domenica 29 settembre 2019

«Signora, evangelizzazione sì, proselitismo no»

Kiko assegna le zone da "evangelizzare"
per conquistare nuovi proseliti al Cammino
Dedichiamo questi brevi pensieri a chi si è chiesto, con l'ansia nel cuore e un pizzico di dispiacere, se davvero la notizia diffusa con tanto entusiasmo dall'ufficio stampa Neocatecumenale, cioè che il Pontefice Papa Francesco avrebbe elogiato Kiko Argüello, Mario Pezzi e Ascension Romero per il fatto che il Cammino Neocatecumenale veramente evangelizza e "non fa proselitismo", fosse autentica.

Ci sono molti elementi che fanno concludere che la notizia non può essere vera.

In primo luogo, ciò che Papa Francesco ha fin dal primo momento detto di pensare del Cammino Neocatecumenale, e che ha formato oggetto delle sue ormai celeberrime "tre tirate d'orecchio" nel suo discorso fatto durante l'udienza del febbraio 2014, è esattamente antitetico a quanto in questa occasione avrebbe espresso; ci riferiamo in particolare all'esortazione a conservare la comunione con le Chiese particolari nelle quali intendevano evangelizzare.

Queste le esatte parole del Papa:
«La comunione è essenziale: a volte può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli ciò che il vostro itinerario esigerebbe, pur di garantire l’unità tra i fratelli che formano l’unica comunità ecclesiale, della quale dovete sempre sentirvi parte».
Molto più recente, però, è un altro elemento ancor più stridente con la tesi neocatecumenale sugli elogi rivolti al Tripode da Papa Francesco.

Sul quotidiano Avvenire sono stati pubblicati alcune parti della chiacchierata informale che Papa Francesco ha avuto durante la propria recente visita in Mozambico con i propri confratelli gesuiti.

Kiko e i suoi "pardos" con l'immancabile cartina
alla conquista del pianeta
ll Papa avrebbe detto, fra le altre cose: 
"L'identità stessa della Chiesa è evangelizzare. Purtroppo, però, non solamente nelle sètte, ma anche all'interno della Chiesa cattolica ci sono gruppi fondamentalisti. Sottolineano il proselitismo più che l'evangelizzazione".

Secondo voi, quali potrebbero essere questi "gruppi fondamentalisti all'interno della Chiesa"? 
Gruppi, evidentemente strutture organizzate laicali - altrimenti il Papa avrebbe parlato di Ordini  religiosi - che si dedicano, statutariamente, all'evangelizzazione?
Opus Dei? Escluso. Rinnovamento nello Spirito? Escluso. Comunità di base? Escluso. 
Vi sfido a dire un nome che non sia quello del Cammino Neocatecumenale.

Che il Cammino Neocatecumenale faccia solo proselitismo, risulta chiaro anche dal prosieguo del discorso di papa Francesco:
«L'evangelizzatore "NON VIOLA MAI LA COSCIENZA: annuncia, semina e aiuta a crescere. Aiuta.
CHIUNQUE FACCIA PROSELITISMO, INVECE, VIOLA LA COSCIENZA DELLE PERSONE: NON LE FA LIBERE, LE FA DIPENDERE. L'evangelizzazione ti dà una dipendenza «paterna», cioè ti fa crescere e ti libera. IL PROSELITISMO TI DA' UNA DIPENDENZA SERVILE, DI COSCIENZA E SOCIALE. La dipendenza dell'evangelizzato, quella «paterna», è il ricordo della grazia che Dio ti ha dato. IL PROSELITO INVECE DIPENDE NON COME UN FIGLIO, MA COME UNO SCHIAVO, CHE ALLA FINE NON SA COSA FARE SE NON GLI VIENE DETTO.»
Solo oggi però abbiamo avuto quasi l'immagine fotografica dei "gruppi fondamentalisti" di cui parlava Papa Francesco.

Prima però vi ricordiamo un episodio famoso, ormai, quello dei "figli come conigli", utile per comprendere le reazioni immediate, diremmo quasi epidermiche, del Pontefice di fronte al fanatismo neocatecumenale.

Il Papa, in una sua intervista alla stampa in aereo, di ritorno da un viaggio apostolico nelle Filippine, a proposito del concetto cattolico di paternità responsabile, ebbe a dire: «ho rimproverato alcuni mesi fa in una parrocchia una donna perché era incinta dell’ottavo figlio, con sette parti cesarei. "Ma lei ne vuole lasciare orfani sette?", le ho detto. Ma questo è tentare Dio. Parliamo di paternità responsabile"».
Sappiamo che la signora era una Neocatecumenale al settimo cesareo che si era voluta vantare con il Papa della sua grande “fede”; il Papa ha voluto riferire questo scambio di battute per chiarire che "fare figli come conigli" non era certo un obbligo per il cattolico, né un'opzione desiderabile.

Kiko dona al Papa un "san Francesco Saverio"
identico al protagonista del film d'animazione
"La strada per El Dorado"
(allude forse all'El Dorado che ha scoperto
con il suo Cammino?)

Molto simile è la situazione che il Papa racconta ai confratelli gesuiti in Mozambico per chiarire il proprio concetto di evangelizzazione. Leggiamo insieme dal resoconto pubblicato da Spadaro su "Civiltà Cattolica":
«A un certo punto, rispondendo alla domanda del padre Bendito Ngozo, che lo interpella sul problema delle sette protestanti e del proselitismo, il papa racconta: «Oggi ho sentito una certa amarezza quando ho concluso l’incontro con i giovani. Una signora mi ha avvicinato con un giovane e una giovane.
Mi è stato detto che facevano parte di un movimento un po’ fondamentalista.
Lei mi ha detto in perfetto spagnolo: “Santità, vengo dal Sud Africa. Questo ragazzo era indù e si è convertito al cattolicesimo. Questa ragazza era anglicana e si è convertita al cattolicesimo”.
Ma me lo ha detto in maniera trionfale, come se avesse fatto una battuta di caccia con il trofeo!
Mi sono sentito a disagio e le ho detto: “Signora, evangelizzazione sì, proselitismo no”».

"Conquistadores" neocatecumenali all'arrembaggio
Chi attualmente nella Chiesa Cattolica ha il barbaro coraggio di presentarsi al Papa, come un reduce da una battuta di caccia grossa, rivolgendosi a lui in "perfetto spagnolo" (e noi sappiamo che la responsabile del Cammino in Africa è spagnola, laureata in Fisica) ed esibendo le "prede" strappate alla barbarie induista e, peggio ancora, anglicana, per vantare la loro immediata conversione al cattolicesimo?
Ci viene in mente una sola, possibile fattispecie, nell'attuale panorama dei movimenti della nostra Chiesa Cattolica...

L'atteggiamento aggressivo che fu di Carmen,
con questo Papa è controproducente.
Ma è più forte di loro...
Peccato che il Papa, per delicatezza certamente, abbia omesso qualcosa, della frase della "cacciatrice bianca"!
Ella di certo non ha detto solo "Santità, vengo dal Sudafrica"
Ma: "Santità, vengo dal Sudafrica e sono una catechista del Cammino Neocatecumenale. Abbiamo dato la vita, ma il Signore ci ha ricompensati, abbiamo visto meraviglie. Questo ragazzo era indù e si è convertito al cattolicesimo. Questa ragazza era anglicana e si è convertita al cattolicesimo”.
E il Papa, profondamente a disagio ha replicato:
“Signora, evangelizzazione sì, proselitismo no”».

Ecco, ora sì che tutto torna. Non sono solo gli evangelicals a fare dissennato proselitismo, ma anche certi "gruppi fondamentalisti" di nostra strettissima conoscenza, all'interno della Chiesa Cattolica.
E il Papa lo sa e non li apprezza per nulla.
Per questo le bugie diffuse trionfalmente a mezzo stampa sono ancora più brutte, anche se hanno le gambe corte, anzi, cortissime!

venerdì 27 settembre 2019

SACRILEGI, IPOCRISIE, SBERLEFFI (2° parte): LE COMUNITÀ VISTE DAI GIOVANI NEOCATECUMENALI

Proseguiamo in questa seconda puntata con lo sguardo tra i social network per capire come i giovani kikos percepiscono il Cammino Neocatecumenale (clicca [qui] per la quarta parte, clicca [qui] per la terza parte, clicca [qui] per la prima parte)

Fino ad esaurimento argomenti, andremo a concludere la saga che entra nel vivo della quotidianità neocatecumenale e di come viene vissuta dai giovani kikos.

Dopo essere stata più di un trentennio là dentro, affermo però che anche molti adulti vivono così, anche se non tutti: alla bocca fanno dire una cosa e nel cuore ce n'è un'altra.

Riconosco pienamente questi meme come totalmente veritieri e descrittivi di tutto ciò che ho visto e come l'ho visto vivere dalle comunità. Primo fra tutti il "calo degli adepti" che è iniziato ormai da più di due decenni, fino a diventare oggi una REALTÀ inarrestabile e per loro molto triste.

Così è il modo in cui moltissimi giovani vivono la Veglia Pasquale, facendo attenzione solo alla "loro" porzione di "partecipazione" come suonatori, o lamentandosi del lungo digiuno "obbligatorio", vissuto non certamente per l'attesa, ma come una regola a cui tentare di trovare la scappatoia.

Si faccia caso anche al "calo" della raccolta nelle cosiddette "catechesi": non si può dire che si tratta di un caso, tutte le parrocchie che conosco soffrono dello stesso identico disturbo. Ormai nemmeno in Italia si raccatta più…

Neocatecumeni in buona fede, occhio!, sapete anche voi che "dentro il chiuso delle salette" il Cammino va così. Coraggio, direbbe il vostro Kiko, non abbiate paura: La Chiesa è Madre ed accoglie tutti nel suo seno, anche i figli prodighi, quelli che credendo di andare a stare meglio si sono invece poi ritrovati a secco.


VEGLIA PASQUALE E AGAPE


Io dopo il digiuno non reggevo più…Mangiavo il pane senza niente e poi invece mi sono abbuffato e sono scoppiato 😂😂😵

È davvero così 😂😂😂 ma poi quando hai il cibo davanti nn sai più cosa mangiarti tanta la fame che hai 😂😂🔥
[ndr. Questa è l'attrattiva e l'argomento principale della Pasqua]



Il signore è risotto!

La figura la feci io l'anno scorso, quando il catechista mi disse "il Signore è risorto" e io risposi "sono contento".

13 agosto di tanti anni fa. Mi chiama la mia catechista:- Aiutami ad organizzare l'agape per l' Assunta – e io: – E chi è? –
[ndr. Già l'immagine dell'uomo mascherato col coltello insanguinato che dice: "Il Signore è risorto!!" è un abominio]



è successo ieri



Io sono peccatore. Non sono riuscito 😢

Io ho mangiato lo stesso

Ti do una lieta notizia!! Cristo è risorto digiuno finito !!! Puoi ingozzarti come un tacchino

[ndr. La lieta notizia pasquale è che è finito il digiuno, Cristo è risorto e perciò la cosa più importante è che si può finalmente mangiare]



Ringraziamo i nostri cantori, bonghisti, cembalisti, (sopratutto kiko per aver inventato i canti), che si fanno un mazzo tanto, senza la quale la nostra veglia sarebbe più noiosa di qualsiasi cosa 🤣

Ho la mano viola

Raga il cembalo se suonato per bene si hanno i calliii 😂😂😂

Alla veglia de Pasqua col bongo rischio sempre 3-4 fratture scomposte alle dita 😂😂

Poi ci sono io che se non finisco la veglia con le mani rosse e gonfie, non sono soddisfatto e mi demoralizzo



Dai coraggio fra meno di 10 ore vi potrete tuffare su tutto quel ben di dio 🤣🤣🤣

Mi verrebbe da mangiare anche le varie scatole e buste di plastica che contengono gli alimenti…qhahahahhaha

Ma poi ti viene fame e mangi tutti prima della veglia



sta arrivando… forse

io domani faccio i fiadoni [ndr. prodotto da forno abruzzese], sabato digiuno a base di fiadoni

Quando è digiuno… e allora metti il cioccolatino in bocca, senza masticarlo perché così si scioglie e diventa liquido…

ahahahahhahahahahahah è la tecnica giusta, funziona!



AGGIUNTA FINALE. "VARIE"





Mamma mia da noi a San luigi Gonzaga siamo in 6 😥

😂😂😂 triste verità.. aspettateci nella vostra ❤ ️

ah bhe allora aspetti un pezzo 😂😂 per ora godetevi i due nuovi 😂

[ndr. il calo dei numeri, a dispetto di chi vorrebbe smentire, dichiarato "ironicamente" e impietosamente dai giovani]

E (purtroppo) non è finita qui...

mercoledì 25 settembre 2019

SACRILEGI, IPOCRISIE, SBERLEFFI (1° parte): LE COMUNITÀ VISTE DAI GIOVANI NEOCATECUMENALI

Volete sapere come i giovani del Cammino percepiscono le attività e il credo del Cammino? Basta andare a dare uno sguardino sui social network.
(questa è la prima parte; clicca [qui] per la seconda parteclicca [qui] per la terza parte, clicca [qui]  per la quarta parte)

Le disposizioni del povero Kiko Argüello vengono ascoltate solo quando fa comodo, ma c’è una cosa che non è riuscito in alcun modo a far passare ai suoi adepti, ed è il:

DIVIETO DELL’UTILIZZO DI INTERNET E DEI SOCIAL.

In questo caso, "MONDO" VINCE "CAMMINO" 100 A 0.

Noi che siamo liberi da questo precetto kikiano, ci possiamo tranquillamente aggirare in internet senza sensi di colpa, con l’auspicio per tutti di farne un uso consapevole e ragionato.

Quando ero neocatecumenale mi attenevo scrupolosamente al precetto kikiano e di conseguenza non conoscevo affatto il mondo là fuori.
Adesso che la mia mente è Libera, invece, ho imparato (tra le moltissime altre cose), che su internet si possono trovare molte informazioni utili, utilizzando il buonsenso.

Per esempio ho visto che ci sono innumerevoli pagine Facebook tenute da neocatecumenali, con tanto di partecipazione attiva di commenti ed interventi, cosa che attesta che ognuna delle persone scriventi ha la propria pagina Facebook, e così uguale per altri social network come ad esempio Instagram e per altri blog e siti web neocatecumenali. Un vero esercito. Povero Kiko!

A dire il vero mi sono sentita un po’ imbecille ad averlo scoperto così tardi, tutta presa com’ero dall’osservanza del comandamento kikiano, perché ancora una volta ho capito che nel Cammino si dicono tante parole, ma nessuna mai corrisponde ad una vera sostanza.
Quello che maggiormente mi ha incuriosito è stato imbattermi in alcuni siti tenuti dai giovani del cammino che fanno ironia, a volte molto crassa, su ciò che vivono e vedono nella loro cerchia.

Non si dica che quel che vedrete è un attacco ad una giocosa ed allegra ironia neocatecumenale, condannando (e giudicando) le intenzioni di questo articolo.
Qui non si tratta affatto di contestare l’approccio ironico a certe realtà, che può senz'altro essere ammissibile, si tratta invece di mostrare quali siano LE REALTÀ che stanno alla base dell’ironia e che la rendono possibile.

Se un fatto non esiste, infatti, non è possibile ironizzarci sopra o addirittura svelare con la propria ironia il modus con cui si riesce a vederlo e a viverlo, molte volte in maniera anche un po' pesante.

Come direbbero i neocatecumenali, FATTI, CI VOGLIONO I FATTI…

Questi meme neocatecumenali mostrano perfettamente, oltre al FATTO che i giovani neocat non obbediscono assolutamente a Kiko riguardo a internet (ma nemmeno gli adulti, eh!), la faciloneria, la superficialità estrema e l’assoluta mancanza di freni che circola all’interno del Cammino Neocatecumenale e svelano FATTI che purtroppo sono molto veri, al di là dell'ironia, soprattutto attraverso i commenti che in molti casi misurano il polso e la salute del Cammino Neocatecumenale.

Sono conferme che quello che diciamo qui è vero, che non ci inventiamo nulla, perché certe prassi e certe storture che abbiamo visto e vissuto anche noi, le svelano proprio loro stessi.

SULL’EUCARESTIA


Più volte abbiamo evidenziato che i giovani sono "obbligati", ma per nulla seriamente convinti, che per loro (ma anche per certi adulti) l'Eucarestia è solo un peso, che in estate le comunità "vanno in ferie" senza che le celebrazioni siano sostituite con altro, che l'indottrinamento (chiamato "passare la fede" di Kiko) inizia fin da piccolissimi, che hanno in dispregio la Messa e la deridono in confronto alla loro Eucarestia eretica, che la figura dei cosiddetti "catechisti" laici è riconosciuta come importantissima, che si vergognano di essere cristiani ed inventano mille bugie per salvarsi da tale «onta» sociale, che sbriciolano il "corpo di Cristo" per terra, sacrilegamente misconoscendone la sacralità, che le decime e le collette sono loro di peso, tanto che si devono indebitare pure per comprare i fiori, che mirano (come i protestanti) al sacerdozio femminile e all'abolizione del celibato, che le ammonizioni non sono "brevi" come da statuto, ma vere e proprie omelie…

Tranquilli, potete anche rimuovere tutto da internet per far finta che sia falso, ho già tutto debitamente rubricato.




che bei ricordi 😂😂

Io sempre!!! La cosa pessima è ke sn pure corresponsabile 😂😂😂

Il cammino?? Una settapeggio dei testimoni di geova




Commenti:

Bisogna far la risonanza 🙏♥ ️

Arrivare dopo l'omelia

O uscire prima dell'Eucaristia




Quando è estate e la tua comunità sembra il deserto del Sahara… o almeno immagini sia così visto che neanche tu ci vai

[ndr: sembra che nel Cammino Neocatecumenale il Signore vada in ferie. È vero, d'estate in comunità non ci va quasi nessuno e molti nemmeno vanno alla Messa della domenica]


Commenti:

Ci sono bambini di 6 anni che pregano per kiko carmen e padre mario

E ci sono quelli che pregano per gli omofobi che ci sono nel cammino

oddio sii





Quanto è vero 😂😂😂 anche per l’agape 😂😂😂😂😂

ODDIO SIIII

Divina Liturgia. ❤ ️



Commenti:

Non fare l'inchino 😂😂

Per non sbagliare fallo al catechista

Indecisione di tutti i catecumeni 😂😂😂😂


Commenti:

Cena di famiglia 😂😂

Vado a ballare

ti ricordi alla convivenza ??? Abbiamo un battesimo che però siccome è fuori Catania alloggiamo là e stiamo 3 giorni HAHAHAHAHAH

al pari del battesimo, c’è sempre la scusa del “matrimonio fuori città “ … un classico 😂😂

Non c’è questo problema per me ..perché quando si esce il sabato sera dopo la celebrazione se ne vanno senza di me 😂😂😂😂😂




opsssss scusa non ti avevo visto

La veritá è che non voglio farla con nessuno perche' tanto poi lo odio comunque 😂


Commenti:

Fai la mista con il corpo di Cristo

Fai a mista cor pane

e poi ci siamo noi che buttiamo le briciole per terra e ci puliamo le mani

Aaaa come mai ora si ammette questo scandalo che buttate il pane per terra .allora la verità è uscita . vergogna è un peccato mortale

Bello schifo fatevi una vera esame di coscienza vergogna


Commenti:

Dura verità 😂

Se solo li pagassimo senza indebitarci fino alla morte ahahaha…altro che decime e collette !!! 😂

[ndr: menomale se la ridono, indebitarsi "fino alla morte" per comprare fiori che poi i catecumeni porteranno a casa propria alla fine della celebrazione, non è un vanto. "Altro che decime e collette!!!"]


Commenti:

É peggio ci mette di più

quando il prete non c'è, ci sono io ahahahaahha [ndr: parla una femmina]

un giorno vedremo anche questa grazia arrivare ahahahaha

diventeremo sacerdoti per sempre al modo di Melchisedek finalmente


Nessun commento, per fortuna… ma parecchie centinaia di Like…


Commento:

esatto


[ndr: non lo diciamo noi che i laici si sostituiscono al prete…
Questa cosa purtroppo accade quasi regolarmente. 
Questa cosa purtroppo accade quasi regolarmente]


No comment!

[ndr: Ma lo sanno questi che stanno ironizzando sul sangue che Cristo ha versato per noi?]



Questa è l'amara verità: i giovani kikos non sono credenti in Kiko.

lunedì 23 settembre 2019

I Neocatecumeni alla fine del Cammino: contraenti della Ketubah sotto paraninfi. Il Matrimonio Spirituale.

Cominciamo con alcune citazioni dall'esperienza diretta di partecipanti al Matrimonio Spirituale Neocatecumenale, pubblicata sul web:

27 febbraio. Lodi mattutine e rinnovo delle promesse matrimoniali per ogni coppia di sposi con benedizione degli anelli a Cana di Galilea,…

28 febbraio. Lodi alla Domus. Liturgia eucaristica in vesti bianche sul lago a Epta Tegon (sette sorgenti). Fidanzamento della comunità al Primato di Pietro. Nell attesa (all esterno) si cantano brani del Canto dei Cantici. Nel pomeriggio continua l' Alleanza (il sì) di ogni fratello con il Signore.

29 febbraio. A malincuore lasciamo la Domus… Partiamo per Gerusalemme, la città santa!…


1 marzo (mattina). Con il pullman andiamo alla Domus Mamre, dove ci accolgono sacerdoti, seminaristi e altri fratelli con il canto Tu sei bella Gerusalemme e ci offrono caffè, thè, ecc. Questa Domus è piccola perché ci sono vari problemi per la sua definitiva realizzazione. Si trova in una zona assegnata alla Chiesa siro-cattolica sul Monte dello scandalo o della fede. Il monte dove si fermò Abramo con suo figlio Isacco prima di salire sul monte Moria per il sacrificio. Dio disse: Prendi il tuo unico figlio, che ami e portalo sul monte per il sacrificio. Ma, al ritorno Dio dice: Non mi hai rifiutato il tuo unico figlio, io ti benedirò Abramo ha riconosciuto Dio, l Unico Signore della sua vita. Così è anche per noi! Affidiamoci a Lui, sul monte il Signore provvede. Celebriamo una bellissima liturgia eucaristica. Pomeriggio I lettura degli Atti, Filippo battezza l Etiope. Vangelo, Gesù pane di vita. Ci rechiamo al CENACOLO per la celebrazione del matrimonio spirituale. Atti (la discesa dello Spirito Santo), Apocalisse (la sposa dell'Agnello), Vangelo (Gv: Ti prego per loro ). Esposizione del Santissimo Sacramento, preghiamo tutti in ginocchio. I catechisti (nostri paraninfi), dopo una preghiera, hanno un breve colloquio con ognuna delle comunità. Risposta: SÌ, CON LA GRAZIA DI DIO LO VOGLIAMO! Alla fine i tre responsabili delle comunità firmano con i catechisti il contratto matrimoniale Ketubah (ebraico). Cena festosa al King David Hotel!...

Hanno regalato ad ognuno di noi l icona dello Sposo. Siamo ancora più grati al Signore! (*)
"Icona" di Kiko, simbolo
del Matrimonio Spirituale
nel Cammino


L'esperienza si conclude con questo Dajenù:


Per la nostra piccolezza, ognuno di noi aveva messo davanti a questo invito del Signore i propri problemi. Innanzitutto i soldi, poi ferie al lavoro, famiglia, salute. Ma il Signore, ancora una volta, ci ha meravigliati! Noi abbiamo memoria breve, così ogni tanto abbiamo bisogno dei suoi interventi prodigiosi!
Questa è una convivenza nuova per le comunità che da tempo hanno finito l itinerario neocatecumenale e rinnovato le promesse battesimali. Alla fine dell incontro con i nostri catechisti, scherzavamo fra di noi perché fu chiesto a ognuno la disponibilità a quest invito, a questo dono del Signore senza mai parlare del prezzo del viaggio. In seguito dopo aver vissuto questo nuovo pellegrinaggio in Israele e dopo aver visto e conosciuto la Domus Galilaeae con i suoi sacerdoti e seminaristi, siamo ancora più certi che Kiko è davvero illuminato dallo Spirito Santo e che questo cammino della Chiesa è guidato dalla Vergine Maria! Non ho parole per descrivere le emozioni provate in questa nuova convivenza in Terra Santa! E stato un grande dono inaspettato che ha dato nuovo vigore alla nostra comunità.



Quanto sopra riportato è da fonte neocatecumenale.

Di seguito la testimonianza da Veterano che, prima di essere cacciato via dal cammino, ha completato l'intero percorso, Matrimonio Spirituale incluso:

Ketubah significa “Documento” e serviva a proteggere la sposa perché in esso c’erano scritti tutti i doveri del marito e la somma che lui doveva versare alla famiglia di lei per un eventuale divorzio!
Nella Ketubah che abbiamo ricevuto noi (e quindi penso con il 100% di sicurezza, tutte le comunità del mondo), innanzitutto non è scritto da nessuna parte che si chiama Ketubah, viene tramandato semplicemente verbalmente per riempirsi come al solito la bocca di definizioni ebraiche ad effetto, ma chi le usa non capisce niente di quello che dice, ma solamente ripete a pappagallo. Se effettivamente si volesse andare oltre a quelle parole ed inoltrarsi nella psicologia e nella prassi dell’ebraismo non credo ne sia capace qualcuno. Questo per dire che tutto quello che prendono dall’ebraismo è solo un’infarinatura molto blanda che deve solo fare “Effetto” di ritorno alle origini!
La Ketubah che abbiamo ricevuto contiene solamente il passo evangelico di Lc 6, 20-49, il discorso della montagna breve, il parallelo a quello di Matteo, scritto in due colonne a caratteri grossi, in calce alla prima colonna c’è scritta la comunità che la riceve, senza i nomi dei fratelli, soltanto la firma del responsabile. Sotto la seconda colonna le firme dei catechisti al completo e al centro del foglio in calce, la firma di chi ha celebrato l’eucarestia al Cenacolo, nel nostro caso è stato il vicario del patriarca generale in Gerusalemme.
Tutto qua, non è scritto più niente ma il messaggio sottinteso è fortissimo: da oggi la comunità si impegna a compiere il discorso della montagna, ed ogni fratello è responsabile sia dell’andamento della comunità, sia della salute materiale e spirituale di ogni altro fratello! Questo è quello che si ripete negli incontri serali dopo che il giorno si è stati a fare escursioni più o meno interessanti secondo lo stato d’animo che ognuno possiede. Noi eravamo già ai ferri corti con i catechisti, ed abbiamo vissuto quest’ultima aggiuntiva tappa non molto bene. Nonostante le nostre ripetute lamentele per le molte perplessità che nutrivamo, hanno fatto finta di niente dimostrando l’evidente ipocrisia di ciò che doveva significare per noi la Ketubah! Praticamente se ne sono fregati altamente dei nostri problemi. Che bella coppia quella che si forma col Matrimonio Spirituale! Come se tu te ne fregassi dei problemi di tuo marito! Solo un anno dopo ci hanno buttato fuori dalla comunità! Così hanno rispettato la Ketubah?
Una tappa fondamentale, oltre la visita a Qumran che è solo “Turistica” è la partecipazione all’eucarestia nella basilica che si trova a Cana, per ricordare le famose nozze. Naturalmente a presiedere è sempre il prete dell’equipe dei catechisti e le monizioni sono fatte dai “Super”, in questa occasione tutte le coppie sono invitate a rinnovare le promesse del proprio matrimonio a cui si aggiunge - come vincolo perenne - la promessa di fedeltà alla comunità come alla propria moglie.

Si capisce adesso il perché di questa tappa aggiuntiva?

- Visto il fallimento delle comunità che finiscono il cammino quando termina completamente la 
   tensione ad una vera “Fine” come ci era stato promesso;
- Vista la delusione più o meno intensa, specialmente da parte dei fratelli “Semplici”;
- Visto che la comunità entra in uno stato di stallo totale;
- Visto che si comincia a capire che si è trascorsa quasi tutta la vita in questa orrenda setta;

I fratelli camminanti non possono ammettere con se stessi di avere sbagliato, anche perché si darebbe scandalo a tutti i parenti, amici e conoscenti che loro stessi hanno fatto entrare in comunità e dovrebbero ammettere con se stessi e davanti agli altri che non hanno fatto altro che perdere la parte fondamentale della propria vita!
Allora si tira fuori l’arma del matrimonio come una legge morale che ti impedisce di divorziare: anche se le cose vanno male “TU” hai promesso di amar la tua sposa nella buona e cattiva sorte. Così pensano di fregarti, come di fatto ti fregano "fino a che morte separi!"
Per quanto riguarda il costo del viaggio è esagerato e non di poco. Alcuni fratelli si sono informati direttamente con un’agenzia di viaggi e se volevano organizzare lo stesso itinerario e solo in due, avrebbero speso la metà. Ma tu vuoi mettere un viaggio pagano con un viaggio spirituale?
Un'ultima cosa:
Quando i catechisti hanno annunciato il “Matrimonio spirituale” ho detto sottovoce a mia moglie: Ma questo non l’abbiamo già fatto alla convivenza iniziale? È proprio vero: all’interno di questa setta si parla sempre di cammino, ma la verità è che si sta continuamente “Fermi”!


(*) Ognuno con le icone fa quello che vuole. Non credo che tutti quelli che fanno questa ultima tappa (per il momento) ricevono questa icona. So di altri che hanno ricevuto quell'obbrobrio del "giudizio universale" e altri quella della "Madonna del cammino". Secondo me dipende dalle rimanenze che hanno in sovrappiù. Non ha nessuna importanza, l'importante è trasformare la casa in luogo Kikiano. Personalmente, assieme a mia moglie le abbiamo raccolte tutte e fatto un bel falò, non è assolutamente peccato!
(da: Veterano)





"Ketubah" = documento.
È l'accordo nuziale ebraico.


Questa la fine del cammino:
ci si sposa, con il beneplacito dei catechisti.
Ma con chi?
Che domanda!
Ma con Kiko, è ovvio! Con chi altri?
Ci si impegna a vita, legati per sempre.

"Olè Olè!!" [inno della Domus]

Patto nuziale, dunque. Una volta assunto non lo puoi tradire. Saresti un adultero, un infedele; peccato di morte, che porta dritto dritto all'inferno.
Il "matrimonio spirituale" rende il vincolo che lega i fratelli tra loro e con la comunità indissolubile e sacro, liturgico. Nessuno, da quel giorno in poi, potrà pensare MAI PIÙ di lasciare il cammino, poiché firmerebbe da solo la propria condanna eterna.


Nella descrizione estrapolata dal racconto evidenziamo tre momenti:
  • il rinnovo delle promesse matrimoniali delle coppie
  • il perfezionamento del fidanzamento della comunità, col rinnovo dell'alleanza di ogni singolo fratello con il Signore
  • la celebrazione del Matrimonio Spirituale nel Cenacolo

Il catecumeno convinto può ben dire di esser tre volte sposato:
  1. con la moglie,
  2. con Dio (nel senso di: con ciascun fratello della sua comunità),
  3. col Cammino, (ossia con Kiko)".


Le coppie della comunità rinnovano le promesse matrimoniali a Cana.
Una cosa senza senso, visto che non c'è nessun anniversario, ma efficace per ribadire che il matrimonio con la comunità è un sacramento, né più ne meno come il matrimonio tra uomo e donna!
Una forzatura tragica visto che struttura un vincolo indissolubile e pericoloso nelle comunità, da cui non ci si può liberare in alcun modo per il resto della vita. Cosa concludere?
Con il coniuge si rinnovano le promesse matrimoniali; con Kiko al massimo si rinnovano le promesse patrimoniali!
Kiko deve incatenare a se' i fratelli! Cosa assurda per gente equilibrata, ma non per una psiche malata e bisognosa di certezze come quella di Kiko Argüello, come quella di tutti gli aspiranti dittatori che hanno infestato la storia dell'umanità!

Con enfasi i catechisti vengono definiti "nostri paraninfi".
Cosa non si inventano per riciclarsi e reiterare all'infinito la loro autorità sui fratelli! Certo, altrimenti sarebbero ridotti alla fame, chi li mantiene più? Questi nullafacenti da una vita! Di certo il nome paraninfo se lo son dato da soli, quando si sono resi conto che non servivano più a niente, sempre pronti ad inventarsi nuovi ruoli. Questo solo per assicurarsi il permanere in vita.
Paraninfi fa un certo effetto. E nessuno osa chiedere chi diavolo sono… i catechisti nostri paraninfi... e, pieni di riconoscenza per i loro mentori, vanno a dare il consenso alle nozze tutti contenti. Se lo traduciamo senza tanti orpelli i paraninfi potremmo chiamarli anche sensali e mezzani o meglio ancora ruffiani. I fratelli si commuovono a tali trovate; sono tutti euforici, come bambini al luna park.
Bello schiaffone al pragmatismo carmeniano, al suo disgustato dispregio per la religiosità naturale fatta di paure e fondata sul più becero sentimentalismo, che non può albergare nella sua creatura!
Intanto il Cammino è durato, ben che vada, 25/30 anni, più i 10 da che è finito, fa 40. Ed ecco che arriva il Matrimonio spirituale, il sigillo finale di tutto, per ora almeno.
E così, dopo 40 anni o più, si finisce sotto la tutela dei paraninfi.
Almeno la figura del catechista l'hanno mutuata dalla Chiesa, anche se l'hanno stravolta del tutto, e anche questo è vero… Ma paraninfo, no! È una autentica invenzione o folle trovata, pescando e ripescando nell'ebraismo.
Dietro questa specie di paraninfi, i camminanti partono, tutti compatti, per Israele, costi quel che costi. Lavoro, famiglia, soldi, si passa su tutto poiché tutto è al loro servizio.
Più che paraninfi li chiamerei paraculo.

La Ketubah Neocatecumenale viene firmata
dal responsabile della comunità e dai cosiddetti "catechisti"
a suggello del "Matrimonio" appena "celebrato".






Da quanto si legge nel contratto nuziale secondo la legge di Mosè e di Israele - "la Ketubah" a cui il cammino si ispira - gli impegni che assumono i coniugi sono stringenti e dettagliati.
In verità l'attore è uno solo: l'uomo che fa della donna la sua sposa e si impegna a "onorarla, curarla, alimentarla, mantenerla". La sposa semplicemente acconsente di essere moglie; di farsi "mantenere, curare..". L'uomo pronuncia la formula "Ecco tu sei consacrata a me, con questo anello, secondo la legge di Moshe' e d'Israele." mentre mette l'anello al dito della sposa. La sposa riceve nelle mani la Ketubah, che poi lascia nelle mani della madre a garanzia.
Insomma, tutto questo per sottolineare che di nuova creazione qui non c'è niente.

Vi darò un cuor nuovo, scriverò la mia legge nei vostri cuori, unico comandamento della legge è l'amore.
[N.B. Voglio chiarire che, mettendo in evidenza le stridenti contraddizioni di cui sopra, si porta il massimo rispetto per una pratica tradizionale del giudaismo che in quella cultura ha un senso, non certo nella nostra. Stiamo parlando di comunità cattoliche adulte. E allora lasciamo perdere i matrimoni combinati da famiglie in un'economia veterotestamentaria dove tanti aspetti, che qui non rilevano, legittimamente concorrono!]

Ma che c'entra, io mi domando?
Si può mai concludere il Cammino, dopo essere stati a rigirarsi per 50 anni in un Itinerario Cattolico valido per i tempi odierni, con un Rito nuziale ebraico assurdo e fuori del tempo come la Ketubah? Non mutuato dalla tradizione cattolica e neanche dalla tanto invisa religiosità naturale che, se pure forse in una forma infantile, già rappresenta, rispetto a tutto questo anticume, un grande progresso!

Si affaticano, ut semper, a studiare la tradizione ebraica e scavando scavando cosa scovano? Scovano nientemeno che la Ketubah, il contratto tra l'uomo ebreo e la famiglia della sposa, sposa che da sola non conta nulla. La donna svolge qui un ruolo totalmente passivo,. Ma anche nel cammino è così, del tutto annichilita e calpestata (argomento che meriterebbe di essere approfondito).

Altra cosa il Matrimonio cristiano nel Rito cattolico, altro le Nozze dell'anima credente con Cristo Signore. 

Gesù ha rivoluzionato il ruolo della donna, il rapporto dell'uomo col suo Dio, l'essere comunità in Cristo e tra i fratelli.
Nulla di tutta questa ricchezza abita nella fantasmagorica esperienza neocatecumenale, frutto del Concilio Vaticano II, per rivivere il Santo Battesimo. Niente!

Si riesuma la Ketubah! Alla Ketubah si riduce la pienezza della Fede Cattolica, tesoro prezioso della Chiesa.
Questa raccapricciante "icona di Kiko"
rappresenterebbe nientemeno che lo Spirito Santo


Il problema vero è un altro e anche la soluzione dell'enigma, in un certo senso.

Ci sarebbe da ridere (o piangere) se non fosse che questa Ketubah fotografa in modo perfetto il punto di arrivo vero del cammino e il suo obiettivo finale: ridurre ogni singolo fratello neocatecumenale alla sposa ebrea della Ketubah rispetto al "potente cammino" suo sposo e suo tutto, suo signore e suo padrone assoluto.
I fedeli camminanti vengono - per la definitiva pace di Kiko - fatti schiavi e ridotti in catene, essi sono la sposa del contratto nuziale, dunque devono restare completamente sottomessi, supini e inermi, davanti al Tripode, fedeli a Kiko, fedeli ai catechisti.

Di Chiesa Cattolica vedete qualcosa anche solo in un lontano orizzonte?

I fedeli camminanti ridotti dunque alla sposa della Ketubah! Non certo Chiesa dopo tutto il loro lunghissimo e inutile peregrinare. Ragazzi, 50 anni per raggiungere infine questo bel traguardo: contraenti della Ketubah! Complimenti!
No, non sono diventati qualcosa che anche solo lontanamente assomigli alla Chiesa-Sposa.
E lo Sposo non è Cristo.

I neocatecumeni si legano al Tripode Kiko/Carmen/Cammino.
Ad esso devono restare sottomessi, quale devota sposa d'altri tempi al suo sposo. Ad esso devono offrire tutte le loro sostanze e non solo la tradizionale dote nuziale…

[Ricordo a tal proposito che Kiko spesso ripeteva che la scrittura dice che ciò che lasci in eredità ai tuoi figli, tu non lo avrai (una cosa così), unito ovviamente al centuplo che riceve invece chi si spoglia di tutto, togliendolo anche ai figli (chè Dio provvede!) nelle collette da lui indette per l'evangelizzazione (ho cercato inutilmente questo passo della Bibbia ma non l'ho trovato, che sia un'altra sòla di Kiko?!)]

…al Tripode - dunque - devono immolare tutto se stessi e sacrificare ogni cosa cara - presente e futura - per potersi dedicare unicamente a generare e allevare a loro volta - secondo la migliore tradizione biblica, fino alla vecchiaia avanzata e feconda di Sara-sterile moglie di Abramo - una numerosa prole kikiana.

sabato 21 settembre 2019

È tornato alla casa del Padre mons. Bommarito, arcivescovo emerito di Catania

Mons. Luigi Bommarito
(1926-2019),
arcivescovo emerito di Catania
È tornato alla casa del Padre mons. Bommarito, arcivescovo emerito di Catania.

Dobbiamo qui ricordare uno dei suoi più preziosi atti da pastore della Chiesa Cattolica. Si tratta della lettera che scrisse per l'Avvento 2001 alle comunità del Cammino Neocatecumenale e, per conoscenza, ai sacerdoti della sua arcidiocesi.

A suo tempo abbiamo ricevuto testimonianza che i cosiddetti "catechisti" del Cammino fecero di tutto per tenerla nascosta ai fratelli delle comunità (non solo per disobbedire all'arcivescovo, ma anche perché dai piani alti del Cammino davano per imminente l'approvazione definitiva - in realtà sette mesi dopo arrivò solo uno "Statuto ad experimentum").

Per la diffusione di quella lettera dobbiamo ringraziare tanti sacerdoti, e in particolare don Gino Conti (1918-2011) che la pubblicò sul suo sito web Alterinfo (che precedette questo nostro blog di diversi anni) che tenne aggiornato finché la salute glielo permise (le testimonianze e i documenti ancora consultabili su quel sito web restano ancora attualissimi poiché il Cammino è non è cambiato per niente salvo qualche patetica aggiustatina come l'alzatina ipocrita al momento della "comunione seduti").

Riportiamo dunque qui sotto la parte saliente della lettera di mons. Bommarito, evidenziandone alcuni passaggi significativi perché ancora attualissimi:
Credo opportuno, pertanto, elencare alcuni aspetti del vostro «Cammino» che mi sembrano bisognosi di necessarie, pertinenti e urgenti chiarificazioni.

Se non l'ho fatto prima - mai però ho nascosto le mie perplessità anche se unite a sentimenti di ammirazione - è perché ho atteso l'approvazione del Cammino da parte del S. Padre. Ritardando ancora tale approvazione, vi confido le ragioni che, da sempre, cioè da quando, a Monreale, da sacerdote ho frequentato la catechesi del Cammino, mi hanno lasciato perplesso.
1) Si nota che in molte comunità neocatecumenali ai Presbiteri viene di solito riconosciuta o quasi «concessa» solo la dimensione cultuale e funzionale dell'ordine sacro, mortificandolo se non addirittura privandolo della sua connaturale dimensione giurisdizionale che - come ben sappiamo - è parte integrante e costitutiva dell'Ordine stesso. Spesso, infatti, è il catechista che si appropria indebitamente della potestà giurisdizionale propria del sacerdozio ministeriale.

Ci si chiede: quale consonanza ci sia col n. 28 della Lumen Gentium la quale precisa che «nelle singole comunità locali i sacerdoti rendono; per così dire, presente il Vescovo, …santificano e governano la porzione di gregge del Signore loro affidata»?

Un presbitero, a me carissimo, mi ha confidato che dopo oltre 20 anni non ha chiaro ancora il suo ruolo di presbitero nell'equípe dei catechisti.

2) Lungo l'iter catechetico del «cammino» viene rigidamente e pesantemente sviluppata la situazione della nullità dell'uomo anche se battezzato e quindi l'incapacità dello stesso cristiano di aprirsi - senza l'apporto della comunità neocatecumenale - alla grazia redentiva di Cristo, come se l'evento storico della Risurrezione non avesse risolto e provocato i benefici dell'Alleanza di tutti e di ciascuno con Dio. In altre parole: come se la virtù teologale della Speranza - virtù infusa dallo Spirito in ciascun battezzato col Battesimo - rimasta impoverita e defenestrata, non avesse più nessuna voce in capitolo. Ma la fede cristiana corredata dalla preghiera e dai Sacramenti non è già in se stessa portatrice di luce, di pace, di forza, di gioia, di vittoria sul male? A cosa si riduce il cristianesimo se viene a mancare la teologia della Speranza?

3) Con molti Vescovi di mia conoscenza - di cui accludo interventi e testimonianze che fanno molto pensare - faccio osservare che va provocando confusione, malumori e disagi pastorali, il fatto che ancora da parte delle comunità neocatecumenali si continua a celebrare in forma riservata e privata l'Eucaristia del sabato sera e addirittura la Veglia della Pasqua del Signore, evento strepitoso dell'Amore di Dio teso per natura sua a radunare insieme tutto il popolo di Dio in un'unica grande famiglia.

Si divide il popolo di Dio in due, come blocchi composti in classi e categorie diverse, l'uno di serie A e 1'altro di serie B, come fossero cioè schieramenti separati e contrapposti, incapaci di riconoscersi tutti fratelli. Hanno proprio torto coloro che pensano che le comunità neocatecumenali costituiscono una chiesa parallela?

Non dobbiamo accogliere in un'unica comunità anche i più poveri e i più deboli, i meno catechisticamente preparati che spesso, senza volerlo né saperlo, sono ritenuti fuori del recinto o forse sono rimasti «fuori» per colpa di noi stessi che ci riteniamo i più vicini, più praticanti e osservanti?

Qualcuno può pensare: ma il Sacramento non agisce proficuamente già «ex opere operato»? Perché allora dare tanta importanza solamente alla partecipazione del gruppo dei più qualificati? Forse che l'ex opere operantis (inteso anche come azione di comunità di prescelti) per merito della sua modalità di «cammino», e solo perché diversa da altri «cammini», riesca a rendere più meritevole ed efficace il Sacramento?

4) Sappiamo da San Paolo che lo Spirito affida i suoi carismi ai singoli battezzati - e di conseguenza anche ai singoli gruppi ecclesiali - per il bene comune (cfr. 1 Cor 12, 7), per esempio per il bene comune dell'intero popolo di Dio presente in ogni parrocchia. La comunità neocatecumenale, come pure qualche altro movimento ecclesiale, impongono invece esattamente il percorso inverso, comportandosi in modo tale da strumentalizzare il bene comune per garantire il loro proprio carisma, assolutizzando le loro scelte e imponendo il loro metodo come fosse insuperabile, unico rispetto a tutti gli altri e, per qualcuno addirittura, l'unico salvifico.

5) Di conseguenza, non di rado capita di constatare che nelle parrocchie ove sano presenti in maniera consistente le comunità neocatecumenali, non sempre è facile la convivenza né tanto meno la collaborazione con le altre realtà ecclesiali operanti in loco.

Con coloro che mi hanno accompagnato, durante la Visita pastorale, in una parrocchia, ne abbiamo fatto amara constatazione.

Penso che una maggiore sintonizzazione con il piano e gli indirizzi pastorali del Pastore della diocesi potrebbe ridimensionare la presunta convinzione che il proprio metodo sia il più perfetto fino ad avere la precedenza su tutti gli altri, come se avesse l'imprimatur dello Spirito?

6) Sappiamo dal vangelo che il messaggio di Gesù procede dolcemente sul versante libero e liberante del «Si vis...» (se vuoi...) e si evidenzia fino a svilupparsi chiaramente e amichevolmente su di un piano di amore la cui espressione emblematica è la «parabola del figliol prodigo»: un padre che attende il figlio perduto, gli va incontro, lo abbraccia, lo perdona per lo sbaglia commesso, lo riveste, gli mette l'anello al dito, fa festa, lo scusa persino di fronte al fratello maggiore che non la pensa come lui!…

Il cammino neocatecumenale a volte sembra invece camminare sul versante intransigente del «tu devi», sul filo di un «imperativo categorico» di kantiana memoria, col rischio molto facile di cadere in una sorta di fondamentalismo integralista destinato, come purtroppo accade, a fomentare divisioni e separatismi vari, creando inevitabilmente piccoli ghetti o pericolose «chiesuole» nell'ambito della stessa chiesa di Dia nata invece per essere un'unica grande famiglia del Padre.

7) Non vorrei parlare degli scrutini che, spesso, scarnificano le coscienze con domande che nessun confessore farebbe. Ma come ciò può essere permesso ad un laico sia pure catechista?

Non vorrei parlare neppure delle confessioni pubbliche Ma chi può autorizzare uno stile che la Chiesa, nella sua saggezza e materna prudenza, ha abolito da secoli?

8) Ho letto con attenzione e interesse la lettera che recentemente (Roma, 5-4-2001) il Santo Padre ha rivolto al Card. Francis Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio per i laici: una lettera molto significativa e oltremodo importante. Il Sommo Pontefice chiede un giudizio definitivo sul «Cammino neocatecumenale» proponendo un attento e accurato discernimento da parte dello stesso Consiglio Pontificio alla luce degli indirizzi teologico pastorali del Magistero.

In realtà, non essendoci stata fino ad ora - dopo decenni di presenza delle vostre comunità in vari paesi del mondo - una vera e ufficiale approvazione dello Statuto alla luce delle norme emanate dalla S. Sede e dalla CEI, i giudizi sulla bontà del vostro «Cammino» non sono sempre concordi perché di fatto variano da diocesi in diocesi e da parrocchia in parrocchia, in base a comportamenti ed esperienze locali. Vi si chiede pertanto molta riflessione prima di continuare il cammino in maniera sicura e definitiva. La sottomissione al giudizio della Chiesa é il biglietto di presentazione più credibile, valido e decisivo.

giovedì 19 settembre 2019

Se ne è andato un big del Cammino; Kiko, assente alle esequie, scrive che era il suo "maggiordomo"

Riportiamo da un articolo de La testa del Serpente.



I funerali di Pino Fusca a Roma. Il saluto di Kiko Argüello


Venerdì mattina, nella Basilica papale di San Paolo Fuori le mura, sono state celebrate le esequie di Pino Fusca (1950 – 2019), catechista del Cammino Neocatecumenale molto stimato dalle comunità di Roma e conosciuto in tutto il mondo.

Alla celebrazione hanno partecipato più di duemila di persone che hanno riempio la Basilica fin dalle prime ore del mattino. La celebrazione – concelebrata da circa quarantacinque sacerdoti del Redemptoris Mater – è stata presieduta da don Carlos Aparicio, sacerdote della diocesi di Roma, parroco della parrocchia di San Mauro abate e appartenente alla comunità neocatecumenale di Pino. Presente anche un vescovo e il cardinale tedesco Paul Joseph Cordes, presidente emerito del Pontificio Consiglio Cor Unum, che fu “referente” del Cammino per volontà di papa Giovanni Paolo II.

Alla fine della celebrazione è stato letto un messaggio di cordoglio da parte di Kiko Argüello che si trova a Porto San Giorgio per la convivenza di seminaristi che ogni anno si svolge in questi giorni di settembre sulla costa adriatica.

Ecco una sintesi del testo inviato da Kiko:
«Ieri Pino è stato qui con noi a Porto San Giorgio, abbiamo avuto un incontro. Dopo l’incontro ha portato a casa mons A. Arrivato a casa si è tolto la giacca ed è morto. Un infarto fulminante. Il Signore lo ha portato con sé.
Era cosi buono con noi. Era convinto che in noi c’era una elezione divina e si è messo a servizio di questa elezione. Ogni mattina alle 8 veniva a casa, ci portava i giornali e ci faceva il caffè. Era il nostro “maggiordomo”, era felice di servirci cosi.
Oh Signore, perdona i suoi peccati e aiutalo. Portalo in cielo!
Caro Pino, ora che sei nel cielo, con Carmen, il tuo servizio non e finito! Ricordati di Maria Teresa, dei tuoi figli, dei fratelli della tua comunità che tanto amavi. Ci rivedremo quando il Signore lo ha stabilito.
Kiko Argüello»

Predicano che il funerale deve essere una festa,
ma non vale per loro!
Nelle immagini, gran solennità per le esequie dei big;
festicciole e balletti intorno alla bara solo per i piccoli.



Stendiamo un velo di pietoso silenzio su questo ultimo messaggio del fondatore del Cammino Neocatecumenale, incapace di una parola buona neppure per il più fedele dei suoi amici.

Al "signorino" Kiko vogliamo ricordare però che non è il padrone di nessuno, di nessuna anima vivente.

Gli ricordiamo che, se qualcuno, ingannato dalla sua aura carismatica, è stato al suo servizio gratuitamente per tutta la vita, non è certo obbligato a servirlo anche in morte.

Il momento della verità che "il Signore ha stabilito" sta arrivando a grandi passi.

Un consiglio: che Kiko cerchi di comprarsi la salute eterna con la disonesta ricchezza (cfr. Lc 16,9), restituendo a ciascuno ciò di cui, a causa sua, è stato frodato. Non è troppo tardi.