A SanKiko poverello hanno sempre pagato ricche vacanze |
Proseguiamo qui con altre citazioni dal "Secondo Scrutinio" neocatecumenale, ad opera di Kiko Argüello e Carmen Hernández, in vigore da oltre mezzo secolo nel Cammino, come ulteriori dimostrazioni e per mostrarne le conseguenze.
Per esempio:
“Bene, fratelli, adesso cantiamo; perché come cristiani, siamo chiamati ad essere Cristo, a soffrire l'ingiustizia del mondo. Questo che abbiamo letto è una cosa tale che chi la può sopportare? Ma NOI SIAMO CHIAMATI A SOFFRIRE INGIUSTAMENTE L'INGIUSTIZIA. CIOÉ A SOFFRIRE L'INGIUSTIZIA CHE UN TALE TI FA, NEL TUO CORPO, OFFRENDOCI COME VITTIME IN FAVORE DI COLUI CHE CI UCCIDE, PER COLUI CHE CI DISTRUGGE, PER IL PECCATO CHE TI FA L'ALTRO (che ha macchiato la tua casa, denunciato, criticato, che ha mormorato contro di te) e invece di giudicarlo e dargli un colpo in testa così, perché non ci riprovi, la Parola di Dio dice: "Lasciati distruggere, accetta che ti insozzino, accetta che ti distruggano, ed offri questa sofferenza che ciò ti provoca per quel FRATELLO: amandolo". Questo è il cristianesimo.”
Esatto: chi è colui che ti fa tutto questo male? IL FRATELLO.
Ma com’è possibile che un “fratello cristiano”, chiamato alla Misericordia e quindi all’amore, faccia tutto questo male che distrugge il prossimo, senza che si possa parlare di giustizia e di inefficacia di una predicazione che pretende di “fare un altro Cristo” solo quanto alla non resistenza al male, concedendogli impunemente e dichiaratamente la possibilità piena di “fare del male?”
C’è qualcosa che non torna.
Qualcosa di ESSENZIALE.
Nel Movimento Neocatecumenale, infatti, anche i peggiori peccati pubblici sono giustificati, peccati commessi in nome di un “cristianesimo” che ti insegna solo a prendere su di te il male, ma non anche la strada per arrivare a non compierlo così pesantemente, ignorando il prossimo, vessandolo, senza che ti venga detto MAI che esiste la possibilità della virtù, che il Signore la dispensa a chi la cerca con rettitudine di cuore, perché peccato libero e santità non possono MAI camminare insieme. Tantomeno lo può la Misericordia, che non deve essere provata solo dalla “vittima” verso il carnefice, ma nella Chiesa dovrebbe essere anzitutto il “carnefice” a provarla verso la vittima, dato che la misericordia non è un concetto astratto ma riguarda il vero cristiano “amore”.Nella Chiesa non dovrebbero esserci né carnefici né vittime.
No, nel Cammino Neocatecumenale il “fratello” può impunemente compiere tutto quanto di male espressamente dichiarato dalla bocca di Kiko, essendo solo la vittima chiamata alla santità.
Poi magari, quella vittima che “sembrava” santa tanto da non resistere al male, diventa a sua volta carnefice procurando il male ad altri. Negando così ogni santità.
È questo il caso del catecumeno che si prende tutta l'ingiustizia su di lui operata dal catechista o dal "fratello", ma che quando si trova egli stesso in posizione di "supremazia", fa scontare all'inferiore tutto quando precedentemente aveva ingoiato.
"Liturgia" neocatecumenale. |
Allora ci chiediamo: ma di che si parla? Che “nuova religione” è questa, che insegna solo alle vittime a tacere e non reagire, non insegnando di pari passo ai carnefici a fuggire il male?
Un Cristo ridotto a metà.
Si prende di Cristo solo la parte della non resistenza al male e dell’assunzione dell’ingiustizia, scartando in toto l’altra componente, propedeutica all’immolazione, che è quella che per sua GRAZIA si può vincere il peccato e perseguire la virtù, perché nel peccato non può esserci Misericordia, ma solo ingiustizia.
Proseguendo si ha l’apoteosi:
“voi dovete passare la vostra fede ai bambini con le Lodi nelle case; e così loro imparano che sono un popolo di sacerdoti e QUANDO LORO DIRANNO CHE VOGLIONO ANDARE A GIOCARE AL PALLONE TU DIRAI: "NO FRATELLO, TU NON PUOI OGGI ANDARE A GIOCARE A PALLONE PERCHÉ TU SEI FIGLIO DI SACERDOTI e tu hai una missione sacerdotale che è quella di benedire il Signore. COMINCIA AD IMPARARE CHE TU SEI UN FIGLIO DIVERSO DA TUTTI GLI ALTRI RAGAZZI: per questo quando ti menano nella scuola tu non puoi menare come fanno tutti, TU DOVRAI SUBIRE L'INGIUSTIZIA, FRATELLO. TU SEI UN RAGAZZO CHE SEI NATO GIÀ SEGNATO, SEI NATO IN UNA FAMIGLIA CRISTIANA, SEI NATO PER IL MACELLO". NOI CRISTIANI SIAMO NATI PER PORTARE SULLA NOSTRA PELLE LE SOZZURE DEL MONDO, CHI NON HA VOGLIA CHE SE NE VADA. STA NASCENDO QUA UN NUOVO POPOLO CHE È IL FRUTTO DEL CONCILIO VATICANO II. MA IL CONCILIO VATICANO II HA APERTO LA PORTA AD UNA NUOVA ERA NELLA CHIESA.”
“Il Concilio Vaticano II ha portato una NUOVA ERA nella Chiesa” e così “sta nascendo un nuovo popolo” destinato a portare le sozzure del mondo”, non anche ad amare non facendo del male.
Come può chi fa del male portare su di sé le sozzure del mondo?
Disconoscendo la potenza della divina grazia e la libertà dell'uomo, Kiko convince i suoi adepti che “non possono non peccare”, che “sono figli del demonio e a lui soggetti”, ma poi pretenderebbe che questi “impossibilitati a fare il bene” si assumessero le sozzure del mondo…
Ma se sono proprio loro i portatori delle sozzure, non riuscendo MAI a fare il bene e giustificando ogni azione malvagia come “inganno del demonio”?
Questo finché non "arriva lo Spirito Santo" che, senza nulla fare e nulla chiedere, ti cambia quasi con violenza la natura da peccatore a santo. Senza la tua libertà. Così ti insegna il Cammino. Lo Spirito Santo ridotto a bacchetta magica di Harry Potter.
L’evidenza è che questo cambiamento nel Movimento Neocatecumenale non arriva mai, anche se ci sono per natura (e non per merito del Cammino), persone buone e rette di cuore.
"Liturgia" neocatecumenale: abbeverarsi tutti allo stesso coppone kikiano |
“Quando tu hai toccato il fondo e stai vicino alle acque della morte e hai conosciuto te che cosa sei: che TU SEI UN ASSASSINO CAPACE DEGLI STUPRI, DELLE BARBARITÀ, DELLE MOSTRUOSITÀ PIÙ GRANDI. SONO UN MOSTRO. Bene, se io vedo che la stessa società prende uno di questi mostri e li mette al muro e lo manda alla ghigliottina, io che penso? Prima cosa che IO SONO CAPACE DI FARE QUELLO, CHE È SOLO QUESTIONE DI CIRCOSTANZE. In questo sono stato illuminato dallo Spirito Santo. E pertanto ho l'amore verso quelle persone che la società non può avere; mi sento identificato con lui. C'è tutta una situazione nuova. Non mi sento di giudicare anche la canaglia più canaglia perché io sono capace di questo.”
Non deve pensare a quello che in realtà è, non deve pensare al peccato che ha commesso e che commette attualmente, ma si deve proiettare in una visione oscura di peccato futura ed eventuale e convincersi che è un mostro.
Tutto il contrario del cristianesimo in cui, giusta la consapevolezza di peccato attuale, la si considera punto di partenza per ricercare la retta via, la via della purificazione, della virtù e della santità. Il cristiano si pente di ciò che ha commesso, e si rialza col sacramento della riconciliazione. Il cristiano esamina la sua coscienza e non si incolpa di peccati che non ha commesso.
Non si tratta di “giudicare”, si tratta di DESIDERARE di non essere quella “canaglia”, di disporre di tutti gli strumenti che la Chiesa mette liberamente a disposizione per allontanarsi dal male, non di identificarsi in essa.
Questo insegnamento non fa bene all’uomo, perché lo porta ad identificarsi più col male che col bene e a perdere l’orientamento, confondendolo e rendendolo impermeabile alla dura lotta contro il male, tutto volto soltanto ad imparare a “non resistere al male”, lasciando che il male imperversi.
La follia kikiana non conosce limiti:
“Quando leggete sul giornale che un uomo ha infilato il coltello ad un altro, credete che lo volesse uccidere? No, fratelli, NON SE NE ERA RESO CONTO. E QUANTE VOLTE SEI STATO NEL TUO MATRIMONIO TENTATO DI PRENDERE IL COLTELLO? Forse non c'era la mano. Ti può capitare che una frase detta ti faccia uscire fuori dai gangheri e quando ti sei reso conto LÀ DAVANTI A TE C'È IL SANGUE.”
Se questo è possibile in alcuni casi, non lo è in moltissimi altri, in cui la legge stessa, insieme alla legge scritta nel cuore dell’uomo, riconosce il dolo, l’intenzionalità.
Ma come si può dire così spudoratamente e con faciloneria che l’omicida (generico) “NON SI RENDE CONTO” di uccidere?
Ma non solo, si attesta che l’ascoltatore, che sarebbe lì per la santificazione, “è solo perché non c’era la mano che non ha ucciso la moglie col coltello durante un litigio”, il tutto senza farsi mancare la truculenta immagine del sangue che scorre. Gli si fa credere che sia capace di uccidere e NON RESISTERE all’eventuale occasione, giustificandolo perché “non si rende conto”.
Signori, non vorrei arrivare a tanto, ma questa è ISTIGAZIONE al peccato bella e buona, altro che predicazione cristiana!
Si mette l’uomo di fronte al male e gli si dice: anche tu sei questo, convincitene. E non hai scampo, perché il demonio è il tuo signore. Ma non ti preoccupare: anche tu, come l’omicida dell’esempio, uccidi “senza rendertene conto”, quindi SENZA RESPONSABILITÀ, degno solo di perdono da parte della vittima o dei suoi familiari. Se LE VITTIME non lo fanno, secondo Kiko non sono cristiane! Non sono come te, che hai ucciso “senza rendertene conto” e non per tua piena avvertenza e deliberato consenso.
Questa predicazione, oltre a ignorare il dolore per il male inferto, crea un esercito di cristiani-omicidi, cristiani-ladri… tanto “non se ne rendono conto”.
MA COM’È POSSIBILE TACERE?
Inoltriamoci ancora nell’abisso del male, come suggerito dall’Arguello:
“CHI NON HA LO SPIRITO DI GESÙ CRISTO NON SI LASCIA DISTRUGGERE DA NESSUNO e per nessuna cosa; NON ACCETTA IN ASSOLUTO PORTARE SOPRA DI SÉ L'INGIUSTIZIA. I "giustizieri" sono giustizieri perché vogliono togliere l'ingiustizia dalla terra. PER ESEMPIO TUTTI GLI ASSASSINI CHE SONO NELLE CARCERI SONO GIUSTIZIERI. Una sorpresa enorme che ho avuto è che TUTTI I LADRI CHE STAVANO CON ME NELLE BARACCHE ERANO TUTTI GIUSTIZIERI. RUBAVANO PERCHÉ ERANO TUTTI DEI GIUSTIZIERI. Avevano visto, per esempio, che sua madre era una prostituta perché suo padre l'aveva abbandonata e la avevano buttata nella strada perché aspettava un bambino non essendo sposata, e quel figlio era lui. E aveva visto la sofferenza terribile di questa donna che AVEVA PORTATO SULLE SPALLE L'IPOCRISIA DI UNA SOCIETÀ CHE SI CHIAMA CATTOLICA; dunque questo ragazzo rubava per togliere ai ricchi, COME ROBIN HOOD. ERA UN GIUSTIZIERE; NON SOPPORTAVA L'INGIUSTIZIA ASSOLUTAMENTE.”
Un omicida, per il peccato che lo macchia, mai potrà farsi carico dell’ingiustizia e lasciarsi distruggere, perché lo Spirito di Gesù non si posa sugli omicidi fintanto che non si pentono profondamente, determinano di voler cambiare vita e iniziano la strada della conversione alla virtù cristiana.
Ma chi l’ha detto, come con prosopopea dichiara l’Arguello, che “tutti gli assassini sono giustizieri?”
TUTTI. Non dubita l’Arguello che si possa essere assassini perché si è sprofondati nel peccato, perché si vuole per sé ciò che ha l’altro, perché, come nel nazismo, si vuole deliberatamente e scientemente assoggettare e sterminare un popolo.
A SanKiko poverello i maggiordomi hanno sempre comprato sigari e sigarette e aragoste |
DÀ UN’INTERPRETAZIONE ED INDUCE AD UN PENSIERO. Ma è solo il suo. E pure parziale e distorto, in contrasto alla sua stessa predicazione che non afferma assolutamente che il peccato possa derivare dall'insopportazione dell'ingiustizia, bensì dalla natura stessa dell'uomo, che è un MOSTRO soggetto e dominato dal demonio, suo padre e suo signore. L'ingiustizia in tutto questo non c'entra proprio nulla.
E sulla giustizia, l’Arguello insiste:
“UN GIUSTIZIERE È UNO CHE NON SOPPORTA L'INGIUSTIZIA. Bene. Il cristianesimo è il contrario. L'unico che poteva veramente aver fatto giustizia, GESÙ, NON HA FATTO GIUSTIZIA, HA PREFERITO ACCETTARE L'INGIUSTIZIA.”
Forse i suoi “fratelli”, i suoi discepoli o i suoi seguaci?
Certo che no! Erano coloro che a ben dire potevano essere chiamati suoi nemici, “altro” da Lui e da ciò che rappresentava. I Farisei, i Romani, il popolo subordinato alla legge farisaica e romana, non certo i “suoi”, anche se, come Pietro, hanno mostrato la debolezza umana, poi piangendo amaramente e pentendosi del tradimento, non dicendo “sono schiavo del demonio che mi ha ingannato, in fondo sono solo una vittima da scusare, amare e compatire”.
Conclude poi con quei concetti, che se si trattasse di veri cristiani santi e ricchi di virtù, sarebbero una condivisibile esortazione:
“E sarete molto contenti di essere umiliati, ovvero che ci facciano ingiustizia, perché avrete occasione che si mostri il vostro cristianesimo, spezzando la catena del male che provoca la ingiustizia, nel vostro corpo. Questo è terribile, perché il mondo non sopporta una ingiustizia senza risolverla, si deve risolverla. Se tua moglie ti fa un'ingiustizia devi menarla, devi fermare questa ingiustizia; deve imparare perché non lo faccia più: due schiaffi e così sta.”
Fatte salve le persone con cuore retto, il neocatecumenale è un cristiano di facciata, un ipocrita. Perché nel Movimento Neocatecumenale, sono proprio quelli che si dichiarano “maestri” ad essere portatori di ingiustizia, menzogna, disamore ed indifferenza al dolore del prossimo.
Sono loro i primi a fare del male, molto spesso, per non dire sempre, seguiti dagli adepti convinti dell’illuminazione di questi “mostri” (come Kiko definisce i peccatori che fanno male all’uomo) o troppo impegnati ad adularli per conquistarsene le grazie.
Come mai nel Movimento Neocatecumenale la “catena del male” non si è mai fermata, pur essendoci state e tuttora essendoci persone che subiscono l’ingiustizia?
È la "domanda da cento milioni di dollari", la domanda tabù. Ma ha una risposta.
"Barman liturgico" col coppone designed by Kiko, durante una "liturgia" neocatecumenale |
Nel Movimento Neocatecumenale si forgia un popolo di peccatori incorretti ed impenitenti, convinti di “non poter non peccare”, che insegnano a loro volta ad altri la stolta dottrina, con l’effetto finale che esistono immancabilmente carnefici e vittime nella stessa “chiesa”.
È inutile evidenziare che i carnefici solitamente sono i “maestri” (anche se ne esistono di retti) e tutti quei “fratelli” che hanno ben compreso quanto sia inutile combattere il peccato, cose da legalisti, moralisti e falsi superbi.
Le vittime saranno invece i retti di cuore, quelli che realmente cercano di piacere a Dio nella loro fallace umanità, che accorgendosi dell’enorme buco malvagio neocatecumenale cercano dall’interno di contrastare il sistema senza alcun successo, anzi vedendo realizzata la Parola del Salmo che parla della prosperità dei malvagi.
A questi sarà riservato disprezzo, giudizio, maledizione, umiliazione e pubblico ludibrio, accusati di non accettare l’ingiustizia che gli stessi “fratelli” e “maestri” sono LIBERI di perpetrare contro di loro.
Lo dice bene il card. Kasper cos'è la Misericordia:
"Come dice la parola stessa significa avere un cuore per i miseri, essere attenti per gli altri, per il prossimo, Vedere dove soffrono, dove sono le loro ferite, i loro bisogni. Avere occhi aperti, non rimanere indifferenti... In secondo luogo bisogna ricordarsi che la Misericordia non è solo una compassione, ma è un ATTEGGIAMENTO, UNA VIRTÙ, una virtù ATTIVA (nda. non "passiva" come diceva più sopra l'Arguello). Vuole combattere la miseria, vuole andare incontro. Non muove solo il cuore, ma anche le mani e i piedi. Ci fa camminare, andare incontro agli altri, aiutare come il buon samaritano che si è abbassato nel fango, ha toccato le ferite, e poi ha anche pagato per l'uomo misero che aveva soccorso. Il buon samaritano ha fatto di più di quello che avrebbe richiesto la giustizia. E questo perché la misericordia è la giustizia più grande".