venerdì 27 settembre 2013

Tanti 'boatos' ma i problemi sono sempre gli stessi

Sala studio di un tipico
seminario kikiano R.M
Sta ricominciando la cagnara neocatecumenale, con i soliti trionfalismi e i soliti slogan spacciati per "notizie" ma che cercano di nascondere la realtà dei fatti.

Anzitutto la notizia dei "cento" seminari neocatecumenali "Redemptoris Mater": la collezione kikiana di seminari a sua immagine e somiglianza raggiunge la pluri-annunciata vetta delle cento figurine.

Il blog Crux Sancta fa notare che in Spagna ci sono in totale nove seminari R.M. in nove diocesi che non raggiungono i venti seminaristi ciascuna. Come Fantozzi e Filini che per tornare a casa chiamarono ben sette taxi: una media di due e tre quarti a testa.

In Italia i kikos riescono a fare anche meglio: pensate un po', nell'arcidiocesi metropolitana di Campobasso-Boiano, che conta un totale di una sessantina di sacerdoti e ben due (proprio due) seminaristi in totale, è stato necessario aprire un seminario neocatecumenale R.M. in cui inviare alcune vocazioni al neocatecumenalismo (quante saranno in totale? una? due? e con quanti e quali sacerdoti faranno vita comune e di preghiera? oppure saranno i soliti laici a scrutinare le vocazioni a Kiko? e in base a quali criteri l'arcivescovo ha accettato di aprire un seminario kikiano?)

I giganteschi numeroni della propaganda ("abbiamo cento seminari!") nascondono dunque il fatto che il novanta per cento dei seminari neocatecumenali è solo un minuscolo gruppetto di seminaristi kikiani. Che, in quanto tali, vengono accuratamente isolati dalle strutture diocesane, perché devono essere formati solo sulle liturgie e dottrine di Kiko e Carmen. Notoriamente zeppe di svarioni, invenzioni e strafalcioni.

Sorrisi di circostanza
al termine
dell'incontro
Ricordiamoci poi che i seminari di Kiko, a detta dei neocatecumenali, sono di durata indefinita (cioè nove-dieci anni di formazione!) ed altamente "selettivi" (cioè hanno un enorme numero di abbandoni a causa della bislacca "programmazione" delle alzate).

Il secondo boato, cioè la seconda non-notizia, è che il Tripode neocatecumenale (Kiko Argüello, Carmen "Adidas" Hernàndez e don Pezzi) ha incontrato tre settimane fa papa Francesco, senza dubbio per vantarsi dei Cento Seminari Neocatecumenali.

Quando il Tripode incontrò papa Benedetto XVI a novembre 2005, subito cantarono vittoria, persino quando le «decisioni del Santo Padre» vennero messe per iscritto pochi giorni dopo (e l'ineffabile Gennarini, negando l'evidenza e mai smentito da Kiko, andò dicendo che il Papa «approvava» laddove invece la lettera proibiva).

A giudicare dai precedenti storici (come le manovrine neocat all'insaputa del Papa) non c'è motivo di credere alla martellante propaganda del Cammino, sparsa a piene mani persino su Zenit e su RadioVaticana (con la figlia del braccio destro di Kiko che intervista Kiko).

Anche i neocatecumenali, infatti, cominciano a non credere più agli altisonanti proclami di Kiko. Sanno bene che Kiko si inventa numeroni giganteschi e nega ostinatamente i problemi del Cammino. Quanto potrà ancora durare il metodo dei falsi slogan e dei boatos?

lunedì 23 settembre 2013

Correrai di nuovo

Saluto tutti i partecipanti, ai moderatori e a tutti coloro che, con le loro testimonianze, hanno reso possibile la creazione di questo blog!

Purtroppo i Neocatecumenali convinti mai ammetteranno di essere stati capaci di perpetrare simili abomini... così come i neonazisti negheranno l’esistenza dei campi di sterminio!

Mi presento: mi chiamo Marco Aurelio Bianchi e anche io, purtroppo, ho avuto a che fare con i neocatecumenali - e non per un solo anno o due, bensì per ben ventiquattro anni: fino a che mi sono imposto e ho detto stop a quella lavatrice infernale di cervelli.

Ho scritto anche un libro (edito dalle edizioni Tracce di Pescara), in cui narro semplicemente la mia
storia, alla luce del Cammino, che è andata bene fino a che ho “filato” secondo i dettami imposti da Kiko e da tutti i cosiddetti "catechisti" del Cammino... Quando, però, li ho denunciati apertamente, il Marco Bianchi che aveva fatto della sua malattia un Albero di salvezza, è divenuto per loro un individuo ispirato dal maligno.

Perciò, in casa ora, ho tutti contro (facendo parte, chi per un verso chi per un altro, del Cammino!).

Ultimamente ho letto, su Famiglia Cristiana, che Kiko Argüello, si è distinto, oltre che per le sue doti di predicatore, anche per quelle di scrittore... e anche con ottimi risultati visto che, sempre Famiglia Cristiana, annuncia che il suo libro “il Kerigma” è nei primi posti della classifica per vendite... E ci credo...avrà solo consigliato di acquistarlo ma, per gli adepti convinti, un suo consiglio è un ordine perentorio! Mai, quindi, il mio libro raggiungerà quei livelli poichè non ho talmente tanti seguaci e, altresì, mai mi sognerei di imporre le mie idee.

Ho pensato, perciò, ad un blog in cui tutti chi più, e fortunati loro, chi meno, hanno fatto la triste esperienza del Cammino Neocatecumenale, per contrastare la fama di santerelli che si gettano addosso e, con questo mio scritto, spero di dare una mano a fermare la fama di “chiamati” di cui si “vestono”, sentendosi appoggiati dalla Madre Chiesa.

La lettera al Santo Padre, è parte integrante del libro! Essendo nuovo del mondo del blog, mi auguro che questo mio intervento, non sia solo una sorta di “pubblicità occulta” perciò, a tal proposito, sottopongo questa mail ai moderatori del blog...siano loro a decidere il da farsi.

Allego la copertina del libro che mi ha meritato la fama di “demonio”!

Marco A. Bianchi, Correrai di nuovo, edizioni Tracce
ISBN: 978-88-7433-844-3


Lettera al Santo Padre
Francavilla al Mare
lì 25 Gennaio 2012
Amatissimo Padre,

sono qui per Esporvi un caso di coscienza riguardo un componimento, o libro… se così vogliamo chiamarlo, che mi sono posto al termine della sua stesura.

Il tema dello scritto è, purtroppo, lo stesso di molte altre lamentele o a Voi direttamente pervenute, ovvero che si possono semplicemente leggere nelle molte pagine di Internet dedicate al triste argomento.

Il libro è condito dalla presenza costante del sottofondo “Kiko Argüello, compagni e Cammino Neocatecumenale” e, più che denunciare anomalie teologiche cosa che molto spesso succede nei
vari siti in rete, riporta un esperienza vissuta personalmente per ventiquattro anni e dalla quale, fortunatamente, sto riuscendo a sganciarmi con non pochi problemi visto che mia moglie caldeggia
a spada tratta quell’esperienza di fede che dovrei condividere anche io, ma da cui vorrei completamente estraniarmi. Ma poiché attorniato da molti di loro che vedono nell’iniziatore del Cammino e nei catechisti dei modelli da seguire, ovvero dei novelli profeti in terra, la cosa risulta estremamente difficile.

Provate a dire ad un Neocatecumenale (seguace), di fare una qualunque cosa per obbedienza e quantunque la richiesta arrivi direttamente dal successore di Pietro in persona, la stessa sarà
prima messa al vaglio di un catechista!… ovvero prima Kiko, il Cammino ed i catechisti e poi
il Vicario di Dio in terra!

Mi presento: mi chiamo Marco Bianchi. Nato a Perugia, vissuto nelle Marche, trasferito a Chieti Scalo per lavoro, abito ora a Francavilla al Mare con consorte e progenie. Nel 1986 dietro invito di un ragazzo Neocatecumenale plagiato a dovere ed in grande stile, entrai anche io nella “setta” ma
allora le cose andavano ancora bene poiché non avevo nessuno che mi spingesse a guardare tutto
col paraocchi. La situazione è gradualmente cambiata dal 1990 in poi quando per lavoro mi trasferii in Abruzzo, ed in maniera ancora più incisiva dal 1993 anno in cui mi sposai.

Conobbi la mia ragazza alla giornata mondiale della gioventù del 1991 in Polonia. Avere conosciuto
mia moglie in quel contesto, è sempre stato visto come un disegno Divino attraverso cui il pensare comune mi avrebbe redarguito da quel momento in poi… e tacitamente in questa maniera: “l’hai conosciuta tramite i “Neocatecumenali”, tale dovrai essere da ora e vita natural durante!”

Il Disegno, però, ha cominciato a non andare più troppo bene da quando mi è stata diagnosticata una malattia neurologica che fino ad allora non immaginavo neanche esistesse: Sindrome atassica
cerebellare…

…e non tanto per me che, mi piaccia o meno, devo quotidianamente accettare, ma soprattutto per lei che penso ragioni in tal modo “Ora non avrei questa Croce se, allora, non mi avesse detto di far parte dei Neocatecumenali”.

Perciò fino a che ho risposto a dei clichè che rispecchiavano quelli del Neocatecumenale convinto, la Croce poteva essere anche accettabile, ma una volta venuti meno tali modelli, Essa è divenuta un fardello, qualora possibile, da eliminare. Ne è prova il fatto che da quando ho cominciato ad allontanarmi dal Cammino, di pari passo sono iniziati a deteriorarsi anche i rapporti con mia moglie al punto che, da dieci anni a questa parte, si vive insieme ma da separati in casa.

E veniamo alle delucidazioni in merito allo “pseudo-libro”!

Tempo fa cominciai a buttare giù alcune righe che si sono trasformate dapprima in una pagina, poi in due, poi un in capitolo ed infine in un libro. Conclusa la sua stesura sottoposi lo scritto originale ad un supervisore, dopo una prima scrematura che riguardava principalmente la sua esposizione. La copia che prese allora in visione è, chiamiamola così, la versione originale che è poi la stessa che regalai anche ad una Neocatecumenale convinta come regalo di Natale.

Ma a posteri posso dire che averglielo regalato è stato come mettere un agnello nella tana del lupo giacché in esso parlo della mia storia alla costante luce… “allucinogena” del Cammino. E poiché non ci sono andato per nulla leggero, ad una Neocatecumenale convinta non poteva di certo andare giù che ne parlassi con tanto livore, ma soprattutto usando quei termini.

Quindi ho dovuto scremarlo ulteriormente e la copia epurata fu giudicata degna di essere letta sia per la storia in essa raccontata sia per la sua esposizione… insomma voto: ottimo! Però mi sono
guadagnato un ottimo solo perché, facendomelo filtrare, lesse quello che non avrebbe leso la sensibilità della “setta” qualora il libro fosse stato reso di dominio pubblico.

Credetemi Santo Padre: non mi sto inventando proprio nulla e, a riprova di ciò dopo averne preso visione questa Neocatecumenale convinta mi disse: “Internet è pieno di cose come quelle che
hai scritto tu. A chi pensi possa interessare?”

A molti, dico io, poiché oltre a confermare esperienze analoghe alla mia, metterei in piazza particolari del Cammino che si vorrebbe, invece, rimanessero occulti qualora lo scritto, che spero
Vorrà leggere, venisse pubblicato.

Davvero il Cammino è un tunnel che crea dipendenza ed io ne ho il terrore poiché, pur non avendo conosciuto quello della droga, ho toccato con mano quello dei Neocatecumenali e, quantunque
cerchi di allontanarmene definitivamente, mi rendo conto che essi mi hanno lavato il cervello facendomi pensare che quello che ho scritto, e che sto scrivendo anche adesso, porterà me, prima
di tutti, alla “condanna senza fine” del “giudizio” nel libro!

Questa è la storia del componimento e del mio bisogno di disintossicarmi, ma sono altresì fermamente convinto che questi signori siano capaci di rendere l’Essere Supremo pieno di bontà
e pazienza per antonomasia, il Castigamatti di chi è diverso da loro.

Rimane solo il problema della sua pubblicazione… (se mai si verificherà una tale evenienza.)

Nella prima versione scrivevo: Per mio espresso desiderio, il presente scritto non dovrà vedere pubblicazione se non previa autorizzazione della Chiesa. Anche se nella copia che Vi invio questa parte è stata omessa, per quanto detesti questa setta, la mia coscienza si fa spesso presente nonostante la Chiesa non si sia mai pronunciata a sfavore di questo gruppo, sembra anzi appoggiarlo nonostante le numerose rimostranze che Le giungono, sovente, da più parti.

E maggiori sono le critiche, più forti si sentono Kiko Argüello, Carmen Hernàndez e tutti i seguaci poiché una condanna non presa in considerazione dalla Chiesa è vista, da loro, come una vittoria giacché lo Spirito Santo, in tal modo, protegge il Cammino dagli attacchi del maligno.

Perciò vorrei avere proprio il giudizio del successore di Pietro in persona riguardo questo scritto poiché non vorrei essere tacciato di avere distrutto l’esistenza ed il credo di molti che vedono in questo Cammino l’unica ancora di salvezza e, per quanto talvolta ma umanamente, condanni l’operato della Sposa, mi sottometterò volentieri al Suo volere che Voi incarnate, sapendo che
qualunque decisione Voi formulerete, sarà dettata davvero dallo Spirito Santo.

Dio Vi benedica
in fede,
Marco Aurelio Bianchi

domenica 22 settembre 2013

Minacciano l'ennesima "sorpresa"

«Quante sorprese vi attendono tra breve!» Sono anni che i seguaci dell'idolo Kiko ci scagliano addosso simili ridicolaggini.

«Nueva evangelizzazione»:
liturgia di battimani e girotondo
Visto che lo dimenticano sempre, ricordiamo loro il principio più semplice: ciò che conta è la verità. Se una nuova legge improvvisamente proibisse di dire che due più due fa quattro, la matematica resterebbe la stessa: è quella legge ad essere ridicola. Con lo stesso criterio, se una legge improvvisamente permette l'aborto (utilizzo di proposito sempre lo stesso esempio!), non vuol dire che il procurare aborti sia diventata un'opera buona agli occhi di Dio.

Insomma, la legge serve per sostenere la verità, non per fabbricarla. Per questo, a causa delle furberie di certi uomini, vediamo esistere leggi "cattive", vediamo esistere "immotivati" riconoscimenti, vediamo esistere "legalmente" delle grosse e continue ingiustizie. E parimenti, nella Chiesa, vediamo sussistere delle realtà formalmente "approvate" ma praticamente eretiche.

Il Cammino Neocatecumenale, con le sue tortuose "approvazioni", col suo Statuto a cui i neocatecumenali disubbidiscono, con le sue manovrine tutto all'insaputa del Papa, manifesta continuamente segni che sono tutt'altro che provenienti dallo Spirito. L'ostinazione nel celebrare gli strafalcioni liturgici proibiti da più Papi, gli insegnamenti di emerite corbellerie dotate di approvazione "segreta", le stranezze sulla gestione dei soldi (e in particolare delle "decime"), il privilegiare il prestigio del Cammino a scapito di tutto...

Arrivano i neocatecumenali!
Quando qualche neocatecumenale ci minaccia di imminenti "sorprese", significa che anzitutto è convinto che la verità possa essere fabbricata dalla legge (per cui "oliando" qualche legislatore si può far diventare verità ogni stortura). Basterebbe già questo per capire che si tratta di una mentalità che non è cattolica.

Le imminenti "sorprese" risultano poi essere solo l'amplificazione di voci di corridoio relative alle continue manovrine sottobanco (generalmente «all'insaputa del Papa», posto di fronte al fatto compiuto e con un discorso già scritto).

A volte gli annunci mega-galattici si risolvono in una figuraccia planetaria degli «orgogliosi ed arroganti leader del Cammino». Molto più spesso i minacciosi attivisti neocatecumenali spariscono dal blog per qualche tempo perché la classica montagna partorisse il classico topolino.

lunedì 16 settembre 2013

Pio XII ci parla dell'adorazione eucaristica

La seguente citazione è tratta dall'enciclica Mediator Dei, del 1947, ancor oggi attualissima e particolarmente sferzante per i neocatecumenali a causa degli strafalcioni insegnati loro dagli iniziatori del Cammino.

Ne raccomandiamo la lettura ai fratelli delle comunità del Cammino, comunità in cui vigono quelle boiate pazzesche di Kiko e Carmen che (più coi fatti che con le parole) banalizzano l'adorazione eucaristica. Infatti -fateci caso!- non si inginocchiano mai, hanno dei tabernacoli orrendi (che spesso velano addirittura di nero!), riducono la Messa ad una chiassata "tutti seduti", credono che l'aver costruito in Galilea una "cappella dell'adorazione" significhi culto eucaristico certificato per tutti, eccetera.


L’adorazione dell’Eucaristia

Il nutrimento Eucaristico contiene, come tutti sanno, «veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo e il Sangue insieme con l’Anima e la Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo»; non fa quindi meraviglia se la Chiesa, fin dalle origini, ha adorato il Corpo di Cristo sotto le specie Eucaristiche, come appare dai riti stessi dell'Augusto Sacrificio, con i quali si prescrive ai sacri ministri di adorare il santissimo Sacramento con genuflessioni o con inclinazioni profonde.

I Sacri Concili insegnano che, fin dall'inizio della sua vita, è stato trasmesso alla Chiesa che si deve onorare «con una unica adorazione il Verbo Dio incarnato e la sua propria carne»; e Sant’Agostino afferma: «Nessuno mangia quella carne, senza averla prima adorata», aggiungendo che non solo non pecchiamo adorando, ma pecchiamo non adorando.

Da questi principi dottrinali è nato e si è venuto poco a poco sviluppando il culto Eucaristico dell’adorazione distinto dal santo Sacrificio. La conservazione delle Sacre Specie per gli infermi, e per tutti quelli che venivano a trovarsi in pericolo di morte, introdusse il lodevole uso di adorare questo cibo celeste conservato nelle chiese. Questo culto di adorazione ha un valido e solido motivo. L'Eucaristia, difatti, è un sacrificio ed è anche un Sacramento; e differisce dagli altri Sacramenti in quanto non solo produce la grazia, ma contiene in modo permanente l'Autore stesso della grazia. Quando, perciò, la Chiesa ci comanda di adorare Cristo nascosto sotto i veli Eucaristici, e di chiedere a Lui doni soprannaturali e terreni di cui abbiamo sempre bisogno, manifesta la fede viva, con la quale crede presente sotto quei veli suo Sposo divino, gli manifesta la sua riconoscenza e gode della sua intima familiarità.

Di questo culto la Chiesa, nel decorso dei tempi, ha introdotto varie forme, ogni giorno certamente più belle e salutari: come, per esempio, devote ed anche quotidiane visite ai divini tabernacoli; benedizioni col santissimo Sacramento; solenni processioni per paesi e città, specialmente in occasione dei Congressi Eucaristici, e adorazioni dell'augusto Sacramento pubblicamente esposto. Le quali pubbliche adorazioni talvolta durano per un tempo limitato, talvolta, invece, sono prolungate per intere ore e anche per quaranta ore; in qualche luogo sono protratte per la durata di tutto l'anno, a turno, nelle singole chiese; altrove, poi, si continuano anche di giorno e di notte, a cura di Comunità religiose; e ad esse spesso prendono parte anche i fedeli.

Questi esercizi di devozione contribuirono in modo mirabile alla fede ed alla vita soprannaturale della Chiesa militante in terra la quale, così facendo, fa eco, in certo modo, alla Chiesa trionfante che innalza in eterno l'inno di lode a Dio e all'Agnello «che è stato ucciso». Perciò la Chiesa non solo ha approvato, ma ha fatto suoi e ha confermato con la sua autorità questi devoti esercizi, propagati dovunque nel corso dei secoli. Essi sgorgano dallo spirito della sacra Liturgia; e perciò, qualora siano compiuti col decoro, la fede e la devozione richiesti dai sacri riti e dalle prescrizioni della Chiesa, certamente aiutano moltissimo a vivere la vita liturgica.

Né si deve dire che questo culto Eucaristico provoca una erronea confusione tra il Cristo storico, come dicono, che è vissuto in terra e il Cristo presente nell'Augusto Sacramento dell'altare, e il Cristo trionfante in cielo e dispensatore di grazie; si deve, anzi, affermare che, in tal modo, i fedeli testimoniano e manifestano solennemente la fede della Chiesa, con la quale si crede che uno e identico è il Verbo di Dio e il Figlio di Maria Vergine, che soffrì in Croce, che è presente nascosto nella Eucaristia, che regna nel cielo. Così S. Giovanni Crisostomo: «Quando te lo vedi presentare (il Corpo di Cristo), di’ a te stesso: Per questo Corpo non sono più terra e cenere, non più schiavo, ma libero: perciò spero di avere il cielo e i beni che vi si trovano, la vita immortale, l’eredità degli Angeli, la compagnia di Cristo: questo Corpo, trafitto dai chiodi, dilaniato dai flagelli, non fu preda della morte . . . Questo è quel corpo che fu insanguinato, trapassato dalla lancia, dal quale scaturirono due fonti salutari: l'una di sangue, l'altra di acqua . . . Questo Corpo, ci diede e da tenere e da mangiare, il che fu conseguenza di intenso amore».

In modo particolare, poi, è molto da lodarsi la consuetudine secondo la quale molti esercizi di pietà entrati nell'uso del popolo cristiano si concludono col rito della benedizione Eucaristica. Nulla di meglio e di più vantaggioso del gesto col quale il sacerdote, levando al cielo il Pane degli Angeli, al cospetto della folla cristiana prostrata, e volgendolo intorno in forma di croce, invoca il Padre celeste perché voglia volgere benignamente gli occhi a suo Figlio, crocifisso per amor nostro, e a causa di Lui che volle essere nostro Redentore e fratello, e per suo mezzo, effonda i suoi doni celesti sui redenti dal sangue immacolato dell'Agnello.

Procurate, dunque, Venerabili Fratelli, con la vostra abituale, somma diligenza, che templi edificati dalla fede e dalla pietà delle generazioni cristiane nel decorso dei secoli come un perenne inno di gloria a Dio Onnipotente e come degna dimora del nostro Redentore nascosto sotto le specie Eucaristiche, siano il più possibile aperti ai sempre più numerosi fedeli, perché essi, raccolti ai piedi del nostro Salvatore, ascoltino il suo dolcissimo invito: «Venite a me voi tutti che siete tribolati ed oppressi, ed io vi ristorerò». Siano davvero i templi la casa di Dio, nella quale chi entra per domandare favori, si allieti di tutto conseguire e ottenga la celeste consolazione.

Soltanto così potrà avvenire che tutta l'umana famiglia si pacificherà nell'ordine, e con mente e cuore concordi canterà l'inno della speranza e dell'amore: «Buon Pastore, pane verace - o Gesù, di noi pietà: - tu ci pasci, tu difendici; facci tu vedere la felicità - nella terra dei viventi».

martedì 10 settembre 2013

La Comunione "tutti insieme contemporaneamente" non è lecita


I fondatori del Cammino danno il pessimo esempio:
comunione "seduti" e "tutti insieme contemporaneamente"
Visto che si parlava di prendere la comunione in contemporanea, vorrei riportare un documento della Congregazione del Culto Divino. A pagina 609 c'è una domanda sui dubbi liturgici, con conseguente risposta (la traduzione è libera mia, c'è una versione in inglese qui):

[Domanda]
Se sia lecito al sacerdote celebrante assumere la comunione solo dopo che la Santa Eucaristia sia stata distribuita ai fedeli o di distribuire la Santa Eucaristia ed in seguito assumere la comunione insieme alle persone?

[Risposta] Negativa ad entrambe.

L'uso di questo modo di celebrare da parte del sacerdote, cioè di assumere la comunione solo dopo che la santa Eucarestia è stata distribuita ai fedeli, oppure, avendo già distribuita la santa Eucarestia, assumere la comunione allo stesso tempo con tutti, deriva da una singolare opinione, ovvero che i fedeli, come ospiti della mensa eucaristica, debbano essere serviti per primi.

In tutti i Riti della Chiesa si può riscontrare l'ordine tramandato per accedere alla santa Comunione: prima comunica il Vescovo o il sacerdote celebrante, poi gli altri ministri secondo l'ordine gerarchico, ed infine il popolo.

Il sacerdote comunica per primo non per umano prestigio, ma a causa della dignità e natura del suo ministero. Egli agisce infatti nella persona di Cristo, per via dell'integrità del sacramento e poichè presiede alla congregazione del popolo: "Così i presbiteri, unendosi con l'atto di Cristo sacerdote, si offrono ogni giorno totalmente a Dio, e nutrendosi del Corpo di Cristo partecipano dal fondo di se stessi alla carità di colui che si dà come cibo ai fedeli." (Redemptionis Sacramentum, n. 97).

Quindi, a giudizio della Congregazione del Culto Divino, il modo di assumere la comunione nel cammino neocatecumenale non è lecito.
Kikarmezzi


Il fondatore del Cammino Neocatecumenale
Kiko Argüello mentre fa la Comunione
"processionalmente e senza mani"
(sia pure ostentando "braccia conserte"
come gesto di ostilità contro Benedetto XVI)
Mi permetto di aggiungere una postilla.

Il giudizio della Congregazione dà una indicazione "operativa": «prima comunica il Vescovo o il sacerdote celebrante, poi gli altri ministri secondo l'ordine gerarchico, ed infine il popolo».

Dà anche una breve spiegazione («non per umano prestigio...»), ma per brevità non entra ulteriormente nel merito, perché altrimenti dovrebbe dilungarsi su alcuni punti:

  • anzitutto il fatto che è il sacerdote ad offrire il sacrificio, i cui benefici vengono poi partecipati ai fedeli (il sacerdote che amministra l'Eucarestia ai singoli fedeli, uno per uno)
  • quindi il fatto che "tutti insieme contemporaneamente al sacerdote" implica il dover trattenere la particola consacrata fino a che non giunga il segnale convenuto, come se il sacramento avesse meno importanza delle comodità scenografiche dell'assemblea
  • il Concilio Vaticano II, nella Sacrosanctum Concilium al numero 55 dice: «Si raccomanda molto quella partecipazione più perfetta alla messa, nella quale i fedeli, dopo la comunione del sacerdote, ricevono il corpo del Signore con i pani consacrati in questo sacrificio».
Ancor oggi nel Cammino Neocatecumenale vige la prassi kikiana-carmeniana della comunione tutti insieme contemporaneamente al sacerdote, prassi teologicamente sbagliata rispetto al sacerdozio, liturgicamente sbagliata perché "trattiene" il Sacramento per adeguarlo al gesto del "tutti insieme", e infine anche illecita, come confermato dalla Congregazione.

A questo punto sorge una domanda: perché mai nelle comunità del Cammino è invalso quell'errore?

lunedì 2 settembre 2013

Mamotreti

Il termine mamotreto è pressappoco traducibile come "brogliaccio, quaderno non rilegato". Con questo termine, i cosiddetti "catechisti" del Cammino Neocatecumenale indicavano i sussidi ciclostilati contenenti le esternazioni degli "iniziatori" Kiko Argüello e Carmen Hernàndez, da ripetere alla lettera perfino nelle battute di spirito e nell'intonazione della voce, nonostante l'indicazione di "appunti": i due spagnoli, infatti, sono convinti di aver parlato sotto dettatura dello Spirito. E perciò fino a non troppi anni fa Kiko esaminava personalmente i suoi cosiddetti "catechisti" sulla loro fedeltà assoluta nel ripetere a memoria ogni passaggio, come tanti pappagalli.

Fin dagli inizi del Cammino Kiko e Carmen hanno infatti comandato di non lasciare nulla di scritto, in modo da potersi difendere insinuando di essere stati male interpretati. I cosiddetti "catechisti" erano tenuti a nascondere accuratamente le loro copie (persino ai loro cari) e, mentendo, a negare sempre risolutamente l'esistenza dei mamotreti: ebbero la faccia tosta di negarla persino anni dopo che padre Enrico Zoffoli ne era venuto in possesso di una copia pubblicandone e commentandone ampi estratti, scoprendovi errori madornali per quel che riguarda la fede.

Tale menzogna sistematica era necessaria per poter spacciare il Cammino come ispirato dallo Spirito. Nelle "catechesi per adulti" e nelle comunità i cosiddetti "catechisti", nel recitare la parte degli "ispirati" (talvolta perfino in buona fede), hanno sempre ingannato i neocatecumenali più semplici.

Padre Zoffoli nei primi anni non sapeva di aver scoperto solo uno dei quattordici volumi dei mamotreti, tutti zeppi di eresie, strafalcioni, ambiguità, riuscendo finalmente a far interessare le autorità ecclesiastiche. La consegna dei mamotreti alle Congregazioni procedette lentamente, ed ancor più lentamente procedette la loro "revisione" - tanto erano zeppi di errori. "Ufficialmente" vennero corretti una prima volta solo con l'aggiunta di un po' di rimandi al catechismo a pié di pagina, senza cambiare la sostanza. Il processo di consegna e di revisione impiegherà praticamente più di quindici anni.

Kiko stesso disse che Benedetto XVI voleva la pubblicazione dei mamotreti, salvo poi mordersi la lingua e dire che ciò «sarebbe un male».

Grazie ai potenti appoggi, il Cammino due anni fa è riuscito ad ottenere l'inaudito: l'approvazione senza pubblicazione, ed ancor oggi tali documenti - che aiuterebbero i neocatecumenali a capire se il cosiddetto "catechista" segue il testo approvato o gli strafalcioni cinquantennali di Kiko e Carmen - sono tuttora segreti.

Vediamo qui sotto alcune immagini delle diverse edizioni:

Copertina edizione 1982

Copertina edizione 1986

Copertina edizione 1999

Le prime tre foto sono della "copertina" in modo da vedere le diverse "edizioni" dei mamotreti, nel nostro caso l'edizione del 1982, quella rivista nel 1986 e quella nel 1999 (in occasione dell'indagine delle Congregazioni).

Differenze nell'impaginazione e nel contenuto
delle diverse edizioni dei mamotreti

Edizioni a raffica...

Qui vediamo la prima pagina dell'Elezione, ultima tappa. C'è annotato Rivisti nel 2001 perché furono gli ultimi ad essere sottoposti alle Congregazioni.

"Elezione" - prima pagina edizione 2001

"Elezione" - ultima pagina edizione 2004

Qui sotto vediamo le firme di Kiko e Carmen nell'edizione "approvata" del 1999 ("approvata" fra virgolette perché l'approvazione avverrà solo alla fine del 2011, mantenendo però la segretezza e quindi tutti i dubbi):

Firme degli iniziatori sull'edizione 1999

Qui sotto vediamo tre foto degli indici. Nel 1999 il cosiddetto "Kerygma" inizia a pag. 109, cioè ben 15 pagine prima dell'edizione precedente, ma ugualmente il volume termina a pagina 400.

La prima cosa da notare (a parte l'ingiallimento delle pagine ed i vari appunti) è il differente editing: diverso carattere di stampa, differente interlinea… Poi però, se si passa ad un'analisi più attenta, scopriamo delle differenze: nella versione del 1982 il cosiddetto "Kerygma" occupa due incontri (pag 124 e pag 149); il Precatecumenato-Catecumento-Vita Cristiana è a pagina 366; nell'indice non è riportato l'incontro con la comunità dopo la convivenza (da pag. 396 a pag. 405).

Nel 1986 il cosiddetto "Kerygma" si arricchisce di una nuova parte (Parigi): pag. 124, pag. 148, pag. 168; ne consegue uno sbalzo di circa 20 pagine. Tant'è vero che "Pregate…" parte da pag. 386. Ma il bello è che finisce ugualmente con la pagina 405. Infatti è diversa l'impaginazione di queste parti, segno che il rimaneggiamento accurato ha tentato di far rimanere identico l'aspetto esterno nonostante le edizioni. Come mai?

Indice edizione 1982

Indice edizione 1986

Indice edizione 1999

Notiamo inoltre che c'è una introduzione di Kiko che però non esiste nella versione ufficiale:

Introduzione (edizione 1982)

Introduzione (edizione 1986)

Nella seguente foto si vede il trucchetto delle note a pié di pagina coi rimandi al Catechismo della Chiesa Cattolica: anziché correggere le eresie e gli strafalcioni, i vertici neocatecumenali ebbero la geniale idea di inserire dei rimandi "in tema", che naturalmente non confermavano i contenuti kikiani-carmeniani:

Rimandi farlocchi al CCC

Ecco come "cambiano" le edizioni:

"Primo giorno" (edizione 1982)

"Primo giorno" (edizione 1986)

"Primo giorno" (edizione 1999)

Ultima pagina (edizione 1982)

Ultima pagina (edizione 1986)

Ultima pagina (edizione 1999)

In tutto questo guazzabuglio di edizioni e di impaginazioni, la sostanza non è cambiata. Per esempio, sulla spiegazione del fango nel brano di Vangelo del cieco nato, si dà sempre l'interpretazione originale kikiana-carmeniana. Rimane uguale anche l'elucubrazione sul Concilio di Trento riguardante l'esclusività dei sacerdoti nel toccare l'ostia consacrata. E così via.

Kiko e Carmen hanno fabbricato il Cammino Neocatecumenale e lo hanno spacciato per dono dello Spirito da imporre alla Chiesa. Per questo motivo sono costretti ad essere coerenti con la loro invenzione ("il Cammino va preso così com'è!") e ad utilizzare ogni trucchetto e furberia per non ammetterlo. Le parole degli "ispirati dallo Spirito" vanno ripetute fedelmente, a pappagallo, acriticamente: Kiko ha il carisma! chi sei tu per giudicarlo?