Mentre ci stavamo sottoponendo alla sofferenza di sbobinare, fedelmente, la tanto attesa
presentazione a Madrid dei Diari di Carmen, ci siamo resi conto che, oramai, l'
escalation è inarrestabile!
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«Se avessi saputo quanto soffriva - povera Carmen! - avrei detto: Chiamiamo un medico!»
Kiko! Kiko! ma che dici? neanche Cordes crede alle sue orecchie!
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Questo l'ultimo atto, per ora
, e noi non possiamo più attendere!
Da un articolo di S. Cernuzio pubblicato il 19 luglio 2017 su
Vatican Insider: Carmen Hernández, ad un anno dalla morte i diari della sua “notte oscura”:
Pubblicato in Spagna per la Bac il volume con i pensieri e le confessioni della co-iniziatrice del Cammino neocatecumenale dal 1979 al 1981. La pubblicazione in Italia a settembre, probabilmente con un prologo del Papa.
Ogni notte, in ogni luogo del mondo in cui si trovasse insieme a Kiko Argüello per portare il Vangelo, Carmen Hernández appuntava su un quaderno o su fogli di carta sparsi i suoi pensieri e i suoi ricordi, le sue inquietudini e le angosce, gli attimi di felicità. Non solo “annotazioni” ma un dialogo incessante e confidenziale con Gesù Cristo, il suo «amico», la sua «speranza», il suo «amore di gioventù» come lo definiva, durato per decenni.
Confessioni, queste della co-iniziatrice del Cammino neocatecumenale, realtà ecclesiale tra le più diffuse nel mondo a partire dal Concilio Vaticano II, che ora compongono il libro “Diarios 1979-1981”, edito dalla casa editrice spagnola Bac (Biblioteca de Autores Cristianos) pubblicato ad un anno dalla morte di Carmen avvenuta il 19 luglio scorso, a 86 anni, e presentato lo scorso 30 giugno a Madrid.
Trecentoquaranta pagine, quasi 800 note, che coprono solo il primo triennio in cui Carmen e Kiko davano forma a questo «itinerario di formazione cristiana» nato nelle baracche di Palomeras Altas, tra i poveri più poveri di Madrid, e, che a quasi cinquant’anni, si è concretizzato in 25mila comunità in seimila parrocchie di quasi 130 Paesi, centinaia di missio ad gentes, 113 seminari Redemptoris Mater che ogni anno sfornano sacerdoti pronti a servire le diocesi di tutto il globo.
Numeri grandi che non sono mai interessati a Carmen, sempre lontana da trionfalismi e glorie mondane, o da riconoscimenti pubblici come il dottorato in teologia honoris causa che la Catholic University of America di Washington le aveva concesso insieme ad Argüello il 16 maggio 2015. [vedi nota 1] Per lei, che sin da giovanissima desiderava diventare suora o missionaria come i tanti che da bambina vedeva passare a Tudela, sulla riva dell’Ebro, dove era cresciuta insieme alla sua numerosa e facoltosa famiglia, ciò che veramente contava è che la gente aderente al Cammino fosse toccata dall’annuncio del kerygma, la morte e resurrezione di Cristo. Tutto il resto passava in secondo piano.
«L’assenza di Gesù rende impossibile l’allegria», scriveva infatti in uno degli appunti nel gennaio dell’81. E continuava: «Tutto il giorno triste, triste, triste, abbattuta, senza orizzonte e senza energia, senza forza, in niente. Che cosa potrei desiderare? Solo la tua presenza, Signore». Seguono nel libro altre rivelazioni intime su quella «notte oscura» attraversata da santi come Teresa d’Avila, Madre Teresa di Calcutta, Giovanni della Croce citati nei suoi scritti. «Tu non ci sei Gesù mio. Cammino controcorrente. Questa psiche tenebrosa, lamentosa, che amarezza. Non so vivere. Abbi compassione di me. Mi affatico in una tragedia esistenziale», si legge. O ancora: «Gesù mio, ti amo, non mi abbandonare: vieni ad aiutarmi… Vieni, vieni, amore della mia gioventù e mia speranza. Infondimi energia, che sto crollando nel nulla». «Gesù mio, quando arrivi non ho bisogno di scrivere lamenti, vagiti». «Forza mia… grazie, mi conforti nel profondo. Sento la libertà».
A volte queste annotazioni erano solo brevi racconti della giornata o stringati «buonanotte, Signore». Non mancano “critiche”, animate da quella schiettezza che l’ha sempre contraddistinta, verso il suo compagno di evangelizzazione per mezzo secolo, Kiko. Critiche che Carmen non risparmiava in pubblico durante gli affollati incontri vocazionali per i giovani in giro per l’Europa, l’Africa, il Sud America. «Io dico sempre che l’inferno è pieno di predicatori come Kiko Argüello» era l’esordio ormai standard dei suoi interventi sul palco, dove era attesa soprattutto dalle donne alle quali ricordava l’importanza del loro ruolo di «fabbriche della vita» nella famiglia, nella Chiesa, nella società.
Kiko sorrideva poggiandosi una mano sulla testa, e ringraziava questa donna conosciuta quasi casualmente a Madrid che lo voleva ingaggiare per una missione in Bolivia, perché «quando salgo su, su, mi prende dai piedi e mi fa tornare a terra». Due personalità diametralmente opposte ma unite da una missione comune: l’ex pittore impetuoso e carismatico, e la teologa per anni impegnata a Madrid, a Roma, in Israele, a «masticare» e approfondire le indicazioni del Vaticano II per incanalarle in questa realtà che non voleva che si definisse un «movimento», come puntualizzò in un incontro in Sistina con Giovanni Paolo II al quale era legata da una forte amicizia. Tanto che il Papa le concedeva pure di fumare nel suo Refettorio: «Neanche il presidente Pertini l’aveva fatto con la sua pipa...», diceva Wojtyla.
Nella prefazione del volume, Argüello scrive: «Dopo 50 anni insieme in ogni istante, penso di aver diritto a conoscere il cuore di Carmen... Eroico che sia stata con me cinquant’anni, sempre soffrendo in silenzio, senza mostrarlo a nessuno». E nella presentazione dei Diarios in Spagna, alla presenza dei cardinali Paul Josef Cordes e Ricardo Blàsquez Pérez, presidente della Conferenza episcopale, ha confessato: «Tante volte Carmen diceva che ero insopportabile, ma al tempo stesso era sempre accanto a me. Ora comprendo la libertà che aveva nei miei confronti, in quelli della Chiesa e del Cammino, nei confronti di tutti. Una libertà che veniva da una relazione profondissima con Gesù Cristo».
Ad un anno dalla morte Carmen non è stata sostituita nella équipe internazionale che guida il Cammino neocatecumenale nei cinque continenti. «È insostituibile», diceva Kiko in una recente intervista, «finché io e padre Mario Pezzi siamo in salute andiamo avanti come due apostoli». [vedi nota 2]
Dei suoi quaderni, ritrovati nella sua casa natale e custoditi, dopo la scomparsa, nel seminario Redemptoris Mater di Madrid, verranno pubblicati altri volumi a formare una sorta di collana che attraversa gli ultimi decenni spesi per l’evangelizzazione, e terminati con una malattia che ha costretto Carmen a restare immobile e a riposo, come mai nella sua vita era stata. È possibile che saranno pubblicati anche cinque o sei libri. Questa prima edizione edita dalla Bac – la stessa casa che ha distribuito lo scorso anno “Annotazioni” di Kiko Arguello - nel primo mese ha venduto 10mila copie in tutta la Spagna. (ndr. Business-Money)
In Italia dovrebbe uscire a metà settembre con Cantagalli; oltre al lavoro di traduzione si attende un prologo di Papa Francesco che stimava Carmen, «una donna – scriveva nel messaggio per i funerali del 21 luglio 2016 nella Cattedrale dell’Almudena - animata da sincero amore per la Chiesa che ha speso la sua vita nell’annuncio della Buona Novella in ogni ambiente, anche quelli più renitenti, non dimenticando le persone più emarginate».
Questo articolo di Cernuzio è sintesi formidabile di tutto.
Ci dà la perfetta percezione dell'«aria che tira» nel Cammino.
I Diari, appena dati alle stampe, ricoprono solo tre anni, l'attività di Carmen ricopre decenni, altri volumi ci attendono, una collana.
Ma Carmen scriveva, come dice Kiko, durante le notti, immersa nella
"notte oscura" come le più grandi Sante della Storia della Chiesa,
paragonata, per restare ai nosti giorni, alla contemporanea
Santa Madre Teresa di Calcutta e allo stesso S
an Giovanni Paolo II, per il costante dialogo che ella aveva con il suo Signore.
Questi due confronti li fa, a Madrid, il
Cardinale Emerito del Cor Unum,
Paul Cordes, che era Presidente del Consiglio Pro Laicis al tempo della famosa
Lettera Ogni Qualvolta di
papa Giovanni Paolo II del 30 agosto 1990 - Lettera la cui pubblicazione fu accompagnata da polemiche e interrogativi, sbandierata come approvazione definitiva da parte degli Iniziatori e di tutti gli Itineranti e, da allora, esposta in bella vista, in cornice, nelle case di tutti i neocatecumeni.
Kiko, nel suo intervento, dopo quello del Cardinale, aggiunge un altro tassello:
egli
esordisce subito nominando Papa Francesco, ricordando che
la cosa più bella su Carmen l'avrebbe detta proprio il Santo Padre, pronunciando le fatidiche parole:
"La Chiesa deve al cammino neocatecumenale la Notte Santa".
La cosa più squallida, invece, è che Kiko prende occasione dalle parole di Papa Francesco per
minacciare di nuovo grandi battaglie contro i Parroci, che «non vogliono farci celebrare tutta la notte».
Con questo articolo, dal quale appare chiara la volontà di strumentalizzare lo stesso Papa e pubblicato proprio il giorno dell'Anniversario della morte della Sora Carmen-Santasubito, si capisce dove vogliono andare a parare.
A noi, sinceramente, sembra una balla colossale:
il Santo Padre che scriverebbe il prologo alla Carmen, che tanto stimava!
Ci pare una vera assurdità! Certo, non riusciamo a crederci!
Ma sappiamo anche che questi sono capaci di tutto!
Il Papa in persona, che avrebbe riconosciuto la "Carmen zelante nell'annuncio del Vangelo specie ai più emarginati".
Ma se Carmen non ha avuto mai capacità di relazionarsi con
"gli ultimi"!
E' risaputo,
da parte di chi ha avuto a che fare con lei, che
Carmen provava solo ripulsa per gli ultimi, gli itineranti più dimessi erano il suo bersaglio preferito, in particolare le donne, sfinite dalle tante maternità, quelle più umili però, quelle più malandate,
non le mogli di nobile schiatta dei mega-titolati itineranti di alto rango, sempre in linea, belle e super curate; allo stesso modo non tollerava le baby-sitter o le ragazze; era, in generale, molto insofferente nei rapporti con gli altri, specie se di rango inferiore, e mostrava quasi una condiscendenza anche solo a rivolgere loro uno sguardo.
Considerava tutti inferiori a lei, li considerava al suo servizio, pretenziosa e arrogante, sempre. "Sua Grazia" faceva una grande concessione anche solo a rivolgere una parola.
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Papa Benedetto si sforza di sorridere.
Notare il product placement della Carmen |
Oltre questo, Carmen è stata durante tutta la sua vita, molto esigente e capricciosa, maniaca nella ricerca di cose belle da comprare, sempre desiderosa di acquistare abiti, con una stanza piena di belletti e rossetti. Anche se il risultato non era poi dei migliori!
Andava alla ricerca di tessuti particolari; spesso, sui capi di abbigliamento che le regalavano, faceva cambiare i bottoni; se una cosa, acquistata con cura per compiacerla, a lei non piaceva, te lo diceva in malo modo e la rifiutava.
Tutto le era dovuto. Anche se era di gusti difficili, se ti presentavi senza nulla nelle mani, subito te lo rinfacciava:
«Non mi hai portato neanche un regalino?» in tono di rimprovero, come a dire
"Come ti sei permesso! Che brutto coraggio hai avuto!"
Quella dei
regali per lei era una vera fissazione, così con
«Le Cardenali» come li definiva nella sua pessima pronuncia della lingua italiana, diceva sempre:
"Dobbiamo prendere le regalini per le Cardenali!"
E poi, spiegatemi come e quando scriveva, nelle notti insonni?
Se di giorno si barcamenava appena, tra la sigaretta sempre accesa, la tazza di thè, o altra bevanda che le veniva servita continuamente, la borsa, qualche scartoffia,
chi la immagina con una penna in mano in Estasi Mistica?
Era in una continua agitazione, afflitta da una continua irrequietezza; altre volte spenta e inerme, non si smuoveva neanche se Kiko la esortava mille volte e, se insisteva troppo, lo mandava a quel paese senza tante cerimonie.
Ma domando a chi ha conosciuto Carmen in quegli anni:
ai tanti itineranti - itineranti italiani e itineranti spagnoli (chapeau!) - ai presbiteri, da lei definiti «minus», ai fratelli delle sue comunità, ai seminaristi, ai cantori delle equipe e su, su... fino ai Parroci, ai Vescovi, ai Cardinali:
Dove era "questa" Carmen che ora ci descrivono così?
La hanno tenuta nascosta, seppellita nella sua stanza? E chi era colei che abbiamo conosciuto? Che vedevamo al fianco di Kiko? Che con
"discernimento ispirato" ha disseminato il suo passaggio di morti e feriti, maliziosa, a caccia di retropensieri: rimandava a casa, spediva in Africa, minacciava la Siberia,
padrona assoluta dei destini umani...
Era lei che ripeteva sempre:
«L'Itinerante deve essere unito a noi!» (non "a Dio":
«a noi»!) e, su questo
"essere uniti" fondava il suo sapiente discernimento!
Spiegatemi che diavolo significa questa specie di
"sentenza senza appello", pronunciata da colei che, rivolgendosi ai preti del Redemptoris Mater, diceva con altrettanta arroganza:
«Tu obbedisci a noi o al Vescovo?»
«Dì la verità: Tu sei andato per conto tuo dal tuo Vescovo per metterti d'accordo con lui!»
Ma non è ora il momento di raccontare i tanti aneddoti, che riserviamo per le prossime occasioni, che dipingono la Sora Carmen meglio di ogni sciocchezza, che
altri hanno scritto per lei.
Ma si sa: gli scritti sono fondamentali per la Causa di Canonizzazione! Dunque i neocatecumenali si sono attrezzati!
Sì, facciamo come Kiko, parliamo per pennellate e, ripetiamo:
Cosa era la Carmen di quegli anni? Era storia di un'altro pianeta? Abbiamo vissuto in un altro mondo?
Ora, un accorato appello a tutti i fratelli del Cammino:
Perchè non vi svegliate e parlate? Perchè non raccontate ciò che avete veduto con i vostri occhi e vissuto sulla vostra pelle, anche voi?
Dite fatti concreti!
Kiko,
che conosce meglio di noi queste verità, sta cercando di salvarsi, il furbastro, con l'ossessivo ripetere:
"Stupore! Meraviglia! Chi poteva immaginare".
Bravo Kiko, con il tuo atteggiamento ci stai solo dando conferme su conferme. Noi non dobbiamo fare molto, solo starti ad osservare.
Kiko ripete, a Madrid, il suo infinito stupore, non può crederci che Carmen abbia scritto tutto quello, abbia sofferto tutto quello, ad un certo punto afferma costernato...
Questa sua affermazione va riportata per intero:
«Eroico che Carmen è stata con me 50 anni, sempre soffrendo in silenzio, senza mostrare a nessuno, SE AVESSI VISTO CHE SOFFRIVA TANTO AVREI DETTO. perchè non mi hai chiesto aiuto? NON SO, AFFIDIAMOCI A UN MEDICO, CHIEDIAMO A QUALCUN ALTRO... Non sai che passa, sarà inferma?»
No, ragazzi, pietà! E' da incorniciare..
Ma Kiko continua, ed è ancor peggio!:
«Nel Cammino Dio ha dato una donna CON UN GRADO DI SANTITÀ UNICO, e non poteva essere diversamente, vista l'importanza della missione che Dio ci ha affidato...»
Kiko non si può proprio sopportare (
le frasi riportate le trovate nel video citato, potete ascoltare le sue parole con le vostre orecchie e verificare personalmente), specialmente quando dice che mentre si affaticavano, lui e Carmen, nel lavoro dell'
«Evangelizzazione senza sosta» ascoltando fratelli e fratelli e
facendo scrutini e scrutini... poi Carmen si ritirava nella sua stanza e, nel segreto, gridava a Gesù, suo unico Amore!
Piccola Parentesi:
prima di proseguire -
ormai siamo al "gran finale" - con il memorabile intervento di Kiko a Madrid, non possiamo esimerci dal dedicare,
a proposito di SCRUTINI, una parentesi al
Cardinal Cordes.
Nel suo precedente intervento, proprio a questo proposito,
come potete verificare nel video ai minuti citati, Cordes dice testualmente:
[dal minuto 23:48]
Per una parte appresi personalmente l'importanza del "direttore spirituale" del "catechista" per i membri delle comunità che si formarono dopo.
Io sono stato presente personalmente in alcune riunioni e convivenze del Cammino, ricordo i commenti e le domande di Carmen, il discernimento dello Spirito, i suoi saggi consigli.
Il Diario riflette il gran peso della attenzione richiesta, che durava ore e ore.
Scrive Carmen: «Di nuovo tutto il giorno, mattina e giorno, ascoltando e non so se siamo pazzi! Anche senza dormire, morta! Gesù, non posso più!»
Nello stesso tempo si sente gratificare, ascoltando i fratelli: «Che allegria, Signore, tu guidi e sostieni il tuo popolo visibilmente, come un Buon Pastore, grazie Gesù mio!
[dal minuto 25:35]
...Catechista non è solo un obbligo, un peso, se no che dà molta soddisfazione.
Cito: «Gesù chiama a tante vocazioni, al principio mi ha spaventato, ora mi consola, Gesù Dio, Dio Unico, mi prostro per terra, davanti alla tua grandezza!»
Nostre conclusioni:
Il Cardinal Cordes intenderebbe che il catechista neocatecumenale sarebbe a pieno titolo "direttore spirituale" dei fratelli del Cammino.
Ottima conferma per le teorie di Kiko, tanto desiderata!
Mille ringraziamenti, da parte di tutti coloro ai quali
quell'«illuminato» discernimento ha tante volte devastato la vita spirituale e materiale, personale e della famiglia.
Chiusa parentesi.
Ritorniamo a Kiko, quando dice:
«...Penso la fede di Carmen, l'Amore nel suo cuore a Gesù Cristo, lei diceva costantemente Gesù mio, di notte gridava Gesù mio, Gesù mio, ti amo, ti amo, vieni, vieni, aiutami!»«Carmen ha scritto lungo 30 anni e noi ora stiamo trascrivendo per il bene spirituale dei fratelli del cammino e di tutta la chiesa.»
Continua ancora, imperterrito:
«Quando anche io sia morto e si studino i nostri scritti, la storia del cammino, mistero enorme, la nostra relazione, la missione, vivere con Carmen nella fede, che Dio la aveva posta lì, per il bene della Chiesa. E lei lì, 50 anni, soffrendo tutti i giorni, pare impossibile, impossibile.»«Tutto così giorno dietro giorno, trenta anni!»
(andate ad ascoltare il tono drammatico con cui parla di qualcosa di umanamente insostenibile, povera Carmen!)
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Pensata in versione maschile...
ricorda qualkuno! |
E mette qui un'enfasi, come a dire
sofferenze inaudite, inenarrabili!
Kiko, ma facci il piacere, non farci ridere, o peggio, piangere!
Tu stai offendendo ancora una volta tutti quelli che
veramente soffrono, patiscono nella vita mille vicissitudini, problemi, disagi, malattie.
Non mi pare che a voi sia andata poi tanto male! Anzi!
Ormai, completamente disgustati e con tutto il cuore, sentiamo di dirti,
con le tue stesse parole:
"Vergognati, Kiko! Vergognati davvero! Anzi, va' a nasconderti... nella tua grotta, e senza portarti i fotografi questa volta, per piacere!"
Quando Carmen era malata, o ha dovuto sottoporsi a interventi chirurgici,
anche prima degli ultimi terribili anni,
non è stato mai semplice gestirla, era arrogante, ribelle, irosa, anche con i medici che la dovevano curare, o le infermiere a cui toccava assisterla.
Tu continui a ripetere mille volte le stesse cose, chi vuoi convincere? oltre che te stesso?
Che noia, che cosa patetica, ma quello che voglio sottolineare più di tutto è l'affermazione:
«Se avessi saputo quanto soffriva avrei detto:
chiamiamo un medico!»
Ah, Kiko, ma queste sono manifestazioni mistiche, o no? Prove dello spirito? Notti oscure? L'opera dello Sposo che vuole rendere la sposa uguale a Sè, in una profonda purificazione che porta dritto al Paradiso?
e tu vuoi chiamare il medico!
Eh, di grazia,
che genere di medico? Uno psichiatra forse, un neurologo, o semplicemente uno psicologo?
Questo è un lapsus di cui ti pentirai!
Uno di quelli bravi di Roma, dove eravate soliti indirizzare chi, dopo anni dietro a voi, cadeva in depressione o aveva sindromi di panico e angoscia?
Forse che
lo stesso padre Mario non è in cura neurologica da anni, notoriamente sostenuto dagli psicofarmaci per starvi accanto una vita?
E
la stessa Carmen: non prendeva, anche lei, le sue medicine?
Tutti lo sapevano.
Che vuoi fare Kiko? Devi stare più attento!
Ti è scappato e ora non puoi più tornare indietro, un
lapsus imperdonabile che qualcuno, al termine dell'incontro, ti avrà fatto sicuramente notare. Sei stato molto imprudente!
Ma come Kiko, il medico volevi chiamare?
Sei proprio a digiuno di cose dello Spirito!
Hai aggiunto, infine, questa
perla che mi ha fatto sobbalzare e che non merita alcun commento, e che è la
naturale conclusione di tutta questa porcheria che state facendo, e che è la conclusione, per una volta, condivisibile, e senz'altro
condivisa, in toto, da tutti, ma proprio da tutti... pensaci... anche da noi!
Ecco la perla di Kiko:
"Noi non sapevamo niente
del suo amore a Gesù Cristo."
E ora, dopo Trieste, cala il sipario anche su questo
squallido spettacolo di Madrid!
Pax
[Nota 1]
Carmen, a cui ufficialmente non interessavano le umane e periture glorie di questo mondo di vanità, ha accettato ben volentieri il
prestigioso titolo,
per una volta assegnato anche a lei insieme a Kiko che, per parte sua, era al
suo terzo riconoscimento accademico, la
terza laurea honoris causa.
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Kiko, sprofondato in profonda umiltà,
Carmen gli sta dietro. |
Abbiamo motivi validi per credere che la modesta ed umile
"amante del nascondimento" Sora Carmen - che rinfacciava sempre a Kiko
di essere lei il perno del Rinnovamento della Chiesa dovuto al loro
"potente" CAMMINO e non certo lui con le sue "kikate" megalomani, che lei disprezzava profondamente - abbia fatto ferro e fuoco per avere, il
"meritatissimo" titolo di Dottore in Teologia
(honoris causa, naturalmente).
Ossia:
Come si permetteva Kiko di brigare, dimenticandosi proprio di lei? Insieme ai suoi
itineranti più "attivi"-
i temuti e famelici Gennarini - mentre non gli era proprio passato per la mente di caldeggiare,
in primis, la candidatura di Carmen ad un titolo di "Dottore in Teologia",
titolo che a lei sola spettava di diritto?
Notiamo, significativamente, che
nel 2013 Kiko ha ricevuto il secondo dottorato in Teologia,
presso l'Università di Lublino (Polonia), università che si trova nella zona in cui regna incontrastato il Responsabile Itinerante
Stefano Gennarini - grande zar neocatecumenale di tutto l'Est d'Italia e di tutta l'Europa dell'Est e fratello del più grande
Giuseppe Gennarini, colonizzatore di tutte le Terre dell'America del Nord, dove alla
Catholic University of America (CUA), di Washington, il 16 maggio 2015
i due salvatori della Chiesa post-concilio. Francisco Gómez de Argüello Wirtz (Kiko) e a
María del Carmen Hernández Barrera, autonominati santi, iniziatori del Cammino Neocatecumenale,
hanno ricevuto il dottorato honoris causa in Teologia, il terzo per Kiko, solo il primo ed unico per Carmen.
Kiko ha ricevuto,
nel 2009, il suo
primo Dottorato, honoris causa, dall’Istituto Giovanni Paolo II a Roma; Roma dove regna - capo incontrastato ai vertici del
Potente Cammino Romano e Mondiale -
Giampiero Donnini, incidentalmente imparentato coi sullodati Gennarini.
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Dal mamotreto dell'Annuncio di Quaresima 2017, parla Kiko Arguello - fonte "di prima mano" |
Giampiero Donnini, presidente del consiglio di amministrazione della fondazione neocatecumenale
Famiglia di Nazaret è, da sempre, il principale responsabile di tutta la gestione economica del Cammino Neocatecumenale, in nome e per conto di Kiko;
è lui, infatti, che segnala quando la "potente Merkabà" del Potente Cammino inizia ad andare a riserva e i conti sono in rosso ed è giunto, di nuovo, il momento di indire la prossima "colletta speciale".
«POTENTE CAMMINO»: ringraziamo Kiko per questa efficace immagine, frutto delle sue
«potenti ispirazioni divine» che ha voluto condividere con noi, facendoci leggere,
a sua vergogna, le sue intime
"Anotaciones"!
[Nota 2]
Ancora una volta e a dimostrazione della obbedienza che li contraddistingue! Lo Statuto è chiaro su questo punto, ma Kiko la pensa diversamente e
COME AL SOLITO, fa come gli pare e piace.
Domandina retorica: "A cosa servono gli Statuti?"
(
Perdonatemi ma, prepotentemente, mi torna in mente il grande Totò!)
STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE:
Articolo 34 (Titolo VI):
[L’attuale Équipe Responsabile internazionale del Cammino]
§ 1. L’Équipe Responsabile internazionale del Cammino è composta, vita natural durante, dal Sig. Kiko Argüello – che ne è il responsabile – e dalla Sig.ra Carmen Hernández, iniziatori del Cammino Neocatecumenale, e dal presbitero D. Mario Pezzi, del clero diocesano di Roma.
§ 2. Dopo la scomparsa di uno dei due iniziatori di cui al paragrafo precedente, l’altro rimane responsabile dell’Équipe internazionale e, sentito il parere del Presbitero, procederà a completare l’Équipe internazionale. In caso di scomparsa o rinuncia del Presbitero, gli iniziatori scelgono un altro presbitero e lo presentano al Pontificio Consiglio per i Laici per la sua conferma.
§ 3. Dopo la scomparsa di ambedue gli iniziatori, si procederà a eleggere l’Équipe Responsabile internazionale del Cammino, secondo la procedura stabilita nell’articolo successivo.
[Nota 3]
Principali articoli di questi ultimi mesi sullo stesso tema: