Che cos'è il pane azzimo?
Il nome del pane azzimo deriva da greco "azymos" che significa privo di lievito e che in ebraico diventa "matzoh". Durante la Pasqua ebraica, gli Israeliti dovevano mangiare solamente pane azzimo, come commemorazione dell'Esodo dalla prigionia in Egitto. Poiché i figli di Israele avevano lasciato l'Egitto in fretta, non avevano avuto il tempo di aspettare che il pane lievitasse: da qui la tradizione di ricordare l'episodio durante la Pasqua consumando pane azzimo.
Nella descrizione di questo tipo di pane e del perché venisse mangiato, nella Bibbia si legge: "Non mangerai con essa pane lievitato; per sette giorni mangerai con essa pane azzimo, pane di afflizione, affinché ti ricordi del giorno che uscisti dal paese d'Egitto tutti i giorni della tua vita" (Deuteronomio 16:3).
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Pane azzimo contro pagnotta neocatecumenale
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Il pane azzimo, o pane senza lievito, è un alimento povero realizzato solo con farina e acqua, senza sale né lievito e quindi senza lievitazione. Si presenta come una sfoglia croccante dalla forma rotonda o quadrata e dal sapore neutro, e può essere abbinato a piatti sia dolci che salati. Essendo privo di lievito può essere conservato per molto tempo.
Il pane azzimo, confezionato in cialde dette ostie, viene usato dai cattolici di rito latino nella celebrazione della Messa; i cristiani orientali (tranne Armeni, Maroniti e Malabaresi) usano invece il pane fermentato.
I neocatecumenali invece....
I neocatecumenali invece preparano in casa un pane che chiamano azzimo per la celebrazione delle loro eucaristie, di cui vanno molto fieri, a differenza dell'ostia che Kiko Arguello e Carmen Hernàndez definirono "di carta": si tratta di pagnotte con uno spessore abbastanza consistente, che vengono spezzate a fatica dal presbitero o da altri accoliti più o meno autorizzati in pezzi irregolari che si sbriciolano, non si sciolgono in bocca ma devono essere ricevuti in mano e masticati a lungo, non possono essere conservati ma debbono essere consumati tutti nel corso della stessa eucarestia (questo può voler dire che qualcuno deve mangiarne più di un pezzo).
Lo chiamano "azzimo": ma lo è davvero?
Il pane azzimo deve essere sottile
Cominciamo a esaminarne l'aspetto: il pane azzimo è sottile e croccante, il pane neocatecumenale è spesso e gommoso.
Il pane azzimo deve conservarsi a lungo
Passiamo alle caratteristiche: qualità principale del pane azzimo è quella di poter durare a lungo, fino ad un mese, ("per sette giorni mangerai questo pane" Esodo 13:6), quello neocatecumenale in poche ore assume una consistenza cementizia che ne rende impossibile la consumazione già il giorno dopo.
Andiamo a confrontare le due ricette
Tutte le ricette del pane azzimo tradizionale prevedono una quantità d'acqua equivalente almeno alla metà del peso della farina: il pane neocatecumenale invece viene fatto con acqua equivalente ad un terzo della farina: quindi molta di meno. Per esempio: in una ricetta tradizionale per il pane azzimo su 300 gr di farina devono essere aggiunti almeno 150 grammi di acqua, mentre nella ricetta neocatecumenale se ne aggiungono solo 100.
Perciò, mentre l'impasto del vero pane azzimo deve essere tirato in sfoglie sottili e messo velocemente a cucinare, l'impasto del pane neocatecumenale viene lavorato a lungo e non può essere tirato in sfoglie sottili. Con la stessa quantità di impasto con cui i neocatecumenali fanno la loro pagnotta, nella ricetta tradizionale vengono preparati quattro pani azzimi.
Una volta messo in forno, la pagnotta neocatecumenale viene cotta ad una temperatura inferiore ai 200° quindi, dato lo spessore maggiore, pur essendo girata da ambo i lati, non viene ben cotta; per poter restare abbastanza morbida infatti non deve essere ben cucinata e deve essere subito avvolta in teli o in carta stagnola per mantenere l'umidità. Il "vero" pane azzimo invece si asciuga all'aria e poi viene conservato in sacchetti di carta che lo mantengono a lungo asciutto e friabile.
Ma non basta, non si tratta solo di questo, anche se sarebbe già sufficiente per decretare la non conformità del pane così come da ricetta neocatecumenale.
Il pane azzimo non deve lievitare
La pasta del pane azzimo viene ammorbidita, dicevamo, con una quantità d'acqua maggiore e rigorosamente fredda; viene lavorato velocemente (in pochi minuti) e poi steso. Acqua fredda e lavorazione veloce assicurano che non cominci un processo di lievitazione, cosa assolutamente indispensabile, perché il pane azzimo è per sua stessa definizione un pane non lievitato.
Il pane neocatecumenale viene invece lavorato per 20/30 minuti; la lunghezza della lavorazione e l'acqua tiepida che innalza la temperatura dell'impasto, innesca la lievitazione, o fermentazione naturale, causata dalle spore presenti nell'aria.
La fermentazione infatti, secondo la kasherut, raccolta di regole di alimentazione ebraica, inizia dopo 18 minuti da quando si sono mischiati gli ingredienti (se si usa l'acqua fredda) e quindi per attenersi alla regola pasquale non bisogna assolutamente superare questo tempo limite, né tantomeno accelerare vieppiù la fermentazione con l'acqua tiepida.
Se infatti la farina rimane a contatto con l’acqua per più di 18 minuti, diventa a tutti gli effetti chamètz e quindi assolutamente proibito al consumo e al possesso durante i giorni di Pèsach.
E questa regola ha, come abbiamo visto, delle comprovate motivazioni scientifiche.
Significativamente, le "sacre istruzioni" dei catechisti neocatecumenali non fanno nessun accenno alla fretta con cui deve essere compiuta l'impastatura: tutt'altro!
La Torah ha numerosi comandamenti che regolano il
chametz durante la Pesach:
il comandamento positivo di far "
sparire il lievito dalle vostre case" (Esodo 11:15)non possedere
chametz nelle abitazioni (
12:19), "
Non si veda lievito presso di te" (16:4);non mangiare
chametz né misture contenenti
chametz (13:3), "
Non mangerete nulla di lievitato"
(12:20, 16:3) "
Per sette giorni voi mangerete azzimi. Già dal primo giorno farete
sparire il lievito dalle vostre case, perché chiunque mangerà del
lievitato dal giorno primo al giorno settimo, quella persona sarà
eliminata da Israele." (Esodo 12:15). |
Pani azzimi si trasformano in ostie
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Ma, anche senza scomodare la Torah, dobbiamo rilevare che quel pane, lavorato in quel modo per precise disposizioni catechistiche, e non per colpa delle volenterose massaie del Cammino, non ha né l'apparenza del pane azzimo (spessore e croccantezza), né la sostanza del pane azzimo (essendo lievitato) ne le proprietà del pane azzimo (non si conserva).
In conclusione, il pane "azzimo" neocatecumenale non è azzimo; e ce la sentiamo anche di dire che, data l'insufficiente quantità d'acqua e la cottura non adeguata, non è neppure pane: nessuna ricetta di pane in tutto il mondo assomiglia a quella del Cammino!
Per precisa disposizione della Chiesa, il pane deve essere di qualità, confezionato con cura e azzimo. Una
lettera circolare del 15 giugno 2017 ai Vescovi sul pane e il vino per l’Eucaristia della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per incarico del Santo Padre Francesco,
"si rivolge ai Vescovi diocesani per ricordare che ad essi, anzitutto, spetta provvedere degnamente a quanto occorre per la celebrazione della Cena del Signore (cf. Lc 22,8.13). Al Vescovo, primo dispensatore dei misteri di Dio, moderatore, promotore e custode della vita liturgica nella Chiesa a lui affidata (cf. CIC can. 835 §1), compete di vigilare sulla qualità del pane e del vino destinati all’Eucaristia e, quindi, su coloro che li preparano".
Poniamo l'attenzione su questa frase: "al Vescovo spetta di vigilare su coloro che li preparano" .
Fra le altre cose, la lettera circolare ribadisce che "il pane utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere azzimo".
Detto questo, visto che la materia con cui avvengono le consacrazioni neocatecumenali, quel pane azzimo cioè che non è nè azzimo, nè pane, secondo nessuna ricetta, è "'illecita", ricordiamo che la partecipazione a sacramenti che hanno in sé elementi illeciti è sconsigliata ai fedeli cattolici
Di altri aspetti illeciti ed abusivi della Eucarestia neocatecumenale abbiamo già parlato
in altre occasioni.
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Variante della ricetta con glassa e logo
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Ma perché i neocatecumenali per le loro eucaristie preparano un pane che non è azzimo? Per incuria, superficialità o per altri motivi?
Il pane azzimo è fatto come è fatto, senza olio, senza lievito, per
poter durare a lungo, per una settimana, come per gli ebrei dopo
l'esodo, ma può durare, se correttamente conservato, un mese o anche
oltre, e può essere consumato quindi a distanza di tempo.
Esattamente come le ostie: per non parlare dei miracoli eucaristici e delle particole incorrotte dopo secoli.
Il
pane neocatecumenale quanto dura? Poche ore. Il giorno successivo,
lasciato all'aria, è immangiabile, se conservato nella stagnola, in
breve è preda di colonie di muffe e batteri.
Questa è la semplice
dimostrazione del fatto che la ricetta è sbagliata, quel pane non può
essere considerato neppure come destinato all'alimentazione umana;
inoltre è fermentato, per questo va incontro ai noti fenomeni di
degradazione.
Tutto questo perché "qualcuno" non voleva che Cristo
fosse conservato nel Tabernacolo, adorato nell Ostensorio, recato ai
malati, ma fosse solo la "cena" della piccola comunità neocatecumenale, e
si perdesse così coscienza della Presenza Reale di Gesù nelle Sacre
Specie. Come infatti succede.
In conclusione, ci resta un dubbio da risolvere: da dove arriva la ricetta del "
finto pane finto azzimo" neocatecumenale? Forse è la prima ricetta del pane di Carmen, a cui si è affezionata per non mollarla mai più? Forse invece è la ricetta segreta delle famose
torte che Kiko e Carmen portavano al Papa san Giovanni Paolo II (
non credo, a meno che non gli augurassero la morte, come poi a Benedetto XVI) visto che, soprattutto i primi tempi, aggiungevano al pane da consacrare olivette per insaporirlo e
acqua Ferrarelle per renderlo più soffice? Forse proviene dal mondo dei laterizi, e in questo senso simboleggia il "
pane della schiavitù" in Egitto?
Ai lettori l'arduo compito di formulare delle ipotesi.