiamo scampata bella. Quando una 15na di anni fa facemmo il pellegriinaggio di Loreto abbiamo fatto l'ingresso in San Pietro dalla porta centrale ("aperta eccezionalmente per noi" ci venne detto) incolonnati per due e con in testa un suonatore di organo elettrico portatile ("in S.Pietro non si possono portare le chitarre" ci dissero) ma non mi ricordo "presenze" di questo tipo. Forse era malata :-)

P.S.
La descrizione che avete fatto non sembra adattarsi ad una madre di famiglia con (molti) figli ma piuttosto ad una zitella (pardon ragazza) senza la vocazione al monastero.
Tra l'altro il nome è interessante perché è una perfetta sintesi di opposti; può essere visto come diminutivo di zitella, o come sinonimo di fidanzata (v. dialetti siciliani) :-)"


Tanti anni fa faceva tutto lei, letteralmente, come abbiamo raccontato. Ma, col passare del tempo, le comunità alla Tappa di Loreto sono state sempre più numerose. Così anche Zita, che non ha il dono della bilocazione, ha dovuto avvalersi della collaborazione di altri delle comunità.
Intanto, per i Continenti all'altra parte del mondo, sono stati designati Santuari Mariani in quelle stesse Nazioni, per non costringere tutti a un viaggio infinito. Di certo almeno le prime comunità sono state tutte a Loreto. Col tempo, poi, si è scandito il Pellegrinaggio in Italia su due diversi giorni della settimana: uno dal venerdì al lunedì successivo, come sempre, l'altro dal sabato al martedì; un flusso continuo! Ecco che qualcuno si è risparmiato la Zita!

Infine, quella del nuovo "carisma della zitella (pardon ragazza) senza la vocazione al monastero" è mitica!
In questo Zita somiglia sorprendentemente a Carmen, un'unica tipologia! Anche questi sono "frutti del Cammino".

martedì 26 giugno 2018

Chi ha detto che la Carmen è una santa di categoria superiore?

Tipico "santino" circolante
tra neocatecumenali su Facebook
Mettiamo sotto i riflettori un commento inserito in una delle recenti pagine del blog:
"Sono responsabile di una comunità neocatecumenale, e posso garantire a tutti che mai e poi mai ne Kiko ne i responsabili della nostra zona ne i catechisti ci hanno parlato di Carmen come santa. Ci hanno parlato e ci parlano sempre di lei come una persona innamorata di Gesù Cristo, che insieme a Kiko sta rivoluzionando il modo di farci vivere la Chiesa Cattolica di nostro Signore Gesù ed i sui insegnamenti. Il tutto fatto con l'approvazione ufficiale di vari Papi tra cui, cito Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco."
In primo luogo ci soffermiamo sul primo capoverso:
"Sono responsabile di una comunità neocatecumenale, e posso garantire a tutti che mai e poi mai ne Kiko ne i responsabili della nostra zona ne i catechisti ci hanno parlato di Carmen come santa."
Caro responsabile di comunità neocatecumenale, rinfreschiamo un po' la memoria a te e a molti tuoi confratelli che dimostrano gravi problemi mnemonici, logici e attentivi.

Kiko, nella sua lettera del 20 maggio 2017 recapitata a tutte le comunità in cui chiede soldi anticipati perché non si fermi la sua evangelizzazione, scriveva:
"Coraggio! I miracoli che Dio sta facendo con il Cammino in tutto il mondo sono impressionanti: inoltre Carmen, che è una santa, diciamo di “categoria superiore”, e che speriamo che, giunto il suo momento, sia canonizzata, ci aiuterà dal Cielo, e soprattutto vi aiuterà ad essere generosi con il Signore."
Quindi, caro responsabile, tu che hai fatto la colletta prescritta e che certamente hai letto l'epistola di Kiko in comunità, non puoi aver dimenticato che in essa egli definiva Carmen santa ma non solo santa: santa di una categoria superiore.
Santa, non per modo di dire, ma santa da essere elevata immantinente sugli altari, visto che il leader ispanico aggiunge "speriamo che, giunto il suo momento, sia canonizzata".

Kiko a Trieste il 24 giugno 2017, cioè appena il mese successivo, insiste sulla canonizzazione della Hernandez, e la dà per certa, insieme naturalmente alla propria. Abbiamo infatti constatato che ha detto, ne fa fede il video girato per l'occasione:
«...come mi diceva un giornalista tedesco: "Com'è un uomo che sa che sarà canonizzato?»
«Tu pensi che mi canonizzeranno?»
«Carmen senza dubbio, dopo i suoi scritti,  forse è necessario per voi e per il futuro del cammino, non lo so...»
Abbiamo presentato due occasioni in cui Kiko ha dato per  scontata la santità in vita di Carmen Hernandez. Ma non basta!

Il 15 novembre 2017, alla Presentazione della raccolta di pensieri attribuiti a Carmen "Diari 1979-1981", trasmessa in streaming, una imbarazzante Costanza Miriano, parlando di Carmen, sorella "molto maggiore" che lei non ha comunque mai conosciuto, afferma:
"Non dubito che Carmen sia Santa, senza dubbio!"
Di rincalzo, un Kiko che rivela di non aver mai capito la depressione cosmica di questa donna che conosceva da una vita, dichiara senza pudore:
"Perché Carmen è una donna con un grado di santità unico e non poteva essere diversamente, visto la missione che Dio ci ha dato!"
Di nuovo, una affermazione di santità in mondovisione per Carmen Hernández e per se stesso, che al responsabile di comunità che ha scritto con tanta sicumera a Osservatorio deve essere sfuggita... pazienza, non è mai troppo tardi per ricredersi e riconoscere le proprie disattenzioni.
Non saremo noi a gettare addosso la croce al povero responsabile, sicuramente oppresso dai problemi di raccogliere decime, comprare icone, pagare parroci, eccetera eccetera.

Non basta: di santità e di canonizzazione di Carmen, il leader del Cammino Neocatecumenale aveva parlato anche in un'intervista del 21 giugno 2017, citata in un nostro articolo, questa volta attribuendo alla diocesi di Madrid l'intenzione di forzare la Santa Sede ad una procedura si canonizzazione eccezionale, un "santa subito".
"Qui vedo che i frutti del Cammino si devono in gran parte proprio a questo amore, segreto, profondo e nascosto, che Carmen aveva per Gesù Cristo.
La mia speranza è che i fratelli, anche attraverso la lettura di questo Diario, conoscendo questo amore profondo che Carmen aveva per Cristo possano chiedere sue intercessioni al Signore. Affinché Carmen, ora non più con noi, possa diventare “intercessora” per l’opera di evangelizzazione che sta portando avanti il Cammino in tutto il mondo e giungere alla canonizzazione.
La Diocesi di Madrid vorrebbe già avviare le procedure per la canonizzazione perché dicono che sarebbe un bene non soltanto per il Cammino, ma per l’intera Chiesa." 
Vogliamo accennare alla convivenza di inizio corso 2017-2018, la capostipite tenuta a Porto San Giorgio a cavallo fra settembre ed ottobre 2017?
In essa c'è addirittura una sezione dedicata alle procedure da seguire per comunicare le grazie ricevute per intercessione di Carmen in vista del suo processo di beatificazione:
Citiamo solo una frase, sempre di Kiko che "mai e poi mai" avrebbe, secondo il nostro caporesponsabile sopra citato, parlato di Carmen come fosse santa:
"Non c’è bisogno che il medico scriva un attestato, se avete ricevuto una grazia scrivetelo: avete ricevuto una grazia? Ditelo. Ho chiesto questo a Carmen e me lo ha concesso. "
All'annuncio di Quaresima infatti, già era stato comunicato a tutti un miracolo di Carmen:
"E Carmen sta facendo delle grazie a tanti fratelli.
Dovreste comunicarci questi fatti. Adesso, per es., ci hanno mandato dalla Cina, da Tainan, il racconto di un miracolo che la Madonna ha fatto per intercessione di Carmen."
Abbiamo molte prove della martellante insistenza da parte di Kiko Argüello a comunicare le grazie ricevute da Carmen per forzare la mano a cominciare anzitempo il processo di beatificazione.

Eppure... eppure il nostro capo responsabile scrive:
"mai e poi mai né Kiko né i responsabili della nostra zona né i catechisti ci hanno parlato di Carmen come santa".
È una triste bugia? Sicuramente sì. Però abbiamo constatato per esempio che nel 2018 la grande insistenza sulla santità della fondatrice è andata scemando, e forse è passata pure la parola d'ordine "non dite che vogliamo la Carmen santa". Sappiamo che per il neocatecumeno medio ogni affermazione, anche la più contraddittoria,  se viene dalle massime gerarchie del Cammino, diviene verità, oltretutto con valore retroattivo: quindi forse per questo tanto si affannano a negare ciò che fino a ieri è stato proclamato sui tetti un po' ovunque e ha suscitato gran sfoggio di devozione popolare: santini, preghiere di intercessione, altarini pagani con foto della Santa in pectore.

Il nostro caporesponsabile concludeva il suo commento scrivendo:
"(Carmen) insieme a Kiko sta rivoluzionando il modo di farci vivere la Chiesa Cattolica di nostro Signore Gesù ed i sui insegnamenti.
Il tutto fatto con l'approvazione ufficiale di vari Papi tra cui, cito Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco."


Papa Francesco a Tor Vergata ha "dimenticato" Carmen
Senza dubbio, il tentativo di sovvertire insegnamenti della Chiesa e di Gesù semplicemente rivoluzionando il "modo" in cui li si vive, è proprio del Cammino.
La approvazione dei Papi a questo capovolgimento, da dove risulterebbe?
Per fermarci solo all'ultimo di essi, Papa Francesco, a Tor Vergata vi ha completamente smontato il giocattolo, non riconoscendo al Cammino nessun ruolo profetico, non accennando neppure alle sue  catechesi ma lodando esclusivamente chi evangelizza con la propria vita e il proprio esempio.

Papa Francesco non ha neppure voluto cantare il Te Deum di ringraziamento per il cinquantesimo del Cammino: infatti il Te Deum, programmato subito dopo il suo saluto, è scivolato a dopo la frettolosa "fuga" del Pontefice dal palco del Giudizio Universale kikiano..
Ma soprattutto, dato non indifferente, il Pontefice non ha riservato una sola parola, un seppur piccolo ricordo, alla vostra fondatrice, né come santa, né come catechista, né come donna. Ben diverso il suo comportamento pochi giorni dopo tra i focolarini di Chiara Lubich e i Nomadelfi di don Zeno Saltini.

Quindi, chiediamo ai fratelli del Cammino: smettetela con le bugie, per favore.
A mentire, non solo si fa peccato, ma si fanno anche grandissime brutte figure.

domenica 24 giugno 2018

Un altro predatore sessuale protetto dal Cammino Neocatecumenale

Abbiamo appreso recentemente del caso del cardinale Theodore McCarrick, quasi ottantottenne, punito recentemente dalla Santa Sede per abusi sessuali su minori.

Dopo 19 anni di sacerdozio (periodo 1958-1977) - durante i quali sarebbero avvenuti quegli abusi sessuali - anni in cui ha praticamente ricevuto solo nomine "politiche" di incarichi tutt'altro che pastorali (salvo una mini nomina a viceparroco nel 1970-71), diventa vescovo ausiliare di New York. Dopo varie promozioni si ritrova vescovo di Newark e lì, nel 1994, sostenuto da un certo Gennarini, vi apre un seminario Redemkikos Mater.

Già in tali anni, come riconosciuto anche dal neocatecumenale Cernuzio e da Tornielli nel solito articolone per correre ai ripari (virgolettandogli la più docile delle difese), McCarrick ha avuto "tre accuse di cattiva condotta sessuale con adulti", due delle quali hanno portato a pagare risarcimenti (se anche uscisse assolto dal processo per abusi su minori, resta il fatto che ha avuto una "cattiva condotta sessuale con adulti" - talmente cattiva da dover pagare risarcimenti per evitare guai peggiori... e quella "cattiva condotta sessuale" avveniva proprio negli anni in cui si infognava col neocatecumenalismo).

In tutta la sua attività episcopale si nota che in ogni posto che visitava o che gli veniva affidato, si impiantava subito dopo una testa di ponte del Cammino. Per esempio, nel 1998 è divenuto anche ordinario delle isole Turks e Kikos, noto paradiso fiscale con appena tremila cattolici, e magicamente anche lì viene impiantato il Cammino (due piccioni con una fava) e rifornito esclusivamente di presbiteri neocatecumenali.

La ciliegina sulla torta è arrivata a novembre 2000, con la sua promozione all'arcidiocesi di Washington e conseguente nomina a cardinale: ha trovato il tempo di aprirvi un altro seminario neocatecumenale Redemkikos Mater, quello di Hyattsville.

Giunto ai 75 anni presenta le dimissioni - come richiesto dal Diritto Canonico - e si ritira in un appartamento fornitogli dal Cammino Neocatecumenale all'interno di tale seminario: è il 2006, ed è il primo prelato "pensionato" in una proprietà neocatecumenale. Non smette mai di propagandare il Cammino e si dà da fare per la Domus Galilaeae di Kiko. Ha lasciato quell'appartamento solo recentemente, in seguito allo scandalo.

Si può dire dunque - come già fatto da Jungle Watch - che il Cammino Neocatecumenale ha protetto un altro predatore sessuale (in più all'allestire una "ferrovia sotterranea per predatori sessuali"): c'è da chiedersi se tutta quella frenesia di impiantare comunità di Kiko e seminari di Kiko abbia una relazione con quella "cattiva condotta sessuale" con seminaristi e preti (tale da dover pagare risarcimenti prima che diventi pubblica).

Nella mentalità neocatecumenale, infatti, "l'uomo non può non peccare", cioè si finisce per smettere di resistere alle tentazioni, tanto poi in comunità ci si proclamerà peccatori (facendo magari una "richiesta di perdono" o una "confessione pubblica", opportunamente annotata dai cosiddetti "catechisti"), e si considererà comodamente conclusa la faccenda, infischiandosene della giustizia di Dio oltre che di quella degli uomini.

Il Cammino non è opera di Dio ma del demonio. Se fosse opera di Dio, i responsabili del Cammino farebbero di tutto per tenere ben lontani certi soggetti dall'opera di Dio, per evitare di inquinarla, o almeno per evitare ripercussioni pubbliche. E i fratelli delle comunità si sdegnerebbero moltissimo di fronte all'idea che qualche abusatore sessuale a loro spese ha trovato nel Cammino un rifugio e una "ferrovia sotterranea".

venerdì 22 giugno 2018

Colazioni rinforzate, sale oscurabili e gadget neocatecumenali: albergo neocatecumenale DOC

Riportiamo qui sotto la pubblicità di un albergo, scelto fra le varie le strutture in rete che pubblicizzano la propria disponibilità ad ospitare il cammino neocatecumenale per convivenze di più giorni, oppure solo domenicali, oppure anche per Pasqua o per battesimi e agapi.
Il grassetto è riportato dal testo originale.


ACCOGLIAMO CON GIOIA LE CONVIVENZE DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE !

I più attenti avranno notato l’Icona della Vergine Maria che vi accoglie al vostro arrivo in hotel.

Forti della nostra personale esperienza nel Cammino Neocatecumenale (i proprietari hanno completato il Cammino a Pasqua 2015, mentre diversi collaboratori fanno parte del Cammino) accogliamo con gioia i fratelli cercando di rendere ogni convivenza o passaggio un’esperienza davvero unica.

CONTATTACI PER TUTTI I DETTAGLI!

DISPONIAMO DI VARIE SALE MOLTO LUMINOSE E SENZA COLONNE:

Sala Azzurra: (...) completamente oscurabile (per i lucernari) e può ospitare convivenze fino 130 persone ca.

Sala Rossa: (...)  completamente oscurabile (per i lucernari) . Può ospitare convivenze fino a 40/50 persone

Sala Lilla: Può ospitare convivenze fino a 30/40 persone circa.

Sala Blu: La sala è sotterranea (è necessario scendere dei gradini)...  La sala, completamente oscurabile, è dotata di lucernari e di illuminazione artificiale. Può ospitare convivenze fino a 100/150 persone circa

Sala Verde: (...) L’ambiente è panoramico, con una magnifica vista sul mare. La sala è molto luminosa, ed è oscurabile. Può ospitare convivenze fino a 220 persone circa

Veranda: La veranda coperta con  uno splendido panorama, è un posto ideale per scrutatio e pause meditative.

DISPONIBILITA’ DI SALE PER VEGLIA PASQUALE E AGAPE

Servizi inclusi:
  • Utilizzo della sala riscaldata/climatizzata, attrezzata con tavoli e sedie;
  • Pensione Completa con acqua e vino inclusi ai pasti;
  • Disponiamo di camere molto grandi, ideali per famiglie, spondine da letto, culle, seggioloni;
  • Prima Colazione Continentale a buffet, rinforzata nel giorno del digiuno;
  • Menu solitamente composto da antipastino, due primi, secondo, contorni, frutta o dessert;
  • siamo a disposizione per qualsiasi necessità alimentare (celiachia, allergie, diete ecc) nonché per preparare pappe e pastine per i più piccolini.
  • flessibilità dell’orario dei pasti;
  • Antipasto più abbondante il giorno dell’Eucarestia (Sabato);
  • Torta la domenica con logo del Cammino
  • Disponibilità di angolo corner con acqua durante tutta la convivenza;
  • Possibilità di preparare il pane per l’Eucarestia in cucina;
  • 4000 mq di Parcheggio recintato;
  • Wi-fi gratuito in tutto l’hotel;
  • Fiorista disponibile per composizioni e fiori per mensa con consegna in hotel


Allestimenti previsti:

Fondali con icone del Cammino

  • Pedane
  • Poltroncina per presbitero
  • Tappeti
  • Cavalletto
  • Porta Icona
  • Icona della Vergine
  • Leggio
  • Coprileggio
  • Portacero in ferro battuto
  • Croce del Cammino Merkabà
  • Impianto audio con microfoni
  • Proiettore,
  • lettore DVD e schermo per la proiezione.
  • Sale oscurabili per lucernario;
  • Sala per “Scrutatio”

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mercoledì 20 giugno 2018

Neppure a Foligno ci si salva dalla nuova estetica neocat

QUANDO LA CHIESA NON TROVA PACE:
IL CASO DI SANTA MARIA INFRAPORTAS A FOLIGNO


Che a Foligno amassero i cubi lo potevamo dedurre dal cubo cementizio di Fuksas, costato svariati milioni di euro nonostante l'indiscutibile orrore che ne promana.

Non potevamo immaginare, però, che i cubi venissero anche installati al posto degli altari, come è accaduto recentemente nella chiesa più antica della cittadina umbra, quella di Santa Maria Infraportas.

Eretta nell'XI secolo, Santa Maria Infraportas può vantare uno straordinario numero di rimaneggiamenti e ripensamenti, soprattutto nel corso dell'ultimo secolo.

Vediamo un po' di far luce sul perché delle modifiche che ne hanno lentamente cambiato i connotati, sino al più recente adeguamento liturgico.


Ecco come si presenta il presbiterio della chiesetta nel secondo dopoguerra. Le balaustre sono al loro posto, sulle pareti si notano affreschi probabilmente di epoca settecentesca. Un coro ligneo circonda il presbiterio, mentre le finestre dello pseudo abside sono poste ai lati di una grande pala raffigurante la Vergine Santissima. Una piccola bifora fa entrare la luce dalla lunetta superiore dell'abside. Sull'altare un piccolo tabernacolo sormontato dalla croce e i candelabri con reliquiari incorporati. Notate anche la presenza di due candelabri affissi alle pareti, dai quali pendono due lanterne. Si intravvede sulla sinistra il pulpito ligneo.

Passiamo quindi agli anni '80 ca.:


La chiesa è completamente spoglia, grazie a ripetuti interventi che partono dal restauro del 1957. Il presbiterio è completamente mutato. Non c'è più traccia del coro né tantomeno della pala d'altare. Le balaustre sono state abbattute. Si è scoperta una bifora singola che sale sino alla volta dell'abside. I due solenni candelabri con le lanterne sono stati sostituiti da colonnine con due ceri rossi da camposanto... L'altare sembra ancora mantenere un po' di solennità. Per il resto sembra di essere in un bianco trullo di Alberobello...

Arriviamo dunque al 2000, quando la chiesa diventa anche luogo di incontro di gruppi neocatecumenali:


Ecco apparire un ambone con tanto di trinità kikiana (un rifacimento di quella famosa di Rublev). Le sedi dei celebranti sono messe dinanzi all'altare. Una Madonna e un Crocifisso appaiono misteriosamente a visitare questo luogo spoglio e violentato dall'uomo. Due vasi di fiori, al posto delle due colonnine con i lumini rossi, abbelliscono un presbiterio ormai privo della sua solennità. Tappeti persiani servono a dare decoro ad un luogo che ormai ha perso le ragioni del suo decoro. La bifora dell'abside è coperta da una tela priva di cornice, secondo la prassi sciatta e archeologistica particolarmente in voga negli ultimi vent'anni. All'intonaco bianco trullesco si sostituisce la scoperta della pietra viva.

Veniamo quindi ai giorni nostri. Il presbiterio ha ancora una volta cambiato volto! Sui lati sono state aperte due arcate che lo mettono in comunicazione con le piccole navate laterali, secondo il principio della "comunicazione democratica" fra presbiterio e luogo dell'assemblea. Le sedi sono passate dietro l'altare che questa volta ha preso la forma di un cubo di pietra. Ancora una volta riappare una finestra istoriata sull'abside che prende il posto della precedente pala d'altare. Tre candelabri palesemente kitsch sono deposti ai piedi dell'altare. Due statue nelle nicchie dell'abside sono testimoni silenziosi dell'ennesimo cambiamento...


Da quest'altra foto possiamo poi vedere come siano comparsi nuovi banchi dal design moderno, privi di inginocchiatoio...


P.s. il Tabernacolo non si sa che fine abbia fatto... Pare che alcuni cittadini abbiano indetto una caccia al tesoro... ma la Diocesi ha fatto sapere che di quel tesoro non gliene importa proprio un fico secco!

(articolo di Francesco Colafemmina,
originariamente pubblicato a luglio 2010
su Fides et Forma)

lunedì 18 giugno 2018

Foggia: neocatecumenalizzazione forzata della parrocchia, nonostante le migliaia di firme contrarie

Un parroco di Foggia vuole sostituire il grande crocifisso venerato dai fedeli con una «corona misterica neocatecumenale».

Il parroco è convinto che le immagini di tale "corona misterica" di Kiko sarebbero «bellissime», che «la bellezza salverà il mondo» (indovinate il sottinteso?), e che lo scopo dell'installazione dei dipinti kikiani è quello di «facilitare l'incontro con Dio» (dunque finora in quella parrocchia è stato difficile incontrare Dio?), per cui il crocifisso verrà relegato in una cappellina (insomma, il posto d'onore bisogna per forza darlo ai dipinti di Kiko).

Tempio di Kiko nella Domus Galilaeae in Israele

Citiamo da un articolo di Repubblica del 13 giugno 2018:
"Dostoevskij diceva che la bellezza salverà il mondo – replica, invece, il parroco Roberto Nesta. Le immagini ritratte nella corona misterica sono bellissime, il cui scopo è quello di creare un’aula liturgica bella e accogliente in cui facilitare l’incontro con Dio. Mi preme anche evidenziare – aggiunge il sacerdote – che il crocifisso non verrà rimosso, ma troverà spazio in una piccola cappellina all’interno della stessa chiesa. E’ un’opera mastodontica, della grandezza di 12 metri per 16, tutta dipinta in foglia d’oro, in cui vengono raffigurati tutti i misteri della vita di Cristo. Verrebbe realizzata gratuitamente da una equipe di pittori di fama internazionale: fanno questo servizio per amore al vangelo. La nostra è una comunità molto povera – chiosa il sacerdote - e siamo certi che attraverso le immagini riusciremo ad avvicinare a Dio anche le persone più umili".
Il parroco si affretta a dire che l'opera «mastodontica», «tutta dipinta in foglia d'oro», «verrebbe realizzata gratuitamente» (sarà gratis anche la foglia d'oro?), parlando di una non meglio precisata «equipe di pittori di fama internazionale», eccetera, eccetera.

Nessuno di questi argomenti è convincente per i fedeli cattolici, che vedono in tale operazione solo una neocatecumenalizzazione forzata, come al solito a discapito di tutti coloro che non appartengono al Cammino Neocatecumenale.

I cattolici hanno lanciato una petizione on-line (cliccare qui) che in pochissimi giorni ha raccolto oltre millesettecento adesioni.

Tempio di Kiko allestito in una parrocchia di Cagliari

Da un altro articolo comparso su Lettere Meridiane il 13 giugno 2018 leggiamo:
Sembra che il parroco, con il sostegno della comunità neocatecumenale della Parrocchia, intenda spostarlo in una cappella ubicata parte bassa della Chiesa, per collocare al suo posto una ”corona misterica” di Kikko Arguello (...), artista e nome molto noto del mondo cattolico, per essere tra i fondatori del movimento neocatecumenale.
L'autore della petizione conclude chiedendosi:
Cosa resterebbe delle nostre basiliche, delle nostre cattedrali, delle nostre chiese che custodiscono gioielli di arte che tutto il mondo ci invidia, se dovesse prevalere questa ondata di “nuovismo” che, a quanto pare, non risparmia neanche quei grandi custodi della tradizione francescana che sono i Frati Minori?
Tempio di Kiko realizzato in una parrocchia di Mestre

Ci permettiamo di far notare che nel caso della chiesa di sant'Antonio nel rione San Lorenzo a Foggia, il «nuovismo» in questione non riguarda solo il campo "artistico" ma anche quello della fede.

Il Cammino Neocatecumenale è infatti una «setta protestante-ebraica che di cattolico ha soltanto la decorazione», è un «cavallo di Troia nella Chiesa», come disse mons. Schneider. La neocatecumenalizzazione di una parrocchia non solo è un personalizzarsi lo spazio che sarebbe di tutti, non solo è un insulto a tutti i fedeli che non aderiscono al Cammino, ma è anche un modo per contribuire ad emarginare i cattolici che non hanno come idolo Kiko Argüello, che si vanta di essere esorcista, compositore sinfonico, architetto, pittore, santo, stregato dagli zingari, correttore di inni sacri, eccetera, uno che ama erigere monumenti a sé stesso, ecc., senza contare che il Cammino Neocatecumenale da lui fondato ha il vizietto di proteggere strani personaggi...

Vi invitiamo a riflettere su un paio di punti:

  1. Per venti secoli l'arte sacra ha accompagnato la preghiera e i sacramenti del popolo di Dio. Quale potrà essere, secondo voi, il motivo di sostituire le immagini sacre con quelle di un gruppo particolare?
  2. Per venti secoli il parroco, pur con le sue preferenze in fatto di spiritualità, ha sempre curato tutto il gregge che gli è stato affidato. Come mai all'improvviso un parroco decide di curare solo un gruppo particolare e di imporne la particolare "spiritualità" al resto dei fedeli?

sabato 16 giugno 2018

Una ferrovia sotterranea per i predatori sessuali?

Anche se non siamo in grado di verificarne tutte le notizie riportate, presentiamo qui sotto una nostra traduzione dell'articolo pubblicato ieri su Jungle Watch a cura di Frenchie, dall'isola di Guam (arcidiocesi di Agaña), evidenziandone alcuni passaggi.


I NEOCATECUMENALI GESTISCONO UNA FERROVIA SOTTERRANEA PER I PREDATORI SESSUALI?

Chi ha un po' di conoscenza della storia degli Stati Uniti ha già sentito parlare delle "ferrovie sotterranee" organizzate dagli abolizionisti prima e durante la Guerra Civile, allo scopo di permettere agli schiavi in fuga dal sud di raggiungere qualche più sicuro stato del nord-America o lo stesso Canada.

I libri di storia sono pieni di epici disegni - non di foto, visto che la fotografia all'epoca era ancora ai suoi albori - come questo sopra, lodando le anime coraggiose che hanno rischiato la vita e la salute per salvare gli schiavi.

Sono immagini così forti che vengono ancor oggi usate da gruppi malvagi che propugnano la pericolosa idea dell'abolizione dei confini, che a sua volta ha portato al moderno traffico di esseri umani e a nuove forme di schiavitù, peggiori delle precedenti. Come dice il proverbio: "le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni".

Nel caso del Cammino Neocatecumenale la via dell'inferno è chiaramente lastricata di cattive intenzioni.

Quattro casi da Guam

Riepiloghiamo qui quattro casi di predatori sessuali di Guam, che sono stati esfiltrati da Guam e continuano a vivere una vita ben protetta tra le comunità del Cammino Neocatecumenale:
  1. Il caso Wadeson
  2. Il caso Luis Camacho
  3. Il caso Apuron
  4. Il caso Adrian Cristobal
Ci limiteremo a questi quattro casi specifici poiché i temi del sito web Jungle Watch riguardano principalmente l'arcidiocesi di Agaña. Vogliamo far notare di essere a conoscenza di molti altri casi in tutto il mondo, dall'Australia a Singapore e alla Malesia, dall'Europa e dal Sud America, ma che non sono il nostro problema principale. Vogliamo incoraggiare i cattolici di tali regioni a condurre una loro vigorosa campagna, per sbarazzarsi di quella crescita maligna che inquina la loro chiesa locale.


Il caso Wadeson

Wadeson è nato in Australia, ha compiuto lì tutti i suoi studi e il seminario, per poi entrare nell'istituto dei Verbiti ("Divine Word Missionaries"). Nel 1971 all'improvviso appare a Los Angeles (molto lontano dal territorio tradizionale del suo istituto), per servire in parecchie parrocchie dell'area prima di ritrovarsi accusato di abusi sessuali.

L'arcidiocesi di Los Angeles, ritenendo credibili le accuse, lo priva delle facoltà sacerdotali. Inizia così il suo girovagare nomade: New York, Trenton, Portland, dove praticamente si nasconde in bella vista nelle comunità neocatecumenali.

Marcato come persona non grata negli Stati Uniti, alla fine trova una casa definitivamente qui a Guam, quando grazie alle raccomandazioni di Pius [Sammut], Cristobal e Gennarini, il vescovo Apuron lo incardina nell'arcidiocesi di Agaña.

Nel 2014, in conseguenza delle pubbliche ripercussioni contro Apuron e i suoi abusi, il passato di Wadeson torna a galla: Apuron, sotto pressione, lo rimuove da ogni incarico il 23 luglio 2014. Dopo uno strano balletto di comunicati fra le diocesi di Los Angeles, San Francisco e Agaña, Cristobal decreta che le accuse non sono credibili e Apuron lo reintegra il 14 maggio 2015, appena un mese prima della propria fuga dall'isola quando emergeranno le accuse di abusi sessuali anche per lui ("chi si assomiglia si piglia").

Wadeson, che era tornato nelle sue zone preferite dopo essere essere stato espulso da San Francisco, è stato quindi visto a Trenton, a New York e quindi a Boston, dove aveva trovato temporaneamente rifugio sotto l'ala del cardinal Seán (notoriamente amico del Cammino). È stato anche visto fare il turista nella Domus Galilaeae neocatecumenale, prima di sparire di nuovo. Infine è stato notato a nascondersi in bella vista in Alabama, nei pressi degli uffici di figlio e nuora di Gennarini.

Dopo essere stato reintegrato da Apuron e rimasto nascosto durante l'amministrazione del vescovo Hon, il nuovo Arcivescovo [Byrnes] gli ha discretamente chiesto di ritirarsi, cosa che ha fatto nella scorsa primavera.

È ben chiaro che il Cammino Neocatecumenale ha usato la rete di segretezza delle proprie comunità per nascondere qualcuno che loro sapevano essere in debito con loro e con la loro agenda, e che avrebbe fatto qualsiasi cosa loro chiedessero. Il marchio dell'organizzazione di Gennarini è dovunque sia Wadeson. Una cosa molto, molto preoccupante.


Il caso Luis Camacho

Luis Camacho è figlio del molto influente clan dei Camacho, con suo zio che è stato vescovo delle isole Marianne settentrionali e grande amico di Apuron.

C'è da notare che la famiglia Camacho ha aderito al Cammino Neocatecumenale di Guam fin dagli inizi, e ha prodotto parecchi figli per il seminario neocatecumenale Redemptoris Mater di Guam, oggi caduto in disgrazia e chiuso.

Luis e suo fratello Gabe erano famosi per essersi vantati delle loro ubriachezze e conquiste sessuali nel periodo in cui erano in tale seminario (cfr. il post di Janet B).

Sentendosi sotto pressione con l'urgenza di produrre preti di origine locale, la Curia ha incardinato Luis e gli ha affidato la responsabilità di due parrocchie nel sud dell'isola. A neanche un anno dal suo incarico, Luis viene arrestato in flagrante delicto mentre faceva sesso orale con una minorenne [neocatecumenale, ndt], in una spiaggia appartata ad Agat (la polizia stava investigando su un veicolo sospetto). La cover up malamente organizzata da Cristobal e dal Diacono "sicuro-sicuro" allo scopo di influenzare la polizia locale e i parenti [neocatecumenali, ndt] della minorenne a ridurre l'entità della denuncia è stata una vera farsa. Alla fine, per la pressione insostenibile e per la situazione di Apuron che diveniva sempre più precaria, don Luis ha rassegnato le proprie dimissioni e Apuron le ha accettate.

Mentre Cristobal e il diacono Claros fingevano l'esistenza di un'indagine [diocesana] in corso, don Luis veniva fatto eclissare da Guam e destinato a località ignota. Per fortuna i lettori di Jungle Watch e di Thoughtful Catholic erano già scatenati e non c'è voluto molto tempo prima che qualcuno ci spedisse foto del Luis al negozietto di souvenir della Domus Galilaeae.

Essendo stato beccato nel posto più rinomato del Cammino Neocatecumenale, Luis è sparito di nuovo. Parecchie settimane dopo sono state notate le sue tracce, quando in una parrocchia del Qatar il nuovo "giovane parroco" e nostro fuggitivo è stato scoperto lì. È seguìto uno scambio di lettere tra il vescovo Ballin (suo nuovo protettore), i parrocchiani, Chuck White e il sottoscritto, per mettere in guardia i parrocchiani della minaccia ai loro giovani e per mettere Ballin di fronte alle sue responsabilità di pastore.

Ad oggi il Luis Camacho è ancora nel Vicariato dell'Arabia Settentrionale, nonostante le forti ripercussioni contro il vescovo Ballin. Ancora una volta il Cammino Neocatecumenale ha coperto e nascosto uno dei suoi, a dispetto del rischio che ciò pone ai bambini delle loro stesse comunità e degli altri parrocchiani.


Il caso Apuron

Quello dell'arcivescovo Apuron è un tragico e unico caso di corruzione sessuale e morale.

Nativo di Guam, Anthony Sablan Apuron ha tratto beneficio da un'inedita convergenza di eventi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Chiesa Cattolica a Guam ha dovuto affrontare una situazione davvero difficile: solo uno dei due sacerdoti locali era sopravvissuto al conflitto, e quando il vescovo Baumgartner prese possesso di quello che all'epoca era solo un Vicariato, succedendo al suo predecessore spagnolo, nessuno dei Cappuccini di Detroit che era stato fatto prigioniero dagli occupanti giapponesi riuscì a rientrare. Al vescovo si presentavano edifici distrutti, nessuna scuola, l'amministrazione della Marina non molto disposta a collaborare, e il compito di ricostruire tutto da zero. In mezzo a tante sfide poté ricostruire molto di ciò che era andato perduto, impegnandosi in un grande sforzo per creare un canale per le vocazioni del posto. Molti giovani parteciparono alle sue iniziative e un buon numero di loro entrò in seminario. Fu creato un seminario minore nei pressi della Father Duenas. Da lì nacque un piccolo ma significativo gruppetto di sacerdoti locali, ed un altro nutrito gruppetto entrò nei Cappuccini.

Con il Vaticano II, la Chiesa enfatizzò molto la necessità di reclutare vescovi dalla comunità locale piuttosto che inviarne dall'estero (ma ciò, nel caso di Guam, avrebbe avuto poi conseguenze catastrofiche). Ecco perché Apuron crebbe rapidamente da semplice frate Cappuccino di stanza nelle parrocchie fino a Vescovo Ausiliare. Questo giovane, amichevole e "molto politico", sarebbe diventato [ad appena quarant'anni, ndt] arcivescovo di Agaña.

Sfortunatamente non è tutto oro ciò che luccica. L'arcivescovo Flores (il primo vescovo di etnia chamorro) non aveva molti candidati a disposizione. Durante il suo episcopato avvennero parecchi casi di abusi sessuali: infatti gran parte dei casi che la Chiesa locale sta oggi affrontando riguardano gli anni Settanta, Sessanta, e in qualche caso anche anni Cinquanta. All'epoca le vittime non beneficiavano di una popolazione consapevole di tali problemi. Per cui gli abusi sessuali venivano considerati semplici peccatucci, i preti colpevoli venivano spostati a qualche altro incarico e richiesti di pregare con maggior fervore.

Le notizie sulle piccole tresche di Apuron erano comunemente note: io stesso ne fui messo al corrente negli anni Ottanta, quando incontrai per la prima volta seminaristi di Guam nella Bay Area [di San Francisco, ndt]. Sapevo già della storia del cugino di John Toves e dei suoi tentativi di suicidio. Per cui non fu una sorpresa quando John "il tifone" Toves per primo accusò Apuron. Infatti sarebbe stato tale evento a rivelare agli altri ex chierichetti di Agat che c'erano state altre vittime oltre loro stessi, e che successivamente sarebbe sfociato nella caduta di Apuron.

Ma c'è un altro punto accanto agli abusi sessuali di Apuron: quello della sua corruzione morale a quasi qualsiasi livello. Il suo piacere non era solo sessuale, ma anche finanziario e edonista. È stato questo il suo punto debole che lo ha portato a farsi fratello del Cammino Neocatecumenale attraverso Cristobal e l'agente di Gennarini a Guam: Pius [Sammut] il putrido. Apuron è sempre stato un codardo e un ricattatore, in quel gioco politico per portare avanti i suoi piani. Quando ha infatti dovuto affrontarne le conseguenze, è fuggito e si è nascosto. Il Cammino Neocatecumenale e la sua rete lo hanno aiutato in ciò, sostenendolo attraverso i media, ingannando il più possibile per salvare una qualsiasi apparenza di decenza. Decenza che lui non aveva mai realmente avuto.

Ecco perché quell'uomo, che ha rovinato così tante vite e carriere, e distrutto tante famiglie, e contemporaneamente consegnando i suoi poteri episcopali ai neocatecumenali, si è ritrovato in esilio dall'isola che gli aveva dato tutto. Gli antichi greci non avrebbero potuto comporre una storia più drammatica di questa. Apuron è sempre stato un impostore, ed è ciò che rimane ancor oggi, mentre viene nascosto nelle comunità [neocatecumenali] della California, venendo scarrozzato in giro dai suoi burattinai, fingendo di essere una vittima.


Il caso Adrian Cristobal

Anche Adrian Cristobal è un figlio di Guam. L'aspetto più interessante riguardo Adrian è che tutti i segnali di allarme, nel suo caso, sono stati in rosso per interi decenni. A cominciare dai suoi primi giorni alla Father Duenas Memorial School, ai suoi giorni a S. Joseph e S. Patrick, tutti quei segnali indicavano un individuo problematico con seri problemi psicologici, sufficienti a impedirgli persino oggi di essere accettato in un seminario.

Adrian non è mai stato molto sveglio, ma ciò che gli mancava nell'intelligenza l'ha compensato con la sua cattiveria, le sue gelosie, le sue invidie, i suoi risentimenti. Infatti le relazioni che lo riguardavano erano così cattive su certi aspetti critici, che il seminario di S. Patrick rifiutò di sostenere la sua candidatura al sacerdozio. Omosessuale, schiavo della pornografia, con una forte attrazione al denaro e al potere: caratteri che possono essere trovati in tanti individui ma, nel suo caso, tutte le motivazioni per il suo piacere erano nel bisogno di controllare gli altri, ferirli, ed affermare il suo potere. Adrian ha tutte le caratteristiche di un sadico profondamente radicato. Gode nell'infliggere dolore alle persone, sia fisico che psicologico. Il fatto che Apuron acconsentì ad incardinarlo qui [a Guam], e il fatto che più tardi il Cammino Neocatecumenale riconobbe le sue "qualità" decidendo di reclutarlo per il loro take-over dell'arcidiocesi, dà luogo a tante domande.

Per molti anni dopo il suo ritorno da Denver e la sua instancabile ascesa al potere, Adrian si sentì intoccabile. La sua arroganza era pari solo al suo pessimo carattere. Divenne l'architetto principale (sotto la guida di Pius) della tentata conquista dell'arcidiocesi di Agaña. Sapevamo da un bel pezzo che aveva abusato per anni di ragazzi che gli erano stati affidati. Ma molte delle sue vittime sono ancor oggi troppo spaventate per testimoniarlo.

Quando il regno di Apuron ha incontrato un'improvvisa fine, Cristobal e Quitugua hanno lavorato sodo per spazzar via molta della documentazione che avrebbe potuto essere usata contro Apuron, contro loro stessi o contro i neocatecumenali. Ciò ha infine portato Cristobal a decidere di chiedere tempo per degli studi di Diritto Canonico [lontano dall'isola, ndt], un titolo di studio che anche stavolta non è riuscito a conseguire. Dopodiché ha chiesto di continuare a servire le comunità neocatecumenali in Arizona, rifiutando di rientrare a Guam e di accettarvi un incarico a Umatac.

Ma mentre era lontano, parecchie delle sue numerose vittime hanno trovato il coraggio di farsi avanti e avviare un procedimento legale contro il Darth Vader di Hagåtña. Che ora sembra voler seguire i passi degli altri abusatori. E il Cammino Neocatecumenale gli sta dando rifugio in una località sconosciuta, con l'obiettivo di non farsi ridurre allo stato laicale e di trovare un vescovo disposto ad accoglierlo.

Corre voce che Gennarini è assai furioso per questo colpo di scena perché aveva investito veramente parecchio nel coltivare Cristobal per lo zucchetto da vescovo. Un successo mancato di un soffio. Nel frattempo Cristobal sta lavorando sodo per coprire le sue tracce e specialmente i suoi asset finanziari, in pericolo per le imminenti azioni legali. Conviene restare sintonizzati su questo caso, perché potrebbe espandersi molto di più.



Conclusione

In tutti e quattro i casi, il Cammino Neocatecumenale ha identificato un prete fallito e ne ha sfruttato i fallimenti per controllarlo.

Il Cammino è stato capace di proteggere quei colpevoli di abusi e disposto a farlo. Quei preti sono stati messi in grado di allontanare gran parte delle brutte conseguenze delle loro azioni, raccontando favolette, spacciandosi per vittime di una persecuzione dovuta alla loro appartenenza al Cammino.

Sappiamo che questa è solo la punta del proverbiale iceberg. La Chiesa istituzionale deve risvegliarsi da questa situazione, perché ciò ha tutti i segni di uno scandalo dieci volte più grosso che quello dei Legionari di Cristo.

(testo originale di
Frenchie, su Jungle Watch)

giovedì 14 giugno 2018

Zingareide kikiana

ZINGAREIDE


«Io ho vissuto esperienze stupende nelle baracche in mezzo agli zingari, che hanno grandi valori umani , dove la famiglia, l'unione del clan, l'ospitalità, sono cose che valgono molto più del denaro. vi racconto un fatto. Gli zingari, se possono, normalmente scappano e non fanno il servizio militare, ma è successo che un giovane zingaro doveva partire per fare il servizio militare in Africa. Non vi dico la tragedia! Per congedarlo, hanno fatto 5 giorni di festa, cantando, ballando, mangiando e bevendo. Siccome doveva fare un viaggio di tre giorni, prima in treno e poi in nave, perché stesse più giorni con loro, sapete cosa hanno pensato? Dei soldi, chi se ne frega! Hanno fatto una colletta tra tutto il clan per pagargli il viaggio in aereo! E allora su: altri tre giorni di festa mangiando, bevendo, ballando, prima di separarsi da lui.

Gli zingari non permettono il divorzio, né l'adulterio, né l'aborto. Per loro avere figli è qualcosa di grande. Quando una zingara non può più avere figli è molto dispiaciuta; la menopausa, in questo senso, è per lei una grande tristezza. Gli zingari hanno valori umani stupendi. Se uno zingaro chiede un favore a un altro zingaro, questi, anche se è suo nemico, è disposto a fare qualunque cosa per lui».
(fonte: Kiko Argüello,
catechesi dal mamotreto "approvato" Traditio).

NOSTRE ANOTACIONES SUL TESTO DI KIKO:

La "Zingareide", naturalmente, è un poemetto prosastico di lode agli zingari spagnoli, meglio conosciuti con il nome di "gitani". I gitani sono noti per le loro pratiche magiche, che sovente utilizzano nell'accattonaggio al quale sono dediti. La loro specializzazione sta negli incantesimi d’amore e nelle maledizioni, prassi nelle quali anche i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali non sfigurano. Famosi, infatti, sono i love bombing neocatecumenali; meno note al grande pubblico sono le maledizioni lanciate ai Faraoni e a chi critica il Cammino.

Come riuscirono i gitani a infatuare Kiko? Cosa imparò Kiko da essi? Lo si evince dalla etnologia e dalla catechesi.

I gitani sono esoterici e praticano la profezia e la divinazione. C'è da supporre che da essi Kiko abbia appreso le sortes (che il fondatore utilizza nell'invio degli adepti in missione) e le scrutatio. A proposito di esoterismo è interessante notare che, prima di Kiko, fu René Guénon, il fondatore della Chiesa gnostica, a interessarsi di zingari. Nell'articolo «Il Compagnonaggio e gli Zingari» Guénon presentò interessanti analogie fra zingari ed ebrei, e zingari e compagnoni. I compagnoni - termine che deriva dal latino cum panis, cioè "chi condivide il pane" - sono anche gli iniziati al secondo grado della Massoneria. I compagnoni si chiamano fra di loro con l’appellativo "passante", vocabolo che viene utilizzato pure per designare gli zingari: studi più approfonditi potranno, forse, dimostrare che Kiko acquisì dai gitani la sua fissazione per il verbo "passare" e per il vocabolo "itinerante".

L'analisi dei brani della "Zingareide" di Kiko fornisce molti spunti per intendere le prassi del Cammino.
"Hanno fatto 5 giorni di festa, cantando, ballando, mangiando e bevendo": qui, forse, c'è l'origine di varie consuetudini liturgiche del Cammino Neocatecumenale.

"Dei soldi, chi se ne frega! Hanno fatto una colletta tra tutto il clan per pagargli il viaggio in aereo!". Come non immaginare che ci troviamo al cospetto del parto di una delle grandi invenzioni postconciliari del Cammino, quella del fondatore che viaggia in aereo privato e mangia a sbafo, a spese della comunità?

"Per loro avere figli è qualcosa di grande": è l'apertura alla vita nel Cammino. Quando una donna neocatecumenale non può avere figli è molto dispiaciuta, ne va della dimensione del clan. I figlioletti dei gitani, poi, sono molto importanti. É vero, normalmente non vanno a scuola, ma ci pensano i papà a catechizzarli, a insegnare loro un mestiere per procacciarsi il pane, e a tramandare le conoscenze esoteriche, naturalmente. Da qui, con altissima probabilità, il rifiuto dei catechisti del Cammino di usare altro che i mamotreti di Kiko.

"Se uno zingaro chiede un favore a un altro zingaro, questi, anche se è suo nemico, è disposto a fare qualunque cosa per lui". Presumibilmente, è da questo comportamento che Kiko apprese la lezione "ama il tuo nemico".

Tra "i valori umani stupendi" citati da Kiko, gli apologeti un giorno spiegheranno che a un valore il Cammino si ispirò particolarmente: l'unione del clan.
Rimane un arcano solo da svelare: come mai Kiko Argüello si stabilì nella parrocchia romana detta dei Martiri Canadesi, in un quartiere borghese, e non in uno come il litorale di Ostia?