Questa è la terza parte di alcuni interventi di Lino Lista (1952-2019), trattati più estesamente nel suo saggio «Il fango e il segreto». Qui la prima parte e qui la seconda.
Due sono stati gli Statuti approvati al Cammino neocatecumenale: lo Statuto ad Experimentum e lo Statuto definitivo.
É inconfutabile che fu san Giovanni Paolo II a pressare per la normalizzazione, dopo trent'anni di assoluta autonomia e anarchia, del Cammino. Lo si evince da un passo del discorso che il Pontefice tenne alle comunità neocatecumenali nel gennaio del 1997.
Per rispondere a queste domande, in un clima di preghiera e di profonda riflessione, avete iniziato al Sinai il processo della stesura di uno Statuto del Cammino. È un passo molto importante che apre la strada verso il suo formale riconoscimento giuridico, da parte della Chiesa, dando a voi una ulteriore garanzia dell’autenticità del vostro carisma. Come sappiamo, “il giudizio sulla loro (dei carismi) genuinità e sul loro esercizio ordinato appartiene a quelli che presiedono nella Chiesa, ai quali spetta specialmente, non di estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono” (Lumen gentium, 12). Vi incoraggio a portare avanti il lavoro iniziato, sotto la guida del Pontificio Consiglio per i Laici, e in maniera speciale del suo Segretario, Mons. Stanislaw Rylko, qui presente con voi. Su questa strada vi accompagno con la mia particolare preghiera.
Monsignor Stanislaw Rylko, considerato un grande amico di Kiko e Carmen (al pari del cardinale Stanisław Dziwisz, storico segretario particolare di Giovanni Paolo II), avrebbe guidato il CNC in tutti i passaggi, fino alla controversa approvazione dei contestati mamotreti.
L’iniziale auspicio del Papa Giovanni Paolo II, formulato nei consueti toni di incoraggiamento e di stima che caratterizzarono i suoi rapporti con il CNC, fu quindi una rapida normalizzazione del movimento neocatecumenale; tale speranza fu, tuttavia, ben presto scoraggiata dai vertici del movimento. Non avendo, il cammino, pressoché nessuna esperienza in materia canonica, per la stesura dello Statuto fu richiesto il supporto di un abile canonista dell’Opus Dei, Mons. Miguel Delgado Galindo, il quale dichiarò in un’intervista al sito internet Korazym:
“Da quel momento iniziò una fase di lavoro più intensa, avviata nel 1997, durante la quale ci si confrontò direttamente con l’équipe responsabile del Cammino, alla ricerca della figura giuridica più adeguata alle caratteristiche del Cammino. Non un compito facile, perché con molta nettezza gli iniziatori affermarono immediatamente che nessuna delle figure giuridiche previste dal Codice di Diritto Canonico (1983) era confacente alla natura del Cammino.”
Le resistenze opposte dai tre fondatori e dalla loro cerchia ristretta non piacquero affatto alla Santa Sede e men che meno al Papa, il quale scrisse al Cardinal James F. Stafford, responsabile del procedimento, un messaggio dai toni per nulla cordiali:
“«2. Già nell'Esortazione Apostolica Christifideles laici (30 dicembre 1988) ricordavo che "nessun carisma dispensa dal riferimento e dalla sottomissione ai Pastori della Chiesa" (n. 24) ... E’ a questa condizione, infatti, che i carismi, nella loro diversità e complementarietà, possono cooperare al bene comune. (...) Culmine di questo processo è l'atto ufficiale del riconoscimento e dell'approvazione degli statuti come chiara e sicura regola di vita.
3. (...) Ho affidato questo compito delicato, Signor Cardinale, a codesto Pontificio Consiglio per i Laici, a motivo dell’autorità che gli compete, in base alle norme canoniche vigenti, come anche per la singolare esperienza che esso ha nella materia. Proprio in questo si fonda la speranza di un felice esito del procedimento, ormai avviato verso la fase conclusiva.”.
Il Papa dopo quattro anni si trova a dover ricordare al PCpL una serie di fatti assolutamente ovvi, ovvero che nessun carisma può sottrarsi all'obbedienza e che dopo quattro anni ancora aspetta il "felice esito" della approvazione di una "chiara e sicura regola di vita" per il Cammino. Che il Papa dovesse essere parecchio infastidito dalle inutili lungaggini dell’iter di approvazione del CNC era di certo opinione condivisa da Mons. Galindo:
“I lavori subirono una nuova accelerazione con la lettera inviata da Giovanni Paolo II al cardinale Stafford, allora presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, nella quale il papa ribadiva la competenza a tal proposito di quel dicastero vaticano e chiedeva in tempi brevi di arrivare all’approvazione di uno Statuto. Nuove riunioni vennero subito organizzate per portare a compimento il desiderio di Giovanni Paolo II”.
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I due iniziatori alla cerimonia della consegna degli Statuta ad experimentum a Castel Gandolfo |
Lo Statuto ad Experimentum fu concesso, con provvedimento del Pontificio Consiglio per i Laici, il 29 giugno 2002. Nel decreto si conferma esplicitamente che fu il Papa a volere la normalizzazione del CNC:
il Santo Padre aveva espressamente sollecitato la stesura degli Statuti, «un passo molto importante che apre la strada verso il suo formale riconoscimento giuridico da parte della Chiesa, dando a voi una ulteriore garanzia dell'autenticità del vostro carisma».
Soprattutto, sia nel decreto sia nello Statuto si conferma la definizione data dal Papa al Cammino (un «itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni») e si afferma la funzione che hanno i mamotreti nel movimento neocatecumenale. Nel decreto si legge:
Il Cammino si attua secondo le linee contenute nel Direttorio catechetico Cammino Neocatecumenale. Orientamenti alle équipes di catechisti (cfr. Statuti, art. 2, 2°), soggetto all’approvazione congiunta della Congregazione per la Dottrina della Fede, della Congregazione per il Clero e della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Nel 2002, quindi, si autorizzò con uno Statuto l'attuazione del Cammino secondo un catechismo che ancora non aveva ricevuto alcuna approvazione da neanche una delle Congregazioni competenti (gli Orientamenti alle equipe di catechisti intervengono in questioni dottrinarie, liturgiche e anche fungono da guida per i seminaristi del Cammino). Nelle parrocchie si continuò a catechizzare con testi (imparati a memoria) nei quali si legge che il Tabernacolo è inutile, che l'Eucarestia non esiste senza un'assemblea fisicamente presente, che pertanto la Messa cosiddetta privata è vana, che il Concilio di Trento sbagliò perché "fissa tutto rigidamente, imponendo in modo radicale il rito romano" e con "questa imposizione oramai non si può più togliere o aggiungere nulla dalla messa". "Ciò è un errore...", insegna il pittore spagnolo Kiko Arguello perché "la liturgia è in continuo rinnovamento". E tanto altro di eterodosso, come si apprenderà nel seguito.
Per sei lunghi anni, dal 2002 al 2008 la Congregazione per la Dottrina della Fede, la Congregazione per il Clero e la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ufficialmente tacquero. Non risultano loro decisioni formali in ottemperanza alla dovuta approvazione del catechismo neocatecumenale; i carteggi successivi tra Pontificio Consiglio per i Laici e il Cammino (che saranno mostrati negli allegati del presente saggio) dimostrano che non ce ne furono. Fa eccezione la cosiddetta “Lettera di Arinze” , inviata, su mandato del Papa Benedetto XVI, dall’allora prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ai responsabili del CNC (Kiko Arguello, Carmen Hernandez e Don Mario Pezzi), Ebbe a commentare il Cardinal Arinze in un’intervista alla Radio Vaticana rilasciata il 15 febbraio 2006: «…dopo l’approvazione dei loro statuti per un periodo di cinque anni da parte del Pontificio Consiglio per i laici, rimanevano per gli altri Dicasteri le approvazioni di loro competenza: per la nostra Congregazione, il campo della liturgia. Per l’esame di questo abbiamo avuto una commissione mista tra persone nominate dal Cammino Neocatecumenale e persone nominate dalla nostra Congregazione. Nella discussione sono emerse tante pratiche che loro fanno durante la Messa, le quali sono state esaminate e molte di loro emergevano che NON erano secondo i libri approvati. Questo è il “background”. Il tutto è stato esaminato in molte sessioni dalla commissione mista per un periodo di due anni o più. E c’è stata anche una discussione tra sette cardinali della Curia romana per volere del Santo Padre, i quali hanno esaminato il tutto. Dunque, questa lettera è la conclusione di tutto.»
Datata 1° dicembre 2005, tale comunicazione conteneva le norme che i Neocatecumenali avrebbero dovuto seguire nel culto liturgico, correggendo le loro prassi illecite e in certo qual modo eterodosse: comunione seduti e tutti insieme contemporaneamente al sacerdote, utilizzo quasi esclusivo della Prex Eucharistica II, interventi di laici nella liturgia che oscurano l’omelia del sacerdote.
Ebbene: in data 11 maggio 2008, a distanza di sei anni dal decreto "ad experimentum", il PCpL approvò in totale autonomia lo Statuto definitivo del Cammino, sebbene il Direttorio catechetico ancora non avesse ricevuto alcun assenso ufficiale dalle altre Congregazioni, assenso previsto nello Statuto ad experimentum.
L'approvazione del catechismo di Kiko Argüello e Carmen Hernández giungerà soltanto nel dicembre del 2010, e non per opera della Congregazione per la Dottrina della Fede. La CDF soltanto riferirà di averlo ulteriormente visionato, fornirà pochi suggerimenti correttivi e delegherà il PCpL ad approvarlo.
Per quasi tre anni, quindi, dal 2008 al 2010, lo Statuto definitivo del CNC disciplinò un itinerario di formazione cattolica basato sul catechismo di due laici privo della necessaria, formale approvazione delle Congregazioni competenti. Ora, giacché il paragrafo 2° dell'articolo 2 recita che il Cammino Neocatecumenale si attua nelle diocesi: "secondo «le linee proposte dagli iniziatori», contenute nel presente Statuto e negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti", si deduce che il catechismo neocatecumenale è parte integrante e sostanziale dello Statuto definitivo; questo, quindi, per quasi tre anni fu inconfutabilmente invalido.
Conclusioni: dal maggio 2008 fino al gennaio 2012 il Cammino neocatecumenale ha operato con uno Statuto caratterizzato da vizi sostanziali, con macroscopiche inadempienze sanate soltanto a posteriori, con una logica del tipo nunc pro tunc, ora per allora.