Ci sono le prigioni che hanno le sbarre,
solide sbarre che si vedono e che si possono segare.
Ci sono prigioni che hanno sbarre invisibili
che non possono essere afferrate e scosse con rabbia,
mentre sorridendo vi dicono: "Ma siete liberi,
la porta è aperta... aperta, potete uscire"
(Claude Buffet)
Do questa testimonianza perché spero di essere d’aiuto a quelli come me che vogliono ma non riescono ad uscire dalla setta che è il cammino neocatecumenale. Sono uscito dal cammino neocatecumenale proprio grazie a questo sito oltre 10 anni fa dopo aver fatto la convivenza dell'“Iniziazione alla preghiera”, pensa che avevo già maturato l’idea di non andare più in cammino, ma ero andato apposta per osservare il comportamento degli altri fratelli di comunità e per rendermi conto del plagio psicologico nel quale stavo vivendo.
Posso essere considerato con il termine “figlio del cammino” in quanto sono nato in una famiglia neocatecumenale composta da 6 persone compresi i miei genitori e nel CN ho vissuto tutta la mia infanzia ed adolescenza. Io
sono la pecora nera della famiglia in quanto sono l’unico uscito dal CN mentre tutti gli altri ne fanno ancora parte. Sono ormai zio di più di 10 nipoti. Confermo quindi l’alta apertura alla vita dei neocatecumenali (il non ricorso a metodi contraccettivi diversi dal “computerino” e dal metodo Billingss). Non ho scritto questo articolo 10 anni fa perché ero come terrorizzato dalla possibile rappresaglia dei miei ex catechisti nonché dei miei ex fratelli di comunità. Poi nel tempo, molto tempo, a parte i miei familiari, non ho avuto più contatti con nessuno di loro, quindi adesso mi sento libero, sento questa testimonianza come un peso da scaricare dalla mia coscienza, anche se sono stato solo una vittima come tante altre.
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Simbolo satanico della "croce rovesciata", per illustrare una "convivenza" neocat |
Ho vissuto la mia infanzia come un bambino normale come tutti gli altri se non che il sabato sera fino ai 12 anni andavo all’eucarestia e ogni tot domeniche c’era la convivenza della comunità dei miei genitori nella quale venivamo seguiti dalla figura del “Didascalo”. Tutti i miei amici di allora e fino all’adolescenza facevano parte del cammino neocatecumenale (cioè i figli dei fratelli di comunità dei miei genitori) e per forza di cose eravamo divisi per anni di nascita. Così un giorno intorno ai 12 anni, sicuramente più per obbligo e per normalità, che per scelta, andai alle catechesi iniziali, era una cosa normalissima. Così dopo un certo numero di incontri e una convivenza di quattro giorni (dal giovedì sera alla domenica) in un albergo non nella stessa città ma in una località di villeggiatura ad un’ora di strada fu creata la mia comunità (ricordo ancora che misi la mia firma nel cosiddetto “libro della vita”). Così andai avanti molti anni in comunità, la “parola” il mercoledì sera, “preparazioni, l’eucarestia il sabato sera, convivenze la domenica, ero perfino diventato cantore e un responsabile della mia comunità (non capo). Questo mi permise di andare molte volte alle convivenze di riporto interregionali per poi riportarle alla mia comunità. Ripensandoci penso di aver scelto di diventare un responsabile della comunità in quanto queste poche convivenze esterne mi davano ogni tanto un po’ di libertà per staccarmi da casa mia, dalla mia famiglia, e magari di divertirmi con altri ragazzi delle altre comunità, stando fino a tardi in camera a parlare, rubando alla tavola dell’hotel bottiglie di vino da bere poi intorno ad un falò sulla spiaggia cantando canzoni (non di comunità!) e suonando la “chitarra” (sembra assurdo ma è così: questo perché discoteche - o anche solo un sabato sera in pub con gli amici - non esiste nel CN).
Andai a molte GMG, Roma nel 2000, Toronto nel 2002 e Colonia nel 2015, nonché molti altri incontri “speciali” direttamente con Kiko in persona (ricordo quello del Circo Massimo di Roma o di Amsterdam nel 2005), in tutte le quali
ricordo benissimo che del papa avevamo poco interesse e aspettavamo irrequieti il giorno dopo, con la superstar Kiko, con lo sconvolgimento emotivo dell’alzata dei giovani per il sacerdozio (molti dei miei giovani ex fratelli di comunità ricordo che si furono alzati in diversi pellegrinaggi ed andarono verso il palco, anche se effettivamente solo un paio di loro sono diventati sacerdoti (del cammino!) qualche anno fa dopo una lunga preparazione nei seminari Redentoris Mater sparsi un po’ ovunque nel mondo. Questo per confermare che a Kiko piacciono molto i numeri, poi i fatti reali e il numero di “preti veri” “creati” effettivi non conta poi molto. Ricordo ancora che una mia sorella e suo marito videro Kiko e padre Mario un giorno mi sembra a Loreto, si fermarono a parlargli e
l’unica preoccupazione di Kiko era stata domandare “Quanti figli avete?” Ed avevano già 3 figli con neanche 29 anni d’età compiuti… Con la risposta di Kiko “Bene, bene”, e qualcosa sul Signore e sulla provvidenza che ora non ricordo!
Ricordo alle GMG i numeroni gridati da kiko, “500 fratelli da Malta (si alzano in piedi con le bandiere quelli di Malta), 10000 fratelli dall’“España” e giù con trombe, bandiere, schitarrate per farsi sentire, 20000 fratelli dall’Italia e qui lo stadio rimbomba ed esplode, incredibile, tutto per caricare psicologicamente i presenti! Ricordo ancora l’episodio al ritorno della GMG del Canada, nell’aeroporto di Toronto per ritornare in Italia, nel quale io e un mio fratello di comunità riuscimmo a farci fare una foto con Kiko in persona (che si lasciò far fare la foto), lui era in mezzo e io e il mio fratello di comunità uno da una parte e uno dall’altra (stile Gesù Cristo con i 2 ladroni…), come se fosse una superstar mondiale tipo Madonna o Robbie Williams! In questo periodo non avevo mai avuto una ragazza esterna del cammino, finché dopo i 18 anni ho conosciuto la mia attuale moglie, che era totalmente esterna al cammino, figlia unica, i suoi genitori erano atei: un totale sconvolgimento per me.
Confermo la regola neocatecumenale nella quale
i catechisti ti obbligano o a fidanzarti con una “figlia di Israele” cioè con una ragazza del cammino, o se non è del cammino, di fare di tutto per invitarla alle catechesi, in modo che lei entri in una nuova comunità del cammino, altrimenti eravate destinati a lasciarvi e il vostro amore non era benedetto da Dio. Così infatti feci: non subito ma dopo un anno di pressioni da parte dei catechisti la portai alle catechesi. Nel frattempo veniva sempre con me all’eucarestia del sabato sera. Ricordo ancora con dolore i nostri litigi per farle capire questo, pensavo veramente di essere nel giusto. Difatti lei, senza dire nulla ai genitori, per amore mio ma non per nessun interesse nei confronti della chiesa, alla fine cedette. Comunque non fu mai una forte frequentatrice, difatti non andò nemmeno alla prima convivenza, ma faceva parte della sua nuova comunità. Frequentò qualche volta la parola, fece qualche “preparazione”. La cosa che ci faceva più male era il fatto di non potere stare in comunità insieme, cosa che per regola non scritta, avviene solo dopo che i due si sposano, e l’appartenente alla comunità più avanti di tappe nel cammino passa a quella del partner più indietro del cammino. Ho provato anche a chiedere ai catechisti di farmi mettere nella sua comunità, ma non c’era verso di far loro cambiare idea. Nel mentre avevo finito le scuole superiori ed ero andato subito a lavorare, questo per poter avere il più presto possibile l’autonomia finanziaria necessaria ad andarmene di casa, anche perché non c’era verso di poter stare soli a casa dei miei genitori, per potere avere un po’ intimità con la mia ragazza (cosa totalmente proibita fino al matrimonio nel cammino, ma io me ne fregavo). I dubbi che qualcosa non andava nella mia vita mi vennero tra dopo il secondo passaggio e la convivenza dell’iniziazione della preghiera, soprattutto grazie a questo blog, vedendo, pensando e ripensando le testimonianze di ex usciti, tutte uguali, tutte con molti punti di affinità con la mia esperienza, questo perché il metodo di plagio neocatecumenale è sempre lo stesso in tutto il mondo.
Ricordo ancora il secondo passaggio che lo paragono ad un interrogatorio nazista, con il malcapitato fratello di turno estratto a sorte da un sacco, messo su una sedia in mezzo alla sala con gli otto catechisti davanti e il prete “fantoccio” messo lì senza che abbia mai aperto bocca se non per celebrare la messa e la comunità del malcapitato ad ascoltare dietro, alla quale era stato detto e richiesto l’obbligatorio silenzio sulla confessioni pubbliche che avvenivano. Questo poveraccio, di cui anche a me toccò la stessa sorte, doveva spiattellare tutti i suoi fatti privati, soldi, sesso, “idoli”, alcolismo, droga, con i catechisti che facevano domande intime e
uno di essi si scriveva appunti su un libretto. Una sorella che ho ancora nel mio cuore perché era l’unica della comunità a nutrire dubbi e ogni tanto si confidava con me di questo, vide il primo di questi interrogatori e poi non si fece più vedere mai più in comunità (comprensibilissimo visto che qualche sera dopo la sorte avrebbe estratto pure lei).
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Il santone si degna di benedire uno dei suoi poveri adepti |
Un'altra cosa che mi colpì moltissimo fu
la conta dei beni confiscati. Difatti come è scritto in molte testimonianze, i fratelli di comunità durante il rito per l’avvenuto secondo passaggio dovevamo lasciare (a loro discrezione) per terra dicendo ad alta voce “rinuncio a te satana” buste con soldi, con oro, con altri valori, o magari altri oggetti tipo la chitarra utilizzata anche per suonare in comunità, che era diventata essa stessa un idolo. Ricordo
la conta del bottino che pressappoco suonava così: 6700 € in contanti, 225 grammi d’oro, ecc. e la lista si allungava a dismisura anche per la vendita dei vari oggetti. Ricordo che i catechisti dicevano che questi soldi furono dati ai poveri della parrocchia, ma io onestamente ho sempre avuto i miei dubbi, e credo che almeno la metà di questi soldi siano andati a finanziare la fondazione Sacra Famiglia di Nazaret di Roma, che è la banca del Cammino Neocatecumentale, con la quale vengono finanziati tutti i viaggi e gli alberghi ai 3 (ormai 2) fondatori, ai vescovi corrotti amici di Kiko, ai seminaristi, alle megaopere della Domus Galilea sul monte delle Beatitudini, ai mega concerti di Kiko, ecc. Basta pensare di moltiplicare tutti i soldi dei secondi passaggi per il numero di comunità arrivate fino a questa tappa per capire il giro pauroso di soldi del cammino, per non parlare delle decime che vengono richieste mensilmente dal secondo passaggio in poi (che personalmente non ho mai dato, visto che per non fare la brutta figura mettevo la mano vuota nel sacco nero e facevo finta di lasciare soldi, anche se il capo comunità alla fine si faceva due calcoli e ci redarguiva perché i conti non tornavano, e faceva fare un ulteriore giro con il sacco nero, il tutto condito con il “melodioso” suono delle canzoni schitarrate firmate Kiko dalla “grande” sua raccolta di canti “Risuscitò”) ed inoltre delle
continue richieste di denaro alla fine dell’eucarestia il sabato sera facendo girare il famoso sacco nero dell’immondizia.
Una parola per i catechisti: sono dei
poveracci. Non fanno altro che leggere e imparare a memoria le catechesi (ormai non più segrete) ma per gli adepti del cammino lo sono, e gli atteggiamenti di Kiko, come il fatto che
si fanno crescere la barba come Kiko, storpiano le parole nei canti con un tono spagnoleggiante, gridano, fanno pause oratorie, ecc. Sono anche loro, senza purtroppo accorgersene, parte della piramide gerarchica che parte dall’alto dal tripode neocatecumenale poi con i dodici Cefa, e via via verso il fondo della piramide.
L’uscita del cammino è stata devastante per me in quanto ho dovuto lasciare tutti i miei amici, che erano solo quelli della comunità in quanto come è scritto un po’ ovunque nelle testimonianze degli altri ex fratelli di comunità il cammino porta ad isolarsi, a smettere con gli hobby esterni, e in questo modo le uniche persone che si frequentano sono i fratelli di comunità che ormai negli anni grazie ai “giri di esperienze” e alle convivenze conoscono ogni tua debolezza come in una sorta di auto controllo…
Questo forse è il principale motivo che fa restare in comunità le persone che dubitano dei metodi del cammino. Difatti
nelle convivenze viene spesso ripetuto che fuori del cammino c’è il mondo, c’è satana, c’è la perdizione. Cosa ovviamente totalmente falsa, ma purtroppo il fatto di punto in bianco di non poter parlare più con nessuno che conosci è vero ed è tremendo. Rifarsi una vita nel mondo di oggi così chiuso a se stesso è molto difficile, se non impossibile, e ho letto di varie persone che sono cadute in depressione se non perfino che si sono suicidate per essere uscite…
Io per fortuna ho avuto mia moglie che mi è stata accanto in questo percorso di fuoriuscita, e non scherzo, credo che sia esattamente come smettere di drogarsi, di bere per alcolismo forte e di fumare… Oltre ad avere avuto un’enorme forza di volontà per cercare il prima possibile di andare via da casa, difatti, questo similmente ad altri ragazzi del cammino, mi sono sposato in chiesa molto giovane e poi (senza andare a convivere) sono andato ad abitare con mia moglie. Mi sono sposato nella stessa chiesa di cui facevo parte quando ero neocatecumeno (fra l’altro avevo durante la messa i canti neocatecumenali, “Vieni dal libano mia sposa” all’inizio, ecc.). Vista l’esperienza, ormai ero diventato praticamente ateo, e mi ero sposato in chiesa più che altro per non fare un ulteriore sgarro ai miei genitori e perché comunque sposarsi in chiesa con la moglie in abito bianco mi piaceva di più che farlo in comune (lo credevo più scenografico, per le foto, lancio del riso ecc.). Ripeto tuttora sono quasi moltissimi anni che sono felicemente sposato con mia moglie, abbiamo avuto una figlia quando ci sentivamo pronti di farlo (senza la pressione continua dei catechisti di essere aperti alla vita).
Ho avuto anche la fortuna che i miei genitori e la mia famiglia pur essendo ancora nel cammino non erano fondamentalisti al pari di altre famiglie e quindi questo mi ha permesso tuttora di avere con loro buoni rapporti. Loro ovviamente non mi parlano mai apertamente del cammino, ma continuano a frequentarlo, andare alle convivenze, catechizzare ecc.
Vi prego di fare notare alle persone che il cammino neocatecumenale è una setta. Bisogna fare più pubblicità a uno scritto di Augusto Faustini che si trova su internet all’indirizzo:
http://www.edizioniamiciziacristiana.it/amiciziacristiana/lateladelragno.pdf
nel quale parla del “Plagio psicologico della Sètta Cattolica detta: "CAMMINO NEO CATECUMENALE"”, nel quale parla dei sette punti che caratterizzano tutte le sette e che si trovano perfettamente d’accordo con il cammino (forse avevate anche voi scritto qualcosa a riguardo, non mi ricordo).
Avrei un altro milione di cose da scrivere, visto che il CN ha fatto parte della mia vita per più della metà dei miei anni come parlare della “provvidenza” nella quale credono i neocatecumenale, che non sono altro che le decime degli altri fratelli di comunità nonché la disponibilità e la promiscuità degli altri fratelli nel tenere i figli degli altri fratelli di comunità, l’abbandono minorile (credo punibile anche per legge) durante le convivenze per 4 giorni dei genitori a babysitter (ragazze di comunità) pagate pochissimo, in nero e molte volte nemmeno maggiorenni.
Finisco per parlare della mia attuale ex comunità, partita all’inizio con più di 50 persone e ridotta negli anni dalle persone che l’hanno abbandonata a un totale di 20 persone (quasi tutte coppie con molti figli), attraverso anche varie “fusioni” con altre comunità (anche queste decimate negli anni). Credo che quasi tutte le persone che hanno abbandonato la comunità (principalmente giovani, figli del cammino anche loro) non abbiano davvero capito di aver vissuto in una setta per molti anni.
Sono sicuro ugualmente che se per caso qualche ex fratello di comunità leggerà queste mie righe saprà sicuramente chi sono,
ma so anche che nessuno avrà mai il coraggio di chiamarmi o contattarmi per sapere come sto, come non l’hanno mai fatto in tutti questi anni.
(da: un ex neocatecumeno)