lunedì 27 settembre 2021

Progetto Decima: "Chi ha soldi non ama Dio. Quindi datemi tutti i vostri soldi, cocchi di Mammona!" (Dal mamotreto del II passaggio)

Tra le varie deformazioni bibliche utilizzate dal Cammino al fine ultimo di estorcere la decima ai fratelli, al momento del secondo passaggio neocatecumenale viene messo sotto attacco persino il primo comandamento, dell'amore a Dio. Il comandamento è riformulato in modo da identificarlo con il distacco dai beni materiali (pagg. 31, 33, 43, 45, 78), invece che riconoscere il distacco come una delle conseguenze dell'amore a Dio. A pag. 31 del mamotreto del II passaggio dice Kiko:

"Amare Dio con tutte le forze, con tutto il denarocon "tutto il lavoro"
che va a sostituire la formulazione cattolica (cfr. Mt 22, 37 e Lc 10, 27):
Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.

Ma come sempre, il Cammino si serve di mutazioni radicali dei significati, sforzandosi nel contempo di far credere che si tratti solo di sinonimi. In questo caso forse qualcuno invocherà la scusa dell'afflato di generosità a tutto tondo, verso il Padreterno e verso il prossimo. Tuttavia sappiamo bene che non si tratta di questo. Al vaglio dei fatti, arrivi dunque la sentenza: il bottino viene trasformato in denaro (pag. 141e sparisce nei meandri dei conti correnti dei gerarchi, che ne dispongono come credono, e più non dimandare (cit.), perché non hai diritto ad alcuna spiegazioneIl fratello semplice deve limitarsi a rimanere concentrato sulla dimostrazione del suo amore a Dio tramite l'osservanza del primo neo-comandamento. Dice Kiko a pag. 78:

Tu sei disposto ad amare Dio sopra ogni cosa? Comincia a vendere i tuoi beni. Dimostralo a te stesso.

... una cosa che solo a leggerla suona già come il ricatto morale che in effetti è - e che non assomiglia affatto né al primo comandamento né al modo in cui San Paolo (per fare un esempio) presenta la carità materiale in 2Cor 9,7:

Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso.
Il secondo passaggio pone espressamente i fratelli dinanzi ad un bivio: Dio o Mammona? 
Anche se ultimamente, causa declino inesorabile, i vertici del Cammino hanno iniziato ad accontentarsi di ciò che passa il convento (con buona pace del primo comandamento riformulato) rimane comunque il fatto che al secondo passaggio arriva, in quel preciso tempo della vita dei fratelli, il momento di scegliere definitivamente e materialmente tra uno dei seguenti dèi:
❏ 1. Il "Dio di Mosè e di Abramo", che ti fa uscire dal paese della schiavitù dagli idoli e delle tue sicurezze: il "Dio della precarietà", il "Dio del qui ed ora", il "Dio che cammina avanti a te nella tua storia"Sembra tutto molto biblico e molto vivo, vero? Peccato che poi, con agile mossa, il Cammino si sostituisca al Dio Vivente. Ai camminanti non rimane che obbedire alle capillari ed intrusive istruzioni dei catechisti, a tutto vantaggio materiale del Cammino.
❏ 2. l'idolo Mammona, il dio pagano (pagg. 44, 91), il dio di chi brama denaro e sicurezze materiali, compresa una famiglia (pagg. 65, 71, 80, 111129, 132, 170, 175) e desidera una vita tranquilla e ben definita (pagg. 37, 45, 46, 86, 111, 142, 144-145). Kiko vuole strapparvi dalle braccia di Mammona più che da quelle dei demoni che presiedono a tutti gli altri vizi capitali messi insieme, ed è con enfatica deprecazione che il guru traccia il profilo dell' imperdonabile avaro (pagg. 85-86) che si rifiuta di mollare il malloppo al Cammino. Inquieta seriamente il contrasto con la comprensione carezzevole esibita, anzi, incoraggiata, nei confronti del pedofilo processato, al quale Kiko arriva addirittura ad accomunarsi (pag. 150).

L'idolo Moloch continua a lavorare indisturbato
mentre il Cammino è occupato a sottrarre adepti all'idolo Mammona.

Mentre in Cammino si predica che Dio non sarebbe offeso dai nostri peccati e che se pecchiamo sono affari nostri (pag, 144l'avarizia pare essere il peccato che mostra il nostro disamore per Dio, quello per il quale il Cammino richiede ai fratelli un vero combattimento spirituale fino a risultato ottenuto, ovvero, la cessione al Cammino stesso di primizie e decima. Kiko conferma al secondo passaggio il criterio da lui stesso introdotto al primo passaggio - a pag 5 del relativo mamotreto:
Se ti ascoltano si convertono e se si convertono devono mollare il malloppo. Così se tu ti accorgi che c'è una maggioranza schiacciante di gente che comincia a dormire, o che in comunità viene solo un gruppetto di fratelli, ricordati cosa dice il Vangelo: "Dio o il denaro". Il punto sta nei soldi come idolatria, e voi avete potere per espellere questi demoni. [...] Sempre i soldi sono il simbolo dell'amore al mondo e lì entra tutto il resto [...] l'amore al denaro, l'idolatria, è una malattia, è come un demonio 
Noi abbiamo il potere di liberarli predicando loro Gesù Cristo. 
Anche se queste parole non facessero parte del piano di estorsione neocatecumenale, cioè se i soldi dei fratelli andassero veramente ai poveri, rimarrebbe comunque il vizio una morale fanatica e deforme: neppure nel combattimento contro la superbia, la radice ultima di tutti i peccati, il Cammino richiede tanti sforzi: ci pensa il Signore a farti passare la superbia, azzoppandoti - più precisamente, ci pensa una sua sadica caricatura disegnata da Kiko. Notiamo anche la solita predilezione per "la parola" (magica, in questo caso, perché pronunciata da stregoni) come strumento spirituale efficiente.

La dicotomia tra il Dio di Abramo e il demone dell'Avarizia e la necessità della separazione dai beni percorrono tutto il secondo passaggio (es. pagg. 44, 83-84, 91, 101, 141, 151-155, 173, 174). A volte Kiko parla di rinuncia in favore della parrocchia, altre di condivisione dei beni sul modello delle prime comunità cristiane. È già chiaro che la gestione non sarà trasparente né democratica ma l'importante per i fratelli è cedere i beni perché questo significa scegliere Dio. Dice a Kiko a pag. 91:
Però l'importante è se desiderate essere cristianiSe essere cristiani è per voi più importante che avere una casa al mare, o una casa stupenda. Non si tratta qui di essere poveri, capito, né di portare i pantaloni rotti.  
Perché il Signore ci ha promesso che a chi vende uno riceverà centoqui. C'è molta gente che in questo scrutinio ha dato molto denaro per i poveri e ora vai a domandarle se si è impoverita o se il Signore, veramente, non gli ha dato il cento per uno. Però, questo si che è importante, in questo scrutinio tu devi scegliere tra Dio e Mammona. 
Mammona è un simbolo di potere. Vendere i tuoi beni, dare il tuo denaro, è un simbolo per umiliarti 
Essere cristiano significa umiliarsiessere l'ultimo: quelli che hanno denaro sono i primi. Per questo è importantissimo che tu provi te stesso in questo.

Essere cristiano non significa affatto essere l'ultimo nel senso che intende Kiko, cioè del masochista che si consegna nelle mani del mondo per lasciarsi distruggere e disonorare dietro l'esempio (storpiato da Kiko) di Nostro Signore stesso - ne abbiamo parlato qui. La cristianità conta una lunga lista di sovrani Santi che hanno servito Dio gestendo, secondo la Sua volontà, le ricchezza ed il potere ricevuti nella vita terrena. Dalla lettura di tutto il mamotreto invece emerge l'istinto perverso dei fondatori del Cammino (ivi compresi quelli che sono rimasti dietro le quinte) ed il loro desiderio sadico di devastare di tutto ciò che è cattolico, sia in spirito che in materia. A tutto ciò come cattolici siamo chiamati a reagire con decisione e fermezza.

San Domenico alla prova del fuoco (dei libri) contro gli Albigesi.
"San Domenico e gli Albigesi" di Pedro Berruguete (1493 ca.)

Confrontiamo i deliri sadici dei fondatori del Cammino con i contenuti del Compendio di Teologia Ascetica e Mistica (formato PDFdel sacerdote e teologo francese Adolphe Tanquerey, che contiene una sintesi dell'immenso patrimonio dottrinale della Chiesa Cattolica. Al punto punto 202 troviamo l' amore disordinato dei beni della terra, ovvero, l'avarizia:

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Per ciò che riguarda l'amore disordinato dei beni della terra, bisogna ricordarsi che le ricchezze non sono un fine ma un mezzo che la Provvidenza ci dà per sovvenire ai nostri bisogni; che Dio ne resta il supremo Padrone, che noi in fondo non ne siamo che amministratori, e che dovremo rendere conto del loro uso.

[Poi il sacerdote precisa la gradualità delle elargizioni dovute dal singolo fedele, che rispecchiano il grado di perfezione spirituale da egli raggiunto secondo il giudizio del direttore spirituale, e da effettuarsi secondo modalità che dipendono dalle inclinazioni personali e sicuramente non per costrizione: da un minimo, doveroso per tutti i gradi di progressione, ad una scelta estrema per i perfetti. - NDR]:

È quindi savia cosa dare larga parte del proprio superfluo in elemosine e in buone opere; a questo modo si assecondano i disegni di Dio, il quale vuole che i ricchi siano, a così dire, gli economi dei poveri; e si fa un deposito sulla Banca del cielo, che ci sarà reso centuplicato quando entreremo nell'eternità: "Accumulatevi, dice Gesù, tesori nel cielo, dove la ruggine e la tignuola non corrodono; e dove i ladri non forano muri né rubano". È il mezzo sicuro per distaccare i nostri cuori dai beni della terra ed elevarli a Dio: "perchè, aggiunge Nostro Signore, dov'è il tuo tesoro, ivi è il tuo cuore. Cerchiamo dunque innanzitutto il regno di Dio, la santità, ed il resto ci sarà dato per giunta.

A diventar perfetti, occorre ancora qualche cosa di più, praticare la povertà evangelica: "Beati, infatti, sono i poveri di spirito: Beati pauperes spiritu". Il che può farsi in tre modi, secondo l'inclinazione e la possibilità di ciascuno: 1) vendendo i propri beni e dandoli ai poveri; 2) mettendo ogni cosa in comune, come si pratica in certe congregazioni; 3) serbando il capitale e privandosene dell'uso, col non spendere nulla se non col consiglio d'un savio direttore.

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La Parabola dei Talenti (Mc 25,14-30 ; Lc19,12-27). "Portare in banca il talento che Dio ci ha dato significa accogliere la grazia santificante perché tutto ciò che si compie in grazia di Dio è meritorio per se stessi e nello stesso tempo è meritorio per tutta la Chiesa e l’umanità. Nascondere il talento preziosissimo della grazia significa allora sottrarre a se stessi il bene del Paradiso e significa anche sottrarre alla Chiesa tante preziose energie" - da P. Angelo Bellon, per Amici Domenicani

Vedi anche: Settimo, non rubare. Dal Catechismo della Chiesa Cattolica.

Al contrario di quanto comanda Madre Chiesa, nessuna personalizzazione è concessa in Cammino per quanto riguarda la carità materiale. I neocatecumenali più fanatici sono addirittura (stati) convinti che senza l'obbligo di decima nessuno pratichi la carità secondo i precetti della Chiesa. Vanno avanti al motto di Kiko: "Venceremos, adelante!! O decima o muerte!!". 

Come cattolici siamo invece chiamati a non adorare l'idolo dei beni ed a gestire gli stessi responsabilmente e per amare il nostro prossimo secondo le priorità dettate dal nostro stato. Inoltre, l'amore a Dio si prova col fuoco del distacco da tutti gli idoli, non solo quello dell'avarizia, e con l'osservanza di tutti i comandamenti, non solo del settimo. Cfr. Dt 11, 1:
Ama dunque il Signore, il tuo Dio, e osserva sempre quello che ti dice di osservare: le sue leggi, le sue prescrizioni e i suoi comandamenti.

 

66 commenti:

  1. CHI DONA LA DECIMA AIUTA LA BEATIFICAZIONE FISCALE DI KIKO & COMPANY...

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  2. NEOCATECUMENALI, PUBBLICATE IL DECRETO E LO STATUTO DELLA FONDAZIONE "CAMMINO NEOCATECUMENALE" DEL 28 OTTOBRE 2004!

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  3. L'argomento soldi fa sempre imbufalire gli asini raglianti. Anzitutto perché si rendono conto, anche solo approssimativamente, di quanto denaro e beni e risorse hanno mollato agli esattori del Cammino in nome di un imprecisato "provarsi sui beni".

    Ricordiamo ai gentili lettori che il «vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri» (cfr. Lc 18,18ss) prosegue con «poi vieni e seguimi». Notate il «seguimi»: si tratta chiaramente di ciò che oggi chiameremmo "vita consacrata" (monastica, conventuale...), non si tratta della vita quotidiana di un laico.

    Il problema delle ricchezze che impediscono di entrare nel regno dei cieli è l'incapacità ad utilizzarle per il Signore. Uno può farsi una vacanza in un albergo lussuoso con grandi mangiate (e magari chiamarla "convivenza"), e non è un buon uso delle ricchezze. Lo stesso soggetto può utilizzare quei soldi per comprare il necessario per la scuola ai figli, o per cure mediche a qualche familiare, ed è un buon uso delle ricchezze (si sta veramente "provando sui beni" senza neanche saperlo) perché onora il sacramento del matrimonio (onora il Signore senza neanche saperlo).

    Se invece quello stesso soggetto desse quelle proprie ricchezze ai "poveri" togliendole alla salute della moglie e all'educazione dei figli, starebbe disonorando il sacramento del matrimonio. Come può mai guadagnare il regno dei cieli uno che disonora il matrimonio?

    Il laico è chiamato sì alla povertà, ma povertà non significa mai impoverimento. Il padre e la madre che spendono soldi e tempo per l'educazione dei figli, stanno già vivendo la povertà, perché anziché rifilare i figli alla babysitter per andarsene a fare i borghesotti in vacanzina in albergone lussuoso per atteggiarsi a "fede adulta", hanno sacrificato tempo e ricchezze per i figli che Dio ha donato loro.

    Gli asini raglianti non lo capiranno mai. Per loro l'importante è immolare soldi a Kiko e ai suoi scagnozzi. A qualsiasi costo, anche di sacrificare ciò che era necessario a moglie e figli.

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    1. Gli asini raglianti odiano la propria famiglia. Parlai con mia cognata e disse che alcuni anni fa preferi
      andare in convivenza di riporto invece che in ospedale a stare col padre in fin di vita. Caso volle il padre mori durante la convivenza. Ma sai come funziona, lascia che i morti seppeliscano i morti. Questo e' cinismo vero ed e' anche mancanza di carita verso il prossimo.

      Con la decima stanno messi male, i poveri danno la decima togliendo cose basiche ai figli, mentre quelli che sono ricchi continuano ad accumulare richezze dicendo che e' il loro premio al dare la decima.

      Che dio strano hanno loro, ad uno lo premia ed al povero invece no, lui continua nella sua poverta...

      Cambiando discorso, ieri andai alla messa tridentina, tra tante cose che notai fu che non c'era nessun telefono in vista ne chiacchiericcio. Ma i neocat sono chiassosi perche come dicono loro un cristiano deve essere allegro e gioioso, poco importa se si fa un casino nella casa del Signore

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    2. Anonimo Texas copia by Tripudio usando anche lui il simpaticissimo epiteto "asino ragliante". Messa tridentina? Non avevamo dubbi che quelli del blog amano questa messa, si vede che sono coltissimi, avranno fatto tutti il liceo classico dove il latino lo studiano benissimo. Noi invece, poveri ignorantoni, ci accontentiamo della nostra messa meno solenne ma più allegra e comprensibile. Che ci vuoi fare? Niente..............................

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    3. Ma la Messa in rito straordinario in realtà è molto semplice, più semplice della Messa Novus Ordo ed enormemente più semplice della Eucaristia neocatecumenale. Puoi non sapere il latino e seguirlo sul Messale o scaricare da internet il testo di tutta la liturgia con la traduzione. Io consiglio di seguirne almeno una, se non lo si è mai fatto nella vita, per comprenderne la bellezza e gustarne la solennità. Parteciparvi anche poche volte, o addirittura una sola volta, è più eloquente di mille parole e di mille spiegazioni, ed aiuta a vivere con più gioia e partecipazione la Messa in rito ordinario.

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    4. Anonimo 17:26 il latino non lo conosco, qui in USA molti giovani e famiglie si stanno avicinando alla messa in latino, quindi sono voluto andare quasi per curiosita.
      Tutto l'ambiente era molto serio, adulti e bambini inginocchiati a pregare, non coi telefonini come succede da voi. Ah pero questi hanno religiosita' naturale... ma almeno hanno rispetto per i sacramenti, la messa e della chiesa stessa.

      Io sono stato 10 anni in cammino e mai in una messa kika ha regnato il silenzio e la preghiera, anzi chiasso assurdo e pettegolezzi.

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    5. Mai, piuttosto la morte

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  4. "È quindi savia cosa dare larga parte del proprio superfluo in elemosine e in buone opere;"

    Interessante questo capoverso citato nel post odierno , tratto dall'opera di Adolphe Tanquerey.

    Nel CN, non solo non sono permesse elemosine o opere di bene fatte al di fuori del movimento, ma la decima "obbligatoria" è da calcolare sul lordo delle proprie entrate, quindi si rischia ogni mese di donare il necessario e non il superfluo, per adempiere correttamente alla rigida legge kikiana.
    A cosa serve privarsi del necessario per poi essere costretti ad umiliarsi e richiedere indietro al responsabile parte della propria decima?

    Perché consentire questa umiliazione inutile o costringere i capofamiglia a mettere meno soldi dentro al sacco nero e vivere con il rimorso di avere trasgredito ad un sacro comando divino?

    Questo è un comportamento perversamente inutile e pericoloso.

    È un modo subdolo di umiliare gli adepti e riempirli di inutili sensi di colpa.

    Per poi scoprire che quel denaro, donato con tanto sacrificio, viene gestito senza alcun bilancio pubblico e senza alcuna trasparenza.

    LUCA

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    1. Se la decima viene valutata sullo stipendio lordo, che è quasi il doppio di quello netto in realtà percepito, ogni camminante ogni mese dovrebbe in pratica dare tutto il suo stipendio come decima al Cammino e vivere quindi....di cosa? Di aria?

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  5. Osservatori pubblicate la lettera ricevuta da don Zoffoli.

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    1. La lettera "ricevuta" da padre Zoffoli non contiene "debunking" del lavoro svolto da padre Zoffoli.

      Comunque, chi volesse saperne di più, può leggerla insieme con la risposta di padre Zoffoli (15 settembre 1995).

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    2. Se leggessero un centesimo dell'opera di padre Enrico Zoffoli, scoprirebbero cosa è veramente il cattolicesimo. Se leggessero anche solo il libretto che in quell'occasione mandò a Ruini, scoprirebbero l'abissale differenza tra il magistero di papa Giovanni Paolo II e le eresie del mamotreto che gli è stato inculcato al posto del Vangelo di Cristo. Ma se, come sempre, si limitano a ripetere ciò che qualche incolto apologeta di Kiko o kiko stesso ha insegnato loro, non capiranno mai nè l'una cosa, nè l'altra.

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  6. Quello di Kiko e Carmen è un dio che delude il credente causandogli il trapasso della fede. I dubbi che le catechesi e le pratiche kikiane insinuano nell'uditore sono talmente trafiggenti da fargli sanguinare la spiritualità, provocandogli un'emorragia talmente copiosa da farlo rimanere esamine e disorientato. Come si può credere di mantenere una fede salubre in un ambiente in cui l'anima viene mortificata da menzogne, liturgie inadeguate e stili di vita orientati prettamente sulle rigorose e settarie regole del cammino; in cui si persegue il luciferino fine di sovvertire le Verità rivelate della fede cattolica e di assalire il Magistero della Chiesa ed il Catechismo della Chiesa Cattolica?

    Non si può rimanere incolumi credendo in un dio che impone condizioni, che pesa come un macigno sulla libertà, che ricatta, che esonera la giustizia, che dà un 'amore' schiavizzante. Questa idea malsana di Dio, appartenente ai due famosi vertici del contesto ed espansa in ogni saletta, è piuttosto fonte di scoramento, disillusione, abbandono della fede. Ciò perché entra in gioco una sorta di legame superstizioso con il divino che, chiaramente, non può mai esaudirsi in qualcosa di giovevole. Quando il neocat. dona i suoi averi, regalando al cammino ciò che appartiene non soltanto a sé ma ancor più ai suoi figli - ad esempio -, si aspetta di ricevere cento volte ciò che ha perso, ma non vedendo i frutti promessi dai catechisti (che mai aderiscono al Vangelo) si dispera entrando in crisi. Brutta storia.

    Kiko è uno spilorcio senza eguali! Egli, nonostante rubi - con l'inganno consolidato del sacco nero e delle motivazioni farlocche - soldi in quantità sino a raggiungere cifre da capogiro, ha il coraggio di elemosinare ai suoi seguaci un miserabile biglietto aereo o il saldo della sua quota per la convivenza vissuta (e quant'altro), per poter proseguire - afferma - la sua "generosa" missione "evangelizzatrice". Kiko, che nel tempo ha acquisito l'infausto 'tocco di re Mida', è invaso dal grave peccato dell'avarizia; il denaro lo possiede, lo ossessiona. E purtroppo, come ben sappiamo, Kiko riesce a coinvolgere nell'empietà anche tutti i suoi 'figlioli' ('tale padre, tale figlio', ammetto che il concetto mi inquieta), pertanto nell'assemblea dei servi troviamo anche qualche prodigo.

    L'invito al peccato è il fondamento della cultura neocatecumenale.

    (Dal Canto VII - IV Cerchio)
    Dante:

    «Gli avari e i prodighi girano a semicerchio ruotando con il petto enormi macigni, fino a scontrarsi; quindi si rimproverano a vicenda la propria colpa e ricominciano a girare nel senso opposto, così per l'eternità.»

    Questa categoria di prodighi elargisce smodatamente i propri soldi al cammino, soprassedendo anche alle esigenze economiche dei familiari.
    Non potrò mai scordare quegli sconsiderati che, senza giudizio, hanno immesso nel cesto della raccolta proficua del famoso passaggio in cui i catechisti arraffano ogni bene, dei gioielli, delle chiavi (simboleggianti un mezzo di trasporto, una casa, un terreno...), dei preziosi d'ogni genere anche dall'elevato valore affettivo; ricchezze di famiglia la cui destinazione dovrebbe competere anche ad altri e via discorrendo su questa strada buia di cui molti, nel tempo, si sono amaramente pentiti d'aver percorso. Cedere a questi ricatti dispensando senza senno sino 'all'ultimo spicciolo', fa sì che si cada in peccato. È una verità amara, ma è una verità con cui credo sia un bene fare i conti.

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  7. Risultato:
    Danno alla gestione familiare,umiliazione a richiedere indietro il necessario, senso di colpa ogni volta che non si versa il dovuto,beffa nel riscontrare gestione opaca,nessuna chiarezza e trasparenza nell'uso di quel denaro estorto senza alcuna vera motivazione religiosa.

    LUCA

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    1. ma perchè ci propinate preti vissuti nel lontanissimo passato?

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    2. Dicesi "passato", secondo i neocatecumenali: qualunque anno scelto a caso, compreso tra il 313 dC e il 1968 dC, anno in cui il sole dell'avvenire sorse tra le corna del loro fondatore Kiko.

      Vivere come i pastori dell'età del bronzo, evitando internet, facendosi comandare in tutto fino all'elastico della biancheria da profeti improvvisati va bene, ma gli inizi del 1900 sono loooontanissssssssimiiiiii!

      ok! come volete.

      A. Non.

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    3. @anonimo
      Fermo restano che il "prete" in questione è morto nel 1932 quindi vorrei capire il tuo concetto di "lontanissimo", ma si sa che rendervi ridicoli è il vostro sport preferito..

      Ti vorrei ricordare che la Chiesa l'ha fondata GEsù Cristo MOOOOLTO prima della nascita del cammino. E l'ha sempre accompagnata e lo farà fino alla fine dei tempi. LO ha promesso Cristo stesso. A meno che tu non pensi che Kiko ne sappia più di Gesù Cristo. DIco te perchè Kiko cmq ne è convinto a prescindere.

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  8. Per Kiko la superbia non è un problema perché: "ci pensa il Signore a farti passare la superbia, azzoppandoti"
    Kiko, visto da chi non lo adora, oltre ad essere un eretico, è come Pippo: fa ridere tutta la città anche se lui non lo sa.
    In realtà si può usare la zoppia per insuperbirsi.
    Anche questa è un'espressione di "borghesia", perché è una forma di dolorismo simile a quelle che Kiko condanna negli ALTRI.
    Chi accusa gli altri per invidia, accusa se stesso.

    L'umiltà non è data dalla zoppia, anche se Dio la permette proprio perché ci sentiamo bisognosi, ma è data dal metterci davanti a Gesù, il cui "ritratto" è descritto nelle Beatitudini.

    Dice inoltre Kiko:
    "Perché il Signore ci ha promesso che a chi vende uno riceverà cento, qui. C'è molta gente che in questo scrutinio ha dato molto denaro per i poveri e ora vai a domandarle se si è impoverita o se il Signore, veramente, non gli ha dato il cento per uno. Però, questo si che è importante, in questo scrutinio tu devi scegliere tra Dio e Mammona".

    Kiko chiede di dare, illudendo gli ingenui, che riceveranno il centuplo qui, in DENARO!
    Ma questo è vero fondamentalismo! E Fallacio pretendende che non si dica che Kiko è eretico?

    Sembra che Kiko proponga una forma di investimento molto conveniente, ma fasulla, come i titoli spazzatura venduti dal MPS o dalla Banca Etruria!
    Ma questo è un inganno che andrebbe perseguito anche penalmente.

    Sembra che Kiko, mettendo il Cammino al posto di Dio, non combatte l'avidità, semplicemente fa sì che gli adepti si identificano con il Cammino stesso, in modo da fomentare l'avidità personale e sfruttarla a proprio vantaggio.

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    1. Per Kiko Dio NON si offende per i nostri peccati, ma lui sì che si offende se non si molla il malloppo!

      In un'omelia ascoltata di recente, il sacerdote ha parlato di accoglienza e apertura.
      Un'omelia senza errore e condivisibile, senonché, a un certo punto, ha detto: "Questi (di non accoglienza) sono i peccati che si devono confessare!".
      Cose se gli altri, ad esempio la pornografia, non si dovessero confessare.
      Ho così pensato che probabilmente quel sacerdote era di ideologia modernista.

      Ma la morale di Kiko è ancora peggiore di quella proposta dal predicatore dell'omelia, perché non solo è PARZIALE (cioè esclude pregiudizialmente una parte della verità, come se la verità, decapitata, fosse ancora verità viva), ma è anche sbagliata nella parte considerata.

      Per Kiko, infatti, il peccato da confessare veramente (non nella Confessione sacramentale, ma ai catechisti) è la disubbidienza al Cammino, che non è affatto peccato, e, soprattutto, il non versare quanto preteso dagli esattori.
      Cosicché i camminanti imparano a mentire per difendersi: dicono di versare la decima, ma, spesso, col cavolo che lo fanno!

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    2. Formidabile questo blog : adesso Kiko è come Pippo che non lo sa ma quando passa ride tutta la città. Il nostro libro sui vostri epiteti, in continuo aggiornamento, quando uscirà avrà un successone. Ma il merito sarà tutto vostro, tranquilli, non vi rubiamo il copyright. Ci siamo impegnati nell'introduzione a citare la vostra fonte, il blog, al quale andranno i nostri più sentiti ringraziamenti.

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    3. Non vorrei interferire con gli affari della vostra casa editrice, Amico degli Epiteti,
      ma se il copirait è nostro, che lo scrivete a fare voi il libro?

      Edizioni FungKu. Scriviamo il meno possibile e se rimane uno spazio bianco inseriamo una figura rubata da internet.

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  9. Piccolo promemoria per chi "capisce che c'è qualcosa che non va, ma non sa spiegarlo bene":

    Avvertiti dal proprio sensus fidei, i singoli credenti possono giungere a rifiutare l’assenso a un insegnamento dei propri legittimi pastori se non riconoscono in tale insegnamento la voce di Cristo, il buon Pastore. «Le pecore lo seguono [il buon Pastore] perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei» (Gv 10,4-5).

    Per san Tommaso un credente, anche privo di competenza teologica, può e anzi deve resistere in virtù del sensus fìdei al suo vescovo se questo predica cose eterodosse. (Tommaso d’Aquino, Sup. III Sententiarum, d. 25, q. 2, a. 1, sol. 4, ad 3:) In tal caso il credente non innalza se stesso a criterio ultimo della verità di fede: al contrario, di fronte a una predicazione materialmente «autorizzata» ma che lo turba, senza che ne possa spiegare esattamente la ragione, egli differisce il proprio assenso e si appella interiormente all’autorità superiore della Chiesa universale. (Tommaso d’Aquino, Sup. III Sententiarum, d. 25, q. 2, a. 1, sol. 2, ad 3; Id., Quæstiones disputatæ de veritate, q. 14, a. 11, ad 2.)

    (articolo completo a questo [link])

    Nostre considerazioni: chiunque capisca che il Cammino "ha qualcosa che non va", anche se non è capace di spiegarlo, rifiuta di accettare il Cammino perché si fida del giudizio della Chiesa universale.

    E il giudizio della Chiesa universale non è lo straccio di approvazione emanato dal prelato amicone di Kiko, ma è il giudizio di Nostro Signore - poiché la Chiesa è stata fondata proprio per continuare l'opera del Signore.

    Di quel "qualcosa che non va" abbiamo tutti fatto esperienza tantissime volte e in tantissimi modi:

    - la liturgia carnevalesca e imbarazzante (contraria alla sublimità e alla devozione che i veri cristiani provano)

    - l'abitudine alle "confessioni pubbliche", con discorsetti scandalosi (laddove i cristiani semplicemente non danno pubblicità a certe cosacce, quantomeno per evitare di rimestare nel torbido)

    - la presunzione che la vita comunitaria kikizzata renda più cristiani degli altri (come se prima di Kiko fosse stato impossibile avere la "fede adulta")

    - il bizzarro giro di soldi, versati dietro ricatto morale e senza vera libertà (mentre i cristiani "della domenica" decidono come, quando e perché donare, e lo fanno senza avere tariffari tipo "il diecipercento mensile!" e lo fanno il più possibile in segreto perché sanno che chi se ne vanta «ha già ricevuto la sua ricompensa»)

    - l'idea sballata che certe cose (devozione ai santi, pie pratiche, ecc.) sarebbero da "religiosi naturali" nonostante abbiano nutrito la spiritualità dei santi (i kikos credono che per suscitare la santità oggi ci siano da cancellare gli strumenti di santificazione di ieri: ennesima dimostrazione che la "spiritualità" neocatecumenale viene dal demonio!)

    - certe attitudini quantomeno ipocrite che mostrano che la fede dei kikos è puramente decorativa (come ad esempio il raccontare barzellette blasfeme... e l'infuriarsi se qualcuno racconta una barzelletta su Kiko e Carmen).

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  10. I kikos non vogliono far sapere alla Chiesa e al Papa che:
    ritengono di essere l'unica forma di rinnovamento nella Chiesa, una Chiesa essi stessi, veri cristiani, incarnazioni di Cristo;
    vogliono umiliare le persone;
    si ritengono ispirati da Dio e in diritto ad essere 'duri' o 'blandi';
    con gli scrutini espellono persone dalla comunità o le sospendono per un anno o più se non obbediscono;
    nel corso del Secondo scrutinio chiedono di vendere TUTTI i beni compresa la casa.

    Basta confrontare i mamotreti originali con la versione riformata che viene distribuita come Direttorio approvato, nei quali non si dice esplicitamente che Dio ti vuole umiliare attraverso il Cammino e la sua disciplina, si nasconde accuratamente il fatto che negli scrutini possa venir bocciato o rimandato il singolo, allontanandolo dalla comunità, vengono cancellate le esplicite richieste di vendere LA CASA oppure di dar via TUTTI I BENI.

    Vengono eliminate quelle parti per nascondere i propri sistemi di predazione alla Chiesa che li esamina, ma le catechesi continuano ad essere fatte secondo le indicazioni dei mamotreti originali.
    Se fossero convinti di essere nel giusto, non modificherebbero i testi; oppure una volta modificati, smetterebbero di averlo fatto e non ripescherebbero gli errori originali. Quindi, dimostrano ancora una volta d'essere in mala fede. Approfondimenti in quest'articolo.

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  11. A titolo di curiosità tecnica: nell'edizione recente (2008) delle Sacre Scritture, la traduzione "approvata" dalla Conferenza Episcopale ha tagliato un particolare - "l'inferno" - pur presente nel testo greco di riferimento (e nella precedente edizione approvata del 1974).

    Vedete, c'è una linea sottilissima fra l'andare "incontro alla gente" e l'inquinare la fede, linea tutt'altro che invalicabile. Il modernismo fu definito da autorevoli prelati "la sintesi di tutte le eresie", perché la sua radice fondamentale è che l'errore e la verità hanno gli stessi diritti.

    Se l'errore e la verità hanno gli stessi diritti, allora ogni errore ha lo stesso valore della verità, e la verità non può più condannare l'errore. (Esempio di utilizzo: parlare degli strafalcioni liturgici del Cammino come se avessero la stessa dignità della santa liturgia cattolica).

    Nella mentalità modernista, dunque, per andare "incontro al popolo", per essere orecchiabili "all'uomo comune", bisogna cassare via certe verità sgradite. La II Lettera di Pietro contiene un riferimento all'inferno? Ma l'inferno non è di moda! Pertanto, in nome di un malinteso senso di carità, si annacqua e si censura la Parola di Dio, con tanto di timbro di approvazione della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. E se osi farlo presente a qualche vescovo ti sentirai rispondere: "sì, ma sai, ma dai, ma però, ma forse, ma su, ma giù, ma dai, ma non essere così polemico".

    Ora è esattamente questo l'humus su cui ha potuto attecchire la setta eretica neocatecumenale. Quando la Chiesa si indebolisce, quando l'ignoranza delle cose della fede è tollerata, quando si tenta di andare incontro "all'uomo di oggi" censurando perfino la Parola di Dio, le eresie non possono che trarne giovamento.

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  12. Piccolo promemoria per chi "capisce che c'è qualcosa che non va, ma non sa spiegarlo bene".

    A questo proposito consiglio vivamente ai neocatecumenali di leggersi le quattro tappe cronologiche delle derive settarie all'interno della Chiesa, stilato dalla Cellula per le Derive Settarie della Conferenza Episcopale Francese.

    In Italia non abbiamo un corrispettivo di questa istituzione come in Francia, ma auspicherei che prima o poi possa nascere, perché il fenomeno non è certamente solo francese.

    Riporto solo alcuni parametri individuati:

    CULTO DEL FONDATORE. (i membri del gruppo lo venerano mettendolo su un piedistallo e tributandogli obbedienza assoluta. Dio passa direttamente e solo attraverso di lui. I suoi scritti arrivano a soppiantare le Scritture, che ovviamente possono essere comprese solo dalle spiegazioni del “maestro”. Qualsiasi rivelazione di condotta
    scandalosa è accolta con negazione, denuncia di cospirazione e persecuzione. È attraverso di lui e attraverso
    lui solo che oggi passa la salvezza della Chiesa. Tutto il resto è accusato di tiepidezza, infedeltà, modernismo. Da questo elitarismo segue il carattere "Olistico" di queste comunità: tutte le vocazioni sono rivendicate nel gruppo che quindi basta di per sé come "arca di salvezza” e chiesa parallela.)

    ROTTURA CON L'ESTERNO. (Le rotture sono molteplici. Segnalo solo quelle che riguardano anche il Cammino: rotture familiari nel momento in cui la famiglia fa qualche domanda; rotture economiche: il reclutato si libera dei suoi beni nelle mani del gruppo; rottura ecclesiale: funzionamento autosufficiente; sfiducia nelle autorità; dovere di denuncia tra i membri. Mancanza di formazione basata esclusivamente sugli scritti del fondatore o su una selezione tendenziosa di autori. VOCABOLARIO SPECIFICO DI GRUPPO sia creando nuove parole, sia cambiando il significato delle parole comuni. Segni e ascesi di ogni genere secondo le ispirazioni, i capricci e le scoperte del responsabile. L'autorità genitoriale è trasferita al "pastore" (catechista, padrino, didascalo), i bambini diventano i figli della comunità; l'immagine dei genitori è svalutata).

    ./.

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  13. MANIPOLAZIONE. (PROSELITISMO: I membri del gruppo lasciano il loro luogo per convertire altri ritenuti ignoranti e in errore. L'altro è interessante solo come potenziale convertito. RECLUTAMENTO VOCAZIONALE: bisogna sedurre e riportare alla comunità. CONFUSIONE TRA FORO ESTERNO E INTERNO: questa distinzione tra pubblico e privato è minata dalla moda della "trasparenza", ovvero dalle confessioni pubbliche. Sotto le spoglie della fratellanza e della compassione, la persona viene così violata nella sua salutare intimità e costretta a una sorta di esibizionismo psico-spirituale, vale a dire, infine, allo stupro psichico. Non parlare mai male del fondatore o di qualsiasi superiore - e denunciare immediatamente chi viola questa regola. Parlano anche di un desiderio di unità: ogni critica (vale a dire la minima domanda legittima o il minimo pensiero personale), ogni disobbedienza, mette in pericolo la fratellanza. IL SEGRETO IMPOSTO COME REGOLA ASSOLUTA:
    poiché la funzione di queste associazioni dovrebbe essere il servizio della Chiesa, tutti i membri dovrebbero poter dialogare liberamente e apertamente con i membri della gerarchia, ogniqualvolta sia necessario. Quando facciamo buone opere, non abbiamo paura della luce. Tuttavia, a volte è vietato parlare con il vescovo locale ritenuto incapace di comprendere il carisma... Allo stesso modo, viene utilizzata tutta la documentazione interna che deve rimanere nascosta. BUGIE, INGANNO E COPERTURA: l'occultamento può essere fatto dall'inizio, cioè per ottenere l'approvazione (documentazione presentata alle autorità e documentazione "interna" alla quale i membri stessi non hanno accesso. Quindi, anche quando l'autorità si addentra nel funzionamento del gruppo, quest'ultimo si adopera per vanificare la vigilanza e le azioni intraprese per ripulire la situazione. L'AUTORITÀ DEL RESPONSABILE E LA PRESENTAZIONE DEI MEMBRI: l'obbedienza - si tratta addirittura di sottomissione - è elevata alla dignità di virtù maggiore, incondizionatamente e infinitamente più forte che in una comunità religiosa classica. Tuttavia, l'obbedienza genuina non è né autoritarismo né infantilizzazione. Passa anche attraverso mediazioni e non bacchette magiche come "Dio mi ha detto"... OGNI DOMANDA VIENE DAL MALE: in questo sistema di certezze non possono esserci dubbi o domande. Rispondere ai dubbi è riconoscere la possibilità di averli. L'esclusione è l'unica risposta. L'anzianità, l'impegno solenne per la vita, i sacrifici fatti, l'energia donata senza risparmio non contano nulla… UMILIAZIONI E COLPA: il ribelle, colui che fa domande non ottiene mai una buona fama in una comunità deviata. E in generale paga care le sue azioni. Quanto a coloro che non si sottomettono silenziosamente, e quindi rischiano di infettare coloro che li circondano, vengono licenziati a titolo definitivo. Dentro, sono coperti di calunnie: IL RIBELLE È UN GIUDA (Wow, come nel Cammino!). La dinamica relazionale è troppo semplificata: è sottomissione o esclusione. La negoziazione verbale è impossibile. L'altro è ridotto allo stato di oggetto: è assimilato, assorbito o rifiutato. All'interno del gruppo, l'alterità è insopportabile. L'USCITA: nessuno parlerà più al traditore. E poiché l'adepto aveva rotto con tutte le sue antiche conoscenze, si ritrova solo. In quale condizione economica? Quello che ha portato quando è arrivato, quello che ha messo costantemente nella pentola comune, è dato, no? In quale condizione fisica e mentale? Quante depressioni, quanti tentativi di suicidio, quanti suicidi! In effetti, le persone colpevolizzate finiscono con una sensazione di fallimento totale. In quale condizione spirituale? Alcuni conservano la fede, perché prima di questa sfortunata esperienza che hanno appena vissuto, avevano davvero incontrato Cristo. Molti non ne vogliono più sentire parlare...)

    ./.

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  14. INCOERENZA DI VITA. (Quando uno sguardo perspicace arriva alla vita dei "guru", appare una grande distanza tra le parole e le azioni a livello di denaro, di potere e di costumi. Il fondatore dovrebbe essere soggetto alle stesse ordinanze, regole e costituzioni applicate nella comunità. SOLDI: messa in comune dei beni: data la mancanza di stabilità offerta dalla vita moderna e la probabilità che i membri lascino la comunità dopo pochi anni, è vantaggioso mettere in sicurezza i beni di un membro fino alla sua morte, così che se decide di andarsene, questi beni possono provvedere ai suoi bisogni quando è fuori della comunità. La gestione finanziaria dovrebbe essere sempre onesta e trasparente. Tuttavia, alcuni gruppi hanno l'arte del montaggio fittizio in sub-associazioni, associazioni schermo. Donazioni e raccolte di eredità. REATI: pedofilia, stupro, molestie, efebofilia...)

    Queste definizioni non provengono da psicologi o atei, provengono dalla Chiesa.
    Precisamente dalla Cellula per le Derive Settarie della Conferenza Episcopale Francese e parlano di sette "all'interno della Chiesa".

    Qualcuno ravvisa in esse molteplici tratti del Cammino Neocatecumenale?

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  15. Nel trattato del Tanquerey, un intero capitolo è dedicato al peccato di avarizia.

    Ne riporto qualche brano caratterizzato dalla consueta e cristallina chiarezza. La differenza col torbido messaggio di Kiko e kiklonetti è evidente, in particolare per quanto riguarda la questione di sicurezza e precarietà, di cui abbiamo parlato di recente.

    Da nessuna parte la Chiesa dice che un fedele debba mettersi in pericolo affidandosi alle grinfie di un sedicente profeta che gli toglie i mezzi di sussistenza per promettergli un fantomatico centuplo quaggiù.

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    "L'AVARIZIA
    891. Natura dell'avarizia. L'avarizia è l'amor disordinato dei beni della terra. Per mostrare ove sta il disordine dell'avarizia, bisogna primieramente richiamare lo scopo per cui Dio diede all'uomo i beni temporali. Lo scopo che Dio si propose è doppio: l'utilità nostra e quella dei nostri fratelli. I beni della terra ci sono dati per provvedere ai bisogni temporali dell'uomo, dell'anima e del corpo, per conservar la vita a noi e ai nostri dipendenti, e per procurarci i mezzi di coltivar l'intelligenza e le altre nostre facoltà.

    Di questi beni: gli uni sono necessari per il presente o per l'avvenire: è doveroso acquistarli con l'onesto lavoro; gli altri sono utili per accrescere gradatamente le nostre sostanze, assicurare il benessere nostro o quello degli altri, contribuire al bene pubblico favorendo le scienze o le arti.

    Non è proibito desiderarli per un fine onesto, a patto che si tenga conto dei poveri e delle opere di beneficenza. Questi beni ci sono dati anche per venire in aiuto dei fratelli che si trovano nell'indigenza. Siamo quindi, fino a un certo punto, i tesorieri della Provvidenza, e dobbiamo disporre del superfluo per soccorrere i poveri."

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  16. Tanquerey parla anche del disordine nell'amore ai beni della terra, in modo piuttosto severo.

    Prima che qualcuno dei suoi venga a dire che "ma anche Kiko dice queste cose!!! e Kiko è approvato!!!!", osserviamo che questo guru, parzialmente memore di un po'di catechismo, è in grado di riferirne alcuni concetti - quelli che gli fanno comodo.

    Ed appunto, lo fa per accreditarsi una certa credibilità attraverso presupposti non falsi, per poi deviare nettamente e proporre la "sua soluzione" ai noti mali, con i risultati che ben conosciamo.


    Scrive Adolphe Tanquerey:

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    892. Ci è ora più facile dire ove sta il disordine nell'amore dei beni della terra.

    Sta qualche volta nell'intenzione: si desiderano le ricchezze per se stesse, come fine, o per fini intermedi che uno si fissa come fine ultimo, per esempio, per procurarsi piaceri e onori. Chi si ferma qui e non considera la ricchezza come mezzo per conseguir beni superiori, commette una specie d'idolatria, è il culto del vitello d'oro: non si vive più che pel denaro.

    Sta pure nel modo di acquistarli: si cercano avidamente, con ogni sorta di mezzi, a scapito dei diritti altrui, con danno della salute propria o di quella degli impiegati, con speculazioni rischiose, con pericolo di perdere il frutto dei
    propri risparmi.

    Sta anche nel modo di usarne: non si spendono che a malincuore, con spilorceria, perché si vuole accumularli, a fine di avere maggior sicurezza, o godere dell'influenza che viene dalla ricchezza; non si dà nulla ai poveri o alle opere buone: capitalizzare, ecco lo scopo supremo a cui incessantemente si mira. Ci sono di quelli che giungono ad amare il denaro come un idolo, a riporlo nei forzieri, a palparlo amorosamente: è il tipo classico dell'avaro.

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    1. Alla larghissima da questo Tankuerey, è peggio di padre Pio e padre Zoffoli

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  17. Tanquerey parla anche dei rimedi all'avarizia.

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    897. Rimedi.

    Il grande rimedio è la convinzione profonda, fondata sulla ragione e sulla fede, che le ricchezze non sono fine, ma mezzi che la Provvidenza ci dà per provvedere ai bisogni nostri e a quelli dei nostri fratelli; che Dio ne resta sempre Supremo Padrone; che noi non ne siamo, a dir vero, che amministratori e che un giorno ne dovremo render conto al Giudice Supremo. -- Ma poi sono beni passeggeri che non ci potremo portar dietro nell'altra vita, ove
    del resto non hanno corso; e, se abbiamo senno, capitalizzeremo pel cielo e non per la terra: "Non accumulatevi tesori sulla terra, dove la ruggine e la tignuola corrodono e dove i ladri forano i muri e rubano: procurate di accumularvi tesori nel cielo, dove la ruggine e la tignuola non corrodono e dove i ladri non forano i muri nè rubano".

    -----

    Questo discorso è parzialmente richiamato da Kiko, che però poi si approfitta della buonafede e della buona volontà di fratelli che, a causa di una precedente formazione cattolica, avranno creduto di riconoscere dei germi di sana dottrina nelle parole bislacche del fondatore del Cammino. Sono i fratelli stessi che, con la loro buona volontà e buona fede, raddrizzano la stoltezza della stolta predicazione degli stolti kikatekisti kikloni.

    Quando si arriva al momento di proporre un rimedio all'avarizia, il Tanquerey ribadisce, ai punti 897 - 899 ciò che si trova anche al 202 e che abbiamo riportato nel post. Kiko invece si fa profeta e pretende di sostituirsi alla volontà dei fratelli imponendo loro una forma di carità radicale ed uguale per tutti, rigorosamente amministrata dal Cammino, a "sorpresa" o meglio a tradimento e sotto minaccia di azioni demoniache in caso contrario.

    Cosa vi serve ancora per essere certi, cari fratelli dubbiosi.

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  18. Niente si fa nel Cammino Neocatecumenale con sforzo. "Tutto vi verrà donato gratis. Gratuitamente compirete la "virtù senza sforzo"... Quando avrete lo Spirito...
    Momento indefinito e aleatorio: quando... avrete...

    Ma una cosa, una sola, assolutamente va fatta con tutta la buona volontà possibile nel neocatecumenato (va fatta e basta, perchè senza di essa non esite alcuna possibilità neppure di incamminarsi; cosa detta così, chiaro e tondo, in tutta la kikiana predicazione) con ogni sforzo e senza eccezioni. Essa è la condizione imprescindibile per entrare, per passare attraverso la prima e fondamentale "porta" che introduce nel catecumenato vero e proprio:

    "Và! Vendi quello che hai e dallo ai poveri"
    Kikianamente reiterpretato, come tutto nel cammino, ovviamente.

    Molti sono i mantra a servizio dell'asserto, sapientemente sottoposto a mutazione genetica come messo ben in evidenza nel post.

    "Se non sei capace di rinunciare a quello che è fuori di te, come farai a rinunciare alla tua stessa vita?"
    "Se non sei libero col denaro, dandolo via tutto con disprezzo, come potrai amare il nemico, porgere l'altra guancia, non resistere al male?"
    Insomma tutto così.

    E mentre il bene, come l'amore cristiano, nella dimensione della croce e tutto il resto, non va praticato con l'impegno, chè sarebbe superbia e voler essere migliori degli altri; nessuna superbia si configura nell'essere capaci di "fare un segno grosso" che nessun altro cattolico è tenuto a fare al di fuori del kikocarmeniano percorso per comprarsi il suo essere cristiano.

    Va da sè che dal secondo scrutinio in poi ogni neocatecumeno ben ammaestrato si sentirà, di fatto, il migliore di tutti. Comprenderà a volo la differenza tra lui e i fratelli di comunità dai "cristianucci della domenica". Quelli dei precetti, quelli moralisti, falsi e ipocriti. Finti cristiani che danno solo scandalo e non attraggono nessuno nella Parrocchia. Come potrebbero? (Come il Barone o il Fallacio di turno di tempo in tempo ci ricordano, per convincersi loro per primi di essere essenziali nella Chiesa. E per sbattere in faccia a tutti gli altri la loro inutilità assoluta).

    Pax

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    1. a questo papa va tutto bene basta essere contro la tradizione

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    2. Ahhhh, quindi FAV e Barone sono assolutamente inutili? Abbiamo ragione noi quindi a dire che non devono scrivere sul blog : è inutile.................

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  19. E dunque tutto nel tuo cammino di fede dipende da questo gesto cruciale. Gesto esasperato e definitivo. Indotto da una predicazione martellante.
    Tutto il resto viene oscurato e marginalizzato. Tutto il resto dei Vangeli. Questa la verità. Ma è dopo anni e anni che si comprende lo scopo del colossale imbroglio messo in atto con tanta astuzia.

    Bisognava stravolgere il rapporto col denaro e coi beni dei fratelli del cammino, metterli in una posizione da essere SEMPRE E IN QUALUNQUE MOMENTO disposti a disfarsene, ancora e ancora, secondo le necessità del cammino. Era necessario! Altrimenti neanche il Cammino sarebbe esistito così come lo conosciamo oggi.

    Perchè dopo la finta del secondo scrutinio col suo "i vostri soldi andranno TUTTI ai poveri" (affermazione assoluta ben presto ralativizzata, ammorbidita, adattata) di seguito sempre più il flusso costante e sostenuto di denaro elargito dai fratelli con grande generosità prenderà una sola strada. Tra dighe e percorsi obbligati, andrà tutto dritto dritto, inesorabilmente, nelle casse del cammino a soddisfare i suoi fini e i suoi obiettivi. Alcuni palesi altri occulti.
    Un vero traffico sotterraneo e non.

    Non so, ma temo che lo strapotere del "potente cammino" (così ribattezzato sorprendentemente dallo stesso Kiko dopo molti anni e fuori metafora) risieda purtroppo più che in qualunque altra cosa nella sua potenza economica. Con il denaro son stati capaci di fare ogni cosa. Anche di intimidire i vertici della Chiesa, procurarsi alleanze solide, amicizie preziose, appoggi sicuri.
    E, mentre i fratelli aspettavano e ancora aspettano di fare gratis le opere e di compiere la virtù senza sforzo (aspetta e spera!) - consolati dalla solidarietà dei loro stessi kikatekisti che, quando va male tra cadute e peccati, ti consolano dicendo "ne avevi bisogno, fidati! (di peccare... credevi di essere santo?) Dio lo ha permesso (ti ha tolto la mano dal capo) per il tuo stesso bene! Disgraziato! (con allegata pacca sulla spalla di rito)" - loro si gratificano e riconsolano tanto tanto con tutto il contante: denaro fresco e sonante che hanno abbondantemente a disposizione.

    Vedremo da ora in poi come andranno le cose, però.

    Tra catechesi sempre più deserte, il COVID che li ha sfilacciati, il loro essere anacronistici, fossilizzati ad una parola immutabile (che non è parola di Dio) partorita da Kiko e Carmen nei lontani anni sessanta e mai adattata, nelle sue analisi dell'uomo e della società circostante, ai tempi odierni. Mai aggiornata. Che viene ripetuta pappagallescamente da 50 anni e non dice più niente a nessuno.

    E a fronte di questo una realtà che, nella megalomania di Kiko, è esplosa ai tempi d'oro senza controllo: seminari e seminari, costruzioni inutili, famiglie mandate per il mondo sconsideratamente e senza alcuna prudenza e giovani immaturi e fragili sbattuti per ogni dove, in mano a formatori improponibili senza esperienza pastorale nè di alcun tipo, sotto rettori nominati a casaccio tra i presbiteri neo-ordinati nei R.M. Figurati tu che roba!

    Io, dico la verità, mi meraviglio molto che ancora tutto non sia imploso e che il Papa ancora pazienti, aspettando cosa? Mi domando.

    Pax

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  20. Quando la setta del Cammino Neocatecumenale stava finalmente cominciando a prendere piede, è avvenuto qualche "disdicevole incidente": alcuni autori piuttosto seri hanno pubblicato articoli e libri su quel che avveniva nelle comunità neocat e, peggio, hanno letto il contenuto dei "mamotreti" kikisti-carmenisti e lo hanno confrontato col Magistero cattolico, traendone le sgraditissime (per il Cammino) conclusioni.

    Il primo fu mons. Pier Carlo Landucci (1900-1986). Alla fine degli anni '70 gli fu commissionato da qualcuno in Vaticano uno studio riassuntivo sul Cammino Neocatecumenale, da presentare a Giovanni Paolo II. Non saprei dire se quel suo lungo articolo - che potete leggere a questo [link] - fu mai letto da Giovanni Paolo II. Già all'epoca il Papa era circondato da pessimi soggetti che filtravano le notizie sul Cammino (al punto che padre Zoffoli non riusciva a spiegarsi come mai dopo tante denunce il Papa non prendesse provvedimenti).

    Dopo che per un lungo periodo non ci fu feedback lato Vaticano a proposito di quello studio, il servo di Dio mons. Landucci lo inviò per la pubblicazione alla rivista Sì sì no no che glielo pubblicò nel numero di gennaio 1983 - tale rivista fu fondata dal sacerdote don Francesco M. Putti (1909-1984), intesa a combattere il modernismo.

    Successivamente ci furono gli scritti e gli interventi del padre passionista Enrico Zoffoli (1915-1996) che, pur non conoscendo tale studio (lo poté leggere solo nel 1995), era pervenuto alle stesse conclusioni. Se citiamo così spesso padre Zoffoli è perché ha compiuto lo studio più esteso fino ad oggi - parecchi articoli e libri, non solo relativi al piano teologico e dottrinale, ma anche raccogliendo testimonianze (e sostenendo col suo apostolato e il suo ministero le vittime del Cammino, anzitutto sacerdoti).

    Nel frattempo (primi anni '80, non ricordo con precisione) c'era stato anche un intervento del gesuita padre Virginio Rotondi (1912-1990), voce molto nota in Italia perché conduttore della rubrica radiofonica Ascolta, si fa sera.

    Tutte queste denunce sono avvenute in tempi non sospetti, cioè quando il Cammino era ancora numericamente molto scarso. Gli interventi sono stati insabbiati e oscurati il più possibile dai complici del Cammino nei sacri palazzi (alle massonerie - e specialmente quelle che hanno cooptato alti papaveri ecclesiastici - fa molto comodo un "itinerario di riscoperta" imbottito di idolatria, ambiguità, eresie, e arroganza).

    I sacerdoti sopra citati sono da tempo saliti in cielo carichi di meriti, ma la loro opera è ancora attualissima. (Purtroppo ancora attualissima perché il Cammino continua a propalare le stesse eresie, le stesse carnevalate liturgiche, e soprattutto le stesse devastazioni materiali e spirituali alle anime che avevano aderito soltanto per "crescere nella fede". Al demonio - quello vero - fa immensamente piacere che un'idolatria che di cattolico ha solo la decorazione venga spacciata per "fede adulta", e che il Cammino continui a calpestare la vita di tanti fratelli)

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    1. È triste dover ricordare che Giovanni Paolo II ha lasciato troppa libertà alla setta eretica neocatecumenale. Certo, era contento della notizia del "ma questi fanno tanti figli" (lui che proveniva da una realtà abortista e inquinata dalla mentalità comunista), era contento della nuova linfa data dai "movimenti", ma pare improbabile che di tutte le denunce fatte al Cammino non gliene sia pervenuta nessuna.

      A posteriori ci diciamo che "santo" non equivale a "impeccabile". Dopotutto fu anche il Papa che - gesto assurdo e inutile - baciò il Corano in diretta televisiva, acconsentì all'idolatria di Assisi 1986, lasciò esacerbare la situazione di Lefebvre (salvo poi sorprendersi delle ordinazioni del 1988; se a Lefebvre fosse stata dato un quarto della libertà data ai kikos non sarebbe avvenuto lo scisma, e la liturgia tridentina sarebbe rimasta confinata nella "riserva indiana" lefebvriana, e i modernisti sarebbero stati più contenti)...

      Ma da qualunque punto di vista lo si voglia considerare, è inevitabile che parte della colpa è da attribuire a Giovanni Paolo II. Certo, anche quando uno è il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, le giornate durano ugualmente 24 ore, e ci si ritrova ugualmente a dover dedicare più tempo e pazienza a questioni di cui si farebbe volentieri a meno. Ma Giovanni Paolo II è stato Papa dal 1978 al 2005, il tempo per dare una grossa e meritata strigliata al Cammino ce l'ha avuto. Tanto più quando negli anni '80 e '90 le denunce si erano fatte serie e numerose.

      Ricordiamoci che un ladro resta mariuolo anche se nessun tribunale l'ha condannato per furto, anche se la polizia non l'ha beccato, anche se ha rubato solo i milioni anziché i miliardi. E ricordiamoci che Nostro Signore è infinita misericordia per chi si pente, ma è infinita giustizia per chi si è ostinato nell'idolatria, nell'eresia, nella malvagità - tanto più quando le vittime sono anzitutto i piccoli e gli indifesi. C'è un gran posto all'inferno per i kikolatri, in compagnia dei loro autonominati "iniziatori". Non illudetevi che l'inferno sia solo per Hitler, Stalin e Pol Pot.

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    2. Da Guam apprendiamo del "vuoto di potere": il vescovo Byrnes sarà assente per un periodo prolungato (se ho capito bene, per motivi di salute), e il suo vicario - americano, non dell'isola - avrà in mano le redini della diocesi.

      Un loro proverbio dice: succedono cosacce perché la brava gente tace di fronte al male. Ed infatti con questo "vuoto di potere" ecclesiale, il governo locale ne approfitta e interviene a limitare e conculcare i diritti dei cattolici.

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  21. Dice Kiko:
    "...l'importante è se desiderate essere cristiani. Se essere cristiani è per voi più importante che avere una casa al mare, o una casa stupenda. Non si tratta qui di essere poveri, capito, né di portare i pantaloni rotti".

    KIl Cammino sembra un trucco per essere umili e, nello stesso tempo, fare la bella vita.
    Infatti i capi del Cammino, cioè quelli più convertiti secondo la "spiritualità" kikiana, sono cristiani e, addirittura, cristiani maturi, e nello stesso tempo hanno moltiplicato le case al mare e le case stupende.
    Loro sì che ci hanno saputo fare! Sono dei veri cristiani di successo.

    E i camminanti che "camminano" con le toppe sui pantaloni?
    E' perché la loro fede non è matura.
    In questo ha ragione Kiko: almeno per quanto riguarda il privarsi dei beni a favore del Cammino, i camminanti poveri non hanno fede matura. Infatti, se l'avessero, aiuterebbero i poveri secondo le loro possibilità.
    In realtà non credono, ma ci hanno creduto, cioè ci sono cascati.

    La piccola meschina società del Cammino è una società liberista, in cui però i poveri devono anche ringraziare i ricchi che li guiderebbero con saggezza paternalista a non essere avari (anzi con saggezza da patrigni, perché i padri si toglierebbero il cibo dalla bocca per i figli).
    Una vera società distopica che ha anticipato quella che, secondo alcuni, dovrebbe sorgere dopo il così detto grande reset.

    La logica è sempre quella luterana, che Kiko ha appreso a memoria: "Pecca fortemente, ma credi ancora più fortemente".
    Un rovesciamento del famoso principio di Sant'Agostino: "Ama e fai ciò che vuoi" in: "Fai quello che ti pare, e ama".
    Come dire: "Fai la bella vita, sperpera i soldi altrui, e va in Paradiso in carrozza!"

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    1. Ogni tanto Kiko vomita qualche banalità (talmente banale da non destare sospetti) solo per usarla come foglia di fico.

      Giustissimo "desiderare essere cristiani". Ma se uno lo desidera veramente, cosa fa?
      - si fida del Magistero e della Tradizione
      - si fida della liturgia cattolica
      - si fida dell'esperienza dei santi.

      Fu esattamente così che padre Zoffoli smentì drasticamente il Cammino, poiché:
      - il Cammino è estraneo al Magistero e censura la Tradizione
      - il Cammino celebra una parodia imbarazzante della liturgia cattolica
      - il Cammino ignora o disprezza l'esperienza dei santi, qualificandone i gesti come "religiosità naturale" (ci si deve inginocchiare davanti a Kiko, mica davanti al Santissimo Sacramento!...) oppure come roba che deve prima essere "consegnata a una determinata tappa" (il rosario? si deve recitare la versione kikizzata, solo dopo la "tappa di Loreto", e solo nelle modalità previste dai cosiddetti "catechisti"!...) E non parliamo di cose che la Chiesa non si permette di esigere (come la "Decima") e nel Cammino invece sono obbligatorie (come la "Decima").

      Infatti alle nostre spalle abbiamo venti secoli di storia della Chiesa, Chiesa istituita da Nostro Signore affinché proseguisse la propria opera. Un vescovo come Schneider prosegue l'opera del Signore, santificando, insegnando, guidando; un vescovo come Apuron prosege invece solo l'opera del demonio.

      Un punto fondamentale che i kikos si rifiutano di capire (poiché smentisce completamente il Cammino) è che i dati della fede sono oggettivi, non sono soggettivi. Esempio di dato oggettivo: i Vangeli riportano fedelmente ciò che riguarda Nostro Signore. "Fedelmente" non significa "sono tutti uguali" (per paradosso, se fossero stati tutti uguali, avremmo pensato che gli autori dei Vangeli avessero concordato la versione ufficiale da ammannire al pubblico...), ma significa "fedelmente".

      Perciò, se apprendiamo dal Vangelo che Nostro Signore dice «a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi», e arriva un certo Kiko da Madrid che dice che «se vuoi, domani sigillerai in confessione», è evidente che l'interpretazione soggettiva kikiana contraddice il dato oggettivo conosciuto da tutti i cattolici. E cioè: Kiko non è cattolico. Nostro Signore parla della necessità del sacramento, Kiko invece lo dichiara facoltativo e rinviabile a piacere.

      Per questo i fratelli del Cammino - e specialmente gli asini raglianti - si sentono costretti a rispondere sempre con trucchetti, mezzucci, furberie, astuzie, inganni, menzogne. Per esempio:
      - la buttano sul personale ("ngueee ngueee mi avete chiamato asino ragliante ngueee ngueee mi sento offeso")
      - la buttano sul giuridicismo ("ngueee ngueee siamo approvati ngueee ngueee abbiamo lo Statuto": come se uno, per evitare la multa per eccesso di velocità, gridasse "ngueee ngueee ho la patente")
      - la buttano in caciara ("ngueee ngueee Zoffoli ebbe una lettera da Ruini!": eppure quella lettera non scende nel merito di ciò che Ruini ha dimostrato - anche perché per smentire padre Zoffoli occorre prima "smentire" il Magistero, la Tradizione, la liturgia, l'esempio dei santi, e persino il Vangelo)
      - tentano di cambiare discorso ("ngueee ngueee le parrocchie sono deserte ngueee ngueee nel Cinquecento qualche uomo di Chiesa sembra che abbia commesso qualche grave peccato": come se queste cose facessero diventare cattolicissime verità quelle che sono le eresie di Kiko e Carmen professate dagli asini raglianti).

      Contra factum non valet argumentum: contro i fatti non valgono le argomentazioni, non valgono le opinioni, non valgono le "reinterpretazioni" soggettive dei diretti interessati. Nostro Signore perdona chi è pentito, Kiko blatera di un perdonismo automatico: chi dei due si sbaglia?

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  22. Solo una domanda.

    Il Decreto di Papa Francesco sulla durata dei mandati dei movimenti e promulgato l'11 giugno 2021, doveva entrare in vigore 3 mesi dopo. Cioè, se non mi sbaglio, l'11 settembre.

    Il Cammino Neocatecumenale ha provveduto?

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    1. lo stanno ancora interpretando 😂

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    2. Stiamo provvedendo, tranquilli, il Papa rimarrà soddisfatto e noi continueremo per sempre, per sempre, per sempre....................................

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    3. Siete sempre anacronistici e fuori della realtà e fuori orbita.
      Finchè vi lasceranno fare ancora.

      Pax

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  23. A proposito di soldi qualcuno ha mai visto il conto di kiko? Se riceve tanti soldi nel conto perche in quel momento non li da ai poveri? Allora qualcuno dirà ma servono per gli itineranti. per la domus galilee ecc... Anche noi quindi teniamo nelconto soldi che servono per il futuro ognuno sa le proprie esigenze. Il signore parla attraverso il vangelo e la sua Chiesa, tutto il resto kiko per primo è noia.

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  24. @ByTripudio

    Scusa ma se Kiko pensasse veramente che la confessione si può rimandare a piacere, come spieghi che ha voluto ogni mese la penitenziale?Gradirei non essere censurato e che rispondessi grazie.

    Barone Celestiale

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    1. Vedere articolo L'eresia nascosta nelle ambiguità.

      Ovvio che il signor Argüello si guarda bene dal parlar chiaro. Gli basta la parlantina fumosa e ambigua. "Il Signore ti ha già perdonato... poi domani se vuoi sigillerai [in confessione]...», uno che capisce? Che la confessione è facoltativa e che non c'è bisogno del perdono. Ed infatti fra i kikos vige questa bizzarra "autorizzazione a peccare", dopotutto "quando il Signore mi toglie la mano dalla testa ne combino di ogni!"

      Quanto alla "penitenziale ogni mese", è una messinscena. Se Kiko fosse convinto della bontà del sacramento della confessione, lo raccomanderebbe a tutti, personalmente e secondo le indicazioni del confessore, anziché ridurlo ad abitudine "tanto c'è la penitenziale".

      E raccomanderebbe di scegliersi un confessore esterno al Cammino, per evitare il fenomeno del "ce la cantiamo e ce la suoniamo".

      Ma Kiko, come tutti gli eretici, non è dotato nemmeno del semplice buonsenso. Perché il buonsenso è pericoloso per il Cammino.

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    2. Correggo: e che non c'è bisogno del chiedere perdono.

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    3. Quando sei entrato nel Cammino, Barone?

      Se fossi degli inizi sapresti benissimo che le penitenziali non si facevano MAI, tranne ai passaggi.

      Poi, nel tempo, qualcuno deve aver fatto pressione, perché hanno iniziato a farle.
      Non tutti i mesi, da noi, ma almeno in costanza delle feste comandate.

      È come l'agnus Dei, prima non si faceva, poi è stato introdotto.

      Le raccomandazioni ai catechisti nel mamotreto delle catechesi iniziali, nel punto della penitenziale, a tutto pensano tranne che a parlare della confessione, proprio come se confessarsi dovesse essere un bello spettacolo per attirare la gente:

      "Prima di tutto si devono provare i canti della celebrazione con la gente... Se non trovate chi possa proclamare bene la Parola leggete voi dell'equipe le letture. Ma bene: forte, adagio, proclamando la Parola con AUTORITÀ nell'assemblea. Se non leggete bene ROVINATE LA CELEBRAZIONE, perché le letture sono lunghe e la gente si stanca e non ascolta."

      La celebrazione si rovinerebbe se i catechisti non leggessero bene con autorità, frega niente se è il Signore che si fa presente nel sacramento.

      "La celebrazione fatela se possibile nella Chiesa collocando i banchi in assemblea, in forma esagonale od ottagonale, lasciando uno spazio al centro in cui si colloca da una parte il leggio e dall'altra una croce astile. Il crocefisso è importante perché la seconda lettura fa riferimento al serpente di bronzo
      innalzato. A me piacciono le croci di bronzo da processione perché in esse si vede meglio il parallelismo. Che non ti capiti di fare la celebrazione con i banchi schierati a battaglione..."

      Non sia mai che ti capiti di fare la celebrazione con i banchi schierati a battaglione!!
      Sembra che da questo dipenda la buona riuscita del sacramento.

      "Curate questi particolari che influiscono molto sulla forma delle celebrazioni della comunità, dopo la prima fase di conversione, dopo le catechesi. Sono tutti segni di cui è bene tenere conto."

      La "forma della celebrazione della comunità"...

      "Cercate un tappeto se possibile, da porre al centro. Occorre spiegare bene ai presbiteri, prima di iniziare, il SESNO DELLA CELEBRAZIONE. Per questo è conveniente che questa celebrazione la prepariate con il parroco o con il prete che avete più vicino, cosicché poi sia egli stesso a dire agli altri preti le cose concrete della celebrazione. Perché forse a voi i preti non danno retta. Invece se il parroco LO AVETE ISTRUITO BENE avete il terreno ben preparato perché egli stesso spieghi come si HAN DA FARE LE COSE E PERCHÈ."

      I catechisti devono spiegare "il senso della celebrazione" ai preti, li devono istruire su "come si han da fare le cose e perché"...
      Già, perché i preti non sanno il senso della confessione, che è quello che conta.

      ./.

      Elimina
    4. "Vi conviene trovare diversi preti affinché la confessione privata sia più rapida possibile e più libera. Dite ai preti che concretizzino l'assoluzione secondo il nuovo rituale approvato dalla riforma del sacramento della penitenza."

      Eh, questi preti... non sanno nemmeno assolvere...
      La confessione, inoltre, deve essere BREVE, tanto per quel che conta...

      "Dite anche che non si allunghino a fare direzione spirituale."

      Certamente, la direzione spirituale infatti la fanno solo i catechisti. I preti non si devono dilungare.

      "Che i sacerdoti esercitino la propria missione amministrando il sacramento in forma breve ed affettuosa, esaltando la misericordia di Dio così come, la rigenerazione e la santificazione ottenute dalla morte e resurrezione di Gesù Cristo."

      Deve dire anche come i preti devono confessare...

      "Al momento delle confessioni i sacerdoti si pongano davanti, all'interno dell'assemblea, perché si veda meglio il segno del rito."

      Rito?

      "NIENTE CONFESSIONI AL CONFESSIONALE o in un angolo perché altrimenti si perde il segno."

      Libertà totale...

      "Questa celebrazione in fondo è una catechesi mistagogica, ossia, potete farla ripartendo il lavoro nell'equipe oppure che uno solo faccia tutte le ammonizioni e le introduzioni ai canti."

      Ma ha chiaro, Kiko, che significa "catechesi mistagogica"? Quell'"ossia" a mo' di spiegazione non convince...

      "è però importante che si faccia molto bene, con la convinzione che Cristo passerà attraverso questo
      sacramento per darci la vita e porci in un cammino di conversione."

      Cristo passa o È PRESENTE in persona Christi nel sacerdote che confessa?
      Che dice il Magistero?
      Che mentre ti confessi Cristo "passa" "attraverso il sacramento"?
      O non piuttosto che nel sacerdote c'è Cristo stesso?

      E che passa a fare Cristo?
      A rimettere il peccato?
      Ma no!
      Cristo passa a dare la vita e a porre in un cammino di conversione.

      "Perché questa celebrazione pone le persone in cammino verso le acque di rigenerazione dei Battesimo, affinché il loro Battesimo si realizzi in pienezza."

      ????

      A questo serve la confessione?

      Ah no.
      Non la confessione, ma la celebrazione.
      Chi se ne frega della confessione... L'importante, come si vede, è la celebrazione in stile kikiano.

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    5. "Il rito penitenziale sarà in fondo una ORAZIONE COMUNITARIA espressione di una Chiesa in conversione. MANTENIAMO LA CONFESSIONE INDIVIDUALE perché si deve conservare e inoltre perché ha il suo valore."

      Ma se potessimo fare diversamente...
      Mantengono la confessione individuale non perché lo decidono loro, ma perché la confessione DEVE ESSERE INDIVIDUALE, altrimenti fuori subito dalla Chiesa.
      Perché la confessione individuale "ha il suo valore"...

      "In questa celebrazione si pone in primo piano la Parola di Dio che chiama alla conversione. Recuperiamo la comunità, l'Assemblea, in cui tutti insieme in cammino cominciamo ad entrare in una liturgia di conversione che è stata preparata da alcune catechesi in cui si è annunciato l'Amore di Dio e il perdono dei peccati."

      Mah, non era la confessione che deve stare al centro?
      No. In primo piano c'è la parola di Dio che chiama a conversione tramite le catechesi neocatecumenali sull'amore di Dio ed il perdono.
      La confessione è un optional, fornisce solo un'occasione.

      Adesso sentiamo la confessione secondo Kiko:

      "Ora si realizzerà tutto questo in un sacramento, perché Dio CI DÀ IL POTERE non solo di annunciare il
      perdono, ma ANCHE DI DARLO, di comunicarlo, di trasmetterlo attraverso un SEGNO."

      Dio darebbe A LORO il POTERE di annunciare il perdono e anche di DARLO, COMUNICARLO attraverso... UN SEGNO.

      Poi parla Carmen.
      Dalla padella nella brace.

      Capito Barone perché poi Kiko ha introdotto le penitenziali?
      Di tutto si parla tranne che della confessione.

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    6. Esatto: ridurre il sacramento della confessione ad abitudine "tanto c'è la penitenziale".

      Sai che significa Celestiale Barone con la testa eternamente tra le nuvole?

      1. La Confessione non si vive al bisogno ma una volta al mese (almeno a ciò si educa nel cammino comunemente)

      2. I tempi della Confessione sono dettati non dalle tue esigenze spirituali, magari dai peccati commessi di cui si prende coscienza e che si desidera confessare il prima possibile

      3. E me la chiami Confessione con i seguenti aggiustamenti e riduzioni?:

      - Ci si confessa in mezzo all'assemblea
      rigorosamente stando in piedi (tu e il confessore)

      - Si segue uno schema rigido:
      Elencare i peccati evitando lungaggini, ma chiamandoli per nome. Punto.
      No si resta in attesa di nessuna esortazione da parte del confessore che non è autorizzato da Kiko a fare direzione spirituale o anche solo a dare consigli, nulla.
      Si riceve al massimo un "coraggio!" o appena due parole di esortazione di circostanza, la penitenza e l'assoluzione. A tutto pensano e penseranno i kikatakisti kikianamente autorizzati...

      Il tutto in una assemblea rumorosa, tra suoni e canti.

      Tutto questo porta all'estremo limite che ci si riduce a non confessarsi proprio, per tutto il tempo delle vacanze, quando magari si è fuori e si segue la comunità del posto per la parola e l'eucarestia. Oppure, restando in città, la comunità proseguendo a scartamento ridotto non garantisce regolarmente la penitenziale per tutto il mese di luglio e agosto.

      E così si arriva cotti a puntino per "convertirsi" al mitico Inizio Corso dove tutto riprende ex novo al ritmo del novello kerigma kikiano...

      E ogni anno così... per infiniti anni.

      Pax

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    7. I confessori scrupolosi raccomandano una confessione frequente, cioè, all'occorrenza (come dicono i farmacisti) subito dopo una caduta grave, ed ogni settimana, con regolarità, per quelle veniali. Ma nel Cammino non c'è neppure distinzione tra colpa grave e veniale, giusto per non togliere "rispetto" e "legittimità" ai grandi peccatori che occupano le poltrone di potere.

      La penitenziale una volta al mese, in piedi, nel frastuono generale, sembra infatti un distributore automatico di assoluzione più che un Sacramento della Penitenza.
      Kiko ci tiene a sembrare un po'cattolico per avere meno rogne, non ad esserlo.

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    8. È un distributore automatico di assoluzione.
      Viene duplicato esattamente nel post cresima neocatecumenale con un incontro apposito che é in assoluto il piu snobbato dai ragazzi.
      Ragazzi che forse vedono lungo e sentono l'odore di falsità.
      Ma come le spieghi queste cose al nostro Barone Celestiale?
      Magari questo signore non ha mai avuto un direttore spirituale ma è abituato alla logica kikiana delle confessioni programmate.

      È un po' come cercare di spiegare un tramonto ad una persona cieca dalla nascita.

      LUCA

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    9. Quanti poi nel Cammino hanno sentito parlare di confessione generale? L'argomento è cestinato nelle parrocchie neocatecumenalizzate, figuriamoci all'interno delle comunità.

      I nuovi falsi profeti, cavalcando l'onda rossa della "rivoluzione culturale" hanno nascosto la maggior parte dei tesori spirituali della Chiesa e trattenuto un impasto ciancicato e avariato delle nozioni che facevano comodo ai loro fini.

      Hanno messo in piedi un'altra religione, come ha detto lo stesso Kiko.

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    10. P.S. ogni riferimento ad altri ciechi nati coperti di fango è puramente casuale

      LUCA

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    11. @Barone
      cadi semprenel tranello di confrontare mele con pere, e ,per venire incontro alle tue capacità, continui a confrontare un CNC teorico dimenticando ( e ti ho concesso il dubbio ) quello REALE. Questo è in definitiva la spiegazione del perché, al momento, il CNC non è stato commissariato.
      Però il tuo approccio,perdonami, manifesta una disonestà intellettuale

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  25. Che dice Carmen, la santa?

    "Non mettete troppa forza nel dire: "Questa notte vi si perdonano i peccati" perché altrimenti si corre il pericolo che la gente si confessi magicamente, come lo ha fatto tutta la vita. Anche se sicuramente farà così."

    Giudizio sulla gente. Passato e attuale.
    Confessione "magica".
    Ma non sapeva Carmen che i sacramenti hanno efficacia di per sé?
    No, non lo sapeva.

    "LA FORZA E' NELLA PAROLA DI DIO CHE CHIAMA A CONVERSIONE LA GENTE E GLI PRESENTA DAVANTI UN CAMMINO PENITENZIALE IN CUI GIUNGERE VERAMENTE A SPERIMENTARE LA SALVEZZA E IL PERDONO DEI PECCATI. QUESTO CAMMINO E' IL CATECUMENATO, CHE E' UN CAMMINO LUNGO DI CONVERSIONE VERSO LE ACQUE DEL BATTESIMO."

    Cioè, stanno facendo la penitenziale (non tanto la confessione) e questa osa dire in maiuscolo che la FORZA non sta tanto nel sacramento, ma nella parola di Dio che chiama a conversione?
    Attraverso cosa?
    Ma è naturale!
    La forza sta nel lungo CAMMINO: è attraverso quello che si giunge a sperimentare il perdono dei peccati, mica nella "magica" confessione...

    Follia allo stato puro.
    Esaltazione della celebrazione, del CAMMINO e quasi niente sul "segno" della confessione.

    Infatti i neocatecumenali, molto ben istruiti, non dicono "vado a confessarmi", ma "vado alla penitenziale".
    È la celebrazione che predomina su tutto, non il sacramento della confessione.
    Altrimenti padron Kiko permetterebbe e predicherebbe la confessione individuale, che purtroppo gli è toccato "mantenere".

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  26. E che ci fa il Cammino con una penitenziale ogni mese se poi considera il Presbitero (colui che assolve in persona Christi) come un misero "presidente dell'assemblea", e se predica che comunque siamo tutti già perdonati, a priori, in virtù del sacrificio di Cristo?

    La confessione per come è insegnata dal Cammino è un discorso che la persona fa a se stessa, e somiglia più ad un abbozzo di presa di coscienza che ad un dialogo con Dio, sicuramente non viene insegnata la sottomissione fattiva alla giustizia ed alla misericordia divine in materia di peccato.

    La dottrina del peccato emerge, deforme, dalle parole dei fondatori, nelle quali tutti i Sacramenti sono adulterati.

    Kiko e sgherri aspettano intenzionalmente degli anni prima di predicare la necessità di lasciare l'amante, di non convivere, di rinunciare agli idoli etc. (parola di Kiko, nero su bianco): prima non puoi, perché "non ce la faaai!!!", "non ti abbiamo dato la grazia sufficiente!!!", "non hai camminato abbstaaanza!!!"...

    Dicono solo "cammina e vedrai", col muso reticente di chi non ti dà notizie che non potresti capire. Poveri illusi manipolati. Poi, per chi si inoltra nei meandri della setta, arrivano lo shemà e il secondo passaggio, allora sì: "convertitevi e pagate!". Cuociono la gente a fuoco lento nel brodo dei loro peccati, per poi mangiarsela. La penitenziale è un gonnellino che agitano solo per far vedere che "sono coperti".

    Che Dio faccia capire a tutti quelli che hanno predicato e tuttora predicano di non abbandonare gli idoli... che si sono sbagliati.

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    1. EC - "dei suoi stessi peccati" (ed altre sviste che però non cambiano il senso del discorso)

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  27. @barone
    E cosa c'entra la confessione sacramentale con quella buffonata della "penitenziale"?
    LA confessione sacramentale è un momento intimissimo tra il penitente e il sacerdote che, ti ricordo, quando ti assolve, agisce "in persona Christi". E' Cristo stesso! Voi però cosa fate? quello che fate sempre. Cagnara. BAccano. Come tutto quello che succede nel cammino l'importante è il CONTORNO, ma l'essenziale si perde. E così la confessione (che tutto dovrebbe essere tranne che una mera elencazione di peccati) diventa una cosa da sbrigare in massimo cinque minuti. Non sia mai poi che il sacerdote possa anche solo pensare di darti qualche consiglio spirituale...NON SCHERZIAMO! Quello lo possono fare solo i catechisti.
    E così trattate i sacerdoti come dei distributori automatici. COsa che fare con qls cosa della chiesa cattolica. Per voi conviene starci finche vi eroga dei servizi.
    Siete dei parassiti, questa è la verità.

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    1. Il problema degli asini raglianti è che i loro interventi su questo blog:

      1) sono ridicoli, talmente ridicoli che a rispondere loro li si rende un pochino pochino meno ridicoli di quel che già sono

      2) sono dettati da un'ossessione, perché fingono sempre di non aver capito, di non aver letto, di non ricordare cosa hanno già scritto loro stessi in precedenza; la loro presenza in questo spazio commenti non è dovuta al desiderio di capire, tanto meno al presentare valide controargomentazioni, ancor meno dal prendere atto che ciò che dicono è stato già smentito e sbufalato mille volte (e non solo da noi, ma da soggetti più preparati di noi, e soprattutto dai documenti della Chiesa)

      3) sono chiaramente intenzionati a "buttarla in caciara", a disturbare qualsiasi discussione. Se di tanto in tanto pubblichiamo qualche loro intervento, è solo per consentire a chi leggesse per la prima volta le pagine di questo blog, di capire quanto insensate e campate in aria sono le presunte argomentazioni dei kikolatri.

      Continuino pure tali asini a ragliare sempre più forte. Non sarà il loro ragliare a cambiare la dottrina e la liturgia in maniera tale che Kiko e Carmen non avrebbero più torto marcio.

      Intanto -purtroppo!- tanti fratelli del Cammino continuano ad essere diluviati di eresie, di carnevalate liturgiche, di iniquità e malvagità, e per soprammercato anche di salasso economico.

      Elimina
  28. Se leggiamo Matteo 18,18 così come lo leggono i nostri cugini di terzo grado, i protestanti, comprendiamo la necessità di Kiko di occultare il sacramento cattolico della confessione in una celebrazione comunitaria.
    Infatti se l'affermazione di Cristo "tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo" viene riferita alla piccola comunità dei credenti e non all'assoluzione che il sacerdote dà "in persona Christi", comprendiamo bene come Kiko, con l'ambiguità dottrinale che lo contraddistingue e con ciò che invece dimostra chiaramente nelle prassi, abbia voluto disincentivare la pratica della confessione individuale sostituendola con una celebrazione comunitaria in cui la vera e propria confessione fosse resa praticamente un pro forma.
    Allo stesso modo in cui la Messa e la Comunione diviene un banchetto degli eletti e viene eclissata sia la figura del sacerdote sia, soprattutto, l'incontro individuale e sponsale di ciascuno con Gesù Cristo, presente realmente nelle Sacre Specie.

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