giovedì 31 marzo 2011

Paradossale: chi dice la verità sul Cammino sarebbe "contro" la Chiesa! Inoltre ci chiediamo: che significa che il Cammino "non è per tutti"?

Esaminiamo l'ennesimo esempio di logica distorta e di inestirpabile malevolenza nei nostri confronti: il messaggio che segue ci è giunto tra i commenti di una delle pagine che abbiamo pubblicato qui di recente. La nostra 'colpa' sarebbe quella di portare alla luce la realtà 'segreta' del Cammino ('segreta' per i più, anche per gli stessi aderenti), dimostrando che l'essenza del CNC, dopo le notizie di approvazione dello Statuto e del Direttorio, non è purtroppo cambiata per niente. Più passa il tempo e più quelle approvazioni si dimostrano non una guida per i neocatecumenali, ma una formalità, qualcosa da sbattere in faccia a chi non è del Cammino, senza che i contestati insegnamenti kikiani-carmeniani, le liturgie, la prassi, abbiano registrato alcuna concreta variazione. Riportiamo il commento qui sotto solo per ribadire la nostra identità di semplici cattolici, che non hanno né orticelli da salvaguardare, né club e consorterie a cui giurare fedeltà, ma solo la fede da testimoniare, diffondere, difendere.

In questo blog si parla di una ormai evidente crisi epocale della chiesa, testimoniata anche da una approvazione strana del cammino neocatecumenale. Siamo arrivati al punto che questo concetto è il titolo di una discussione.
Ormai si palesa che la contestazione del cammino neocatecumenale non è una finalità ma uno strumento per contestare la chiesa; ma per cosa: lefevbre, s.piox, nostalgici...o forse peggio, sedevacantisti.
Quindi meglio lasciar perdere ogni apologia del cammino, anche perché diventano l'unica fonte, come dimostra proprio questo trhead, per continuare a scrivere qualcosa. E anche perché il cammino è riconosciuto come bene spirituale dalla chiesa cattolica, indipendentemente dagli eventuali difetti dei singoli uomini.
Inutile contribuire ad una discussione che porta a creare sfiducia, non tanto nel cammino, ma nella stessa chiesa e e nei suoi vescovi.
Di crisi epocale della Chiesa - anzi nella Chiesa - non si parla solo qui e solo in una direzione. Come già spiegato nelle pagine precedenti di questo blog, mi preme sottolinare che le mancanze nella Chiesa in ogni epoca e anche oggi come non mai, sono appunto nella e non della Chiesa.

Esse dipendono dalla corruzione, dallo sviamento e dalla mancanza di fede di alcuni (oggi molti) suoi membri e di certo qui non si è mai detto che tali cause siano un'esclusiva del cammino NC.

E' necessario infatti evidenziare che la Chiesa-Mistero, Corpo Mistico di Cristo e Sua Sposa - prima ancora che Popolo di Dio (termine che non preferiamo perché oggi troppo abusato nonché di 'sapore' prettamente vetero-testamentario) - non è intaccata dalla corruzione, perché è già Una e Santa nel Suo Signore. Infatti non è formata solo da quella terrestre (cioè quella militante che siamo noi) ma da tutta la Comunione dei Santi: non si esaurisce riduttivamente alla comunità o al movimento di appartenenza, ma è costituita dalla Chiesa terrestre e celeste insieme, comprendendo, quest'ultima, la Chiesa Purgante in attesa della Gloria e quella Trionfante che già è nella pienezza della Gloria nel Signore.
Ebbene è da questa Chiesa che è nel tempo e già fuori del tempo contemporaneamente, che noi attingiamo.

Questa Chiesa ha anche un Papa non troppo felicemente regnante (poiché circondato da 'lupi') per il quale preghiamo ogni giorno e del quale, proprio in virtù del fatto che siamo credenti e battezzati, accogliamo ogni cosa secondo il suo giusto peso (soltanto gli ingenui possono scegliere come posizione di comodo l'essere acriticamente e banalmente "più papisti del Papa"), sapendo che non ogni sua parola è insegnamento dogmatico.

Inoltre, non siamo così ingenui da vedere come unica e urgente soluzione l'aderire alla Fraternità di San Pio X, che pure apprezziamo perché non si può non riconoscerle il merito di aver salvaguardato da pesanti contaminazioni la Tradizione e la Liturgia. L'accusa di Sedevacantismo, poi, è una pura e semplice calunnia che ci viene lanciata contro da coloro che quando fa comodo si travestono da "più papisti del Papa", pensando che il travestirsi da agnelli faccia diventare lupo l'interlocutore.

I neocatecumenali che intervengono su queste nostre pagine farebbero bene a meditare sui dogmi della Chiesa, che non sono gabbie ideologiche ma luminosi e liberanti pilastri della retta fede, e ripensare a come vengono di fatto negati, sminuiti, aggirati dal Cammino (per esempio: se nel Sacramento dell'Eucarestia è presente Nostro Signore, è più adeguata l'adorazione silenziosa o il chiassoso girotondo col balletto?)

Chi pensa di liquidare le questioni ripetendo lo slogan del "Cammino approvato" per poi pretendere di attribuirne i difetti ai singoli, viene contraddetto dalla realtà stessa, viene smentito -per esempio- dall'assoluta refratterietà del CN ad ogni cambiamento, viene contraddetto -per esempio- dalle obiezioni del Santo Padre (i suoi incoraggiamenti non possono essere considerati un dietrofront rispetto alle sue decisioni, per esempio quelle della disobbeditissima "lettera di Arinze"). Sinteticamente, con mons. Socrates Villegas, anche noi siamo convinti che occorre "salvaguardare il Cammino dall'arroganza dei suoi iniziatori".

Se la nostra analisi critica può dare l'impressione di ingenerare sfiducia nel Cammino, non per questo essa ingenera sfiducia nella Chiesa, intanto perché trae origine proprio dal Magistero Ecclesiale (si chieda ad esempio il nostro interlocutore quanto la liturgia che lo forgia ogni sabato sera corrisponde alla Ecclesia de Eucharistia o alla Sacramentum Caritatis: faccio notare che si tratta di documenti post-conciliari) ed inoltre perché il Cammino non può pretendere -come di fatto fa- né di identificarsi con la Chiesa né di agire a nome di essa. [vedi] Abbiamo ricordato, ma pare non abbia avuto alcun effetto, che il mistero della Chiesa non si esaurisce nei movimenti e nemmeno se ci sommiamo tutti gli ordini religiosi e tutti i singoli credenti, che sono credenti fedeli a pieno titolo anche se non "fanno" il Cammino; il mistero della Chiesa va ben oltre ed è "altro"...

Un altro messaggio che qui abbiamo ricevuto ultimamente:
il cammino è un buon mezzo per convertirsi, è ancora relativamente nuovo e quindi in via di formazione e modificazione, ma è indubbiamente "pesante" e penso non sia adatto a tutti (le persone fragili possono rimanere troppo oppresse).
  1. Si sostiene che il cammino è in via di formazione e modificazione.
    Premesso che questo è un elemento noto, perché si riscontrano nel tempo aggiunte e modifiche apportate dall'iniziatore ad ogni convivenza di inizio anno o anche in altre occasioni, non si può non rilevare che si tratta sempre di sue "originalissime" sintesi e non di insegnamenti cattolici. Piuttosto, l'anomalia consiste nel fatto che fin dall'inizio (parlo di oltre 40 anni fa) non ci sia stata attenzione vigile su una "entità", che si propone come ecclesiale, tuttora in divenire.

    Faccio notare che la Chiesa non è in divenire, ma lo sono i suoi fedeli, che sono essi ad essere trasformati nel Signore. Questo può avvenire solo perché la Chiesa è e resta se stessa così come il Signore l'ha voluta e non cambia, altrimenti diventa un'altra cosa: come un'"altra cosa" è il cammino nc...

    Nel Cammino accade il contrario: il cammino cambia, ma solo in cose marginali che non incidono sulla sua struttura e natura, i camminanti restano sempre gli stessi inesorabili peccatori, graziati solo per fede fiduciale, alla Lutero per intenderci, nel cammino.

  2. Dire che il cammino non è per tutti e soprattutto che non è le persone fragili, quando il Signore è venuto proprio per i malati e per gli oppressi, mi pare già un riconoscimento della 'estraneità' al Signore e della non cattolicità -proprio nel senso di universalità- del cammino. E pare addirittura avallare il fatto che solo le persone "predestinate" o quelle solidamente strutturate possano reggerlo. E questo, francamente, è un inganno ancora più subdolo e terribile. E' il Signore la 'forza' dei piccoli, non il cammino. Lui cura le pecore ferite e nutre quelle grasse, cioè in buona salute psicologica e spirituale.
    E, invece, i camminanti convinti sembrano conoscere soltanto che loro sono gli eletti, i "forti" che possono reggere l'impatto di un "potentissimo Cammino" fatto per "eroi e titani" e per grandi virago come la "potentissima Carmen"... e non c'è posto per i piccoli, gli indifesi, i deboli, i bisognosi... loro sono tutti mediocri idolatri, che vogliono restare nella loro idolatria... e vanno schiacciati...
Concludo senza rispondere all'accusa che le apologie del cammino sono l'unica nostra fonte per continuare a scrivere, perché sarà smentita dai fatti, dato che malauguratamente di materiale ce n'è fin troppo.

lunedì 28 marzo 2011

Ancora puntualizzazioni. Repetita iuvant

Prima di passare oltre, dedico questo thread unicamente alla replica ad una confutazione di alcuni punti del precedente. Potrebbe apparire inutile tornarci sopra, dal momento che ad affermazioni analoghe abbiamo replicato un migliaio di volte. Ma ci ripetiamo per coloro che si accostassero al blog soltanto adesso, senza averne consultato il kilometrico percorso. I singoli punti, con le nostre precedenti affermazioni in grassetto e la relativa risposta sono evidenziati dal 'rientro'.


Il cammino toglie LIBERTA' alle persone: falso. Posso testimoniare di persona che la libertà delle mie scelte non è stata mai calpestata. Mai, né dai miei catechisti, né dai miei fratelli di comunità.
ebbene, il nostro interlocutore fa un'affermazione che parte da un'esperienza personale, che non coincide con quella di NESSUNO di noi. L'attività imposta dal cammino, soprattutto andando avanti, è così totalizzante nei 'tempi' e nei ritmi, ma anche rispetto agli interessi da cui alla fine si risulta tagliati fuori, che questo caso singolo non convince e non cambia un'acca della realtà che conosciamo e può ragionevolmente apparire un aspetto dell'apologia del cammino, che proseguirà negli altri punti.
toglie feste familiari: non capisco la frase. Ma se intendeva che il Cammino priva le persone di festeggiare in famiglia, è un errore. Il Cammino promuove il contrario.
in teoria potrebbe anche esser vero; ma in pratica, se si dà il caso che una ricorrenza familiare coincida con un impegno del cammino, è quest'ultimo ad avere la meglio. Ciò è tanto più vero, dal momento che perfino la cura di bambini, anziani, malati e moribondi (conosciamo persone SPINTE a lasciare il capezzale del padre morente che non sono state presenti alla sua morte, col rammarico che è possibile immaginare, ad esempio) è posposta agli impegni nel cammino (convivenze e quant'altro...)
toglie dignità al capo-famiglia che deve richiedere indietro la decima: non sapete nemmeno quale sia il significato della decima.
secondo te è dignitoso che, per esigenze impreviste e inderogabili, ci si debba rivolgere al responsabile per richiedere ciò che si è versato? E, quindi, in qualche modo dipendere da un altro che ti 'elargisce' il tuo? Qualunque sia il significato che viene dato alla decima, se ne potrebbe anche evitare la critica qualora fosse volontaria, come dite che sia in teoria; ma, di fatto, è una delle domande che i catechisti rivolgono ai responsabili durante gli scrutini: "versa la decima?", che tra l'altro nemmeno lo statuto prescrive, parlando genericamente di "collette"... Di fatto si tratta di una della tante coartazioni che la persona subisce nel cammino.
il cammino toglie tempo agli affetti familiari, agli amici: questa è bellissima. Credo di avere più amici fuori dal cammino che dentro. E per ognuno trovo il tempo che serve.
mi compiaccio per te. E' la classica rondine che non fa primavera. Perché a noi tutti risulta esattamente il contrario e chiunque legge non ha che da analizzare la sua situazione.
Aggiungo che è tipico dei camminanti ad oltranza: 1. dapprima negare, dicendo: é falso quel che dici; 2. quando è impossibile negare, si minimizza (nella mia comunità o a me non succede) ; 3. oppure si ammette il problema, ma come eccezione (sì succede, ma sono casi isolati, dipendenti da qualche catechista che si comporta male), mentre sappiamo perfettamente che sono 'bachi' del sistema-cammino. marcio ab origine; 4. tra i più capaci di analisi ed uso di ragione si ammettono cose anche fondamentali ma, ciononostante, basta una convivenza o un'esperienza camminante per ricadere nell'invischiamento, che di questo si tratta! 5. messi con le spalle al muro, parte l'insulto e l'attacco alla persona, vista come un nemico e non più come un interlocutore, senza tener conto del tempo e dell'attenzione ricevuti (vedi caso di Alessio)
toglie la possibilità di studiare le cose di Dio, di leggere la Scrittura nella Chiesa -se lo fai, ti accusano di essere un orgoglioso-: falso! Il cammino si fonda sulla conoscenza della Scrittura e della teologia. Ma voi siete liberi di non credervi.
in teoria anche quest'affermazione potrebbe apparire giusta. In pratica, tuttavia, le 'cose di Dio', compresa la S. Scrittura vengono usati strumentalmente al cammino. Se ti azzardi a confutare con la tua conoscenza teologica e cattolica un insegnamento dei catechisti, vieni messo a tacere ed accusato di superbia... che il cammino si fondi sulla conoscenza della Scrittura e della teologia è vero, ma si tratta della teologia kikarmeniana (altro non trova diritto di cittadinanza). Liberi di non crederci, per averlo sperimentato.
Non escludo che qualcuno a titolo personale faccia degli approfondimenti estendendo le fonti; ma quel che lui interiorizza non sarà mai integrato né potrà 'passare' all'interno del sistema-cammino. Al massimo potrà, sempre se glielo lasciano fare, condividere qualcosa nella sua comunità. Ma tutto finisce lì: il cammino non cambia.
il cammino sostiene che la teologia è la nube che nasconde la fede, e quindi puoi accostarti agli studi solo se hai finito il cammino: citatemi la fonte da cui avete attinto questa bestemmia.
facile citare la fonte, che è la comunità frequentata per oltre un ventennio e sapendo che si tratta di un dato generalizzato e che siamo in molti a poter confermare.
Mi pare evidente che nel cammino, oltre alla teologia non in house, anche l'uso di ragione sia bandito, dal momento che sono escluse le domande, col ricorrente ritornello: "adesso non puoi capire, capirai più tardi".
Il cammino ti toglie la bellezza della celebrazione: sinceramente il contrario. Ma vorrei tanto capire come voi concepiate la bellezza.
bisogna intendere cosa si intende per bellezza. Se uno si lascia attrarre dalla 'Nueva estetica' kikiana e da una liturgia orizzontalmente piegata alle esigenze della comunità (cementazione attraverso le risonanze, il coinvolgimento, il 'clima' indotto dai canti e dalla conseguente esaltazione emotiva), scambia per bellezza queste accattivanti e ammalianti umane costruzioni e non sarà in grado di apprezzare l'autentica Bellezza, sobrietà e sacralità della Santa e Divina Liturgia Cattolica e, quel che è più grave, il suo significato profondo.
ti obbliga a gesti ed atteggiamenti che non sono consueti: generico e banale. E' consueto al giorno d'oggi essere Cristiani? Maddai, muovete critiche concrete.
vuoi una critica concreta? Bada che è solo una delle tante! Perché non vi inginocchiate MAI? E' normale che solo perché ci si considera 'risorti' non si pieghino le ginocchia in Adorazione davanti al Signore e soprattutto nel momento più solenne della celebrazione? E che sia proibito a chi avesse il desiderio e, soprattutto, la spinta interiore a farlo?
Il ballo ebreo intorno alla 'mensa' è forse un gesto consueto?
ti toglie la libertà di adorare e di ringraziare come meglio il tuo cuore ti suggerisce: E' vero. Ci viene vietato di sacrificare giovani vergini, di effettuare un sabba, o di banchettare con pizza spacciandola per Corpo di Cristo. Per il resto ritengo che il cuore ha molto da scegliere per lodare Dio.
l'ironia è fuori posto, perché la critica è motivata dal fatto che, mancando i momenti di silenzio e di Adorazione e prevalendo, per contro, l'esaltazione e l'emotività che ti portano 'fuori da te' e impediscono l'interiorizzazione sia di quanto accade che dei moti dell'animo, l'affermazione conserva tutta la sua validità e ragion d'essere
Il cammino ti toglie dignità durante gli scrutinii: siete costretti a dire che lo fate per obbedienza, per educare il vostro orgoglio, mentre si tratta di violazione di coscienza, di calpestare la dignità umana, di difendere il sacramento del matrimonio, compresa la segretezza nei rapporti tra coniugi: questo è il vostro cavallo di battaglia, no? Lo spauracchio che elevate sempre a vessillo. Signori miei, posso capire che qualcuno abbia avuto esperienze personali non edificanti. Ma è dovere di ognuno esporre l'esperienza sul piano PERSONALE. State mozzando teste alla cieca, parlate in termini generali. Non si fa così...
Il cammino non ha mai calpestato la mia dignità, soprattutto nello scrutinio.
Hanno plagiato la mia testa?
Sì l'hanno plagiata...un giorno conquisteremo il mondo. -spero comprendiate l'ironia-.
il discorso degli scrutini è molto serio. lo abbiamo sviscerato a lungo [vedi anche] e, soprattutto, anche nell'ultimo thread è stato ampiamente spiegato, evidentemente senza alcun risultato, cosa s'intende davvero per dignità.

Che la segretezza ed anche un certo pudore possano essere necessari per salvaguardare l'inviolabile intimità non solo dell'animo umano, ma anche del rapporto di coppia, a me sembra un fatto ineludibile.

Dove sta scritto che la comunione parte dalla condivisione di TUTTE le esperienze, soprattutto quando si ha a che fare con quelle meno edificanti e intime che ogni persona ha tutto il sacrosanto diritto, sancito anche dal segreto confessionale, di tenere per sé? Questa è una idea di comunione solo materiale, peraltro finalizzata ad una spersonalizzazione che rende dipendenti dal gruppo, che non tiene conto che la VERA comunione è Cristo Signore che la crea tra chi condivide il suo Spirito e la sua Grazia...
Il cammino ti costringe ad ascoltare catechesi infarcite di teologia protestante, per cui l'uomo è una schifezza per definizione: le catechesi sono ora Direttorio della Chiesa Cattolica. La stessa chiesa che voi dite di seguire. Pensate che hanno sbagliato? Beh, in questo caso, fatevi un esame di coscienza: la vostra è ribellione alla Chiesa. Pensate che hanno sbagliato?
La nostra non è ribellione alla Chiesa, che ha inopinatamente approvato il cammino. Non essendo questo un dogma di fede, semmai è ribellione al Cammino, che non può identificarsi con la Chiesa, come non possiamo identificarci sic et simpliciter con la Chiesa noi né nessun altro. Infatti ricordiamoci che il mistero della Chiesa non si esaurisce nei movimenti e nemmeno se ci sommiamo tutti gli ordini religiosi e tutti i singoli credenti, che sono credenti fedeli a pieno titolo anche se non "fanno" il cammino; il mistero della Chiesa va ben oltre ed è "altro"...
Dite che il Demonio si serve del Cammino per compiere i suoi piani?
nelle persone in mala fede che portano avanti il cammino, non mi sento di poterlo negare. Quelle in buona fede, non posso che affidarle al Signore...
Io dico che ho visto persone esser tratte fuori dalla merda in cui riversavano.
Ho visto uomini adulteri, giocatori d'azzardo, chiedere perdono alle loro mogli.
Ho visto matrimoni risorgere.
Ho visto atei convertirsi.
Ho visto persone morire perdonando i loro nemici.
Ho visto martiri. Sì, ho visto martiri.
A me, sinceramente, questa non sembra epidermide. Non mi sembra superficie. Non mi sembra sentimentalismo.
Molte delle cose sopra descritte le fanno anche gli "Alcoolisti anonimi" o altre comunità di recupero.

Quanto ai matrimoni risorti, avviene a condizione della totale dipendenza di entrambi i coniugi al cammino. E' un prezzo che non tutti per fortuna sono disposti a pagare, perché si tratta spesso di equilibri perversi.

Quanto agli atei che si convertono, di certo si convertono al cammino nc e non alla Chiesa, perché poi vengono nutriti con quegli insegnamenti e quelle prassi, che veicolano "altro".

Hai visto persone che perdonano i loro nemici e poi non riesci a perdonare mic se non vedi 'passare' un tuo messaggio :(

Quanto ai martiri (cioè testimoni) ne ho visti tanti anch'io e quelle di cui tu parli sono "testimoni del cammino". Se intendi parlare del martirio con il sangue, beh, so che è capitato (penso a Don Santoro, ad esempio, e se non lo avete pubblicizzato devono esserci motivi che in parte conosco e non mi interessa nemmeno approfondire perché non è questo il nostro scopo). In questi casi è solo Dio che può giudicare il cuore di quelle persone...
Tutte i Santi sono del Cammino?
Tutti i matrimoni si salvano nel Cammino?
Tutti i martiri emergono dal Cammino?
Tutti gli atei si convertono grazie al Cammino?
Ovviamente no, ma le persone di cui do la mia testimonianza hanno trovato il Signore grazie al Cammino.
E questo è un miracolo di DIo.
Bene. Tieniti il tuo miracolo. A noi, al prezzo che conosciamo, non interessa.

venerdì 25 marzo 2011

Aspetti di una crisi epocale della Chiesa. Ragioni di un'approvazione anomala

Il thread precedente ha offerto molti spunti di riflessione, da alcuni dei quali ho estratto una sintesi che vi propongo per continuare la discussione.


Io mi domando come può un vescovo, il custode della Liturgia, guardare come i neocatecumenali "celebrano" l'Eucaristia e restare sereno, in pace con la sua coscienza. Come possono tutti i custodi della Liturgia essere in pace con la loro coscienza sapendo con quali mezzi e argomenti i responsabili neocatecumenali li hanno convinti di chiudere gli occhi sulle loro aberrazioni?

Un semplice fedele, scoprendo quel "rituale" neocat - e non sto parlando di cattolici tradizionalisti - con il suo semplice buon senso è sorpreso, sbalordito, vede che NON è una liturgia cattolica, e si domanda come è possibile che sia stato e sia tollerato.

Diventa difficile avere fiducia in chi ci guida quando tali gravi anomalie sono non solo tollerate ma incoraggiate e legittimate. Possiamo ragionevolemente pensare che possa trattarsi anche di dipendenza psicologica, qualcosa che bypassa la ragione, e si finisce per minimizzare le storture e guardare solo le cose buone, cioè il senso di gioia, di comunione con tutti. Soltanto che queste sono cose superficiali, epidermiche: "sensazioni" appunto, che passano - oltretutto ostentate con criteri da marketing - e c'è sempre bisogno della comunità per ritrovarle.

Cosa significa questo, se non che hanno origine umana e non vengono dal Signore? Altro che "dono dello Spirito Santo"!
E tuttavia hanno la loro efficacia sui pastori, visto che sono unite anche a una buona formazione morale (nel campo della sessualità soprattutto), anch'essa tuttavia molto "di facciata". Anche questo può ingannare un pastore. Infatti ho visto sacerdoti insegnanti di liturgia oppure di sacramentaria, attentissimi ai significati e alla cura dei segni, partecipare felici alle celebrazioni neocatecumenali.

C'e qualcosa di incomprensibile in tutto questo, un ammaliamento della persona, un toccare le debolezze profonde dell'uomo, sia anche un vescovo, che diventa cieco e sordo alle profanazioni liturgiche. Il tutto è unito ad un flusso di denaro che serve a placare le ansie dei nostri pastori/amministratori, che temono le casse vuote, di più delle chiese vuote.

A queste considerazioni si aggiunge quella di Alessio:
No, guardate che siete fuori strada. Oggi l'uomo ragiona in termini di causa-effetto. E' il rischio del modernismo, tanto condannato e previsto da S. Pio X.

Se gli effetti che i Vescovi e i Parroci hanno intorno sono minimi, e suvvia va un po' riconosciuto che questa Chiesa post-conciliare sta fallendo lo scopo che si era prefisso (il recupero delle masse)... allora sei portato a ricercare tutti i focolai invece che mostrano qualche effetto.

Il CNC che lo si voglia oppure no, gli effetti li dà, e quelli positivi sono di gran lunga superiori a quelli negativi (che non rinnego, sarei sciocco). E allora attribuisci a quell'effetto, la causa che li produce: la liturgia eucaristica. Perchè la Grazia passa dalla Liturgia Eucaristica. Se si pensa in modo diverso non si è cattolici. E allora quelle differenze possono essere addirittura considerate come la causa primaria degli effetti. Ecco che quindi non solo sono tollerati, ma ricercati.

Sono i sacerdoti che non fanno il Cammino quelli che richiedono più risonanze, quelli che sono più ferventi nelle omelie (più lunghe rispetto al solito...), che ti chiedono di aiutarli nella distribuzione del Corpo di Cristo. E i Vescovi sono ammirati dal vedere un'Assemblea celebrante, perchè di formazione gli è stato detto che dal Concilio Vaticano II, deve apparire sempre più l'Assemblea celebrante.

Il Concilio è alla base di tutto. anche di queste cose che vi sembrano incomprensibili, ma che analizzate un po' più da lontano, sono comprensibilissime.
Quel che dice Alessio è chiaro e secondo me in parte corrisponde alla realtà. Però, da quel che lo stesso Alessio sottolinea, siamo nel materialismo più evidente: al causa-effetto di natura materiale, dato che gli 'effetti' visibili sono superficiali e non trasformano le profondità del cuore, proprio perché di natura materiale. Essi infatti scaturiscono dall'Assemblea e dal clima che si induce, dai condizionamenti delle 'prassi' e non dal Signore... risulta espunta la Soprannaturalità, il mistero, la Grazia Santificante ed è vero che ciò può far presa sia sui fedeli che sui pastori proprio in ragione delle mentalità nuove forgiate da certe applicazioni conciliari. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che gli insegnamenti del cammino hanno potuto proliferare proprio in un clima come quello post-conciliare, ma non sono interamente frutto delle 'novità' introdotte dal Concilio, perché veicolano contenuti, per dirlo chiaro e senza mezzi termini, giudeo-luterano-gnostici con forti suggestioni veterotestamentarie e cabalistiche. Da non trascurare il fatto che anche queste hanno una loro presa proprio in ambienti protestanti.

Aggiunge, più in dettaglio, Michela in replica ad Alessio: non è modernismo usare la ragione, e la ragione mi dice che il numero di matrimoni che falliscono nel cammino, è altissimo, il cammino raggiunge un certo numero di persone, ma quelle che continuano sono meno della metà, le altre si ritrovano fuori da una chiesa che non hanno mai conosciuto, perché il cammino l'ha proibito. Inoltre:
  • Il cammino toglie LIBERTA' alle persone,
  • toglie feste familiari,
  • toglie dignità al capo-famiglia che deve richiedere indietro la decima
  • il cammino toglie tempo agli affetti familiari, agli amici,
  • toglie la possibilità di studiare le cose di Dio, di leggere la Scrittura nella Chiesa -se lo fai, ti accusano di essere un orgoglioso-
  • il cammino sostiene che la teologia è la nube che nasconde la fede, e quindi puoi accostarti agli studi solo se hai finito il cammino.
  • Il cammino ti toglie la bellezza della celebrazione,
  • ti obbliga a gesti ed atteggiamenti che non sono consueti,
  • ti toglie la libertà di adorare e di ringraziare come meglio il tuo cuore ti suggerisce.
  • Il cammino ti toglie dignità durante gli scrutinii: siete costretti a dire che lo fate per obbedienza, per educare il vostro orgoglio, mentre si tratta di violazione di coscienza, di calpestare la dignità umana, di difendere il sacramento del matrimonio, compresa la segretezza nei rapporti tra coniugi.
  • Il cammino ti costringe ad ascoltare catechesi infarcite di teologia protestante, per cui l'uomo è una schifezza per definizione.
Cosa resta? qualche famiglia che vive l'apertura alla vita, bambini che soffrono per essere lasciati molto soli, genitori stanchi ed insofferenti verso quei figli che hanno messo al mondo. Donne provate dalle molte gravidanze che urlano tutto il giorno, salvo poi sorridere il giorno della redditio, oppure quando mettono in prima fila i bambini quando passa un vescovo o il papa.

...e molto molto denaro......

Inoltre io non credo tanto che il concilio sia la causa dei tanti problemi. Io credo che il concilio sia stato 'usato' da molti per fare quello che volevano. In realtà alcune buone idee si sono innestate sul peccato dell'uomo che si è ingigantito: il soggettivismo, la Messa troppo incentrata sia sul sacerdote che sul popolo, ma non sull'unità dei due (Corpo Mistico), Cristo che tende a sparire dalle celebrazioni.

Tolto il linguaggio e i termini di sempre ( es. male, redenzione, morte ecc.) si è lasciato spazio alle emozioni, a musiche e testi sentimentali. In tutto questo il cammino ha delle colpe gravissime, capito Alessio! Il cammino e non il concilio. Tanto più che essendo approvato non può permettersi di fare ancora come gli pare. Tanto per essere chiara, per 25 anni ho sentito dire che il cammino ha applicato il concilio, se adesso i neocat mi dicono che gli errori del cammino dipendono dal concilio, io mi sento di respingere con vigore tale affermazione, che vorrebbe attenuare le gravissime responsabilità personali dei fondatori e di tutti i catechisti che propagano errori.

Nel condividere le affermazioni di Michela, aggiungo che siamo consapevoli di trovarci in un momento di grande crisi per la Chiesa; ma siamo altrettanto consapevoli che abbiamo il grande dono e il compito di custodire e trasmettere la Tradizione autentica, quella Cattolica Apostolica non inquinata da "originali sintesi del cristianesimo" come ci si può permettere di definire il cammino nc senza che ciò susciti l'allarme di chi dovrebbe. E naturalmente non siamo soli.

In questo, oltre alla Grazia - che ci precede in quel che abbiamo ricevuto e ci accompagna e ci sorpassa in questo momento oscuro e di grande disorientamento - ci soccorrono molte pietre miliari come i testi di Mons. Gherardini, di Roberto de Mattei, di Romano Amerio, nonché l'opera lodevole e infaticabile dei Francescani dell'Immacolata

Chi avesse la pazienza di consultare i documenti evidenziati nella colonna in alto a sinistra del blog da cui sono tratti alcuni link, potrà trovare molti interessanti e qualificati elementi di approfondimento

mercoledì 23 marzo 2011

Video: liturgie a confronto

Video 1: neocatecumenali che ballano in chiesa attorno ad un tavolo, come in osteria, come al villaggio vacanze. Notate come il vero altare, in fondo a sinistra, non c'entri niente con la "liturgia" neocatecumenale in corso:



Video 2: per confronto, vediamo un esempio di liturgia cattolica:



Nota 1: in tutta la Bibbia i termini "danzare" e "ballare" compaiono poche decine di volte (quasi tutte nell'Antico Testamento) in contesti marginali (come nella parabola del figliuol prodigo) oppure in contesti assai poco onorevoli (gli ebrei danzanti attorno al vitello d'oro, il ballo di Erodiade). In ogni caso, in tutta la storia della Chiesa prima di Kiko e Carmen, nessuno aveva mai preso a pretesto la danza di Davide per ballare nella liturgia.

Nota 2: padre Pio, in tempi non sospetti (cioè quando Kiko e Carmen non si erano ancora stabilmente insediati a Roma), definì gli inventori del Cammino Neocatecumenale «i nuovi falsi profeti».

domenica 20 marzo 2011

Ordinazioni separate per i diaconi neocatecumenali

La lettera riprodotta qui sotto è stata inviata a papa Benedetto XVI poche settimane prima di quel fatidico 1° dicembre 2005, data in cui il Papa comunicò le sue decisioni ai fondatori del Cammino Neocatecumenale. Chissà se è mai arrivata agli occhi del Papa.

Quanto alle ordinazioni, vorremmo sperare che negli anni successivi la situazione sia cambiata... ma ci risulta purtroppo il contrario.

A Sua Santità Benedetto XVI

Santità,

siamo tre fedeli cristiane della Parrocchia di San Giovanni in Laterano.

Ci perdoni il disturbo, ma vogliamo segnalarLe quanto avvenuto nella Basilica (Sua e nostra Cattedrale) mercoledì 26 ottobre 2005, in occasione dell'ordinazione di 7 Diaconi del "Redemptoris Mater" di Roma.

Altre volte avevamo assistito a cerimonie simili (l'ultima il 27 ottobre 2004), ben diverse da quelle nelle quali venivano consacrati i nuovi diaconi del Laterano, ma non pensavamo che ciò potesse avvenire anche dopo l'ultimo Sinodo dei Vescovi.

Dai giornali avevamo appreso la Vostra volontà di riportare la celebrazione eucaristica alla dignità dei gesti, dei paramenti e dei canti, perché manifestassero la serietà e la santità del mistero. Invece abbiamo assistito ad una celebrazione fatta in spregio d'ogni disposizione Vostra e della Congregazione per il Culto Divino.

Pensavamo che i giovani del "Redemptoris Mater" fossero stati ordinati sabato 22 ottobre insieme agli altri 16 Diaconi del Laterano. Invece abbiamo constatato che ciò non era avvenuto perché il martedì hanno steso tappeti, predisposto sedie di lusso e addobbi in gran quantità. Tutto molto elegante. L'unica cosa che stonava era la tavola, che doveva sostituire l'Altare della Confessione, sostenuta da cavalletti come si usa nelle nostre bettole. Era la cosa più squallida, la meno degna per la celebrazione dei sacri misteri.

Il giorno dopo abbiamo seguito la cerimonia dalle navate laterali, controllate a vista dagli addetti all'ordine (alcuni in clergimen). Solo chi era munito di biglietto di invito poteva partecipare alla cerimonia nei posti a sedere, predisposti nella navata centrale.

La cerimonia è stata presieduta dal Card. Ruini che ha elogiato e ringraziato i seminari "Redemptoris Mater" perché danno alla Chiesa molti sacerdoti che, unitamente alle famiglie, vanno a evangelizzare in varie parti del mondo.

I canti eseguiti sono stati ritmati da battimani e dal movimento dei corpi. Non hanno recitato il Credo. Nel canto delle Litanie dei Santi non abbiamo sentito l'invocazione a San Tommaso, mentre invece sono stati fatti i nomi di Papa Giovanni XXIII e di Madre Teresa di Calcutta. Dopo l'offertorio si sono scambiati il Segno della Pace con baci e abbracci. Alla Consacrazione tutti sono rimasti in piedi; alcuni seduti. Dopo la Consacrazione il Pane è stato spezzato dentro diversi vassoi. Alla Comunione si sono seduti e hanno ricevuto in mano un pezzo di Pane consacrato, attendendo che tutti fossero serviti. Nel frattempo abbiamo notato vicino a noi due ragazze che, ridendo, si scambiavano il Pane consacrato, altri che si grattavano la testa o si soffiavano il naso. Il controllore al nostro fianco, ed altri che stavano in piedi, avevano anch'essi il Pane in mano mentre si muovevano per il servizio. Più volte ci hanno invitate a recarci in fondo alla chiesa perché a noi avrebbero dato le Ostie. Quando il Cardinale ha detto "Ecco l'Agnello di Dio…" tutti hanno messo in bocca il loro boccone. Poi hanno fatto passare (e ripassare) le coppe del Vino consacrato.

Finita la Messa, i sacerdoti celebranti, insieme al Cardinale Ruini, si sono avviati in processione verso la sacrestia. Gli altri cantando musiche da discoteca, hanno iniziato a ballare (per venti minuti!) formando diversi cerchi attorno alla tavola. Ballavano anche suore e preti. Nel frattempo hanno levato le coppe, i vassoi e le tovaglie.

Grazie per il bene che fa alla Chiesa.

Ci benedica in nome di Gesù e di Maria.

Devotamente.

P.T.
A.C.
A.Ce.
Roma, lì 09.11.2005

giovedì 17 marzo 2011

Il Cammino NC non trasforma a sua immagine solo gli Ordini Religiosi, ma anche i gruppi ecclesiali. I sacerdoti "ibridi"

Giorni fa ci eravamo chiesti quale ruolo avrebbe avuto il cammino nc nella "nuova evangelizzazione", commentando i primi atti di Mons Fisichella nel suo nuovo ruolo nell'apposito Dicastero di recente istituzione. Sono arrivate le prime risposte significative e, purtroppo, tali da confermare che nel cammino nulla è cambiato. Semmai, esso è ormai in grado di diffondersi in maniera ancora più subdola e penetrante. Del resto è una esperienza che posso testimoniare comune a molte parrocchie che conosco.

Le testimonianze formeranno oggetto della nostra riflessione in alcuni articoli. Ecco la prima:


Mi sto rendendo conto che inizia a nascere un altro pericoloso fenomeno, quello di sacerdoti "ibridi", ossia che fanno parte del cammino o che ne hanno fatto parte, che hanno studiato in seminarii ordinarii e che, all'interno delle loro parrocchie, pur non pubblicizzando il CNC, improntano la loro opera pastorale secondo l'ideologia del Cammino. A mio modo di vedere questo fenomeno è pericoloso perchè i fedeli non hanno nemmeno modo di ricondurre al Cammino certe stranezze.

Io frequento l'Azione Cattolica in una parrocchia il cui parroco fa il Cammino nella sua parrocchia di origine; ci fa fare la Scrutatio a partire da ciò che ci colpisce di più nella lettura di un passo biblico per poi seguire i rimandi della Bibbia di Gerusalemme corrispondenti, e così a catena fino a capire cosa il Signore ci vuole dire (dice lui). Inoltre nelle direzioni spirituali prende molto in considerazione il caso e la psicologia tant'è che ho cambiato direttore. Se non si può andare per motivi seri a campi o uscite di gruppo dice che si sta dicendo di no al Signore e che se si devono saltare le riunioni settimanali dell'AC (che lui ha chiamato Comunità) per servire un parente infermo è meglio prendere in considerazione una badante. Inoltre istiga i giovani ad andarsene di casa, non lo dice chiaramente ma lo fa capire. Per non parlare poi delle pressioni che mette all'interno delle coppie di fidanzati affinchè si lascino in modo che se ne formino altre come piacciono a lui. E se non si da ascolto a lui è come se si stesse dicendo no al Signore. Sono anni che una mia amica è oggetto di continui commenti subdoli per via del fatto che il ragazzo è fuori dal nostro gruppo (che ora si chiama comunità).

In un campo che abbiamo fatto ad inizio autunno ci ha fatto fare evangelizzazione per le strade come fanno i Testimoni di Geova. Lì mi sono reso conto che veramente c'è qualcosa di eterodosso. E' vero che non si deve aver paura di portare Cristo agli altri, ma è pure vero che si deve fare senza essere presi per ridicoli o appartenenti ad altre confessioni.

Come si vede si è venuta a creare una situazione ibrida che, nella mia diocesi, è anche abbastanza frequente. Sacerdoti ordinati nel Seminario Regionale che vengono dal cammino e utilizzano metodi del cammino; infatti, non ancora l'ho detto, ma ad estrazione a volte siamo chiamati a fare il punto della nostra vita davanti a tutti, e anche qui c'è gente che scoppia in lacrime davanti a cinquanta persone messe in cerchio, magari durante la Messa, al posto dell'Omelia. In questo modo si diffonde il metodo neocatecumenale senza che qualcuno possa pensare che sia quello perchè ufficialmente è Azione Cattolica. Intanto sabato scorso i ragazzi adolescenti dell'ACG di questa parrocchia hanno fatto un campo nella parrocchia di origine di questo sacerdote e come esperienza hanno assistito a una celebrazione comunitaria dei neocatecumenali. Proverò a sentire i commenti dei loro educatori ma sicuramente diranno che è andato tutto bene e che è stata una esperienza forte perchè tale parroco dice sempre che scandalizzarsi è da moralisti e farisei.

Volevo aggiungere una testimonianza riguardo i "passaggi" (termine utilizzato per indicare il momento in cui i ragazzi dell'ACG, quindi adolescenti, passano alla nostra "Comunità"). Durante questo evento, noi tutti già membri, siamo invitati dal parroco in questione a imporre le mani su ciascuno di questi ragazzi (inutile dire l'imbarazzo che provo nel fare ciò, ma sento una specie di soggezione psicologica e non riesco a dire di no). Inoltre questo parroco afferma che il "passaggio" è quasi un sacramento in cui la Chiesa ti da l'incarico di diventare Educatore.

Come si vede, a parte la falsità giuridica di questa affermazione, c'è una base lessicale che rimane quella dell'AC, ma i contenuti sono un mix che spazia dal CNC al RnS allo Scoutismo. Io mi limito a osservare che tutto ciò mi sembra strano.

Intanto un SMS da parte di questo sacerdote ricorda proprio in questo momento a noi tutti membri di questa "Comunità", ormai solo all'anagrafe Azione Cattolica, dell'incontro di questa sera. Il messaggio si conclude con: "Il Signore vi aspetta!"...Non ho mai ricevuto SMS simili per la Messa di precetto domenicale.

Dimenticavo... l'imposizione delle mani avviene durante la Messa. E non si può dire che ci siano stranezze, altrimenti si è farisei.

mercoledì 16 marzo 2011

IL RENDICONTO DELLA “SPAZZATURA”


La Santa Quaresima impone, senza polemiche di sorta, una sia pur breve riflessione sull’uso del denaro (definito dai NC “spazzatura” e, in genere, raccolto significativamente in sacconi di plastica destinati appunto alla raccolta, nemmeno differenziata, delle immondizie).

L’ art 4, dello Statuto Neocatecumenale approvato l’11 maggio 2008 così recita al paragrafo 3: “ Nelle comunità vengono effettuate collette, in risposta a varie necessità. Spetta ai responsabili delle comunità, nonché alle équipes responsabili del Cammino a ogni livello, assicurare che la gestione di tali collette avvenga con grande senso di responsabilità e nel rispetto del Diritto”.

Vediamo di intenderci:
  • Le collette di cui trattasi - in aggiunta alla “decima”, peraltro non nominata dallo Statuto, ma di fatto richiesta - sono quelle effettuate nelle “comunità” in genere “in risposta” a necessità varie e non meglio qualificate, ma individuate di volta in volta, e in modo unilaterale e insindacabile, dai responsabili delle singole comunità e/o di concerto con i catechisti di vario grado nella gerarchia neocatecumenale;

  • Lo Statuto prevede espressamente che i responsabili di ogni comunità sono tenuti ad una gestione non solo “ responsabile” di tali entrate, ma anche “nel rispetto del Diritto”. Dunque alla dimensione, per così dire, morale di questa gestione si associa inequivocabilmente una dimensione “legale”. Inoltre si aggiunge significativamente che alla trasparenza nella gestione di ogni entrata oltre ai responsabili delle singole comunità sono anche chiamati (evidentemente come controllori e garanti) i “responsabili del Cammino ad ogni livello”;

  • Alle entrate derivanti dalle “collette” di cui sopra vanno aggiunti con ogni evidenza i proventi derivanti da donazioni liberali alla singola comunità o al Cammino in genere, ma soprattutto gli introiti regolarmente realizzati ad ogni “passaggio” (almeno dallo Shema in poi), durante il quale ogni “scrutinato” deve più o meno spontaneamentre “rinunciare” ad un oggetto di particolare valore, (l”idolo” di turno).
Non vogliamo minimamente sindacare, perché non ne avremmo nemmeno lontanamente il diritto, i modi e le forme di destinazione dei proventi - certo non insignificanti - del Cammino. Crediamo tuttavia che il preciso richiamo al “Diritto” contenuto nell’art.4, paragrafo 3 dello Statuto, imponga a tutti i livelli, a partire dalle più piccole comunità esistenti nelle parrocchie, una sia pur periodica ed essenziale rendicontazione delle Entrate e delle Spese.

Da quanto ci risulta a tutt’oggi in NESSUNA comunità, ma neanche ai livelli gestionali più alti (ad es. i “Centri Neocatecumenali”) tale rendicontazione è mai avvenuta né prima né dopo l’approvazione definitiva dello Statuto.

Si chiede troppo se si invitano gli interessati, anche per concreto rispetto dei contenuti fondanti del loro recente annuncio della Quaresima, di voler provvedere?

domenica 13 marzo 2011

Ci occupiamo ancora del "miracolo di Lerma"!

Ci troviamo a far da 'controcanto' a "La Bussola quotidiana", il nuovo quotidiano on line gestito da Tornielli-Introvigne & C., che oggi ospita, con un'enfasi che purtroppo ben conosciamo, un articolo sul cosiddetto miracolo di Lerma, del quale ci eravamo già occupati nell'ottobre del 2009, nell'abito del fenomeno - tanto consistente quanto ignorato nella Chiesa - dell'inquinamento degli Ordini religiosi da parte del cammino nc. Il fenomeno riguarda soprattutto quelli di clausura, luoghi prescelti per le vocazioni femminili. Inutile dire quanto ne vangano rivoluzionati, trasformando, anzi sfigurando, il carìsma originario...
"Un miracolo sta avvenendo nella Spagna laicista di Zapatero. Un fenomeno che nella Chiesa spagnola non si vedeva dal XVI secolo, dai tempi di Santa Teresa d’Avila, e in quella mondiale almeno da Madre Teresa di Calcutta. Ma la storia è sempre pronta a fare il bis, anche nella Chiesa. E quanto accadde con benedettini o cistercensi, clarisse o carmelitani, può ripetersi oggi: che qualcuno faccia rifiorire le vocazioni religiose. Un vero tsunami spirituale che si è scatenato dalle parti di Burgos, la cabeza de Castilla per cinque secoli capitale del regno, dove dozzine di ragazze fanno la fila per entrare nei conventi di Lerma e di La Aguilera. Molte sono laureate, in legge, economia, fisica, chimica, ingegneria, architettura, medicina, farmacia, biologia, pedagogia. C’è chi faceva la fotografa, chi studiava aeronautica e persino chi faceva la modella. Molte provengono dai movimenti laicali più cari a Wojtyla e a Ratzinger. Ad affascinarle è il carisma di una giovane badessa dagli occhi verdi e dalla parola che infiamma. La donna che sta inondando con un’alluvione di vocazioni la siccità spirituale iberica si chiama suor Verónica Maria, al secolo María José Berzosa Martinez, ha solo 45 anni e in lei c’è chi già vede la Teresa d’Avila del XXI secolo: anche la grande mistica cinquecentesca era un’appassionata riformatrice nata in terra di Castiglia…
Le Hermanas de Iesu Communio, la nuova congregazione che sor Verónica ha fondato rinnovando il carisma francescano delle clarisse, si sono presentate in società a Burgos sabato 12 febbraio, con una celebrazione di ringraziamento nella bellissima cattedrale gotica di Santa Maria, stipata di tremila burgalés in fibrillazione: ..."
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-il-carisma-di-suor-vernicaaffascina-la-spagna--1264.htm"
Ricordo che dello stesso fenomeno ci eravamo già occupati ad ottobre del 2009. Allora a parlarne era p. Cantalamessa e riportavamo un servizio di Caterina su Oriens con tanto di video:
http://wxre.splinder.com/post/21432937/il+miracolo+di+Lerma

"Il video ha già fatto il giro del web....da Gloria TV a youtube a FB...
Ciò che mi lascia perplessa, raccontato da padre Cantalamessa stesso è questo: che il senso del miracolo è attribuito ALL'USCITA DALLA CLAUSURA....cioè, spiega Cantalamessa che in qualità di Clausura il monastero stava per chiudere... avendo poi deciso di ELIMINARE LA CLAUSURA e renderlo un Convento APERTO e modificando di conseguenza I CANTI E LE REGOLE DI COMPORTAMENTO... sarebbe avvenuto il miracolo di una fioritura di vocazioni specialmente giovani....
Ora mi domando: può essere considerato un miracolo un Monastero che RINUNCIA E RIFIUTA la sua nascita claustrale per APRIRSI al mondo modificando le proprie Regole che lo videro nascere? Stiamo sempre lì, ad un uso improprio dei termini... altrimenti vengo stuzzicata ad usare le parole di san Paolo ai Tessalonicesi: 2Tess.2 E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna
Non lo attribuisco alla Comunità, tuttavia se per miracolo si vuole intendere che dismessa una Clausura, le vocazioni fioriscono, bèh, mi spiace, ma i conti non mi tornano...
Ed infine mi venivano a mente le parole della Bibbia: TUTTO E' VANITA'....con questo non sto a giudicare queste giovanissime vocazioni, anzi, ben vengano... la nostra fede è gioia...e si vede nel filmato come usano gli inginocchiatoi per pregare...come a dire "c'è un tempo per pregare e un tempo per gioire e rallegrarsi" dunque capite bene ciò che dico....
Ma, ripeto, ciò che mi lascia perplessa è quell'aver quasi la responsabilità della precoce morte della comunità ALLA CLAUSURA....e la vita invece ad un ADEGUARSI ALLE MODE DEL TEMPO.... Sembra quasi una sorta di INQUIETUDINE da scaricare nel canto e nel ballo questa è l'impressione (mi auguro sbagliata) che il video mi ha suscitato...


E' un convento spagnolo di clarisse particolarmente vivace, anzi ERA di Clarisse, perché ora è UN'ALTRA COSA!

Si apprende che molte delle ragazze provengono da vari movimenti, in particolare dal cammino neocatecumenale: sembra proprio che servano movimenti per ripopolare le chiese e i conventi!
Non vogliamo certo essere critici a tutti i costi; ma purtroppo sappiamo di cosa stiamo parlando e cosa c'è dietro a questi battages mediatici così ben costruiti: una ripugnante - avuto riguardo al metodo usato per cose appartenenti alla sfera del sacro - campagna di marketing dello spirito.

Siamo ben consapevoli della diversa incidenza che può avere uno strumento come "la Bussola..." rispetto al nostro blog; ma ugualmente non ci sottraiamo all'informazione, per salvare il salvabile, cioè perché non manchi sul web e raggiunga chi non si ferma alla prima taverna, un doveroso allarme e una più attenta lettura di fenomeni come questo.

Mons. Fisichella prepara la "nuova evangelizzazione". Che ruolo avrà il Cammino neocatecumenale?

C’è stato a Roma un incontro organizzato da mons. Fisichella per meglio definire ‘gli orizzonti storici, epistemologici e pastorali della nuova evangelizzazione’ in vista del Sinodo di ottobre che verterà su un tema analogo. E' da presumere che le centinaia vescovi periodicamente ospiti di Kiko Arguello in Galilea non si pongano tante domande, ma abbiano già trovato la loro risposta nel cammino. Fisichella nel suo intervento introduttivo parla della perdita del senso del sacro. Ma anche lui era presente all’annuncio dell’approvazione del direttorio. Come possono credere che le celebrazioni nc possano porre rimedio alla scristianizzazione? Come possono credere che sostituire l’altare con una mensa possa restituire il ‘senso del sacro’? Questi pastori non conoscono più il cuore degli uomini, e non lo conoscono perché hanno dimenticato Dio, studiano, discutono, ma hanno perso di vista la parte migliore. Non so cosa deve ancora accadere perché se ne rendano conto.

Estraggo l'incipit e due passaggi successivi del discorso di Fisichella [testo integrale qui] e noto con sgomento come si parli tanto di metodi e di strategie, ma non venga mai nominato il Signore, se non parlando di una generica rigenerazione operata "dalla forza dello Spirito Santo" e annoverandoLo tra i fondamenti posti in discussione:
Con la Lettera Apostolica Ubicumque et semper, lo scorso 21 settembre Benedetto XVI ha istituito questo Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione con lo scopo di «Offrire delle risposte adeguate perché la Chiesa intera, lasciandosi rigenerare dalla forza dello Spirito Santo, si presenti al mondo contemporaneo con uno slancio missionario in grado di promuovere una nuova evangelizzazione. Essa fa riferimento soprattutto alle Chiese di antica fondazione, che pure vivono realtà assai differenziate, a cui corrispondono bisogni diversi, che attendono impulsi di evangelizzazione diversi». Uno sguardo ai cinquant'anni che stanno alle spalle mostra con evidenza che questa istituzione viene a porsi a conclusione di un cammino che ha visto il concilio Vaticano II come iniziale propulsore perché la Chiesa riprendesse con vigore rinnovato il suo impegno di evangelizzazione.

[...] Per riprendere sempre il pensiero di Giovanni Paolo II nella Christifideles laici, essa è piuttosto la capacità di «Rifare il tessuto cristiano della società umana. Ma la condizione è che si rifaccia il tessuto cristiano delle stesse comunità ecclesiali che vivono in questi Paesi e in queste nazioni» (n. 34). Lo sguardo del Papa, quindi, è rivolto verso quei paesi che conosciamo come l'Occidente, o il primo e secondo mondo dove il progresso economico, scientifico e tecnologico hanno messo in crisi il senso stesso di Dio e del suo valore per l'esistenza personale, vittima di quel processo di secolarismo che spinge a vivere nel mondo etsi deus non daretur. Anche se permane in molte Chiese un profondo senso religioso che si esprime in una vita di fede e di tradizioni religiose, queste non sono accompagnate da un altrettanto profondo sostegno dell'intelligenza in grado di comunicare la ricchezza dell'esperienza e del patrimonio della fede, verificando spesso allergia per queste forme e passaggio alle sette dove l'emotività e il fondamentalismo hanno la meglio. [caratteristiche del Cnc ampiamente riscontrate e documentate]

[...] sarà necessario per noi, per quanto possibile, tenere costantemente presenti alcuni interrogativi:

- Chi è il soggetto della nuova evangelizzazione?
- Quali contenuti peculiari possiede la nuova evangelizzazione?
- Quali metodologie appronta la nuova evangelizzazione?
- Chi è il destinatario della nuova evangelizzazione?
- Come rapportarci alle diverse culture e tradizioni ecclesiali in cui si compie la nuova evangelizzazione?

[...] abbiamo pensato di articolare la problematica con tre introduzioni che desiderano ripercorrere l'orizzonte storico, in quanto la Chiesa nei momenti di maggior crisi culturale si è impegnata di fatto con una sempre nuova evangelizzazione; l'orizzonte epistemologico, in modo da creare un fondamento stabile e coerente con i contenuti che dovranno essere oggetto di evangelizzazione; infine, l'orizzonte pastorale, per verificare in quali condizioni e attraverso quali concrete azioni si può attuare con efficacia la nuova evangelizzazione. [e, mentre ancora si esplorano gli orizzonti, molti fedeli assetati di una vita sacramentale sana e feconda muoiono di sete o vengono sviati. Invano il Papa ha indetto l'anno sacerdotale, che invitava a valorizzare, sull'esempio del Santo Curato d'Ars, l'Eucaristia -quella vera- e la Penitenza insegnate e vissute in maniera sana e autenticamente cattolica]
Resta, inquietante, una domanda: che ruolo avrà il Cnc in tutto questo? Dopo il 17 gennaio c'è da temere e non poco che la cosddetta "nuova evangelizzazione", possa diventare la proliferazione di "nuove comunità" NC, che in molti luoghi sono già arrivate a sostituirsi alla Chiesa.

Pensiamo ci sia una sottile ragione per cui alcuni vescovi e alcuni sacerdoti, pur ampiamente fedeli alla Tradizione, anche nei fatti, guardano con simpatia il Cammino Neocatecumenale. Non parleremo di persone " double face", ma di consacrati che nel Cammino - conoscendone soltanto alcuni aspetti di fondo e non altro - apprezzano più che la fedeltà liturgica (praticamente inesistente) quella ad alcuni valori fondamentali e fondanti della vita cattolica: ad es, il rifiuto del consumismo tout court, il forte senso di appartenenza alla Chiesa ( ma a quale?) tanto sbandierato e, in ultima analisi, il senso della famiglia e della missione ( molti figli e molte vocazioni) ma a che prezzo?.

Siamo convinti che questi stessi consacrati, se riuscissero ad avere un quadro più completo dell'effettivo agire neocatecumenale ( e non lo possono certo avere andando semplicemente nella Domus Galilaeae) si ricrederebbero su molte cosette...

giovedì 10 marzo 2011

MA LA RIUNIONE EPISCOPALE E CARDINALIZIA, CONVOCATA DA KIKO ARGUELLO ALLA DOMUS GALILAEAE, A QUALE DIMENSIONE ISTITUZIONALE APPARTIENE?

Qualche settimana ha avuto luogo nuovamente sul lago di Tiberiade ( in quella Domus Galilaeae che di fatto è divenuta il quartier generale mondiale dei neocatecumenali, anzi di Kiko Arguello & C.), un’ impressionante riunione di centinaia di vescovi e di non pochi cardinali, chiamati a “discutere” della nuova evangelizzazione.

Un copione ormai vecchio e ripetitivo, se è vero come è vero che, per non parlare di altre precedenti, un’analoga riunione con centinaia di vescovi e ben 9 porporati vi era stata tenuta due anni fa ( primi mesi del 2008), sotto la “guida” del cardinale Shonborn , reduce da una freschissima campagna di stampa che ne aveva fermamente condannato in tutto il mondo il cattivo gusto ( se non la palese blasfemia) per aver voluto nel proprio museo diocesano di Vienna un dipinto in cui Cristo e i suoi apostoli venivano ( e vengono ancora, perché il dipinto è ancora lì) ritratti come attori di un’orgia gay.

Gasato forse da questi successi mediali, il cardinale di cui trattasi, al termine di quella oceanica adunata episcopale, dettò al mondo intero il celebre proclama, sottoscritto da tutti gli intervenuti e indirizzato indirettamente, ma palesemente al Papa, nel quale i pastori ( spesati di tutto dal Cammino Neocatecumenale e reduci dagli onerosi lavori sviluppati in tre pesantissime giornate di dibattito), ribadivano la necessità di una nuova evangelizzazione per la quale indicavano in modo abbastanza chiaro come possibile “ appaltatore” il Cammino Neocatecumernale. E' appena il caso di ricordare che tale proclama precedette di pochissimi mesi l’approvazione definitiva dello Statuto Neocatecumenale, nel maggio dello stesso anno.

La nuova edizione della pletorica riunione vescovile alla Domus Galilaeae dnel febbraio scorso giunge però dopo l’istituzione da parte pontificia di un nuovo dicastero, quello per la “ rievangelizzazione” dei paesi di antica cristianità! Cosa pensare? Che i convenuti alla Domus non se ne siano accorti?

Non è tuttavia su questo che vogliamo riflettere.

Vogliamo invece domandarci insierme ai lettori di questo blog: una riunione di tanti vescovi e cardinali, indetta dal laico sig. Arguello nella Domus Galilaeae, spesati di tutto dal medesimo, preceduta da un sapiente battage pubblicitario e seguita dall’immancabile proclama rivolto alla cristianità, a quale dimensione istituzionale può essere assimilata? Si tratta di una Conferenza episcopale sui generis? Oppure si tratta di un Sinodo Episcopale sia pur ridotto? O, forse, non si tratta in fondo di un piccolo Concilio Ecumenico settorialmente ed originalmente concepito?

Al di là di questi tre archetipi istituzionali ( quartum non datur ) sicuramente la convocazione di una pletora di vescovi da parte di Arguello non dovrebbe assumere significato alcuno…o quasi., anzi, per dirla tutta, non avrebbe dovuto nemmeno essere pensata.

Vediamo comunque di capire - Codice di Diritto Canonico alla mano – se la riunione di cui stiamo trattando sia o meno assimilabile ad una delle tre dimensioni su menzionate.

Si può trattare di una Conferenza episcopale sui generis?

Assolutamente no! Infatti :” La Conferenza Episcopale, organismo di per sé permanente, è l'assemblea dei Vescovi di una nazione o di un territorio determinato, i quali esercitano congiuntamente alcune funzioni pastorali per i fedeli di quel territorio, per promuovere maggiormente il bene che la Chiesa offre agli uomini, soprattutto mediante forme e modalità di apostolato opportunamente adeguate alle circostanze di tempo e di luogo, a norma del diritto. La Conferenza Episcopale, come regola generale, comprende i presuli di tutte le Chiese particolari della medesima nazione, a norma del can.450. Se poi, a giudizio della Sede Apostolica, sentiti i Vescovi diocesani interessati, le circostanze relative alle persone o alle cose lo suggeriscono, la Conferenza Episcopale può essere eretta per un territorio di ampiezza minore o maggiore, in modo che comprenda solamente i Vescovi di alcune Chiese particolari costituite in un determinato territorio oppure i presuli di Chiese particolari esistenti in diverse nazioni; spetta alla Sede Apostolica stabilire norme peculiari per ciascuna di esse”. Chiarissimo!

Si può trattare allora di un Sinodo Episcopale sia pur ridotto?

Sicuramente no! Infatti il Sinodo dei Vescovi è un'istituzione permanente del Collegio episcopale della Chiesa cattolica. Fu il Papa Paolo VI che lo istituì il 15 settembre 1965 in risposta al desiderio dei padri del Concilio Vaticano II per mantenere vivo l'autentico spirito formatosi dall'esperienza dello stesso Concilio. È un'assemblea dei rappresentanti dell'episcopato cattolico che ha il compito di aiutare con i suoi consigli il Papa nel governo della Chiesa universale.

Che si tratti allora di un’inedita, quanto settoriale, convocazione conciliare di tipo parzialmente ecumenico?

Non sapremmo! Infatti la norma ci dice chiaramente che il concilio , una legittima riunione di Vescovi per giudicare e stabilire qualche punto della dottrina o della disciplina ecclesiastica, è provinciale quando vi convengono i Vescovi di una provincia ecclesiastica, che corrisponde presso a poco ad una regione; plenario - o nazionale - per tutti i Vescovi di una Nazione; è Ecumenico o generale, per tutti i Vescovi del mondo. Tutti i Concili, eccetto gli Ecumenici non sono infallibili. Lo diventano solo in quei decreti, che vengono accettati nel magistero ordinario da tutti i Vescovi del mondo, o, quando il Sommo Pontefice li fa suoi con la sua infallibilità, come avvenne per il Concilio di Cartagine (418) e di Orange lI (529).

Solo il Romano Pontefice ha il potere: :
1 - di CONVOCARE il Concilio ecumenico; 2 - di PRESIEDERLO personalmente per mezzo dei suoi legati dando le disposizioni per l’ordine da osservarsi, per le cose da trattare, per continuare, sospendere, concludere. Se durante il Concilio il Papa muore, il Concilio resta sospeso immediatamente; 3 - di CONFERMARLO, poiché il Concilio rappresenta tutta la Chiesa, e non la rappresenterebbe senza il Papa che ne è il Capo. 4 - di PROMULGARLO, cioè di pubblicarlo ed intimano ai fedeli.

A meno che il Sig. Arguello non abbia avuto un’inedita ed espressa delega papale, dunque, la riunione in parola, da lui convocata, non può in alcun modo ritenersi assimilabile ad un concilio parzialmente ecumenico. E neppure a una Conferenza Episcopale sovranazionale o a un Sinodo Settoriale.

Nè,tantomeno, i proclami conclusivi di queste adunate "pastorali" alla Domus Galilaqeae, possono ritenersi infallibili, anche se larga parte ormai del Cattolicesimo nostrano sembra propendere per tale ipotesi...

Rimane comunque una domanda apertissima: COS’ ERA E COS’ E’ , PER IL MONDO CATTOLICO, LA RIUNIONE DI CENTINAIA DI VESCOVI E DI DECINE DI CARDINALI ALLA DOMUS GALILAEAE EFFETTUATA SENZA CONVOCAZIONE ALCUNA DA PARTE DEL PAPA O DA CHI DI DOVERE, A NORMA DI C.J.C.?

Qualcuno, superando ogni gravissima e legittima perplessità , saprebbe, per favore, rispondere?

lunedì 7 marzo 2011

PRESTO. LA RILEGATURA...!

Scriveva nel novembre scorso il cardinal Rylko al signor Arguello:

"Inoltre le sarei grato se facesse pervenire a questo Dicastero tre raccolte del Direttorio, convenientemente rilegati (sic), affinchè si possa procedere alla promulgazione del relativo decreto di approvazione..."

A tutti - e in modo particolare ai neocatecumenali - vengono alcuni dubbi e domande:

1) il Pontificio Consiglio per i Laici al momento dell'approvazione non aveva a disposizione il Direttorio rilegato? E cosa aveva letto fino a quel momento, fotocopie?

2) per poter procedere alla promulgazione del decreto di approvazione (approvazione di cui ha parlato il Papa stesso)... occorreva dunque aspettare la rilegatura dei volumi del Direttorio? Quindi il 24 novembre l'approvazione annunciata era soltanto virtuale?

3) sono passato più di tre mesi e non si hanno notizie né della rilegatura né della formale promulgazione del decreto di approvazione. Il decreto formale indicherà anche la pubblicazione del testo approvato, oppure è stato approvato un testo "segreto"?

4) anche se il Papa stesso ha annunciato che l'approvazione c'è, ci si chiede: come mai a tutt'oggi non è stata ancora ufficializzata? è ancor oggi virtuale?

5) il Direttorio dunque è conosciuto solo ed esclusivamente dalla Congregazione per la Dottrina della Fede? Esiste o non esiste un documento della CDF (con firma di uno che se ne assuma la responsabilità) che conferma l'esame e l'approvazione?

Sempre nella lettera di Rylko leggiamo: «...gli emendamenti delle Equipes di catechisti, sono stati emendati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede ed integrati a piè pagina con varie parti del Catechismo della Chiesa Cattolica. Si correggano in tal senso gli Statuti del Cammino...»

A parte il bisticcio (involontario?) che cosa andrà corretto? non lo si dice chiaramente: al momento si percepisce che la correzione va solo nel termine....

resta palese che tale Direttorio DOVRA' ESSERE DATO AI VESCOVI diocesani e ai parroci che lo richiedessero....