giovedì 27 febbraio 2014

"Perché io che sono anche un musicista devo rendere lode a Dio con delle canzoni kikiane che fanno schifo?"

Arrivano i neocatecumenali!
Qualche idea sul Cammino Neocatecumenale…
…non ci riesco!….
ci ho provato in tutti i modi a farmelo piacere… ma non ci riesco. Ho parlato con amici all’interno del Cammino, ho letto gli statuti (… bè… una parte… ok una sintesi, ma non è questo il punto…), mi sono confrontato con sacerdoti del cammino e sacerdoti non del cammino… ma non ci riesco….
li odio… e credo che piano piano distruggeranno la Chiesa Cattolica. Per carità… dura da 2000 anni e sta sempre li.. ma mi sembra che ultimamente le “correnti” al suo interno (soprattutto la fazione pro-catecumena e quella anti-catecumena) si siano agguerrite sempre di più. E per un sacco di gente che crede in Cristo, nel Servizio, nella Provvidenza, nella Letizia, nell’evangelizzazione viva, nella Preghiera, nella Liturgia (non necessariamente in tutte queste cose insieme… anche se dovrebbe essere così… ma che volete… siamo umani!) ci sono sempre più persone che impongono un modo di vivere la fede che è il loro, ma non quello degli altri, non il nostro… non il mio! Vedo sacerdoti fare piazza pulita di altri movimenti, associazioni, gruppi parrocchiali solo perchè serve dare spazio al Cammino Neocatecumenale (no.. non mi riferisco alla mia parrocchia…. finora…)
Vedo intrusioni sempre maggiori nelle liturgie domenicali e festive, che dovrebbero essere “della comunità parrocchiale”, non della comunità neocatecumenale (si, qui mi riferisco anche alla mia parrocchia…).
Sento (per fortuna non ho ancora visto) di arredi Sacri e di elementi importanti (Ambone, Fonte Battesimale, Pala d’Altare) standardizzati e realizzati secondo l’impronta neocatecumenale, o peggio ancora tutti adorni con i quadri di Kiko… che mo.. dimosela tutta… come musicista/compositore fa schifo ai passeretti… ma pure come pittore… insomma… sicuramente preferisco un Caravaggio o un Raffaello, mettiamola così!
Ma allora mi chiedo… perché il Cammino deve comportarsi come se fosse un virus?… o peggio un cancro?….. allargarsi a macchia d’olio e fagocitare tutto quello che incontra davanti, non importa se sia bene o male, se siano cellule funzionanti o cellule dannose, in nome di una presunta superiorità, di una millantata certezza di redenzione per chi segue il Profeta (Kiko ovviamente)? in altre parole la domanda è: “se io sono Cristiano Cattolico come te, ma invece di seguire il Cammino Neocatecumenale sono Scout e ho una formazione di tipo Francescano… PERCHÈ ME DEVI ROMPE ER CAZZO?” (scusate… quando ce vo ce vo…..)
"Ma pure come pittore... insomma...":
varie opere di Kiko Argüello a tema sacro
Io credo che la Chiesa sia composta di carismi differenti. San Francesco evangelizzava per le strade e campava di Provvidenza. San Benedetto pregava tutto il giorno nel suo monastero e mentre pregava lavorava per il suo sostentamento. San Francesco (si so de parte… :D ) teneva la Bibbia in chiesa e diceva ai suoi fraticelli di andarla a leggere e di consultarla, di studiarla ma di lasciarla in chiesa perché li doveva stare, San Domenico invece redarguiva i suoi affinchè avessero sempre una copia della Bibbia nella loro camera in modo da poterla studiare sempre quando ne avessero necessità.
Potrei continuare per ore…
Cito dal blog di don Mauro Leonardi:
“Il Padre costruisce, ordina, edifica e guida la sua Chiesa in questo modo, perché possa essere fedele testimone del suo amore, manifestato in Cristo e reso perfetto nel dono dello Spirito. “Lo Spirito Santo non solo per mezzo dei sacramenti e dei ministeri santifica il Popolo di Dio e lo guida e adorna di virtù, ma “distribuendo a ciascuno i propri doni come Piace a Lui” (cfr. 1 Cor 12,11), dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi varie opere ed uffici utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa, secondo quelle parole: ‘A ciascuno… la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio” (cfr. 1 Cor 12,7). E questi carismi straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto adatti e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione” (LG 12). – See more at:http://mauroleonardi.it/2013/04/27/la-chiesa-3-carismi-e-ministeri/#sthash.dtBbicHO.dpuf”"
Perchè il Cammino Neocatecumenale dovrebbe andare bene per tutti?… perchè un copione già scritto e sempre uguale (catechesi, aneddoti raccontati durante le catechesi, passi da compiere ecc sono già scritti e sono uguali in tutto il mondo) dovrebbe andare bene per me col mio grado di maturazione, di fede, di consapevolezza, di discernimento… di intelligenza e dovrebbe andare bene per te che stai leggendo? (se esisti…)
Perché io che sono anche un musicista devo rendere Lode a Dio con delle canzoni che fanno schifo pietà e misericordia dal punto di vista musicale e spesso anche dell’esecuzione quando posso elevare al cielo la melodiosa armonia di un capolavoro come il “Laudato sii” di Forza venite gente? o come Ditemi è vero di Padre Lamanna?
Perché in una chiesa non può esistere un fonte battesimale realizzato da un artigiano locale, che proprio in virtù di quei talenti ricevuti dal Signore vuole lodarlo e ringraziarlo con una sua opera?
Perchè allo stesso modo un pittore non può decorare l’interno di una chiesa come accadeva a predecessori più illustri di lui?
Tutto ciò è impossibile…
L'Uomo-Patata:
opera di Kiko Argüello
Kiko ha ricevuto dei carismi… è pittore, è compositore (ripeto… per quanto riguarda me come pittore non è granché.. e come musicista… bè… se potrebbe pure andà a seppellì…), e per lodare e ringraziare Dio ha dipinto quadri e composto canzoni. Bene… Perchè io devo lodare e ringraziare Dio tramite i carismi di Kiko e non tramite i miei o (scendendo dal piedistallo e molto più concretamente) tramite i talenti di un altro… perchè proprio i suoi? perchè SEMPRE E SOLO i suoi…
Tra l’altro c’è questa adorazione di Kiko che secondo me è molto pericolosa… molto simile al vitello d’oro…. quello che fa Kiko è buono e santo… quello che fa Kiko è giusto è vero…
e Cristo in tutto ciò dove lo mettiamo? vogliamo veramente vivere e arrivare a Cristo solo per interposta persona? solo tramite i carismi e i doni e i dettami di Kiko? io no…
Credo ci sia del bene in quello che ha creato, e magari in qualche modo lo prenderò… ma credo ci sia del bene in quello che ha creato Escrivà, che ci sia del bene in quello che ha creato B.P., credo ci sia del bene in quello che ha fatto Madre Teresa, in quello che ha fatto Gandhi, ecc ecc… fino ad arrivare a Falcone, Borsellino e Padre Puglisi… e non mi pare che tutti loro seguissero il Cammino. Perchè devo limitarmi a quello che ha fatto/detto Kiko?… può andare bene per alcune persone, come lo Scautismo (lo scatusimo è per tutti, non tutti sono per lo scoutismo…) ma non per me… e allora perchè mi si deve imporre?
non entro nel merito di tutte le pippe liturgiche, messa il sabato messa la domenica, risonanza si risonanza no, confessione singola o di gruppo, decima dodicesima tredicesima e quattordicesima, convivenze scrutini tricchetracche e bombe a mano… ma sulla viralità (e sulla presa che movimenti di questo genere hanno su persone sole e prive di raziocinio) si… e l’ho fatto finora.
Ah.. per evitare commenti strani… non dico che tutti quelli che fanno il Cammino siano persone sole e prive di raziocinio… dico che un ambiente così può fare molta presa su persone sole e prive di raziocinio (intendo quelli che non sanno prendere decisioni da soli) oltre alle persone normali… (se qualcuno al giorno d’oggi osa definirsi normale…)
Il Totem-Redentore:
opera di Kiko Argüello
Se mi andrà un giorno scriverò di una vicenda che mi ha visto protagonista ignaro e indiretto di un acceso dibattito all’interno di un gruppo neocatecumenale…
Chiudo indicando qual’è il problema di molti catecumeni (secondo me), che spero li aiuti a prendere con spirito critico senza iniziare a spammare e a trollare questo mio post… diceva il marchese del Grillo:
“Voilà la difference… se tu parli male di me e del papa io ci rido, se io parlo male di te e di Napoleone tu ti incazzi!”
Vi consiglio di vedere tutto il video… dura solo un minuto… è buffo… mentre rivedevo il video adesso ho pensato… chissà se l’ho fatto inconsciamente ma ho paragonato il non neocatecumenale al Marchese (che è cattolico) e il neocatecumenale al francese (che “si è tolto da un pezzo il peso di Dio”)….


(intervento originariamente pubblicato sul blog Mentre Mi Rado)

martedì 25 febbraio 2014

Seminaristi RM si "esercitano" nel ministero kikiano

La mia esperienza è recentissima, io conosco il cammino da una quindicina di anni (avevo anche fatto alcune delle catechesi ma poi non mi ero avvicinato) pur non facendone parte poiché sono molto impegnato a livello diocesano con vari incarichi di collaborazione laicale all'interno della mia diocesi di appartenenza; perciò conosco molte realtà e ho sempre considerato il Cammino Neocatecumenale, pur vedendolo sempre un pochino separato dal resto, uno dei tanti "colori" del mondo cattolico.

Volto di Kiko e chitarrelle
Recentemente ho iniziato una splendida relazione con una ragazza che fa parte del CN e una sera a cena erano invitati anche due seminaristi neocatecumenali dei seminari Redemptoris Mater, persone in apparenza molto socievoli e simpatiche... ad un certo punto, finita la cena, il clima è cambiato... nel silenzio di tutti gli ospiti uno dei due seminaristi del RM ha cominciato a farmi domande sul perché non fossi mai entrato nel cammino pur avendo fatto le catechesi. Ho cercato brevemente di spiegare che il mio percorso di fede ha trovato un'altra via bellissima di espressione e tutt'ora proseguo felice per la mia strada ma sono stato subito interrotto da frasi dette pacatamente ma molto "violente" nel contenuto... ne cito qualcuna qui sotto.

Mi è stato detto che se un giorno vorrò veramente bene alla mia ragazza dovrò entrare nel cammino poiché solo così ci sarà sicuramente la presenza del Signore...

Mi è stato detto che tutto ciò che faccio ora nel mio percorso di fede a lei in futuro, cioè nel matrimonio, non servirà a nulla (e questa è stata una delle cose che piu mi hanno buttato giù).

Pur non conoscendomi affatto, mi anche detto che io posso essere una persona buona o cattiva, non importa, un tossicodipendente o un assassino, un bravo compagno o un serial killer... non importa, l'importante è che entro nel cammino anche se non capisco ciò che faccio... la frase esatta fu: "anche se non capisci cosa dicono alle catechesi, tu falle, ed entra nel cammino, anche se non capisci niente".

Sempre riguardo al matrimonio ha aggiunto che non è che bisogna per forza sposarsi solo tra Neocat ma che sicuramente mancherà qualcosa ad un certo punto e che bisognerà fare certe cose assieme e l'altro non capirà se non sarà neocat

Molte altre cose tutte simili a queste sono state dette ed ora mi trovo a dover arrivare in fondo a questa questione anche grazie all'appoggio del mio vescovo diocesano...

Aspiranti presbiteri kikiani
Trovo difficile proseguire nei dettagli poiché temo di essere scoperto nella mia testimonianza ma credo servirà questo piccolo confronto on-line.

Tengo a precisare che a tutti questi attacchi ho risposto con le armi del sorriso e della comprensione senza mai contrattaccare poiché ero a casa dei suoi, di fronte a loro non volevo intavolare una brutta discussione... e inoltre vi era un silenzio irreale mentre costui parlava della nostra relazione...

Non avrei mai pensato prima di pubblicare qualcosa su questo blog che ho scoperto quasi per caso ma questa mia esperienza è reale e la sto vivendo sulla mia pelle e sulla pelle della mia ragazza che ora è molto confusa poiché non capisce perché questa persona che lei conosceva bene si è permessa di fare queste affermazioni...

Mi chiedo se per coloro che fanno parte del CN sia normale che il proprio percorso di fede chiuda all'altro in maniera così netta al punto che credono che se uno non fa parte del CN non potrà "capire" certe cose...

Un caro saluto a tutti e una preghiera.


Invitiamo a leggere altre testimonianze in tema:
- Il Cammino prevale perfino sugli affetti
- Dov'è il Signore in tutto questo?
- Se il tuo fidanzato è neocatecumenale... guai in vista!

domenica 23 febbraio 2014

"Ricevono in piedi", sì, ma... l'ipocrisia prende il sopravvento

Comunione cattolica
In lingua italiana l'espressione "comunicarsi in piedi" significa ricevere la particola consacrata e consumarla subito senza indugi (e senza sedersi). Cioè significa proprio "comunicarsi in piedi".

La Chiesa cattolica infatti comanda che «i fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi... Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro». (cfr. Redemptionis Sacramentum, n. 90-92; Ordinamento Generale del Messale Romano, n. 160-161).

Invece i neocatecumenali applicano lo stratagemma ipocrita del ricevere l'Eucarestia stando in piedi ma di trattenerla e di consumarla più tardi, da "seduti".

«Seduti come era seduto Gesù», afferma la Carmen Hernàndez, che evidentemente è stata presente in persona all'Ultima Cena e perciò ne sa di più di venti secoli di Tradizione e di santità della Chiesa.

Esaminiamo dunque alcuni abusi liturgici invalsi presso il Cammino Neocatecumenale:

1) il fatto di non consumare "subito" ma di aspettare il segnale convenuto (cioè ridurre l'Eucarestia a uno strumento che serve a simboleggiare l'unità della comunità)

2) il fatto di consumare "seduti" come se si trattasse di uno snack qualsiasi (cioè ridurre l'Eucarestia ad un simbolo sacro secondario: ma come, la preghiera dei fedeli la fate in piedi e l'Eucarestia la manducate seduti? accostarsi al Santissimo Sacramento è qualcosa di meno degno della preghiera dei fedeli?)

"Prima Comunione" neocatecumenale:
la distribuzione dello "snack"
3) il fatto di distribuirla "proprio a tutti, uno per uno", mettendo in imbarazzo chi preferirebbe non fare la Comunione (inducendo così tantissime persone a comunicarsi ugualmente "per evitare la vergogna davanti ai fratelli", anche stando in condizione di peccato mortale).


Oltre a questi abusi dobbiamo considerare nelle liturgie kikiane invalse presso le comunità del Cammino anche diverse condizioni che facilitano gli abusi, per esempio:

1) il fatto di riceverla "stando sempre al proprio posto" (cioè "abitualmente", in ambienti arredati in modo che non sia possibile inginocchiarsi: proprio come se fosse la distribuzione di uno snack);

2) il fatto di riceverla tramite un "cameriere eucaristico" (che raramente è un diacono o sacerdote);

3) il fatto di adoperare sempre "pagnottone sbriciolose" rendendo molto facile la dispersione di frammenti del Santissimo Sacramento ("pane azzimo" non significa "grossa pagnottona in tutte le occasioni");

Il momento della caciara: "camerieri eucaristici"
in giro coi beveroni-insalatiera (foto da Facebook);

nella saletta troneggia l'autoritratto di Kiko in bianche vesti
4) il fatto di considerare eccessivamente l'aspetto "comunitario" e troppo poco l'aspetto "sacramentale" per cui i fratelli neocatecumenali a lungo andare ricevono l'impressione che l'eucarestia sia solo un simbolo di unità (col risultato che certuni fanno gesti scaramantici prima di accostarsi al calice, e si puliscono le dita dai frammenti del Santissimo strisciandole sui pantaloni o sulla gonna);

5) il fatto che gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale pretendono di imporre "nuovi significati" all'Eucarestia, di fatto annacquando il suo vero significato (la «quarta coppa», l'uscita dall'Egitto: e che stiamo giocando a briscola con Tutankhamon?).

6) il fatto che nel Cammino si desacralizza l'Eucarestia: infatti i neocatecumenali utilizzano di proposito le salette parrocchiali anche se è a disposizione la chiesa; utilizzano un tavolone centrale smontabile anche se c'è un altare, ecc.: tutto, nel Cammino, sembra studiato in modo da dare meno onore possibile a Nostro Signore Gesù Cristo realmente presente nel Santissimo Sacramento; tutto, nel Cammino, sembra studiato in modo da dare più onore possibile alla comunità.

Insomma, quello che i neocatecumenali pomposamente chiamano "comunicarsi in piedi a norma dello Statuto" è un segno che manifesta con chiarezza un cumulo di problemi di fede che non si può fingere di non vedere. Perfino lo "stare seduti" è un modo di dichiarare le proprie convinzioni riguardo a quel Sacramento che è fonte e culmine della vita della Chiesa.

Ieri sera c'è stato il Sabato Sera Kikiano, in cui nelle comunità neocatecumenali riunite nelle solite salette è stata ancora una volta effettuata la "comunione seduti", a dispetto delle «decisioni del Santo Padre» recepite pienamente dallo Statuto del Cammino Neocatecumenale (articolo 13, nota 49).

Scene da seminario neocatecumenale: futuri presbiteri comodamente seduti
(foto da Conciliovaticanosecondo.it)

venerdì 21 febbraio 2014

Testimonianze favorevoli al Cammino

Una grande caciara: ecco la Nueva evangelizzazione
con tamburi, chitarre e magliette di Don Kikolone
Posso farla io la testimonianza in favore del Cammino?
Ero un giovane annoiato, che pensava solo a divertirsi, ad uscire la sera e allo sport. Anche la mia ragazza mi aveva lasciato, ed ero entrato in crisi. Allora un amico mi ha invitato alle catechesi e lì ho scoperto che Dio mi amava come ero, con i miei peccati, ho scoperto una chiesa che mi ha accolto.

Prima ero infelice, e qualche volta avevo pensato anche al suicidio, adesso so che Gesù mi ha salvato. Un giorno ad una chiamata vocazionale ho sentito una forza che mi costringeva ad alzarmi, e adesso sono disponibile ad andare dove il Signore mi vorrà mandare.

Oppure, quest'altra:
Il mio matrimonio era in crisi, perchè non accettavo l'idea di avere il terzo figlio. Avevamo pochi soldi e un lavoro incerto.

Ma proprio in quel periodo ho sentito l'invito ad andare alle catechesi. Sono andato solo per far contenta mia moglie.

Non so perchè ma mi sono fidato e sono andato alla convivenza. Ed ho scoperto che il Signore mi ama così come sono, peccatore, ho trovato dei fratelli che mi hanno accolto. Ho riscoperto la bellezza dell'Eucarestia celebrata insieme e il gusto della preghiera.

Oggi abbiamo 10 figli, ma sono felice perchè ho visto che è vero che il Signore è fedele e perchè ha salvato il mio matrimonio. Inoltre ha permesso che io, che sono un iroso ed un orgoglioso, riuscissi a perdonare il mio capo che mi voleva trascinare in giudizio.

Breve avviso per i neocatecumenali che già si stanno leccando i baffi: le due "testimonianze" sopra presentate sono completamente inventate e vi sono sembrate vere perché nel Cammino tutte le "testimonianze" sono fatte così.

Nel Cammino le "testimonianze" sono tutte sullo stesso schema, tutte con le stesse parole, tutte con la stessa articolazione, emotiva e sentimentalistica e sempre centrata sulla lode al Cammino (anche quando tira in ballo il Signore):
  • "ero triste e adesso sono felice",
  • "il Signore ha salvato il mio matrimonio che era in crisi"
  • "sento che l'Eucarestia mi fa bene perchè mi fa sentire meglio"
  • "ero in crisi, mi invitarono alle catechesi, dove ho scoperto che Dio mi ama"
  • "prima mormoravo contro la Chiesa e adesso il Cammino mi ha fatto vedere che ho una madre"
  • "prima ero un borghese che si riteneva una brava persona, adesso ho scoperto il fango che avevo dentro"
  • "Dio mi ama peccatore, mi ha tratto dalla fossa della morte"
  • "pregate per me che sono peccatore"
Ma che religione è questa?
Praticamente la presunta "conversione" mette al centro solo sé stessa: il tipico neocatecumenale che "testimonia", in realtà parla solo di sé lodando il Cammino che gli ha aperto gli occhi.

Un normale cattolico che ascolti simili "testimonianze", si chiederà che differenza c'è tra il Cammino e i protestanti. Infatti i protestanti possono dire le stesse cose: il protestantesimo mi ha salvato, ero triste e adesso sono felice, il Signore ha salvato il mio matrimonio in crisi, mi invitarono alle catechesi dove ho scoperto che Dio mi ama, eccetera. Basta sostituire "Cammino" con "protestantesimo" e la testimonianza neocat diventa indistinguibile da quella dei protestanti.

Poniamoci dunque la domanda: cos'è che rende "cattolico" il fedele cattolico? Cosa lo differenzia dai testimoni di geova e dai protestanti?

Chiediamo: per essere cattolici è forse sufficiente leggere il Vangelo, fare opere caritatevoli alla propria comunità, leggere la Bibbia, perdonare il proprio capo, andare a certe "catechesi", fare tanti figli, riunirsi in preghiera, partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù, fare le "risonanze", evitare le discoteche, celebrare insieme ai fratelli della propria comunità, dichiararsi peccatori amati da Dio, eccetera? Ma allora perché non vi fate protestanti?

Che senso ha spacciarsi per "cattolici" quando si stravolgono insistentemente la liturgia cattolica e la dottrina cattolica?


(ringrazio Michela e Psyco per la collaborazione)

mercoledì 19 febbraio 2014

Neocatecumenale di 38 anni a processo: «Abusi su 2 fratelli ai ritiri spirituali»

Notizia dal Corriere: «Abusi su 2 fratelli ai ritiri spirituali». Neocatecumenale di 38 anni a processo. L’accusa: un incubo, andava anche a casa.
L’imputato, almeno fino a quando la denuncia nei suoi confronti non è arrivata in procura, partecipava al cammino neocatecumenale, ovvero a quel particolare percorso cattolico fondato negli anni ‘60 in Spagna, «per la riscoperta della fede», che coinvolge anche molte famiglie di Bergamo, con ritiri spirituali, raduni nazionali e internazionali. In quel contesto il trentottenne aveva conosciuto i due ragazzi, perché anche loro, con i genitori, partecipavano al cammino religioso. [...] Sia la difesa sia la procura osservano uno stretto riserbo su tutta la vicenda e anche il collegio dei giudici ha disposto che la prima udienza, quella di ieri, fosse celebrata a porte chiuse.
In attesa che la giustizia faccia il suo corso, intendiamo discutere non della notizia ma di come viene presa dai neocatecumenali.

Due anni fa, infatti, di fronte ad un caso simile, l'atteggiamento neocatecumenale era di coprire tutto per difendere il prestigio del Cammino.

A margine della notizia, un commento di Aldo su certe dinamiche del Cammino:
Il sesso e la sessualità nel Cammino hanno una particolare "attenzione"... c'è un attegiamento davvero "morboso"... i ragazzi devono raccontare se si masturbano (come le coppie devono raccontare "l'apertura alla vita"...), ci sono continui richiami usando/abusando sull'argomento... essendoci una "totale impreparazione", i catechisti/didascali si credono "psicoterapeuti"... è chiaro che in situazioni di debolezze umane tutto ciò può sfociare in devianze. Nelle comunità soprattutto durante le convivenze succede di tutto... i primi rapporti prematrimoniali... confessati poi negli scrutini (spesso eravamo costretti come responsabili a fare le ronde notturne).

E' difficile da spiegare, Lino, ma il rapporto didascalo/ragazzo è davvero "morboso"... il ragazzo racconta se i genitori litigano, se i genitori fanno le lodi, se i genitori dormono insieme... è una specie di informatore, "la cartina al tornasole" di quello che raccontano i genitori... i didascali non sono "guide" come le intendi Tu... ma come tutto nel cammino sono "figure esasperate"... spesso, molto spesso ci sono scontri tra i didascali e i genitori per le continue "invadenze"... per finire poi davanti al sinedrio/catechisti che, a seconda del loro tornaconto danno ragione ad una o all'altra parte...

martedì 18 febbraio 2014

"Solo chi entra nel Cammino riuscirà a seguire Dio come si deve"

Raccolta fondi per fare una corona a Kiko:
ma ti nascondono di essere neocatecumenali!
Salve, sono una ragazza di 32 anni che si è trovata ad andare al secondo incontro della catechesi, dopo che il mio fidanzato (nel cammino da 15 anni) ha insistito molto...vorrei fare le mie modeste riflessioni.

I catechisti che hanno parlato mi hanno interessato, si è semplicemente parlato di come oggi si è sempre più distanti dalla chiesa e di come ci si può ravvicinare. Ma le cose che non mi sono andate sono di più:

1) innanzitutto i catechisti si sono distanziati dal gruppo messi seduti uno vicino all'altro (erano più o meno 5 o 6 ma hanno parlato solo in due) e sono venuti accompagnati dal prete della parrocchia. Non frequento i gruppi religiosi dalle scuole superiori e dai miei ricordi i catechisti erano vicino a noi e non lontani in atteggiamento da maestri.

2) non si è accennato MAI al cammino neocatecumenale, si è parlato di comunità ma niente altro (quindi se c'era qualcuno presente che non sapeva ciò, si poteva benissimo pensare ad un semplice approfondimento della parola di Dio). Questa è una cosa per me molto scorretta, mi è sembrato come se si volesse prima far "appassionare", "conquistare".

3) la catechista parlando ha detto che solo chi entra in comunità riuscirà a seguire Dio come si deve, questo mi ha scandalizzato! Come fa lei a essere certa che il cammino sia l'eccellenza e che tutto il resto non vada bene?

Catechesi neocatecumenale:
ma non ti dicono
che è il Cammino!
Ne ho parlato con il mio fidanzato che immediatamente si è messo sulla difensiva, dicendo che lei non aveva detto ciò ma che aveva parlato della comunità come uno dei cammini possibili per avvicinarsi a Dio, era così convinto da far venire a me il dubbio di aver sentito male... per questo vi chiedo un consiglio.

Aldilà di tutto è lui ciò che mi preme. Vivo pochissimo la sua comunità e mi sono sembrate persone veramente corrette, ma dopo tutto ciò che ho letto sono un po' in allarme, vorrei poter aver un confronto con qualcuno che ne sappia di più e che possa essermi di conforto in questo momento di smarrimento.
(da: Giovanna)

lunedì 17 febbraio 2014

«Guardata male e additata»: ricatti morali del Cammino

In questo periodo mi sento spesso con una nostra exsorella di comunità perchè anche lei ha lasciato il cammino NC. Le sue ragioni sono personali e non le scrivero' qui.

Ora sta passando la "prima fase", cioè telefonate e inviti a convivenze (anche se non riguardano la sua comunità).

Già pero' è stata additata come irriconoscente verso il CNC. E' stata invitata ad andare (ancora una volta) in convento per ritornare indietro sulla sua decisione.
Convento con suore e novizie che provengono dal cammino.

Ha passato tutta la sua vita adulta (30 anni) nel CNC.
Ora frequenta la Chiesa ma non puo' andare nella parrocchia dove ha la comunità altrimenti viene "guardata male e additata" (parole sue).
Ora lei soffre, è accerchiata dai fratelli e dai catechisti che continuano a portarle l'esempio di altri fratelli usciti prima di lei (compreso me la mia famiglia) dicendole che siamo rimasti soli.

Mi ha telefonato e mi ha detto cosa le sta succedendo.

Le ho risposto che forse siamo soli "umanamente" (perchè allontanati come appestati e dimenticati come un peccato) ma con noi ora c'è Dio e la Chiesa che ci ha accolti.

Le ho detto che il percorso è duro e difficile perchè uscire dal CNC e cambiare TUTTE LE ABITUDINI non è facile.
Accorgersi di essere stati dimenticati dai fratelli (dopo tutti quegli anni insieme) è oltremodo doloroso ma si puo' sopravvivere.

Noi, "i giuda, i fuoriusciti, quelli che hanno sputato nel piatto..." abbiamo trovato conforto nell'andare a Messa insieme e abbiamo fatto un pellegrinaggio insieme.

Lo so puo' sembrare stupido ma ci ha dato la forza di non tornare indietro solo per solitudine.
Non è poco.

Speriamo che questa signora ce la faccia, anche perchè lei non è sposata (grazie al cammino...) ed è lontana dalla sua famiglia di origine.

Vi chiedo di pregare per lei.
(da: DG)

venerdì 14 febbraio 2014

Kiko evangelizza il Papa: «abbiamo un peccato nella carne...»

Qui sotto: trascrizione dell'omelia che Kiko ha impartito al Papa lo scorso 1° febbraio (cfr. video su Youtube). Ascoltandolo, mi rendevo conto di quanto Kiko si sia "sbottonato". Ho italianizzato alcune espressioni spagnoleggianti senza cambiare il significato, per il resto non ho toccato niente.
(da: Obsculta)


Il dottore Honoris Causa aggiusta lo striscione
prima di impartire la lezioncina al Papa
“Vedendo queste famiglie uno potrebbe pensare: ma che cos'è questo? Ma sono pazzi? sono eroici? Chi sono? Che succede qua?

Allora non si rendono conto che il Cammino neocatecumenale è un processo catechetico liturgico di iniziazione cristiana nelle parrocchie, attraverso il quale si vuole portare il Concilio, lo stiamo portando. Allora, dice San Paolo, molte volte faccio il male che non voglio fare e se faccio il male che non voglio fare non sono io che lo faccio, chi lo fa? Il peccato che abita nella carne. Questo è un punto importantissimo per noi: ossia vuole dire che abbiamo un peccato nella carne che ci obbliga a fare cose che non vorremmo fare, che ci rende schiavi e ci obbliga a offrire tutto a noi stessi.

Dice San Paolo: Cristo è morto per tutti, per che cosa? L'amore di Cristo, caritas Christi urget nos, ci urge dentro pensare che Cristo è morto per tutti gli uomini, ergo tutti gli uomini sono morti, della terra, cioè tutti gli uomini hanno diritto alla vita eterna, alla vita immortale. E perché è morto, dice? Sorprendente: dice perché l'uomo non viva più per se stesso. Ma tutti viviamo per noi stessi, perché questo è così grave? Ecco, noi diciamo, perché il peccato nella carne ci obbliga ad essere noi dio di noi stessi, a offrirci tutto per noi, in tutto cerchiamo di essere felici noi. Ecco. Allora Dio ha inviato Suo Figlio Gesù Cristo in una carne simile alla nostra, dice l'Epistola agli Ebrei, per togliere mediante la Sua morte, togliere al demonio il potere che ha sulla morte, annichilire colui che della morte ha il potere e liberare così tutti quelli che per la paura della morte sono soggetti alla schiavitù del demonio.

Questo è quello che ho detto al sinodo ai padri sinodali, quello che io chiamo antropologia rivelata, è importantissimo. Ecco: è questo che ha fatto Gesù Cristo, ha preso una carne come una nostra per distruggere il peccato nella carne e liberarci della schiavitù del demonio per la paura della morte, perché lo Spirito Santo ci dona la vita eterna, quello che ci dona il Battesimo.

Il primo dialogo battesimale: cosa chiedi alla Chiesa di Dio? la Fede, cosa è nella Fede? La vita eterna. Ecco, come si toglie il peccato nella carne per essere liberi da egoismi, da lussuria, da avarizia, da invidia? Come si toglie? Mediante il Battesimo. Allora noi siamo stati battezzati da piccolini, però la Madonna ci ha detto: fate comunità come la Santa Famiglia di Nazaret. Perché? Perché Nostro Signore Gesù Cristo nasce come bambino piccoletto e per diventare adulto ha bisogno di 30 anni per partire a salvare l'umanità.

Frutti del "processo di
iniziazione cristiana":
il girotondo col passetto
Anche noi abbiamo un Battesimo, una Fede piccola, abbiamo bisogno di crescere nella Fede, farci adulti, allora tutte queste famiglie sono trent'anni che stanno in un processo di iniziazione cristiana e dopo trent'anni a imitazione della Famiglia di Nazaret partiamo tutti in missione, alle periferie di Roma ecc. Allora quelli sono i processi dell'iniziazione cristiana.

Primo scrutinio battesimale, dopo le catechesi del kerigma la chiamata alla conversione, dopo, vivendo in piccola comunità. Dopo si fa lo Shemà perché dice nel Battesimo: se vuoi avere la vita eterna, dice il parroco, il prete al padrino, amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore... ecco quello che noi chiamiamo lo Shemà …[ndr: segue una frase che Kiko non conclude: “.. ossia che mettere che tutta questa gente che ha ricevuto il battesimo, mai!...”]

Nel primo scrutinio battesimale presentiamo la Croce di Cristo che illumina la sofferenza umana, spieghiamo che cosa è la Fede, che cosa è la Croce di Cristo, facciamo un'iniziazione cristiana seria, ed ora rivivono la prima fase del loro battesimo. Dopo lo Shemà, dopo amare mettere Dio al primo posto. Dopo noi diciamo: non potete essere cristiani se non fate un segno di vendere i vostri beni perché non potete amare Dio e il denaro, ecco il secondo scrutinio.

Dopo entriamo nel catecumenato, iniziazione alla preghiera, il Vescovo consegna il Salterio, tutti i fratelli qua pregano i salmi, tutti, è una cosa meravigliosa. Dopo il Salterio, dopo aver ricevuto i salmi ed aver iniziato la preghiera cominciamo a fare le catechesi dogmatiche. Il Credo, perché dovete andare ad annunziare il Vangelo, allora la Traditio ricevono questo dono, viene sempre il Vescovo ai passaggi di questo processo, e mandiamo i fratelli due a due in tutte le case della nostra parrocchia, che molti parroci non vogliono perché dicono che protesta la gente, però -eh!- questo è il nostro processo.

Dopo di questa Traditio, due anni andando di casa in casa, abbiamo migliaia di comunità in tutto il mondo, dopo viene la Redditio Symboli, devono in parrocchia durante la Quaresima fare una professione di Fede e recitando il Credo, prima del Credo dicono perché credono. Dopo la Redditio Symboli viene il Padre nostro, però prima del Padre nostro noi diciamo: adesso dovete andare a Roma a fare un atto di adesione al Papa. Le dico una cosa Padre, sono trent'anni che ogni domenica voi vedevate striscioni delle comunità che vengono da tutta Europa a fare un atto di adesione a Pietro.

Dopo andiamo tutti a Loreto perché davanti alla Madonna magari c'è la Madonna come madre e diamo il Rosario, dopo dodici anni, eh!, perché la maggioranza dei nostri fratelli viene dalla sinistra, sono atei, erano atei, erano lontani, e sono sempre [ndt: segue espressione incomprensibile] al devozionismo, bisogna lentamente, con molta pazienza introdurli nella Chiesa, che amino il Vaticano, che vedano il Papa, la Madonna, ecc.

Dopo di questo entrano nell'elezione, terzo scrutinio battesimale, finisce il cammino nella veglia Pasquale nella Cattedrale con il Vescovo e ci permettono il segno delle vesti bianche. E dopo di questo la parrocchia è stata trasformata in una comunità di comunità e loro sono pronti per la missione. [ndt: qui Kiko ringrazia il Papa per la pazienza e dice che si sbriga a finire]

Nella misura che [ndt: penso che intenda "a mano a mano che"] questi fratelli vanno percorrendo il loro Battesimo, il peccato nella carne va perdendo forza, fino al punto che si sentono liberi per offrirsi alla Chiesa, questo è il frutto del Battesimo, di un cammino dove si percorre... È così tanto importante questo che non si capisce come non esista in tutte le parrocchie l'iniziazione cristiana degli adulti, com'è possibile? [ndr: vedere animazione qui sotto]

Sentiamo la Sua parola Padre, adesso canteremo al Vangelo, dopo una Sua parola, Padre, speriamo che ci aiuti, parola a braccio Padre, la dica a braccio.”

Kiko indiavolato mentre fa la sua protesta sindacale
lamentandosi col Papa che ancora non esiste
in tutte le parrocchie l'iniziazione neocatecumenale

giovedì 13 febbraio 2014

Le "catechesi per adulti" per rastrellare nuovi adepti

Nella mia parrocchia hanno fatto girare un invito "vieni e vedi che Dio ti ama": sono andato ma qualcosa mi ha trattenuto: non sono entrato poiché dei loschi figuri controllavano l'ingresso.

Ho riflettuto: vuoi vedere che per sapere che se Dio mi ama, me lo deve dire un neocatecumenale?

Ma io lo so già che Dio mi ama, altrimenti con un figlio con handicap sarei già impazzito.

La mia fede mi è stata trasmessa da mia madre, e non si discute.

Adesso in parrocchia fanno girare anche dei pieghevoli e non hanno il coraggio di scrivervi che sono neocatecumenali.

Purtoppo constato che anche l'arcivescovo è a favore dei Neocatecumenali perché in una sua lettera apostolica parla di "kerigma", del dare a carattere periodico una certa somma di denaro, etc.

Sono un cristiano della domenica e quando posso anche degli altri giorni, ma nelle conclusioni del Concilio Vaticano secondo ho trovato scritto che "la religione del DIO che si è fatto Uomo si è scontrata con la religione del dell'uomo che si è fatto dio".

Questo mi fa riflettere: i neocatecumenali che si mettono al di sopra dei non neocatecumenali e deridono la nostra fede sono degli uomini che si fanno dio.

(da: giova58)
Si tratta dei neocatecumenali... ma non te lo dicono!
Chi li conosce ne sta alla larga... ma chi non li conosce, ci casca!

martedì 11 febbraio 2014

«Ho capito che potevo essere felice pure senza la comunità» neocatecumenale!

Napoli, febbraio 2014: i neocatecumenali adescano
senza precisare "Cammino Neocatecumenale"
Salve a tutti.
Ho 23 anni e sono in comunità da quasi 10 anni. Abbiamo concluso da poco il 2° passaggio. Ho 6 fratelli, ma di questi quasi nessuno è più in cammino. Neanche i miei genitori sono più in cammino.

Ultimamente ho qualche problema con questo cammino, e ora sono in una fase di riflessione. Ho letto le molte critiche rivolte al CN che si trovano su internet, e le drammatiche esperienze di ex. Se scrivo qui è perché ho bisogno di confrontarmi, in verità, sia con altri Neocatecumeni che con altri fratelli in Cristo. Sarò grato a chi avrà la pazienza di leggere queste righe e di lasciare una risposta o un commento.

PREMESSO che: Sono sempre stato un assiduo frequentatore delle celebrazioni della parola e delle eucaristie, delle preparazioni e delle convivenze; sono stato capo-cantore per anni, nonché didascalo; sono stato praticamente a tutti gli incontri di Kiko coi giovani (GMG incluse, da Toronto in poi); negli ultimi 5 anni ho anche partecipato alle convivenze di inizio corso con i catechisti responsabili della mia diocesi; infine, ho partecipato ai viaggi dalle famiglie in Missio ad Gentes, pur non avendo ricevuto il famoso rosario di Kiko.

CONSIDERANDO che: molte delle critiche che ho letto su internet mi sembrano quantomeno inopportune, specialmente quelle di carattere dottrinale e liturgico… Ad esempio non è vero che non crediamo nella transustansazione, o che facciamo le confessioni pubbliche, o che siamo costretti a dare tutti i nostri soldi, o che il nostro modo di fare la messa rompe la comunione con la chiesa universale (ad es. all’interno della chiesa cattolica esistono diversi riti, romano, ambrosiano, orientali, e non credo rompano l’universalità della nostra fede).

PREMESSO inoltre che: se non fosse per il CN probabilmente i miei genitori non sarebbero durati a lungo insieme, non avrebbero fatto certo 7 figli, e probabilmente non sarei nato (sono il 4), quindi in ultima analisi dovrei essere grato a Kiko&Co…

DI BUONO nel cammino ho sempre visto quella che giudicavo una sana radicalità di vita cristiana: l’affidarsi totalmente alla provvidenza, l’apertura alla vita, il non-compromesso con il mondo, scoprire gradualmente un progetto di Dio nella propria vita, cercare di fare la volontà di Dio, il carattere esistenziale della buona notizia, avere dei compagni con cui “camminare” e affrontare i momenti difficili della vita…

Baciando devotamente
il "famoso rosario di Kiko"
DI MENO BUONO va denunciato il suo carattere settario-elitario. C’è infatti una grande chiusura al mondo esterno e un senso di superiorità nei confronti delle altre realtà ecclesiali. Ad esempio, non è possibile eseguire canti che non siano strettamente Neocat (per altro diciamocelo, i canti hanno più o meno sempre la stessa melodia, sicuramente lo stesso ritmo e gli stessi accordi, e i canti nuovi sono piuttosto cacofonici, e spesso sbraitati più che cantati); molti membri pensano che esista il Rito Neocatecumenale, e non riescono ad andare ad una messa “normale”, specialmente ragazzi cresciuti nelle comunità dei genitori; alle GMG si segue solo la veglia dal Papa, e si saltano a piè pari tutti gli altri incontri dell’evento (ma per tutti l’evento centrale è l’incontro con Kiko).

Va denunciato ancora un eccessivo clima apocalittico che si respira: dobbiamo sempre combattere co sto demonio, quando mi era giunta voce che Nostro Signore Gesù Cristo l’aveva sconfitto per noi 2000 anni fa… Vedo gente con 20 anni di cammino che anziché trasudare gioia sta ancora a rimuginare sui peccati del passato, sempre coi musi lunghi. Spesso le celebrazioni sono tristi, l’aria un po’ lugubre, i canti sbraitati non aiutano…

Mi dà fastidio il fatto che non si possa criticare ciò che dice o fa Kiko, canti e quadri compresi. Mi dà ancora più fastidio che certe persone, più inquadrate del sottoscritto, siano pronte a difendere a spada tratta tutto ciò che Kiko abbia detto o fatto. Cosa che poi è facile traslare su ciò che il catechista dice o fa…

Giovani neocatecumenali
omologati con la felpa kikiana
E’ vero che la Chiesa ha approvato gli statuti, ma è altrettanto vero che le comunità spesso non fanno ciò c’è scritto sopra. Spesso il Corpo di Cristo si prende in piedi e poi ci si risiede (con la scusa che non si può stare in piedi troppo a lungo…); la messa in parrocchia ALMENO una volta al mese la fa una sola comunità a turno tra le più anziane, e più raramente di quanto prescritto; le risonanze sono sempre troppe; i catechisti si permettono di fare catechesi in luogo delle ammonizioni (altro che brevi); lo statuto dice anche che alla preparazione dell’eucaristia debba partecipare il presbitero (mai successo). Insomma, tutto questo per dire che non c’è nemmeno tutta sta obbedienza alla Chiesa.
Ancora, mi dà fastidio il fatto che quando parli con un sacerdote del cammino, spesso quella ti liquidi dicendo di andare a parlare con il tuo catechista…

Insomma, i dubbi non mi mancano. Ma la cosa che più mi fa paura è quella della manipolazione mentale. Magari non c’è un “progetto” di qualcuno, come i complottisti vorrebbero, ma all’interno delle comunità si creano dei meccanismi che possono influire sulla psiche delle persone. Riporto un [link] che può dare delucidazioni su questo. Il cammino sembra rispondere ai diversi criteri della manipolazione mentale.

A tal proposito vi racconto la mia esperienza PERSONALE. Il sottoscritto non ha un carattere particolarmente forte. L’ambiente comunitario mi dà sicurezza. I miei migliori amici sono tutti in comunità (mia o altre). Mi dà tranquillità, in un certo senso, il dovermi affidare a quello che mi dice qualcun altro: il catechista o il presbitero. Non devo pensare con la mia testa: basta che vado in comunità e prima o poi Dio mi si rivelerà e mi farà vedere la sua volontà. Dio ha un progetto grandissimo sulla mia vita, ma ancora non posso vederlo. Se ho Fede, e continuo a fare il cammino, il resto verrà da sé. Questo ragionamento però non mi fa maturare. Infatti ho molta paura di aprirmi a chi non sta in cammino. Perché stringere amicizie con persone che non possono comprendere tutto ciò, con le quali non posso condividere questo progetto? A che scopo provarci con una ragazza che non sta in cammino, se mi si prospetta solo un percorso travagliato?

"Zombificati"
D’altra parte, vedo che dopo 10 anni di cammino non sono FELICE! Perché vedo che faccio sempre gli stessi peccati, ho sempre gli stessi complessi. Allora cado nella tristezza perché questo cammino non mi aiuta. Forse il cammino è sbagliato? Ma se il cammino è sbagliato e non serve a niente, perché andarci? E allora smetto di andarci. Ma siccome mi hanno insegnato che è sbagliato non andare in comunità, perché la volontà del Signore passa attraverso la comunità, non andarci significa rifiutarsi di fare la volontà del Signore. Perché il Signore ha scelto questa via per me, e andare in comunità è il mio modo di dire “sì”. Siccome non vado in comunità, rifiuto Dio. Rifiutare Dio significa ricadere nel peccato ed essere tristi. Sorgono i sensi di colpa, penso che sia impossibile affrontare la vita senza la comunità, e così la volta dopo ci torno, magari mi confesso, ricomincio a fare il cammino, ma una settimana dopo siamo punto e accapo…

Dopo la convivenza di inizio corso a cui ho partecipato, qualche settimana fa, ero in forte “ribellione”, o polemica per così dire, nei confronti di ‘sto cammino che non funzionava, e quindi necessariamente di Dio, visto che l’aveva voluto lui… Così ho iniziato ad allontanarmi dalla comunità, e dagli amici di comunità. All’inizio vivevo con il senso di colpa, ecc. A un certo punto ho iniziato a capire che potevo vivere senza il cuscinetto della comunità. Che forse Dio mi amava comunque. Che potevo fare la volontà di Dio facendo il mio dovere nello studio, nella preghiera, e in tutti gli aspetti della vita.
Sono andato a una messa normale, mi sono confessato, e ho capito che potevo essere felice pure senza la comunità. Anzi forse di più: non avevo più quei vincoli psicologici, potrei affrontare il mondo, la vita, senza paura di cadere nel peccato, perché Cristo mi ha già salvato quando si è sacrificato per me, quando è morto e risorto e ha aperto le porte del cielo, e scardinato quelle degli inferi!

Eccomi qua, questo è il mio stato. Attualmente in pace con Dio e col mondo. I fratelli di comunità non riescono a credere che si possa essere sereni e non andare in comunità. Ci deve per forza essere qualcosa che non va. Così qualcuno è venuto da me e, in buonissima fede, mi ha avvisato di stare attento, di non tirare troppo la corda perché potrei farmi male… Che il mondo è pieno di tentazioni e di pericoli, e che ho bisogno della comunià. Che la comunità è un aiuto per affrontare con serenità le tentazioni del mondo.
Ma adesso? Adesso sto in un momento di riflessione. Devo capire cosa fare. Sono a un bivio. E’ anche per questo che scrivo qui su questo forum.

SE LASCIASSI definitivamente, cosa farei? Sarei veramente in grado di mantenere la Fede in una società così laicizzata, piena di tentazioni, che parla di tutto meno che di Dio? Forse dovrei trovare un altro percorso di fede meno opprimente, o un padre spirituale. Ma allora dovrei mettere in discussione praticamente tutta la mia vita! E sono pronto a questo, solo che non so se sia la cosa giusta! L’obiezione che mi viene posta è che Dio ha scelto il CN per me, infatti non mi ha messo di fronte altre vie… E se avessero ragione?

SE RIMANESSI, invece, riuscirei a frequentare questo cammino con più serenità e sicurezza in me stesso? Oppure ricadrei nel ciclo di tristezza e senso di colpa descritto sopra? Il problema è che spesso sorgono i confronti con altri fratelli, quelli più “inquadrati”, che mi sembra che facciano meglio la volontà di Dio (ossia, in questa visione, il cammino Neocat), quindi le invidie e ricomincia il ciclo…

Ringrazio chi abbia avuto la pazienza di leggere queste righe, e ancor più chi avrà la carità di darmi un consiglio, Neocat e NON!

(intervento comparso sul forum Cattolici Romani)

domenica 9 febbraio 2014

Contro la "liturgia creativa": parla il cardinal Arinze

Premessa importante: la liturgia della Chiesa è un dono di Nostro Signore, non è il terreno di sperimentazione fai-da-te. La liturgia, culto a Dio, non è uno spettacolino da farcire con le proprie ispirazioni.

I documenti liturgici della Chiesa dicono ciò che si deve dire e fare nella liturgia, e dicono ciò che si può eventualmente dire, aggiungere, omettere. Tutto ciò che non è esplicitamente previsto dai libri liturgici e documenti liturgici è vietato.

Il Cammino Neocatecumenale è tristemente famoso per aver inventato una quantità di strafalcioni liturgici che i suoi "iniziatori" pensavano erroneamente essere utili ad abbellire la liturgia comunitaria.

Sentiamo cosa ha da dire il cardinale Francis Arinze, intervistato in occasione della presentazione di un libro contro la liturgia creativa:

[La Messa] deve essere celebrata come il culto pubblico della Chiesa - non [come] la preghiera privata di qualcuno che aggiunge e sottrae come a lui piace. [...] La liturgia non è gioco.

La celebrazione manifesta la nostra fede, perché come dice la Chiesa, «lex orandi, lex credendi». La legge della fede dirige la legge del culto. Cioè la Chiesa "celebra" come "crede".

La Messa fai-da-te non si deve mai fare.

Tutti conosciamo il cardinale Arinze: firmò la lettera della Congregazione per il Culto Divino inviata agli iniziatori del Cammino Neocatecumenale il 1° dicembre 2005, per trasmettere loro le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI.

Tali decisioni (che i vertici del Cammino subito banalizzarono e minimizzarono) sono poi confluite totalmente nello Statuto del Cammino Neocatecumenale del 2008 (cfr. art. 13, comma 3, nota 49) insieme al discorso di conferma di Benedetto XVI in cui ricordava ai neocatecumenali le proprie «decisioni» sulle liturgie del Cammino.

Gli ultimi Pontefici, pur accogliendo paternamente il Cammino, ne hanno sempre condannato gli strafalcioni liturgici.

venerdì 7 febbraio 2014

Le "linee rosse" che il Cammino non deve oltrepassare

Francesco ha ricevuto sabato scorso [1° febbraio 2014] il Cammino Neocatecumenale. Più di 8.000 kikos si sono radunati nell'Aula Paolo VI in quella che pare la prima grande audienza "privata" da questo Papa. Un gesto importante che però nasconde altri dati - parole e fatti - che, se non evidenziati potrebbero indurci a pensare che Bergoglio si sia "coinvolto" con questo importante movimento. Andiamo con ordine.

Anzitutto il luogo. L'aula Paolo VI. Un grande auditorium zeppo di neocatecumenali. Sarebbe stato un successo... se non fosse per l'intenzione e l'esplicita richiesta di Kiko e Carmen di fare una mega-udienza in piazza San Pietro ottenendo un "no" tondo tondo da parte di Bergoglio.

In secondo luogo, le circostanze. Francesco ha ricevuto i kikos appena un giorno prima della celebrazione della giornata della Vita Consacrata, in cui ha lodato religiosi e religiose, ai quali ha dedicato il 2015. Una prova di ciò che stavamo ripetendo da più di un anno: la Chiesa di Francesco sarà una Chiesa del "Noi", o non sarà. Tutti dobbiamo sentirci partecipi dell
a sua costruzione così come - lo vedremo - lo stesso Francesco si è incaricato di ricordarlo ai kikos.

Striscione di Kiko per "evangelizzare" il Papa:
chissà perché non ha scritto l'obbligo delle "decime"
e l'obbligo di usare esclusivamente i canti di Kiko,
icone di Kiko, suppellettili sacre di Kiko, 
sedie di Kiko,
copribibbia di Kikofascette reggi-chitarra di Kiko, ecc.
In terzo luogo, l'aspetto - per così dire - "liturgico". Francesco non ha partecipato allo spettacolo organizzato da Kiko. Inoltre si è presentato con mezz'ora di ritardo - proprio questo Papa, maniaco della puntualità - per permettere al leader neocatecumenale di concludere il proprio discorso. Il che, come tutti sappiamo, è praticamente impossibile. E in molti vediamo la pazienza dimostrata dal Vescovo di Roma.

Infine, le parole del Papa. Corriamo il rischio, greci e troiani, di fissarci "solo" sui gesti del Papa. Assolutamente rilevanti, ma nessuno di fondamentale importanza. Ci sono anche parole. E quelle che ha detto ai kikos sono rilevanti. Una tranquilla lettura del discorso ci permette di vedere che, giunto alla lode (molto chiara e precisa: «La Chiesa vi è grata per la vostra generosità! Vi ringrazio per tutto quello che fate nella Chiesa e nel mondo»), Francesco ha tracciato in modo molto preciso le "linee rosse" che il Cammino non deve oltrepassare se vuole essere parte della Chiesa in cui dobbiamo esserci tutti. E senza quelle particolarità che non portano da nessuna parte.

Con alcune espressioni, definite «alcune semplici raccomandazioni». Cioè: «avere la massima cura per costruire e conservare la comunione all’interno delle Chiese particolari nelle quali andrete ad operare». Poiché «la comunione è essenziale: a volte può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli ciò che il vostro itinerario esigerebbe, pur di garantire l’unità tra i fratelli che formano l’unica comunità ecclesiale, della quale dovete sempre sentirvi parte». Chiarissimo: niente esclusività, niente ghetti, niente barriere tra fratelli della comunità cristiana (comunità "cristiana", non solo comunità "kika").

Chissà se Kiko ha dato al Papa
un suo "santino di san Kiko"...
Ed ancora: «dovunque andiate, vi farà bene pensare che lo Spirito di Dio arriva sempre prima di noi. Questo è importante: il Signore sempre ci precede!» Da ciò «scaturisce la necessità di una speciale attenzione al contesto culturale nel quale voi famiglie andrete ad operare: si tratta di un ambiente spesso molto differente da quello da cui provenite (…) Tanto più importante sarà il vostro impegno ad "imparare"»

E, infine, dati i requisiti del Cammino, una richiesta di «pazienza e misericordia da parte della comunità». Con parole molto chiare: «La libertà di ciascuno non deve essere forzata, e si deve rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana che lo aiutino a crescere nella risposta alla chiamata del Signore». Cioè: amore e comprensione invece di togliere la terra da sotto i piedi di chi "abbandona" il Cammino.

In sintesi: un evidente encomio al Cammino Neocatecumenale ma con altrettanto evidenti ammonizioni sull'abuso di una liturgia eccessivamente controllatrice ed escludente. È come se il Papa avesse detto ai kikos: "Sì, ma".


(nostra traduzione da un articolo di Periodista Digital)

Breve postilla 1

Quando era già affondato il progetto di far celebrare al Papa una "messa kika" a Porto San Giorgio (che tanti kikos venivano qui ad annunciarci in gran pompa come "inequivocabile" e risolutorio), evento che avrebbero spacciato per mega-approvazione liturgica (ma nemmeno questo Papa gradisce che si faccia «tutto all'insaputa del Papa»), è successivamente affondato anche il progetto di fare la mega-autocelebrazione in piazza san Pietro. Come se non bastasse, l'udienza in Sala Nervi ha prodotto due tragici risultati per i kikos: il primo è che il Papa ha detto che ad inviare le famiglie kikiane in missione «sono i vostri responsabili [che] vi inviano»: siete in missione per conto di Kiko, non per conto del Papa! Il secondo risultato è stato la triplice tirata d'orecchie. Chi non è ancora abbastanza convinto può verificare da solo leggendo il discorso del Papa oppure ascoltando la registrazione dalla viva voce del Papa.

Breve postilla 2

I neocatecumenali hanno anche il vizietto di censurare le parole del Papa a loro sgradite. Questo vecchio vizietto ce l'hanno sia esimi presbiteri professori, sia Caporedattori Cofondatori d'alto lignaggio kikiano, e perfino Responsabili della Comunicazione del Cammino. I neocatecumenali, in obbedienza ferrea a Kiko, hanno addirittura applaudito solo a ciò che gli conveniva ed in privato addirittura disprezzato il discorso del Papa (e poche ore dopo, nel chiuso delle loro salette, la solita disubbidienza del sabato sera al Papa e allo Statuto). Strano, eh? Un "dono dello Spirito" che però è allergico alle correzioni della Chiesa e che può essere difeso solo mediante l'inganno e la menzogna...


giovedì 6 febbraio 2014

Parlano «con disprezzo del discorso del Papa» e poi chiamano «demonio» chi nutre dubbi sul Cammino


Salve, ho 20 anni. Tutta la mia famiglia è in cammino, ci sono dentro anch'io.


Da quando ho cominciato ad avere dubbi di fede e moltissimi dubbi sul cammino, sono tante le miserie e le balordaggini che ho dovuto sentire.

Penso però che il peggio non siano le cose che mi sono continuamente dette da familiari,"fratelli", catechisti... la cosa peggiore, secondo me, è quello che non ti viene detto, ma che ti va al cuore, che si sa dire solo con gli sguardi, i gesti, gli atteggiamenti, è difficile da spiegare... il mal celato disprezzo degli altri, la commiserazione, le prese in giro altrettanto mal celate, sorrisetti significativi.

Grazie al cammino sto imparando quanto l'uomo è capace di essere falso.

Il discorso del papa (di cui a casa mia si è parlato con grande disprezzo) mi ha invece confermato che Gesù, se veramente esiste, è anche gioia,amore... somma razionalità...

Ho scritto qui con la speranza di essere,se non pubblicato, almeno ascoltato, visto che da un pò di mesi tutto quello che esce dalla mia bocca, secondo loro lo dice "il demonio".
(da: Mintaka)

Questa scenetta triste e imbarazzante
è la Nueva Evangelizzazione Neocatecumenale

mercoledì 5 febbraio 2014

Rispondevano solo all'applauso iniziato da Kiko, e al Pater Noster nessuno ha aperto bocca

"Nueva evangelizzazione" neocatecumenale:
l'imbarazzante girotondo col passetto e battimani
(e tante facce tristi da cane bastonato)
Mi presento: è la prima volta che scrivo sul blog, ma le seguo da un paio di anni; sono un ex catechista del cammino e dopo 20 anni ho scoperto come vengono gestite ad alto livello (per una comunità parrocchiale) le cose.
Sono lieto di non far più parte del cammino e non capisco come possa non aver riconosciuto queste storture prima.

Circa il discorso del Papa del 1° febbraio 2014, vorrei farvi notare un paio di cose:

1) la sala ha applaudito solo quando il Papa ha detto cose favorevoli al cammino; quando ha tirato le orecchie è rimasta gelida. E' evidente che la sala rispondeva all'applauso iniziato da Kiko.

2) la maniera con la quale è stato trattato il Papa: come un "presbitero" venuto a riempire la sedia e necessario per dare la Benedizione e distribuire l'Eucarestia (l'unica cosa che Kiko non è riuscito ancora a far fare ai catechisti per essere completamente autonomi dalla Chiesa ufficiale). Rivedete il video e vedrete pure il fido scudiero di Kiko che passeggia beatamente sul palco, alle spalle del Papa, tipico del modo di fare dei catecumeni, ai quali tutto è permesso, vista la statura della loro fede, che gli autorizza a non confondersi con i comuni Cristiani, pieni di devozionismo.

Il discorso del Papa è indice del fatto che la Chiesa di Roma ha preso consapevolezza della vera realtà del cammino, rimettendo in chiaro alcuni aspetti e prendendo le distanze da alcuni modi di fare.

A presto.
(da: ExCat20)



Faccio parte del cammino, ma tante domande me le pongo anch'io. Non posso che darti ragione in questo caso, è vero trovo alquanto disgustosa sta cosa omettere e addirittura cambiare le parole del Santo Padre, io, l'incontro l'ho visto in diretta, ma sono stata una delle poche nella mia comunità a seguirlo, gli altri hanno semplicemente condiviso il link su Facebook che tra l'altro era con titoloni sensazionali.

Ha dato fastidio anche a me, ho provato imbarazzo quando il padre nostro è stato cantato in latino e nessuno ha aperto bocca... quando Kiko ha detto al Papa di parlare a braccio... Ma nel cammino, molti seguono il gregge, ma un gregge senza capacità propria di potere decisionale, si fa perchè così si fa, e basta, ma il Papa ha parlato finalmente e sono sicura che moltissimi fratelli almeno quelli che si pongono domande sperano che qualcosa cambi, che finisca l'era dei catechisti la cui parola è divina, che finisca l'era del sentirsi superiori agli altri, purtroppo è la realtà, mi dispiace dirlo, forse tanti nel cammino notano quello che noto io, ma non hanno il coraggio di parlare, si ha paura di essere esclusi,ma grazie a Papa Francesco, un nuovo vigore, una nuova forza anche se è necessario ad uscirmene, per rispondere in altro modo alla chiamata del Signore, senza più paura.

(commento del 4 febbraio)