I "giudaizzanti", coloro che regrediscono il cristianesimo al giudaismo, furono biasimati e condannati già al tempo degli Apostoli. Dopo venti secoli di Tradizione cristiana e di santità della Chiesa, c'è oggi ancora qualcuno in vena di bizzarrie esotiche e di improbabile dialogo (improbabile perché costruito su un'imitazione che sfiora la parodia), qualcuno che cerca di "giudaizzare" il cristianesimo farcendolo inutilmente di elementi ebraici: si tratta dei leader del Cammino Neocatecumenale (vedi per esempio: [link1], [link2], [link3]). Per coincidenza non voluta, ma utile a chi ama approfondire, questo thread si ricollega a questo di oggi su Chiesa e Post concilio.
Il testo qui sotto è la risposta data quasi dieci anni fa (nel 2003), in un forum di Hispavista, ad un neocatecumenale che respingeva l'accusa di "giudaizzante" e che proponeva a sua difesa dei paralleli tra Antico e Nuovo Testamento pescati da un libro. Tale risposta è stata ripubblicata qualche giorno fa dal blog satirico blog Info-Caòtica [in español], che l'ha corredata con recentissime immagini di prodotti in vendita nel kiko-shop italiano CAAL.
Sono proprio giudaizzanti...
Riportiamo qui sotto una lettera aperta ad un membro del Cammino Neocatecumenale; si tenga presente che di solito si suole stigmatizzare ogni critica al Cammino come se provenisse da tradizionalisti lamentosi, devoti del Rito Gregoriano, etc. I lettori, invece, noteranno che l'autore confronta le invenzioni kikiane con le norme liturgiche post-conciliari, senza fondarsi su posizioni tradizionaliste. Il Cammino crea varie fratture in diversi settori della Chiesa.
Caro membro del CNC:
in primo luogo qui non si discute se sia il caso di leggere l'Antico o il Nuovo Testamento, problema affrontato già una volta e per tutte dal Concilio di Trento nel secolo XVI. In secondo luogo io non sono "fratello minore" di nessuno, il mio unico fratello non scrive certo su questi siti web, e tutti gli esseri umani mi sono "fratelli" (al plurale) nel senso generico del termine, "fratelli nella fede" o come dir si voglia. Dato che non mi hai chiesto il permesso di trattarmi con tutta questa confidenza, apprezzerei molto che nel parlare con me tu ti rivolga con rispetto ed educazione, esattamente come sto facendo io con te.
Devo supporre che è a me che tu ti stia riferendo, poiché ero stato io quello che aveva affermato che siete giudaizzanti. E lo riaffermo di nuovo, a meno che tu non riesca a rispondere ai miei interrogativi in maniera ragionevole.
Voi utilizzate nell'Eucarestia e nelle catechesi oggetti ornamentali ebraici, per esempio un candeliere a sette o nove braccia, alcuni con un proprio stile, altri di stile ebraico. La mia domanda è:
visto che non è prescritto dalle norme liturgiche, perché lo fate? Servono solo due candele per celebrare l'Eucarestia, quattro per l'adorazione minore del Santissimo (nella pìsside) e sei per l'adorazione maggiore (nell'ostensorio). Come potete vedere, le regole liturgiche sono molto dettagliate per quel che riguarda l'uso delle candele sull'altare.
Perché invece mettete 7 o 9 candele con un candelabro di chiaro stile ebraico?
In alcuni posti voi utilizzate il "talid" ebraico, panno che gli ebrei si pongono sulla testa per la preghiera, che voi usate anche per coprire l'ambone e il leggìo, per la lettura della Parola. In primo luogo vi chiedo:
non avete proprio altro modo per decorare l'ambone? Magari si può trovare qualche cosa migliore in un negozio di tessuti, o magari avete gente capace di preparare meglio quei tre panni monotematici:
ma allora perché vi affannate ad utilizzare il "talid"? La cosa suona alquanto offensiva verso gli ebrei:
che ne penserebbero i cristiani se qualcuno utilizzasse calici e patene per fini diversi dalla liturgia, oppure usasse paramenti liturgici come mantelli o chissà cosa?
Quei panni del "talid" con tasche quadrate decorate con motivi ebraici come le Tavole della Legge, la Corona della Toràh e cose del genere, utilizzate come copribibbia... Non so, penso che siamo nello stesso caso.
Ma non finisce qui! Voi addirittura usate canti ebraici e traducete in ebraico pezzi della liturgia, come ad esempio la mania del cantare l'Ave Maria in aramaico:
non vi accorgete che qualcosa non quadra?
E c'è di più: nel libro scritto da uno degli architetti del Cammino, "Spazi liturgici per la celebrazione" (edizioni EGA), quando ti viene presentata
la forma con cui si progetta un Tabernacolo, ti pongono come esempio l'armadio della sinagoga, quello dove gli ebrei ripongono la Torah! Ma guarda che coincidenza: anche le progettazioni kikiane sono molto simili; l'unica differenza è che sotto l'area riservata alla Bibbia c'è un piccolo spazio (con una porticina per permettere di guardarlo), riservato al Santissimo Sacramento. L'altra porta, invece, chiude sia la Bibbia che il Santissimo, in modo tale che se si fa la genuflessione davanti al Signore
ci si sta genuflettendo anche davanti alla Bibbia (vero è che nel Cammino Neocatecumenale ci si genuflette pochissimo).
Tutto questo non mi pare né cattolico né cristiano.
La Bibbia è Parola di Dio quando si legge nella liturgia, quando si prega, quando volete, e il libro certamente merita grande rispetto, però da qui a porlo come oggetto di adorazione è davvero troppo, ed è ancor peggio il fatto di equipararlo al Santissimo Sacramento dell'Eucarestia, che è lo stesso Cristo che si fa cibo,
Presenza del Signore; la Bibbia si legge solo in presenza del Signore. Quante volte abbiamo detto che
non siamo la religione del Libro? Non c'è motivo di tenere la Bibbia nel Tabernacolo, per quanto affetto e rispetto possiamo avere verso le Scritture. Sono Parola di Dio e Parola del Signore solo quando si leggono, e certamente Cristo è la Parola, ma Cristo
non è la Scrittura, questo è detto assai chiaramente dal Concilio Vaticano II nella costituzione dogmatica
Dei Verbum. La Parola è Dio stesso, e trascriverla è solo per trasmetterla, con la voce di chi la legge.
Voi poi vi impegnate a cantare gli Shemà e a scrivere gli Shemà in ogni dove, mettendo quei bei quadretti dietro la porta, nei posti più visti, eccetera...
Ma questa è proprio una norma del giudaismo, noi non abbiamo mica da recitare lo Shemà parecchie volte al giorno, o in prossimità della porta, tanto meno in ebraico, una lingua che non conosciamo. Se non l'avete capito, Cristo ha cambiato tutto in meglio: è il Padre Nostro che dobbiamo recitare, che include tutto ciò che ci può essere nello Shemà e anche di più, e l'abbiamo ricevuto da Dio stesso, per cui non c'è bisogno di tenerlo scritto sulle porte, sulle chiavi, sui filattèri e quant'altro, perché il Padre Nostro ce lo dobbiamo avere scritto nel cuore, e il Signore, che vede nel segreto dei cuori, ci ricompenserà.
Non ditemi che non siete giudaizzanti e che vorreste solo dare qualche significato allegorico al pane azzimo dell'Eucarestia, col pane inteso come schiavitù del peccato e col vino inteso come liberazione del peccato, e l'esodo e la manna e tutto il resto... poiché è noto che quel pane e quel vino,
dopo la consacrazione non sono più "pane" e "vino", ma sono il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, Dio stesso presente, e questa faccenda dell'allegoria impoverisce il sacramento, lo nasconde, mette in ombra quella Presenza!
Per cui non c'è da meravigliarsi che tantissimi tra voi entrano nella chiesa per celebrare l'Eucarestia
ma non si genuflettono quando passano davanti al Santissimo Sacramento! Mi piacerebbe vedervi quando qualcuno entrasse in casa vostra senza nemmeno guardarvi in faccia. E comunque perfino nelle pagine "non ufficiali" sul Cammino si vedono cose ebraiche, come ad esempio in questa
[link qui] con "Judaismo" e tutto il resto...
E non venitemi a dire che non siete "giudaizzanti", voi che quando costruite una grande cappella la chiamate Yeshivà o Casa della Parola, rigorosamente senza inginocchiatoi perché quella sarebbe la postura dei penitenti anziché dell'assemblea dei risorti e bla-bla-bla... anche se inginocchiarsi è prescritto da santa Madre Chiesa e dal Papa nei libri liturgici: invece voi ponete due gruppi di sedie, uno di fronte all'altro, di fronte al Tabernacolo con la Bibbia, come ho descritto sopra. Beh,
queste vostre Yeshivà sono identiche alle Yeshivà delle sinagoghe ebraiche, sia nelle cappelle dei vostri seminari "Redemptoris Mater", sia nei vostri numerosi centri neocatecumenali.
Tutto questo senza contare quante volte ho dovuto sentire
la signora Carmen Hernàndez dire stupidaggini sulla concezione giudaica della sessualità, come ad esempio quelle elucubrazioni sulle abluzioni rituali delle donne quando hanno il ciclo... Ricordo ancora quando ci fecero leggere il libro "Le acque dell'Eden" nel 1991 (ediz. DDB), un altro testo assai giudaizzante, sulla concezione giudaica della vita, su come pregano i giudei, su questo e quello dei giudei... Nota che io non sto dicendo che gli ebrei siano migliori o peggiori, visto che Nostro Signore e la Beata Vergine e gli Apostoli erano ebrei;
sto solo dicendo che io non sono di religione ebraica, per quanto molti dei primissimi cristiani lo siano stati.
E no, non mi piace per niente essere chiamato figlio di Israele, perché non mi considero tale anche se la nostra fede giunge con le sue radici fino ad Abramo, nostro padre nella fede e tutto quel che volete, ma san Paolo ha chiarito bene tutto questo discorso.
Piuttosto, io sono figlio di Maria, che credette senza dubitare, con più fede che non lo stesso Abramo, che non dette troppo credito alla promessa ed ebbe Ismaele. La Vergine invece credette, e diede alla luce Dio fatto uomo. È Lei la nostra madre nella fede, è Lei la vera figlia di Sion, madre di tutti coloro che credono in Cristo, immagine della Chiesa, Chiesa che è anche madre nostra e che crede con una fede come quella della Vergine Maria.
Se per grazia di Dio io son figlio della Chiesa, figlio della Beata Vergine, figlio di Dio in Cristo, allora posso, come Cristo ci ha insegnato, invocare il Padre con la preghiera "Padre nostro...", cosa che è impossibile per un giudeo, che lo troverebbe scandaloso e blasfemo.
Insisto a ripeterlo: io sono per il nuovo, le cose antiche sono passate, ora tutto è nuovo, il padrone di casa estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche, ma quelle antiche non sono per sostituire le nuove!
Per cui, se volete dirmi che non siete giudaizzanti, fatelo in un modo convincente e con argomenti concreti, senza dire stupidaggini.