mercoledì 31 maggio 2006

La situazione, oggi


Credo che la prudente e paziente opera della Chiesa negli ultimi anni (a prescindere dagli inquietanti sostenitori acritici) sia stata e sia quella di 'purificare' il cammino delle anomalie che si sono evidenziate. Il che è attestato dalla annosa e faticosa redazione del nuovo testo degli Orientamenti che riproducono i contenuti delle catechesi effettuata in collaborazione col Vaticano.

Il che è già molto strano, intanto perché ogni movimento o realtà ecclesiale, prima di poter agire così liberamente - e soprattutto aggressivamente - nelle Parrocchie, formula e poi sottopone le proprie regole e i propri statuti e sono occorsi molti anni, molte insistenze e la redazione in tandem con l'aiuto di teologi del Vaticano, per tirar fuori documenti concreti da esaminare, mai pubblicati dai fondatori; questo non può che significare che la versione loro contestata da molti sacerdoti e vescovi davvero non coincideva con gli insegnamenti della Chiesa. Il che è attestato da molte persone che hanno preso le distanze dal cosiddetto Cammino, proprio perché ne hanno riscontrato la 'difformità' sostanziale dagli insegnamenti della Chiesa, oltre a rifiutarne i metodi a dir poco totalitari.

Resta da vedere quanto e come fondatori caratterizzati da una forte personalità, da un enorme ascendente e corrispondente 'potere' a vari livelli, riusciranno ad adeguarsi davvero alle direttive del Vaticano

Aspetti critici


Sebbene goda del favore di molti ecclesiastici e abbia raccolto numerosi elogi ed incoraggiamenti, il Cammino presenta degli aspetti problematici in campo dottrinale, liturgico e pastorale. L'arcivescovo emerito di Catania, mons. Luigi Bommarito (potete accedere al testo integrale dai link sulla destra -ndr), scrisse nel 2002 una lettera al Cammino Neocatecumenale della sua arcidiocesi riassumendo, tra i problemi riscontrati:
  • la riduzione della figura del sacerdote da ruolo guida a mero esecutore liturgico
  • il pessimismo e l'impoverimento della virtù cristiana della speranza nelle catechesi
  • il separatismo rispetto ai cattolici non Neocatecumenali
  • il "metodo" dei Neocatecumenali, da loro ritenuto "insuperabile"
  • le dolorose divisioni nelle parrocchie dove il Cammino è presente in modo consistente
  • gli "scrutini", confessioni pubbliche che "scarnificano le coscienze con domande che nessun confessore farebbe".

Nella citata lettera Bommarito parla del rischio di cadere nel fondamentalismo integralista e vi allega "puntualizzazioni" di altri ecclesiastici italiani e americani.Ciò che maggiormente pare preoccupare la gerarchia ecclesiastica sono gli abusi in campo liturgico. A dicembre 2005 la Congregazione del Culto divino, a firma del cardinale Arinze, ha inviato una lettera a Kiko Argüello, Carmen Hernández e don Paolo Pezzi per comunicare le "decisioni del Santo Padre" a proposito delle liturgie del Cammino Neocatecumenale, raccomandando anzitutto di seguire "i libri liturgici approvati, senza omettere né aggiungere nulla" e chiedendo, fra le altre cose:

  • che "almeno una domenica al mese" le comunità del Cammino partecipino alla Messa della parrocchia
  • che le "eventuali monizioni" previe alle letture della Messa siano "brevi"
  • che l'omelia sia "riservata al sacerdote o al diacono"
  • che il modo di ricevere la Santa Comunione diventi entro "due anni" lo stesso di tutta la Chiesa.

Lo Statuto approvato nel 2002 rinvia ad un Direttorio Catechetico che raccoglie la tradizione orale e la prassi del Cammino; il materiale (quattordici volumi) è tuttora in fase di verifica da parte delle congregazioni vaticane.


Cerchiamo insieme, alcune notizie


Tra i nuovi movimenti sorti nella Chiesa cattolica negli ultimi decenni – sui cui “pericoli” ha messo in guardia un editoriale della “Civiltà Cattolica” del 19 agosto 2004 – ce n’è uno che più di altri è sotto osservazione: il Cammino Neocatecumenale. Iniziato nel 1964 in Spagna da Francisco “Kiko” Argüello e da Carmen Hernández, il Cammino ha avuto uno sviluppo impressionante in tutto il mondo. Il 29 giugno 2002 la Santa Sede ne ha approvato lo statuto. Ma con ciò gli esami non sono finiti. Quello stesso anno, il 21 settembre, Giovanni Paolo II ha ricordato ai capi del Cammino: “Spetta ora ai dicasteri competenti della Santa Sede esaminare il direttorio catechetico e tutta la prassi catechetica nonché liturgica del Cammino stesso”. In effetti, i catechismi scritti da Kiko e Carmen, che modellano l’intero Cammino, non sono stati mai resi pubblici, e sono tutt’ora sotto l’esame della congregazione vaticana per la dottrina della fede.

La finalità della nostra presenza qui è quella di offrire ai fratelli del Cammino, che non è "Il Cammino", ma "un Cammino", cioè solo una delle molte esperienze di formazione cristiana esistenti, la possibilità di correggere gli errori e le imprecisioni che, a nostro avviso, pullulano nelle loro catechesi, in modo da aiutarli a crescere in una fede genuina ed in una carità autentica ed universale, per diventare quello che essi affermano di essere già, e che noi auguriamo che diventino, un dono dello Spirito Santo per la Chiesa dei nostri tempi.