sabato 31 agosto 2019

Il 14° Volume "fantasma" del Direttorio Catechetico

Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale: quel «14° volume» fantasma mai approvato da nessuno.


Qualche tempo fa, prima di uscire dal Cammino, ho iniziato a informarmi sul Cammino da fonti esterne, anche da internet.
La prima cosa che ho trovato è stato il riferimento continuo ad un indefinito documento chiamato "mamotreto".
Sembrava che tutta la dottrina, le liturgie, le particolarità della predicazione del fondatore del cammino, Kiko Argüello, fossero contenute in questo documento.
Ho trovato su internet delle "bozze" di alcuni volumi di questo documento fino allo Scrutinio del 2° passaggio.
Successivamente ho scoperto che questo documento è citato anche sugli Statuti provvisori del 2002 e definitivi del 2008, chiamato però non più "mamotreto" ma "Orientamenti alle Equipes di catechisti".
Ho scoperto che le autorità della Chiesa, per approvare gli statuti del Cammino hanno chiesto di visionare il vecchio "mamotreto" che è stato ribattezzato come "Orientamenti alle Equipes di catechisti".
Ho quindi scoperto che non c'è alcuna pubblicazione di questi volumi, anche dopo l'approvazione dello statuto al cammino neocatecumenale da parte della Chiesa.

Dallo Statuto del 2008:
Art. 2 [Attuazione del Cammino Neocatecumenale]
In conformità al desiderio del Papa Giovanni Paolo II: «Auspico che i Fratelli nell’Episcopato valorizzino e aiutino – insieme con i loro Presbiteri – quest’opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori,nello spirito di servizio all’Ordinario del luogo e di comunione con lui e nel contesto dell’unità della Chiesa particolare con la Chiesa universale», il Cammino Neocatecumenale si attua nelle diocesi:
  • 1°. sotto la giurisdizione, la direzione del Vescovo diocesano e con l’assistenza, la guida dell’Équipe Responsabile internazionale del Cammino, o dell’Équipe responsabile delegata, di cui all’art. 3, 7º;
  • 2º. secondo «le linee proposte dagli iniziatori», contenute nel presente Statuto e negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti.
Articolo 2,2 dello statuto :
2º. secondo «le linee proposte dagli iniziatori», contenute nel presente Statuto e negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti.
Nell’articolo 2.2 dello Statuto non c’è nulla sul numero dei volumi.
Eppure qualcuno su internet afferma di conoscere il numero esatto dei volumi di questo documento importantissimo per la comprensione del cammino neocatecumenale.


Dalla Cathopedia, voce Cammino Neocatecumenale:
Orientamenti alle Équipes di Catechisti del Cammino neocatecumenale. - Secondo il Decreto di approvazione definitiva, e secondo lo Statuto stesso, il cammino va attuato secondo "le linee proposte dagli iniziatori" (Kiko Argüello, Carmen Hernández) contenute nello Statuto stesso e nei 14 volumi intitolati "Orientamenti alle Equipes dei Catechisti" (cfr. art. 2.2 dello Statuto).
Vediamo allora i documenti di approvazione dal Pontificio Consiglio per i Laici dei volumi del “Direttorio catechetico”, nuovo nome degli “Orientamenti alle Equipes dei Catechisti”, ex “Mamotreti” (cliccare sulle immagini per ingrandirle):
E vediamo quello con la lista ufficiale dei volumi di cui è approvata la pubblicazione:
L'approvazione del P.C.L. riguarda solo la pubblicazione di quei volumi (il Pontificio Consiglio per i Laici non ha autorità in campo dottrinale, autorità che spettava invece alla Congregazione per la Dottrina della Fede che pur avendo rivisto e corretto il Direttorio non ha voluto dare la propria approvazione dottrinale):


Avete visto? Sui documenti ufficiale della Chiesa si scrive di 13 Volumi e non 14.

Ma allora da dove è uscito fuori il 14° Volume citato da Cathopedia? È forse un errore tipografico mai corretto?

Leggiamo su Cathopedia, sempre alla voce Cammino Neocatecumenale:
“Nella prefazione al primo volume di “Orientamenti per le Equipes di Catechisti”… (pag.1) si afferma:”

“La versione corretta degli "Orientamenti alle Equipes di Catechisti per la fase di conversione", che è stata preparata da una Commissione incaricata dagli iniziatori del Cammino Noecatecumenale ha rispettato il linguaggio originale, vivo ed orale. Ha corretto espressioni incomplete, o meno felici - che potevano anche sembrare ambigue - proprie del linguaggio parlato o semplicemente dovute alla traduzione non sempre accurata dell'originale spagnolo. Ha tenuto conto, inoltre, delle osservazioni fatte dal secondo esame degli Orientamenti da parte della Congregazione per il Clero del 1990. Infine hanno aggiunto le citazioni bibliche a cui fa riferimento o che aiutano a meglio capire il senso del discorso. Nel rivedere il testo degli Orientamenti alle Equipes di catechisti, su indicazione della Congregazione per la dottrina della Fede, i 14 volumi sono stati corredati con opportuni riferimenti al Catechismo della Chiesa cattolica, che non hanno valore illustrativo, ma normativo. Per ogni catechesi tale riferimento si articola in due parti:
a) All'inizio si offre una visione panoramica dell'insegnamento del Catechismo della Chiesa cattolica riguardante la tematica affrontata dalla catechesi, per la preparazione dei catechisti;
b) A piè di ogni pagina si riportano alcuni passi su qualche punto particolare delle catechesi”
Nostro commento:

Quanta confusione, proviamo a procedere con un po’ di ordine:

  1. Il documento citato come “Orientamenti per le Equipes di Catechisti” non ha più ragione di essere in quanto è stato sostituito dal “Direttorio catechistico del cammino neocatecumenale”.
  2. I volumi del “Direttorio catechistico del cammino neocatecumenale”, approvati alla pubblicazione dalla Chiesa, sono 13 e non 14.
  3. Ad oggi (fine agosto 2019) non mi risulta sia stato pubblicato nessun “Direttorio catechistico del cammino neocatecumenale”, quindi chiedo: come e dove è possibile leggere la prefazione di quello che Cathopedia spaccia per un documento approvato dalla Chiesa?
  4. Nel documento della Chiesa sopra riportato, si legge esattamente: “…Il Pontificio Consiglio per i Laici, dopo aver debitamente consultato la Congregazione per la Dottrina della Fede, approva la pubblicazione del Direttorio Catechetico…”,quindi se non c’è una PUBBLICAZIONE, di questo documento, non è possibile conoscere il numero esatto dei volumi e tanto meno cosa contiene, esattamente, per il Cammino Neocatecumenale.
  5. Se il documento è ancora OGGI riservato all’interno dell’Organizzazione cammino neocatecumenale, come possono un Vescovo Diocesano ed i suoi collaboratori nella persona dei parroci e dei sacerdoti parrocchiali, verificare il contenuto dottrinale di questo pseudo-cammino di fede? Come possono sapere se vengono propinate le idee personali di Kiko o le catechesi effettivamente approvate dalla Chiesa ?


Troppi misteri e poche verità che Cathopedia non chiarisce, anzi riferisce in modo assolutamente incongruo, rendendo ancora più complessa la faccenda già complessa per volontà esplicita di Kiko Argüello.

Sarebbe sufficiente pubblicare il “Direttorio catechetico del cammino” per fare luce sulla natura di questa misteriosa e controversa “creatura”: il Cammino Neocatecumenale.

Probabilmente al fondatore conviene continuare a stare nell’ombra, forse la luce della verità rischia di distruggere il suo “potente cammino”, allora perché rischiare?

Se alla Chiesa sta bene cosi, perché non dovrebbe stare bene anche a Kiko, che trae il massimo vantaggio dalla protezione delle tenebre?

Secondo voi il fedele cristiano è chiamato a mostrarsi alla luce del sole oppure a nascondersi nel buio della notte?

giovedì 29 agosto 2019

La "coppia diabolica" Kiko e Carmen: quando le affinità elettive diventano relazioni pericolose

Tramite un recente articolo dell'Isola di Patmos, siamo venuti a conoscenza dell'analisi che fu presentata a Giovanni Paolo II da un eminente psichiatra
Questi, in estrema sintesi, dopo aver analizzato dati e testimonianze ed aver conosciuto personalmente Kiko Argüello e Carmen Hernàndez,
diagnosticò ai due iniziatori un grave disturbo narcisistico della personalità.
Quando si parla di narcisismo, si intende trattare di una struttura psicologica definibile “Sé grandioso” o “Falso Io”, “Falso Sé”, che conserva alcune delle caratteristiche primitive dell'Io infantile, un'immagine interiore eccessivamente idealizzata ed "onnipotente" che l'individuo percepisce come il vero “Io”.
I soggetti affetti da narcisismo sono spesso caratterizzati da un bisogno affettivo specifico, quello di essere ammirati, in misura superiore al normale o che appare inappropriato ai contesti.

Scrive lo psichiatra che diagnosticò ai   due fondatori il disturbo narcisistico di personalità:

Scene di ordinaria lite tra i due
(...) Queste tipologie di soggetti clinici scelgono come terreno per la loro manifestazione e realizzazione l’ambito religioso possono generare gravi danni, esercitando sui sottoposti un’autorità che trascende l’umano in quanto loro derivante dal divino. I soggetti affetti da queste turbe psicopatologiche finiscono infatti per legittimarsi dinanzi agli altri anteponendo: «Non lo voglio io, lo vuole e lo comanda Dio», producendo in tal modo effetti nocivi persino incalcolabili sulle psicologie fragili, sugli psicolabili, sugli affetti dalle varie sindromi depressive, ma anche su altri soggetti affetti come loro da disturbo narcisistico della personalità.
Mediante auto-attribuzione d’investitura divina il narcisista patologico giustifica dinanzi ai suoi seguaci il sovvertimento della realtà e di ogni genere di negazione del dato reale concreto attraverso trasmissioni di forti cariche emotive che producono, come effetto negli assoggettati, la inibizione dell’esercizio del senso critico anche più elementare. Ne consegue la pericolosità prodotta dal cosiddetto “effetto plagio” e della relativa manipolazione di personalità deboli, o gravate a loro volta da disturbi lievi o gravi che finiscono col trovare, in questi leaders e nelle aggregazioni da loro create, auto-legittimazione e sicurezza. Se distaccati da queste aggregazioni e dal loro assoggettamento alla personalità del leader, questi soggetti perdono auto-legittimazione e ogni genere di sicurezza e, nell’ipotesi “migliore”, cadono in sindrome depressiva endoreattiva, che è tipica della perdita prodotta dal lutto, ma anche da altre situazioni di perdita vissute dal soggetto in modo traumatico come un lutto.
Il "Narciso" Kiko emula Charles de Foucauld
Ciò che scrive l'eminente psichiatra spiega la "trasfigurazione" del soggetto narcisista (Kiko stesso e altri seguaci predisposti a sviluppare tale disturbo a somiglianza ed immagine del proprio leader), che mal tollera qualsiasi attentato alla propria onnipotenza e cade subito preda di rabbie improvvise e funeste.
Abbiamo letto infatti cosa ci ha riferito Pax: dal mieloso tentativo di rappacificazione alla minaccia di denuncia alla Santa Sede passa solo un attimo come è improvviso lo scatenarsi di una furia indescrivibile che, alla fin fine, appare di un infantilismo disarmante (il "lo dico a mamma" di un bambino di tre anni).

Credo che tutti noi abbiamo assistito a queste sceneggiate da parte degli emuli disturbati del grande iniziatore.
Egli ha creato, a propria immagine, un vero e proprio gruppo narcisistico, una deriva settaria all'interno della Chiesa Cattolica.

Ritengo preziosa, perché richiesta e apprezzata dal Papa Giovanni Paolo II, e perché redatta da un illustre professionista dopo colloquio con i due fondatori, questa perizia psichiatrica.
Però è solo una conferma di ciò che abbiamo vissuto e che ripetiamo su queste pagine: Kiko Argüello è un narcisista patologico.

Mi permetto però di aggiungere ciò che l'illustre professore non ha potuto notare, visto che il suo principale interesse verteva sulla personalità dell'Argüello cioè il fatto che Carmen non fosse solo una vittima delle ossessioni del suo compagno, ma soffrisse anch'ella di un disturbo psichico tale da metterla sullo stesso piano del suo partner, formando al suo fianco ciò che si usa definire una "coppia diabolica".

Intendo cioè valorizzare la figura di Carmen, spesso ingiustamente trascurata e messa in secondo piano sia da critici sia da estimatori del Cammino, mentre la sua personalità fu decisiva e necessaria, in simbiosi con quella di Kiko, a determinare nascita e sviluppo esterno del loro "figlio spirituale", il Cammino Neocatecumenale, ma soprattutto la sua "anima" interna, pervasiva, totalizzante, manipolatoria: un carcere, una trappola, una gabbia delle anime.

Riporto di seguito alcuni brani tratti da un articolo divulgativo su Web, adattando il genere (maschile e femminile) alla coppia Kiko-Carmen. Leggendo l'articolo si tenga presente l'ipotesi di "diagnosi" per cui il narcisista è Kiko, la psicopatica è Carmen. I miei commenti sono in corsivo.

Kiko, Carmen e Casimiro Morcillo:
"convertire" i vescovi sarà sempre
la specialità della coppia diabolica

«Tutte le personalità narcisistiche (Kiko) – persino quelle che sembrano avere una forte sicurezza in sé e sentirsi superiori agli altri - hanno bisogno di costante validazione. L’insaziabile bisogno di conferme costituisce l’essenza del narcisismo estremo, quello patologico. Parlo di “narcisismo estremo” perché tutti abbiamo sane e moderate tendenze narcisistiche che ci rendono quelli che siamo.
Gli psicopatici (Carmen) sono molto abili a identificare le persone che soffrono di narcisismo patologico. Perché? Perché questi individui sembrano essere vulnerabili e insicuri. Si preoccupano troppo di ciò che pensano gli altri e far dipendere la propria autostima dall’opinione altrui costituisce una debolezza e una vulnerabilità. Coloro che soffrono di disturbo narcisistico di personalità (Kiko) hanno un senso di sé debole e limitato che ha bisogno di validazione costante. Hanno bisogno di sentirsi migliori o superiori agli altri per avere un’identità e piacersi.
Gli psicopatici formano relazioni strette con le personalità fortemente narcisistiche in quanto è promettente l’idea di divenire una coppia superiore e molto speciale. Essendo gli psicopatici individui con un innato senso di superiorità e sempre alla ricerca di chi li considera al di sopra di ogni legge e regola, essi spesso riescono a convincere i compagni narcisisti che insieme formano una coppia di imbattibile potere (Kiko e Carmen): migliore delle altre, più intima, più intelligente, più abile, più passionale. Durante la fase della luna di miele, non esistono parole per descrivere questa superiorità superlativa.
Il problema è che, come sappiamo, gli psicopatici, inevitabilmente e in qualsiasi relazione, passano dalla fase dell’idealizzazione a quella della svalutazione. E’ parte integrante del loro disturbo della personalità: stancarsi con incredibile distacco emotivo di qualsiasi persona con cui stanno.» 

Questo spiega il perché i due si sono scelti: Kiko ha bisogno di appoggio e di conferme continue, Carmen aveva bisogno di una persona "brillante" nel rapporto con gli altri da esibire ed usare. E spiega anche perché Carmen, nonostante questo, maltrattasse in continuazione il proprio compagno.

Continuiamo a leggere l'articolo:

«Durante la fase di svalutazione, il narcisista maligno (Kiko) inizia a essere gratificato quasi esclusivamente dai maltrattamenti riservati agli altri, che la compagna psicopatica seduce, usa, svaluta e umilia. Potrà pure non essere così amato come sembrava all’inizio, tuttavia rimane il riconoscimento di quanto sia “speciale” e “superiore” la loro relazione, il premio cioè costituito dallo stare con lui, dall’aver bisogno di lui come alibi e copertura e dal fare del male anche ad altre persone.
Il narcisista dimostra il suo amore (malato) e la sua fedeltà mentre lei, da parte sua, gli riconosce la superiorità sulle altre persone che usa e tratta anche peggio di quanto già non faccia con lui.
Peggio le altre persone sono trattate dalla psicopatica, più questo abuso conferma lo status speciale del narcisista agli occhi della disturbata.
Se questi meccanismi psicologici riguardano appartenenti alle sette religiose, la dinamica sarà evidente. Ci sono poche accoppiate più stabili e pericolose della combinazione diabolica di una psicopatica e di un narcisista maligno.»
I due "santi subito" nell'immaginario
degli adepti del Cammino

Questi contributi, quello dello psichiatra che analizzò gli iniziatori e quello dell'articolo che ha chiarito le dinamiche psicologiche che si innescano tra due specifiche personalità, spiegherebbero in modo quasi perfetto sia il "successo" della  collaborazione tra Kiko e Carmen, la loro perfetta complementarietà, sia la particolarità del legame che li univa e che li rendeva ciò che si usa definire una "strana coppia".

D'altronde però, alla luce di questi elementi, si comprende anche da dove provenga il profondo disagio esistenziale che la loro opera, il loro insegnamento e soprattutto il loro esempio ha suscitato nei loro seguaci; essi li hanno creduti e li credono tutt'ora degli "ispirati" da Dio, dei Santi in terra, giustificano le loro stranezze ed ogni sintomo di squilibrio come appunto segno di eccentricità dovuta alla forte spiritualità posseduta ed espressa, ed anzi, li emulano fino a diventare dei loro cloni, all'interno della comunità nei rapporti con i "fratelli"e in famiglia nei rapporti con il coniuge e nella educazione dei figli.

Siccome la nostra, seppur corroborata da dati scientifici e dalla diagnosi di uno psichiatra richiesta e presentata a Papa Giovanni Paolo II, rimane pur sempre un'ipotesi che spiega la dinamica della coppia Kiko e Carmen e soprattutto la loro influenza sui propri adepti , saremo lieti di ricevere e valutare altre ipotesi o altri elementi che possano far propendere per una diversa visione delle cose o, altrimenti, confermarla. Quindi siamo aperti ad ogni segnalazione o studio civile, realistico e ben documentato, come è costume del blog Osservatorio.

martedì 27 agosto 2019

Boston: la propaganda neocat, le perplessità dei cattolici, i peana di O'Malley, e i miseri risultati del Cammino nonostante i titanici sforzi

Premessa: l'arcidiocesi di Boston.

L'arcidiocesi di Boston è una delle più grandi degli Stati Uniti (con 1,8 milioni di cattolici su circa 4,1 milioni di abitanti), un piatto ghiotto per il Cammino Neocatecumenale al grido di "invasa Boston, invasa l'America".

Il Cammino vi si è stanziato nel 1996 quando era retta dal cardinale Law (quello che fu costretto a dimettersi nel 2002 per aver coperto preti pedofili). Il primo passo dell'invasione è stato l'arrivo della famiglia Enrique dalla Spagna, il cui capofamiglia Antonio è divenuto grazie a Law prima giornalista in lingua spagnola (pur non avendone titolo) e quindi nel 2001 direttore del giornale diocesano The Pilot (il più antico periodico cattolico americano, fondato nel 1829)… distinguendosi spess per aver suscitato irritazione nei fedeli e nel clero. Per esempio il fatto che il Pilot non rappresenta tutte le voci cattoliche: «Il Pilot non aiuta a costruire comunità quando provoca così tanto una divisione o crisi», ha detto un sacerdote riferendosi ad un articolo adulatorio per il compleanno di Law (che in diocesi è ancor oggi considerato il volto dello scandalo della copertura di preti pedofili), e all'asserzione secondo cui "il diavolo fa diventare gay" (affermazione che, detta in questi termini - alla maniera neocatecumenale, secondo cui satana avrebbe totale potere sugli uomini -, equivale a negare il libero arbitrio e la grazia: il giornale è stato costretto ad ammettere di "non aver subito riconosciuto tale errore teologico").

Otto mesi dopo le dimissioni di Law, a luglio 2003, Seán Patrick O'Malley prenderà possesso della diocesi. O'Malley è per pura combinazione grande amico della famiglia Enrique e finanziatore della Domus Jerusalem di Kiko, e quindi non ci meraviglia vederlo lodare l'Enrique in diverse occasioni. Ci chiediamo piuttosto: in tutta la diocesi, tra 1,8 milioni di cattolici, non c'era un bostoniano che potesse assumere l'incarico al Pilot? Bisognava aspettare che arrivassero i “missionari” neocateumenali spagnoli ("invitati" da Law, a loro dire: chissà perché sono sempre i vescovi con "scheletri nell'armadio" a invitare i kiko e a lodarli) a ricoprire delicati posti di prestigio e di guadagno? Comodo modo di fare i missionari

Proseguiamo così a volo d'uccello, senza la pretesa di essere esaustivi, riportando qui alcuni “successi” degli sforzi mediatici, di public relations, di marketing e di inculcamento della cosiddetta “Nuova Evangelizzazione” (cioè pressoché esclusivamente il Cammino) nelle 144 parrocchie della diocesi di Boston.

Dal web apprendiamo che ancora nel 2013-2014 i rapporti sul successo del Cammino in USA erano contraddittori: si parlava di 750 comunità neocat (S.Landry alla radio diocesana), anzi addirittura 1000 con una "media di 40 membri" (da un responsabile del Cammino del Maryland pronto a mandare su richiesta di mons.Chaput dei “missionari” neocat: Chaput, per pura coincidenza, è nel Board of Trustees della Domus kikiana Jerusalem), naturalmente sempre cifre tonde e sempre più grandi e senza possibilità di verifica. Il presunto successone è da ridimensionare parecchio anche per il fatto che la “nueva estetica” di Kiko non ha conquistato le parrocchie, ma solo i seminari Redemkikos Mater e qualche saletta parrocchiale.

II° comunità a Revere:
26 persone
Consideriamo un esempio tratto da una pagina del sito web seminario R.M. di Boston: parrocchia dell'Immacolata Concezione, a Revere (nel Massachusetts), il vice parroco è tale C. Flor, presbitero R.M. spagnolo; si menziona una "2° comunità" di ben 26 fratelli (unica documentata), e un'epica "catechesi iniziale" per ben 40 persone fatta nel 2009.

Nel 2011 alla Radio Diocesana vengono intervistati l'Enrique e il Flor… per parlare del Cammino Neocatecumenale, “un nuovo MOVIMENTO nella Chiesa che permette alle persone di trovare l'amore di Dio nel mezzo della loro vita impegnata e di diventare parte di una comunità amorevole”.
Hanno detto che nell'arcidiocesi ci sono 15-20 comunità (notare che i primi itineranti arrivarono nel 1996, quindici anni prima): numero gonfiato e rigonfiato ("quindici" o "venti" comunità? non sapete neppure quante ne avete?).

Nel 2012 O’Malley ha presieduto una celebrazione per coloro che partecipano alla catechesi del Cammino Neocatecumenale in quella parrocchia. "Era un gruppo meraviglioso di quasi 100 persone". In realtà, dalla foto pubblicata da lui stesso sul proprio blog, se ne contano a stento la metà.

Pochi mesi dopo Carlos Flor fa carriera e gli vengono assegnate le tre parrocchie del quartiere Jamaica Plain di Boston. Dice: "Non è che io arrivo e impongo i miei termini", "Non sono nella pianura della Giamaica per portare il Cammino Neocatecumenale". Tuttavia fa esattamente il contrario, dicono i bollettini parrocchiali, perché il Flor dice che non c'è un "programma per l'evangelizzazione" (che non sia quello del Cammino, s'intende). Il Cammino ha suscitato polemiche all'interno della Chiesa che sostengono che il movimento è divisivo, persino eretico, ma Flor afferma che: “ogni nuovo movimento nella Chiesa è stato criticato”. Sempre gli stessi slogan. Un perfetto neocatecumenale istruito a dovere.
1° comunità di Revere:
24 persone

2013: Giuseppe Gennarini presenta a O'Malley i diversi gruppi del Neocatecumenato dell'arcidiocesi di Boston (circa 120-140 persone, a essere generosi guardando le foto, altro che "750" o addirittura "1000 comunità"). La "missione" la faranno in quaranta (fratelli) di cui un certo numero di seminaristi. Tutto qui il successone.

Passiamo poi alla parrocchia dell'Immacolata Concezione a Marlborough (nel Massachussetts): si vanta nel 2006 una convivenza iniziale della 1° comunità, un seminarista insegna a fare il pane, e i posti presenti - compresi i cosiddetti "catechisti" e i sei seminaristi - sono in tutto 46.

Nel 2010 si fa la Veglia Pasquale di Kiko in una stanzetta con pochissime persone.

"Missione" nel parco:
nessuno li ha ascoltati,
Nel maggio 2013 si fa una missione neocatecumenale in un parco ma non c'è nessuno ad ascoltare, per cui giretto in canoa, partitella di calcio, barbecue e giochi da tavolo: tutte le comunità più i cosiddetti "catechisti" più i seminaristi, assommano a ben 54 persone. "Missione", già.


2014: Eucaristia di addio per p.M.Macewen da parte di tutte e cinque Comunità Neocatecumenali di Marlborough:

1° comunita’: 23 persone (ancora dovevano chiudere il secondo scrutinio, se era ancora “aperto” nel 2016) tra cui il diacono Andrea Filippucci, figlio di Giorgio Filippucci, fatto diacono quell’anno e Steve Clemens ordinato prete nel 2014)

"Missione" nel parco, già,. proprio così...
3° comunita’: 21 persone tutte sudamericane (accalappiano gli immigrati in cerca di una nuova parrocchia)

4° comunita’: 19 persone tutte sudamericane
3° comunità Marlborough: 21 persone


4° comunità Marlborough: 19 persone

14 maggio: missione sotto la pioggia con gli ombrelli, tre gatti neocatecumenali e ovviamente nessun ascoltatore.

2015: Il responsabile della 1° comunità viene premiato da O’Malley nella cattedrale tanto per dare delle soddisfazioni… La medaglia è la Cheverus Award, riconoscimento istituito da O’Malley stesso nel 2008 e destinato prevalentemente ai laici per aver servito bene la parrocchia per un lungo periodo di tempo in modo tranquillo, senza pretese e, forse, non riconosciuto.
Ai buoni cristiani infatti vanno dati dei premi, così hanno già ricevuto la loro gloria…
Fuori del portone della Chiesa c’è appesa una grande croce del Cammino.

2016: convivenza inizio anno liturgico: 34 persone, quasi tutte sudamericane e probabilmente almeno 3 seminaristi e i catechisti (quelli non sudamericani)

La prima comunita’ ha 11 anni di cammino, quindi è nata nel 2006. Dopo 11 anni stanno ancora al secondo scrutinio aperto!
Qualche fusione?
NEL 2016 FINISCE LA PAGINA FACEBOOK NEOCATECUMENALE.
NON È CHE LA 1° COMUNITÀ HA SCOPERTO L'OBBLIGO DELLA DECIMA, VISTO CHE PRIMA DOVEVA ANCORA CHIUDERE IL SECONDO SCRUTINIO?
Chiedere di "mollare il malloppo" ad immigrati in cerca di lavoro, è veramente una pantomima.

1° comunità a Lowell:
una trentina di adulti
(compresi i seminaristi)
2019: La Chiesa ha preso fuoco e i parrocchiani si sono dovuti disperdere nelle chiese vicine. I lavori di ripristino potrebbero durare fino a 6 mesi.
Che vorrà dire il Signore con questo fatto?

Passiamo alla parrocchia di san Patrizio a Lowell (nel Massachussetts).

2015 - Andrea Filippucci diventa il nuovo vicario parrocchiale.

Nella pagina Facebook c’è di tutto, ma nulla sulle comunità (c'è invece molto sulla comunità Emmaus, evidentemente più attiva del Cammino).
On line non si trova nulla sul Cammino in questa parrocchia multietnica (inglese, spagnola, vietnamita, birmana).
Sul sito della parrocchia c’è solo l’orario della messa neocatecumenale del sabato.

Passiamo alla parrocchia di Nostra Signora dell'Assunzione, nel quartiere East di Boston (nel Massachussetts): è stata la parrocchia dove è iniziato il cammino (2005) e lì dimorano i cosiddetti "catechisti" (gente in missione molto probabilmente).

Se si considera che le prime famiglie sono arrivate nel 1996, dobbiamo registrare nove anni interi di nulla.

4° comunità East Boston:
17 persone
(compresi i seminaristi)
Con l’avvento di O’Malley nel 2003, poi qualcosina si è mosso.

1996: in parrocchia arrivò la famiglia Fernández dalla Spagna (insieme agli Enrique?), il cui capofamiglia Fernando è morto nel 2017 a Revere, dopo aver "kikatechizzato" le parrocchie dell'Immacolata Concezione a Revere, la Cattedrale di Santa Croce, l’Immacolata Concezione a Marlborough e Nostra Signora dell'Assunzione a East Boston. Praticamente quasi le uniche in cui c’è il Cammino nella diocesi.
La messa funebre di Fernández è stata celebrata nella chiesa di Nostra Signora dell'Assunzione a East Boston ed è stata presieduta da un vecchio amico di famiglia, padre George Szal. Tutto fra di loro, se la cantano e se la suonano, e sono sempre gli stessi nomi.

2004: Un certo D. Ohman del Cammino Neocatecumenale dell'Arcidiocesi di Boston sostiene stranamente che il CNC è arrivato a Boston su "richiesta" di mons. Peter F. Hart, poi parroco di san Clemente a Somerville (Massachussetts), alla fine degli anni ’70.
Afferma sibillinamente che il Cammino “è stato presente in diverse parrocchie nel corso dei decenni”.
Noi pensiamo che se davvero lo è stato, significa che in alcune parrocchie in cui il Cammino c'era oggi non c’è più, e che i kikos ovviamente si guardano bene dal parlare di tali fallimenti.

Ohman afferma che il Neocatecumenato è presente nella Parrocchia di Nostra Signora dell'Assunzione a East Boston con 150 membri di lingua inglese e spagnola.
Dopo 14 anni di kikatechizzazioni ci sembra molto poco.

2010: J. Almeida, fatto diacono nel 2019, ha iniziato il Cammino nel 2005 in questa parrocchia. Nel 2010, frequentò un ritiro in Italia per i futuri seminaristi del Cammino Neocatecumenale per prendere in considerazione l'ingresso ai seminari Redemptoris Mater in tutto il mondo. Fu inviato al Seminario Redemptoris Mater di Boston. Alla faccia dei sorteggi! Proprio sotto casa…

2012: O’Malley ha celebrato l'Eucaristia anticipando la festa del Corpus Domini. Alla Messa, tre seminaristi sono stati istituiti lettori e accolito. Tutti stranieri: un dominicano, un costaricano e un brasiliano. Ce ne fosse uno americano…

Il Cammino in teoria avrebbe dovuto esse presente in massa, dato che la Messa era in stile neocatecumenale (croce astile kikiana, copri-leggìo designed by Kiko…), invece la chiesa era mezza vuota. C’erano quasi più preti che fedeli.

2015: O’Malley celebra l’Epifania. L’amministratore parrocchiale è G. Marrosu, presbitero italiano. Solita invasione neocatecumenale di parrocchie già esistenti, altro che “lontani”…
Arrivano e sostituiscono i sacerdoti locali con presbìteri neocatecumenali, quindi li fanno girare nelle parrocchie per tentare di avviarvi comunità del Cammino ovunque. Un vero virus dilagante.
Tutto questo mentre nella parrocchia c’era già una forte presenza del Rinnovamento Carismatico.

O’Malley ha colto l’occasione per celebrare il battesimo di una rampolla della casata Enrique e poi ha partecipato al ricevimento.
Dice:Molti membri della sua famiglia e della comunità locale hanno partecipato alla celebrazione”. Dalle foto però risultano soltanto una cinquantina di persone in tutto.

2016: Alla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia hanno partecipato da Boston solo una quarantina di giovani.

2018: La chiesa appare poco frequentata per la Messa della Domenica delle Palme (diversi posti vuoti)

1° comunità della Cattedrale:
27 persone
Cattedrale della Santa Croce a Boston (sede dell'arcivescovo):

2010: Messa di capodanno. 600 persone in tutto in cattedrale. Ha detto O’Malley: “Quest'anno abbiamo avuto una partecipazione meravigliosa da tutta l'arcidiocesi. Siamo stati molto contenti del fatto che così tanti del Cammino Neocatecumenale si siano uniti a noi”.
Vacche magre, dipinte come grasse… E poi non si capisce la necessità di precisare le presenze di quelli del Cammino Neocatecumenale. Forse prima non ci andavano?
Ancora: “Tra l'Ora Santa e la Messa, i bambini delle Comunità Neocatecumenali hanno cantato canzoni per noi”.
Ti pareva…

2012: Gennarini e Kiko “kikatechizzano” dopo aver celebrato l’Eucarestia. Quindi la Sinfonia di Kiko alla Symphony Hall di Boston (chi e in base a quale necessità l’avrà organizzata?…)

2013: O’Malley ha celebrato il rito nella chiesa inferiore della cattedrale per quelli dell'Arcidiocesi di Boston che hanno completato le fasi del Cammino Neocatecumenale quest'anno. Seguono le foto della comunità: 36 persone inclusi l'ineffabile Gennarini e consorte. Da tutta l’arcidiocesi…

2016: Pellegrinaggio a Panama. 200 fedeli in tutto: gruppi parrocchiali di Revere, Lowell, Marlborough, East Boston e della cattedrale, che fanno parte del Cammino, del gruppo LifeTeen di Hannover e Norwell, e un gruppo dalla Comunità brasiliana della parrocchia di san Tarcisio a Framingham.
Ha detto O’Malley che “erano più di quanti me ne aspettassi”.
Ma davvero? Erano quattro gatti e “più di quanti me ne aspettassi”?


Questa è la realtà del Cammino nell'arcidiocesi di Boston. Altro che la propaganda kikiana. Altro che i ciclopici sforzi (e chissà quale fiume di soldi).

Ognuno tiri le somme…

domenica 25 agosto 2019

Celebrazioni neocatecumenali: inutili intermezzi fra un annuncio e l'altro?

Io ultimamente soffro della fobia, e non saprei dagli un nome, degli annunci post celebrazioni. 
Comincio a pensare che le celebrazioni neocatecumenali siano un inutile intermezzo tra un annuncio e l'altro. 

Neocatecumenali:
giochi di ruolo 1
Perché è negli annunci post celebrazioni varie che il cammino dispensa gli ordini, reccoglie soldi, organizza, …. 
Quindi che sia dopo una messa o una celebrazione infrasettimanale, gli annunci prendono un posto sempre più ampio ed importante. 

A volte durano delle mezz'ore: e fai questo, raccogli quello, cucina per tizio, vai a prendere caio all'aeroporto, ospita sempronio di qualche comunità estera a casa tua, poi organizza celebrazioni in hotel, .... 

Appena finisce una celebrazione ormai ho la tentazione di fuggire a gambe levate, ma vieni immediatamente ripreso, e comincia la lista del da fare, interminabile, insostenibile. Si torna a casa distrutti, sempre di più.

(da: M.A.)


Neocatecumenali:
giochi di ruolo 2

@M.A.:

Ricordo bene quello che dici sulle comunicazioni del dopo "celebrazione".
Ricordo che le persone all'inizio del cammino si dividevano in due categorie :
I "volontari" e i "fuggitivi".

Con il tempo la categoria dei volontari era sempre più esigua mentre quella dei fuggitivi era sempre più corposa.

Ad un certo punto il responsabile, sicuramente imbeccato dai catechisti (non muoveva un passo senza il loro beneplacito) ha trovato un modo di contrastare l'avanzata dei fuggitivi. 
Affidava i compiti alle persone segnandosi i nomi e in caso di problemi imponeva ai depositari del compito assegnato di trovarsi un sostituto. 
Neocatecumenali:
giochi di ruolo 3

Qualche volta il sistema funzionava, altre volte i fuggitivi si inventavano le scuse dell'ultimo minuto più inverosimili per giustificare l'impossibilità di trovare un sostituto, mettendo nella peste il responsabile.

In una comunità con molti anni di cammino ci sono persone che si sono specializzate nell'arte di evitare i compiti gravosi, esiste una lotta infinita tra catecumeni per evitare le rogne. 

E una lotta inversa e contraria per accaparrarsi i compiti più stimolanti o semplicemente che garantiscono più potere o maggiore visibilità.
Una guerra tra poveri in cui sono permessi tutti i tipi di colpi specialmente quelli bassi. 

(da: LUCA) 

venerdì 23 agosto 2019

L'unico e vero nemico di Kiko: il Cattolicesimo (dall'esperienza di un figlio del Cammino).

L'unico e vero nemico di Kiko e di conseguenza del SUO cammino è il Cattolicesimo.




L'esperienza di Tomista ex NC che si mette in evidenza fa molto riflettere:
"Il cosiddetto "mondo" (niente a che vedere con la nozione classica della Teologia ascetica tradizionale) non è mai stato un problema per i neocatecumenali.Male che vada, se un figlio esce dal Cammino per seguire il "mondo" e diventare "pagano" verrà interpretato come "ProvaCheIlSignoreCiManda PerLaNostraConversione".Il vero ed unico nemico di Kiko (e quindi del Cammino, che è il suo prolungamento nello spazio e nel tempo) è il Cattolicesimo.
Lo sto sperimentando sulla mia pelle: i miei genitori (supercatechisti della seconda ora) mi disprezzano come fossi un demonio ed evitano di trattare argomenti religiosi con me, perché non solo vado a MESSA la Domenica, ma, quel che è peggio, partecipo esclusivamente alla Liturgia celebrata secondo il Rito Romano Antico. Altro grave peccato imperdonabile: sono seguito da un direttore spirituale sacerdote.Se mi fossi dato alla malavita, allo spaccio di droga o all'alcolismo, sono certo che la mia famiglia avrebbe “pregato per me”, avrebbe cercato di comprendermi, mi sarebbe stata vicina.Invece no, sono diventato un misero “religioso naturale” che non merita altro che indifferenza e disprezzo.È già tanto se mi rivolgono ancora la parola."
(Tomista ex NC)




Agnelli condotti al macello
Che dire? Sembra una cosa assurda! Solo in un contesto malato come quello del Cammino può accadere una cosa simile: restare distrutti dal fatto che il proprio figlio, dopo aver abbandonato la Comunità, abbia scelto di rientrare nella Chiesa Cattolica. Sono convinti di essere il top, il non plus ultra di tutte le esperienze di fede. Dover prendere atto del fatto che un giovane (il tuo stesso figlio nato e cresciuto nel cammino, "figlio del cammino" come suol dirsi) trovi il suo profitto spirituale più nella Chiesa tradizionale che nella spericolata esperienza neocatecumenale - millantata come itinerario di fede "adatto ai tempi odierni" - è un non senso, una cosa che li destabilizza.
Sono messe in discussione tutte le loro teorie, una prova del nove che il "percorso di riscoperta del battesimo" confezionato da Kiko e Carmen, ispirati 24h/24 e pieni di "spirito", non funziona per niente.
Non lo possono capire.
Per questo meglio - più accettabile per gli stessi genitori - che un giovane, per di più figlio di super-catechisti, una volta lasciato il cammino, torni nel "mondo di tenebra", piuttosto che, dopo aver conosciuto "il più perfetto", rientri nell'alveo della Chiesa dove, secondo loro, c'è solo "religiosità naturale"; una cosa inconcepibile! Inconcepibile e, al tempo stesso, impietosa denuncia di un totale fallimento di questa super-esperienza di fede e di loro stessi in quanto genitori dalla "fede adulta". Per questo l'evento altamente inspiegabile va rimosso del tutto, come di fatto da sempre rimuovono tutti i problemi che si creano nelle comunità, nei e tra i fratelli: questi problemi mai vengono esposti né analizzati, per fare magari una salutare autocritica - bandita a priori dal cammino per volontà di Kiko - ma puntualmente archiviati, condannati all'oblio, seppelliti, se non mistificati, sapientemente usati contro chiunque osa mettere alla luce le infinite "criticità" di questa sballata esperienza, per usare un eufemismo!
Provate a porre problemi nei questionari e giri di esperienze alle convivenze con iniziatori o itineranti, provate a raccontare senza remore i fallimenti diffusi nelle comunità che hanno finito il cammino e vedrete cosa succede! Perché, sempre secondo loro, il cammino neocatecumenale è "praticamente perfetto sotto ogni aspetto", come Mary Poppins.
Poi Kiko si spertica a martellare le comunità sul "DOVETE interrogarvi se siete UNO. Perché non siete UNO?". "Cosa DOVETE FARE per essere UNO?". Ma, subito dopo, per impedire interpretazioni diverse dalla sua che potrebbero affacciarsi a qualche mente ancora pensante, Kiko offre subito le sue risposte, sapientemente preconfezionate: "Non avete ascoltato bene la predicazione, se ancora non siete uno", oppure: "I vostri catechisti sono stati cattivi catechisti, se non siete ancora uno".

Una sola colpa sua, MAI!

Intanto tutte le forzature di Kiko degli itineranti e dei kikatechisti ad ogni livello hanno prodotto, nella vita dei fratelli camminanti, danni incalcolabili! Facendo ricadere sugli infelici ogni possibile responsabilità li condannano, di fatto, ad una profonda frustrazione e li sommergono di sensi di colpa "facendoti sentire sempre sbagliato" (come ex fratello e tanti di noi hanno testimoniato innumerevoli volte).
Di questi chi se ne dà pensiero? Nessuno!
Dal momento che Kiko deve oscurare la Verità: quella del totale fallimento del suo ambizioso progetto fondato sulla falsa promessa di una rinascita a vita nuova (che mai si realizza!) fino a raggiungere la statura adulta di Cristo, fatta a tutti coloro che lo ascoltano, credono e entrano in cammino.


Distogliendo per una volta l'attenzione dal kiko/cammino e facendo un passo avanti, continuiamo col successivo commento di Tomista ex NC che mi ha commossa e nel quale mi sono ritrovata, pur in mezzo ai tanti travagli patiti.
Perché non è stato facile niente, una volta usciti definitivamente dal cammino per nessuno di noi!

E la via - lo riconosco - la sola via è quella che Tomista tratteggia così bene.

La Madonna del Soccorso,
smaschera e mette in fuga il male

Io, ad esempio, per lungo tempo non riuscivo neanche a guardare il breviario, compagno inseparabile per decenni perché, come un'ossessione, ad ogni salmo si affacciavano le predicazioni di Kiko, i suoi canti, la sua insopportabile ipocrisia. Unico baluardo per lungo tempo: il Santo Rosario. È stata una dura prova per la fede, ma la Madre del cielo non ha permesso che prevalessero!
Di questo Le sono grata ogni giorno!
Poiché Kiko, nel suo immedesimarsi totale nella sua creatura, nella sua pervasiva invadenza, tutto quanto ha impregnato del suo ingombrante idolo, idolo che ha fatto di se stesso: Kiko Argüello e il suo smisurato mostruoso IO-IO-IO (di carmeniana memoria), entrando per l'udito, per la vista, riempiendo lo spazio e il tempo di sè.
Tutto questo è vero soprattutto per chi, per seguirlo nella sua follia megalomane, ha lasciato dietro di se' tutto il resto. Incontestabile ed ennesima prova, se ancora ce ne fosse bisogno, del fatto che il cammino non porta a Gesù Cristo, ma a Kiko, creando una vera e propria "dipendenza".
Questa l'amara scoperta, questa la cruda realtà:
Kiko ti inganna presentandosi come un mezzo, uno strumento - anche "inutile" come afferma sapendo di mentire anche a se stesso - per raggiungere Cristo, ma poi diventa lui l'attore principale, il solo attore; altro che inutile! Kiko si propone agli adepti come "l'unico" di cui hanno vitale bisogno, di cui mai potranno fare a meno.
Dopo è tutto da ricostruire, tutto: il proprio interiore, i rapporti con gli altri, il matrimonio, il rapporto con i figli, il lavoro, tutto!
Dalle macerie, in una grande solitudine.
Dio Solo e la Vergine Maria non ci hanno mai abbandonati.

Maria, Madre nostra, che
asciuga tutte le nostre lacrime


Ancora da Tomista ex NC:
"Le consolazioni provenienti da Dio, sono un balsamo per la mia povera anima, eppure il Signore è così buono da non farmi mancare nemmeno quelle umane, che trovo leggendo tutto ciò che pubblicate nel Blog.Provo un sincero dolore per tutti coloro che a causa del cammino hanno perso la Fede nel Mistero della Chiesa o addirittura in Dio (penso ad "ex fratello"). Sono consapevole del fatto che viviamo in tempi di apostasia, ma questa non può essere una valida scusa per gettare la spugna, giudicare Dio e smettere di combattere la buona battaglia.Non sono maestro di nessuno, ma supplico tutti quelli che vivono nel turbamento: lasciatevi riconciliare con Dio! Tornate alla Vera Fede, tornate alle fonti, al Catechismo. Pregate il Rosario ogni giorno, riaprite il Breviario, confessatevi frequentemente, amate e vivete la Santa Messa! Non esiste altro antidoto contro il veleno kikiano. Abbiate Fede in Dio, ed Egli non mancherà di esaudire la vostra supplica. Non siamo forse nati per diventare santi partecipando della stessa natura di Dio in Gesù Cristo?Non esiste sentimento che non possa diventare preghiera, per tutti quelli che come me hanno sperimentato l'odio neocatecumenale.
Concludo con le parole dei salmi che mi sostengono nei momenti di sconforto:
"Sono diventato un estraneo per i miei fratelli, un forestiero per i figli di mia madre" (Salmo 69,8)"Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto" (Salmo 26,10)""


Nulla da aggiungere.

Solo un'ultima invocazione dai salmi:

Salmo 39,18
Io sono povero e infelice;
di me ha cura il Signore.
Tu, mio aiuto e mia liberazione,
mio Dio, non tardare.


Di nuovo grazie di cuore a te, Tomista ex NC.

mercoledì 21 agosto 2019

PERCHÉ IL CAMMINO DURA TUTTA LA VITA?

Il Cammino Neocatecumenale era nato in origine come un modo per animare le parrocchie.

Morcillo credeva, su parola del giovanotto Kiko, che durasse tre anni e perciò presentò Kiko al card. vicario di Roma, Angelo Dell’Acqua, come un suonatore di chitarra abile a costituire comunità cristiane. È palese che nella sua visione lo trattava come un “animatore”.
Tre anni di “corso” e via.

Giovanni Paolo II, quando dopo la fine del Concilio accolse a braccia aperte i nuovi Movimenti, accolse fra tutti anche il Cammino, così come accolse i Legionari di Cristo, salvo poi tornare sui suoi passi vent’anni dopo in conseguenza dei fatti provati sul loro leader, Marcial Maciel Degollado.

Fu creduto allora che il Cammino durasse sette anni e poi si “sciogliesse nella parrocchia”, come dichiarato dai fondatori e come è implicito nelle norme dello Statuto.

Lo Statuto si ferma all’«elezione», dichiarando che, una volta finito il cammino “i catechisti rimangono a disposizione per le necessità di evangelizzazione e di educazione permanente”, potendo i “fratelli” continuare a ritrovarsi per la celebrazione della parola soltanto e alla MESSA DELLA DOMENICA (non più del sabato).
Invece si è inventato il nuovo passaggio del “matrimonio spirituale”, da effettuarsi 10 anni dopo l’«elezione».
10 anni dopo!
Mica uno o due…

A questo punto, ottenuta la vestina bianca
con l'«Elezione», il Cammino dovrebbe
finalmente "sciogliersi in parrocchia".
Fine "itinerario", arrivo in parrocchia...

Se si considera che al massimo si entra in Comunità a 14 anni, e che con l'aggiunta di tutte le tappe extra il Cammino oggi ne dura anche più di trenta, l’aver aumentato di 10 anni porta la sua durata a 40/50 anni (tra le varie fusioni e chiusure).
Il che vuol dire che la persona che ha iniziato a 14 anni, naturalmente quasi al 100% figli di neocatecumenali, trascorre l’intera vita nel Cammino e non “si scioglie” MAI in parrocchia.

Cammino e parrocchia sono due cose separate PER SEMPRE.

Ma la domanda interessante è: “Come mai il Cammino non va MAI a far parte della parrocchia? Come mai non si “scioglie” MAI e trattiene i suoi adepti vita natural durante nella sua prigione?


IMMAGINIAMOCI L'EVENTUALITÀ CHE SI "SCIOGLIESSE":

Tutte le comunità dopo l’elezione dovrebbero cessare di esistere e, se si conteggiano tutte quelle nate agli inizi, le uniche veramente numerose, il numero da esibire degli appartenenti a Cammino subirebbe un drastico calo, non essendoci sufficiente ricambio.

Oggi si millantano numeri significativi solo perché si conteggiano TUTTI gli aderenti, dal 1967 in poi.
Tendo a pensare con ragionevole certezza, che non si decurtino neppure i deceduti o i fuoriusciti, per mantenere più alti i numeri.
Cioè, i dichiarati numeri sono onnicomprensivi di chiunque abbia messo piede nel Cammino dal 1967 in poi, anche solo per pochi mesi.

Quando ai responsabili fanno compilare la scheda della comunità da inviare al Centro Neocatecumenale locale come aggiornamento, viene richiesto il nome di coloro che attendono ai vari ruoli (equipe dei responsabili, equipe dei catechisti…), ma non viene chiesto il numero dei componenti. Si dà per scontato che resti quello originario.

Anche in caso di fusione, non viene menzionata la fusione, si compila solo una nuova scheda della nuova comunità frutto della fusione, cambieranno i nomi, ma nella pratica sarebbe una comunità di meno da conteggiare e da menzionare come “frutto di fusione”.

Se chi è arrivato a destinazione, avendo già concluso l'"itinerario", vivesse da parrocchiano, dove prenderebbero tutti i soldi delle "decime" di chi cessa di essere "comunità"?
Economicamente perderebbero importantissime entrate a nero.

Che fine farebbero gli itineranti e le famiglie in missione se non avessero più una comunità di riferimento?
Questi partono, “inviati” dalla comunità (che dovrebbe essere la Chiesa), e poi, siccome la comunità ha finito il cammino, a chi dovrebbero far riferimento? Dove troverebbero sistemazione le mille volte che tornano in patria? Chi pagherebbe loro le spese dell’aereo, chi li sosterrebbe economicamente nella loro permanenza in missione?

Stessa cosa vale per i “presbiteri kikiani” dei seminari Redemptoris Mater. A chi dovrebbero fare riferimento se la loro comunità si è “sciolta” per aver terminato il percorso? Dovrebbero forse riferirsi alle diocesi? Diverrebbero preti diocesani a tutti gli effetti?

Chi "guiderebbe" le comunità inferiori, se la comunità dei loro catechisti si fosse "sciolta" per raggiungimento della meta perseguita con il loro "itinerario"?

L’avere genitori in comunità, fa sentire ai figli un obbligo superiore quando viene l’ora dell’”iniziazione”. Se i genitori non appartenessero più ad una comunità, perché hanno terminato il percorso e sono diventati "parrocchiani dalla fede adulta", molti figli si sentirebbero più liberi di dare forfait.
La forza del Cammino è anche costituita da famiglie generazionali che operano in contemporaneità.

Tutto l’impianto del Cammino è strutturato in modo da durare per sempre.

Se le comunità che hanno finito l’«itinerario» (itinerario è di per sé una parola che implica una fine, quando si arriva alla meta, da vocabolario) si “sciogliessero nella parrocchia”, per diventare “cristiani adulti” che operano in essa, partecipando (come da Statuto) alle Messe domenicali e rinunciando alla tanto cara “convivenza mensile” (dove accadono i peggiori scempi e vengono profferite senza alcun controllo le peggiori eresie), chi dovrebbe fungere da riferimento per tutti i poveracci mandati allo sbaraglio nel mondo?

Occorrerebbe un altro tipo di organizzazione, che ne so, una commissione diocesana, una struttura indipendente dal Cammino, per gestire tutti questi “cristiani adulti” missionari allo sbaraglio per il mondo.

Ma allora interverrebbe un altro problema: non si parlerebbe più il linguaggio neocatecumenale, non ci sarebbe più lo “spirito” neocatecumenale, si perderebbe il “frizzo” dei balletti, dei canti kikiani, delle pagnotte, dei calici di vino, delle risonanze, delle esperienze, della mitica convivenza mensile…

In poche parole si diventerebbe come i normali fedeli cattolici, come avrebbe implicato lo “sciogliersi in parrocchia”, forse "sicuramente parrocchiani DOC e di serie A", ma parrocchiani e non più neocatecumenali.

Ecco cosa succederebbe ai neocat "sciolti" in parrocchia:
per loro sarebbe una sofferenza, dopo aver finito l'itinerario,
arrivare a destinazione in parrocchia con la “fede adulta”


Finita la pacchia neocatecumenale, luogo aggregativo e scarsamente spirituale, scelto da coloro che preferiscono i circolini religiosi a quelli ideologici o sportivi, da quelli che amano le comunità terapeutiche travestite.
Non tutti vivono così la comunità, ma di certo la maggioranza sì e più si sale nella gerarchia, più il fascino mondano del potere esplica i suoi effetti.

Ecco che allora però, i furbetti neocat (cioè Kiko) inventano le “comunità in missione”, volendo far credere che trasferendosi in un’altra parrocchia, sempre con parroco neocatecumenale, agiscono nella parrocchia e per la parrocchia.
In realtà continuano a dipendere come prima dai loro “catechisti”, dalla loro parrocchia d’origine, alla quale immancabilmente tornano sempre per vari “annunci”, incontri e quant’altro, e continuano a “fare comunità” come prima, solo in una parrocchia diversa.

Quella povera parrocchia, quindi, non solo dovrà sopportare una serie di comunità neocatecumenali locali, ma anche quella degli “anziani adulti nella fede” arrivati da fuori.

L’unica cosa che ho visto fare da queste “comunità in missione” è appunto una serie di “missioni” di piazza in stile neocatecumenale, portando gente neocatecumenale e giovani neocatecumenali “adulti nella fede”, nonché la dovuta obbedienza, oltre che ai loro catechisti originari, anche a quelli della nuova parrocchia di “missione”, quelli, per intenderci, che gestiscono neocatecumenalmente la parrocchia.

Ecco perché il Cammino è un MOVIMENTO e non un "itinerario". Un itinerario finisce, arrivati alla meta.
Ecco anche perché il Cammino NON È CHIESA, poiché non segue né le liturgie né il Magistero della Chiesa.
È un
MOVIMENTO CON PROPRIE LITURGIE E CON PROPRIA DOTTRINA.
Ma un Movimento, può esistere in siffatta maniera?

Quello che i neocat sanno fare meglio:
far spettacolo e dar mostra di sé.

Essere “adulto”, pure in riferimento alla fede, non significa poter camminare sulle proprie gambe, avere una propria autonomia e compiere in coscienza le proprie scelte?
No, nel Cammino dipendi in eterno dal discernimento di un altro, il tuo “catechista” laico, che anche quando avrai 70 anni ti dirà cosa devi fare, proprio come si direbbe ad un bambino "adulto nella fede".
Hanno solo cambiato taglia alla vestina bianca, crescendo quella della prima Comunione era rimasta piccola…

In soldoni, il rientrare in parrocchia “sciogliendosi”, al Cammino non interessa e non conviene per nulla, e non gli passa nemmeno per la mente.
Era solo una grande BUFALA.

lunedì 19 agosto 2019

Napoli: "molti parroci non ne possono più del Cammino"

Mi ritrovo a gestire con enormi difficoltà una grande parrocchia di Napoli nella quale sono presenti 11 gruppi neocatecumenali.

Sono parroco di questa parrocchia da 4 anni, i neocatecumenali sono in essa presenti da 22 anni.

Il cuculo-cammino 
Il sabato sera, nelle nostre sale parrocchiali, si svolge la celebrazione di relative 11 Messe. Nessuno dei celebranti usa altra preghiera se non unicamente la II preghiera eucaristica.

Sono d’accordo, io che pure sono il parroco?
No.

Costituiscono i neocatecumenali un problema per me e per la parrocchia?
Si, enorme.

Si, posso solo chiedere di essere sollevato dall’incarico di parroco, cosa che feci un anno dopo la nomina, ma fui in pratica supplicato di … offrire la sofferenza di questa croce a Cristo.

Ci sono altri parroci, a Napoli, non neocatecumenali in situazioni analoghe alle mie?
Numerosi.

Possono confermare, tutti loro, abusi liturgici di ogni genere e uso esclusivo della II preghiera eucaristica?
Si, tutti.

Ergo: o siamo bugiardi noi, o è bugiardo il Sig. Massimiliano, oppure, il Sig. Massimiliano, appartiene a una di quelle comunità neocatecumenali ideali che io, e molti altri miei confratelli, non abbiamo avuto modo di conoscere.






Nell’Arcidiocesi di Napoli il Cammino Neocatecumenale è molto presente e radicato.
Molti, tra noi parroci, vivono delle situazioni veramente terribili.

O nella parrocchia dove sono presenti gruppi neocatecumenali c’è un prete neocatecumenale, oppure, come giustamente dice padre Ariel, un prete “neocatecumenalizzato”, oppure, la vita di noi parroci, si trasforma in un inferno, ma veramente in un inferno.

Kiko a Napoli con il mega-poster
del Giudizio Finale
Nessuno ci appoggia e ci sostiene, a noi parroci non-neocatecumenali, non perché il Cammino gode di tutte le “dogmatiche” approvazioni della Chiesa, ma perché le situazioni ecclesiali e diocesane sono talmente complesse e spesso gravissime e ingestibili che, andare a toccare un simile calderone, creerebbe problemi enormi e, forse, anche inutili ma soprattutto, poi, davvero difficili da gestire.

Quindi che cosa accade?
I parroci non-neocatecumenali, che i neocatecumenali se li sono ritrovati e che li devono subire, cercano di condurre la vita parrocchiale nel modo migliore possibile e lasciano poi, questi gruppi, fare ciò che vogliono nelle sale parrocchiali, purché non interferiscano sulla vita della parrocchia e le scelte dei consigli parrocchiali.
non sarà una bella cosa, ma altro non si può fare, per adesso.

La mancanza di rispetto del neocatecumenale medio verso il sacerdote è proprio eclatante, non parliamo, poi, dei catechisti.
Gli abusi liturgici seguitano come prima e, dalle nostre parti, peggio di prima. Chi lo nega, temo proprio che dica il falso.

Vorrei poi far notare una cosa non secondaria: all’abuso bisogna aggiungere l’elemento passional-emotivo. Noi napoletani siamo noti, per la nostra passionalità, ma anche per la nostra teatralità, non a caso siamo anche famosi per un genere teatrale e letterario conosciuto proprio come “sceneggiata napoletana”. Conseguenza?

Ah, la conseguenza è gravissima assai: persone che di per sé giocano sulle emozioni, nella nostra terra, hanno avuto gioco facile, quindi la emotività, e con essa l’abuso liturgico veramente più impensabile e fantasioso, nel nostro contesto socioculturale ed ecclesiale finisce con l’essere elevato alla massima potenza.

Per quanto mi riguarda, sono uno tra i diversi parroci napoletani che, a padre Ariel, ha fornito testimonianze e prove gravi e dolorose in tal senso, tutte e rigorosamente dimostrate.

Ai posteri darci poi, a tutti quanti, dei bugiardi e degli odiatori.
Dite una preghiera per noi parroci, lasciati soli in ostaggio di queste persone.






Carissimo confratello napoletano,

preghiere garantite, veramente e sinceramente.
Forse mi hai fatto comprendere come mai in molte zone del nostro freddo nord, i neocatecumenali non hanno attecchito come in zone del centro e del sud Italia.
Effettivamente, da quello che so a Napoli e dintorni (ma anche nelle Calabrie e in Sicilia), sono molto presenti.

Mire espansionistiche del fondatore del CNC
Anche da noi sono presenti, però in proporzioni e numeri molto minori.
Quando un loro gruppetto si affacciò anni fa nella mia parrocchia, io dissi che non li volevo.
Qui devo proprio dire … padre Ariel docet! Infatti iniziarono … “noi siamo approvati … siamo stimati dalla Chiesa … siamo chiamati dalla Chiesa …” Poi alla fine, quasi come minaccia: “San Giovanni Paolo II ci ha approvati, e Giovanni Paolo II è santo, e lei sicuramente non si metterà contro la Chiesa e contro un santo, vero?”(...)

Caro confratello napoletano, la situazione nostra è molto diversa. La mia diocesi conta circa 200.000 fedeli ed ha, tra clero secolare e regolare, circa 90 preti , voi siete una tra le più grandi arcidiocesi d’Italia, avete più di 1000 preti per un paio di milioni di abitanti.

Però mi rendo conto, capisco e sinceramente compiango te e gli altri nelle tue stesse situazioni.
Se difatti questi soggetti si radicano sul serio in contesti grandi, poi la situazione diviene ingestibile proprio come descrivi tu, e se riescono a piazzare preti propri, o a tirare dalla loro alcuni dei nostri preti diocesani, poi a quel punto scoppiano rotture, problemi e vere faide dentro i presbiteri, proprio come se questi soggetti fossero fatti per dividere e per disintegrare le parrocchie dall’interno, di seguito le diocesi stesse.

Ti auguro un felice e proficuo ministero.


Lettere firmate di Parroci pubblicate su Isola di Patmos)