Di recente, il Cardinal Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha inanellato una serie di preziosi interventi pubblici volti a rimettere ordine nell'anarchia liturgica che affligge la Chiesa da ormai 50 anni.
Il Cardinale è intervenuto alcuni mesi fa alla presentazione del libro sulla Liturgia e i Sacramenti di Don Nicola Bux, un evento del quale abbiamo avuto modo di parlare sul blog, nell'articolo "Cari Neocatecumenali, con i Sacramenti non si scherza!", e il 5 luglio scorso, come riportato dal Catholic Herald, il prelato guineano nella conferenza sulla Sacra Liturgia tenutasi a Londra, ha detto:
«E' molto importante ritornare il prima possibile a un orientamento comune di Sacerdote e fedeli, rivolti insieme nella stessa direzione - ad orientem o per lo meno verso l'abside [dove in genere si trova il tabernacolo, NdR] - verso il Signore che viene»
(ling. orig.: It is very important that we return as soon as possible to a common orientation, of priests and the faithful turned together in the same direction – eastwards or at least towards the apse – to the Lord who comes)
Il cardinale ha anche esortato i Sacerdoti di tutto il mondo ad attuare questa prassi già dalla prima Domenica di Avvento 2016
La portata di questa notizia è tale che il Catholic Herald bolla questa modifica come "la più importante dopo il decreto Summorum pontificum" di Benedetto XVI.
La portata di questa notizia è tale che il Catholic Herald bolla questa modifica come "la più importante dopo il decreto Summorum pontificum" di Benedetto XVI.
Come riportato giustamente dalla Bussola Quotidiana, se il Cardinale prefetto del Culto Divino intende riportare "Dio al centro" della liturgia, modificando l'orientamento del sacerdote coram Deo, come peraltro previsto dai documenti del Vaticano II abusivamente ignorati in nome del progressismo conciliare, ciò significa che è il Papa stesso a volerlo!
E chi lo dice ora a Kiko, che alla prima celebrazione del Papa nella cappella Sistina si leccava baffi e barba, strillando «questo vuol dire qualche cosa!» perché Francesco utilizzò un altare mobile coram populo al posto dell'altare dedicato? E i neocatecumenali infoiati e ringalluzziti tuonavano:
Celebrazione Versum Populo.Altare mobile in Cappella Sistina. Ancora qualche problema con le tovaglie (si vede tutta la parte in legno dietro...): gliele presteremo sicuramente.
Niente panche con inginocchiatoi per i Cardinali, ma comunissime sedie.
Chierichetti a sinistra e a destra, dietro alla Mensa Eucaristica. (da: NC che guarda la diretta della Santa Messa del Papa)
Il caro tripudio a lutto tradisce una certa costernazione, come se il Papa avesse abbandonato e tradito qualcosa. Domando: ma che avrebbe fatto il Papa di strano? Ecco cosa ha fatto: Ha celebrato Messa secondo il messale romano. Cosa volevate che facesse? (da: jp)
Benedetto XVI, come ricorda lo stesso Don Nicola Bux (orrore! un liturgista chiaramente preconciliare!), consigliava già di ri-orientare la celebrazione liturgica verso il suo vero protagonista, cioè verso Gesù Cristo Sommo Sacerdote-Vittima-Altare, almeno ponendo un crocefisso sull'altare, di modo che sia il Sacerdote sia i fedeli potessero volgere il loro sguardo proprio a Cristo che si offre per noi.
«Per esempio, Benedetto XVI aveva proposto e attuato, laddove il sacerdote non potesse celebrare rivolto fisicamente ad Oriente, di mettere la Croce sull'altare “verso il popolo” in modo che celebrante e fedeli avessero il punto verso cui orientarsi entrambi. La Croce e soprattutto il Tabernacolo, stanno ad indicare la Presenza del Signore crocifisso e risorto, che è quanto di più sacro ci sia e che rende la liturgia 'sacra', come recita la Costituzione liturgica. In poche parole, la “riforma della riforma”, secondo quella che mi sembra sia stata la mens di Benedetto XVI, postula la rinascita del sacro nei cuori. Laddove nei singoli rinasce il senso del sacro ecco che lì comincia e si attua la “riforma della riforma”».
Sacra "liturgia" neocatecumenale |
Forse i kikos non sanno che la struttura delle salette neocatecumenali, con quelle oscene assemblee rettangolari, circolari, ottagonali, stile fiera della geometria euclidea, non è affatto invenzione di Kiko, ma, per stessa ammissione dei neocat, è figlia della concezione architettonica di Rudolf Schwarz:
«Il principale antecedente di questo rinnovamento nasce dalla stretta collaborazione tra il teologo Romano Guardini (1885-1968) e l’architetto Rudolf Schwarz (1897-1961). (...)
Nel corso di molte settimane di convivenza e di lavoro comunitario, Guardini e Schwarz cominciarono a modificare i tradizionali spazi celebrativi.
Romano Guardini si appoggia fondamentalmente sulla essenza della liturgia: il mistero pasquale della morte e risurrezione di Gesù Cristo [perché, prima di Guardini cos'era la Messa? NdR]. Egli considerava l’oggettività della festa liturgica e l’influenza di quest’ultima sulla composizione dello spazio. La celebrazione dell’Eucaristia e della Parola, vissute in un regime di una piccola comunità, la partecipazione attiva dell’assemblea nei gesti simbolici e nel canti, obbligavano a cambiamenti nella progettazione e organizzazione della sala. (...) Questi cambiamenti culminarono, nel 1924, con la riforma dell’interno del castello tenuto da Schwarz, dove questo canone dello spazio celebrativo tanto nuovo venne a definirsi.
Questa nuova estetica, basata sulla celebrazione comunitaria della liturgia, si esprimeva soprattutto nella cappella e nella grande sala medievale chiamata “La Sala dei Cavalieri” (Rittersaal). In questa sala, più grande della cappella, si celebrava a volte anche la Messa; è significativo che in questi tempi, già nel 1922, il celebrante era rivolto verso il popolo.
La celeberrima soluzione della Sala dei Cavalieri nel castello di Rothenfels costituì un riferimento significativo per i progetti delle chiese parrocchiali che ulteriormente svilupparono la riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Ci fermiamo a considerare l’importanza che riveste, nel progetto di questo canone, la Nuova Estetica del Cammino Neocatecumenale, come base di questi stessi complessi parrocchiali di Estetica Nuova.»
Toh guarda! La saletta dei cavalieri neocatecumenali! |
C'è da chiedersi cosa ne penserebbe il Cardinal Sarah di questo pensiero eterodosso, che annulla il concetto stesso di sacralità.
Esemplare senso del sacro durante una "liturgia eucaristica" neocatecumenale |
«È bello quando lo spazio sacro si fonda totalmente sulla comunità e sul suo operare, quando esso si sprigiona dalla liturgia e con essa di nuovo affonda, e si rinuncia a ogni messa in scena architettonica. All'inizio qui non c’è nient’altro che lo spazio cosmico e, dopo, non rimane altro che lo spazio cosmico: il Signore è passato.»
Sedie disposte a "U" nell'UFO di Porto San Giorgio, in attesa che passi il Signore |
Assemblea circolare, con mensa circolare, per i soli perfetti kikiani del 33° grado. Notare le sedie trasparenti per volare nello spazio cosmico e l'assenza del crocifisso sostituito dal candelabro ebraikiko |
Tipico esempio di "messa in scena architettonica" dove non c'è spazio cosmico e il Signore non passa: Nostra Signora del Rosario a Ipiales, Colombia |
E' possibile immaginarsi la ridicola scena del presbikiko che si rivolge ad oriente per guardare metà assemblea mentre porge le terga all'altra metà?