Anche quest'anno, puntuale, il solito
Annuncio della Pasqua di Kiko si propaga in tutte le comunità nei giorni santi.
Iniziò Kiko, tanti anni fa, proprio con l'
Annuncio della Pasqua, poi aggiunse quello della Quaresima e infine dell'Avvento. Un modo - forse - per tenere serrati i ranghi e connotare di sé ogni tempo forte della Chiesa.
Tutti gli itineranti, per ascoltarlo, arrivano a stormi, a Roma o a Madrid,
"da ogni parte" perché
"la fede viene per l'udito" e tutti devono attingere alla fonte, per poi riportare con grande fedeltà alle comunità del cammino -
come un canale porta l'acqua - lo stesso spirito che hanno ricevuto dall'ispirato fondatore, senza modificare nulla, perché
il carisma è di Kiko ed esclusivamente suo!
Ci rendiamo conto che ogni volta ripetiamo le stesse, medesime cose; purtroppo è necessario poiché Kiko ogni anno ripete il solito illeggibile e ancor più inascoltabile copione… o forse no, poiché ogni anno si assiste, anche sul fronte della predicazione neocatecumenale,
ad un inarrestabile declino, ad una irreversibile involuzione; cosa incontestabile.
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Svelato l'arcano: ecco l'«icona della santa famiglia» modello neocat |
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E dunque ci poniamo la solita domanda una volta terminata la penosa lettura del brogliaccio, che farà da traccia ai futuri
"annunci" nelle comunità: è
mai possibile che per ascoltare
il nulla gli itineranti affrontino viaggi sfibranti ogni volta nel cuore della notte, in auto o in aereo, su e giù, spendendo l'incredibile? (
non soldi loro, s'intende, che non posseggono nulla! i soldi, come sempre, li cacciano i soliti camminanti con le solite "collette per l'evangelizzazione", collette che non bastano mai; per forza!)
La prima parte dell'annuncio è concepita per caricare subito le truppe di una euforia travolgente.
Dopo aver presentato la
parusia in una forma superficiale ed unilaterale, dal momento che Kiko invita ad attendere Gesù senza la più piccola traccia di
"Santo Timor di Dio". Kiko, infatti, assicura che quando Gesù apparirà sulle nubi
sarà solo per traghettare in cielo, senza se e senza ma,
senza giudizio alcuno, gli eletti camminanti già santi; a quanto pare resi perfetti dall'aver conosciuto di
"non poter non peccare"… Saremo portati sulle nubi, saremo trasformati, non conosceremo la morte, andremo per sempre col Signore e staremo per sempre con lui…
In un crescendo Kiko annuncia un
regalo bellissimo: abbiamo "l’approvazione per celebrare la Veglia Pasquale noi soli" tutta per noi.
Di seguito dà il calendario dei
prossimi appuntamenti imperdibili del cammino, tra convivenze di Vescovi, incontri con le comunità dei paesi post-comunisti, memorabili concerti a Matera, incontri di comunità del nord nella troppo piccola Genova che tarda a
convertirsi come tutta la Liguria, ostile al cammino e che va sbloccata…
In conclusione,
per Kiko l'importante è "non arrendersi" mai!
Noi lo sappiamo che Kiko è fatto così, che non arretra mai di un passo. Abilissimo a trasformare le
sconfitte in vittorie, le
correzioni in conferme ogni volta più esplicite, le
limitazioni e i
confini in novelli privilegi pensati dalla Chiesa su misura per lui e il suo
"potente cammino".
E per finire in bellezza questa emblematica prima parte introduttiva ecco l'immancabile
"invito" che preferiamo ricopiare fedelmente:
"Devo anche chiedere un aiuto alle comunità, perché siamo sotto zero e abbiamo l’incontro dei Vescovi, abbiamo il Seminario di Roma, di Madrid: … e non abbiamo soldi per farli mangiare. Speriamo che ci aiutate un pochino. Dovete fare, prima dell’estate, una colletta per comunità per aiutare l’evangelizzazione ed il cammino." (pag.6)
E noi ci chiediamo increduli
come mai Kiko non fa il minimo accenno all'acquisto all'asta del terreno sul Monte degli Ulivi? Avrebbe dovuto metterlo al primo posto degli eventi memorabili di questi giorni,
ma non pronuncia neanche una parola! Ha la coda di paglia, forse? Non è dunque stato un regalo inatteso di cui non ne sapevano nulla? Perché non grida miracolo, sorprendente, impressionante? È comprensibile solo perchè è evidente che
dietro la fantomatica fondazione fondata nei paradisi fiscali ci sono sempre loro, solo loro, come al solito! Una vergogna!
E ora, scorrendo l'annuncio vero e proprio, restiamo del tutto sgomenti e ci cadono definitivamente le braccia: nessuna sostanza, nessuno spirito. Solo una interminabile ostentazione di quanto il cammino sia meraviglioso.
Un piccolo assaggio emblematico:
"Saremo capaci qualche volta di ringraziare il Signore perché ci ha dato una comunità cristiana, perché vi ha dato dei catechisti, perché vi ha dato un cammino di iniziazione cristiana? È qualcosa di grande e veramente meraviglioso." (pag.10)
Poco dopo:
"Il Signore aspetta da noi gratitudine, se siete grati del Cammino, della vostra comunità, dei vostri catechisti… potete mostrare la gratitudine nell’obbedienza a quello che i vostri catechisti dicono…"
E in un continuo crescendo:
"Non meritiamo di avere una comunità cristiana, con dei fratelli, e con questi fratelli intraprendere un cammino e avere la celebrazione della Parola, l’Eucarestia, la convivenza, avere incontri con i catechisti: è qualcosa di veramente importante. Se c’è qualcuno così cretino che ancora non si è reso conto e non ringrazia il Signore e non è contento, peggio per lui! Ma vi dico che è una cosa grande, grande grande, che il Signore vi abbia dato una comunità cristiana. E non solamente questo, ma vi abbia dato dei catechisti, e i catechisti che vi ha dato sono gli iniziatori del Cammino neocatecumenale nel mondo intero, siamo noi: Carmen, il padre Mario e io. È una cosa veramente impressionante, importantissima per il bene che stiamo portando a tanti fratelli, a tante coppie che, grazie al Cammino, non si sono più separate, a tanti giovani; è una cosa grande e meravigliosa." (pag.10)
Continua un pezzetto con la solita solfa della necessità per tutti di sentirsi
"il peggiore e l'ultimo della comunità", parla del valore assoluto dell'
"umiltà" per potersi chiamare cristiano,
umiltà di cui egli stesso non ha mai dato esempio con la sua vita!
Pare incredibile…eppure, non ancora soddisfatto, riprende di nuovo:
"Vorrei che tutti voi foste grati, grati a Dio di essere cristiani, grati a Dio di avere una comunità, grati a Dio di avere me, Carmen e P. Mario come catechisti, grati! Gratitudine a Dio profonda, perché il Signore vi vuole bene, ha visitato la vostra parrocchia, ha mandato dei catechisti, ha mandato noi che siamo gli iniziatori di una iniziazione cristiana mondiale, aperta in 135 nazioni, con migliaia e migliaia di giovani, di coppie, e sta avendo grandissimi frutti, non nel senso che abbia molta gente, ma per il beneficio che ricevono le famiglie e soprattutto i giovani. Abbiamo tanti giovani che sono grati al Signore, che vogliono bene a me, perché sono grati, hanno capito dove stanno, la differenza che c’è nello stare nel Cammino o stare fuori." (pag.11)
Un esempio di preghiera kikiana:
"Chiedete al Signore: “Signore, aiutami ad essere fedele. Io sono un poveraccio, sono un peccatore. Ti ringrazio veramente del bene che mi hai voluto, del bene che mi hai dato, della comunità, della parrocchia, dei catechisti, di tutto. Io capisco che non sono veramente grato, non rispondo del tutto bene: aiutami tu, aiutami”.
Kiko riflette ancora una volta sull
'essere uno: un estenuante riflettere! In Kiko la ricerca di
"essere uno nella comunità" è una ricerca spasmodica:
"nella prossima convivenza riflettete un momento su come Dio è uno in voi: dobbiamo ripensarlo, dobbiamo correggere qualcosa? E’ uno veramente in noi?" (pag.12).
Un vero tormentone con il quale incita i fratelli a confrontarsi, ogni volta. Appare chiaro che quello che è stato l'obiettivo primario del cammino fin dal primo giorno è totalmente fallito, senza rimedio. Si capisce che
Kiko neanche sa di cosa parla.
Kiko ogni volta richiede ai suoi seguaci un impegno più grande (in contraddizione con tutte le sue promesse palesemente farlocche) per realizzare il suo utopico "essere uno".
E noi, a nostra volta, ci interroghiamo: dove è finita mai la famosa "virtù senza sforzo"? l'
"opera gratuita" di Dio nel cammino meraviglioso, di cui dovevamo essere solo attoniti spettatori?
Kiko li incalza:
"E come si diventa uno? Ecco, pensatelo!" (pag.12)
Per lui ormai è un vero assillo.
Da questo punto in poi non si può più seguire…
Cosa è essere perfetti nell'unità, ripete Kiko, io non lo so perchè solo lo Spirito Santo lo sa; e a noi sorge spontaneo un dubbio: Oh Kiko ma lo Spirito non parla in te? In te non è Gesù che parla ai fratelli? Cosa non sai? Cosa non capisci?
Mentre Kiko continua imperterrito:
"E come si diventa bambino? Ah, altro problema gravissimo!" (pag13)
Un vero dilemma irrisolvibile. Per Kiko, solo questo è evidente: il Vangelo è per lui incomprensibile e lui stesso non crede in quello che dice.
"Per questo c’è bisogno di dialogare con il Signore, di chiedergli: “Signore, che vuoi che faccia? Vorrei vivere in te, Signore, vorrei essere cristiano, vorrei che tu vivessi in me, vorrei dialogare con te tutto il giorno, amare te. Vorrei amare te al di sopra di ogni cosa”. Devi domandare tutto questo, chiedere al Signore: “Signore, concedimi di amarti, concedimi di amarti per davvero. Io vorrei amarti, Signore, perché so – me lo dice lo Spirito Santo – che questo è essere cristiano: amare te, e il resto è tutto vanità. E come si può amare te?”. Suppongo che sarà fare la volontà divina. E in che consiste la volontà di Dio? Bisogna domandarglielo: “Che vuoi che io faccia, Signore?”. Beh, sarebbe bene che tu vendessi tutti i tuoi beni, per esempio. “Ah sì?”. Sì, per esempio: resta senza niente, non dovresti avere un soldo. I soldi che hai in banca li dai ai poveri: vendete i vostri beni, dateli in elemosina. Vorresti essere cristiano? Va’, vendi i tuoi beni, dalli ai poveri, poi vieni e seguimi (cf Mc 10,21). “Ti devo seguire?”. Sì, seguimi." (pag.15)
Chi legge o lo ascolta non ha più dubbi.
Non è il Signore colui che dialoga con il povero neocatecumeno orante che si sforza di pregare alla kikomaniera. Il succube ha un solo ed unico interlocutore: Kiko stesso, che sa bene dove vuole portarlo con grande docilità di cuore, una volta che il povero malcapitato ha del tutto dismesso il cervello in suo favore.
È molto facile capire dove porta questa estenuante preghiera, suggerita da una mente offuscata e chiusa oramai al dono della grazia:
mettere la vita totalmente nelle mani del cammino e di Kiko attraverso i propri catechisti.
L'equazione è facile da formulare: solo i catechisti sanno dirti qual è la volontà di Dio per te = garanzia è obbedire tutti incondizionatamente ai propri catechisti. Risultato finale: essere perfettamente uno in Kiko.
Della parola proclamata − lettura:
I Pt. 3, 8-22; 4,1-6 − neanche un accenno.
Questo il seguito dello sconclusionato sproloquiare:
"se tu vedi me, vedi Cristo totalmente in me. Non si è riservato nulla per sé, è totalmente in me. Se tu vedi me, vedi Cristo. Ed è Cristo che ti sta parlando adesso." (pag.12)
Questo l'assioma ultimo, il
principio di fede dei camminanti.
Davvero incomprensibile e surreale!
A cosa ha portato dunque il percorso iniziatico infinito di rilevanza mondiale? Kiko pone ai suoi, vicini e lontani, una sola domanda. Essa colpisce le orecchie degli itineranti e attraverso le loro lingue ammaestrate giungerà fino all'ultimo fratello fedele camminante.
"Voi siete grati? Voi ringraziate il Signore che vi ha dato noi come catechisti?"
E ripete questa domanda infinite volte; una cosa senza senso e alquanto nevrotica.
L'annuncio stesso si potrebbe intitolare: Ma vi rendete conto che Kiko e Carmen e padre Mario ( nel momento topico ritorna alla originaria equipe ) sono i vostri catechisti? Che i vostri catechisti sono gli Iniziatori di un cammino esteso in tutto il mondo… fino agli estremi confini della terra? Siete grati a Dio che vi ha dato me come catechista? Aggiunge altre cose per cui vale la pena ringraziare del tipo il cammino, la comunità, poco o niente altro…
Perché Kiko indulge tanto in questo martellamento insensato? Che genere di lavaggio del cervello è mai questo? Finalizzato a cosa? Il suo straparlare fluisce con grande convinzione e ci chiediamo:
ma Kiko ci è o ci fa? Misura la crescita spirituale dei suoi figli su quali parametri? Che povertà! E ripete: siete o non siete grati? E dopo questo,
da vero padre spirituale che ama i suoi figlioli,
indica loro come devono pregare per vivere bene la Pasqua,
essendo ormai cristiani adulti nella fede, non insensati religiosi naturali assetati di miracoli. Dice:
voi pregate così: Signore mostrami la tua volontà, che devo fare per essere "uno"! Devo vendere tutti i miei beni? Devo partire? Essere disposto a tutto, venire con te? Lasciare finalmente ogni cosa…?"
Come non constatare che tutto
l'universo che Kiko disegna intorno ai suoi adepti ruota intorno alla sua sfrenata megalomania insaziabile?
È lui il sole.
La predicazione è tutta sua, ma
che predicazione è mai questa!? Chiamiamolo piuttosto sproloquio senza capo nè coda.
Padre Mario interviene brevemente,
senza lasciare traccia.
La
scialba Ascensión sale sul leggio a comando e solo per leggere un paio di lettere di itineranti kikoesaltanti ed esaltati. Kiko l'ha relegata a questo
minimo ruolo di servizio - Kiko le intima
"Leggi la lettera!" (pag.8) e lei parte obbediente - di suo non pronuncia neanche un saluto.
Solo alla fine padre Mario ci sorprende e - aperta una breccia -
si esprime con spontaneità insolita, volendo rendere onore ai suoi 50 anni di sacerdozio.
P. Mario:
"Come sapete, grazie a Dio il 19 di marzo scorso, solennità di S. Giuseppe, ho celebrato qui nel seminario i cinquanta anni di presbiterato. Ringrazio il rettore, ringrazio i presbiteri che hanno concelebrato – c’era una corona di 100 presbiteri, tutti vestiti di bianco – e alcuni invitati personali, non potevo invitare più di tanto; e ringrazio anche Elio perché gli ho detto di prepararmi un ricordino da dare a ciascuno di voi: quando lo guardate potete pregare per il finale della corsa.
Ecco, questa è la Madonna del Cammino (mostra il ricordino), vedete che è dorata. Grazie alla Madonna, grazie al Cammino ho potuto vivere questi cinquanta anni portato dal Signore. Ora ci sono dodici seminaristi che in poco tempo distribuiranno questo ricordino a tutti. Ringrazio Elio che me li ha stampati e adesso posso darli a tutti voi perché preghiate non solo per il presbitero, ma anche per il “ragazzo dell’equipe” e per la “ragazza”. I seminaristi possono distribuire rapidamente questo ricordino, vi raccomando di essere onesti e prenderne solo uno a testa. Come vedete anche nell’affresco, l’oro indica la vita divina, quella che ci attende, e quando riflette la luce è bellissimo, ci fa pensare al cielo.
Sono stato ordinato il 18 marzo sera, vigilia di S. Giuseppe, ma ho celebrato la prima messa il 19. Nel retro del ricordino ho messo: “L’anima mia magnifica il Signore”, che è una sintesi dei cinquanta anni. “P. Mario Pezzi, presbitero itinerante. Cinquantesimo dell’ordinazione presbiterale”. Non ho messo “18 marzo” ma “19 marzo 1969 - 19 marzo 2019, Solennità di S. Giuseppe”.
Perché? Perché al venticinquesimo, che ho celebrato con Kiko e Carmen a Barcellona, ho riscoperto la figura di S. Giuseppe, perché anche a S. Giuseppe è stato affidato un figlio che era suo ma non era suo; così a me il Signore ha affidato di essere presbitero di un figlio che non era mio. Bene, non vi faccio tutta la storia, ma da allora ho sentito più vicina la figura di S. Giuseppe che non ha detto nulla. L’Enciclica di S.Giovanni Paolo II Redemptoris Custos – che ha fatto un anno dopo la Redemptoris Mater – dice che i Vangeli non ci riportano nessuna parola di S. Giuseppe. Io ne ho dette poche, alcune parole durante l’anno nelle convivenze di inizio corso, comunque lui niente; ma – dice l’Enciclica – S. Giuseppe non ha detto, ma ha fatto, ha obbedito alla volontà di Dio." (pag.17)
Grazie, padre Mario, che almeno un poco ci apri il tuo cuore per confidarci dove hai trovato la forza per vivere
(o languire) tanto a lungo vicino ad un simile personaggio, metà esaltato e metà narcisista.
Struggente testimonianza di un
padre putativo di un figlio non suo e della peggiore specie che gli potesse capitare.
Da membro dell'equipe degli iniziatori padre Mario, nella sua eterna crisi di identità al fianco di Kiko Argüello,
si riscopre in San Giuseppe per dare finalmente un senso alla sua scialba vita.
E dunque…
Fare comunità come la Santa Famiglia di Nazareth: Gesù, Maria e Giuseppe.
Questo il progetto.
Ma Kiko come sempre si è sostituito.
La Santa Famiglia è stata ridotta ai nostri magnifici tre: i grandi iniziatori del cammino che ha conquistato il mondo:
Kiko non lo dice proprio così, ma lui
si crede Gesù (
Il Signore parla in me, quello che ti dico io te lo dice il Signore, il Messia abitante in me,…);
Carmen si sentiva la Madonna (udì come rivolte a lei le parole "Benedetta tu tra le donne…")
La rivelazione parte dall'ingenuo padre Mario. Una gabbia di matti.
Cadute le maschere, svelato l'arcano riservato dal cammino alla fine dei tempi!
Ma già lo avevamo capito: il cammino non porta al Signore, non è affatto Giovanni Battista in mezzo a noi. Il cammino gira intorno ad una potente idolatria falsa e bugiarda di chi ha amato sedersi sul trono e indicare se stesso come dio senza nessuna vergogna.
Fratelli che con convinzione continuate a seguirli sappiate che il fine del cammino è questo. E la sua fine.
Ma
lasciamo la scena a Kiko Re come è giusto che sia, egli è l'unico protagonista assoluto e incontrastato e queste le parole conclusive che pronuncia nell'annuncio di pasqua 2019.
Con gli ultimi ispirati accenti egli trascina di colpo il fedele uditorio dalle stelle alle stalle, dallo splendore pasquale della vita nuova immortale alle tenebre fitte del mondo vecchio condannato alla morte col suo famoso motto, prosaico e beffardo, che è sempre più la
parola d'ordine del cammino neocatecumenale all'ultimo stadio: "senza soldi non si cantano messe".
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Carmen e Pezzi silenziosi, kikino l'enfant prodige! |
Kiko rinnova alla fine
l'appello col quale ha inaugurato questa predicazione pasquale,
l'unico annuncio che gli sta davvero a cuore a quanto pare e che desidera resti impresso in tutti.
Con questo anche noi caliamo il sipario.
"Un’altra cosa è che abbiamo bisogno che facciate una colletta per comunità, perché non possiamo continuare l’evangelizzazione in quanto non abbiamo più soldi, né per i biglietti, né per niente, siamo sotto zero. Cioè se chiedo a Giampiero se può pagarmi il biglietto per andare a Madrid, mi dice che non abbiamo soldi e devo restare a Roma. Allora fate una colletta in comunità la settimana prossima, il responsabile dice: “Domani Annuncio di Pasqua 2019 faremo una colletta, portate qualche soldino”. Fate la colletta e la portate al Centro, e in poco tempo avremo qualche soldo grazie alla vostra generosità, perché senza il vostro contributo non è fattibile. Noi chiediamo solo alla Fondazione di pagarci i biglietti degli aerei, è l’unica cosa che ci paga, ma in questo momento non abbiamo neanche questa possibilità. Non succede nulla, sappiamo che se vi chiediamo un aiuto lo fate con generosità e con affetto, Fino ad oggi il Signore ha provveduto, siete sempre stati bravi e buoni.
Riceviamo la benedizione del P. Mario." (pag.17/18)