Inizia la Quaresima e, mentre i fedeli cattolici normali si recano in parrocchia ad ascoltare il parroco che spiega il valore purificatorio di digiuno, preghiera ed elemosina, la Chiesa Autocefala Neocatecumenale riunisce a parte, nelle sue proprie strutture, il suo sacro concistoro, per ricevere la sacra parola del suo Neonapoleone Autoincoronato Kiko Argüello, il quale, dal canto suo, irradia coi suoi sacri lumi il valore spirituale di questo tempo liturgico e, già che c'è, pure gli IBAN per le cospicue offerte in denaro attese dai fratelli della base.
Leggiamo quindi il mamotretino stagionale dell'annuncio di Quaresima. Stavolta, o i ghostwriters del Cammino sono riusciti a ricalcare il Kiko dei vecchi tempi, cari lettori, oppure gli è proprio scappato di mano e parla a ruota libera, tronfio, mitomane ed autoreferenziale come siamo abituati a leggere nei vecchi mamotreti. I pochi elementi cattolici posticci non riescono a coprire eresie e sfondoni. E tanto meglio così, perché quando Kiko parla a ruota libera si vede bene a cosa vada incontro chi si avvicini al Cammino per la prima volta, proprio mentre nelle parrocchie si tengono le Catechesi Iniziali del Cammino Neocatecumenale.
Cominciamo bene, a pagina 3, con la notizia che la santadecategoriasuperiore si sta stufando di fare miracoli:
"Molti di voi siete stati a Madrid, all’apertura della causa di Beatificazione di Carmen. Penso che siate stati contenti. Tutti abbiamo vissuto un giorno di grazia, di grande comunione, di gioia: per potere vivere insieme questo momento così importante per noi, e per tutto il Cammino. Adesso già possiamo chiamare Carmen: “Serva di Dio”. E speriamo nel suo aiuto. Ci ha detto Charly, il postulatore della Causa, che dopo quel giorno è diminuito il numero di grazie ricevute; e dovrebbe essere tutto al contrario! Adesso dobbiamo notificare di più tutti i favori ricevuti per sua intercessione, perché questo può accelerare il processo."
"Ad Antiochia ci sono tre comunità. La situazione è drammatica. La parrocchia cattolica è rimasta in piedi ma c’è 1 sorella morta sotto le macerie. Preghiamo per loro e per tante persone morte. Facciamo un applauso per loro."
"Molti si scandalizzano di quanto lungo è il cammino, ma un albero quanto più ha radici profonde tanto più alto e forte cresce! Noi mettiamo radici, forti radici."
E anche:
"E speriamo che i nostri preti non cadano nella trappola della religiosità naturale che è una trappola che può venire dal demonio."
Dunque Kiko spera che i "nostri preti" cioè i presbiteri del Cammino, il settore considerato più debole e incline a vizi e peccati, non cadano nella trappola della religiosità naturale, che sappiamo essere, per Kiko, la santa devozione cattolica, che inevitabilmente li allontanerebbe dai loro compiti di "distributori di sacramenti" a loro assegnati nell'ambito delle comunità.
Il guru ci conferma anche che il Cammino non finisce in parrocchia come promesso inizialmente al Papa (cfr. mamotreto delle catechesi iniziali) per ottenere l' "approvazione". Soprattutto se questa parrocchia è fatta di gente a modo, che ha studiato un minimo di Catechismo e quindi non crede ad una sillaba dei discorsi di questo imbroglione:
"Dove finisce il cammino? In una parrocchia bene con gente borghese? No, fratelli! Evangelizzando per tutto il mondo, sicuro!"
Con i "borghesi", altrimenti detti "cattolici della domenica", non si vuole contaminare. A meno che non si mettano in fila con gli altri per autoaccusarsi ed umiliarsi pubblicamente in comunità. Ed ecco il solito ritornello:
"È necessario fare dei cristiani, preparare cristiani autentici con delle radici, con delle crisi, con problemi, con sofferenze, e questo richiede molto tempo. Una fede che non sia basata soltanto sul sentimento, ma che sia basata sulla storia, sulla risposta a Dio nella storia e sul combattimento...Essere sufficientemente umile per essere paziente con me stesso, con i miei difetti, ecc., non è facile!"
Forse che Kiko vuole insegnare la pazienza cristiana indispensabile nelle inevitabili difficoltà della vita? Purtroppo sappiamo bene che no. Quando il guru accosta le parole "autenticità" e "sofferenza" vuole intendere che, finché i fratelli non ammettono pubblicamente che la loro esistenza prima del Cammino era fango e che, grazie al Cammino, hanno capito di essere stati ciechi, non saranno graditi al sistema. Chi non è passato per il Cammino può ugualmente rendersi conto di questo fatto, leggendo i dialoghi di scrutini nel mamotreto del secondo passaggio.
Ovviamente questa implicazione vale anche al contrario: se vai a dire ad uno di questi catechisti fanatici che tutto sommato sei tranquillo e confidi nel Signore, se il catechista è particolarmente kikizzato rischi di trovarti un avvoltoio che aspetta solo una tua caduta, per poter esultare con un: "e lo sapevo!". Per convalidare le persone, Kiko vuole prima vederle sbriciolate e poi rincollate a modo suo, durante un tempo molto lungo.
Ricordiamo anche che la tesi che per essere cristiani occorra fare un simile corso di laurea, l'ha sostenuta pubblicamente anche don Pezzi in una recente intervista. Ma la Chiesa allora che battezza i bambini appena nati, con la fede vicaria dei genitori e dei padrini, e che forma sacerdoti in pochi anni di Seminario, ha sempre sbagliato tutto? Ci vogliono trent'anni per formare un cristiano autentico, con l'ausilio dei testi sgrammaticati di Kiko e la costante protestantizzazione della dottrina e mistificazione dei Sacramenti?
Notiamo poi che per il guru spagnolo il combattimento non è finalizzato al perfezionamento di sé, per amore di Dio e del prossimo, ma ad essere pazienti con se stessi e con i propri peccati, come ricordato nel suo "Inno allo Spirito Santo" fatto cantare alle comunità a Pentecoste.
Ma in tutto questo, non sia mai che Kiko dia il buon esempio in ciò che raccomanda: dopo aver recitato la parte del profeta tormentato in un quartiere malmesso di Madrid, negli anni '60 si è insediato a Roma in una zona borghese della domenica, dal quale non si è mai più allontanato molto, neppure dopo averlo "evangelizzato". È invece rimasto a crogiolarsi nello stesso piatto su cui ora sputa pubblicamente e non è mai tornato a vivere da baraccato sofferente tra i baraccati sofferenti.
In definitiva, quel primo maldestro ruolo del santone delle favele si conferma per quello che fu: un virtuosismo da sfoggiare con enfasi, perché questo tipo di sensazionalismo colpisce le emozioni dei figli del benessere. E si sa, dei ricchi, meglio se milionari, a Kiko piace sicuramente una cosa: i loro soldi.
"Ascension: [...] Dobbiamo fare una colletta perché siamo in difficoltà. All’inizio della Quaresima farete una colletta per comunità per aiutare l’evangelizzazione.
Kiko:
Una colletta! Siate generosi, coraggio! La vita è un passaggio."
Ed ecco, subito dopo, un paginone pieno di IBAN vari, della fondazione "Famiglia di Nazareth" per l' evangelizzazione (leggi: neocatecumenalizzazione), con l'esortazione a non inviare raccomandate o vaglia postali.
Annuncio di Quaresima, Roma - Seminario Redemptoris Mater, 8 Febbraio 2023 Primissime parole di Kiko: Buonasera a tutti. Complimenti al pittore del retablo, l'ha fatto molto bene! Preghiamo: Ti rendiamo grazie Signore... |
Ma come vengono spinti verso gli IBAN i fratelli neocatecumenali? Torniamo allo sproloquio kikiano sul combattimento spirituale, una mini catechesi sui vizi capitali, copiata (non sappiamo quanto fedelmente) da Isaia Di Scete, padre del deserto del V secolo. Apprezziamo il fatto non scontato che Kiko abbia dato un riferimento da poter controllare.
Senza grande sorpresa, notiamo che la parte sull'avarizia è di quattro volte più lunga di quelle relative agli altri vizi. Come al solito, il guru mette in chiaro che se qualcuno non sgancia il dinèro al Kiko, sta dimostrando che odia Dio:
"RAMI DELL’AVARIZIA, dell’affanno di denaro, dell’amore al denaro: non credere che Dio ha cura di te.
Anzi, l’avaro è tale perché ha disprezzato le promesse, ha disprezzato le promesse di Dio. Dio ha detto: “Perché vi angustiate per la vostra vita, cosa mangerete, cosa indosserete?”. Bene, l’avaro non ha ascoltato questo, l’ha disprezzato, ha avuto disprezzo per questa Parola, l’ha considerata spazzatura. Ha detto: “Questa Parola è stupida”. E Dio deve contenere gli angeli custodi che aiutano l’uomo perché non lo aiutino, perché nella sua libertà l’uomo non veda l’agire divino; o deve dire agli angeli: “Fatelo di nascosto, perché lui disprezza la mia opera”, per questo accumula, lavora. Dio non c'è!Un altro ramo dell’avarizia è la vanagloria: l’avaro è un vanaglorioso, ama molto il comfort, lo stare bene, desidera la gloria mondana. L’avaro è implacabile, ha un cuore duro.Altra ramificazione dell’avarizia: carenza di coscienza; l’avarizia ha distrutto l’anima, gli manca la compassione. L’avarizia gli ha indurito il cuore, ha durezza dentro e non crede nel giudizio divino, non crede che c’è un Dio che lo castigherà. Crede nel denaro!"
Citando Isaia di Scete, Kiko legge che il giogo soave di Cristo, in grado di affrancare il credente dall' oppressione dei peccati, porta a:
"la purezza, l’assenza di collera, la temperanza, la bontà, la dolcezza, l’allegria di spirito, la temperanza."
Esattamente al contrario dei comportamenti apprezzati nei catechisti neocatecumenali, protervi, collerici, incontinenti, lugubri e spesso rancorosi, mai sorridenti, mai accondiscendenti: esattamente come i loro "esempi spirituali", i loro iniziatori.
"E che significa salire sulla croce? Per esempio, adesso arrivi a casa e ti chiama la polizia dicendo che ha trovato tua figlia non so dove con un tizio, e non so che ha fatto. Uh! Ti hanno dato una botta nello stomaco, vero? Mamma mia! “Mia figlia... Che succede? Mia figlia!”.
Bene, tu sali sulla croce e andando in macchina al commissariato per questo evento così brutale, così difficile, tu tranquillo: sali sulla croce con Cristo, aspetta tutto il peggio con Cristo, non scendere! È facile? Speriamo di sì. La croce viene sempre a cercarti: forse è molto tempo che non preghi e grazie a quel fatto hai cominciato a pregare. Salire sulla croce significa accettare totalmente la tua realtà storica, quello che ti uccide, che ti distrugge: accettarlo come proveniente da Dio.
Non opporre resistenza al male è il cuore del Vangelo. Non opporre resistenza al malvagio o al male. Entra nella croce confidando in Dio, sapendo che Dio è causa prima e che niente di male ti può succedere; se Dio lo permette per te, sarà buono per te!"
"Perché basta un cambiamento sociologico - come adesso è successo con il Covid -, e la gente cambia tutto; e non solo la pandemia, perché dall’inizio del secolo, la partecipazione ai sacramenti è diminuita della metà nella maggioranza dei paesi europei."
"Un monaco si credeva santissimo (racconto di nuovo questo aneddoto) un angelo dice che c’è un altro superiore a lui. Incuriosito, va in Egitto per vederlo e trova che è un calzolaio che lavorava in una strada malfamata, terribile. Questo anacoreta dice al calzolaio: “Per tutta la vita ho cercato un’opera che fosse gradita a Dio, e credevo che per essere graditi a Dio bisognava lottare contro i vizi, contro i piaceri, con digiuni, ecc. Ma risulta che tu sei un laico e dicono che sei superiore a me. Allora io ho perso tanti anni! Qual è l’opera che tu fai, che vale più di tutte le mie?” “Beh, io lavoro”. “Anch’io lavoro!” “Vado a messa la domenica”. “Anche io vado a messa la domenica. Ma tu sei sposato, hai figli: che fai?” “Do’ la decima, osservo i digiuni e le astinenze di Quaresima”. “Ma tutto questo è normale”.
Mentre parlavano, arrivano dei ragazzacci che stanno giocando e uno comincia a bestemmiare come un turco contro la Madonna e contro Cristo, dicendo cose orribili, bestemmie spaventose. Dice il monaco: “Come puoi lavorare qui sentendo tutte queste barbarità? Cosa ti passa per la mente?”. E quello dice: “Ogni volta che sento una barbarità penso: Quello sicuramente va in paradiso e io non sono sicuro. Ogni volta che sento una bestemmia dico: Sì, adesso bestemmia ma sicuramente quello è migliore di me e va in paradiso”. E il monaco dice: “Questo mi supera”, perché con tutta la sua ascesi lui si credeva migliore di tutti; e quel calzolaio considerava che quelli della strada erano migliori di lui."
"la fede adulta consiste nel considerare gli altri superiori a te. Chi non si sente qui inferiore agli altri non conosce ancora la fede."
"Non soltanto puoi accettare l’ingiuria, ma devi chiedere a Dio che qualcuno ti ingiuri, devi cercare di assomigliare a Cristo: unica gloria del cristiano è assomigliare a Cristo crocifisso. E a te non si può parlare a voce alta, né ingiuriare, né parlare male; tutti devono obbedirti... Come è possibile che siamo diventati nemici della croce di Cristo? E portiamo il nome di cristiani! È una gloria, una corona per il cristiano assomigliare a Cristo. Allora se nel lavoro ti viene un problema, non essere fesso: credi che quelli, ce l’hanno con te? No, è Dio! Se tuo marito ti ingiuria è Dio che lo permette per te, è Dio che viene a cercare frutto, che ti vuole aiutare."
Anche qui ci sarebbe molto, moltissimo da commentare; abbiamo preclari esempi di neocatecumenali del tutto assenti dal lavoro, che prendono giorni di malattia per partecipare alle convivenze, o giostrano con i permessi di maternità mettendo in grave difficoltà i colleghi e che poi concludono che le reazioni alterate altrui sono una "prova" mandata loro da Dio, di cui vantarsi!
Manca sempre, nei discorsi di Kiko e dei suoi cloni kikatechisti, il richiamo all'onestà, al retto comportamento prima di ogni altra cosa. Il problema sul lavoro o in famiglia creato da te, con il tuo comportamento, la tua freddezza, il tuo delirio religioso non è una croce o un martirio da attribuire a Dio, non è una prova per il tuo perfezionamento ma la conseguenza di tuoi precisi atteggiamenti.
Segue un richiamo a 1Corinzi 1, 28-29 : 28 Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; 29 perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
"Chi mangia e beve la Comunione senza discernere quello che mangia e beve, mangia la sua condanna. Noi mangiamo nell’Eucarestia Dio che si è fatto pane, pane che si spezza per noi. Tanto si è dato Dio all’uomo che si è fatto pane, si è fatto uomo, tanto che si è donato totalmente."
Peccato che proprio loro siano i primi a togliere sacralità e consapevolezza nell'animo dei comunicandi, svalutando l'importanza d'accostarsi alla Santa Comunione in grazia e confessati.
“Il tuo annuncio Kiko è stato un cibo sostanzioso che alimenta il nostro spirito: come un cioccolato caldo e spesso!”
"Grazie all’appoggio di Papa Francesco, il Cammino è stato salvato quando alcuni settori hanno cercato di togliere l’Eucaristia in piccole Comunità" (in grassetto nel testo).