Anche in questo articolo, partiamo da testimonianze concrete, che entrano nel cuore del problema, che poi affronteremo in comparazione con la realtà cattolica.
Testimonianze:
1. Nella mia parrocchia, per anni si è consumato un rito che ha caratteristiche e significati esclusivamente comunitari, senza nessun legame con i riti della Chiesa: giovedì e venerdì santo, mentre ancora i fedeli sono in chiesa e defluiscono lentamente da essa e mentre molti altri sostano per l'adorazione del santissimo sacramento o per l'adorazione della croce, i neocat si mobilitano per preparare le loro sale per fare delle celebrazioni parallele della lavanda dei piedi e del venerdì santo. Cose simili accadono anche il giorno delle ceneri: mai partecipano all'imposizione delle ceneri fatta in chiesa, ma nel corso di una penitenziale, inseriscono questo rito.
Per non parlare delle comunità che si riuniscono a celebrare per tutto il tempo di pasqua in veste bianca, alla sera, di nascosto... mi sembrano le riunioni del Ku klux klan (non so se l'ho scritto giusto). Sono una anti-comunità, una anti-chiesa.
2. I fratelli si devono lavare i piedi l'un l'altro, cioè ognuno è a servizio di un altro. il responsabile li deve lavare a tutti. Gli altri fanno come si sentono; l'orientamento del cammino è che un fratello dovrebbe lavarli a quello con cui ha più divergenze rispetto agli altri. Se capita però che un fratello è particolarmente antipatico al resto della comunità, può capitare che vadano tutti da lui (nella mia è successo) e quindi ci può rimanere male (penserebbe infatti :"ma ce l'hanno tutti con me?"); l'orientamento del cammino qui, è quindi di cercare di limitare di ... lavarlo troppo; cioè se da questo ce ne sono già andati 5 o 6, è meglio non infierire ulteriormente.
3. la lavanda dei piedi neocat non è inserita in una celebrazione ecclesiale, per cui il sacerdote non c'è, o comunque non è strettamente necessario. Deve essere il capo responsabile a lavare i piedi ai fratelli, proprio per il servizio che svolge in comunità, che lo porta ad essere servo degli altri. E' un segno che in apparenza è simile a quanto fatto da Gesù, in realtà è una scimmiottatura grottesca, a cui viene anche dato il significato di riconciliazione tra i fratelli, di fatto una vera e propria assoluzione comunitaria. Dopo che il responsabile ha lavato i piedi a tutti, i fratelli liberamente lavano i piedi prima al coniuge e poi alle persone con cui c'è stato qualche contrasto. E qui inizia il grottesco: quando qualcuno ti viene a lavare i piedi cominci a chiederti 'ma che cosa gli avrò fatto, o forse avrò detto qualcosa che l'ha offeso'; oppure succedeva che si andava a lavare i piedi e si diceva: 'scusa sai, non ce l'ho con te, ma non so a chi lavare i piedi."
4. Questo della Verità della
Santa Messa in Coena Domini, è un fatto ancora doloroso che riemerge nel mio animo ogni Pasqua. Chiedo al Signore che mi dia la Sua Pace, per lenire il dolore ancora acuto. Legato al Sacro Rito c'è un episodio cardine del processo del mio distacco, radicato da tempo ma ormai irreversibile, dalla Associazione CNC!
Negli anni di CNC, il Giovedì Santo ci si riuniva non in Chiesa per le celebrazioni previste dalla Parrocchia, ma nell' "aula" per la "lavanda dei piedi" in Comunità! Non da subito avvenne ciò che poi sempre più mi provocò grande disagio. Già non capivo perchè questa "duplicazione monca" all'inizio del Triduo Sacro... Poi questa "Lavanda fraterna" veniva officiata, al bisogno, dal responsabile di Comunità o dai più anziani. O dai catechisti.
Quando esposi i miei dubbi a un mio caro amico e fratello di comunità, venni severamente rimproverato. Dissi che il Rito così officiato, per quanto appresi dalla Chiesa, perdeva il suo senso e non era la Lavanda dei piedi. Ma qualcosa di altro. Mi fu risposto che ero un fariseo, che mi ribellavo alla Grazia che "passava", ANCHE SE NON ERANO PRESENTI "PRESBITERI"! PERCHE' LA "SUPPLENZA" era stabilita dalla Chiesa e poteva avvenire al bisogno!
Chiamai il Vicariato rimanendo generico, chiedendo se un Laico poteva Officiare il Sacro Rito e se questo poteva essere officiato separatamente dalla Messa. Risposta: NO! Il rito avrebbe perso completamente il suo senso fondamentale! Dunque, per più di cinque anni, mi sono trovato a "partecipare" a un altro Rito !!! Quale?
La Santa Omelia del Pontefice per la recente
Messa in Coena Domini, conferma pienamente la diversità sostanziale e drammatica della prassi e della ritualità NC. A grande danno di tutti i Figli della Chiesa, e di coloro che credono di esserlo, pur stando nella associazione NC!
Chiedo a coloro che amano la Chiesa, di leggerla in coscienza. E con vero amore... Dio ci aiuti!
Ciò che mi ha colpito di più in questa SPLENDIDA Omelia, dove lo Spirito di Dio HA PARLATO, è il ribadire da parte del Papa che l'Azione di Cristo Signore è una Azione SUA PROPRIA. E che nella Azione del Cristo, prima dell'Istituzione dell'Eucaristia, c'è il Suo Mistero. Sacramentum.
Questo conferma ancora di più, e con forza, quanto venga relativizzato il Sacerdozio Ordinato da parte di Kiko, inteso solo dal punto di vista FUNZIONALE e pratico (se ne fa un uso inerente alla necessità che non appartiene alla sfera del Sacro). "Se non c'è il presbitero, si faccia fare a un Catechista. Se non c'è, si faccia fare al Responsabile o chi per lui!"
L'altro Punto Fondamentale in questa perla di Magistero del Papa è nella focalizzazione di cosa Significhi REALMENTE "essere come l'Uomo del Discorso della Montagna". Cosa significhi REALMENTE fare un "Cammino Post-Battesimale"!
Tutto è Concentrato nella riscoperta della centralità del SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE per fare davvero UN "CAMMINO DI RISCOPERTA DEL BATTESIMO"! Il "Cammino Post-Battesimale", il "Catecumenato post-Battesimale", altro non è per la Chiesa Romana che la Crescita Spirituale e la retta preparazione alla celebrazione di questo Sacramento per accostarsi degnamente all’Eucaristia, culmine e fonte di tutta la vita di Fede!
Il Profondo significato Purificatore dei peccati di chi è già Battezzato, quindi è già "Mondo", del Rito della Lavanda dei Piedi è totalmente IGNORATO dal CNC! Essere davvero in Comunione con Gesù, valorizzare davvero il Battesimo ricevuto. Il "Cammino di riscoperta" non può essere TALE SE NON orientato dal Catechismo e dagli insegnamenti e prassi della Chiesa, in questo senso! Per cui, i desideri e soprattutto le speranze dei Papi, soprattutto di questo, erano orientate affinché il "CNC" DIVENTASSE QUESTO "CAMMINO DI RISCOPERTA ECCLESIALE"! Le Norme, gli Statuti scaduti, tutto si dirige a questo! Ma solo sulla carta…
5. M. (neocat.): Innanzitutto tu sai che si tratta di una celebrazione della Parola. In questa celebrazione si legge tutto il discorso di Gesù nell'ultima cena riportato da S. Giovanni. E' un crimine? O è lodevole ascoltare la parola di Gesù? In secondo luogo la lavanda dei piedi è un sacramentale. E' un crimine o è lodevole vivere personalmente questo gesto che Gesù fece ai suoi discepoli? O vi scandalizzate come Pietro? Tu lavare i piedi a me? Ciò non avverrà mai! "«Si affretti, acceleri l' opera sua, affinché la possiamo vedere; si avvicini, si realizzi il progetto del Santo d'Israele e lo riconosceremo»."
OK. Apparentemente il tuo discorso non fa una grinza; ma è completamente sganciato dalla realtà ecclesiale! Che senso ha fare una celebrazione privata del genere, senza il sacerdote, e con significati propri che abbiamo analizzato, proprio mentre tutti gli altri cristiani sono in Chiesa a celebrare l’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio?
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Cerchiamo di fare una sintesi completa, per quanto ci è possibile, sulla "Lavanda dei piedi" nel cammino NC:
Dietro la Lavanda dei piedi neocatecumenale, c'è anche l' interpretazione letterale, ma non ecclesiale, di Giovanni 13. E' con tale interpretazione che si "giustifica" il rito della Lavanda ripetuto in celebrazione assolutamente privata da ogni comunità neocat dopo un paio di anni di cammino.
Ma, a prescindere dalla celebrazione privata (un'altra ritualità anomala dei NC, perché la Chiesa la fa il giovedì Santo, nelle Chiese consacrate, ricordando l'istituzione dell'Eucaristia), è evidente che nel "venne a servirli" citato da kiko anche nella lettera al Papa c'è il senso della "lavanda dei piedi" che lui enfatizza nell'Eucaristia e se ne può intuire il perché: perché è l'unico accenno ad un'azione di Gesù nella Cena del Vangelo di Giovanni, mentre la formula della Consacrazione del Pane e del vino è contenuta solo nei sinottici e nella lettera ai corinzi (in Giustino ecc.)...
Eccoci dunque ancora una volta al malinteso ritorno alle origini e sempre nell'interpretazione letterale di una parte di un vangelo trascurandone altre nonché altri elementi essenziali della stessa:
1. Lo stesso Giovanni non fa altro che parlare del "pane vivo disceso dal cielo" e "chi non mangia di questo pane e non beve di questo sangue..."
2. Il vangelo di Giovanni è stato l'ultimo vangelo redatto, quando nelle comunità la fractio panis era già consolidata e non c'era bisogno di parlarne esplicitamente, tanto più che del Corpo del Signore come pane e del Sangue come bevanda della nuova alleanza (formula della Consacrazione) ne parla a iosa... “Perciò Gesù disse loro: In verità, in verità io vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi.” (Gv 6)
3. la Chiesa la celebra il Giovedì Santo, giorno del Triduo Pasquale dedicato all'istituzione dell'Eucaristia e, per la Chiesa, la "lavanda dei piedi" simboleggia il 'lavacro' operato dal Sacramento della Riconciliazione, ma soprattutto l’istituzione del Sacerdozio Ministeriale.
Cos'è che "giustifica " il rito della Lavanda ripetuto in celebrazione assolutamente privata da ogni comunità neocatecumenale dopo un paio di anni di cammino e per di più celebrato DA LAICI? Soltanto la rivalutazione tutta protestante del sacerdozio battesimale rispetto a quello ordinato, la celebrazione di un rito di “iniziazione” al discepolato nonché un rito di assoluzione intracomunitaria!
4. La verità non detta esplicitamente ma da noi più volte ribadita è che Kiko e Carmen si sono fermati alla "lavanda dei piedi", che è appunto un rito di iniziazione, detto "di inversione" che introduce al discepolato. Questo è il vero significato della ritualità anomala operata a due anni d'inizio del cammino ed è anche il vero senso dello "stare seduti" a mensa durante l'Eucaristia - detto anche nella lettera al Papa - mentre Cristo passa a "servirli"!!!!
Ma l'ultima cena - oltre che alla lavanda dei piedi e a poter essere vista come "banchetto nuziale, escatologico", come certamente è, ma di essa nel cammino nc si enfatizza l’orizzontalità del banchetto fraterno - riporta all'istituzione dell'Eucaristia e alla prefigurazione del Calvario e della Resurrezione (per che cosa dunque si chiama Eucaristia, cioè rendimento di grazie, lode, se non per tutti i doni ricevuti, a partire dalla vita e soprattutto per quelli, escatologici, che non vengono se non dal Sacrificio del Signore?) È questo il vero significato cattolico, non solo l'iniziazione al discepolato o la cena fraterna o l’attesa dell’”allegria”! E il Signore non viene “a servire i commensali”, ma ri-presenta al Padre il Suo Sacrificio a beneficio di tutti i partecipanti ai quali è strettamente unita tutta la Chiesa terrestre e celeste, di ogni luogo e di ogni tempo.
E TUTTA la celebrazione – opera di Cristo: il Sacerdote agisce “in persona Christi” – è un rendimento di grazie (non solo il momento del ringraziamento finale come subdolamente predica Kiko criticando la Chiesa nelle sue catechesi (OR, p. 330). Essa è la riattualizzazione del 'mistero pasquale', ma non per vivere solo il momento della 'Risurrezione', ma il mistero nella sua interezza: 'Passione, Morte e Risurrezione' del Signore Gesù... il suo Sacrificio di espiazione per i nostri peccati ri-presentato al Padre per inserirci nella Sua offerta e riceverne i beni escatologici che è Lui a donarci, non l’Assemblea, la Comunità che celebra... E’ solo per il Sacrificio di Cristo, poi Risorto che la Santa e Divina Liturgia è fonte di riconciliazione e rigenerazione e che ci introduce sempre più, in Gesù Risorto, nel Mondo della Resurrezione!
Abbiamo così evidenziato una delle molte prassi del cammino neocatecumenale, avulse dal loro significato ecclesiale, che hanno valenza esclusiva in esso, strumentale all’edificazione progressiva di una entità comunitaria che non è integrata nella vita della Chiesa, anche se ne fa parte nominalmente e tende piuttosto a sostituirsi ad essa.
Ed anche qui vediamo evidenti elementi di "giudaizzazione" del cristianesimo perché, dietro alle prassi di "assoluzione comunitaria", c'è la concezione giudaica -peraltro in parte distorta- del peccato: chi pecca non offende Dio, non recide il legame vitale con Dio, non esce dal progetto di Dio per lui, ma "uccide la comunità" è responsabile direttamente verso di essa e i fratelli che ne fanno parte, non è in primo luogo responsabile personalmente davanti a Dio nel personale rapporto con Lui che viene prima di qualunque legame comunitario. Tutto questo, oltre a non essere cattolico, non è nemmeno cristiano