giovedì 9 dicembre 2010

Cammino NC da ridimensionare. Ma sarà mai possibile?

I precedenti thread, partendo dal documento interno fattoci pervenire da fonte interna al Cammino NC, hanno portato allo scoperto ed hanno consentito di conoscere e interpretare cosa si muove all'interno dello stesso e che purtroppo è ricoperto da assoluto 'segreto', situazione più consona ad una setta che ad una realtà ecclesiale.

Il dato più rilevante che emerge dalle parole di Kiko è il fatto che insieme all'approvazione delle catechesi parla anche di quella dell'Eucaristia... facendoci arguire qualcosa di poco chiaro in tutto il quadro c'è.

Stefano, proprio a questo riguardo fa considerazioni che è bene estrarre dal thread e mettere in risalto:

In realtà è molto chiaro, anche da quello che è emerso dalle nostre analisi sugli statuti, sulla teoria e sulla prassi, che quello Statuto non ha abrogato un tubo, e che la lettera del Papa è pienamente valida.

Siccome la cosa, deduco, è stata messa come spartiacque per approvare e rendere pubblico il direttorio, allora anche Kiko la dichiara ora, dandone ovviamente la sua lettura. Ma era chiaro, e forse l'abbiamo un poco messo in un piano non preminente, nonostante tutte le nostre analisi.

Abbiamo a lungo discusso a proposito dell'art. 13 dello statuto: le esigenze del Santo Padre sono tuttora valide, tenendo conto anche di quel "Comunicarsi seduti" a quale eccezione faccia riferimento, così come abbiamo visto nelle analisi degli statuti.

La lettera del Papa non è abrogata e non poteva esserlo. Poichè attraverso quella, si è determinato il pronunciamento di uno dei dicasteri rimasti per l'iter di approvazione. Per questo anche i responsabili del CnC prima hanno tentato di negarla, poi di minimizzarla, poi di leggerla come "approvazione". Perchè quella lettera è il risultato dell'esame di quel dicastero (il Culto). E quindi non poteva non essere considerata nell'approvazione degli statuti, o eventualmente abrogata da un'altra disposizione uguale e contraria.

Lo stesso dicasi per il direttorio. Kiko ha rilevato come negli Statuti esso sia stato di molto "ridimensionato". Tanto da soffermarsi sul suo "nome", più che nel merito. Del resto questo non passa inosservato per nulla.

Gli Statuti non piacciono a Kiko, e questo anche era prevedibile. E questo mostra chiaramente come essi siano stati un pegno che i fondatori del CnC hanno DOVUTO accettare. E mostra anche come non siano stati redatti da loro ma da "altri". Cosa già di per sè anomala.

Kiko, in ultimo, vuole cambiare sia gli Statuti che il responso del Culto Divino, rimanendo aperto il capitolo del direttorio che deve essere approvato dalla CDF.

Solo così può pensare di poter "applicare" de iure e de facto il SUO CNC. Perchè altrimenti lo potrà applicare solo di fatto. E se le norme dicono il contrario, il discorso si fa molto ma molto difficile per lui.

Non tanto per quello che può accadere disciplinarmente. Ma per quello che i camminanti possono iniziare a vedere! ...e quello che andavamo dicendo, ovvero che gli statuti approvano "altro", riceve conferma diretta.

E quello che dicevamo, ovvero che il CnC è un movimento, costituito come "fondazione di beni spirituali", forma giuridica comune nella Chiesa, è confermato dallo stesso fondatore! Ovviamente con i suoi accenti di "unicità", "importanza" nonché trionfalistica enfatizzazione che non possono mancare quando parla ai suoi.

La sostanza, però, mi sembra molto ma molto importante e forse merita di essere maggiormente colta: per la prima volta (a mia memoria) Kiko riconosce il Cammino come fondazione di beni spirituali e non come iniziazione; Kiko conferma che il SUO statuto non gli piace; Kiko conferma che Liturgia e Catechesi attendono un' approvazione che non c'è; Kiko conferma che gli Statuti hanno "ridimensionato" gli Orientamenti.

Praticamente Kiko conferma quello che andiamo dicendo. E che è evidente.
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Peccato che tutto questo sia irrilevante nella prassi e sia venuta inaspettatamente allo scoperto la pressione che stanno facendo sul Santo Padre anche a proposito del Seminario chiuso dai vescovi giapponesi. Qualche risultato, almeno sul 'tiro alla fune' tra Cammino NC e Conferenza Episcopale Giapponese, lo vedremo dopo il 13 prossimo...

5 commenti:

  1. Come al solito, l'analisi di Stefano coglie nel segno. Il documento del cnc, in effetti, lascia intravedere l'insofferenza di Kiko Arguello per "i paletti" imposti dallo statuto che lo scalpitante "profeta" mal sopporta. E questo la dice lunga su questo movimento che aspira ad essere la chiesa parallela e che divora dall'interno le coscienze dei fedeli...

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  2. Tutta questa storia, non solo relativa al Seminario e alla presenza del CnC in Giappone, è molto triste.

    Perchè è inevitabile registrare una divisione in atto, ed è inevitabile ugualmente constatare che la Teoria che vorrebbe un CnC obbediente ai Vescovi (TUTTI, non solo quelli che "lodano"), integrato e "purificato" dalle norme emanate, non è tradotta in pratica.

    Gli Statuti, come ripeto da tempo, potrebbero essere un buon inizio per gettare le basi di Comunione.

    Il problema non da poco, e che si era capito, è che agli stessi fondatori non piacciono. E questo è il fondamento degli sltri problemi. LE norme vengono interpretate sempre unilateralmente, spesso al contrario del loro stesso significato.

    In questo modo, lo ripeto, in questo modo sorgono e si radicalizzano i problemi di divisione.

    Il Cammino sembra quasi (eufemismo) non debba essere messo in discussione in nulla, non debba essere corretto, non debba avere problemi.

    Il Cammino sarebbe perfetto così, le correzioni sarebbero solo "formali" e già applicate in tutte le parrocchie (!), i problemi sarebbero solo rare eccezioni, e le approvazioni sarebbero tutte già pronte!

    E ovviamente all'ecumene cattolico DEVE bastare questo, a prescindere se la realtà mostri cocenti contraddizioni.

    Insomma, il Cammino è perfetto. Si possono accettare le "imperfezioni di singoli casi umani", ma il CnC è perfetto! Indiscutibile e approvato!

    Se questa è la "linea" portata avanti, e se continuerà ad essere questa, ignorando dolore e domande di molti, come anche le norme e le correzioni della Chiesa, la divisione permarrà.

    E il motivo della divisione E' QUESTO, purtroppo. NON ALTRO

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  3. Perchè è inevitabile registrare una divisione in atto, ed è inevitabile ugualmente constatare che la Teoria che vorrebbe un CnC obbediente ai Vescovi (TUTTI, non solo quelli che "lodano"), integrato e "purificato" dalle norme emanate, non è tradotta in pratica.

    è questa la ragione del nostro esserci fin dall'inizio... ed è anche la ragione dello sconcerto più grande di fronte all'indifferenza ed al silenzio di molti

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  4. Perchè è inevitabile registrare una divisione in atto

    Caro Stefano, il tuo è un delicatissimo eufemismo per indicare una vera e propria guerra interna alla Chiesa, scientemente provocata, anzi attentamente ordita dal cd. Cammino Neocatecumenale.
    Quando i vescovi si schierano contro il Papa o viceversa (oggi i vescovi del Giappone richiamati da Roma, appena ieri ben 154 vescovi e nove cardinali saliti sull'Aventino della Domus Galilaeae per pontificare contro il Papa e " costringerlo" ad accelerare i tempi di approvazione dello statuto ncn), significa che siamo veramente allo sfascio della Barca di Pietro, malgrado la forza, la sagacia e il coraggio dell'attuale timoniere


    E' il caso di pregare con forza, ma è anche il caso di chiamare ogni situazione con il nome che le si addice...

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