venerdì 30 giugno 2023

SALDI ESTIVI ALLA KIKEA! Accorrete prima che gli altri spazzolino via tutto! (Da FungKu)


Diamo spazio ad un contributo del nostro somaro di redazione FungKu, che si è messo a fare volantinaggio estivo per il Cammino Neocatecumenale.



Esimii lettori del Blog, 
la Redazione, che ringrazio, mi permette di approfittare dello spazio di un post per inserire i volantini pubblicitari per la Kikea, il negozio di articoli kikiani! In queste settimane sto facendo volantinaggio per gli sconti estivi, prima che quelli si accorgano che non sono uno di loro. Vabbè quando mi individuano, intanto mi avranno dato il compenso pattuito. Forse. Ma prima vi spiffero tutte le novità.


Il primo articolo in sconto è la borsa da pellegrinaggio con già dentro il libro del pellegrinaggio in Terra santa. Voi la comprate, andate in terra Santa e, quando incontrate uno con la stessa borsa, sapete che anche lui fa il Cammino! Un articolo indispensabile! Molto pratico e certamente più discreto del bandierone (che attira i buuuuu di tutti), ma più visibile del grosso anello da massoni.





Il valore di una comunità si riconosce dal numero di tappeti nelle salette - e nella chiesa, se siete riusciti a colonizzarla - che non sono mai troppi. E, visto che ogni tanto qualcuno di questi tappeti si scopre tappeto volante e prende la via della finestra, quale migliore occasione degli sconti estivi per acquistare un nuovo tappeto per il girogirotondo del Dajenù? Fate girare il sacco nero in comunità per garantirvi l'acquisto di questo fantastico articolo!





È stagione di bonghi! Comprateli, che poi potete portarli non solo in comunità ma pure al parco pubblico. Andate ed adoperate la vostra capacità dissacratoria neocatecumenale per fare la concorrenza a tutti gli altri *** che pensano che ci sono solo loro, al parco.





Un fortissimo sconto anche sul verticalizzatore di chitarre, per gli amanti del liturgicamente corretto. Accorrete e dotatevi di questo strumento di ortodossia liturgica. E se qualcuno invece di suonare zappa, acquisti il prodotto lo stesso e non si preoccupi: il rumore di zappate scompare nel coro delle venticinque chitarre d'ordinanza.





Siete neocatecumenali - e quindi detestate le panche con l'inginocchiatoio fascio-medievale ipocrita - ma vi piace avere il didietro ben piantato sulla vostra bella sedia, singola e richiudibile! E per il benessere del vostro didietro spirituale, la Kikea offre grossi sconti sulle sedie in plexiglass, approfittate dell'occasione fino ad esaurimento scorte! E non dimenticate il detergente Kikea a base di alcool, che per il plexiglass è notoriamente un toccasana!





Il prossimo articolo è una kikona che alla Kikea vi tirano letteralmente dietro! L'unico problema che avrete con questo acquisto saranno due: 1. La sfortuna che vi porta se non lo guardate con gli occhialini della piscina riempiti di Acqua Santa, e 2. Rivenderlo non sarà facile. Ebbene, anche voi dovrete pagare per liberarvene. È il prezzo da pagare per questa pregiata opera d'arte, unica nel suo genere e anche in molti altri generi non suoi.

( E COME MAI AVRESTE VOLUTO VEDERLA)



Solo alla Kikea trovate in sovrabbondanza numerosi articoli ebraici, che mai e poi mai, girando per i corridoi del magazzino, capiresti che il Cammino è al servizio dei Vescovi. E infatti capita di incontrarci anche dei Rabbini disorientati, persi tra kippah, rosarii, tallit e pissidi, che chiedono ai fratelli neocatecumenali in tuta gialloblu a quale corrente rabbinica appartenga la Kikea.





È iniziata l'estate e quale migliore stagione per dimostrare a noi stessi ed agli altri che l'uomo non può non peccare? Aspettando il mese di agosto moglie mia non ti conosco, il bravo neocatecumenale si prepara studiando diligentemente sul manuale Edizioni Kikea! Perché, come diceva il buon vecchio Lutèro predecessore di Kiko, "pecca fortiter sed crede fortius!" (pecca fortemente ma più fortemente credi). Approfittate quindi della forte riduzione!




E per finire, un saggio sulla vita del mondo che verrà. Perché nel suo angolo culturale, la Kikea non ha mica in serbo un solo libro! Non ci credete, vero? E invece sì, eccovene subito un secondo:



E, per continuare dopo aver finito, non poteva mancare il kit "Canonizza anche tu la tua fondatrice"! Puntini! Stai leggendo? Reggiti forte che la Kikea ha messo in kikosconto l'artiglieria pesante: il quaderno per scrivere i Miracoli di Carmensita. Procedamos con la Canonisasion!



Ebbene, per il volantinaggio è tutto! Grazie della gentile attenzione e comprate, comprate, comprate alla Kikea, che così forse mi pagano pure a me.
Cordialità, FungKu



martedì 27 giugno 2023

Assurdo questionario per presbiteri formati nei R.M. di Kiko. Il nulla autoreferenziale.

Volentieri pubblichiamo, secondo i desiderata di chi ce lo ha fornito, il questionario della Convivenza di Presbiteri formati nei Seminari Redemptoris Mater tenutasi a Porto San Giorgio lo scorso giugno.


il foglio "trafugato" (*)

Già questo è molto strano, una Convivenza di Presbiteri il mese di giugno, quando si svolgeva solo la convivenza conclusiva dell'anno sociale con gli itineranti. A settembre si è sempre svolta la convivenza con i Rettori e poi con gli aspiranti al seminario, per rimpinguare i numerosi R.M. moltiplicatisi negli anni per il mondo intero senza alcun criterio, e oggi sempre più poveri di vocazioni. Questo è un dato certo e incontestabile.

"Abbiamo voluto radunarvi per ascoltarvi e per sentire cosa pensate.
"Questo ascolto è per noi molto importante"

Ma quando mai è stato importante per Kiko ascoltare? Ascoltare chi liberamente si esprime a proposito della sua esperienza del cammino? Libero dagli orientamenti inculcati? Dalla chiave di lettura unica data? Quella di Kiko: l'ispirato, colui che la Madonna ha scelto: lui solo!
Tutti gli altri sono "chiamati" "eletti" per mezzo di lui e... in vista di lui. Non hanno voce in capitolo.

Per questo Kiko ha coniato l'obbedienza totale a lui - l'iniziatore - come carattere distintivo e qualificante, l'unico che legittima la sopravvivenza dell'adepto. E chi esce dallo schema, prima o poi va via o viene malamente cacciato fuori. Il nulla autoreferenziale.
Sconcerta vedere che non cambia mai nulla.
Un questionario aiuta negli studi di settore. Fornisce materiale prezioso per una corretta analisi, indica soluzioni e delinea gli indirizzi futuri.
Ma non c'è onestà nei vertici del Cammino.


Gran presa in giro e assurda perdita di tempo quella di un questionario neanche a risposta multipla da due o tre opzioni almeno. La risposta è unica e obbligata.
È così rigidamente strutturato il Cammino e chiuso nel suo perimetro che una sola nota stonata lo manda in malora. O è così o non è. Nel suo angusto confine si consuma lo snaturamento progressivo e irreversibile della persona. Il fratello non conta nulla. Il presbitero meno di nulla.
Carmen insisteva che, non a caso, egli è chiamato ministro da 'minus' il più piccolo ma... nel senso peggiore.
E dunque, se il neocatecumeno non deve pensare il presbitero deve dimenticare di avere un cervello prima di mettere piede in un R.M...
Tutto, poi, lo soluziona l'obbedienza cieca.

Che senso ha un questionario? Solo l'ennesima beffa.
Se leggiamo, persino noi che abbiamo lasciato il Cammino da 2 decenni ci ritroviamo reimmersi nell'inconfondibile humus sangiorgese, che troppo ben conosciamo, come se non fosse passato nemmeno un sol giorno.
E restiamo sgomenti.

Cammino di che? Itinerario di cosa?
L'immobilismo ingessato è la cifra costante di un falso storico clamoroso che ancora inganna perfido, dentro e fuori il contesto.
"Siamo tutti in ascolto del Signore"
No. Kiko è il solo che ha il privilegio. E tutti ascoltano lui.
Tutti ci applichiamo a capire cosa Dio vuole da noi? Dal Cammino? Dai Seminari? Ma quando mai? Kiko solo lo sa! E lo comanda.
Quante volte gli abbiamo sentito dire, mentre lo guardavamo con gli occhi sbarrati per lo stupore: "Non vi scandalizzate! Dio ci ispira altro!".
...E il Cammino finisce e il catechista va via, come straccio che non serve.
No, il Cammino non finisce e il catechista resta qui.
...E il Seminario, diverso da tutti gli altri dei vari ordini religiosi, è diocesano, sottomesso al Vescovo più di tutti.
No, al presbitero ordinato Kiko sfacciatamente dice: "Obbedisci a noi o al Vescovo?"

E poi quel "come ben sapete".
Che altro significa se non che tutto già è bello e ispirato?

Irruenza degli Iniziatori: Carmen straparla,
il ghigno di Kiko, l'appoggio beota di Mario Pezzi.
 
I R.M. "per la missione universale della Chiesa" che nel gergo neocatecumenale significa 'per l'itineranza'.
E tutto si esaurisce - alla fine - nel piano espansionistico di Kiko e per la sua gloria.

Scomodano la PRESBYTERORUM ORDINIS n.10 (7 dicembre 1965) quando fa comodo a loro! (allora sì che tornano anche alla preistoria!)
I presbiteri sono per la missione universale della Chiesa e a servizio della Chiesa universale.
 
Eppure San Giovanni Paolo II in un discorso del 18 marzo 2004, abbastanza lapidario, presso il Seminario R.M. di Roma aveva loro ben spiegato cosa si dovesse intendere per missione universale:

"Occorre evitare una falsa alternativa tra il servizio pastorale nella Diocesi a cui appartenete e la missione universale, sino agli ultimi confini della terra, che è radicata nella stessa partecipazione sacramentale al sacerdozio di Cristo e a cui voi siete particolarmente preparati attraverso l’esperienza del Cammino Neocatecumenale.
La vostra concreta destinazione compete infatti al Vescovo, che ha a cuore sia le necessità della propria Diocesi sia le esigenze della missione universale. Affidandovi in atteggiamento di fiduciosa e cordiale ubbidienza alle sue decisioni voi troverete la vostra pace e serenità interiore e potrete in ogni caso esprimere il vostro carisma missionario, dato che anche qui a Roma la pastorale è, e dovrà essere sempre più, caratterizzata dalla priorità dell’evangelizzazione."

Sono passati vent'anni, cambiati due pontefici, e questi semplicissimi concetti non sono stati ancora compresi e digeriti.

Nessun neocatecumeno sa bene infatti cosa sia, se non l'evangelizzazione del cammino agli ordini di Kiko inviati per sorteggio, salvo eccezioni.

E il Cammino, nato per sciogliersi nella Parrocchia al servizio e in obbedienza al Parroco, travalica i confini diocesani, scavalca a piè pari anche i Vescovi e si lancia alla conquista.

... e giulivi gli fanno corona, come tutti i "servi sciocchi"....
"Abbiamo voluto radunarvi per ascoltarvi e per sentire cosa pensate."
"Questo ascolto è per noi molto importante"
Mai sentita frase più ipocrita.
Provate a dire quel che pensate senza remore, e vedrete!
Provate a rispondere non sempre con la stessa pappardella inculcata, lezioncina diligentemente imparata a memoria. Provate a esprimere il vostro pensiero in proposito: Che vi sentite prima Chiesa e poi del cammino. Che siete finalmente passati dal cammino alla Chiesa Universale, e vedete come vi si rivoltano contro.
"Chi sei tu senza di noi?"
"Ritieni di essere più intelligente di noi?"
"Vuoi farti il TUO cammino? Il tuo orticello? Il tuo regno?"
"Dì un pò! Ti sei forse messo d'accordo col Vescovo? Che non ti lascia partire? Non ti lascia per itinerante? Ti vuoi fate la tua parrocchietta? Il tuo incarico diocesano?"
Quante ne abbiamo sentite così! E anche peggio.
 
Eppure anche Papa Benedetto  XVI, nel 2009, aveva ricordato a Kiko e ai "formatori" del Cammino che l'obbiettivo  primario a cui dovevano mirare fosse quello di "preparare presbiteri ben inseriti nel presbiterio diocesano e nella pastorale sia parrocchiale che diocesana."

No. Non è prevista risposta libera né multipla, al questionario.
La risposta è una.
Kiko trionfi e comandi su tutti, anche sulla Chiesa per mezzo vostro.
Da bravi i presbiteri R.M. e gli itineranti di zona, influenzino i Vescovi a dovere, se sono davvero in gamba, e si faccia tutto come Kiko vuole.
Lui solo è il profeta, colui a cui Dio parla per tutti.

"Perchè Dio vi ha dato doni immensi": Battesimo e Presbiterato, ma tutto iscritto nel C.N., nella sua piccola comunità cristiana, dove Kiko impera e comanda. Dove SENZA obbedienza a lui NIENTE esiste.
Questa è finalmente la "grazia di stato" neocatecumenale.
 
Kiko benedice un sacerdote:
guardatelo, com'è contento!
Entrare nel merito delle domande è a questo punto la cosa più lineare e semplice del mondo. Vediamo.

 

 

Domanda 1
Ci troviamo in un momento storico difficile: la pandemia, la guerra in Europa, la situazione della Chiesa, con il segnale del Sinodo tedesco, lo svuotamento delle chiese e le ideologie che si stanno imponendo in tutte le nazioni: l’ideologia del genere, i diversi concetti di famiglia, ecc. In questo contesto e alla luce della tua esperienza qual è, secondo te, la missione che il Cammino ha oggi nella Chiesa?

Risposta: Evangelizzare dove Kiko mi mandi.

Domanda 2
Prima di essere destinato al Seminario in cui sei stato formato, ti è stata rivolta questa domanda: “Sei disposto ad offrire la tua vita per la nuova evangelizzazione dovunque Dio voglia?”. Credi che in te si stia realizzando questa prima chiamata? Pensi che un tempo di missione potrebbe essere per te un aiuto nel tuo ministero?

Risposta: Nell'ordine ai tre interrogativi:
 
                 Sì .
                 Sì .
                 Sì, Sì!!!

Domanda 3 
Di fronte al cambio epocale di fine della cristianità, credi che i metodi pastorali che vengono proposti nelle Diocesi rispondano a questo cambio? Come vivi la necessità di servire la pastorale parrocchiale e la chiamata al servizio del Cammino Neocatecumenale?


Kiko benedice un sacerdote:
è proprio convinto di avere "il carisma"...

Risposta: Qui vale la pena ricopiare:

  • ...credi che i metodi pastorali che vengono proposti nelle Diocesi rispondano a questo cambio?

No, non rispondono affatto.

  • Come vivi la necessità di servire la pastorale parrocchiale e la chiamata al servizio del Cammino Neocatecumenale?


La vivo ponendomi in totale sottomissione e obbedienza ai miei catechisti e formatori del seminario e al Supremo Kiko, mio unico capo e padre nella fede, per sempre.

E che dire della frase posta tra virgolette e attribuita letteralmente al Papa Francesco?
" Kiko: mentre tu sei con noi, il Cammino è ancora in fase fondazionale "

A me pare solo il solito, squallido mettere le mani avanti, tipico di chi è avvezzo a dire tutto e il contrario di tutto. A cambiare le regole in corsa nelle sue virate spericolate. Deviare senza scrupoli dalla strada intrapresa, portando i pecoroni che lo seguono dietro a lui nel precipizio.

____________

(*)

Convivenza dei Presbiteri Formati nei Seminari Redemptoris Mater di Italia Porto S. Giorgio 11-14 giugno 2023

Questionario

Siamo tutti in ascolto del Signore, per capire cosa vuole Dio da noi, dal Cammino, dai Seminari Redemptoris Mater, che come ben sapete sono stati suscitati per la missione universale della Chiesa e si ispirano alla Presbyterorum Ordinis, n. 10, che afferma che i presbiteri sono ordinati a servizio della Chiesa universale. Come ha detto il Santo Padre, Papa Francesco: “Kiko: mentre tu sei con noi, il Cammino è ancora in fase fondazionale”. Abbiamo voluto radunarvi per ascoltarvi e sentire cosa pensate della missione del Cammino di aprire un itinerario di Iniziazione Cristiana nelle Parrocchie. Questo ascolto per noi è molto importante, perché Dio vi ha dato doni immensi: il vostro Battesimo — e la riscoperta di esso in una comunità cristiana nel Cammino Neocatecumenale — e il Presbiterato. Questi doni vi conferiscono una grazia di stato per il bene della Chiesa e l’edificazione della comunità cristiana.

1) Ci troviamo in un momento storico difficile: la pandemia, la guerra in Europa, la situazione della Chiesa, con il segnale del Sinodo tedesco, lo svuotamento delle chiese e le ideologie che si stanno imponendo in tutte le nazioni: l’ideologia del genere, i diversi concetti di famiglia, ecc. In questo contesto e alla luce della tua esperienza qual è, secondo te, la missione che il Cammino ha oggi nella Chiesa?

2) Prima di essere destinato al Seminario in cui sei stato formato, ti è stata rivolta questa domanda: “Sei disposto ad offrire la tua vita per la nuova evangelizzazione dovunque Dio voglia?”. Credi che in te si stia realizzando questa prima chiamata? Pensi che un tempo di missione potrebbe essere per te un aiuto nel tuo ministero?

3) Di fronte al cambio epocale di fine della cristianità, credi che i metodi pastorali che vengono proposti nelle Diocesi rispondano a questo cambio? Come vivi la necessità di servire la pastorale parrocchiale e la chiamata al servizio del Cammino Neocatecumenale?

sabato 24 giugno 2023

Il neo-catecumenato: ma quanto dura, si può sapere?

Alcune osservazioni sul libro "The Catholic Church in the United States A Hemorrhaging Church Evangelization and the Neocatechumenal Way" (La Chiesa cattolica negli Stati Uniti: evangelizzazione di una Chiesa emorragica e il Cammino neocatecumenale)   di Robert V.Thomann.

La Chiesa paragonata all'emorroissa del Vangelo

L'autore del libro è un professore emerito di ingegneria ambientale al Manhattan College, diacono  nella parrocchia di "Our Lady of Mount Carmel" Ridgewood, New Jersey, catechista neocatecumenale; insieme alla moglie, uno dei catechizzati da Giuseppe Gennarini e consorte.
Comprendiamo subito il livello di attaccamento al Cammino Neocatecumenale  dai ringraziamenti iniziali, diretti, oltre che alla moglie, esclusivamente al prefetto degli studenti del Seminario neocatecumenale di Kearny NJ e alla coppia Gennarini, responsabili di nazione per il CN negli USA per "la chiarezza e la bellezza del kerigma cristiano che ha in modo così sostanziale cambiato le nostre vite".
Il prof. Thomann era diacono da 17 anni quando si è  imbattuto nel Cammino, viene da chiedersi come abbia potuto fare una scelta di servizio nella Chiesa se sono dovuto venire i coniugi Gennarini per spiegargli le basi della fede cristiana cattolica. Ma ben comprendiamo che più che di annuncio cristiano si intende parlare di kerigma  kikiano.

Il libro si compone di due parti: nella prima, con il supporto di statistiche, schemi e tabelle, si riportano i dati di una Chiesa che, negli USA, sta perdendo milioni di adesioni e quindi è più  propriamente scientifica; nella seconda parte invece, quella in cui prospetta LA soluzione finale per ogni problema delineato, è cioè, manco a dirlo, la "nueva" evangelizzazione tramite il Cammino neocatecumenale, il professore comincia a diventare del tutto asistematico e quasi allergico ai numeri, oppure ne fa un uso del tutto fantasioso e per nulla scientifico.

Prendendo infatti per assodato che solo la nuova evangelizzazione possa impedire il calo sistematico delle adesioni alla Chiesa cattolica, assume come modello di evangelizzazione l'attuazione dell'iniziazione cristiana, analizzando Il R.I.C.A. quale percorso di catechesi per i non battezzati e il Cammino neocatecumenale come percorso di catechesi per i già  battezzati.

Scrive infatti: "Il modello di iniziazione cristiana per l'evangelizzazione è stato istituito nella Chiesa in due forme: il Rito dell'Iniziazione Cristiana per Adulti  (R.I.C.A.), per i non battezzati e per coloro che desiderano entrare nella Chiesa da altre espressioni  cristiane e il Cammino neocatecumenale , sia per i battezzati che per i non battezzati, in un catecumenato  post-battesimale".

Nel grafico del libro
riproposta la parentesi millenaria
tra Costantino e Concilio Vat. II
delle catechesi iniziali
Con questa affermazione già sembra voler presumere che il CN sia un istituzione della Chiesa così come il R.I.C.A., e che solo il CN attui una catechesi post battesimale, per il solo fatto che tale associazione si pone questo come obbiettivo, mentre in realtà  la formazione che la Chiesa fa ai credenti, in primo luogo in preparazione ai sacramenti  ma non solo, è tutta formazione post battesimale; non si chiama "catecumenato" semplicemente perché, storicamente, questa era una parola riservata all'istruzione dei catecumeni, cioè dei non battezzati.

Dunque, dopo aver descritto sommariamente la struttura del R.I.C.A. (Rito dell'Iniziazione Cristiana per Adulti) e le sue fasi, il catechista e diacono prof. Thomann osserva che, a suo parere, il R.I.C.A. avrebbe tre punti deboli o limitazioni.

Il primo: non c'è un solo catechismo specifico da somministrare a tutti i catecumeni. "È stata pubblicata una grande varietà  di materiali per accompagnare i catecumeni nel loro percorso ma l'uso individuale e l'applicazione del contenuto delle catechesi è ancora in gran parte lasciato alle scelte della singola parrocchia.  Nei fatti, non c'è materiale normativo per le catechesi. Per cui, tende ad esserci un'inevitabile non uniformità  nei contenuti di fede che vengono insegnati come la portata della tradizione della Chiesa e l'insegnamento su una varietà di argomenti storici ed attuali".

Il secondo: dura solo due anni, a volte anche uno, e gli scrutini possono essere effettuati solo durante la Quaresima.

Il terzo: manca la comunità di supporto ai catecumeni, prima e soprattutto  dopo il battesimo.

Sappiamo bene che tutte queste "limitazioni" non toccano il Cammino neocatecumenale: infatti esiste un catechismo, il cosiddetto Direttorio, che stabilisce persino le virgole di ciò che deve essere detto ai neocatecumeni: peccato che sia tenuto segreto. Così come sono strettamente riservate tutte le prassi, ancor più  stringenti, a cui si devono sottoporre tutti gli adepti. Questo catechismo non ha nulla o quasi nulla a che fare con la tradizione della Chiesa e con i suoi insegnamenti, che secondo Thomann dovrebbero assolutamente esservi trattati.
Esiste una comunità: peccato che, mentre la comunità che supporta i battezzandi è  una comunità di persone già  battezzate e da lungo tempo nella Chiesa, ed è  proprio per questo che può  accogliere e supportare i nuovi ingressi; la comunità neocatecumenale, invece, è una comunità  di "pari grado", vale a dire di "catecumeni" tutti allo stesso livello di "istruzione", e nella Chiesa mai si è  vista una cosa del genere!

Ma è  trattando della seconda "limitazione" del R.I.C.A., quella della durata, che il ragionamento  dell'autore perde tutta la sua precisione numerica e comincia a farsi fumoso.
Perché  infatti: quanto dura, invece, il percorso neocatecumenale, che non ha questa limitazione? Sicuramente più  di due anni... ma quanto?

Come sale Kiko/ Come sale la Chiesa

Riportiamo qui solo alcune volte in cui il libro vi accenna:

  • "l'annuncio ai lontani è  credibile se proveniente da testimoni formati per un periodo di tempo relativamente  lungo in una comunità  cristiana"
  • "Il rinnovamento  nelle piccole comunità necessita di anni per attuarsi..."
  • "La prima fase è  di due anni, il precatecumenato; la seconda fase..la terza fase... dopo questo periodo (quale periodo? Quanto dura? Anni o decenni?) il neocatecumenato post-battesimale è  terminato"
  • "Una formazione post-battesimale di anni si svolge in modo non dissimile dal catecumenato della Chiesa primitiva..."
  • "Così, questi che erano lontani, che se ne vagavano distanti, hanno l'opportunità di essere accettati esattamente  come sono. Non vengono fatte domande. Non ci sono spinte urgenti ad essere coinvolti. Poco a poco, per un periodo di anni...(sì, anni, l'abbiamo capito: ma quanti anni, esattamente?)"
  • "La realizzazione di questa chiamata attraverso il Cammino, ad ogni modo, necessita della consapevolezza che la formazione della comunità cristiana  in parrocchia abbisogna di un periodo di tempo misurabile in anni..."
  • "L'affermarsi del Cammino neocatecumenale, che forma cristiani adulti nelle piccole comunità, camminando per un periodo di molti anni..."

Insomma, la misurazione della durata di questo neocatecumenato è troppo complessa anche per i formidabili strumenti matematici del prof. Thomann: va sicuramente dai due anni (questo almeno sembra acclarato) all'infinito...
E ci sembrerebbe il minimo, che ai volenterosi  che accettano di continuare questa esperienza dicendo sì alla convivenza iniziale, sia detto quanto questo "corso" debba durare: anche perché se ci si ferma a qualsiasi stadio e non si completa, è  come non aver fatto nulla...
Fra l'altro, nessuno mai viene avvisato del fatto che, quand'anche arrivasse, dopo decenni e sostanziali investimenti anche finanziari, alla fine del neocatecumenato, non potrebbe ancora uscirne perché... tac...ecco che si trasforma in formazione permanente. Quindi, fine pena, mai.

 In conclusione, scrive l'autore: non aspettatevi il "quick fix", "la soluzione veloce non c'è: la scala di tempo è  misurabile in decadi.
Lo sviluppo di una formazione di fede post battesimale nelle piccole comunità che, per ultima cosa, mostri i segni della fede, è lenta, nascosta, non immediatamente calcolabile."

Per cui... fino alla fine del ben documentato libro, che non teme di dare i numeri quando si tratta della emorragica Chiesa cattolica, questo piccolissimo particolare, cioè la durata del salvifico Cammino neocatecumenale, non emerge. Suonava male in effetti scrivere "30 anni" (se vi va bene)... e poi comunque fino a che morte non ve ne liberi.

Neocatecumeno in attesa di diventare "cristiano adulto"

Nella parte finale del libro il professore, diacono e catechista Thomann si dichiara convinto della ortodossia del Cammino neocatecumenale, in quanto "sempre sotto gli occhi della Chiesa", ma nello stesso tempo ammette che esso è "osteggiato e sospettato da pastori e vescovi" (chissà perché???!!!).

Negli Stati Uniti gli aderenti al Cammino sono circa 20.000, la diffusione tocca il 40% delle diocesi, e i dati sono più o meno fermi da dieci anni a questa parte.
E quindi, come può  candidarsi il Cammino, ampiamente minoritario rispetto alla realtà cattolica USA (sono neocatecumenali  lo 0,04 % circa dei 50 milioni di battezzati) a risolvere i problemi di emorragia della Chiesa statunitense?
 
Semplice, spiega il prof. Thomann. Se si prende in considerazione la teoria dei 6 gradi di separazione - ipotesi secondo la quale ogni persona può essere collegata a qualunque altra persona o cosa attraverso una catena di conoscenze e relazioni con non più di 5 intermediari -, e si tiene conto che attualmente con lo sviluppo delle reti informatiche i possibili collegamenti sono aumentati di molto, si può ipotizzare, al ribasso, un numero di 600 possibili contatti per ciascun individuo.
 
Pandemia neocatecumenale

Ebbene, moltiplicando i 20.000 camminanti per 600 contatti, si arriva presto a contare 12 milioni di persone raggiunti  dalla fede dei neocatecumenali. Con lo stesso criterio, una comunità neocatecumenale di 50 persone entra in contatto con altre 30.000. Bontà sua, l'autore non suppone che tutti tutti si convertano... ma... da un seme può  nascere un grande raccolto. 
 
Sebbene, beninteso: questa inimmaginabile  fecondità non vale per i cattolici "normali", vale solo per coloro che "accrescono la propria fede camminando in una piccola comunità".
Anche in questo caso siamo un po' colpiti dalle deduzioni del professore, soprattutto conoscendo la qualità morale e coerenza comportamentale di molti aderenti del Cammino, figli del Cammino, e figli dei figli, osservando i quali è più facile perdere ogni residuo di fede che acquistarla.

mercoledì 21 giugno 2023

Il pane azzimo neocatecumenale non è pane azzimo

Che cos'è il pane azzimo?

Il nome del pane azzimo deriva da greco "azymos" che significa privo di lievito e che in ebraico diventa "matzoh". Durante la Pasqua ebraica, gli Israeliti dovevano mangiare solamente pane azzimo, come commemorazione dell'Esodo dalla prigionia in Egitto. Poiché i figli di Israele avevano lasciato l'Egitto in fretta, non avevano avuto il tempo di aspettare che il pane lievitasse: da qui la tradizione di ricordare l'episodio durante la Pasqua consumando pane azzimo. 

Nella descrizione di questo tipo di pane e del perché venisse mangiato, nella Bibbia si legge: "Non mangerai con essa pane lievitato; per sette giorni mangerai con essa pane azzimo, pane di afflizione, affinché ti ricordi del giorno che uscisti dal paese d'Egitto tutti i giorni della tua vita" (Deuteronomio 16:3).

Pane azzimo contro pagnotta neocatecumenale

Il pane azzimo, o pane senza lievito, è un alimento povero realizzato solo con farina e acqua, senza sale né lievito e quindi senza lievitazione. Si presenta come una sfoglia croccante dalla forma rotonda o quadrata e dal sapore neutro, e può essere abbinato a piatti sia dolci che salati. Essendo privo di lievito può essere conservato per molto tempo.

Il pane azzimo, confezionato in cialde dette ostie, viene usato dai cattolici di rito latino nella celebrazione della Messa; i cristiani orientali (tranne Armeni, Maroniti e Malabaresi) usano invece il pane fermentato.

I neocatecumenali invece....

I neocatecumenali invece preparano in casa un pane che chiamano azzimo per la celebrazione delle loro eucaristie, di cui vanno molto fieri, a differenza dell'ostia che Kiko Arguello e Carmen Hernàndez definirono "di carta": si tratta di pagnotte con uno spessore abbastanza consistente, che vengono spezzate a fatica dal presbitero o da altri accoliti più  o meno autorizzati in pezzi irregolari che si sbriciolano, non si sciolgono in bocca ma devono essere ricevuti in mano e masticati a lungo, non possono essere conservati ma debbono essere consumati tutti nel corso della stessa eucarestia (questo può voler dire che qualcuno deve mangiarne più di un pezzo).

Lo chiamano "azzimo": ma lo è  davvero?

Il pane azzimo deve essere sottile

Cominciamo a esaminarne l'aspetto: il pane azzimo è  sottile e croccante, il pane neocatecumenale è  spesso e gommoso.

Il pane azzimo deve conservarsi a lungo

Passiamo alle caratteristiche: qualità principale del pane azzimo è  quella di poter durare a lungo, fino ad un mese, ("per sette giorni mangerai questo pane" Esodo 13:6), quello neocatecumenale in poche  ore assume una consistenza cementizia che ne rende impossibile la consumazione già il giorno dopo.

Come mai?

Andiamo a confrontare le due ricette

Tutte le ricette del pane azzimo tradizionale  prevedono una quantità d'acqua equivalente almeno alla metà  del peso della farina: il pane neocatecumenale invece viene fatto con acqua equivalente ad un terzo della farina: quindi molta di meno. Per esempio: in una ricetta tradizionale per il pane azzimo su 300 gr di farina devono essere aggiunti almeno 150 grammi di acqua, mentre nella ricetta neocatecumenale se ne aggiungono solo 100.

Perciò, mentre l'impasto del vero pane azzimo deve essere tirato in sfoglie sottili e messo velocemente a cucinare, l'impasto del pane neocatecumenale viene lavorato a lungo e non può essere tirato in sfoglie sottili. Con la stessa quantità di impasto con cui i neocatecumenali fanno la loro pagnotta, nella ricetta tradizionale vengono preparati quattro pani azzimi.

Una volta messo in forno, la pagnotta neocatecumenale viene cotta ad una temperatura inferiore ai 200° quindi, dato lo spessore maggiore, pur essendo girata da ambo i lati, non viene ben cotta; per poter restare abbastanza  morbida infatti non deve essere ben cucinata e deve essere subito avvolta in teli o in carta stagnola per mantenere l'umidità. Il "vero" pane azzimo  invece si asciuga all'aria e poi viene conservato in sacchetti di carta che lo mantengono a lungo asciutto e friabile.

Ma non basta, non si tratta solo di questo, anche se sarebbe già sufficiente per decretare la non conformità del pane così  come da ricetta neocatecumenale.

Il pane azzimo non deve lievitare

La pasta del pane azzimo viene ammorbidita, dicevamo, con una quantità d'acqua maggiore e rigorosamente fredda; viene lavorato velocemente (in pochi minuti) e poi steso. Acqua fredda e lavorazione  veloce assicurano che non cominci un processo di lievitazione, cosa assolutamente indispensabile, perché  il pane azzimo è  per sua stessa definizione un pane non lievitato.

Il pane neocatecumenale viene invece lavorato per 20/30 minuti; la lunghezza della lavorazione e l'acqua tiepida che innalza la temperatura dell'impasto, innesca la lievitazione, o fermentazione  naturale, causata dalle spore presenti nell'aria.

La fermentazione infatti, secondo la kasherut, raccolta di regole di alimentazione ebraica, inizia dopo 18 minuti da quando si sono mischiati gli ingredienti (se si usa l'acqua fredda) e quindi per attenersi alla regola pasquale non bisogna assolutamente superare questo tempo limite, né tantomeno  accelerare vieppiù la fermentazione con l'acqua tiepida.
Se infatti la farina rimane a contatto con l’acqua per più di 18 minuti, diventa a tutti gli effetti chamètz e quindi assolutamente proibito al consumo e al possesso durante i giorni di Pèsach.
E questa regola ha, come abbiamo visto, delle comprovate motivazioni scientifiche.

Significativamente, le "sacre istruzioni" dei catechisti neocatecumenali non fanno nessun accenno alla fretta con cui deve essere compiuta l'impastatura: tutt'altro!
La Torah ha numerosi comandamenti che regolano il chametz durante la Pesach:
il comandamento positivo di far "sparire il lievito dalle vostre case" (Esodo 11:15)
non possedere chametz nelle abitazioni (12:19), "Non si veda lievito presso di te" (16:4);
non mangiare chametz né misture contenenti chametz (13:3), "Non mangerete nulla di lievitato" (12:20, 16:3) "Per sette giorni voi mangerete azzimi. Già dal primo giorno farete sparire il lievito dalle vostre case, perché chiunque mangerà del lievitato dal giorno primo al giorno settimo, quella persona sarà eliminata da Israele." (Esodo 12:15).

Pani azzimi si trasformano in ostie

Ma, anche senza scomodare la Torah, dobbiamo rilevare che quel pane, lavorato in quel modo per precise disposizioni catechistiche, e non per colpa delle volenterose massaie del Cammino, non ha né  l'apparenza del pane azzimo (spessore e croccantezza), né  la sostanza del pane azzimo (essendo lievitato) ne le proprietà del pane azzimo (non si conserva).

In conclusione, il pane "azzimo" neocatecumenale non è  azzimo; e ce la sentiamo anche di dire che, data l'insufficiente quantità d'acqua e la cottura non adeguata, non è  neppure pane: nessuna ricetta di pane in tutto il mondo assomiglia a quella del Cammino!
Per precisa disposizione della Chiesa, il pane deve essere di qualità, confezionato con cura e azzimo.

Una lettera circolare del 15 giugno 2017 ai Vescovi sul pane e il vino per l’Eucaristia  della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per incarico del Santo Padre Francesco, "si rivolge ai Vescovi diocesani per ricordare che ad essi, anzitutto, spetta provvedere degnamente a quanto occorre per la celebrazione della Cena del Signore (cf. Lc 22,8.13). Al Vescovo, primo dispensatore dei misteri di Dio, moderatore, promotore e custode della vita liturgica nella Chiesa a lui affidata (cf. CIC can. 835 §1), compete di vigilare sulla qualità del pane e del vino destinati all’Eucaristia e, quindi, su coloro che li preparano".
Poniamo l'attenzione su questa frase: "al Vescovo spetta di vigilare su coloro che li preparano" .
Fra le altre cose, la lettera circolare ribadisce che "il pane utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere azzimo".

Detto questo, visto che la materia con cui avvengono le consacrazioni neocatecumenali, quel pane azzimo cioè  che non è  nè azzimo, nè pane, secondo nessuna ricetta, è  "'illecita", ricordiamo che la partecipazione a sacramenti che hanno in sé elementi illeciti è  sconsigliata ai fedeli cattolici

Di altri aspetti illeciti ed abusivi della Eucarestia neocatecumenale abbiamo già parlato in altre occasioni.
 
Variante della ricetta con glassa e logo
 
Ma perché i neocatecumenali per le loro eucaristie preparano un pane che non è azzimo? Per incuria, superficialità o per altri motivi?
 
Il pane azzimo è fatto come è fatto, senza olio, senza lievito, per poter durare a lungo, per una settimana, come per gli ebrei dopo l'esodo, ma può durare, se correttamente conservato, un mese o anche oltre, e può essere consumato quindi a distanza di tempo.
Esattamente come le ostie: per non parlare dei miracoli eucaristici e delle particole incorrotte dopo secoli.
Il pane neocatecumenale quanto dura? Poche ore. Il giorno successivo, lasciato all'aria, è immangiabile, se conservato nella stagnola, in breve è preda di colonie di muffe e batteri.
Questa è la semplice dimostrazione del fatto che la ricetta è sbagliata, quel pane non può essere considerato neppure come destinato all'alimentazione umana; inoltre è fermentato, per questo va incontro ai noti fenomeni di degradazione.
Tutto questo perché "qualcuno" non voleva che Cristo fosse conservato nel Tabernacolo, adorato nell Ostensorio, recato ai malati, ma fosse solo la "cena" della piccola comunità neocatecumenale, e si perdesse così coscienza della Presenza Reale di Gesù nelle Sacre Specie. Come infatti succede.
 
In conclusione, ci resta un dubbio da risolvere: da dove arriva la ricetta del "finto pane finto azzimo" neocatecumenale? Forse è la prima ricetta del pane di Carmen, a cui si è affezionata per non mollarla mai più? Forse invece è la ricetta segreta delle famose torte che Kiko e Carmen portavano al Papa san Giovanni Paolo II (non credo, a meno che non gli augurassero la morte, come poi a Benedetto XVI) visto che, soprattutto i primi tempi, aggiungevano al pane da consacrare olivette per insaporirlo e acqua Ferrarelle per renderlo più soffice? Forse proviene dal mondo dei laterizi, e in questo senso simboleggia il "pane della schiavitù" in Egitto?

Ai lettori l'arduo compito di formulare delle ipotesi.


domenica 18 giugno 2023

Il Sacro Cuore di Gesù

O cor Jesu
Inflamma cor nostrum amore tui

O cuore di Gesù
Infiamma il nostro cuore di amore per Te

Kiko Argüello, iniziatore e leader indiscusso del Cammino neocatecumenale, nelle sue catechesi, ci tiene più  volte a ripetere che il suo insegnamento viene a scardinare la religiosità  naturale dei fedeli cattolici, che egli equipara al paganesimo e considera una vera iattura incompatibile con la fede.
Di questa religiosità naturale ritiene responsabile la Chiesa Cattolica che insegna ad aborrire il peccato, a sviluppare, con l'aiuto della grazia, le proprie buone inclinazioni naturali e ad aspirare a conseguire le virtù teologali (fede, speranza, carità); in particolare egli prende di mira le devozioni, che la Chiesa da sempre raccomanda e consiglia di praticare come aiuto e conforto per la propria vita quotidiana e spirituale. Una di queste devozioni schernite da Kiko è  proprio quella del Sacro Cuore di Gesù, unitamente all'Immacolato Cuore di Maria, di cui ricorre la festività e a cui è dedicato tutto il mese di giugno.


Per Kiko le devozioni della Chiesa sono tutte ciarpame da mettere da parte perché  non risponderebbero ai bisogni spirituali  dell'uomo "moderno".
Dice infatti già  nelle catechesi iniziali (brani tratti da "Orientamenti alle équipe dei catechisti per la fase di conversione" 1972) :

"E' chiaro che un cristiano di 20-30 anni fa ... dato che è dentro ad una Chiesa che  sta attraversando un momento grave, perchè è una Chiesa  monolitica, molto dommatica, una Chiesa eccessivamente  ritualistica, una Chiesa in cui non c'è Parola di Dio perchè è  tutto in latino, perchè la Bibbia era praticamente proibito leggerla, una Chiesa dove il popolo è alimentato da devozioni  particolari, come il Sacro Cuore, novene, culto dei santi, ecc.
Quest'uomo ha una teologia molto giuridica ed è molto poco  formato, generalmente ha una formazione di prima comunione, cui  è seguito poi quello che gli hanno insegnato a scuola o al  collegio nella materia "religione" e poco altro. E' un uomo che  ha fatto esercizi spirituali e che spesso ha un direttore  spirituale ma che si trova in una situazione molto povera per  poter rispondere a quello che gli è cascato addosso: un mondo  che cambia seriamente, cui deve dare una risposta." (Pag. 42)

"Perchè viviamo molto alienati, tranquilli nella nostra vita meschina e piatta. Chiamare a conversione l'uomo è chiamarlo alla sua realtà profonda. Per questo, attenti con certi concetti di Dio buono che è tutta misericordia.... Perchè la vita è molto più seria. Venite con me, voi che avete certi concetti di Dio tipo Sacro Cuore, con la manina così e la faccia ritoccata, tutto zucchero e miele, tutto soavino e tenerino... andiamo a una baracca a vedere una donna il cui marito si ubriaca ... andiamo a vedere le prostitute ecc.
La vita è molto più seria di tutto ciò e non si può fare di essa una caricatura. Quel Dio di cartapesta non esiste. Il Dio della Bibbia non è così." (Pag. 115)

"Molti hanno una idea di Dio molto sdolcinata. Pensano che Dio è "buonino" secondo il loro modo di vedere. Siamo ingannati dalle false immaginette della prima comunione. Una signora mi diceva: Ah, quando lei parla così soavemente, mi ricorda Gesù Cristo, ma quando si mette a gridare no.... Perché noi crediamo che Gesù Cristo era sciropposo, di zucchero, così, con le sopracciglie ritoccate e la mano così... State attenti! Stiamo per demistificare alcune idee di Dio, altrimenti non possiamo capire il Dio della Bibbia." (Pag. 224)

Sacri Cuori di Gesù e di Maria
Stazione ferroviaria di Vallo della Lucania
Kiko contrappone il "Dio della Bibbia" alle devozioni della Chiesa Cattolica, come se queste fossero puro paganesimo, detto appunto religiosità naturale.
E chi vince fra il "il Dio della Bibbia" e "il Dio della Chiesa"? Naturalmente, il Dio della Bibbia, seguendo l'idea protestante che l'esperienza della Chiesa e il suo Magistero perenne vale nulla se non letteralmente dettato nelle Scritture, e in particolar modo nell'Antico Testamento.
Tutto il resto è  paganesimo: il culto dei santi, quello della Vergine, le devozioni al Corpo di Cristo e ai Sacri Cuori di Gesù  e Maria.

Infatti, eccolo a ribattere sempre sul medesimo tasto anche nelle catechesi del Primo scrutinio (brani tratti da "Orientamenti per il primo Scrutinio", 1986):

"Uh, Dio che vomita dalla sua bocca! Che cose! Chiaro, ci siamo abituati a un Dio dolce, a un Sacro cuore  con la manina così e con le sopracciglia depilate... non conosciamo Dio. Gesù si arrabbia molte volte."(Pag. 119)

"Allora la gente che si faceva cristiana non veniva dall'ateismo, ma veniva dalla sua religiosità, veniva dai suoi templi, dai suoi riti nel tempio, dalla credenza nei suoi idoli familiari, gente che quando andava in vacanza si portava appresso le statuette e i dipinti delle divinità, per pregarla, come tu ti puoi portare l'immagine di sant'Antonio perché  gli sei molto devoto" (Pag. 41)

"Questa è la nostra religiosità  naturale: quella che ci fa rivolgere a santa Barbara quando tuona." (Pag. 123)


E naturalmente c'è  sempre una parola "buona" contro il cosiddetto devozionismo alla Vergine, che sopravvive anche alla tappa di Loreto.

Infatti nelle catechesi del passaggio del Padre Nostro, ritroviamo l'incoercibile Kiko affermare:

"Ma attenzione: per ricevere la Madonna come tua madre in casa tua devi essere discepolo, e avere imparato a stare sotto la croce. La croce gloriosa del Signore risorto: alla sua ombra ho messo la mia tenda!, Noi non cominciamo dalla Madonna, facendo un devozionismo - "Fiori a Maria, che buona Mamma mia!"

"dietro il devozionismo c’e' gente molto nevrotica, mammista, fanatica, c'e' di tutto! Tanto e’ cosi' che questo devozionismo mariologico ha perso molto valore, e lo stesso Papa Paolo VI lo critica e fa un’Enciclica sulla Madonna che si chiama "Marialis culto” e in cui riequilibra la devozione a Maria.(pure farneticazioni, è  vero esattamente il contrario)
C'erano preti mezzo pazzi che deviavano anche la devozione alla Madonna .... si faceva poco meno che una specie di idolatria della Vergine"

Apparizione di Gesù a santa Margherita Maria Alacoque


In particolare, è  comprensibile l'avversione di Kiko e Carmen per la devozione al Sacro Cuore di Gesù.

Apparendo a Margherita Maria Alacoque (1649-1690), monaca a Paray-le-Monial, Gesù le fece alcune promesse, dette "Le promesse  del cuore di Gesù ":

«A coloro che per nove venerdì consecutivi riceveranno l'Eucaristia
concederò grazie necessarie a realizzare il volere di Dio sulla propria vita;
proteggerò la pace nella loro famiglia;
li sosterrò nelle loro sofferenze;
li proteggerò in vita e specialmente in punto di morte;
benedirò fortemente il loro agire;
troveranno nel mio Cuore una misericordia infinita;
incrementerò il loro fervore;
farò crescere rapidamente il desiderio di perfezione;
benedirò le case di chi esporrà e venererà l’immagine del mio Sacro Cuore;
renderò i sacerdoti capaci di convertire i cuori più induriti;
amerò particolarmente chi propagherà questa devozione;
infine, la cosiddetta «Grande Promessa»
Io ti prometto, con un senso fortissimo di misericordia, che il mio amore onnipotente concederà la grazia del pentimento a tutti coloro che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi di seguito. Essi non morranno in uno stato di peccato. Riceveranno i santi sacramenti e negli ultimi momenti della loro vita terrena il mio cuore sarà loro una difesa sicura."
 
San Giovanni ebbe il privilegio
di posare il capo sul cuore di Gesù
Intanto si tratta di promesse fatte al singolo e non alla comunità, e sappiamo che per Kiko ci si salva solo a grappoli.

Poi si parla di far crescere un desiderio di perfezione che in casa neocatecumenale  verrebbe rigettato come indice di superbia e di vanagloria; caso mai l'unica crescita ammissibile è  quella all'interno del Cammino neocatecumenale seguendo le indicazioni di Kiko e Carmen e quelle delle loro visioni e locuzioni di cui la Chiesa non è  mai stata messa a conoscenza né  ha potuto vagliare.

I sacerdoti capaci di convertire i cuori più induriti sono solo quelli che annunciano il kerigma di Kiko, non quelli che seguiranno la devozione consigliata da Gesù a santa Margherita Maria Alacoque.

E la promessa di salvezza in punto di morte lascia Kiko del tutto indifferente, perché  lui ai suoi promette la salvezza certificata e addirittura la grazia di morire come la Vergine Maria e d'essere traslati direttamente in Cielo.

Come lo lascia del tutto indifferente (se non apertamente contrario) la frequenza della Messa ogni primo venerdì del mese; almeno fino a che, per motivi suoi, non pensi di "kikizzare" anche questo, magari legandolo ad una convivenza per le sole comunità, o a una sequenza di notti svegli a interpretare le aperture a caso della Bibbia, come per il Corpus Domini. Potrebbero sembrare incongruenze del Cammino: sono invece una vera e propria azione di espropriazione e di inquinamento delle autentiche devozioni cattoliche.



Leggiamo invece quale considerazione ha da sempre avuto la Chiesa per la devozione al Sacro Cuore di Gesù, istituendolo formalmente in seguito alle esperienze mistiche di santa Gertrude e, successivamente, di santa Margherita Maria Alacoque e cosa ne hanno detto gli ultimi pontefici, da Pio XII a papa Francesco, con buona pace di Kiko, Carmen e delle loro idee balzane e contrarie a fede e tradizione della Chiesa cattolica.

La tradizione di consacrare il mese di giugno al culto del Sacro Cuore nacque nel 1833 a Parigi nel Convento degli Uccelli dal quale si propagò poi in tutta la Francia ed a partire da papa Pio IX molti papi approvarono questa memoria.
Tale culto è stato donato all’uomo da Dio affinchè “il mondo si riscaldi di nuovo al calore di quei palpiti ed il calore del divino amore lo infiammi un’ultima volta”, come san Giovanni in una visione riferì a santa Gertrude e come l’apostola del Sacro Cuore, la mistica santa Margherita Maria Alacoque, trasmise le seguenti parole di Gesù "per stabilire nei cuori il regno del mio amore".

Santa Margherita Maria Alacoque, suora della visitazione  nata in Borgogna nel 1647, rivelò i doni d’amore dei cuore di Gesù, traendone grazie strepitose per la propria santità, e la promessa che i soprannaturali carismi sarebbero stati estesi a tutti i devoti del Sacro Cuore.
E così nacque la festa del Sacro Cuore e la pratica pia dei primi Nove Venerdì del mese. 

Molti papi ‘incitarono’ i fedeli a questa devozione: nel 1956 papa Pio XII nell’enciclica ‘Haurietis aquas scrisse: “Ma, mentre la Chiesa ha sempre tenuto in alta considerazione il culto al Cuore Sacratissimo di Gesù, così da favorirne in ogni modo il sorgere e il propagarsi in mezzo al popolo cristiano, non mancando altresì di difenderlo apertamente contro le accuse di Naturalismo e di Sentimentalismo; è da lamentare che non uguale onore e stima, sia nei tempi passati che ai giorni nostri, questo nobilissimo culto gode presso alcuni cristiani e talvolta anche presso alcuni di coloro, che pur si dicono animati da sincero zelo per gli interessi della religione cattolica e per la propria santificazione… E’ necessario quindi tener sempre presente in questo così importante ma altrettanto delicato argomento, che la verità del simbolismo naturale, in virtù della quale il Cuore fisico di Gesù entra in un nuovo rapporto con la Persona del Verbo, riposa tutta sulla verità primaria dell’unione ipostatica; intorno a cui non si può nutrire alcun dubbio, se non si vogliono rinnovare gli errori, più volte dalla Chiesa condannati, perché contrari all’unità di Persona in Cristo, nella distinzione e integrità delle due nature”.

Papa Paolo VI nella lettera apostolica "Investigabiles divitias Christi", pubblicata nel 1965, parla di: “imperscrutabile ricchezza di Cristo (Ef 3, 8), sgorgata dal fianco squarciato del Redentore divino nel momento in cui, morendo sulla croce, egli riconciliò col Padre celeste il genere umano, è stata posta in luce così fulgida in questi ultimi tempi dai progressi del culto al Ss. Cuore di Gesù, che lietissimi frutti ne sono derivati a beneficio della Chiesa… Poiché infatti il Ss. Cuore di Gesù, fornace ardente di carità, è simbolo ed espressiva immagine di quell’eterno amore, nel quale Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figliuolo unigenito ... nutriamo altresì la fiducia che i fedeli tutti ne sappiano trarre ispirazione sempre più risoluta a configurare al Vangelo la propria vita, a emendare diligentemente i costumi, a mettere in pratica la legge del Signore”.

Papa Giovanni Paolo II nel messaggio del 18 settembre 1984, durante il viaggio apostolico in Canada, ha sottolineato: “Qui tocchiamo più direttamente la realtà del cuore di Gesù.
Il cuore, infatti, è un organo umano, che appartiene al corpo, che appartiene all’intera struttura, alla dimensione spirituale e a quella fisica dell’uomo: ‘E il Verbo si è fatto carne’. In questa duplice dimensione, il cuore trova il suo posto come organo. Ha nello stesso tempo un significato come centro simbolico dell’io interiore, e questo io interiore è, per la sua stessa natura, spirituale. Il cuore di Gesù fu concepito sotto il cuore della Madre Vergine, e la sua vita terrena cessò nel momento in cui Gesù morì sulla croce. Lo testimoniò il soldato romano che forò il costato di Gesù con la lancia. Per tutta la sua vita terrena il cuore di Gesù fu il centro in cui si manifestò, in maniera umana, l’amore di Dio: l’amore di Dio Figlio, e attraverso il Figlio, l’amore di Dio Padre”
.

Anche papa Benedetto XVI, nella lettera in occasione del 50° anniversario dell’enciclica "Haurietis aquas" (2006), ha sottolineato: “Questo mistero dell’amore di Dio per noi, peraltro, non costituisce soltanto il contenuto del culto e della devozione al Cuore di Gesù: esso è, allo stesso modo, il contenuto di ogni vera spiritualità e devozione cristiana. E’ quindi importante sottolineare che il fondamento di questa devozione è antico come il cristianesimo stesso. Infatti, essere cristiano è possibile soltanto con lo sguardo rivolto alla Croce del nostro Redentore, ‘a Colui che hanno trafitto’… La contemplazione adorante del costato trafitto dalla lancia ci rende sensibili alla volontà salvifica di Dio. Ci rende capaci di affidarci al suo amore salvifico e misericordioso e al tempo stesso ci rafforza nel desiderio di partecipare alla sua opera di salvezza diventando suoi strumenti. I doni ricevuti dal costato aperto, dal quale sono sgorgati ‘sangue e acqua’, fanno sì che la nostra vita diventi anche per gli altri sorgente da cui promanano ‘fiumi di acqua viva'".

 


Infine papa Francesco nella Messa a Santa Marta per la solennità del Sacro Cuore di Gesù ha ribadito: “Il Cuore di Cristo è un cuore appassionato, ferito d’amore, squarciato per noi sulla croce. Il Sacro Cuore è l’icona della passione: fa vedere quanta sofferenza sia costata la nostra salvezza. Quel Cuore svela qual è la passione di Dio: l’uomo."


 O cor Jesu
Inflamma cor nostrum amore tui