Consuntivo di fine anno, che è anche la sintesi del nostro percorso fin qui. Chiediamo ai possibili lettori neocatecumenali di fare attenzione alle parole. Qui non usiamo slogan: qui invitiamo a ragionare sui fatti, mossi dalle vostre obiezioni più frequenti, che si condensano in una sola: "siamo 'approvati', chi non ci approva è contro la Chiesa". [L'immagine non è scelta a caso: un primo piano del mio messale accanto a quello degli amici di Maranatha, durante il Pontificale di mons. Burke in S. Pietro, settembre 2009]
Cosa significa essere "approvati" dalla Chiesa? Significa forse essere infallibili?
- E se una cosa sbagliata riuscisse a carpire con l'inganno l'approvazione della Chiesa?
- E se l'approvazione fosse data da strutture della Chiesa in contrasto con ciò che vorrebbe il Papa?
- E se i destinatari dell'approvazione disubbidiscono poi alle indicazioni che avevano ricevuto con l'approvazione?
Alle persone semplici, che si contentano dei titoli di giornale per sapere come va il mondo, sfuggono purtroppo i dettagli più importanti. Proviamo ad esaminarli uno ad uno.
- Il Cammino è sempre stato criticato per gravi errori in campo liturgico e dottrinale (senza contare quello disciplinare e altri campi) che non ha mai corretto.Secondo voi la Chiesa può mai approvare l'abuso liturgico e l'eresia? Al più la Chiesa può stabilire che entro certe determinate condizioni (che includono la correzione e la condanna degli errori) si può dare un'approvazione. Ma attenzione: "approvazione" è un termine troppo generico per chiarire la situazione, poiché c'è approvazione e approvazione. Per esempio: un conto è la "associazione privata di diritto diocesano", altro livello è la "prelatura personale"...Siate onesti intellettualmente: come considerereste il caso di qualcuno che insegna errori, ma quando viene criticato grida di avere "l'approvazione"?
- Il Cammino ha ottenuto uno Statuto ma ancora non ha corretto né condannato i propri errori (forse che bisogna aspettare che giungano condanne dall'alto? abbiamo già visto quanto pesino per il Cammino le "decisioni del Santo Padre").Infatti gli abusi liturgici continuano, l'insegnamento di ambiguità e di vere e proprie eresie continua, e nessun "catechista" neocatecumenale ha il coraggio di spiegare perché non si torna al Messale Romano ed al Catechismo della Chiesa Cattolica, che sono garantiti dal Papa anziché dal Kiko.C'è forse ancora bisogno di altri testimoni? (ancora?!) Sono parecchi decenni che giungono sempre le stesse testimonianze sulle storture neocatecumenali: vuol dire che nel Cammino nulla è cambiato, nulla cambia.Noi ci rivolgiamo alle anime semplici, a quelle che ancora non si sono adattate al "metodo" neocatecumenale, a quelle che ancora sono convinte che Kiko sarà pure il fondatore del Cammino ma resta sempre il Papa ad essere il vero e unico vicario di Cristo.Riflettete, dunque: come cosiderereste una realtà che si autodefinisce cattolica, che ha ricevuto tanto di Statuto, ma che sotto sotto nel chiuso delle sue comunità continua a professare gli stessi errori per i quali ha sempre ricevuto e riceve tante critiche?
- Il Cammino ha ottenuto lo Statuto "definitivo ma incompleto" (tuttora incompleto, perché mancante del Direttorio) nonostante il Papa fosse notoriamente contrario.Lo confermarono per esempio i vescovi giapponesi (detestati dai vertici del Cammino): a fine aprile 2008 venivano rassicurati da Benedetto XVI che non aveva alcuna intenzione di prolungare gli Statuti temporanei, e neanche venti giorni dopo il cardinal Rylko telefonava a Kiko (che in quel momento era in Israele) per notificargli l'approvazione appena avvenuta.Dunque: lo Statuto definitivo dei neocatecumenali è un atto della Chiesa o no? Lo ha emesso un Pontificio Consiglio, nella persona del cardinale Rylko, ma contrariamente alle intenzioni del Papa. Che ve ne pare?Purtroppo questa mossa del fatto compiuto è architettata bene, poiché se il Papa contraddicesse un Pontificio Consiglio allora coerentemente dovrebbe sciogliere immediatamente tutti i pontifici consigli e caricarsi di tutto il loro lavoro (senza contare che il "precedente" creato autorizzerebbe ogni Papa successivo a pasticciare in ogni modo).Non ci fa meraviglia: succede ovunque che dei sottoposti si sostituiscano ai loro superiori. Ma cosa vi può suggerire il fatto che ciò avvenga anche nella Chiesa? Il fatto che qualcosa che proclami di essere opera dello Spirito abbia necessità di andare di fatto contro il Papa?Riflettete e provate a dire secondo voi, di fronte ad un'approvazione sgradita, il Papa cosa dovrebbe fare? Vediamo cosa ha fatto: è restato in silenzio. Un silenzio durissimo, un silenzio assordante: per un anno intero ha evitato di parlare di Statuti neocatecumenali.Se il Papa fosse stato contento, lo stesso giorno dell'approvazione ne avrebbe parlato. O almeno, il giorno dopo. Oppure ad una udienza del mercoledì, diamine! Invece no: un silenzio totale, interminabile. Come lo spiegate?E quando finalmente parla ai neocatecumenali, cosa dice? Dice forse "bravi"? Dice forse "i vostri errori non sono errori"? No, al contrario: raccomanda di seguire le indicazioni dei vescovi (sottinteso: quelli uniti col Papa; non vorrete mica seguire solo i vescovi "amici vostri"?) e incoraggia all'unità (perché mai il Cammino deve essere sempre richiamato all'unità? Hanno dunque ragione tutti i vescovi che hanno lamentato che il Cammino ha creato solo divisione?).
- Ultimo punto: il Cammino Neocatecumenale disobbedisce al suo stesso Statuto.Si potrebbero fare tanti esempi, a noi preme ricordare quel fatidico articolo 13, al comma 3, che fa diventare Statuto neocatecumenale la famosa "lettera di Arinze" (contenente le "decisioni del Santo Padre") del 1° dicembre 2005 e la conferma del Santo Padre stesso del 12 gennaio 2006, quando disse ai neocatecumenali che confidava che le norme liturgiche che vi aveva appena dato (in sintesi: seguire il Messale Romano senza aggiunte né omissioni) venissero rispettate.Quindi, come vedete, il problema è serio. Cosa pensereste di un'associazione che vanta di avere lo Statuto e che poi nei fatti lo contraddice continuamente?Dobbiamo anzitutto combattere contro la falsa propaganda, quella che dice "X è approvato, perciò X non deve essere criticato". Che questo X sia il Cammino o qualsiasi altra componente ecclesiale, a noi non importa: l'errore merita la correzione, non la lode.In secondo luogo, ma di uguale importanza, dobbiamo combattere contro l'ignoranza. Cioè dobbiamo informare, dobbiamo far conoscere. Solo i figli delle tenebre temono la luce. Solo gli operatori di iniquità temono che le loro opere vengano scoperte.In terzo luogo, non possiamo aspettare che il problema si risolva da solo: abbiamo il diritto e il dovere di far conoscere ai legittimi pastori della Chiesa questi problemi.Noi che abbiamo conosciuto direttamente e indirettamente il Cammino Neocatecumenale sappiamo che è un vero tumore per la Chiesa cattolica. Sappiamo che vi è concentrata una tale quantità di errori liturgici e dottrinali, che è naturale parlare di eresia neocatecumenale (e uomini di Chiesa molto più saggi di noi e più santi di noi ci hanno preceduto nel dimostrarlo a chiare lettere). Sappiamo che il Cammino si è fatto strada con mezzi tutt'altro che santi (non è la prima volta nella storia della Chiesa), sappiamo che continua ad ingannare le anime delle persone semplici.Ed è proprio per queste ultime che abbiamo tanta premura (così come ne ha il Papa: per non perdere la pecorella smarrita è disposto a rischiare le altre novantanove).Parliamo delle anime che si illudono di aver finalmente trovato nel Cammino una strada per vivere meglio la fede. Ma a poco a poco scoprono che il Cammino insegna che la liturgia è una festicciuola, una chiassata da osteria, dove al centro dell'attenzione non c'è il Signore ed il suo intermediario (cioè il sacerdote), ma c'è l'assemblea dove si gareggia in monizioni, canti, risonanze, balletti...Scoprono che il Cammino insegna le cose della fede non come le insegna la Chiesa (che nei secoli ci ha più volte dato un comodissimo strumento: il Catechismo, certificato dal Papa stesso) ma come le insegna Kiko (il quale, seppur in rarissime occasioni, ha perfino ammesso che negli Orientamenti/Direttorio c'era qualche errore e qualche svarione).Scoprono che nel Cammino i cosiddetti "catechisti" non sono al servizio dell'insegnamento della Chiesa, ma sono al servizio di Kiko e di se stessi.Scoprono che nel Cammino è vietato avere dubbi sui fondatori (e si è costretti a inventare spiegazioni complicatissime quando i fondatori la sparano grossa: come Kiko che risponde per iscritto al Papa il 17-1-2006 che non vuole toccare la liturgia neocatecumenale, come Carmen che a giugno 2002 minaccia dicendo "questo Pontificio Consiglio avrà un futuro grandioso se appoggerà il Cammino Neocatecumenale"), è vietato avere dubbi su tutta la gerarchia dei "catechisti" (anche quando fanno figuracce mondiali come l'ineffabile Gennarini)...
Non è bello stare qui da anni e anni a ripetere sempre le stesse cose, però quando si ripete la verità ci si può stancare, ma non si getta mai la spugna. Mi dispiace aver dovuto utilizzare tante parole per spiegare tutte queste cose, ma il dubbio che pongono in molti sul fatto che la Chiesa avrebbe "ufficialmente accettato il Cammino Neocatecumenale", non meritava una risposta breve.
Di fronte a ciò che osserviamo e documentiamo e invitiamo a verificare, chiunque abbia un minimo di onestà e di buona volontà comincerà a farsi delle domande.
Vogliamo concludere con una testimonianza centrata sulla Liturgia, che è la "fonte e il culmine", della nostra Fede, il 'luogo' privilegiato del nostro rendere il vero culto a Dio e accogliere, insieme alla Salvezza che sgorga dal Sacrificio del Figlio diletto e dalla sua Risurrezione, tutte le Grazie di cui abbiamo bisogno, partendo da queste parole di mons. Guido Marini: "La vera azione che si realizza nella liturgia è l'azione di Dio stesso, la sua opera salvifica in Cristo a noi partecipata (...) Dio stesso agisce e compie ciò che è essenziale, mentre l'uomo è chiamato ad aprirsi all'azione di Dio"
È questo quel che avviene nelle celebrazioni del Cammino Neocatecumenale?
Ci sono quattro ammonizioni, le risonanze, le preghiere dei fedeli, e poi le effusioni della pace, e poi i canti urlati a voce piena... È Dio che agisce? È Lui il Protagonista?
Dio nel CN non è più riconoscibile neppure allo 'spezzare il Pane', perché perfino quel gesto è usurpato da mani estranee.
Si può nel CN cantare da seduti, distrattamente un Agnello di Dio che finge di rendere onore ad una Presenza che invece resta nascosta e marginale.
Dove mai è possibile la dovuta adorazione al Dio che agisce, se il silenzio nel CN è meticolosamente censurato? Se ho il cuore superbamente ingombro di parole e di volti e di abbracci di effimera pace?
Non è lì il Dio che agisce e che salva. Mi spiace tanto, ma non posso chiudere gli occhi.
Mi spiace per chi rimane nel CN e non sa, non vuole vedere.
Mi spiace per me. Per la fatica che mi costa ancora oggi scrollarmi di dosso la polvere dei dieci anni consumati inseguendo il sogno di un incontro. La fatica di ricostruirmi il cuore. Di restituire al mio Signore quel che gli appartiene di me, del mio tempo, del mio stare al mondo.
E che il Signore voglia ascoltare l'insistente grido dei Suoi figli.
La Chiesa è malata. E se il più grande male che è stato fatto all’uomo è stato il tentativo di eliminare dalla sua vita la trascendenza e la dimensione del mistero, se questa è la malattia, non si tratta di una banale influenza da curare con un antipiretico.
Rivitalizzare lo spirito della liturgia in tutto il mondo a me sembra che equivalga a curare un sintomo, allarmante e grave, ma pur sempre un sintomo di una malattia più profonda che intacca il cuore stesso della Chiesa, il suo essere sacramento di Cristo nel mondo.
Se accade che nella stessa Chiesa c'è chi celebra la Messa Gregoriana su altari rivolti ad oriente, e chi celebra in sale di alberghi a quattro stelle un'Eucarestia che di fatto disconosce il valore redentivo del Sacrificio di Cristo, allora il problema non è 'come' celebrare, ma piuttosto per 'Chi'. In Chi crede questa Chiesa così, come dire, ecumenica? Di quale Volto vuol farsi trasparenza, di quale Dio parla?
Si tratta semplicemente che la liturgia deve essere vissuta e che deve essere al centro della vita della Chiesa. Certo, questo è necessario, urgente. Ma non basta a rendere di nuovo credibile questa Chiesa così invasa da stridenti contraddizioni. Non basta a render ragione del suo porsi come la sola salvezza possibile.
Se è ancora vero che fuori dalla Chiesa non v'è salvezza, allora questa Chiesa deve uscire dall'ambiguità non solo liturgica, deve reimparare a parlare la stessa lingua, ad annunciare lo stesso Dio Salvatore e Redentore, ogni giorno, in ogni luogo.
Più volte è stato citato Amerio: "Di due cose c'è bisogno per custodire la Verità. Primo: rimuovere l'errore dalla sfera dottrinale(...) Secondo: rimuovere la persona in errore(...) Se questo servizio papale non è esercitato, sembrerebbe ingiustificato dire che è stato usato ogni mezzo per custodire la dottrina della Chiesa"
Non mi sembra che le cose vadano in questa direzione. Certo, si comincia dall'inizio. E anch'io amo questo Papa, mi fido di lui, della santità della sua volontà, della sofferta coerenza del suo impegno a 'riparare' la sua Chiesa.
Ma io sono rimasta sola con la mia nuda coscienza a cercare di capire da che parte sta la Verità vera del Vangelo di Gesù Cristo. Perché appunto al Cammino sembrerebbe esser stato concesso il privilegio dell'ambiguità, che equivale alla licenza di disobbedire e di mentire.
La Chiesa non può permettersi i vizi del mondo, che sono appunto l'ambiguità, il compromesso, la menzogna, perché così smette di essere credibile, Madre e Maestra, amata dimora dei cercatori di Dio.