mercoledì 30 aprile 2008

Contestazione sulla "croce rovesciata"

Pubblichiamo questa mail ricevuta da parte di un lettore del sito, inserendo come primo post la nostra risposta, per poi procedere nella discussione, se interesserà

Salve...
Mi chiamo Dan e ho appena letto l'articolo "A proposito della croce rovesciata". Nell'articolo si legge:

"La croce rovesciata non è stata mai usata per indicare S. Pietro. Non c'è in tutta l'iconografia riguardante Pietro e il suo magistero, il segno della croce rovesciata. Secondo noi cade la simbologia data dai neocatecumenali alla croce disegnata da Kiko e che essi accettano acriticamente bollando quanti non la ritengono un simbolo cristiano"

Leggendo mi è suonato strano siccome da pochi giorni sono stato a Roma e nella visita al Carcere Mamertino, che come ben saprete è stato il luogo dove sono stati incarcerati Pietro e Paolo, mi è rimasto impresso un particolare curioso guardando l'altare. Infatti sull'Altare vi è una Croce rovesciata. Per convalidare le mie parole allego la foto ed un link della foto ad alta risoluzione tratto da wikipedia. Da wikipedia perchè penso sia imparziale e poi comunque la foto parla da sola.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/
af/AltarinMamertinePrison.jpg

Detto questo desidero rivolgervi questa domanda:

Come spiegate ciò? che in una chiesa romana (e non una chiesa qualsiasi...) ci sia questo simbolo? secondo voi è una manipolazione fotografica? o Kiko è andato a girare la Croce? oppure non so, qualche neocatecumenale è andato al posto di Kiko?

Secondo me il fatto che in uno dei luoghi di Roma privilegiati dalla storia degli Apostoli in cui Santa Romana Chiesa (e non Kiko Arguello) ha costruito quella cappella (nel IV secolo dopo Cristo, diciamo che forse Kiko non era neanche nei pensieri del Padre Eterno) ci sia quel simbolo lì non è casuale. Forse la croce rovesciata subito non ci ricorderà s.Pietro, ma arrivare a dire:

"...Considerato che l'inversione simbolica è tipica di tutte le sette esoteriche e sataniche, i capi del Cammino non potevano ignorare che la croce rovesciata è comunemente inserita nel pentacolo satanico. Si è mai visto un solo parroco o un ministro di Dio che abbia introdotto nella propria parrocchia la croce rovesciata? Sicuramente no, ben sapendosi che si tratta di simbolo blasfemo associato tra l'altro all'Anticristo..."

Penso che su questo sarete d'accordo con me su una riflessione. Nella lettura dei simboli c'è una forte componente soggettiva. Per cui ad esempio la svastica era considerata dagli indiani più di 3000 anni come simbolo di felicità mentre tristemente sappiamo come lo interpretarono i nazisti nello scorso secolo. Come la stessa croce celtica antico simbolo cristiano poi adottato malauguratamente da partiti fascisti i cui intenti non erano proprio cristiani. Quindi chi dice che la croce rovesciata sia di uso esclusivo di gruppi satanici? perchè deve essere solamente associata all'idea dell'anticristo?

Nel caso la vostra risposta sia che la croce rovesciata possa essere solamente associata all'anticristo allora è veramente problematico che nel Carcere Mamertino ci sia questo simbolo. Si deve urgentemente fare qualcosa.

Detto questo l'articolo segue dicendo:

"... A nostro parere quel rovesciamento simbolico condensa altri significati, e precisamente:
negare la supremazia di Cristo sulla morte vincolandolo alla sua condizione umana e non divina
condensare in un segno chiave tutta la filosofia rivolgimentale del Cammino, che è quella di capovolgere la dottrina e la missione della Chiesa
dare uno schiaffo alla Chiesa ed al suo Pastore, sottomettendolo a tale simbolo nel cuore della neocatecumenalità quale è la Domus Galileae
lanciare a tutti gli adepti il messaggio identitario sovversivo del Cammino stesso, condensato proprio nella croce rovesciata.
Ora, ciò che stupisce maggiormente non è quanto messo in atto dai capi del Cammino, comprensibile nella logica eretica del movimento, ma che il Papa e le gerarchie vaticane si siano prestate a tale gioco.

È mai possibile che, a partire da Giovanni Paolo II, nessuno si sia accorto di tale blasfemia? È mai possibile che i consiglieri, i teologi, gli esegeti del Vaticano non abbiano segnalato al Santo Padre tale abominio?..."

Secondo me prima di saltare a queste conclusioni si deve ancora riflettere un attimo prima di giungere a gridare alla blasfemia e via dicendo.

Spero di ricevere presto una vostra risposta a questo mio quesito in cui possiate darmi una risposta più che chiara. Perchè le questioni sono due: o voi avete toppato e quindi penso che per amore della verità dovreste scrivere qualcosa a proposito (scusandovi magari con i neocatecumenali bollati come acritici) oppure avete ragione e quindi la mia era solo una curiosità (nonostante la croce rovesciata resti lì dov'è, costituendo quindi un precedente che giustificherebbe l'opera realizzata da Kiko Arguello).

La mia riflessione prescinde dalla disputa sul cammino neocatecumenale voglio metterlo subito in chiaro. Da studente di giurisprudenza penso che la cosa più importante sia che la verità sia chiara.

Sperando che anche voi siate alla ricerca della verità porgo i miei distinti saluti

Dan

martedì 29 aprile 2008

"supporter" da curva o difensori della Fede?

In questi giorni abbiamo già visto che è sceso in campo anche Korazym, che così conclude:
I supporter delle rispettive curve non solo la pensano diversamente, ma si allontanano mese dopo mese sempre di più, in una partita che non vede al momento vincitori e che attende la decisione definitiva dell’arbitro e dei suoi assistenti.

Qui non si tratta di "fare il tifo", oppure di essere favorevoli o contrari, o di essere vincitori in qualche cosa, si tratta di difendere la Fede, e se Korazym - pur nella sua maggiore obiettività rispetto ad altri tempi - non fosse rimasto cerchiobottista, non l'avrebbe messa in questi termini, che banalizzano la gravità della situazione e delle conseguenti decisioni che si attendono ormai da molto tempo.

La questione non è TRA AMICI E NEMICI DEL CAMMINO, MA TRA AMICI E NEMICI DELLA VERITÀ e della Fede Cattolica, e ci riguarda non come "critici" del Cammino, ma come difensori della Chiesa cattolica rispetto a una neo Chiesa giudeo-luterano-gnostica!!!!

È questo il punto cruciale che non si vuole vedere o che si minimizza ed è questo che dovrebbe essere chiaro una volta per tutte.

E accettiamo smentite solo dal nostro Santo Padre.

domenica 27 aprile 2008

Il "Dies Domini", fonte di Grazia! Un'altra Santa Omelia

Torno dalla Santa Messa, oltre che con la gioia di aver ricevuto la Grazia, con il sostegno dell'Istruzione alla Fede. Il "solito" Santo Sacerdote Francescano dell'Immacolata, ha di nuovo confortato il sottoscritto con le sue parole. Manco a farlo apposta.

Tema dell'Omelia, il "rendere Ragione" della nostra Fede. Ma soprattutto il Modo in cui farlo.

Il Sacerdote si sofferma sul Sacramento della Confermazione, Officiato dagli Apostoli, e sulla Promessa del Signore di mandare il Paraclito. Lo Spirito di VERITA'.

Torna l'esortazione a Conoscere (biblicamente) per Testimoniare (degnamente). Ma soprattutto il Sacerdote sostiente che non si può Testimoniare senza Avere la Forza dai Sacramenti! Che rendono Presente il Signore e la sua Grazia. Che dà forza! Il Primario "luogo" della Presenza del Signore è la Santa Chiesa (Istituzione e Tempio).

In particolare il Sacramento della Cresima, che viene officiato dagli Apostoli, in comunione con Pietro, rende "capaci" di Testimoniare CIASCUNO NEL PROPRIO AMBITO DI VITA E NEI MODI CHE TALE AMBITO RICHIEDE, la Fede in Gesù.

Ritorna la centralità del Mistero di Cristo come "fonte e Culmine" dell'Annuncio. Senza la quale NESSUN ANNUNCIO può essere fatto. E ritrona il problema drammatico del ribaltamento di questa Verità. A tutto danno nostro, che andiamo a "cercare vita" dove non c'è la Vera Vita..

sabato 26 aprile 2008

Lutero e affini hanno invaso Roma! La radice dei mali è questa!

L'avevamo già detto, ma "Repetita Juvant". Come insegnano i nostri padri.

Questa riflessione la faccio in concomitanza con l' "ostensione" delle Sacre Reliquie del Santo Fraticello, Padre Pio.

Contestualmente a questo Fatto di Fede, l'anticristianesimo militante, PRESENTE IN MASSA ANCHE NELLA CHIESA CATTOLICA (SIC!), ha devastato tutti gli ambiti della comunicazione di massa e della vita pubblica!

Stamane, a "coronamento" dell' "opera", un "editoriale" sulla marxista La7. I convenuti "dissertano" di religione Cattolica, senza essere Cattolici ma soprattutto senza CONOSCERE la materia di cui dissertano! Unica nota "Intonata": Tornielli. Che è potuto intervenire poco. Per ovvi motivi!

Uno "Psichiatra", la Saluzzi, Veneziani. Un giornalista "Cattolico" Ambrosiano (poi spiegherò perchè tra virgolette). Una "lettera" a un giornale, credo La Stampa di Torino, dove un altro "Cattolico" vomita contumelie sul Fatto di Fede in oggetto.

Non mi stupisco e non mi sconcerta l'ignoranza e la veemenza dei C.D. "Laici" (termine che non significa niente! Bisognerebbe usare "anticristiani"). Quello che mi sconvolge è l'anticristianesimo e l'ignoranza della fede dei C.D. "Cattolici"!!!

Da costoro, è emerso (nello sbigottimento di Tornielli) che il Culto delle Reliquie è una INCROSTAZIONE, un "retaggio" VOLUTO dal Cattolicesimo Romano!!! Il "lettore Cattolico" della Stampa, esorta (SIC!) il Papa a NON ANDARE A VENERARE LE RELIQUIE DEL SANTO PADRE PIO, perchè non sopporterebbe di vederlo in ginocchio davanti ad un CADAVERE (SIC!!!!)!!!! L'altro "Cattolico Ambrosiano", conferma che queste "manifestazioni" (n.b: le preghiere dei fedeli e i pellegrinaggi per la venerazione delle Reliquie!!!!!) sono da bollare come superstiziose, vetuste e inammissibili nella Fede "Cattolica"!!! Tuttavia non ne fa una "colpa" alla gente (DEO GRATIAS! BONTA' SUA!) perchè le identifica con una certa "cultura popolare" meridionale (RAZZISTA!), ingenua (!!), sentimnentale! Infatti questi stessi "Cattolici" intervistati, hanno insistito molto Kantianamente, quasi avessero pietà di questi "Poveracci", che spesso le persone hanno BISOGNO di CONFORTO. Per cui, nei loro drammi, gli SFOGHI sarebbero questi Pellegrinaggi e queste devozioni "superstiziose"!!!!

Tutti, tranne Tornielli e la Saluzzi (SIC!), hanno commentato sfavorevolmente questa "mostra di un Cadavere", pensandola di pessimo "gusto"!!! L' "insigne" Psichiatra ha avanzato l'ipotesi di una Psicopatia grave del Santo Stigmatizzato. Psicopatia Istrionica, in termine tecnico (che non so cosa voglia dire).

Ma la cosa più allarmante e demoralizzante è questo "trionfo" del Luteranesimo nel Cattolicesimo! La nostra Fede ne è letteralmente soffocata! I "temi" della critica dei "Cattolici" convenuti in trasmissione sono LUTERANI! Ma sono anche IGNORANTI (e ritorna l'Omelia di Domenica scorsa)!
Ignoranti persino nella Professione di Fede (che il CNC, ad esempio OMETTEVA e OMETTE in molti casi anche oggi! Che caso, eh?). Perchè noi Crediamo "nella Risurrezione della Carne"! Crediamo in Cristo "incarnato e fatto Uomo nel Seno della Vergine Maria"! Crediamo nella "Comunione dei Santi"! Per mezzo dei Quali Dio compie le Sue Opere in mezzo ai Suoi. E Testimonia la Verità. Essi stessi Testimoniano Dio nella loro Carne.
Dalle Origini della Chiesa il Culto delle Reliquie dei Santi è Praticato! Gli Altari sono Costruiti sui SEPOLCRI di Santi e Martiri (il Mistero di Cristo che si perpetua anche nei suoi)! Lutero e gli altri Eretici non hanno "fondato" la Chiesa ma l'hanno violentata separandosene e contestandola!

Ma queste "posizioni", sono riprese terribilmente anche dal CNC... MA NON SOLO! Se il CNC (E NON SOLO) ha potuto prosperare è a causa di questo autentico DISASTRO, che non ha provocato lui!

A "coronamento dell'edificio" un'intervista demoralizzante dell'Arcivescovo Marini, che noi veneriamo, dove si "corre ai ripari" e si afferma: "nessuna intenzione di riformare il Messale di Paolo VI"!

Per carità! Lasciamo tutto com'è! Così la distruzione sarà completa... A BREVE! E chi ne sosterrà la responsabilità?

venerdì 25 aprile 2008

Siamo al delirio!

Pubblichiamo questa mail senza chiedere l'autorizzazione all'autore per diversi motivi:

1. perché in altre decine e decine di mail ci ha sfidato a pubblicarle; ma non si trattava altro delle solite accuse che ci sentiamo ripetere e ripetere anche su questo blog
2. perché questa volta siamo davvero al delirio. Non sappiamo a cosa si riferisce e ci accomuna a Petrus, di cui copia e incolla un pezzo di articolo e ritira fuori un antisemitismo tanto inventato quanto improbabile da parte nostra
3. l'accostamento a Giordano Bruno Guerri, storico, ma anche notoriamente ateo non vedo cosa c'entri con dei credenti che hanno l'unica pecca di criticare il Cammino NC
4. i redattori di Petrus, non si nascondono dietro ad alcun anonimato, ma sono giornalisti che firmano con nome e cognome
5. noi non siamo giornalisti e abbiamo un altro compito, quello di difendere la nostra Fede cattolica
6. si prega per noi perché abbbiamo abbandonato la Chiesa, solo per aver rinnegato, invece il cammino

Verificate voi stessi e parliamone:

"Caro "non cattolico" poichè sono molto devoto di S.Maria Goretti ti pregherei di non accomunarla al tuo sito.E' scandaloso e sacrilego che l'immagine di una grande santa della Chiesa Cattolica trovi il posto in un sito anticattolico nel quale gli autori si macchiano di calunnia, ipocrisia, falsità, calunniando i propri fratelli di fede.(!?) Puoi accomunarti soltanto ad un tuo pari: Giordano Bruno Guerri nemico della Chiesa e autore di: "Povera martire povero assassino" un libro anticattolico
che metteva in dubbio la santità del piccolo fiore di campo. Trovo scandaloso che la cara immagine di "Marietta" si trovi su un sito di rinnegati, apostati, i quali non accettano il Concilio Vaticano II° nè gli insegnamenti del Magistero. Non si può accettare che la piccola grande Santa, della purezza e del perdono, sia accomunata a persone che si nascondono in modo vile dietro un anonimato per infangare i fratelli. Non accomunare la cara Santina delle Paludi Pontine con il tuo turpe antisemitismo e razzismo.
Se non hai rispetto e amore dei fratelli e sorelle di fede abbine almeno dei Santi. Per tua vergogna ti mando una articolo sul viaggio del Papa in U.S.A. leggi cosa dice del legame tra Chiesa Cattolica e ebraismo.Da buon cattolico e da uomo con gli "attributi" come vedi mi firmo sempre. Sii uomo fallo anche tu! Se non lo fai allora non sei nè uomo nè cristiano oppure ti nascondi perchè sei un Sacerdote: VIENI ALLA LUCE!!! [l'ho detto molte volte che sono un laico credente e praticante e non un sacerdote e, finché posso, non darò loro in pasto la mia persona. Lo farò solo se e come il Signore eventualmente vorrà - ndr]
OH SANTA MARIA GORETTI TU CHE PERDONASTI IL TUO ASSASSINO DICENDO SUL LETTO DI MORTE: "LO PERDONO E LO VOGLIO CON ME IN PARADISO" PREGA PER QUESTI FRATELLI
CHE HANNO ABBANDONATO LA VERA FEDE CATTOLICA E PERDONALI SE USANO LA TUA CARA IMMAGINE PER ACCREDITARE I LORO FALSI ARGOMENTI CONTRO LA CHIESA!
PASQUALE TROISI

giovedì 24 aprile 2008

Kiko suona le sue trombe? Noi suoniamo le nostre campane!

apro questa nuova pagina partendo da questa riflessione di Gherardo:

"Caro Mic questo lavoro che stiamo pazientemente portando avanti ci ha portato a smascherare quasi tute le storture della dottrina kikiana. Il brano che hai linkato è un esempio di questo lavoro complesso. La concezione di peccato di Kiko è aberrante a volte lasciandomi un po' trascinare ho definito la kenosis kikiana come un crimine contro l'umanità per lo stato di prostrazione in cui induce le persone vincolandole all'unico rimedio offerto come efficace: il CN.
Proprio perché consapevole dell'importanza di questo paziente lavoro, che come non trascurabile conseguenzaci ha permesso di estirpare le radici della sofferenza causata dalla esperienza NC, che ritengo sia importante stareattenti a non rovinarlo tentati da drastiche quanto apparentemete liberatorie "semplificazioni"."

Concordo con Gherardo. Personalmente penso che quello che abiamo già evidenziato dovrebbe bastare e avanzare per comprendere la realtà vera (non quella ostentata) del Cammino. Ma il nostro lavoro deve continuare, in questo momento di attesa riempita dalla frenetica attività dell'iniziatore; ne è prova la sua presenza al Laterano a parlare sulla famiglia (!?) quando già abbiamo sottolineato in molti articoli la reale concezione della famiglia nel cammino che sta strumentalizzando anche il momento di crisi valoriale di questo nostro tempo per riempirlo con proposte all'apparenza valide, ma all'atto pratico tradotte in una prassi aberrante e strumentale e non corrispondente agli insegnamenti della Chiesa sulla maternità e paternità responsabille.

E quindi, se l'infaticabile Kiko continua a suonare le sue trombe, continuiamo anche noi a suonare le nostre campane... e a far sentire l'altra campana che siamo noi...

Alle riflessioni già fatte aggiungerei un dato che mi appare chiaro già da molto: la Fede della Chiesa è basata sulla Rivelazione nutrita dalla Scrittura e dai sacramenti, Kiko mi sembra che cancelli proprio la Rivelazione e ne introduca una tutta Sua che non è certo quella degli Apostoli fondata sull'Antico Testamento portato a compimento dal Nuovo.

Kiko ha avuto l'abilità diabolica di usare tutti o quasi i dati della Rivelazione per svuotarli del loro significato originario e dargliene uno tutto suo. Dovremmo cominciare a fare gli esempi concreti di questo.

Nell'altra pagina abbiamo visto come il suo "Kerygma" tutto sia tranne quello cattolico: la cosa che tace del tutto è proprio CHI E' Cristo (cuore della Rivelazione cristiana) e in questo modo non Lo annuncia, anzi ne ha deformato sia la Persona che l'Opera.

In questa pagina proviamo ad analizzare tutti gli altri altisonanti termini del gergo kikiano mutuati dalla Rivelazione, ma usati e vissuti in modo diverso e sviante.

mercoledì 23 aprile 2008

"Sola Scriptura" nel CNC. Un problema drammatico

SINODO DEI VESCOVI - XII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA

LA PAROLA DI DIO NELLA VITA E NELLA MISSIONE DELLA CHIESA - LINEAMENTA


Tradizione e Scrittura nella Chiesa: un solo sacro deposito della Parola di Dio
14. A questo proposito è fondamentale ricordare che la Parola di Dio divenuta in Cristo Evangelo o lieta notizia, e come tale, consegnata alla predicazione apostolica, continua la sua corsa tramite due punti di riferimento, riconoscibili, strettamente interconnessi: il flusso vitale della Tradizione vivente manifestata da “tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede”,37 quindi dal culto, dalla dottrina e dalla vita della Chiesa, e la Sacra Scrittura, che di questa Tradizione vivente, per ispirazione dello Spirito Santo, conserva appunto nella immutabilità dello scritto gli elementi costitutivi e originari. “Questa Sacra Tradizione dunque e la Scrittura Sacra dell’uno e dell’altro testamento sono come uno specchio nel quale la Chiesa pellegrina in terra contempla Dio, dal quale tutto riceve, finché giunga a vederlo faccia a faccia, com’Egli è (cf. 1Gv 3,2)”.38 Al Magistero della Chiesa, che non è superiore alla Parola di Dio, spetta “di interpretare autenticamente la Parola di Dio scritta o trasmessa”.39
Il Concilio Vaticano II insiste sull’unità di origine e sulle molte connessioni tra Tradizione e Scrittura: la Chiesa le accoglie “con pari sentimento di pietà e riverenza”.40 Un insostituibile compito di servizio è dato dal Magistero in quanto, garantendo con ciò una interpretazione autentica della Parola di Dio, “piamente la ascolta, santamente la custodisce e fedelmente la espone”.41

Dal punto di vista pastorale, seguendo la dottrina della Chiesa, vanno chiariti concettualmente e tradotti in esperienza di vita i rapporti tra Tradizione e Scrittura, come ad esempio, il fatto che la Tradizione preceda originariamente la Scrittura e ne sia sempre come l’humus vitale che “fa più profondamente comprendere e rende ininterrottamente operanti le stesse Sacre Lettere”.42 Come d’altra parte “si deve riferire per eccellenza alla Sacra Scrittura ciò che è stato detto: ‘la Parola di Dio è viva, efficace’ (Eb 4,12), ‘ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati’ (At 20,32; cf. 1Ts 2,13)”.43 Entrambi sono canali che comunicano la Parola di Dio, la quale quindi ha la sua completezza di senso e di grazia nell’esperienza di entrambi, ‘uno dentro l’altro’, per cui in questa ottica si possono chiamare e sono Parola di Dio.

Diverse sono le conseguenze di rilevante incidenza nel piano pastorale. Non può esistere una ‘sola Scriptura’ a se stante: la Scrittura è legata alla Chiesa, cioè al soggetto che accoglie e comprende sia la Tradizione sia la Scrittura. La Scrittura svolge un ruolo essenziale per accedere alla Parola nella sua genuinità fontale, diventando così criterio per la retta comprensione della Tradizione.

Va poi considerata nei suoi effetti pratici, la distinzione tra Tradizione apostolica costitutiva, tradizione posteriore che interpreta ed attualizza e le altre tradizioni ecclesiastiche; come pure va valutata la portata decisiva del riconoscimento canonico che la Chiesa ha operato a proposito delle Scritture garantendone l’autenticità (73 libri: 46 dell’Antico Testamento, 27 del Nuovo Testamento)44 di fronte alla proliferazione di libri inautentici o apocrifi, di ieri, di oggi, e di sempre.

Rimane, infine, sempre sullo sfondo, il confronto e il dialogo delicato, necessario e appassionato tra Scrittura e Tradizione, con i segni della Parola di Dio nel mondo creato, specialmente con l’uomo e la sua storia.45 Nel solco della Tradizione vivente, e dunque come servizio genuino alla Parola di Dio, va anche considerata la forma del Catechismo, dal primo Simbolo della fede, nucleo di ogni Catechismo, alle diverse esposizioni lungo i secoli, di cui attestazione più recente sono, nella Chiesa universale, il Catechismo della Chiesa Cattolica e, nelle Chiese locali, i rispettivi Catechismi
(...)

Un compito necessario e delicato: interpretare la Parola di Dio nella Chiesa

(...)
Ma non mancano anche i rischi dell’interpretazione arbitraria e riduttiva, come è il fondamentalismo: da una parte può manifestare il desiderio di rimanere fedeli al testo, dall’altra misconosce la natura stessa dei testi, incorrendo in gravi errori e generando anche inutili conflitti.52 Altri rischi sono dati dalle letture “ideologiche” o semplicemente umane, senza il supporto della fede (cf. 2Pt 1,19-20; 3,16), fino a forme di contrapposizione e di separazione tra la forma scritta, attestata anzitutto nella Bibbia, la forma viva dell’annuncio e l’esperienza di vita dei credenti. Così pure si fa fatica a riconoscere il compito che spetta al Magistero nel servizio della Parola di Dio, sia quanto alla Bibbia che alla Tradizione. In generale, si nota una scarsa o imprecisa conoscenza delle regole ermeneutiche, corrispondenti alla identità della Parola, composte di criteri umani e rivelati, nel contesto della Tradizione ecclesiale e in ascolto del Magistero.
(...)
Va affrontato il problema interpretativo della Scrittura, ma per giungere al suo senso totale, è necessario avvalersi dei criteri teologici, riproposti dalla Dei Verbum: “contenuto e unità di tutta la Sacra Scrittura, (...) viva Tradizione di tutta la Chiesa, (...) analogia della fede”.56 Oggi si avverte la necessità di una approfondita riflessione teologica e pastorale per formare le comunità ad una intelligenza retta e fruttuosa della Sacra Scrittura come Parola di Dio, compresa nel mistero della croce e risurrezione di Gesù Cristo, vivente nella Chiesa.
(...)
In tale prospettiva vanno considerati con cura il contributo del Catechismo della Chiesa Cattolica,le diverse risonanze e tradizioni che la Bibbia suscita nella vita del popolo di Dio e l’apporto delle scienze teologiche ed umane

Accanto a tutto questo impegno non va dimenticata quella interpretazione della Parola di Dio, che si compie ogni volta che la Chiesa si riunisce per celebrare i divini misteri. Al riguardo la Introduzione al Lezionario, che viene proclamato nell’Eucaristia, ricorda: “Poiché per volontà di Cristo stesso il nuovo popolo di Dio è distinto nella mirabile varietà delle sue membra, così anche diversi sono i compiti e gli uffici che spettano a ciascuno riguardo alla Parola di Dio: ai fedeli spetta l’ascoltarla e il meditarla; l’esporla invece spetta soltanto a coloro che in forza della sacra ordinazione hanno il compito magisteriale, o a coloro ai quali viene affidato l’esercizio di questo ministero
(...)
Nell'Evangelizzazione e nella Catechesi

Un ruolo importante nell’evangelizzazione riveste l’incontro diretto con la Sacra Scrittura. Esso è un obiettivo primario: “La catechesi, in concreto, deve essere un’autentica introduzione alla ‘lectio divina’, cioè alla lettura della Sacra Scrittura fatta ‘secondo lo Spirito’ che abita nella Chiesa”,87 ed insieme un contenuto centrale: la catechesi “deve imbeversi e permearsi del pensiero, dello spirito e degli atteggiamenti biblici ed evangelici mediante un contatto assiduo con i testi medesimi”.88

Per il suo rilievo particolarmente culturale va valorizzato l’insegnamento della Bibbia nella scuola e segnatamente nell’insegnamento della religione. Un ruolo specifico svolge il Catechismo della Chiesa Cattolica, come strumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale, come una norma sicura per l’insegnamento della fede.89 Non intende sostituire la catechesi biblica, ma integrarla nella più completa visione della Chiesa.

lunedì 21 aprile 2008

Discorso "ecumenico" del Papa

Ripartiamo da questo post di Newgold: faccio un copia incolla di alcuni significativi passaggi del discorso del papa all'incontro ecumenico a new york di venerdì scorso:

Invito i saccenti neocat che scrivono su questo blog con molta arroganza e sicurezza di loro stessi che la situazione è esattamente il contrario di quella che vogliono far credere: per voi non va affatto bene, anzi, le cose per voi si mettono male perché si sta andando verso la tolleranza zero.

Leggete le parole del papa e meditate:

"Troppo spesso i non Cristiani, che osservano la frammentazione delle comunità cristiane, restano a ragione confusi circa lo stesso messaggio del Vangelo. Credenze e comportamenti cristiani fondamentali vengono a volte modificati in seno alle comunità da cosiddette “azioni profetiche” fondate su un’ermeneutica non sempre in consonanza con il dato della Scrittura e della Tradizione. Di conseguenza le comunità rinunciano ad agire come un corpo unito, e preferiscono invece operare secondo il principio delle “opzioni locali”. In tale processo, si smarrisce da qualche parte il bisogno di una koinonia diacronica – la comunione con la Chiesa di tutti i tempi – proprio nel momento il cui il mondo ha smarrito l’orientamento ed ha bisogno di testimonianze comuni e convincenti del potere salvifico del Vangelo (cfr Rm 1, 18-23).
Miei cari amici, la forza del kerygma non ha perso nulla del suo interiore dinamismo. Pur tuttavia dobbiamo chiederci se il suo pieno vigore non sia stato attenuato da un approccio relativistico alla dottrina cristiana simile a quello che troviamo nelle ideologie secolarizzate, che, con il sostenere che solo la scienza è “oggettiva”, relegano completamente la religione nella sfera soggettiva del sentimento dell’individuo. Le scoperte scientifiche e le loro realizzazioni attraverso l’ingegno umano offrono senza dubbio all’umanità nuove possibilità di miglioramento. Questo non significa, tuttavia, che il “conoscibile” sia limitato a ciò che è empiricamente verificabile, né che la religione sia confinata al regno mutevole della ”esperienza personale”.
L’accettazione di questa erronea linea di pensiero porterebbe i Cristiani a concludere che nella presentazione della fede cristiana non è necessario sottolineare la verità oggettiva, perché non si deve che seguire la propria coscienza e scegliere quella comunità che meglio incontra i propri gusti personali. Il risultato è riscontrabile nella continua proliferazione di comunità che sovente evitano strutture istituzionali e minimizzano l’importanza per la vita cristiana del contenuto dottrinale.
Soltanto “restando saldi” all’insegnamento sicuro (cfr 2 Ts 2, 15) riusciremo a rispondere alle sfide con cui siamo chiamati a confrontarci in un mondo che cambia. Soltanto così daremo una testimonianza ferma alla verità del Vangelo e al suo insegnamento morale."

domenica 20 aprile 2008

I neocatecumenali "conoscono" chi è Cristo?

Inserisco in apertura questo post di Stefano perché perfettamente in tema con l'affermazione della pagina precedente che non si può amare e seguire davvero il Signore se non si conosce CHI E': questo è il primo Annuncio di salvezza da accogliere e poi da vivere... E notavamo che nelle catechesi kikiane si citano tante parole di Gesù, ma non si dice mai CHI E' Gesù... Ricordiamo che Lui stesso ha fatto questa domanda fondamentale ai suoi discepoli, perché ne fossero ben consapevoli prima che divenissero Apostoli (mandati)!

"Buona Domenica a tutti. Il Signore ci dia la Sua Pace.

Volevo condividere con voi e con i lettori una parte di una Splendida Omelia, ascoltata nella Casa della Beata Vergine Maria, che è diventata il mio rifugio da quando sono in "diaspora".

L'ha pronunciata un Sacerdote di una "famiglia" dell'Ordine Francescano (Francescani dell'Immacolata) ben radicata nella Tradizione Viva della Chiesa... Verrebbe da ritenerla reale attuatrice del Carisma Fondazionale.

Ebbene, durante l'Esegesi del Santo Evangelo, il Sacerdote si sofferma sul versetto: "Io Sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre SE NON per Mezzo di Me".

A parte che in questo Versetto c'è il fondamento dell'Unicità e basilarità della Fede nel Cattolicesimo come Unica via Vera di Salvezza, ma poi mi ha colpito l'approfondimento delle Tre Parole pronunciate da Gesù:

Vado a memoria:
Egli dice: Io Sono la Via. Ovvero chiarisce che è la "strada" Eretta dal Padre, per Ri-Unire la Creatura al suo Creatore. Via Giusta e Misericordiosa, senza la quale NON C'E' ALTRA VIA. Poi dice: Io Sono la Verità (e qui mi sono commosso). Non si Può prescindere la CONOSCENZA CONCRETA DI GESU', che è adesione al Suo Insegnamento. Vale a dire: la Conoscenza (biblica) della Dottrina della Chiesa, della Verità Teologica, per potere adempiere ai comandi di Gesù! Il Sacerdote ha proseguito: NON C'E' NULLA DI PIù PERICOLOSO PER L'UNITA' DELLA CHIESA DI ROMA CHE UN CRISTIANO IGNORANTE DELLA SANTA DOTTRINA. QUESTA E' L'ANTICAMERA DELLO SCISMA E DELL'ERESIA. Per cui è richiesta la Responsabilità e la COnoscenza che deriva dall'Incontro con Gesù: nessuno può AMARE chi NON CONOSCE BENE! Tale Conoscenza è, dopo che Dottrinaria, "esperienziale e operante". Ovvero, con l'aiuto della Grazia, si riscontra il Vero Amore nella Fedeltà alla Chiesa e nella Carità Cristiana.
Egli prosegue dicendo: Io Sono la Vita. Il "Datore di Vita", nostro Dio, lo ha fatto mediante la Croce e Risurrezione del Figlio Unigenito. Il Mistero della Vita è Ricapitolato in Gesù, nostro Signore mediante Il Quale, SOLO, si può godere della Vera Vita.

Questa la parte che mi ha colpito felicemente.

E questo conferma la mia "sanità mentale", sempre messa in dubbio negli anni di CNC, poichè ho sempre ascoltato la NEGAZIONE della Realtà della Vita (non solo di Fede), attraverso la condanna esplicita e diretta della Intenzione di Conoscere Meglio il Signore nella sua Chiesa, accedere ai Padri, alla Teologia, alla Apologia, alla Vita dei Santi.

Sarà un caso che dopo aver acceduto a questo tesoro, ho iniziato a guardare in faccia l'inganno in cui mi trovavo?

giovedì 17 aprile 2008

"La Liturgia non è proprietà di nessuno"!...

Il Cardinale Medina Estevéz critica i Neocatecumenali: “Facciano Messe senza abusi: la liturgia non è proprietà di nessuno, tantomeno di Kiko Arguello”
di Bruno Volpe

CITTA’ DEL VATICANO - Come è noto, il nostro giornale sta conducendo da diversi giorno una campagna di sensibilizzazione per evidenziare ciò che non va nella dottrina del Cammino Neocatecumenale. In proposito, abbiamo riportato commenti e testimonianze personali di chi, negli ultimi anni, si è imbattuto nel movimento fondato dallo spagnolo Kiko Arguello e ancora in attesa di essere ufficialmente riconosciuto dal Vaticano. Chi conosce certamente bene come pochi i Neocatecumenali è il Cardinale cileno Jorge Arturo Medina Estevéz (nella foto), il porporato che dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro diede l’annuncio, il 19 Aprile 2005, dell’elezione di Benedetto XVI e che per anni è stato Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. E neanche lui sembra troppo tenero nei confronti del Cammino.

Eminenza, cosa pensa dei Neocatecumenali?
"Devo dire che anche tra di loro vi è qualche cosa di buono, cioè il sincero amore verso Cristo, ma…".

Ma?
"Negli anni, come Prefetto del Dicastero vaticano competente in materia, ho purtroppo notato nelle loro liturgie autentiche stranezze e preopccupanti stravaganze. Da tempo la Santa Sede li ha invitati a mettersi al passo e ad obbedire; gli consiglio di farlo, perchè la liturgia non è proprietà di nessuno, tantomeno di Kiko Arguello".

Lei parla di stranezze e stravaganze. A cosa allude precisamente?
"Intanto alla Comunione fatta stando seduti e senza inginocchiarsi. Mi pare un’assoluta mancanza di rispetto verso Cristo. Poi veniano alle omelie. Mi consta che laici - ripeto, laici - facciano dei sermoni che seppure non chiamano esplicitamente omelie, lo sono nella sostanza. Ricordo a me stesso e a loro che secondo la Divina liturgia solo un Ministro consacrato, cioè un sacerdote o un diacono, può fare omelie. Si tratta di abusi pericolosi".

Parliamo ora di abusi liturgici in generale.
"Francamente, e ne sono lieto, oggi la situazione è migliorata, e di molto, grazie prima al Servo di Dio Giovanni Paolo II e poi al Papa Benedetto XVI".

Gli abusi liturgici sono iniziati dopo il Concilio Vaticano II…

"Sì, ma non a causa del Vaticano II. Effettivamente, dopo il Concilio si è creata molta confusione che ha a sua volta generato un clima da ricreazione. Erroneamente si è pensato che tutto fosse permesso e ammesso in nome della cosiddetta creatività liturgica che, in concreto, si è tragicamente tradotta in caos e anarchia".

Una parolina magica, la creatività liturgica…
"Io la ritengo solo sinonimo di disordine e disobbedienza. Ma il tempo della creatività, grazie a Dio, sembra finito. Certo, ogni tanto si notano preti che cambiano le letture, abusi in tema di assoluzioni generali e via discorrendo, ma la situazione non mi sembra drammatica come un tempo".

Eminenza, se dovesse spiegare cos’è la liturgia in poche parole, cosa direbbe?
"Direi che è l'aspetto pratico della Fede. Il centro della liturgia e della Santa Messa è Gesù Cristo, con buona pace di chi pretende di razionalizzare ogni cosa. La Messa è dono, sacrificio, ricerca del trascendente e mistero. Non è giusto nè tantomeno tollerabile che nessuno, dico nessuno, si impadronisca della liturgia con idee e bizzarrie personali".

Alcune volte si nota la tendenza a spettacolizzare la Messa.
"Vero. Ma chi lo fa, sbaglia. Il fulcro della Messa è il Signore e non il celebrante. La liturgia guarda a Cristo e non a chi celebra la Messa. Alcuni preti tendono a farne uno spettacolo, e sbagliano. La Messa non è uno spettacolo, non è un film. Certe Messe-show mi preoccupano davvero”.

In conclusione, cosa raccomanda?
"Che le Messe siano celebrate degnamente, con musiche appropriate, gesti corretti e nessuna stravaganza. E richiamo tutti, per il bene della Chiesa, all’obbedienza: lo ripeto, la liturgia non è proprieta' di nessuno".

Cari Neocatecumenali

Voi affermate in molti modi che l'autentico cristiano è "colui che ama il nemico", ma da quando vi conosco (lungo tempo) e specialmente in questi giorni e su questo blog, voi riempite i vostri nemici o avversari di insulti, calunnie, disturbi, pesante ironia, arroganti accuse etc. etc., che tutto dimostrano tranne che il vostro amore. E, allora, siete veri cristiani?
Bravi! continuate così! Ho visto che sulla pagina su cui stiamo ancora discutendo sono già iniziate le incursioni di banalità, scurrilità, cretinate varie ripetute fino all'esasperazione, che costituiscono i vostri ARGOMENTI PIU' RICORRENTI.
Ancora bravi e continuate così! Ci risparmierete il lavoro di scavarvi la fossa perché, come dice il Salmista, siete voi stessi che in questo modo ve la state scavando. E vi precipiterete.
Vi abbiamo già avvertito che stiamo raccogliendo la documentazione di tutti i vostri insulti e delle banali e scurrili, quando non blasfeme, performances. Ne uscirà, forse, un'enciclopedia...
E, dobbiamo constatare che, più che il senso di responsabilità per il volto che state mostrando del cammino, prevale di gran lunga il fanatismo. I tanti Anonimi, che su ogni cosa che denunciamo immediatamente obiettano che sono eccezioni (!?), su voi non si pronunciano e stranamente non vi invitano a desistere, (escluso un super-forse-catechista che ha definito controproducente il vostro comportamento eufemisticamente "da stadio", ma che è rimasto inascoltato), anzi, vi approvano nella misura in cui intralciate e sviate il filo delle discussioni, che evidentemente toccano punti molto 'scomodi' per il cammino, che è riuscito a tenerli nascosti per molti (troppi) anni.
Continuate così finché davvero Qualcuno non metta a tacere queste forze oscure che vi governano e offuscano la Verità delle retta Fede cattolica, tuttora molto in pericolo per chi ha occhi (spirituali) per vedere...

mercoledì 16 aprile 2008

Il "massimalismo" kikiano

In questi giorni si sta parlando di tutto. Finalmente la grande omertà sembra finita e qualche speranza di restaurazione per la Chiesa sembra farsi strada.

Nel cambiare pagina, per necessità, travolto dai post di quella precedente, vorrei introdurre un nuovo argomento. Mi veniva in mente il "massimalismo" molto riconoscibile nella maniera di Kiko - e quindi del cammino neocatecumenale - di interpretare la Scrittura.
Il Massimalismo è quel metodo con il quale si interpreta un testo rivelato in base alle sole parole con cui viene espresso.
Questo metodo è però indizio di ignoranza sia nel campo filologico, storico, ma specialmente in quello teologico e biblico, giustificabile in un semplice fedele, ma non in chi si presenta e ritiene di essere il "didascalo" autorizzato a portare alla Chiesa (quale Chiesa, poi?) i fratelli che ne sono lontani

martedì 15 aprile 2008

Usciamo da una bolgia

Apro questa pagina con queste parole di Michela

"Ci sono stati dei post interessantissimi, che andrebbero meditati e compresi.
E i nostri nc probabilmente non li hanno neanche letti, e se li hanno letti ne hanno colto solo qualche frasetta che richiamava qualcosa già sentito nelle catechesi, e hanno risposto del tutto a sproposito.
Sembra che i nc facciano fatica a cogliere il punto centrale dei discorsi: ma lo fanno apposta o lo fanno per sviare una discussione che potrebbe mettere in crisi le loro certezze?"

In effetti ho letto cose sull'Eucaristia che andrebbero meditate e vissute e diffuse; ma chi ha orecchi per intendere? Infatti sono rimaste sommerse da un mare di banalità volutamente rovesciate sul blog, delle quali ne sono state cancellate altrettante...

Vanno, vengono. Si prova a intessere un dialogo. Ma ci sono cose che dividono
Riporto questo post emblematico:
"In quanto a disobbedienza al papa
rifletti su questo:
Il papa ti ha detto forse che dovevi calunniare su di un blog
i tuoi fratelli?
Ti ha conferito un incarico speciale di inquisitore?
Ti ha dato mano libera per anatemizzarci?
Non sai che Dio ha in abominio chi provoca litigi tra i fratelli?"

Appena riesco a intervenire risponderò punto per punto. Intanto spero riusciate a farlo voi.

Finalmente se ne parla apertamente

A seguito dei recenti articoli apparsi su Petrus, sottolineiamo con prudente soddisfazione, perché conosciamo il dispiegamento di mezzi di ogni genere di cui sono capaci i nostri "interlocutori", il fatto significativo che si sia usciti dalle catacombe e che del cammino neocatecummenale si riesca a parlare apertamente come di qualunque altro problema senza passare per "cospiratori", ma con tutto il diritto di cittadinanza che credenti consapevoli e responsabili meritano nella loro chiesa.

Insomma finalmente si è rotto un tabù che ci risultava molto pesante e ci faceva sentire come coloro che stavano gridando nel deserto, anzi qualche volta ci sembrava di gridare nel vuoto spinto... Ebbene, finalmente nella Chiesa hanno una voce anche le persone che non vedono tutto oro nella imaginifica 'costruzione' che coinvolge tante vite, tanti interessi, ma soprattutto tante anime e quindi tante persone, a cui va il nostro pensiero e per le quali si innalza la nostra preghiera, qualunque conclusione sarà data a questa brutta storia.

Piuttosto che continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto o continuare a tacere intimiditi o bloccati dall'arroganza e dalle minacce, quando non c'è connivenza, è bene prendere atto dei problemi e avvertire la necessità di risolverli. Come non sta a noi, ma almeno continuiamo a parlarne.

lunedì 14 aprile 2008

I Neocatecumenali di Kiko: Movimento Ecclesiale o Setta all'interno del Cattolicesimo?

http://www.papanews.it/dettaglio_approfondimenti.asp?IdNews=6959
di Don Marcello Stanzione

CITTA’ DEL VATICANO - L’articolo del Direttore Gianluca Barile sulle ombre del Cammino Neocatecumenale ha suscitato tra i lettori di ‘Petrus’ consensi entusiastici ma anche numerosissime email di protesta e addirittura di minacce. Mi permetto di inserirmi nel dibattito non solo per il mio ruolo di sacerdote e di nuovo vicedirettore di questo giornale on-line ma anche per l’esperienza che mi ha portato a conoscere il Cammino Neocatecumenale tra i 27 e i 34 anni di età. Da novello sacerdote, in quel periodo con entusiasmo accolsi il Cammino dando il meglio di me stesso ma, dopo un certo numero di anni, conoscendolo sempre meglio fui costretto dalla mia coscienza sacerdotale ad ammettere con profondissima amarezza che proprio io, che allora ero il responsabile diocesano del GRIS (Gruppo Ricerca e Informazioni Sette) e che combattevo in modo particolare i Testimoni di Geova, avevo installato una vera e propria setta nella mia Chiesa accogliendo. Da allora, ho sempre affermato che il Cammino Neocatecumenale è stato una delle più grandi fregature della mia vita! C’è molto di discutibile nella prassi catechistica e liturgica del Cammino, a questo riguardo sono da leggere gli interessanti testi dottrinali di sacerdoti come il compianto Padre Enrico Zoffoli, don Gino Conti e don Elio Marighetto. Il Cammino, dopo i successi pastorali iniziali, si sta rivelando sempre più un gigante dai piedi di argilla: moltissimi parroci, conoscendo il vero volto del Cammino, l’hanno soppresso e dove esso rimane è costretto per lo più a vivacchiare. Ormai gli ex Neocatecumenali sono un esercito, ed hanno aperto pure siti internet per mettere in guardia altri cattolici ingenui dal pericolo dei “Kikiani”. Questo termine non è dispregiativo, ma all’interno del Cammino esiste un vero e proprio culto della personalità di Kiko Arguello, l’iniziatore. I canti sono musicati da Kiko e spesso i cantori scimmiottano Kiko nel loro modo spagnoleggiante di cantare. Anche le immagini sacre sono dipinte da Kiko, che è l’unico “conducator”. Sapete, poi, perché i Neocatecumenali parlano tutti allo stesso modo? Perché ripetono per filo e per segno espressioni tratte dalle catechesi di Kiko. Non esiste nell’ambito del cattolicesimo gruppo che sia così fortemente plasmato sulla personalità del fondatore. Indubbiamente il Cammino Neocatecumenale si presenta all’apparenza con un grande merito: quello di sforzarsi di mettere in pratica nei Paesi cattolici occidentali L'Ordo initiationis christianae adultorum, che poteva creare un profondo rinnovamento pastorale; purtroppo il suo capitolo IV, dal titolo: Preparazione alla Confermazione e all'Eucarestia degli adulti battezzati da bambini, che non hanno ricevuto la catechesi, è stato in genere eluso dalla nostra pastorale parrocchiale ordinaria con un ragionamento altrettanto semplice quanto equivoco: i nostri adulti, sebbene apostati ed infedeli di fatto, sebbene diventati dogmaticamente indifferenti e moralmente relativisti, hanno ricevuto la Confermazione e l'Eucarestia quindi l'iniziazione cristiana sarebbe questione che riguarda le missioni ad gentes fatta dagli istitituti missionari ed in definitiva il capitolo IV dell'Ordo si riduce ad essere applicabile in casi più unici che rari. E' chiaro, invece, che quando parliamo oggi di iniziazione cristiana in Paesi di antica fede cattolica, ne parliamo in senso analogico rispetto all'antica prassi dell'iniziazione cristiana e rispetto alla sua prassi nelle missioni ad gentes. Il grande merito che il movimento Neocatecumenale si attribuisce è proprio quello di avere riscoperto l'iniziazione cristiana degli adulti e di averla adattata, appunto, non solo ai lontani che hanno rotto ogni rapporto con la Chiesa dopo il Battesimo, ma anche ai cristiani abbondantemente sacramentalizzati, ma rimasti immaturi ed infantili nella fede. E' risaputo che i movimenti, a lungo andare, inevitabilmente si istituzionalizzano, perdendo così almeno parte della loro forza carismatica. I movimenti, nella Chiesa, sono tanti; e nessuno di essi può arrogarsi diritti di primogenitura o esclusiva di autenticità cristiana. Per questo motivo, accanto ai meriti e ai pregi, tutti i movimenti denunciano limiti e rischi. L'esortazione al discernimento e all'equilibrio, ricorrente nei documenti magisteriali relativi ai movimenti, torna di grande opportunità e deve essere tenuta in conto con grande umiltà. Quali sono i limiti e i rischi del movimento Neocatecumenale e del suo metodo catechistico? Il Servo di Dio Giovanni Paolo II, parlando dell'esperienza Neocatecumenale, in un discorso nella parrocchia romana dei Santi Martiri Canadesi, usò espressioni come "sana radicalizzazione del nostro cristianesimo" e "autentico radicalismo evangelico" (cf. Osservatore Romano del 3-4 novembre 1980). Tali espressioni vanno collocate non solo nel contesto di un discorso, ma nel contesto generale del pensiero del Pontefice. Espunte da tale contesto, possono dar luogo a visioni illusorie del popolo cristiano, oppure a distinzioni e discriminazioni tra gruppi di eletti e masse di reietti, irrecuperabili, per i quali non vale la pena di "spendere tutto e spendere anche se stessi". Si può arrivare ad isolare alcune - poche - centinaia di catecumeni da una comunità parrocchiale di qualche decina di migliaia di persone e, a quelli, imbandire una ricca mensa della Parola, dei sacramenti, della carità, con cibi apparentemente raffinati e genuini e, alla comunità parrocchiale... massiva, offrire soltanto un minimarket di precotti, cellofanati? Questo rischio è gravemente incombente laddove il parroco viene catturato dal Movimento e diventa il presbitero della comunità Neocatecumenale, rinunciando, almeno di fatto, ad essere il pastore di tutti i cattolici affidati alla sua responsabilità. E la cattura è tanto più deleteria quanto più referente del presbitero-parroco è la comunità neocatecumenale piuttosto che il proprio vescovo, e quanto più il presbitero-parroco rimuove dal suo orizzonte pastorale il piano pastorale della diocesi e i conseguenti impegni a favore del progetto e degli impegni indicati dal Movimento Neocatecumenale. E' giusto parlare di "radicalità evangelica": ma di quale radicalità? Per quanto riguarda più specificamente la catechesi, non c'è alcun dubbio che essa va fatta - andrebbe fatta! - con la lettura della Bibbia, contrapponendo una lettura sapienziale ad una lettura teologica, definita questa spregiativamente come intellettuale, quasi che l'obbedienza della fede dovuta a Dio non comporti prestare a Lui anche l'ossequio dell'intelligenza (cf Dei Verbum 5). Un altro rischio cui è esposta la catechesi Neocatecumenale è quello del plagio. E' il rischio di ogni catechesi, anzi di ogni attività formativa, di tutta la pastorale, quando è disincarnata, quando cioè è avulsa dal conteso culturale, quando non ritiene di doversi coniugare con essa, quando presume di dover solo dare, senza ricevere alcunché dalla ricchezza che pure è disseminata nel mondo e nell'umanità dalla multiforme sapienza di Dio. E’ insita, in questo, una tendenza ad accentuare il carattere penitenziale - un tantino esposto al rischio del manicheismo - della conversione, anziché l'amore di Dio che muove e che salva e l'azione di Cristo che ricapitola in sé tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra (cf. Ef. 1,10). In questa sorta di radicalità rientra l'interpretazione letterale della "comunione dei beni", citando Atti 2, 42-45, cui è tentato il Cammino, dimenticando o ignorando non solo il clima di imminenza della seconda venuta di Cristo in cui viveva la comunità di Gerusalemme, ma soprattutto la distinzione fatta da Gesù tra vocazione ordinaria alla vita eterna e vocazione speciale ad una sua particolare e funzionale sequela (cf Mt. 19,21; cf pure Lc. 19,8: Zaccheo dà la metà dei suoi beni ai poveri; e Gesù dice che la salvezza è entrata nella sua casa). Tantissime altre osservazioni critiche si potrebbero fare (tra l’altro ben documentati dai testi dei sacerdoti sopraccitati, in genere stampati dalla editrice Segno di Udine); ancora si potrebbe rilevare l'eccessivo impianto tecnico del lungo ed eccessivo Cammino Neocatecumenale, o una terminologia iniziatica, erudita, piena di termini ebraici vetero testamentari in contrasto con la semplicità del rapporto con la parola di Dio, pur invocata, o la centralità ontologica della Parola rispetto all'Eucarestia. In conclusione una cosa è certa: Benedetto XVI sarà il Papa che correggerà gli abusi dottrinali e liturgici che per troppi anni impunemente il Cammino ha diffuso nelle parrocchie. Kiko Arguello ascolti e metta in pratica quello che i vari dicasteri romani, voce del Santo Padre, gli correggono del Cammino e obbedisca prontamente.

domenica 13 aprile 2008

Un campione di contestazioni

Oggetto: Oltre che ignoranti anche antisemiti
Di sciocchezze nel vostro sito ve ne sono molte. Ma quella più grossa riguarda l'uso della menorah nelle celebrazioni del Cammino. Anzitutto vi informo che nella mia parrocchia è stato usato alla veglia parrocchiale. Secondo voi l'uso di simboli ebraici sarebbe improrio? Non sarete mica razzisti o antisemiti? Ma se non sbaglio Gesù e gli apostoli erano ebrei? Ma avete mai letto la "Nostra Aetate"? Siete ignoranti, razzisti e nazisti. Non avete mai letto cio che dice questo documento: "La Chiesa crede, infatti, che Cristo, nostra pace, ha riconciliato gli ebrei e i gentili per mezzo della sua croce e dei due ha fatto una cosa sola in se stesso". Da dove credete abbia tratto Gesù i segni dell'Eucarestia se non dalla liturgia pasquale ebraica. Il pane azzimo, anche se in forma di ostia, è un segno che Gesù ha tratto dalla liturgia ebraica, anche il calice del vino è un retaggio della liturgia ebraica. Ignoranti allora anche questi segni sarebbero, secondo il vostro stupido ragionamento, impropri. Che dire poi del fatto che nell'attuale prefazio si conserva una parte del rituale ebraico. Anche questo sarebbe improprio?Non sapete ciò che Giovanni Paolo II°ha detto degli ebrei?
Ma mi chiedo che genere di persone siete. VERGOGNATEVI
Pasquale Troisi

sabato 12 aprile 2008

Le ombre del cammino neocatecumenale

Così unizia l'articolo di oggi di Gianluca Barile su Petrus
CITTA’ DEL VATICANO - E’ il 28 Marzo del 2008 quando sul Monte delle Beatitudini, presso la ‘Domus Galileae’, da anni faraonica cittadella dei Neocatecumenali in Terra Santa, si consuma un evento che rischia di passare sotto silenzio ai più, ma che segna una vera e incompresa ‘rivoluzione’: quella di un movimento che si definisce Ecclesiale e che riesce in tal modo a cooptare ed irretire centinaia di prelati e porporati, il cui iniziatore laico riceve, addirittura, una ‘visita ad limina’, neanche fosse il Papa. Ben 160 Vescovi e 9 Cardinali europei, infatti, hanno partecipato ad una ‘Convivenza’, così viene chiamata in gergo neocatecumenale, durante la quale, nel tempio massimo del neocatecumenato in Terra Santa, sono stati impressionati e suggestionati con la potenza dell'architettura, con i simbolismi delle forme e degli spazi pieni di simbologie giudeo-luterano-gnostiche, con le presenze massicce di seguaci, con il clima carismatico e coinvolgente dei rituali messi in atto, le testimonianze e l'opera imbonitoria - così definita dai suoi critici - di Kiko Arguello, l’iniziatore del movimento cui, negli anni, si sono affiancati Carmen Hernandez e Don Mario Pezzi. La presenza di così tanti alti rappresentanti della Chiesa al cospetto di Kiko sembrerebbe dare il via all'evangelizzazione neocatecumenale dell'Europa, avallando un movimento, dai metodi quantomeno ‘discutibili’ in materia di Dottrina e Liturgia, ormai pesantemente infiltrato nel mondo ecclesiastico con le sue ritualità anomale che, malgrado i continui richiami di Papa Benedetto XVI, non sono state ancora né riviste né modificate né - tantomeno - soppresse. E che al Santo Padre questo non sia per niente piaciuto lo si capisce dal fatto che gli Statuti ‘ad experimentum’ del Cammino, scaduti ormai da 10 mesi dopo la concessione del periodo di prova di 5 anni da parte del Servo di Dio Giovanni Paolo II, non sono stati ancora approvati dal Vaticano.
....


Come vedete i riscontri aumentano. Ed è bene che nella Chiesa si guardi in faccia la realtà senza nascondere la polvere sotto il tappeto. Se ci sono problemi bisogna affrontarli e discuterne.
Questo è uno dei luoghi adatti, in attesa che chi deve decidere lo faccia appena possibile per il bene di molti

venerdì 11 aprile 2008

Approvazione si o no?

Per essere coerente devo aprire una nuova pagina, dato che non è realisticamente "igienico" addentrarci nei retroscena autentici dell'accaduto dei giorni scorsi e l'argomento della pagina precedente è così esaurito...
L'unico dato certo che comunque se ne ricava è che gli statuti, nonostante i trionfalistici annunci, non sono stati approvati. O no?

Dichiarazione e smentita

Pagina nuovamente intasata e necessità di nuovo spazio di discussione.

Nei giorni scorsi abbiamo seguito una vicenda emblematica: abbiamo gioito per un voce vaticana, finalmente levatasi dopo un così lungo assordante e inquietante silenzio, semplicemente per dire che sarebbero occorsi tempi lunghi perl'approvazione degli Statuti NC. Il che, senza entrare nel merito, smentiva chiaramente le reiterate affermazioni di approvazione già avvenuta effettuate dall'iniziatore del cammino in svariati momenti nel corso dei 10 mesi trascorsi dalla scadenza degli statuti stessi, ma puntualmente rivelatesi inesatte ad ogni scadenza indicata per la mancata effettiva pronuncia da parte della Santa Sede.

Obiettivamente ci troviamo di fronte ad una realtà sconcertante:
1. la loquacità, osiamo dire fuori posto e poco seria, se non per raggiungere uno scopo desiderato fino allo spasimo e le iniziative eclatanti dell'immaginifico iniziatore culminate con la convocazione di vescovi alla Domus Galileae, nientemeno che per proporsi per l'evangelizzazione dell'Europa.
2. il comportamento quanto meno scorretto dei vescovi (i 160 + 9 cardinali) che effettivamente erano presenti, esclusi quelli probabilmente più fedeli al Santo Padre la cui presenza probabilmente era di verifica (osiamo sperarlo)...
3. Si dà il caso che le dichiarazioni enfaticamente riportate dalle testate informative favorevoli ai NC (Zenit, Radio Vaticana, Avvenire) riguardano soltanto alcuni vescovi, già da tempo notoriamente coinvolti con il Cammino
4. Ciò non toglie che la spaccatura nella Chiesa sia evidente e sia stata mostrata e sancita con questo evento...
5. Conoscendo la serietà e la vicinanza al Santo Padre dell'articolista che ha diffuso, per doverla poi smentire, la notizia, ci sconcerta che anche in questo caso - ed evidentemente per effetto di minacce più consono ad una setta che ad una realtà davvero ecclesiale - il Vaticano abbia scelto il politically correct, al posto della Verità e la cosa oltre che sconcertante è tanto più inquetante in quanto la dichiarazione del Segretario del Pontificio Consiglio dei Laici era stata semplicemente interlocutoria e per nulla impegnativa circa le decisioni che il Santo Padre dovrà prendere
6. Ci preoccupa - e non poco - l'evidente dispiegarsi di pressioni e la tessitura di trame che poco hanno a che fare con la difesa della nostra Fede, che è la sola cosa che ci sta a cuore

mercoledì 9 aprile 2008

"Tempi lunghi per l'approvazione degli Statuti NC"

Intervista a Monsignor Clemens, pubblicata oggi da "Petrus"
http://www.papanews.it/default.asp#a
CITTA’ DEL VATICANO - “Non sono assolutamente previsti tempi brevi per l’approvazione definitiva degli Statuti dei Neocatecumenali”. [Per correttezza dobbiamo dire che oggi 10 aprile a Petrus è stato chiesto di smentire l'intervista; il che ovviamente è stato giocoforza fare da parte dell'Autore. Per il resto l'articolo è invariato] La dichiarazione rilasciata a ‘Petrus’ da Monsignor Josef Clemens, Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, il Dicastero vaticano preposto al riconoscimento ufficiale dei nuovi movimenti religiosi, arriva come una doccia fredda sulla testa di Kiko Arguello, Carmen Hernandez e Don Mario Pezzi (tutti e tre nella foto con Benedetto XVI), gli iniziatori del Cammino che divide ormai da anni la Chiesa cattolica tra favorevoli e contrari, tra ‘falchi’ e ‘colombe’, tra chi considera questo vastissimo gruppo di fedeli ’una salutare ventata di aria fresca dello Spirito Santo’ e chi, invece, ‘una setta con una propria liturgia e una propria interpretazione - errata - delle Scritture’. Quanto detto al nostro giornale da Monsignor Clemens - per ben 19 anni braccio destro del Cardinale Joseph Ratzinger - assume un peso ancora più rilevante se si pensa che l’approvazione ‘ad experimentum’ degli Statuti del Cammino Neocatecumenale, dopo i 5 anni fissati da Giovanni Paolo II, è scaduta da 10 mesi senza alcuna ‘fumata bianca’ per Arguello e i suoi collaboratori. Benedetto XVI, all’uopo relazionato dallo stesso Clemens e dal Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, il Cardinale Stanisław Ryłko, non ha ritenuto ancora di dare il ‘via libera’ al riconoscimento ufficiale del Cammino - i cui rapporti con il Vaticano hanno conosciuto diverse volte momenti di tensione sia dagli anni ’90 - in attesa che lo stesso adegui la Liturgia alle direttive impartite dal Cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, con una Lettera del 1° Dicembre 2005 in cui si legge: “Nella celebrazione della Santa Messa il Cammino Neocatecumenale accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa senza omettere né aggiungere nulla. Questo è il principio base. Seguire i libri approvati, non aggiungere e non sottrarre. La Domenica è il giorno del Signore: il Santo Padre decide che per il Cammino Neocatecumenale, almeno una Domenica al mese, le comunità devono partecipare alla Santa Messa della Comunità parrocchiale. Per le altre tre settimane, il Cammino Neocatecumenale in ogni diocesi sia in dialogo con il vescovo diocesano. Le ammonizioni previe alle letture si possono fare a condizione che siano brevi. Anche durante l’omelia, pronunciata sempre dal sacerdote o dal diacono, si può fare qualche intervento occasionale che sia breve e che non abbia apparenza di essere l’omelia. Anche questo si può accettare. Poi, per lo scambio della pace: si concede che il Cammino Neocatecumenale possa usufruire dell’indulto già concesso, cioè di fare lo scambio della pace prima dell’offertorio fino ad ulteriori disposizioni. E poi sul modo di ricevere la Santa Comunione: si dà al Cammino Neocatecumenale un periodo di transizione, non più di due anni, per passare dal modo invalso nelle loro comunità di ricevere la Comunione, per esempio, seduti, con l’uso di una mensa addobbata posta al centro della Chiesa, invece dell’altare dedicato; passare da questo al modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri liturgici per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo. Infine, il Cammino Neocatecumenale deve utilizzare anche le altre preghiere Eucaristiche contenute nel messale e non solo la seconda preghiera Eucaristica. La sintesi di tutto questo è che il Cammino, nella celebrazione della Santa Messa, seguirà i libri liturgici approvati, tenendo conto delle specificazioni appena pronunciate”. Lo stesso Benedetto XVI, nel 2006, pochi mesi dopo la lettera di Arinze, aveva ‘fraternamente ammonito’ il Cammino Neocatecumenale ad attenersi alla Liturgia di Santa Romana Chiesa durante un incontro con 200 Famiglie del Movimento missionarie in tutto il mondo: “L’importanza della Liturgia e in particolare della Santa Messa nell’evangelizzazione, è stata a più riprese posta in evidenza dai miei predecessori e la vostra lunga esperienza può bene confermare come la centralità del mistero di Cristo, celebrato nei riti liturgici, costituisce una via privilegiata e indispensabile per costruire comunità cristiane vive e perseveranti. (…) Proprio per aiutare il Cammino Neocatecumenale a rendere ancora più incisiva la propria azione evangelizzatrice in comunione con tutto il popolo di Dio, di recente, la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti, vi ha impartito, a mio nome, alcune norme concernenti la celebrazione Eucaristica. Dopo il periodo di esperienza che aveva concesso il Servo di Dio, Giovanni Paolo II, sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate”. Come accennavamo in precedenza, non sono mai mancati i momenti di tensione tra la Santa Sede e il Cammino Neocatecumenale nella persona di Kiko Arguello. Questi - accusato dai suoi denigratori addirittura di dipingere il proprio volto al posto di quello di Cristo nelle icone religiose, di tenere e autorizzare omelie da parte di laici durante la Messa, di impugnare talvolta una sorta di bastone pastorale pur non essendo insignito della dignità episcopale, di dare interpretazioni sbagliate delle Scritture, di consentire l’amministrazione della Comunione in modo non conforme - sin dal 2007 ha dato pubblicamente per avvenuta l’approvazione definitiva, e non più in via sperimentale, degli Statuti, passo obbligato per essere riconosciuti come Movimento religioso dal Vaticano. “Se l’approvazione degli Statuti fosse all’ordine del giorno o comunque prevista in un breve arco di tempo - aggiunge Monsignor Clemens interpellato da ‘Petrus’ -, sarei tra i primi ad esserne informato e posso assicurare che non è assolutamente così”. Quella del Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici non è una bocciatura né la manifestazione di una critica personale, ma solo la constatazione di un dato di fatto: il Cammino Neocatecumenale dovrà attendere ancora - e necessariamente adeguarsi alle direttive del Papa in materia di Liturgia - per ottenere il marchio di riconoscimento pontificio. Intanto, lo scorso 29 Marzo, Kiko Arguello, affiancato da Carmen Hernandez e da Don Mario Pezzi, ha riunito 9 nove Cardinali, 170 tra Vescovi e Arcivescovi e 54 rettori di Seminari ‘Redemptoris Mater’ per l’inaugurazione di una Cappella per l’Adorazione Eucaristica perpetua sul Monte delle Beatitudini. La cerimonia di inaugurazione è stata presieduta da Monsignor Michel Sabbah, Patriarca latino di Gerusalemme, da Vescovi dei vari riti, dal Custode della Terra Santa, Padre Pierbattista Pizzaballa, e dal Nunzio Apostolico, Monsignor Antonio Franco. In un comunicato finale, riportato da “Avvenire”, i Vescovi e Arcivescovi presenti all’incontro riconoscono “con gratitudine che, tra le numerose grazie concesse dallo Spirito Santo alla Chiesa del nostro tempo, il Cammino Neocatecumenale rappresenta con il suo itinerario di iniziazione cristiana un carisma potente per rafforzare lo slancio missionario”. Il carisma che “sorge dalla rigenerazione battesimale”, ricorda il testo, può “dare una risposta alla situazione drammatica della scristianizzazione dell’Europa”. Secondo i presuli, l’avvenire del Cammino dipenderà per gran parte dall’amore paterno con il quale i Vescovi “accoglieranno questo carisma”, accompagneranno “da vicino i seminari Redemptoris Mater” e incoraggeranno “le famiglie tanto preziose delle Comunità Neocatecumenali”. Ma se una parte del Clero ha plaudito a questa e ad altre iniziative del Cammino, c’è chi in Vaticano ha storto il naso ed ha avuto l’impressione che qualcuno, tra i Neocatecumenali, abbia voluto ingaggiare una sorta di ‘braccio di ferro’ con Benedetto XVI o, in ogni caso, con gli Uffici della Curia (Pontificio Consiglio per i Laici e Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti) preposti ad esprimere parere favorevole per l’approvazione degli Statuti (fermo restando che l’ultima parola spetta sempre al Papa). Per l’esattezza, una domanda circola con insistenza tra i Sacri Palazzi: ‘Quale messaggio in codice ha voluto lanciare Kiko?’.

martedì 8 aprile 2008

Lettera aperta

il fatto che sia ancora attivo questo blog, dipende dalla nostra convinzione di rendere un servizio alla Chiesa e ai 'piccoli' e a coloro che non conoscendo la realtà neocatecumenale, potrebbero trovarcisi dentro, come è successo a noi ed a tantissimi altri, credendo di iniziare un cammino di fede cattolico nella chiesa cattolica e dalla stessa garantito.

La nostra esperienza, la nostra conoscenza degli insegnamenti della Chiesa e tutto quello che abbiamo detto infinite volte ci ha fatto prendere le distanze da questa realtà.

C'è inoltre da tener conto che per persone come noi, che già conoscevano la Chiesa, è stato fisiologico ritrovarci in essa quasi come tornati da una brutta avventura, da una sorta di diaspora; ma ci sono un'infinità di persone, che non hanno nome, soprattutto i cosiddetti 'lontani' che, uscendo dal Cammino, hanno abbandonato anche la Chiesa, nella convinzione che il cammino fosse la Chiesa, come viene inculcato ingannevolmente e con successo per chi di essa non conosce gli insegnamenti autentici.

La ragione del nostro esserci, quindi, era ed è per evitare tutto questo e abbiamo reso note le circostanze che ci hanno portati fin qui.

E ora come constatato da un pezzo ci ritroviamo in qualche modo trasformati, nostro malgrado, da informatori-comunicatori, in 'militanti', con punte di 'aggressività' subìta di non poco conto e multiformità.

Ci chiediamo a questo punto se la nostra funzione di 'sentinelle' possa essere ancora ritenuta valida o se, in ragione della sgradevolezza di alcuni incontri che bene o male il fango addosso te lo lasciano anche se non ti appartiene, non debba finire qui. Resta da sperare che il polverone sollevato a qualcosa sia pur servito, soprattutto nei confronti di chi “non sapeva” o non aveva strumenti per dare senso ai suoi dubbi o al suo disagio.

Siamo consapevoli che questo farebbe il gioco dei nostri "interlocutori" e che è questo che vogliono da un pezzo; ma siccome a noi interessa principalmente cosa è meglio per la Chiesa, ci chiediamo: ha ancora una ragion d'essere il nostro essere qui, oggi, che i nostri contenuti vengono manipolati e 'venduti' al mercato di sgradevoli campagne contro la Chiesa, che purtroppo vanno troppo di moda e su troppi fronti, ma non ci fa certo piacere contribuire ad alimentare? Mi riferisco anche alla clonazione di un blog simile a questo che forse è stato il "coup de théatre" messo in atto alla bisogna. Ma tant'è, riflettiamoci su.

Inoltre è ormai non più soggetto a dubbi o verifiche il fatto che ci troviamo su due ‘fronti’ contrapposti e che la constatata impossibilità di dialogo e mancanza di comunicazione deriva dal fatto che davvero ci confrontiamo su ‘contenuti’ diversi… anche se spesso l’ambiguità dei nostri interlocutori, potrebbe convincere della loro cattolicità chi non conosce il cammino, cosa che di fatto succede a molti pastori non ben documentati, dei quali il minimo che possiamo dire è che non sono immuni dalla culpa in vigilando

Per quanto mi riguarda, sento dentro di me due 'tendenze' contrastanti, dalle quali è bene venir fuori con chiarezza e con il giusto discernimento:

1. una 'spinta' interiore in un certo qual modo ecclesiale, che mi direbbe di uniformarmi a un certo stile di prudenza e riservatezza, che salvaguarda da eclatanti e sgradevoli situazioni che potrebbero anche danneggiare l'immagine della Chiesa, quando gli aggrediti vengono fatti passare pubblicamente per aggressori e 'violenti' e qualche volta risultano trascinati nella ‘violenza’ di cui sono fatti oggetto, con l’accusa di essere “fuori dalla Chiesa", che invece approva il cammino…. E la Chiesa tace da troppo tempo ormai e per come stanno le cose, se di fatto non approva, nemmeno si pronuncia; il che consente al cammino non solo di mantenere lo status quo, ma perfino di proliferare col mandato della Chiesa. E allora noi ci sentiamo sempre più estranei a chi consente che la verità continui ad essere calpestata e soprattutto che gli abusi liturgici continuino a fare della Messa (che tra l’altro non è neppure una Messa) un abominio e quindi non possiamo non chiederci chi stiamo difendendo e se, arrivati a questo punto non resti piuttosto che attendere pregando…

2. un' 'anima' laica, che è quella di chi si sporca le mani e entra a contatto diretto con le realtà sgradevoli, ci resta invischiata e che alla fine, quando si arriva a raschiare il fondo, forse ha esaurito la sua funzione; allora deve verificare se invece non è il caso di tener duro costi quello che costi, ma solo se questo serve davvero Ad Maiorem Dei Gloriam.

Io so a quale delle due tendenze darei retta, e cioè alla seconda... ma il discernimento che non ho in questo momento e che mi serve per andare avanti (ovviamente parlo per me e non per tutti) o per chiudere qui il mio percorso è questo: nonostante gli aspetti non sempre edificanti che spesso si riscontrano in questo 'luogo' che voleva essere di 'incontro' ma sempre più spesso si rivela di 'scontro', che può generare cadute di stile non volute e non prevedibili, è la risposta a questa domanda: giova alla Verità e al bene di molti quello che stiamo facendo?

Io lo chiedo a voi tutti che leggete e partecipate di questo impegno e, soprattutto a chi in questo momento e in questo frangente ha più discernimento di me, esclusi ovviamente, i neocatecumenali, la cui risposta è fin troppo scontata

domenica 6 aprile 2008

Trasformazioni nella Fede cattolica

Qualcuno sull'altra pagina parlava dell'anonimato di alcuni siti che criticano il cammino. Il nostro ha appena pubblicato un articolo firmato da Don Gino Conti; per cui il pretesto dell'anonimato viene a cadere... perché non confrontarsi su quello che scrive? Documentarsi non fa mai male
Ci si potrebbe anche confrontare su quel che ne dice Teo:

Bella, documentata ed inoppugnabile l'analisi di don Gino Conti pubblicata sul sito e qui proposta da Mic, come pure le riflessioni lucide ed interessanti di Omen.

Ciò nonostante, è un dato di fatto che una larga schiera di ministri della Chiesa si è appena inchinata al capo del Cammino neocatecumenale nella sua megadimora in Galilea. PERCHE'?

Io temo che non sia stato ben compreso da molti il male oscuro che si è imposto nella società e nella stessa Chiesa negli anni dopo il Concilio e che oggi domina: quel relativismo stigmatizzato anche da papa Benedetto di recente.
I guai per la Chiesa sono cominciati precisamente quando si è fatto largo ed affermato, sulla scorta di alcune determinazioni ecumeniche conciliari, il concetto che il cristianesimo non era più l'unica Chiesa di Dio e che nel mondo anche altre confessioni-idee-concezioni rispecchiavano l'amore dell'Onnipotente per il mondo.
Questo relativismo ha indebolito la fede di molti religiosi cattolici, e unitamente al secolarismo, li ha resi succubi di modi di pensare e di agire del tutto contraddittori con gli insegnamenti ricevuti da Cristo.
Quei vescovi in Galilea sembrano smarriti e alla ricerca di risposte che non trovano più in sè stessi e nella Chiesa di Roma.
E ciò è molto triste, prima di essere nefasto ed eversivo.

Non a caso dopo alcuni decenni di ostracismo e censura, oggi è stata riscoperta la figura di mons. Lefebvre, il quale fu punito per aver voluto difendere l'unica Chiesa in cui si riconosceva, quella di sempre fino al Concilio.
E la stessa azione di Benedetto XVI, che all'epoca della scomunica di Lefebvre era Prefetto della CdF e dunque protagonista nella vicenda al fianco di Giovanni Paolo II, può forse essere interpretata da un lato come una riparazione, un riconoscimento del valore della posizione lefebvriana, mantenuta fino alla ribellione dolorosa alla Chiesa dell'epoca per difenderne l'integrità del depositum fidei; dall'altro lato, come prudenziale tentativo di bilanciamento delle spinte laiciste e delle derive moderniste che sembrano prevalere nella Chiesa odierna, di cui il cammino neocatecumenale è espressione emblematica e rappresentativa.

Per quanto i neocatecumeni che intervengono su questo blog si affannino a domandare il perchè di tanta acrimonia verso il cammino da parte di altri "fratelli" di fede, sembrano sfuggire loro i motivi incontrovertibili che rendono il cammino del tutto diverso da tutti gli altri movimenti ed associazioni ecclesiali, tale da richiedere una opposizione chiara e determinata ad esso.
Quei motivi sono stati ampiamente richiamati in molti interventi su questo blog, incluso quello di don Conti prima citato.
Uno per tutti: tutti gli altri movimenti ecclesiali operano nelle chiese tradizionali e celebrano secondo le norme cattoliche.
Il cammino è l'unico ad aver costruito propri templi - oppure modificato a propria immagine quelli esistenti - predicato una teologia diversa e celebrato con riti difformi. Tralasciando qui di citare tutti gli altri aspetti difformi, ampiamenti documentati e testimoniati.
Mi sembra una ragione più che valida per opporsi ad oltranza alla diffusione del cammino neocatecumenale nella Chiesa.

venerdì 4 aprile 2008

Nuova iniziativa sul sito e Pastorale per 'fuoriusciti' dal cammino NC

Dice Gherardo:

"Caro Mic, non mi hai risposto poi a quella idea se fosse il caso di farsi portatori tramite il nostro sito, nello spirito di servizio, di una rete di "sostegno" a chi esce dal CN in modo un po' piu' visibile.

Potremmo semplicemente inserire un link a cui uno può inoltrare richiesta e poi tra di noi cercare chi conosce la zona di provenienza del richiedente e quindi consigliare un sacerdote disponibile ad un consulto o qualcuno in zona magari
solo per incontrarsi e scambiare due parole.

Che dici è fattibile una cosa del genere? Tu forse pensi che basta semplicemente l'email. Credo che però mettere un link esplicito può essere più "accogliente" e più incoraggiante perche le persone si facciano avanti.

Un link del tipo:
"contattaci per informazioni o per una richiesta di aiuto".

Mi sembra che manchi al sito.

a meno di obiezioni che mi sfuggano mi sembra che necessiti di pochi cambiamenti. Ormai siamo gia' abbastanza in contatto fra di noi e basterebbe far girare una email.

Non so, che dici?"

Ne dico grazie e parliamone e apriamo anche il discorso sul problema della "Pastorale" per i 'fuoriusciti' dal Cammino di cui avevano già dato elementi Michela e Lara

giovedì 3 aprile 2008

Procediamo e seguiamo gli eventi

Carissimi,
avremmo dovuto pensarci prima che non è questo lo strumento per un lavoro metodico, come quello della stesura della "Lettera aperta ai vescovi". Continuiamo tuttavia a ritenerlo valido per la correta informazione e per un confronto sereno e civile, questo sì...

Soprassediamo quindi dalla nostra formulazione "pubblica" in questa "Agorà" della Lettera, che proseguiremo in privato, così com'è normale che sia per qualunque approfondimento che richiede riflessione e proposte condivise, senza "intervalli anomali" a causa dei "disturbi" e/o esternazioni più o meno scomposte dei neocat costantemente di vedetta su questo blog.

Quindi continuiamo la nostra opera di 'sentinelle' e di accompagnatori-informatori per chi ci presenta i suoi dubbi e i suoi interrogativi (da cui dovrebbe nascere e di fatto si sviluppa) anche la corretta informazione, che la Chiesa non ha (in buona parte almeno) sulla realtà del Cammino NC... Esso per troppi anni ha continuato a crescere giovandosi della 'segretezza' e del 'mistero', che non sono prerogative della Chiesa cattolica, il cui Kerygma (annuncio che il Signore è nato morto e risorto per la nostra salvezza) è uguale per tutti e non richiede un percorso di stile 'gnostico' o 'misterico', ma l'approfondimento e la conseguente sempre maggiore comprensione e consapevolezza delle Verità della Fede di cui si è nutriti attraverso i Sacramenti, immersi un in Mistero Adorato e non banalizzato, il Magistero, la Preghiera e la frequentazione delle Scritture (con la guida di una corretta esegesi, e non strumentale ad un progetto da costruire, come avviene nel cammino). Il che fa di noi 'pietre vive' del Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa cattolica e ci aiuta a vivere nella semplicità e nel servizio il nostro 'posto' nella Chiesa...

Ecco, andiamo avanti sulla base dell'ultima notizia che ci ha colpito in questi giorni, così come l'abbiamo presa da Zenit:

Cardinali e Vescovi ringraziano il Cammino neocatecumenale
ROMA, martedì, 1° aprile 2008 (ZENIT.org).- Sabato 29 Marzo, 9 Cardinali e 170 tra Vescovi e Arcivescovi, i rettori dei 54 seminari “Redemptoris Mater” di tutto il mondo e i catechisti itineranti del Cammino neocatecumenale hanno inaugurato una cappella per l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento sul Monte delle Beatitudini.
La cappella si trova nel presso la "Domus Galileae", centro gestito dal Cammino neocatecumenale in località Korazym, di fronte al lago di Tiberiade.
La cerimonia di inaugurazione è stata presieduta da Michel Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme, da Vescovi dei vari riti, dal Custode della Terra Santa padre Piebattista Pizzaballa e dal nunzio di Sua Santità monsignor Antonio Franco. Vi hanno partecipato anche le autorità civili della regione e numerosi ambasciatori.
La cappella per l’adorazione del Santissimo è inserita all’interno di un moderno complesso architettonico, comprendente 20 cellette e un colonnato formato di sette colonne con archi che rappresentano i Sacramenti.
E' sovrastata da un complesso scultoreo in bronzo realizzato da Kiko Argüello che rappresenta il sermone della montagna: Cristo con i 12 apostoli proprio sul monte in cui il Signore pronunciò il discorso che è il cuore del cristianesimo.
Tutti i presenti hanno partecipato al convegno sulla “nuova evangelizzazione” promosso dai responsabili del Cammino neocatecumenale, Kiko Argüello, Carmen Hernandez e padre Mario Pezzi.
In un comunicato finale, riportato da “Avvenire”, i Vescovi e Arcivescovi riconoscono “con gratitudine che, tra le numerose grazie concesse dallo Spirito Santo alla Chiesa del nostro tempo, il Cammino neocatecumenale rappresenta con il suo itinerario di iniziazione cristiana un carisma potente per rafforzare lo slancio missionario”.
Il carisma che “sorge dalla rigenerazione battesimale”, ricorda il testo, può “dare una risposta alla situazione drammatica della scristianizzazione dell’Europa”.
Secondo i presuli, l’avvenire del Cammino dipenderà per gran parte dall’amore paterno con il quale i Vescovi “accoglieranno questo carisma”, accompagneranno “da vicino i seminari Redemptoris Mater” e incoraggeranno “le famiglie tanto preziose delle Comunità neocatecumenali”.
All'incontro, ricorda la “Radio Vaticana”, hanno partecipato il Cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”; il Cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici; il Cardinale Philippe Barbarin, Arcivescovo di Lione; il Cardinale Antonio María Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza Episcopale Spagnola; il Cardinale Joachim Meisner, Arcivescovo di Colonia; il Cardinale Józef Glemp, primate di Polonia, e il Cardinale Vinko Puljić, Arcivescovo di Sarajevo.
Erano presenti anche il Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna, e il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, che hanno sottolineato la grave situazione della famiglia e della moralità in Europa.
“Promuovere l’evangelizzazione – hanno affermato secondo quanto riportato dall'emittente pontificia – significa rinnovare la famiglia e quindi rinnovare l’Europa”.


Ci siamo già espressi sul fatto che comunque la "portata" dell'evento è da ridimensionare rispetto all'enfasi con cui viene data, dal momento che il Papa sembra non si sia ancora pronunciato sugli statuti scaduti e sulla persistente disobbedienza del Cammino alle sue direttive e che comunque ancora una volta mette tutta la Chiesa di fronte al "fatto compiuto" - ripetiamo scorretto anche formalmente - perorato e "sponsorizzato" dai "soliti noti" vescovi loro favorevoli, di una "evangelizzazione" dell'Europa che in realtà sarebbe diffusione del Cammino NC e non della Chiesa, per le ragioni ben note...

A proposito dell'evento di cui si dà notizia, ciò che ci rende molto ma molto perplessi è il rischio di strumentalizzazione da parte del Cammino di una "Pratica" come quella dell'Adorazione per tanti anni irrisa e da cui gli adepti erano distolti come da un sentimentale devozionismo, ora fin troppo ostentata, anche se in contrasto - per chi conosce la realtà vera e non quella sbandierata con enfasi davvero sospetta - con la visione teologica che l'iniziatore trasmette dell'Eucaristia...

Il resto è affidato alla riflessione comune

mercoledì 2 aprile 2008

Bozza "Lettera aperta" ai vescovi...

Riposto con mie annotazioni, un po' frettolose, ma intanto essenziali, la scheda predisposta da Michela, che stabilisce alcuni "punti" da sottoporre all'attenzione dei vescovi. A voi il seguito... compresi suggerimenti e proposte, aggiunta di altri punti, loro ordine in base all'importanza, ecc. compreso anche il "cappello"...

Il primo punto che inserirei intanto è questo:

- Il cammino parte ingannevolmente come "Catechesi per adulti" avallata dal parroco e dal vescovo e poi sfocia nell'adesione al Cammino Neocatecumenale, che, si scopre solo dopo anni, comporta una serie di assoggettamenti a prassi e ritualità che non hanno nulla di ecclesiale e non rispettano la dignità della persona (esempio scrutini) obbedienza cieca a catechisti formati dall'iniziatore del cammino sulla base di suoi insegnamenti "altri" da quelli della Chiesa e non a cura dei vescovi da cui dicono di essere 'mandati'

- Nelle comunità non si è recepita la lettera di Arinze sul modo di ricevere la comunione
Il problema non è solo la disobbedienza, quanto il persistere nell'interiorizzare una teologia "altra", che è alla base del rito

- Processione delle palme, con palme diverse
Rinnovo delle promesse battesimali in vesti bianche, separati dal resto dei fedeli
Lavanda dei piedi eseguita in un contesto non eucaristico, spesso senza sacerdote, con valenza di perdono reciproco

a tutto scapito del sacerdozio ministerale, in quanto celebrata da laici, spesso senza neppure la presenza del sacerdote (ma quando c'è, raramente perché non dice nulla?) e con ritualità del tutto 'staccata' da quella della Chiesa
enfatizzazione della 'separatezza' e di ritualità anomale rispetto alle prescrizioni ecclesiali (applicano a battezzati - con l'aggiunta di suggestioni e innovazioni proprie - quello che le norme OICA prevedono per i non battezzati)

- Domande intime agli scrutinii, sulla sessualità, sul rapporto con i genitori,...
mancato rispetto del foro interno, in spregio a quanto prescritto dallo Statuto; il che dimostra la Non volontà di adeguarsi e di mantenere la proprie forte identità che fa del Cammino NC un 'unicum'

-famiglie in missione che molto spesso non conoscono la lingua e le tradizioni del luogo, e impongono il metodo neocatecumenale in toto
(la cosiddetta "implantatio ecclesiae" consiste nel creare nuove Comunità NC - che mai si integrano con la parrocchia ma piuttosto puntano a sostituirsi ad essa - e sostanzialmente nella proliferazione del Cammino e non della Chiesa cattolica)

- Metodo neocatecumenale basato su tappe, tenute segrete, che avvalora i sospetti di un percorso gnostico
Segretezza.

(contenuti: insegnamenti tratti prevalentemente dall'AT, Talmud, Midrash vari e non dal Nuovo Testamento se non per ragioni strumentali al Cammino; metodi lesivi della dignità della persona più propri di una realtà settaria che di un sedicente movimento ecclesiale)

- Liturgie eucaristiche di fatto chiuse agli altri fedeli (con elementi sincretistici e innovazioni arbitrarie introdotte dall'iniziatore che nulla hanno di cattolico)
- Liturgie eucaristiche multiple che hanno il solo scopo di cementare la comunità e non portano alla vera comunione ecclesiale

- Veglie di Pasqua doppie senza alcun rispetto delle prescrizioni della Paschalis solemnitatis dell'88, che dicono non li riguardi, come tutto il resto del Magistero
Dove non è possibile fare la veglia in parrocchia vi sono comunità che affittano sale di alberghi , capannoni e a volte sale da ballo. Di conseguenza ci sono battesimi in luoghi non consacrati in spregio al CJC can. ….

- La carità è soggetta alla previa approvazione del catechista. Nessuno può fare opere di volontariato se non ha ricevuto il permesso dal catechista l'anomalia sta nel fatto che il catechista è il vero "pastore" e guida, in luogo del sacerdote e del vescovo, con la scusa che avrebbe ricevuto il 'mandato' dal vescovo che in realtà è investitura dell'iniziatore che nei suoi insegnamenti non riconosce la gerarchia, salvo a strumentalizzarla quando gli serve per avere imprimatur. La cosa più grave è che il catechista è l'unico che può dire "se hai lo Spirito Santo", in virtù di quale carìsma? Neppure un Vescovo può dare un carìsma del genere, che viene direttamente da Dio...

- Dopo il secondo passaggio viene richiesto di consegnare la decima in comunità.
Questo flusso di denaro non viene rendicontato

martedì 1 aprile 2008

Disobbedire per obbedire...

Che dite di questo stralcio da un testo di Tito Casini, che molti anni fa è stato in grado di vedere e di scrivere quello di cui stiamo prendendo consapevolezza oggi?

C'è bensì nel permissivismo che fa tutto licet nella Chiesa una ragione, non buona, ed è quella che abbiam dato per titolo a queste pagine [Il libro "La tunica stracciata" -ndr]: è il fumo di Satana penetrato nei presbiteri, nei seminari, nei conventi, negli episcopii, nelle Congregazioni, in Vaticano, a intorbidare e sviare; è lui, Satana, il grande Scaltro che «con proditoria astuzia» (per dirlo ancora una volta con Paolo VI) lavora per sé simulando di farlo ai propri danni, a pro del Nemico; che mira alla morte di Dio ingegnandosi di far credere nella propria, nella sua non esistenza; che in nome di Dio ne attacca la Madre come usurpatrice del culto che a lui solo si deve, come Colei da cui «lo Spirito Santo fu oscurato, relegato all'ultimo posto e, quindi, svalorizzato» (Suenens), e in nome dello Spirito Santo lancia una nuova religione a base di balli e amplessi e grida da forsennati, che avrà in San Pietro, sulla tomba dell'Apostolo, la sua massima sagra; Satana, il «padre della menzogna», l'«insidiatore sofistico», che predica, che inculca: obbedite! all'intento di farci disobbedire, come dice per l'appunto un vescovo, che vede in questo il massimo della sua abilità d'ingannatore, dopo ciò che il Baudelaire chiamò «la plus belle ruse du Diable» (e si è detto): «nous persuader qu'il n'existe pas».

«Il capolavoro, le coup magistral, di Satana», dice infatti monsignor Lefèbvre, [Casini non è lefevbriano -ndr] «è l'esser riuscito a gettare nella disobbedienza in nome, par la vertu, dell'obbedienza», e, dimostrato con l'esempio come il consentire equivarrebbe a dissentir dalla legge, dalla Tradizione, da Dio, conclude: «L'obbedienza, nel caso, dovrebbe essere un rifiuto categorico: l'obeissance devrait étre un refus categorique, perché l'autorità, anche legittima, non può comandarci un atto riprensibile, cattivo, perché nessuno ha il diritto di farci diventare protestanti o modernisti».
[…]
ciò che rafforza in noi la speranza che così sarà ancora e il proposito di lavorare onde sia, rassegnati, se così sarà giocoforza, se non si esaudirà in cielo il voto, O mihi tam longae maneat pars ultima vitae! a non vedere coi nostri propri occhi il giorno o l'aurora, ma restando, per chi verrà, in campo, memori del pur virgiliano Sic vos non vobis nidificatis, aves; sic vos non vobis mellificatis, apes, o meglio dell'evangelico Alius est qui seminat et alius est qui metit.

Fu in quest'animo, fu per quelli che verrano, che io scrissi, ed è in quest'animo che ricordo, per i miei amici, quel mio articolo intitolato "Resurget" che parve a molti il frutto di un sogno più che di una fondata speranza.

Risorgerà, vi dicevo, collegando alla sua lingua la Messa; risorgerà, come rispondo ai tanti che vengono da me a sfogarsi (e lo fanno, a volte, piangendo), e a chi mi chiede com'è che io ne sono certo, rispondo (da «poeta», se volete) conducendolo sulla mia terrazza e indicandogli il sole...

Stati d'animo e propositi

L'articolo precedente lanciava la domanda su quale atteggiamento tenere di fronte ad un evolversi problematico della situazione. Tra le diverse risposte, ho preso questa citazione di "Aloisius", che mi sembra molto bella e perfettamente calzante:

"(essere) fedeli alla Verità è una grazia di Dio, non dovuta ad alcuno, perciò “chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere”, come dice San Paolo (I Cor. X, 12).
[per questo affidiamo al Signore e Gli chiediamo di custodire la nostra Perseveranza nella semplicità -ndr]
Così, fino a che le autorità della Madre Chiesa soffriranno della lebbra dell’eresia del neo-modernismo, preghiamo Iddio affinché noi si possa mantenere il giusto equilibrio: né avvicinandoci a loro tanto da essere contagiati dalla loro lebbra, né stando lontani da loro tanto da abbandonare la nostra Madre." (Williamson 2005)

E' ovvio che intendiamo riferirci a quella parte della Chiesa che non è in comunione con il nostro Papa Benedetto